E' polemica sulla “scuola di guerra”

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E' polemica sulla “scuola di guerra”

Messaggiodi edscuola » 24 settembre 2010, 17:26

da Il Messaggero

E' polemica sulla “scuola di guerra”
I pedagogisti: niente armi in classe

Gelmini: «Si vuole distorcere il progetto»

ROMA (24 settembre) - A scuola con l'elmetto? Ben altre sono le priorità secondo i pedagogisti, che avvertono: la scuola non può prestarsi a esperimenti che non appaiono ispirati ai valori del dialogo come strumento di soluzione dei conflitti.

Il direttivo della Sird, la Società italiana di ricerca didattica, che raccoglie i docenti universitari dei settori della didattica e della ricerca educativa, riunito in occasione del Seminario nazionale sulla ricerca nelle Scuole di dottorato, condanna il progetto «Allenati per la vita», l'iniziativa della direzione scolastica regionale della Lombardia, con il sostegno dei ministeri dell'Istruzione e della Difesa, finalizzata ad allenare gli studenti familiarizzandoli all'uso delle armi. Un progetto contestato dall'opposizione che l'ha ribattezzato "scuola di guerra".

«Altre sono le priorità che emergono dalla ricerca educativa sulla scuola a partire dai livelli di competenza raggiunti dai nostri studenti, ai tassi di abbandono e di dispersione, ai problemi di integrazione e di bullismo, alla educazione alla cittadinanza, ai diritti umani e alla solidarietà e alla legalità. Per queste priorità assistiamo invece a una costante riduzione di risorse umane e finanziarie», dicono i pedagogisti della Sird.

«La scuola è un ambiente di importanza fondamentale e non può prestarsi a iniziative e esperimenti condotti senza un retroterra consolidato di competenze e di ricerca e che non appaiano ispirati dalle priorità e dai principi valoriali della Costituzione che propone il dialogo come strumento di soluzione dei conflitti».

Il ministero dell'Istruzione intanto ha rigettato, con una nota, le critiche piovute sul progetto: «Le polemiche nate dopo la firma del protocollo Allenati per la vita sono assolutamente infondate e finalizzate solo alla distorsione del progetto». Il protocollo, ricorda viale Trastevere, «non è stato firmato dai ministri Gelmini e La Russa, come erroneamente riportato da alcuni giornali. I ministri sono stati semplicemente invitati a partecipare ma non erano presenti né alla firma né alla cerimonia. L'attività, nata in maniera sperimentale cinque anni fa, è stata ufficializzata con il primo protocollo nel settembre 2007, sotto il governo di centrosinistra».

Nella nota del ministero c'è anche una descrizione del progetto: «È un' attività sportiva complessa e articolata che ha come primo obiettivo la conoscenza di se stessi, la capacità di lavorare in gruppo e di cooperare e l'acquisizione di competenze nei settori della protezione civile e del soccorso. Non è affatto finalizzata all'esaltazione della cultura militare, come riportano alcuni organi della stampa. Alla firma del protocollo infatti, erano presenti enti come la Croce Rossa e Associazioni di volontariato a vario livello, che poi parteciperanno alla realizzazione delle attività.

«Uno degli aspetti del progetto, e non il più importante, sono le prove di tiro con l'arco e con la carabina ad aria compressa. Non sono attività paragonabili a tecniche militari, bensì sono le stesse che si svolgono a livello olimpionico. Sono dunque da respingere tutte le interpretazioni finora avanzate, dettate solo dalla volontà di infangare un'iniziativa a cui aderiscono esclusivamente ragazzi e ragazze volontari, nell'ambito dell'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione».
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