Maturità da clandestini

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Maturità da clandestini

Messaggiodi edscuola » 8 giugno 2009, 8:40

da LASTAMPA.it

LA STUDENTESSA HA OTTIMI VOTI IN TUTTE LE MATERIE

Maturità da clandestini

Napoli si mobilita per un'ucraina, il ministero fa dietrofront: non serve il codice fiscale
FULVIO MILONE

Quanto valgono tre anni di studio pagati con dieci ore di lavoro al giorno, sabato e domenica compresi? Niente, teme Daria, nata vent’anni fa in Ucraina, che vive in Italia da clandestina ma nonostante ciò, grazie a una legge dello Stato, ha usufruito del diritto sancito dalla Costituzione di andare regolarmente a scuola.

Il problema è che da quest’anno agli studenti che sosterranno gli esami di maturità verrà chiesto il codice fiscale. E lei, che per la burocrazia non esiste neppure, il codice non ce l’ha. E’ paradossale la storia di questa ragazza che a Napoli frequenta un liceo linguistico con il massimo dei voti, che conosce sei lingue e ha una cultura che pochi studenti italiani possono vantare.

Se da un lato la Costituzione italiana e una legge dello Stato le permettono di studiare malgrado la sua condizione di «invisibile», dall’altro una circolare ministeriale le chiede un documento (il codice fiscale) che non può avere. La legge è del 1999, e dice che tutti i ragazzi «presenti sul territorio nazionale e nei diversi gradi e ordini di scuola hanno diritto all’istruzione, indipendentemente dalla regolarità della loro posizione di soggiorno»: in altri termini, un clandestino può essere buttato fuori dal Paese ma ha diritto ad andare a scuola. La circolare è quella firmata a maggio dal ministro dell’Istruzione Maristella Gelmini, che introduce la novità del codice fiscale. Chi si oppone alla direttiva avanza il sospetto che si tratti di uno stratagemma per discriminare i figli degli immigrati irregolari. Il ministero nega, sostenendo che i dati servono solo per l’istituzione di un’anagrafe degli studenti. E solo oggi, molti giorni dopo aver diffuso la circolare, precisa che Daria, come i tanti, tantissimi ragazzi che si trovano nelle sue condizioni, potrà sostenere gli esami senza problemi: «Nel caso in cui uno studente fosse, per qualsiasi motivo sprovvisto del codice fiscale, verrebbe semplicemente escluso dalla base informativa del ministero, senza alcuna conseguenza per la sua privacy né per la possibilità di sostenere l’esame».

Viene da chiedersi, a questo punto, che validità possa avere un «censimento» senza che i «censiti» siano obbligati a fornire i propri dati. Ad ogni modo, secondo il ministero Daria non solo potrà diplomarsi, ma non rischierà neanche una denuncia in quanto clandestina perchè la sua privacy verrà salvaguardata.

«Chissà quanti si trovano nelle mie condizioni», sospira Daria che, nella sua casa di Piazza Carlo III, nel cuore della vecchia Napoli, ha visto messi a rischio per giorni, uno dopo l’altro, tutti i suoi sogni: «La maturità, magari un permesso di soggiorno, poi l’università, un lavoro onesto e qualificato, una vita tranquilla con Alfonso, il mio ragazzo». La sua storia è cominciata quattro anni fa, con l’arrivo a Napoli assieme al padre: «Abbiamo raggiunto mia madre che si trovava qui già da un anno: lavorava come badante, sia pure da clandestina. Siamo persone oneste e Napoli è una città generosa, quindi siamo riusciti a inserirci presto: papà fa il saldatore, io lavo le scale in un paio di condomini, faccio la baby sitter e accudisco gli anziani».

Tutti lavori che Daria svolge di sera, perchè al mattino c’è la scuola e nel pomeriggio bisogna fare i compiti. La scuola ha cominciato a frequentarla tre anni fa: «In Ucraina ho ottenuto un diploma che però, in Italia, non ha valore, quindi ho dovuto rifare l’ultimo triennio». Così si è iscritta al liceo linguistico «Margherita di Savoia». I professori hanno subito apprezzato le sue doti. «Oltre l’ucraino, parlo correntemente l’italiano, il russo, l’inglese e lo spagnolo - dice -. Con il francese me la cavo abbastanza bene». In classe si è inserita senza problemi, ha tante amiche. Insomma, la sua vita fin qui è trascorsa abbastanza serena, compatibilmente con la sua condizione di clandestina: «Certo, vivo nella paura di essere cacciata dall’Italia come una delinquente. Però Napoli è una città aperta e tollerante, e conto prima o poi di costruirmi un’esistenza dignitosa». Un’esistenza che però, teme Daria, è minacciata dal giro di vite sull’immigrazione clandestina imposto dal Governo Berlusconi. «Quando ho letto la circolare del ministero ho avuto un tuffo al cuore», racconta. Per lei si sono mobilitati i professori del liceo: qualcuno fra loro si è offerto di assumere la ragazza per farle avere il permesso di soggiorno, ma i tempi della burocrazia sono lunghi. E allora? Allora Daria potrà pure avere il suo diploma, ma la sua lotta per avere una vita dignitosa è appena agli inizi.
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