da Panorama.it
Scuole d’Italia: pericolo, caduta classi
Come stanno le scuole italiane? Non bene, lamentano da anni studenti e insegnanti. Pareti scrostate, bagni fatiscenti e cortili trasformati in palestre in molti edifici, che risalgono al dopoguerra e sono messi assai male. Talvolta cadono pezzi: l’ultimo incidente è avvenuto a Milano, il 2 aprile sono caduti calcinacci sui bambini di una seconda classe della scuola Martin Luther King. Uno scolaro di 7 anni ha sentito il soffitto scricchiolare e d’istinto si è alzato evitando per poco pezzi di gesso.
Ogni giorno nelle scuole pubbliche italiane, secondo i dati Inail, circa 240 studenti sono vittime di infortuni, 89 mila ogni anno. Parte degli incidenti è da attribuire a strutture vecchie. L’età media dell’edilizia scolastica italiana si aggira intorno ai 70 anni. E la vetustà porta crepe e danni: molte scuole non hanno l’agibilità statica (in Abruzzo, considerata zona ad alto rischio sismico, solo l’8,5 per cento del totale è a norma), altre hanno impianti elettrici non in regola (il 14 per cento in tutta Italia), per altre mancano i certificati igienico-sanitari (il 28).
Una fotografia delle scuole italiane viene dal rapporto Ecosistema scuola 2008 di Legambiente, che ha raccolto dati forniti dalle amministrazioni locali. Dallo studio emerge una situazione poco tranquillizzante. Gli edifici che hanno bisogno di interventi urgenti di manutenzione sono 9.920 su un totale di 42 mila. Questi ammodernamenti costerebbero centinaia di milioni di euro e i fondi scarseggiano. Dal 2002 al 2005, ricorda il rapporto, non ci sono state risorse specificamente stanziate per l’edilizia scolastica. Nel 2006 è stata iscritta in bilancio una spesa di 250 milioni di euro. Ma i soldi sembrano non bastare mai, specialmente in Campania, dove si stima che il 95 per cento delle scuole avrebbe bisogno di interventi urgenti.
Nella regione dal 2003 a oggi sono arrivati poco meno di 10 milioni 600 mila euro, tra fondi erogati dal governo e dalla Regione Campania. Il Comune di Napoli, in particolare, ha ricevuto 5,5 milioni di euro in 5 anni. Le risorse sono state impiegate per mettere a norma scuole inagibili, ma secondo Giuseppe Gambale, ex assessore all’Edilizia scolastica, sono insufficienti. «Per rimettere a posto le scuole napoletane servirebbero milioni di euro» afferma Gambale «invece ultimamente i soldi sono sempre meno».
C’è da provvedere anche alla costruzione di nuovi edifici scolastici. Il fiore all’occhiello dei nuovi progetti campani si trova a Chiaiano, periferia napoletana individuata per la discarica. Nell’area il comune sta costruendo una scuola, ironia della sorte, «ecocompatibile». «Lì andranno scuole che oggi sono in edifici in affitto» fanno sapere dal Comune.
Mentre si costruiscono nuove strutture il degrado delle vecchie aumenta. Secondo l’Unione degli studenti, a Napoli sono almeno cinque gli istituti in cui la situazione è grave, decine in tutta la Campania: muri sbrecciati, strutture fragili e lastre di amianto, problema diffuso in tutta Italia.
In Liguria è stata certificata la presenza di amianto nel 77,02 per cento delle scuole. «Un dato così elevato» avverte però Vanessa Pallucchi, responsabile di Legambiente scuola, «mostra in compenso una presa di coscienza da parte dei comuni che finalmente effettuano monitoraggi su questo tipo di inquinamento».
A maggio il Comune di Genova è stato citato in giudizio per pagare i danni dovuti all’amianto in un liceo. La famiglia di una bidella morta di tumore al polmone ha chiesto un risarcimento sostenendo che la donna avrebbe lavorato per 26 anni in stanze infestate dalle polveri di amianto. Secondo i parenti, la scuola sarebbe colpevole di non averle fornito una mascherina e di non aver predisposto nei locali sistemi di depurazione dell’aria.
Mentre quel liceo è stato bonificato anni fa, altri no, tanto che Genova è una delle città italiane con il maggior numero di scuole inquinate dall’ amianto, accanto a Torino, Milano e Pesaro.
Il rapporto di Legambiente analizza anche la situazione delle palestre nelle scuole. Uno dei bollini neri italiani per lo sport a scuola tocca alla Sicilia, dove il 53,21 per cento degli istituti è sprovvisto di palestre.
Uno di questi si trova a Balestrate, in provincia di Palermo. Gli studenti della scuola media Evola fino all’anno scorso andavano nel piazzale di un istituto vicino a fare ginnastica. Adesso c’è una struttura polisportiva. Unico disagio: dista 800 metri dalla scuola. Per non rubare troppo tempo alle altre materie, le ore di ginnastica sono state organizzate in modo che i ragazzi abbiano lezione all’inizio o alla fine della giornata.
«Per i viaggi dalla scuola nessun problema» spiega il preside «ci sono genitori volontari che a turno fanno la spola in auto. Oppure se c’è il sole fanno una passeggiata a piedi». Dopotutto è sempre una lezione di educazione fisica.