I programmi cambiano rotta

Rassegna Stampa e News su Scuola, Università, Formazione, Reti e Nuove Tecnologie

I programmi cambiano rotta

Messaggiodi edscuola » 6 settembre 2010, 8:50

da Il Sole 24 ORE

I programmi cambiano rotta
Giovanni Scaminaci


PAGINA A CURA DI
Giovanni Scaminaci

Nel programma di geografia è stato inserito lo studio della navigazione satellitare mentre quello d'italiano si sofferma in modo ampio sui contenuti più tradizionali della lingua (grammatica, sintassi, ortografia), la cui padronanza è diventata ormai un miraggio per la maggioranza degli studenti italiani. Sembrano essere questi i due poli che delimitano l'ambito delle "Indicazioni nazionali per i nuovi licei": una ripresa forte della tradizione, che prevede anche di far esercitare gli alunni nella pratica del riassunto, da coniugare con lo studio delle conoscenze più recenti della contemporaneità, come l'uso del Gps.
Quest'anno le nuove Indicazioni nazionali si applicano solo nelle classi iniziali dei licei, mentre nelle classi successive si prosegue con lo studio dei vecchi programmi.
Non si parla più di "Programmi" ma di "Indicazioni nazionali" per i licei. Nell'introduzione alle Indicazioni si legge che una delle caratteristiche del documento sta nel fatto che sono stati evidenziati i «nuclei fondanti» delle discipline e sono stati stabiliti i «contenuti imprescindibili», individuando «il patrimonio culturale condiviso … che la scuola ha il compito di trasmettere alle nuove generazioni». In realtà i contenuti che sono stati giudicati imprescindibili sono tanto vasti, e spesso prescrittivi, da rendere impossibile anche la minima integrazione.
Per quanto riguarda la struttura del testo, alcune materie hanno lo stesso programma in tutti i percorsi liceali: è il caso di italiano, storia e geografia, filosofia, scienze motorie. Altre hanno programmi differenziati a seconda dei percorsi: il programma di latino del liceo classico è, per esempio, diverso da quello del liceo scientifico e delle scienze umane; un programma a parte è quello del liceo linguistico, dove il latino di studia solo due anni. Per ogni materia è descritto il profilo generale della stessa e le competenze. A tale descrizione fanno seguito gli obiettivi specifici di apprendimento. Questi sono organizzati per: primo biennio, secondo biennio, quinto anno. In alcuni casi sono individuati anche gli obiettivi specifici di apprendimento (Osa) annuali, in altri è affidato agli insegnanti il compito di distribuire il programma biennale in ciascun anno del biennio.
Lingue straniere
Secondo le nuove Indicazioni per i licei gli studenti debbono raggiungere, nella prima lingua straniera, di solito l'inglese, il livello B2 del quadro europeo di riferimento; nella seconda e terza lingua straniera ci si ferma al livello B1. Le Indicazioni nazionali dedicano molto spazio alla competenza linguistico-comunicativa, e in questo campo sono molto specifiche e precise: vengono elencate tutte le competenze da raggiungere nella comprensione e nella produzione di testi orali e scritti. La scelta di puntare molto sulla conoscenza della lingua è dovuta al fatto che è questo il campo dove gli studenti hanno maggiori difficoltà. Sono, invece, molto più "elastiche" nell'individuazione di ciò che gli alunni debbono studiare nel campo della "Cultura" relativa al Paese dove è utilizzata la lingua. Non c'è un'elencazione precisa degli argomenti di studio, dove è lasciato molto spazio all'autonomia del docente. Non è previsto lo studio dello sviluppo storico della letteratura. All'insegnante viene data l'indicazione di far studiare e contestualizzare testi letterari di epoche diverse e di approfondire «aspetti relativi alla cultura dei paesi in cui si parla la lingua con particolare riferimento agli ambiti di più immediato interesse di ciascun liceo (letterario, artistico, musicale, scientifico, sociale economico)».
Italiano
Nel programma di letteratura italiana è stata ripristinata la collocazione dello studio di Leopardi nella classe finale, dopo un primo tentativo di inserirlo nel programma del quarto anno. La decisione è stata giustificata dalla Commissione che ha redatto le Indicazioni con le «risonanze novecentesche della sua opera e, insieme, della complessità della sua posizione nella letteratura europea del XIX secolo». Anche per il resto, lo studio della letteratura prevede una periodizzazione abbastanza tradizionale. Nel primo biennio si studia: Iliade, Odissea, Tragedia attica, Eneide, Promessi sposi. Nel secondo biennio si studia la storia della letteratura dallo Stilnovo fino al Romanticismo. Il quinto anno si parte da Leopardi per arrivare fino a Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello. Allo studente deve essere assicurata la conoscenza del percorso storico della letteratura italiana dalle origini ai nostri giorni, mettendolo in condizione di cogliere l'incidenza dei vari autori sul linguaggio. Nel corso degli ultimi tre anni di tutti i percorsi liceali è prevista la lettura della Divina Commedia «nella misura di almeno 25 canti complessivi».
Nello studio della lingua c'è una ripresa della tradizione, che prevede anche di far esercitare gli alunni nella pratica del riassunto. L'obiettivo finale di mettere lo studente in condizione di padroneggiare la lingua e di esprimersi «con chiarezza e proprietà di linguaggio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'AUTONOMIA
Le scuole possono in parte modificare i piani di studio definiti a livello nazionale.
Nei licei la quota dei piani di studio rimessa alle singole scuole non è superiore al 20% nel primo biennio, al 30 % nel secondo biennio e al 20% nel quinto anno. Nei licei l'orario previsto dal piano di studio di ciascuna disciplina non può essere ridotto in maniera superiore a un terzo nell'arco dei 5 anni e non possono essere soppresse le discipline previste nell'ultimo anno di corso.
Diverso dall'autonomia è il concetto di flessibilità (anche se le prime bozze della riforma facevano confusione tra i due termini) che dai regolamenti dell'istruzione tecnica e professionale è definita come la possibilità per le scuole di «articolare in opzioni le aree di indirizzo». Nei licei non è prevista invece alcuna quota di flessibilità.
L'obiettivo della flessibilità è di consentire l'attivazione di insegnamenti in grado di soddisfare le «esigenze del territorio» e i «fabbisogni formativi espressi dal mondo del lavoro e delle professioni».
edscuola
Site Admin
 
Messaggi: 19822
Iscritto il: 3 ottobre 2007, 11:30

Torna a Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 28 ospiti