Napoli, truffe per ottenere la cattedra: indagati in 39

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Napoli, truffe per ottenere la cattedra: indagati in 39

Messaggiodi edscuola » 9 agosto 2009, 9:34

da Il Messaggero

Napoli, truffe per ottenere la cattedra: indagati 39 insegnanti

Prove mai sostenute, curriculum alterati per scalare graduatorie
Nel mirino il corso di abilitazione del Provveditorato
di Leandro Del Gaudio

NAPOLI (8 agosto) - C’è chi ha dichiarato di aver conseguito un diploma post laurea in Inghilterra, chi sostiene di aver svolto uno stage negli Stati Uniti. Chi racconta di aver fatto corsi di recupero per tossicodipendenti e chi addirittura infila nel proprio curriculum un attestato di frequentazione per corsi di lettura multimediale. Non solo stravaganze, però, a leggere l’ultimo atto di accusa a carico di professori e aspiranti tali.

Chiusa dopo due anni l’inchiesta sulla partecipazione ai corsi di abilitazione, sono trentanove i prof indagati. Rispondono di truffa e falso e a partire da lunedì mattina potranno recarsi in Procura, dal pm Valter Brunetti per raccontare la propria versione difensiva. Tocca ora a loro convincere il pm sulla correttezza della propria condotta e scongiurare una probabile richiesta di processo al giudice per le indagini preliminari. Una vicenda figlia della grande fame di cattedre per insegnanti - a leggere gli atti del pool mani pulite guidato dall’aggiunto Francesco Greco - che sposta i riflettori sul primo corso abilitante organizzato dal Provveditorato agli studi in Campania.

Duemila partecipanti, una mole di certificati e attestati che nelle intenzioni del ministero servono a fare punteggio e far scalare una graduatoria verso l’agognata cattedra. Duemila partecipanti, tanti profili professionali, sul tavolo del provveditore arriva di tutto. E c’è chi al di là di corsi posticci o mai frequentati attesta anche di aver fatto supplenze e ore di insegnamento in scuole di Napoli e Campania. In realtà, per alcune decine di posizioni quelle ore di lavoro in scuole private non sono mai state svolte in concreto. Una vicenda che ha un preciso atto di nascita: siamo ad ottobre del 2007 e davanti alla polizia giudiziaria si accomoda Paola Perrotta, direttrice dell’ufficio reclutante scuole di primo e secondo grado. Sua la prima testimonianza acquisita dal pm. Poi verrà quella di Giuseppe De Filippis, altro dirigente che ascoltato dalla pg, dopo essersi accorto di una serie di irregolarità finite sotto il cono d’ombra della Procura.

L’inchiesta può partire. Gli inquirenti prendono le mosse dal decreto ministeriale 85/2005, quello che istituisce il corso abilitante e si compie uno screening accurato su tutto il materiale acquisito agli atti. La svolta arriva pochi giorni fa, quando la Procura decide di chiudere formalmente l’inchiesta, indirizzando un atto che in genere fa trasparire la volontà del pm di chiedere l’apertura del processo. Una vicenda che si è svolta nella piena collaborazione tra militari della Guardia di Finanza (indaga il comando provinciale del generale Giovanni Mainolfi) e i vertici della direzione scolastica regionale. Un’inchiesta condotta in modo parallelo a un altro procedimento giudiziario che ha riguardato gli accessi alle graduatorie per l’insegnamento. Una vicenda condotta dal pm Giancarlo Novelli - stesso nucleo di pg - in cui non c’entrano carte false o finte certificazioni.

Qui il trucco avrebbe riguardato presunte manipolazioni informatiche, con vere e proprie incursioni al centro elaborazione dati di via Ponte della Maddalena. Bastava la parola chiave - complice qualche dipendente infedele - per scalare a lunga gittata la classifica verso un posto fisso: una sessantina d’indagati, un «sistema» finora ipotizzato dagli inquirenti, nel corso di una vicenda già formalmente conclusa, che attende la valutazione di un giudice.
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