Prof senza titoli nelle scuole private

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Prof senza titoli nelle scuole private

Messaggiodi edscuola » 4 aprile 2009, 17:12

da Repubblica.it

"Prof senza titoli nelle scuole private"
E spuntano anche straordinari in nero

E' il quadro allarmante dell’impiego nelle scuole paritarie lombarde che emerge dal “libro bianco” raccolto da Uil Scuola. Decine di segnalazioni che hanno convinto la direzione scolastica regionale ad aprire un’indagine
di Franco Vanni

Straordinari pagati in nero, orari di lavoro fuori controllo, migliaia di insegnanti in cattedra senza avere mai vinto un concorso e senza avere l’abilitazione del ministero. Questo il quadro allarmante dell’impiego nelle scuole paritarie lombarde che emerge dal “libro bianco” raccolto da Uil Scuola. Decine di segnalazioni che hanno convinto la Direzione scolastica regionale ad aprire un’indagine ampia per vederci chiaro: con una circolare si chiede a tutti i 2.532 istituti paritari della regione di dichiarare numero e posizione contrattuale dei propri docenti.

«Gli istituti in cui dovessero essere dimostrate gravi violazioni delle regole dice Pasquale Del Giudice, responsabile delle scuole non statali della Direzione rischiano di perdere la parità». Vale a dire: la revoca dei fondi statali e della possibilità di fare esami, se non si mettono in regola entro 30 giorni. Il dossier del sindacato mette in fila casi con indirizzi, nomi e cognomi. In una materna milanese, ad esempio, solo 3 dei 40 insegnanti avrebbero l’a bilitazione del ministero. In diverse elementari, sempre in città, gli insegnanti denunciano di lavorare anche 45 ore a settimana contro le 35 previste dal contratto. E la differenza sarebbe tutta extrafisco.

«Per la prima volta dice Carlo Giuffrè, segretario regionale di Uil scuola abbiamo sollevato il coperchio su una situazione scandalosa che si trascina da anni». La Direzione scolastica rimanda ogni giudizio alla conclusione del censimento prevista per il 15 maggio. «Se i casi simili a quelli segnalati dai sindacati dovessero essere diffusi dice Del Giudice sarebbe necessario l’intervento dell’I spettorato del lavoro. Noi non abbiamo altro strumento se non la revoca della parità». Di fronte all’indagine, le associazioni delle scuole non statali rispondono con toni diversi.

Padre Francesco Ialpo, presidente di Fidae Lombardia, che rappresenta le scuole cattoliche, invita i suoi associati «al rispetto assoluto dei contratti». Quanto ai casi limite delle scuole con meno di un decimo dei docenti in regola, li giudica «scandalosi, ma si spera non diffusi». Stefano Portioli, presidente provinciale di Agesc, che riunisce i genitori delle scuole cattoliche, spiega: «Se ci sono tanti docenti non abilitati è perché chi vince i concorsi preferisce insegnare come supplente nella scuola pubblica piuttosto che scegliere la paritaria. Per questo, a settembre, i presidi degli istituti non statali devono chiamare laureati senza titolo per non lasciare sguarnite le classi. Oppure supplenti in grande quantità». Una spiegazione ragionevole, ma contraria alla legge.

Il contratto del ministero con le scuole paritarie vieta l’i nsegnamento ai non abilitati. A quei laureati, cioè, che non hanno vinto concorsi e non hanno concluso un corso di abilitazione riconosciuto. E la stessa legge fissa la quota massima di supplenti al 25 per cento sul totale dei docenti, un tetto che secondo la ricerca di Uil viene sfondato regolarmente. Chi proprio non ci sta al censimento è invece la Fism, l’associazione delle scuole materne paritarie. Il presidente lombardo dell’associazione, Martino Massoli, se la prende con il sindacato: «L’attacco che ci viene rivolto è ingiustificato dice si vuole solo danneggiare un sistema che, grazie alla qualità dell’insegnamento, aumenta il numero di studenti molto più di quello statale».
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