'La sveglia? Un aggeggio infernale'

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'La sveglia? Un aggeggio infernale'

Messaggiodi edscuola » 18 marzo 2011, 7:20

da Repubblica.it

"La sveglia? Un aggeggio infernale"
Quotidiane disavventure degli studenti

Si alzano sempre prima. Ma non è per nulla facile, soprattutto per chi è pendolare e deve prendere un autobus alle sette del mattino. Oltre quattrocento articoli dai ragazzi degli istituti iscritti al sito delle scuole di Repubblica. Enrico Sicolo da Bitonto e Andrea Cioli da Empoli i vincitori della sesta tappa del campionato
di FEDERICO PACE

Possono avere la forma di una mucca, l'aspetto di un omino o la moderna sinuosità di una navicella spaziale. Emettere un suono melodioso, avere la voce impostata di un conduttore radiofonico o trasmettere la canzone preferita. Le sveglie, questi marchingegni che sanciscono l'inizio della giornata di ciascuno di noi, possono fare quello che vogliono. Ma la simpatia dei ragazzi non l'avranno mai. Per loro sono il nemico numero uno. L'oggetto con il quale, ogni giorno, si vedono costretti a intraprendere una battaglia. Un combattimento in cui sanno di essere destinati alla sconfitta.

Ci si sveglia sempre più presto e il sonno sembra davvero difficile da scacciare. E poi, c'è pure il viaggio verso scuola. Spesso, più lungo che breve. Insistono su alcuni elementi gli oltre quattrocento articoli dei ragazzi delle scuole italiane pubblicati sulla nostra testata sul tema delle nuove abitudini degli italiani (http://scuola. repubblica. it/blog/2011/nuove-abitudini/dettaglio2/). I più disperati sono i pendolari. Quelli che per andare da casa a scuola devono fare anche più di venti chilometri. Si alzano alle sei o qualche minuto dopo. E svegliarsi a quell'ora non è facile per nessuno. Soprattutto per i più piccoli.

I due studenti che si sono distinti sono Enrico Sicolo 1 e Andrea Cioli 2. Enrico
studia alla scuola secondaria Anna De Rienzo di Bitonto, in provincia di Bari, e ha vinto nella categoria delle medie. Andrea, che ha vinto nella categoria delle superiori, arriva invece dal Liceo Scientifico il Pontormo di Empoli, in provincia di Firenze.
L'articolo di Enrico inizia così: "Quando Dante descrisse la porta che conduceva all'Inferno stava parlando della porta di casa mia; è precisamente la mattina presto verso le sette che inizia la 'vera disperazione'. Suona la sveglia, mille volte più spietata di Lucifero e noi, povere anime dannate, costrette ad affrontare un nuovo stressante giorno, ci disperiamo e ci lamentiamo di dover lasciare il letto". Questo invece l'incipit dell'articolo di Andrea: "Sentire, mentre sogni, la sveglia che suona. Aprire gli occhi e chiedersi: 'Chi me lo fa fare?' Scendere le scale, stile zombie. Cercare di non mandare a quel paese quei familiari che col sorrisino ti danno il 'buon giorno'. Preparare il latte che si brucerà perché magari sei a sedere con la testa appoggiata sul tavolo, agonizzante. Da sempre alzarsi dal letto la mattina presto è un trauma che si ripete tutti i giorni".

Poi ci sono le testimonianze dei pendolari. Quelli che sono chiamati a vere e proprie traversate prima di giungere alla, non troppo agognata, meta. "Per arrivare puntuali a scuola - scrive rosaluxemburg - bisogna seguire una tabella di marcia molto precisa, prepararsi nel minor tempo possibile e poi affrontare l'incubo di tutti i pendolari: la fermata del pullman. Qui si ritrovano tanti ragazzi come me, vessati e stanchi, che sperano che l'autobus almeno questa mattina sia puntuale".

