Il prof: ''Ecco come educhiamo i ragazzi al risparmio''

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Il prof: ''Ecco come educhiamo i ragazzi al risparmio''

Messaggiodi edscuola » 7 settembre 2011, 15:55

da LASTAMPA.it

Il prof: "Ecco come educhiamo i ragazzi al risparmio"

MIRELLA SERRI

ROMA
Risparmiare! Risparmiare! La parola d’ordine echeggia oggi non solo nelle case ma pure tra le cattedre. «Anche noi professori ci stiamo mobilitando per aiutare gli allievi non solo a studiare ma anche a economizzare», osserva Cristiano Scagliarini, docente di latino e greco al liceo-ginnasio Giulio Cesare, uno degli istituti più noti e prestigiosi della capitale.

«In un primo momento abbiamo sperato nell’affermazione dell’e-book. Attualmente solo alcune parti dei libri di testo, quelle antologiche, ad esempio, possono essere scaricate da Internet. Questo, certamente, aiuta la schiena dei ragazzi che hanno zaini meno pesanti ma non solleva le famiglie dal peso dell’acquisto: di fatto l’arrivo dell’era digitale non ha quasi per nulla abbassato i prezzi di copertina dei volumi da noi adottati. Le case editrici ricorrono a tanti trucchi. Spacciano come edizioni nuove e aggiornate delle ristampe e costringono così gli studenti ad acquistarle. Toccherebbe a noi prof fare uno sforzo in più e abituare gli alunni a lavorare sul vecchio testo e mobilitarci per renderli più autonomi dal nostro insegnamento». Un caso? «“La ginestra” di Giacomo Leopardi può essere studiata sia sul testo da me consigliato che su una versione online. Ma il ragazzo ovviamente vuole avere lo stesso commento e le stesse note che io utilizzo e tutto questo complica non poco le cose».

Altri accorgimenti? «Noi docenti ci troviamo in grande difficoltà. Con i limiti imposti dal tetto di spesa del ministero ci troviamo magari a dover scegliere tra il testo di Omero e la storia della letteratura. Allora mettiamo il primo come lettura. Non di rado accade che arrivino genitori infuriati a protestare perché consigliamo libri troppo cari. Ma un’edizione dell’“Odissea” costa quanto un diario firmato, se non di meno».

Prova a spiegarlo? «Non sempre. Dipende dal ragazzo: per chi inizia la scuola è fondamentale affermarsi, essere un leader piuttosto che uno che non conta niente. Oggi la griffe rende uno studente più o meno popolare. Se è fragile lascio correre, se è un allievo con le spalle robuste gli faccio capire che un quadernone va bene anche se non ha in copertina la faccia di un eroe dei cartoons. Così lo educo al risparmio».
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