Addio ai professori immigrati si svuotano le cattedre del ..

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Addio ai professori immigrati si svuotano le cattedre del ..

Messaggiodi edscuola » 29 gennaio 2008, 0:32

da Repubblica.it

Migliaia di precari tornano nel Mezzogiorno, le cattedre restano vacanti
Dal Piemonte al Veneto presidi costretti a chiamare persino i laureandi

Addio ai professori immigrati si svuotano le cattedre del Nord
di SALVO INTRAVAIA

AAA supplenti cercasi. Per diverse scuole del Nord, negli ultimi mesi, la ricerca di un sostituto da mandare in classe è diventato un vero e proprio rompicapo. L'allarme lo lancia la Gilda degli insegnanti e trova conferma nella testimonianza di chi deve ogni giorno fare quadrare i conti con titolari e supplenti.
Il perché è presto detto. Con l'ultimo aggiornamento della scorsa primavera, migliaia di supplenti meridionali che nel recente passato hanno tentato la fortuna nelle regioni del Nord si sono decisi a rientrare a casa. Parecchi di loro hanno voluto evitare il rischio di essere inseriti in coda alla graduatoria dal prossimo aggiornamento: quello del 2009. Così le liste dei supplenti, al Nord, si sono sensibilmente assottigliate creando non pochi problemi alle scuole. Per coprire i buchi lasciati dagli insegnanti assenti per qualche settimana, in malattia o in maternità, le segreterie scolastiche devono fare i salti mortali. E, se sono fortunate, possono incaricare un supplente inserito nelle cosiddette graduatorie d'istituto o chiamare neolaureati fuori graduatoria. Le famiglie si lamentano ma la situazione sembra destinata a peggiorare e il prossimo anno potrebbero essere nominati anche laureandi.

In appena un anno, le liste dei supplenti delle regioni settentrionali hanno perso circa 10 mila docenti mentre in quelle del Sud ne contano 10 mila in più. La mappa del precariato della scuola conta, oggi, il 51 per cento dei precari nel Mezzogiorno e il 30 per cento al nord. "Per molte classi di concorso nelle regioni del settentrione d'Italia - dice Antonio Antonazzo, responsabile del precariato per la Gilda - le graduatorie di istituto sono già esaurite e il numero di docenti è insufficiente a coprire i posti esistenti". Una situazione che si verifica soprattutto in Piemonte e Lombardia dove le graduatorie "ad esaurimento" si sono alleggerite rispettivamente del 16 e 14 per cento. Ma anche in Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. "Siamo costretti ad assegnare supplenze di 2/3 ore settimanali a docenti neolaureati", spiega Giuseppe Ierardi, preside dell'istituto superiore Ernesto Guala di Bra, in provincia di Cuneo, che continua: "Il meccanismo per assegnare gli incarichi è farraginoso e spesso passano alcuni giorni per cercare un sostituto. Alla penuria di laureati in Matematica, per esempio, sopperiamo con gli ingegneri o i laureati in Economia".
Il fenomeno, sempre nelle regioni del Nord, sembra scandito non solo dalla penuria di aspiranti docenti, ma anche da un crescente disinteresse verso l'insegnamento. Dopo essersi inseriti in lista, infatti, molti precari rifiutano supplenze anche di alcuni mesi. Danila lavora nella segreteria della scuola media di Fossano (CN) ed è addetta proprio alla nomina dei supplenti. "In alcune materie - racconta - abbiamo difficoltà a nominare i supplenti. Quest'anno, abbiamo nominato un supplente di Francese per diverse settimane reclutandolo dalla terza fascia della graduatoria d'istituto".

Dove si iscrivono i neolaureati sprovvisti dell'abilitazione all'insegnamento. "La situazione, nei prossimi anni, probabilmente peggiorerà - dice Danila - perché in parecchi pur essendo iscritti in graduatoria rifiutano la supplenza perché troppo breve o in sede eccessivamente lontana dal luogo di residenza. I meridionali accettavano quasi sempre". Eppure in Italia trovare un supplente, in teoria, non dovrebbe essere troppo difficile. Oltre ai 240 mila precari in possesso di abilitazione e con diversi anni di lavoro alle spalle, le scuole possono contare sulle cosiddette graduatorie d'istituto dove può inserirsi anche chi non è in possesso di abilitazione. Un popolo formato da 460 mila aspiranti che, evidentemente, non basta a coprire le esigenze della scuola.
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