La descrizione del risveglio di Olga55 sembra il resoconto essenziale di un medico: "Ore 6.00 di un giorno e di un mese qualunque. Escluse le domeniche, le festività e i tre mesi estivi, la mia sveglia prende puntualmente vita a quest'ora del mattino. Sarà che abito lontana da scuola e per non fare tardi devo per forza prendere l'autobus delle 7 e 08 o sarà che da eterna ritardataria non godo di una vita facile ma al mattino è necessario che io mi alzi alle sei e zero zero per sfruttare appieno tutti e sessanta i minuti a mia disposizione".

Il passaggio tra la notte e il giorno pare costellata di una serie di ostacoli. Foto50 li descrive così: "Una volta svegli bisogna uscire dal letto caldo per andare in mezzo al freddo e al disordine della propria stanza (e nella mia ce n'è parecchio!), alla ricerca di ciabatte e vestaglia per evitare il congelamento. Poi, la parte meno ardua: fare colazione. Finita quella, ricomincia il difficile, poiché si deve andare in bagno a lavarsi. Si entra asciutti e, nonostante dovevamo lavarci solo i denti e la faccia, usciamo con faccia, pigiama, capelli e mani completamente bagnati, mentre si congela per il freddo".

C'è poi il fatto che il risveglio, per quanto ci si prepari, ci sorprende sempre un poco. Giuliapa scrive: "Dopo un po' ti ritrovi, non sai come, in bagno, ti guardi allo specchio e non ti riconosci". Nettunoz racconta come: "quando suona la sveglia faccio sempre più fatica ad alzarmi e al mattino sbatto contro le pareti tanto ho sonno. Una volta sono andato a scuola con i pantaloni girati al contrario e una seconda volta sono uscito con la giacca di mio fratello e tutti i suoi documenti dentro le tasche".

Giadina96 si rimprovera di spesso cedere alla tentazione di tirare tardi. "Ogni mattina mi maledico per non essere andata a dormire presto la sera. E ogni giorno è la stessa storia, perché è tutto programmato a partire dalla sveglia appunto: scuola, pranzo, compiti, danza, ancora compiti, cena, un po' di televisione e poi crollo sul mio bramatissimo letto. La settimana è scandita da un preciso programma che viene ripetuto di settimana in settimana".

Tutti cercano di spegnerla, di gettarla via, di arrestare quel rumore insistente. Ma purtroppo, come si sintetizza Leone27 con una formula felicemente breve, la sveglia: "Rompe, ma non si rompe mai!". Stormy riflette sulle conseguenze fastidiose della routine: "E' curioso come la sveglia dopo un po' ci entri letteralmente in testa: anche quando nei giorni feriali o festivi si ha la fortunata possibilità di dormire un po' più a lungo, si finisce con lo svegliarsi sempre alla solita, traumatica ora."

Quali sono allora gli accorgimenti e i trucchi per ridurre almeno un poco il fastidio? Enocria così racconta il suo piccolo atto di ribellione: "Non ho un rapporto amichevole con la mia sveglia, tant'è che l'ho collocata in bagno e ho spostato dieci minuti avanti le lancette per ricordarmi che il pullman non aspetta certo che sua signoria finisca di guardarsi allo specchio".

Magnoliadicera pensa piuttosto al tipo di suoneria: "Il consiglio che posso darvi in qualità di Esperta in Polifonie Digitali (una laurea che ci si autoconferisce con l'esperienza): non utilizzare mai alle sei del mattino la vostra canzone preferita. La mia era Jenny Don't Be Hasty dello scozzese Paolo Nutini, e beh, avrete capito che purtroppo non lo è più."

Infine Punk97: "Secondo me, un metodo per porre fine a tutto questo è iniziare la scuola un po' più tardi, così avremmo modo di dormire di più. Purtroppo questo non succederà mai. Così non mi resta che sperare che tutta la settimana passi in fretta, per potermi concedere qualche ora in più di sonno nei fine settimana...".
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