Sì al web e a una telefonata Cambia il compito in classe

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Sì al web e a una telefonata Cambia il compito in classe

Messaggiodi edscuola » 21 agosto 2008, 14:46

da Repubblica.it

L'esperimento in una scuola australiana: "Ormai il problema
non è copiare ma scegliere le fonti giuste"

"Sì al web e a una telefonata Cambia il compito in classe"
di MARCO STEFANINI


"Posso fare una telefonata a casa per chiedere un aiuto?" E' la domanda che capita di sentire in alcuni giochi televisivi e che, adesso, può essere rivolta dalle alunne di una scuola femminile di Sydney alla loro maestra. Il Presbyterian Ladies' College, infatti, permette alle proprie alunne di usare il cellulare durante i compiti in classe, e di potersi rivolgere ad un amico o un parente per risolvere un determinato test.

Non solo: si può persino fare ricorso a internet, alla ricerca della risposta giusta. Quello adottato dalla scuola australiana è un programma educativo sperimentale che, per adesso, interessa solamente le classi di inglese, e in particolare le alunne che sono al nono anno di studi. "Ma già entro la fine dell'anno potrebbe essere estero alle altre materie", promettono dalla scuola, che ospita circa 1300 allieve.

Una decisione che vuole ribaltare radicalmente la concezione che si ha, oggi, di chi ha copiato dal vicino di banco o ha usato qualche foglietto per trovare la risposta giusta. Così, mentre uno studio americano ha appena riabilitato i secchioni, sostenendo che "chi non copia ha più personalità", questo college incoraggia i suoi alunni ad utilizzare tutti i mezzi in loro possesso per risolvere un compito.

"Nella loro vita professionale - spiega Dierdre Coleman, l'insegnante di inglese responsabile del progetto - queste ragazze non si troveranno mai nella condizione di dover memorizzare troppi concetti. Quello che si troveranno a fare, è dover accedere rapidamente alle informazioni e selezionarle sulla base della loro autorevolezza".

Unica condizione posta dagli insegnanti di inglese all'utilizzo di internet è che si citi sempre la fonte da cui si è presa una determinata frase. "Penso che per preparare le nostre alunne al meglio al mondo adulto, sia arrivato il momento di cambiare il nostro approccio al concetto di 'copiare'", sottolinea ancora Coleman.

"Chiamare mio zio mi ha aiutato moltissimo, perché mi ha dato la possibilità di rivedere varie cose insieme. Dovevo svolgere un tema sulle Olimpiadi e mi sono fatta dare alcuni suggerimenti, che poi ho sviluppato per conto mio", dice la 15enne Annie Achie. "Non penso che equivalga a copiare - sostiene la studentessa Emily Waight - Non facciamo altro che cercare delle informazioni utili a rispondere in maniera più appropriata ai quesiti che ci vengono proposti".

Il preside della scuola, William McKeith, si è ispirato, nel prendere la decisione di introdurre questa novità, alla tesi di un consulente internazionale in materie educative, Marc Prensky. "I nostri bambini si trovano di fronte a situazioni analoghe in televisione. Oggi si può fare una telefonata a casa e vincere un milione di dollari - sostiene Prensky - Perché allora non si può usare il cellulare per un semplice test? Del resto è molto più importante saper trovare le giuste informazioni ed utilizzarle in maniera corretta, che memorizzarle tutte nella propria testa". Prensky propone anche di sostituire la definizione di "copiare" con una assai più elaborata: "Utilizzare gli strumenti a nostra disposizione per far sì che il mondo entri a far parte delle nostre conoscenze di base".
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