ADI: La misura è colma. Annullato concorso DS in Lombardia

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ADI: La misura è colma. Annullato concorso DS in Lombardia

Messaggiodi edscuola » 28 luglio 2012, 8:32

La misura è colma. Annullato il concorso a DS in Lombardia
Si difenda il concorso al Consiglio di Stato, ma insieme si avvii un’indagine amministrativa e si rifletta su come superare queste modalità concorsuali

In Lombardia, il TAR ha annullato il concorso a Dirigente Scolastico.
Le ripetute responsabilità dell’Amministrazione in questo concorso e i danni causati alla scuola e alle persone sono sotto gli occhi di tutti.
E’ l’Amministrazione che pastura i ricorsi, ma le questioni attinenti ai concorsi non possono nascere e concludersi nelle aule dei tribunali.
L’ADi chiede che si avvii un’immediata indagine amministrativa su tutte le fasi concorsuali, poiché, come abbiamo ripetutamente e insistentemente segnalato, sono state gestite con incompetenza, superficialità e arbitrarietà. L’ADi ritiene, alla luce di tutti gli elementi raccolti, che ci siano gli estremi perché siano assunti alcuni provvedimenti esemplari a vari livelli di responsabilità. Tale indagine dovrebbe servire anche ad avviare immediate riflessioni su come modificare profondamente la gestione dei concorsi sia dei dirigenti sia dei docenti di imminente emanazione.
Ciò premesso, ora occorre salvare il salvabile, non alimentare ulteriore caos e frustrazioni e garantire, ovunque sia possibile, la nomina dei vincitori. L’Amministrazione difenda il concorso davanti al Consiglio di Stato.
Il motivo dell’annullamento
La questione su cui il TAR della Lombardia è intervenuto, annullando in via definitiva le due prove scritte del concorso, riguarda una questione sostanziale: la garanzia dell’anonimato.
Il TAR ha rilevato che:
“dall’esame svolto, è emerso nitidamente che il contenuto del cartoncino, contenente i dati anagrafici dei candidati, risulta agevolmente leggibile ”
E’ possibile che non si abbia attenzione nemmeno a queste questioni basilari?
L’Amministrazione ha acquistato in blocco buste senza fodera per risparmiare! Il rischio comunque che la questione si propaghi a macchia d’olio in altre Regioni pare scongiurato: il TAR dell’Emilia Romagna ha respinto un ricorso simile. Che dire, o i giudici in Emilia Romagna sono orbi o quelli lombardi hanno un numero di diottrie superiore alla norma …
La questione secolare della garanzia dell’anonimato a salvaguardia del criterio del merito
Il problema della garanzia dell’anonimato non nasce certo oggi. A concepirla furono i cinesi della tarda epoca Ming (1368-1644), come ci viene riferito dal missionario gesuita Matteo Ricci, che descrisse in dettaglio, con ammirazione, la procedura degli esami dell’amministrazione imperiale, di cui fu testimone (Ricci, Entrata nella Cina…, 1612).
Il sistema fu poi adottato nei collegi gesuitici. Ma non solo: queste procedure e il principio del merito che le suggerivano, ispirarono la filosofia illuministica (Diderot e Voltaire erano stati allievi dei Gesuiti), perché corrispondeva meglio, insieme alla gratuità, al principio di eguaglianza. La prova della straordinaria importanza del merito, di cui l’anonimato dei compiti era garanzia, sta nel fatto che esso campeggia nell’articolo 6 della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789:
“… Tutti i cittadini (…) sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici secondo le loro capacità, e senza altra distinzione che quella della loro virtù e dei loro talenti”.
Ancora oggi le prove scritte degli esami pubblici in Francia (compresi quelli di maturità) rispettano non solo l’anonimato, ma sono corretti da colleghi diversi dai membri della commissione.
Che dire? I nostri apparati e la nostra cultura dominante sono fermi a molto prima della rivoluzione francese, a un’epoca pre-Ming.
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