Quando il professore impazzisce

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Quando il professore impazzisce

Messaggiodi edscuola » 14 novembre 2007, 7:30

da ItaliaOggi

Stressati e in preda ad attacchi di panico,
una ricerca fa la radiografia dei mali della categoria

Quando il professore impazzisce

Circa la metà dei docenti inidonei lo è per motivi psichiatrici

Disagio mentale, è il male più diffuso tra gli insegnanti. Sono stressati. Frustrati. In preda ad attacchi di panico. E sempre più spesso ricorrono all'uso di psicofarmaci. Tanto che il 49,2% dei docenti che chiede l'inidoneità all'insegnamento lo fa per motivi psichiatrici e non fisici: il doppio degli impiegati, due volte e mezzo le richieste del personale sanitario, il triplo di operai e manovali. Un'emergenza documentata da una ricerca di Vittorio Lodolo D'Oria, componente del collegio medico per l'inabilità al lavoro della Asl di Milano e pioniere degli studi sul disagio mentale (Dmp) degli insegnati. I risultati, che saranno presentati oggi a Milano nel corso di un convegno organizzato dall'Associazione nazionale presidi, tengono conto delle richieste pervenute all'Azienda sanitaria negli ultimi anni. Se le proiezioni a livello nazionale fossero le stesse, circa 2.500 insegnanti sugli oltre 5 mila inidonei, dunque, soffrirebbero di malattie psichiatriche. La fatica di insegnare, emerge dai dati, si trasforma in disagio psicologico e patologia psichiatrica. Una questione, quella dell'usura psicofisica dei docenti, a lungo sottaciuta. Maestre e professori affaticati fisicamente ed emotivamente, apatici, con stati d'ansia e malattie psicosomatiche che perdono il controllo dei propri istinti. Un problema dalle cause non precisate. Il confronto con altre categorie professionali è chiaro. E non è finita. Il 54% dei docenti ritiene di aver vissuto almeno in parte i sintomi associati alla sindrome. Il 16% ha fatto ricorso a farmaci ansiolitici, ipnotici, antidepressivi, spesso associati al bere e al fumare.

Docenti soli davanti al proprio disagio. Istituzioni, presidi, medici di base, infatti, non sanno come indirizzarli. Secondo i dati raccolti da Lodolo D'Oria, lo scorso anno sulla gestione del Dmp da parte dei dirigenti scolastici del Nordest d'Italia (Disagio Mentale Professionale pubblicato sul sito www.fondazioneiard.org nella sezione Scuola e Sanità), solo un preside su cinque segue precise linee. Questo spiega il boom di iscrizioni dei dirigenti scolastici ai seminari. Anche perché, per legge, i presidi devono tutelare la salute psicofisica dei docenti e l'incolumità degli studenti.

«Un compito che», afferma Massimo Spinelli, presidente dell'Anp Lombardia, «richiede conoscenza dei rischi professionali e dimestichezza con gli strumenti per affrontarli». La classe dirigente della scuola è sensibile al tema, sostiene D'Oria, «ma il problema continua a essere sottovalutato. Anche il recente allarme suicidi tra gli insegnanti francesi», prosegue, «è passato sotto silenzio». Ministeri dell'istruzione, della salute e del lavoro non hanno dati ufficiali sul tema.
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