FoRAGS FoPAGS Veneto: DL 137/08

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FoRAGS FoPAGS Veneto: DL 137/08

Messaggiodi edscuola » 29 ottobre 2008, 8:48

FoRAGS-VENETO
(Forum Regionale delle Associazioni dei Genitori-Scuola)
c/o U.S.R. Veneto – Riva de Biasio S.Croce 1299 - 30135 Venezia
www.istruzioneveneto.it
Coordinatore: Fabrizio Azzolini

DOCUMENTO

I genitori rappresentanti delle Associazioni Genitori nella Scuola (A.Ge., AGESC, CGD) presenti nel Forum Regionale e nei Forum Provinciali, riuniti presso l'Ufficio Scolastico Regionale del
Veneto, hanno espresso il desiderio di condividere riflessioni in merito ai nuovi provvedimenti in atto nella scuola.

Considerano che i provvedimenti già varati dal Decreto Legge n. 137 e gli intendimenti annunciati dal Governo per la scuola italiana sono, di fatto, una "riforma" tout court del sistema scolastico: il voto di condotta, la valutazione espressa in numero decimale, l'insegnamento dell'educazione civica, il ritorno al "maestro unico", la laurea abilitante per l'insegnamento, la riduzione del monte-ore scolastico sono infatti argomenti che incidono profondamente in ambito scolastico, nell'autonomia, nella didattica, negli ordinamenti, ma anche nei rapporti scuola-utenza.
Per questo motivo ritengono che la loro attuazione non possa darsi in assenza di un reale coinvolgimento sia del Parlamento, sia degli insegnanti, degli studenti, dei genitori.
Poiché il futuro di un paese, sia in ordine alla coesione sociale che allo sviluppo economico, è proporzionato alla qualità dei processi educativi e dipende dall'evoluzione del sistema formativo e
scolastico, nessuna riforma può essere affrettata, nessuna riforma può prescindere da una visione di sistema, che ponga le fondamenta per successivi sviluppi.

I genitori rilevano che è in atto, da più parti, anche con il contributo dei media, un processo di banalizzazione e riduzione del dibattito sulle questioni educative a semplici slogan, e a schieramenti di partito. Sono ben consapevoli che l'istruzione non è riducibile alla sola spesa che comporta, poiché l'educazione è intessuta dalla complessità delle relazioni, dall'investimento di risorse umane ed economiche oggi, per un risultato positivo domani.
La scuola è un bene di tutti, e non può diventare oggetto di scontro sociale, né terreno nel quale destra o sinistra rivendichino la totale rappresentatività.
Stupisce che, a fronte degli scenari descritti da autorevoli voci internazionali (cfr. UNESCO, Nell'educazione un tesoro), delle impegnative scelte di strategia fissate dagli Stati europei
(Obiettivi di Lisbona), delle molte indagini più volte citate nel nostro Paese (OCSE), lo snodo ineludibile ed essenziale del sistema d'istruzione e formazione venga affrontato, di fatto, a partire dalle necessità di tipo economico e finanziario, e dalla logica di "tagli" al sistema impressa dalla Legge n. 133 del 6 agosto 2008, sulla quale, per le ricadute nell'educazione e nella scuola, i genitori
avrebbero desiderato essere considerati interlocutori significativi.
La preoccupazione emerge dal fatto che i tratti di urgenza siano di fatto dovuti ad una crisi economica pesante, più che ad emergenze educative.
Vogliamo ricordare che i problemi che viviamo ogni giorno rispetto alla scuola stanno nella precarietà dell'insegnamento, connotato da elevatissimo turn over, peraltro senza alcun incentivo alla qualità e all'impegno dei docenti. Stanno negli insufficienti rapporti di collaborazione e cooperazione tra scuola e genitori. Stanno nelle continue mutazioni e incertezze della politica scolastica, che ad ogni cambio di guida al Ministero, sottopone la scuola a bruschi
cambiamenti di rotta.

La richiesta di elaborare, condividere e "firmare" un Patto di Corresponsabilità tra Scuola e Genitori, che trova tutte le Associazioni presenti nei Forum completamente d'accordo, non si
concilia con le modalità attraverso cui i provvedimenti citati si stanno attuando. I genitori chiedono di essere non solo interpellati, ma coinvolti, poiché è ai genitori che la Costituzione assegna il
primato dell'educazione.

I genitori chiedono che sia esplicitata la strategia complessiva del provvedimento, e quali scelte rispondano alle molte questioni poste dagli scenari nei quali la scuola deve oggi giocarsi. In altre
parole, verso quale tipologia di sistema formativo ci stiamo muovendo? Quale rapporto e interazione si sta configurando fra il sistema formativo, il sistema sociale e i cittadini?
Inoltre, constatando la forte riduzione di risorse (economiche e di personale) programmata fino al 2012, è dimostrabile che a tale riduzione corrisponda conseguentemente una migliore qualità? Non è forse opportuno ragionare su come spendere meglio, piuttosto che spendere meno, come, di fatto, ogni Governo da anni decide? E non è opportuno farlo insieme?

Se davvero la politica, l'amministrazione e la scuola stessa, credessero ed attuassero fino in fondo l'autonomia delle scuole già assicurata dalla legge, potremmo seriamente pensare anche ad una
diversa distribuzione e qualità della spesa, lasciando le scelte organizzative e didattiche alle scuole stesse.
Lo sviluppo dell'autonomia condurrebbe il Paese verso una scuola aperta, plurale, in un quadro di indirizzi chiari e di valutazione certa.

Venezia, 27 ottobre 2008

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