Manifestazione precari del 15, si allarga rosa adesioni

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Manifestazione precari del 15, si allarga rosa adesioni

Messaggiodi edscuola » 13 luglio 2009, 11:06

da APCom

Scuola; Manifestazione precari del 15, si allarga rosa adesioni

Con i prof a Montecitorio diversi partiti, sindacati e movimenti
Roma, 13 lug. (Apcom) - Si sta allargando oltre le aspettative il numero di adesioni alla manifestazione promossa dai Comitati dei precari della scuola che si terrà il 15 luglio, davanti a Montecitorio. Negli ultimi giorni alla protesta contro i tagli agli organici, che già dal settembre produrranno la mancata conferma di 16.000 docenti ed Ata, e la legge 133/08, che ha introdotto le riforme dei cicli scolastici, si sono uniti diversi schieramenti trasformando la manifestazione in un appuntamento sempre più trasversale. Mercoledì mattina sono attesi infatti molti politici, sindacati, associazioni di categoria. Un movimento che si annuncia molto più vasto di quello che esattamente un anno fa si ritrovà nella stessa piazza per dire no al decreto legge, poi approvato, che prevedeva i drastici cambiamenti voluti dal Governo sul fronte dell'istruzione pubblica. Dopodomani davanti al parlamento i docenti supplenti ed il personale Ata non di ruolo, proveniente da tutta Italia, verranno affiancati da diversi partiti politici del centro-sinistra, anche extra-parlamentare: dopo il sostegno immediato ricevuto dai parlamentari del Partito democratico, con in testa l'ex ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ed il suo sottosegretario Mariangela Bastico, hanno assicurato la loro presenza i vertici dell'Italia dei valori, di Sinistra e libertà e Rifondazione comunista. Ma è forse a livello sindacale che si è creata un'unità di intenti sino a qualche giorno fa inaspettata: al sostegno iniziale di Cobas e Flc-Cgil, negli ultimi giorni si sono aggiunti quelli di Gilda e Cisl Scuola. Una decisione giunta probabilmente a seguito della conferma da parte del Miur di tagliare anche i 5.000, su 42.000 complessivi, posti inizialmente messi in stand by; oltre che per il silenzio delle istituzioni sulle 20.000 immissioni in ruolo previste per il prossimo anno scolastico. Con la miriade di comitati, coordinamenti, movimenti, forum e reti dei precari, la manifestazione del 15 luglio sarà sostenuta anche da rappresentanti di diverse organizzazioni e associazioni che si occupano di istruzione crescita dei giovani: come il Movimento di cooperazione educativa e il Comitato dei genitori democratici. Ci sarà anche il Cidi, il Centro iniziativa democratica insegnanti, secondo cui "la condizione di precarietà di chi insegna ne mortifica l'impegno, ne avvilisce il desiderio di riqualificazione in servizio, priva gli alunni e le famiglie di certezze e non garantisce la continuità didattica". "Oggi purtroppo - continuano dal Cidi - diciamo che la politica cieca di questo governo ha messo tutta la scuola in una condizione di indefinita precarietà, con conseguenze gravi sullo sviluppo produttivo, culturale e democratico del Paese". L'obiettivo dei manifestanti è prioritariamente quello di bloccare il piano di tagli triennale agli organici della scuola (circa 130.000 posti): l'abbattimento di posti, sia come insegnante sia come Ata, verrà infatti attutito solo dai pensionamenti (quest'anno 41.000). Ma una parte di questi saranno detinati al personale di ruolo sovrannumerario. Il resto dei posti tagliati si tradurrà in mancate conferme per i supplenti, tra cui non mancano docenti, assistenti e collaboratori scolastici con dieci-quindici anni di precariato alle spalle. Personale che, anche alle soglie dei cinquant'anni, si vede espulso dalla scuola e con scarse alternative di lavoro. Se è improbabile che il governo blocchi il piano di ridimensionamento degli organici (che entro tre anni farà risparmiare allo Stato circa 8 miliardi di euro) appare più plausibile, piuttosto, che la protesta induca il Mef a concedere l'autorizzazione al ministero dell'Istruzione per procedere all'assunzione di 20.000 unità di personale: un'azione che non risolverà di certo il problema (in lista di attesa ce ne sono almeno altri 300.000), ma che avrebbe almeno l'effetto di calmare la piazza.
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