APEF: Chi ha paura del merito?

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APEF: Chi ha paura del merito?

Messaggiodi edscuola » 8 giugno 2012, 12:18

Chi ha paura del merito?

Ci sembra francamente esagerato lo schieramento di un armamentario ideologico che pensavamo ormai sepolto, a fronte delle intenzioni del Ministro Profumo di porre nuovamente, (perché questa procedura era presente fino al 2007....) all’attenzione delle scuole, ma soprattutto degli studenti, la questione del merito scolastico.
Il Ministro ha scritto una apprezzabile e meditata lettera in risposta alle critiche dei sindacati, i primi a pronunciarsi, a cui sono seguite le prese di posizione di partiti e “pensatoi” di riferimento, confermando, ove ce ne fosse ancora bisogno, l’inversione di quella cinghia di trasmissione che fa oggi del sindacato, nel vuoto programmatico e di idee della politica, quello che detta la linea ai partiti.
Profumo parla opportunamente di “un antagonismo ideologico tra equità e merito che non ha più ragion d’essere nel mondo globalizzato di oggi e si rivela sempre più una scelta di classe a favore dei ricchi, indipendentemente dal loro merito e dall’apporto che sapranno portare all’intero paese”.
Le persone di scuola sanno come questa prassi del premiare lo studente che otteneva la votazione più alta agli esami di stato, dopo che dal 2008 venne abolito il “premio” in danaro, sia stata, in molti casi, mantenuta per volontà delle stesse Scuole che, attraverso i Consigli d’istituto, hanno premiato gli allievi più meritevoli in varie forme: libri, buoni per attività culturali, somme in danaro.
Evidentemente la Scuola, legittimata nella sua funzione educativa, ritiene che sostenere un riconoscimento del merito, contribuisca a radicare nei ragazzi un elemento positivo in termini valoriali, di esempio e anche di stimolo ad una sana competizione.
Coloro che spendono tante energie per far credere che tutto ciò sia alternativo e/o incompatibile con il principio del no child left behind, cioè che la scuola che riconosce il merito lasci indietro tutti gli altri (quale sarebbe poi il nesso logico?), sono gli stessi però a cui è indifferente il fatto che il nostro sistema d’istruzione non è equo, in quanto non ha un’offerta formativa omogenea sul territorio nazionale, come dimostrano le indagini valutative nazionali e internazionali. Infatti, si oppongono anche ad una valutazione su scala nazionale che porta a migliorare il sistema per offrire le stesse opportunità a tutti.
E tra questi “tutti” certamente non sarebbero i più abbienti a trarne vantaggio.
“La scuola è aperta a tutti...I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto a raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso” (art.34 Carta C.)
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