«Nel Lazio 10mila insegnanti senza lavoro»

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«Nel Lazio 10mila insegnanti senza lavoro»

Messaggiodi edscuola » 25 settembre 2008, 7:18

da Unità

«Nel Lazio 10mila insegnanti senza lavoro»
di Alessandro Ferrucci

L’ALITALIA IN BILICO, la sanità alle prese con il Piano di Rientro. I tagli alla scuola. E ancora: il precariato, le infrastrutture, l’industria, i rapporti con le altre sigle sindacali. A Claudio Di Berardino, eletto ieri Segretario della Cgil di Roma e Lazio al posto di Walter Schiavella (ora alla guida della Fillea nazionale, gli edili), si presenta un quadro articolato. Per usare un eufemismo. Preoccupato? «Ho con me una grande squadra» sorride.
Una squadra messa all’indice nella trattativa Alitalia...
«Nella vicenda ci hanno detto: o firmi o niente. Una trattativa non si riduce a questo, una trattativa ha bisogno di tempi, perché occorre ragionare sul merito, non si può solo scegliere il metodo. Il problema è che questo governo, come alcune realtà imprenditoriali, lascia intendere di mal sopportare il fatto che ci sia un sindacato che svolge il proprio mestiere. E poi ci sono dei numeri che impressionano»
Si parla di 3250 esuberi...
«Su questo punto dobbiamo fare chiarezza: se Cai, come viene detto nel piano industriale, riassumeva 12mila 500 lavoratori, per arrivare ai 20mila dipendenti attuali ne mancano 7-8mila. Per non parlare dell’indotto e di tutto quello che porta con se, compreso il turismo».
La situazione è particolare anche per quanto riguarda la sanità, la scuola, l’industria...
«Ci sono due momenti: il primo che arriva dalle politiche nazionali e l’altro da quelle territoriali. Noi siamo di fronte a manovre del governo contro le quali manifesteremo sabato: la sanità, le infrastrutture e la scuola, sono tutti settori in cui sono previsti solo tagli, senza mai parlare di processi riorganizzativi. Solo nel Lazio circa 10mila insegnanti perderanno il lavoro, mentre alcuni comuni non avranno proprio la scuola».
E per le infrastrutture?
«I provvedimenti del governo condanneranno il nostro territorio a restare sostanzialmente bloccato: i finanziamenti previsti coprono solo il 30% di tutto quello che era già stato previsto. Così aumenteranno solo le distanze tra Roma e le altre province».
Sulla sanità, a margine del direttivo, il Segretario Generale della Cgil Guglielmo Epifani, ha chiesto conto al governo dei 5 miliardi di debito verso la Regione Lazio. Secondo lei, quanto c’è di politico in questo mancato «versamento»...
«Sembrerebbe ci sia anche questo aspetto. Ma quello che capisco è come si possa credere di affrontare la questione sanità attraverso dei soli tagli, senza pensare a come mantenere i servizi. Ci vorrebbero dei tempi più lunghi sempre senza perdere d’occhio il risanamento. Detto questo va chiarito come mai il Governo non sblocca queste risorse, che non solo colpiscono la sanità ma anche le politiche di sviluppo».
Quindi conferma anche i vostri contrasti con Marrazzo...
«Abbiamo aperto un tavolo di confronto in cui abbiamo detto che bisogna discutere i provvedimenti che sono stati già adottati. Noi ci andiamo convinti che si possa attuare il processo di riorganizzazione. È chiaro che se la discussione non dovesse portare alcun risultato, noi non potremmo restare fermi. E ne parleremo con Cisl e Uil»
Con le altre confederazioni c’è un momento di crisi dovuto ad Alitalia?
«Ci sono iniziative comuni. Noi continuiamo a lavorare sul merito delle cose e a cercare la convergenza».
Su cosa baserà il suo mandato?
«Su un lavoro di squadra, che sappia tenere insieme le categorie, le Camere del Lavoro e del territorio. Abbiamo bisogno di uno sviluppo policentrico che guardi alle province, ma anche a Roma. Penso alle stesse periferie, dove il problema, al di la dei nomadi, è capire come si svilupperà la politica sulla mobilità, quali saranno i programmi di inclusione sociale, quali le infrastrutture. E poi la scuola. C’è bisogno di portare avanti un lavoro condiviso, perché alla base ci deve essere la partecipazione, con il sindacato presente nel territorio. Se facciano questo, l’intera società ne trarrà beneficio».
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