Cambiare spesso insegnante rende lo studente più ignorante

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da Il Giornale

Cambiare spesso insegnante rende lo studente più ignorante
di Francesca Angeli

Uno studio di Bankitalia conferma che il carosello dei professori soprattutto di matematica non fa bene alla scuola. La ricerca evidenzia pure che gli alunni del Mezzogiorno riportano performance peggiori, in particolare nelle materie scientifiche.
Il balletto degli insegnanti abbassa il livello di preparazione degli alunni.Soprattutto in matematica. É una ricerca messa a punto recentemente da Bankitalia a confermare come il continuo viavai dei docenti incida negativamente sul risultato scolastico finale degli alunni. Un dato che quindi supporta nelle sue scelte il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che nel suo progetto di riforma complessivo dello stato giuridico dei docenti punta a legare i professori all'incarico per almeno tre anni.
La ricerca di Bankitalia, curata da Piero Cipollone,Pasqualino Montanaro, Paolo Sestito non ha pretesa di verità assoluta precisando nella premessa come la preparazione degli studenti risenta di una pluralità di fattori. Tra questi anche quello legato all'istituto frequentato ma, riconoscono gli autori «identificare tale effetto è però esercizio estremamente arduo, per le difficoltà di misurazione delle competenze degli alunni». Tramite lo studio dei risultati dell'indagine Invalsi (l'Istituto di valutazione dei livelli di apprendimento) prendendo in considerazione i progressi, anziché i livelli di preparazione, lo studio di Bankitalia comunque per la prima volta cerca di individuare quanto la scelta di una determinata scuola possa influire sulla preparazione degli alunni.
Emergono così alcuni elementi che evidentemente incidono sul livello di apprendimento che la scuola offre agli alunni. Tra questi sicuramente l'avvicendarsi dei professori. «Un elevato turnover degli insegnanti, indice tanto di discontinuità nell'attività didattica quanto di scarsa motivazione all'insegnamento nella singola scuola, impatta negativamente sulla progressione degli apprendimenti», scrivono i ricercatori di Bankitalia». Un altro fattore è quello geografico perchè scuole del Mezzogiorno riportano «performance peggiori, in particolare nelle materie scientifiche».
Le scuole del sud mostrano un «divario ampio in tutte le materie» rispetto a quelle del nord, con picchi del 20 per cento di preparazione in meno. E nel passaggio dalla prima alla terza classe le scuole superiori del meridione perdono ulteriormente posizioni soprattutto in matematica e scienze. Al nord invece è proprio nelle materie scientifiche che si registrano i progressi maggiori nei primi tre anni di scuola.
«L'immagine dei diversi tipi di scuola» che viene restituita dal rapporto «è un pò diversa dal quadro abitualmente noto del sistema scolastico italiano». Ad esempio se è vero che nei licei gli studenti «presentano in media un livello più elevato di competenze» questo negli anni successivi resta vero soltanto per quanto riguarda le loro performace in italiano mentre nelle altre materie perdono il vantaggio rispetto agli istituti tecnici e professionali. Questo in sostanza rivela che le discrete prestazioni degli studenti dei licei dipendono più dal fatto che a queste scuole si iscrivono studenti provenienti da famiglie con livelli di istruzione già alti in partenza che non dall'effetto positivo degli insegnamenti o dei corsi di studio. Insomma la conferma che purtroppo spesso la scuola funziona soltanto per chi non ne ha bisogno.