La scuola riapre con la stangata rincari di 60 euro a ..

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La scuola riapre con la stangata rincari di 60 euro a ..

Messaggiodi edscuola » 21 agosto 2008, 10:11

da Unità

La scuola riapre con la stangata rincari di 60 euro a studente
di Massimo Palladino / Roma

Dopo pane, pasta e latte, è in arrivo il caro-scuola. Secondo Federconsumatori gli aumenti oscilleranno attorno al 4% per i libri mentre per zaini, astucci e altro materiale i rialzi arriveranno al 7%. «Insieme ad altre associazioni di consumatori - anticipa Rosario Trefiletti presidente di Federconsumatori - stiamo preparando uno studio per denunciare la stangata che le famiglie italiane avranno con la ripresa dell’anno scolastico». Per acquistare i libri - spiegano dall’associazione - «si dovranno tirar fuori 28 euro in più rispetto ai 400 dello scorso anno. Per il corredo l’incremento è di 25 euro. A conti fatti, si tratta di 55-60 euro in più a studente». Avverte Trefiletti: «Alcuni testi si portano per più classi, ma intanto da alcuni segnali che arrivano al nostro osservatorio, notiamo che le indicazioni dell’ex ministro Fioroni sui tetti di spesa, potrebbero non essere rispettati. Invitiamo i docenti, nella loro autonomia, a tener conto di queste indicazioni quando dovranno scegliere i libri di testo. Quello che temiamo, è il ripetersi come ogni anno, di una certa situazione: quella delle “nuove edizioni furbe”. Una frase omessa, aggiunta o una nuova copertina e di quel libro non esiste la vecchia edizione. La famiglia dello studente è costretta così ad acquistare il testo nuovo». Strumenti per contrastare il caro-scuola ce ne sono. Ma mentre i mercatini dell’usato sono ormai una realtà, altre iniziative stentano a decollare. «Noi alcune proposte per calmierare i prezzi - dice Trefiletti - le abbiamo già presentate. Ma sia l’introduzione dei libri elettronici (stampabili grazie ad un semplice file), sia il noleggio dei testi, non trova tutti d’accordo».

Luigi Del Marro, responsabile nazionale di Federcartolai associata a Confcommercio e Carmine Lucciola di Confesercenti tengono però a precisare: «Si parla di stangata, ma i prezzi dei libri ci sono imposti dagli editori. Quanto agli altri prodotti, come cartelle e astucci, sono sei anni che, d’accordo con alcuni Enti locali, proponiamo un kit a 20 euro. L’iniziativa partita nel 2002 da Roma, la stiamo replicando in altre parti d’Italia. Noi garantiamo che i prodotti venduti dai nostri associati, siano di qualità, non scarti. Certo se poi cerchiamo la “griffe”, ovvero la firma allora il discorso si complica e i prezzi aumentano». L’ultimo accordo per alleggerire i “costi scuola” delle famiglie meno abbienti, è quello firmato dalla Provincia di Roma a fine luglio (vedi box, ndr). Anche in Emilia Romagna e in Lombardia si stanno preaparando percorsi simili che rischiano di essere però solo dei palliativi. Enrico Panini, segretario della Cgil Scuola avverte: «Il caro scuola? Una situazione inaccettabile che dimostra la mancanza di una politica sul diritto allo studio. Di fronte all’aumento dei costi dei libri, il governo sta decidendo di non mettere in atto nessun confronto vero con gli editori». Le proposte della Cgil Scuola vanno dagli incentivi sul comodato d’uso, una sorta di prestito, all’acquisto dei testi su Internet che andrebbe ad abbattere una serie di passaggi. Ma per Panini c’è in gioco qualcosa di più grande: «A fronte di questi rincari, il governo sta decurtando i fondi agli enti locali. Il risultato è la richiesta da parte delle scuole di più soldi, con i Comuni che chiamati in causa non sanno dove reperire le risorse tagliate. Pensiamo alle mense o agli scuolabus. Il mancato trasferimento dei fondi dal governo centrale all’ente locale, alla lunga mette in dubbio anche la stessa tenuta dei bilanci. Così nell’ immediato, l’unica soluzione è l’aumento della retta scolastica» che se va a incidere ulteriormente sulle spalle delle famiglie, dall’altra non risolve il problema della precarietà dei servizi. Molte volte sono le stesse scuole a chiedere direttamente alle famiglie un “obolo” per acquistare materiale da cancelleria. E non mancano episodi dove il servizio mensa non può essere garantito per un’intera classe a tempo pieno. «Tutto questo - conclude Panini - nelle regioni di centro destra come Lombardia e Sicilia, si coniuga con la chiara scelta di sostegno alle scuole private. Si sta tornando indietro, verso una selezione di classe. Del resto basta guardare che tipo di investimento sta facendo l’esecutivo di centrodestra sulla scuola del domani».
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