Giornalisti per un giorno, è la Bbc

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Giornalisti per un giorno, è la Bbc

Messaggiodi edscuola » 14 dicembre 2009, 21:33

da LASTAMPA.it

LA SCUOLA DEGLI ALTRI

Giornalisti per un giorno, è la Bbc


Sul sito della televisione britannica anche gli studenti possono trasmettere i propri servizi


SILVIA MARIA PERFETTI

LONDRA
Il giornalista ideale della Bbc, mitica televisione pubblica britannica? Ha quattordici anni. Non è uno scherzo, ma un’iniziativa serissima che la rete, una delle più autorevoli del panorama televisivo mondiale, ha appena introdotto sul proprio sito ufficiale: nel canale dedicato alla scuola («School Report »), gli autori dei servizi sono gli stessi studenti. L’iniziativa è stata lanciata con una campagna didattica in tutte le scuole del paese, che ha interessato centinaia di giovani dagli 11 ai 14 anni e vedrà il suo culmine l’11 marzo 2010, «News Day» in Gran Bretagna.

I programmi
I giornalisti junior producono, con l’aiuto dei loro insegnanti, contenuti di informazione «che presentano un punto di vista assolutamente privilegiato sul mondo della scuola», dice l’ideatore dell’iniziativa, il giornalista della Bbc Huw Edwards.
E infatti andando sulla pagina web School Report, ecco comparire un esempio di testata giornalistica on-line parzialmente creata dai ragazzi stessi. La Bbc sta davvero preparando i giornalisti del futuro o vuole solo cavalcare l’onda del «giornalismo diffuso»? L’unica certezza per il momento è che per parlare di temi cari ai ragazzi, non sempre gli adulti costituiscono il punto di vista più adatto. La scuola superiore in Gran Bretagna sta vivendo un grave periodo di crisi, i fenomeni di bullismo si moltiplicano e gli adulti sono sempre più sconcertati: faticano a capire come stanno cambiando i loro figli. L’idea di base è farsi spiegare dai ragazzi quello che succede «dal basso» e insieme dare loro la possibilità di imparare i principi del giornalismo.
«In tutti questi anni di professione ho fatto un sacco di lezioni e workshop sul giornalismo nelle scuole - continua Huw Edwards, che esperienza con i ragazzi ne ha anche in casa, dato che è padre di cinque figli - e mi sono sempre appassionato moltissimo. Ho anche visto che si impara molto di più quando c’è un pubblico vero e scadenze reali con cui confrontarsi. Mi appassiono perché mi piace dare ai ragazzini l’opportunità di dare loro stessi le notizie che li riguardano e perché voglio condividere i principi del buon giornalismo».

Le regole
I tre principi che guidano la Bbc in quest’impresa, si legge sul sito, fanno tutti riferimento alla funzione di servizio pubblico. Innanzitutto interessare i giovani alle notizie. Poi portare le loro voci e le loro storie a un pubblico più vasto, quel pubblico che spesso guarda con diffidenza gli adolescenti senza conoscerli. Infine condividere con loro alcuni dei valori del servizio pubblico, «come quello dell’imparzialità, quello dell’accuratezza e quello della giustizia», un insegnamento fondamentale perché i giovani «sono spesso creatori e fruitori di contenuti».
Partecipare al progetto della Bbc è semplice, basta che un professore iscriva la classe on line e si metta in contatto con un membro dello staff della Bbc. In seguito la scuola deve preparare una sua pagina web di notizie sul suo sito, che verrà linkata alla Bbc e trasmessa ovunque.
Il «News day» molti ragazzi parteciperanno poi ad altre trasmissioni della Bbc, ma sempre come cronisti più che come passivi spettatori.

I risultati
I professori sono molto soddisfatti dell’iniziativa. «Aiuta a sviluppare le loro capacità di lavoro di gruppo - dicono - di pensiero critico e di abilità comunicativa. E insegna loro a organizzare meglio il tempo e a confrontarsi con la responsabilità che va sempre di pari passo con la comunicazione». E’ importante, dicono, che sia un lavoro di gruppo e non di singoli, costruito all’interno del programma scolastico.
I servizi dei ragazzi spaziano dalla proposta di legge di abbassare l’età del voto ai 16 anni nell’Isola di Man a un confronto sui graffiti murali («Arte o vandalismo?») , dai pericoli del cyberbullismo fino alla mania dei war games. Non sempre gli studenti che partecipano vogliono diventare giornalisti: «Ma raccontare le cose dal nostro punto di vista è una bella soddisfazione».
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