Le proteste e la verità sulla riforma...

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Le proteste e la verità sulla riforma...

Messaggiodi edscuola » 11 novembre 2008, 7:25

da TUTTOSCUOLA

L'opinione di Mario Pirani sulle polemiche sulla scuola

Le proteste e la verità sulla riforma...


In un ampio articolo pubblicato sulla prima pagina di Repubblica il 10 novembre (La scuola, le proteste e la verità sulla riforma), Mario Pirani critica con equilibrio e riferimenti storici dotti e precisi la pochezza di maggioranza ("Berlusconi ha inteso l'invito al confronto - espresso dal Capo dello Stato, NdR - come un incentivo alla minaccia poliziesca") e opposizione ("Veltroni ha preferito la deriva populista di facile presa ma scarsa prospettiva, ribadendo un no preclusivo a tutti i tagli e annunciando un discutibilissimo referendum anti-Gelmini, peraltro improponibile in materia finanziaria") nell'affrontare il tema dell'istruzione.

E afferma: "Per contro era possibile avanzare contro proposte convincenti sia sul maestro unico e sugli sprechi, elencati voce per voce in un dossier di «Tuttoscuola», l´ottima agenzia indipendente che su Internet monitorizza quotidianamente la vita scolastica".

Il riferimento è al nostro dossier denominato Risparmi e qualità - La sfida della scuola italiana, in cui si avanzano proposte concrete per una riforma della scuola che riconosca le esigenze del rigore finanziario, senza però intaccare la qualità dei servizi offerti.

L'editorialista de La Repubblica, muovendo anch'egli dalla necessità di un'analisi obiettiva che parta dai dati e dai fatti reali, sottolinea gli elementi di continuità tra "l'impianto globale" del decreto Gelmini e "il solco della correzione di rotta già impresso da Fioroni e Bastico, ministro e viceministro del governo Prodi, per riportare serietà negli studi"; qualifica l'articolo sul maestro unico come una riduzione del tempo-scuola della primaria a 24 ore settimanali; critica la cristallizzazione del tempo pieno, la cui distribuzione è diseguale sul territorio italiano, e che finirà col penalizzare le "madri meridionali, che (...) per il 62% sono fuori del mercato del lavoro"; e invoca l'abolizione del quinto anno delle superiori, per "permettere ai giovani italiani di ottenere il diploma a17 anni, come francesi, tedeschi e inglesi, invece di restare nei banchi fino a 18 e avviarsi al lavoro o alle Università a 19".
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