Preoccupazione sindacale per i test italiano agli stranieri

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Preoccupazione sindacale per i test italiano agli stranieri

Messaggiodi edscuola » 20 dicembre 2010, 13:43

da tuttoscuola.com

Preoccupazione sindacale per i test di italiano agli stranieri

Come riportato nei giorni scorsi da Tuttoscuola.com, il Miur, con la pubblicazione delle note e dei decreti per i test di italiano, ha fatto partire la complessa macchina per consentire agli stranieri residenti da almeno cinque anni in Italia di acquisire la carta di soggiorno, un documento a carattere permanente ben più importante (e ambito) del semplice permesso di soggiorno.

Spetterà ai docenti dei CTP (centro territoriali per l’istruzione degli adulti) esaminare le competenze linguistiche degli stranieri mediante appositi test che accertino il livello A2 richiesto.

Sono comunque molti gli interrogativi ancora aperti su questa nuova procedura (in precedenza non era richiesto il superamento del test di lingua italiana per accedere alla carta di soggiorno).

Delle diverse incertezze che accompagnano l’avvio della nuove procedura d’esame, si fa carico la Flc-Cgil, a cominciare dalla quantificazione delle richieste che potrebbero interessare centinaia di migliaia di persone.

A fronte di ciò, il sindacato segnala che la stima dei costi fatta dall’Amministrazione che copre all’incirca 125.000 candidati al test, potrebbe rivelarsi fortemente sottodimensionata e ribadisce, quindi “con nettezza che le istituzioni scolastiche non possono finanziare con risorse proprie i costi relativi a questa operazione”.

Secondo la Flc-Cgil, il piano ministeriale prenderebbe in considerazione soltanto un aspetto delle procedure per accedere alla “carta”, le attività necessarie per lo svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana, “ma non si vede traccia di risorse finalizzate all'acquisizione dei livelli di istruzione per l’orientamento civico che rischia perciò di rimanere lettera morta”.

Secondo il sindacato l’impegno di docenti e di personale ATA per lo svolgimento delle prove “non può essere imposto, ma deve al contrario configurarsi come attività retribuita a cui il lavoratore liberamente si rende disponibile”.

E conclude: “il compenso orario previsto per i docenti si presenta inadeguato, in particolare andrebbe compensata maggiormente l’attività di somministrazione dei test”.

Inoltre è bene che la materia diventi oggetto di contrattazione di istituto nelle scuole sede di svolgimento dei test.
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