Bollino di qualità ai «tecnici»

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Bollino di qualità ai «tecnici»

Messaggiodi edscuola » 9 maggio 2011, 7:53

da Il Sole 24 ORE

Bollino di qualità ai «tecnici»
Francesca Barbieri

Scarsi risultati nella lettura, nella matematica e nelle scienze: è la norma per oltre uno studente italiano su cinque (il 21%) all'età di 15 anni. Un gap formativo che porta il 19% dei giovani ad abbandonare la scuola prima del diploma. Performance tutt'altro che lusinghiere - appena pubblicate dalla Commissione Ue - che posizionano l'Italia nelle retrovie del ranking europeo dei sistemi educativi.
«La dispersione scolastica continua a essere un problema per un giovane su sette nell'Unione europea - ha commentato il Commissario per l'istruzione Androulla Vassiliou -: gli Stati devono intensificare gli sforzi per ridurre il fenomeno al di sotto del dieci per cento, per evitare 1,7 milioni di abbandoni scolastici». Sotto i riflettori di Bruxelles c'è la qualità dell'istruzione e formazione professionale: agli Stati è rivolto infatti l'invito a definire una propria strategia nazionale, presentando entro il prossimo 11 giugno un Piano per la qualità dell'istruzione professionale. A che punto siamo in Italia? «Nel nostro Paese - risponde Giorgio Allulli, responsabile del Reference Point per la qualità dell'Isfol - sono state intraprese diverse iniziative, sia a livello di sistema sia di struttura scolastica e formativa: non mancano esempi di eccellenza, ma un vero e proprio modello di garanzia della qualità va ancora costruito».
L'Isfol - allo scopo di raccogliere esempi di buone pratiche per la messa a punto del piano - ha effettuato una rilevazione sui "sistemi qualità" di quattro Paesi europei: Francia, Inghilterra, Olanda e Spagna. Due i modelli a confronto: quello centralizzato, tipico dell'area mediterranea (Francia), basato sul forte ruolo dell'amministrazione centrale, che determina in modo dettagliato le modalità di funzionamento degli istituti scolastici, e il modello decentrato, che si ritrova nei paesi di cultura anglosassone (Inghilterra e Paesi Bassi) e in Spagna.
In pole position tra i modelli da esportazione c'è quello francese, dove tra i punti di forza che, secondo l'Isfol, potrebbero trovare un terreno fertile anche in Italia, si distinguono il marchio di qualità Liceo dei mestieri rilasciato alle scuole tecniche e professionali che soddisfano criteri di qualità a livello nazionale (circa la metà delle 1.600 scuole d'oltralpe ha il bollino) e «Greta plus», marchio assegnato agli istituti scolastici (circa 50) che offrono interventi formativi rivolti agli adulti particolarmente virtuosi sotto il profilo della qualità dell'offerta.
Dall'Inghilterra, invece, emerge un sistema di assicurazione della qualità decentrato che si fonda su una rete di agenzie pubbliche indipendenti con compiti di monitoraggio, certificazione e valutazione del sistema di istruzione e formazione professionale. «L'indipendenza e l'autonomia degli organismi di controllo - osservano dall'Isfol - sono un modello anche per l'Italia, insieme alla diffusa integrazione tra la valutazione esterna e l'autovalutazione delle scuole inglesi».
Nella terra d'Albione, in assenza di marchi di qualità statali dell'offerta formativa, si registra una certa diffusione dei sistemi di certificazione internazionali Iso 9000 ed Efqm (European foundation of quality management). Stessa situazione in Spagna, dove i «bollini» di qualità sono adottati su base volontaria dalle scuole: qui il modello Efqm per l'eccellenza fa riferimento alla filosofia del miglioramento continuo delle performance. Dalla Spagna, secondo l'Isfol, la buona pratica da registrare è «il forte coinvolgimento delle parti sociali nella gestione della qualità della formazione».
Il sistema olandese, infine, presenta molte analogie con quello anglosassone, in primis per l'esistenza di un quadro di riferimento nazionale di supervisione delle scuole e anche per lo stretto legame tra valutazione esterna ed autovalutazione. Anche in Olanda sono diffusi i certificati di qualità adottati su base volontaria da istituti e centri di formazione professionale.

I numeri
GLI IMPREPARATI
È la quota di 15enni italiani con scarsi risultati nella lettura, nella matematica e nelle scienze
GLI ABBANDONI
È il tasso di dispersione scolastica in Italia. L'obiettivo Ue è un tasso inferiore al 10%
I DIPLOMATI
Quota di 22enni italiani che ha completato l'istruzione secondaria. Obiettivo Ue: 85%
Sistemi paralleli
Il sistema di istruzione e formazione professionale ruota attorno al ministero dell'Educazione che svolge
un ruolo centrale nella valutazione della qualità degli istituti. Tra i punti di forza si segnalano il marchio di qualità «Liceo dei mestieri» rilasciato ai licei tecnici e professionali che soddisfano criteri di qualità a livello nazionale e il marchio «Greta plus» rilasciato agli istituti scolastici che offrono interventi formativi rivolti agli adulti, particolarmente virtuosi sotto il profilo della qualità dell'offerta.
Prevale il sistema a "formazione concertata" basato sul forte coinvolgimento delle parti sociali nella programmazione e gestione degli interventi di formazione professionale e sulla stretta correlazione tra l'offerta formativa e la domanda delle aziende. La valutazione della qualità è ripartita tra Stato, Comunità autonome, autorità amministrative e scuole, supportate da una rete di agenzie regionali, che adottano un modello di valutazione che integra valutazione esterna e autovalutazione.
In Italia non mancano esempi anche di eccellenza, ma un vero e proprio sistema di garanzia della qualità va ancora costruito. Previsto un sistema di accreditamento regionale delle strutture formative, che si basa sulla definizione di livelli di qualità minima. I risultati della struttura formativa sono misurati in termini di: livelli di abbandono; successo formativo; tasso di occupazione; soddisfazione dell'utenza; livello del servizio orientativo; valutazione delle iniziative.
Centralizzazione e valorizzazione dell'autonomia scolastica si sposano nel modello olandese. Le aziende sono coinvolte attivamente nei progetti di alternanza tra scuola e lavoro tramite una procedura di accreditamento delle aziende presso strutture formative specializzate, che favorisce l'incontro tra domanda e offerta di formazione - assunzione. Previsto un sistema di autovalutazione delle scuole a cui si affiancano ispezioni e valutazioni esterni e indipendenti a opera dell'Ispettorato dell'istruzione.
In Inghilterra il sistema formativo è decentrato: i compiti sono divisi tra il Department for education centrale e le Leas, autorità scolastiche locali.
La qualità viene certificata da una rete di agenzie pubbliche indipendenti preposte a compiti di monitoraggio, certificazione e valutazione del sistema di istruzione e formazione professionale, che prevede l'integrazione tra la valutazione esterna e l'autovalutazione delle scuole inglesi.
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