Tecnici e professionali, danno lavoro ma perdono studenti

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Tecnici e professionali, danno lavoro ma perdono studenti

Messaggiodi edscuola » 6 giugno 2011, 19:46

da TMNews

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Isfol: nei licei +10mila l'anno, piace più istruzione terziaria
postato 36 min fa da TMNews

Roma, 6 giu. (TMNews) - Chi esce dagli istituti tecnici o professionale trova più facilmente lavoro, eppure le iscrizioni sono in calo. Lo dice l'Isfol secondo cui l'incremento di preferenze per il liceo, registrato nell'ultimo quinquennio, con oltre 10mila studenti l'anno "sottratti" a tecnici e professionali, non avrebbe riscontro nei recenti dati occupazionali legati alla spendibilità lavorativa del diploma di maturità. In parte, il motivo è che i liceali più spesso proseguono gli studi. Ma troppo poco verso discipline universitarie scientifiche, che pure garantirebbero un impiego.

Nel presentare uno studio nazionale, aggiornato al 2010, che anticipa un progetto di ricerca sui rendimenti dell'istruzione nel mercato del lavoro, oggi l''Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori' sostiene che "gli istituti tecnici e quelli professionali garantiscono, nella fascia di età compresa tra 20 e 29 anni, una maggiore occupabilità".

Per rafforzare questo concetto, l'Isfol ha messo a confronto gli ultimi dati Istat sul tasso di occupazione nazionale: i diplomati negli istituti tecnici sfiorano quota 70 e nei professionali si attestano quasi a 65. Mentre i maturati presso i licei classici e scientifici si collocano tra 55 e 60. E quelli che hanno conseguito il titolo negli artistici superano appena 50.

Malgrado questo, tra il 2004 ed il 2009 gli istituti tecnici hanno perso l'1,4 per cento ed i professionali l'1,1 per cento di studenti complessivi: si tratta di giovanissimi, in larghissima parte 14enni, quasi sempre confluiti nei vari corsi liceali italiani, i quali, infatti, nello stesso periodo hanno fatto registrare il passaggio dal 29,1 per cento al 31,4.

Per l'Isfol quello che oggi viene letto come un "minore tasso di occupazione", sul lungo periodo "prefigura un incremento della quota di studenti che, dopo il conseguimento del diploma, proseguono gli studi verso l'istruzione terziaria".

Il problema è che spesso, rivela sempre l'istituto di formazione dei lavoratori, anche a livello accademico le scelte non premiano "le discipline di tipo scientifico, per le quali in Italia si manifesta ancora una forte carenza".

Per l'Isfol si tratta di un problema non certo di poco conto, perché i laureati in materie scientifiche "ottengono buoni risultati sul piano dell'occupabilità. Le lauree umanistiche ottengono per contro i risultati peggiori: tradizioni culturali e valoriali umanistiche che caratterizzano il nostro Paese sembrano produrre un eccesso di offerta di laureati in possesso di laurea in lettere, arti e musica che portano - conclude l'istituto - ad una più difficile collocazione sul mercato rispetto ai laureati in discipline scientifiche".
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