FISH: Taglio delle indennita' d'accompagnamento

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FISH: Taglio delle indennita' d'accompagnamento

Messaggiodi edscuola » 21 maggio 2010, 8:52

La Fish contro il paventato taglio delle indennità d’accompagnamento
Nonostante la costante enfasi sulla tenuta dei conti pubblici, il Governo si appresta a varare in queste settimane una manovra anticrisi pesante, di circa 25 miliardi di euro, per il biennio 2011-2012.
Da quanto si apprende, le linee di intervento in via di definizione comprenderebbero, quasi per certo, una “stretta” sulle indennità di accompagnamento; alcuni quotidiani riportano, più dettagliatamente, l’ipotesi che l’erogazione dell’emolumento potrebbe essere condizionata al reddito.
La FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) esprime la sua decisa preoccupazione rispetto all’eventualità di tagli nei confronti di quella che, tuttora, rappresenta l’unica forma certa di sistema assistenziale in Italia.
“In un quadro nazionale dove l’assenza di servizi è un dato oggettivo – ha affermato Pietro Barbieri, presidente della Fish – i circa 470 euro mensili dell’indennità di accompagnamento, sono la sola assistenza su cui può contare una persona con disabilità,”.
Questi fondi, in molti casi, coprono parte di un bisogno assistenziale che può richiedere, per una adeguata presa in carico, fino due o tremila euro al mese. Di conseguenza sono le famiglie, già oggi, a farsi carico dell’assistenza. Sottrarre reddito in questo ambito, significherebbe non riconoscere come ci sia un bisogno assistenziale in Italia.
I dati, che grande risalto hanno avuto nelle ultime ore, testimoniano un significativo aumento di persone che beneficiano di questo emolumento; minore attenzione è stata prestata all’evidenza che ciò sia dovuto soprattutto al progressivo invecchiamento della popolazione.
Nel caso di persone con disabilità dalla nascita, o che hanno riportato una disabilità in età scolastica o lavorativa, è bene ribadire come l’indennità di accompagnamento rappresenti uno strumento minimo per l’inclusione sociale. Senza di questa, moltissime persone sarebbero a serio rischio di segregazione, in casa, o in istituto.
“Rifiutiamo categoricamente ogni attacco indiscriminato alle indennità accompagnamento – ha affermato il presidente Barbieri - e su questo tema, la Federazione è pronta a valutare tutte azioni necessarie a contrastare una misura che andrebbe ad incidere, pesantemente, sulle vite di persone le quali quotidianamente affrontano discriminazioni e violazioni dei loro diritti”.

A dispetto dei moniti dell’associazionismo europeo, e tra gli altri, nel 2008, del presidente Giorgio Napolitano, si sta concretizzando il timore che siano proprio le persone con disabilità a pagare per gli effetti della crisi.

Un crisi reale, rispetto alla quale, la Federazione è tuttavia disposta ad un confronto serio sui provvedimenti da porre in atto; a cominciare da un’analisi degli sprechi e delle reali inappropriatezze negli interventi destinati alle persone con disabilità.
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False notizie sui falsi e sui veri invalidi

Messaggiodi edscuola » 21 maggio 2010, 8:54

False notizie sui falsi e sui veri invalidi

Il Ministro dell’economia ha garantito che uno dei due baluardi della manovra anti crisi salita ieri a 28 miliardi, sarà nel colpire i cosiddetti falsi invalidi.
I dati sui quali si basa sono quelli dell’Inps ripresi dalla Cgia di Mestre nelle scorse settimane: negli ultimi 5 anni le pensioni di invalidità sono aumentate del 25,5% per quasi un punto di PIL.
L’aumento di questa spesa sarebbe imputabile dall’assenza di controlli.
Ci si dimentica che dal 2004 l’Inps verifica ogni certificato di invalidità prodotto dalle Commissioni ASL e che ogni certificato non diviene operativo senza la conferma dell’Inps. E prima dell’Inps la verifica spettava al Ministero del Tesoro. Si dimenticano poi le ripetute campagne di questi anni per il controllo straordinario sui “falsi invalidi”.
Ma allora perchè le pensioni e le indennità sono aumentate?
L’invecchiamento della popolazione aumenta esponenzialmente il numero degli aventi diritto e vi è un progressivo impoverimento delle famiglie italiane.
Quindi non è un problema di “false invalidità” e questo lo sa anche il Ministero che tuttavia usa questo argomento per far digerire ben altre misure.
Infatti le ipotesi di reale incidenza formulate dal Ministero si concentrano su un taglio orizzontale a tutti gli aventi diritto, legando l’accesso all’indennità di accompagnamento al reddito. Il che colpisce la popolazione con grave disabilità senza alcun discrimine.

Altra affermazione inesatta è nel trasferimento di competenze all’Inps con il decreto anti crisi del 2009, convertito in legge 102/09, che avrebbe tagliato ben 13 passaggi dove si anniderebbe la modalità di costruzione del fenomeno dei ‘falsi invalidi’.
In realtà i passaggi certificatori rimangono gli stessi, si introduce solo la loro tracciabilità.
Infine, non è vera l’informazione circa la spesa più alta d’Europa. È vero purtroppo il contrario: l’Italia spende almeno 4 punti di PIL in meno di quei Paesi in politiche sociali.
“Ci aspettiamo mazzate pesanti a fronte di una disinformazione tanto accurata che ha trovato eco nei grandi quotidiani italiani” afferma Pietro Barbieri, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap “metteremo in atto tutte le forme di protesta per evitare che venga soppressa l’unica forma di assistenza certa per le persone con disabilità grave e per gli anziani non autosufficienti.”
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Il trucco dei “falsi invalidi”

Messaggiodi edscuola » 21 maggio 2010, 12:06

Il trucco dei “falsi invalidi”

Sono giorni di diffuse mistificazioni sul tema delle invalidità civili. L’argomento vetusto delle false invalidità, che funziona sempre presso la pubblica opinione, serve a mascherare le reali intenzioni del Governo: mettere le mani nelle tasche delle famiglie in cui è presente una persona non autosufficiente che percepisce l’indennità di accompagnamento. L’intenzione di legarne l’erogazione al reddito viene tenuta in sordina rispetto all’enfasi sulle invalidità false o presunte tali.

In un affastellarsi di dati e dichiarazioni infondate, tutto contribuisce a creare una funzionale confusione.
Lo stesso Sole 24 Ore di ieri (19 maggio) in seconda pagina riportava la teoria governativa secondo cui l’impennata (i cui dati sono contraddittori nelle stesse colonne del prestigioso quotidiano) nella concessione delle provvidenze economiche agli invalidi civili sia da ricondurre alla riforma del Titolo V della Costituzione (Legge costituzionale 3/2001) che ha suddiviso le competenze fra Stato, Regioni ed enti locali.

In realtà la suddivisione delle competenze in materia di invalidità civile risale al Decreto legislativo 112 del 31 marzo 1998, che ha attribuito alle Regioni la funzione concessoria (prima era affidata al Ministero dell’interno tramite le Prefetture) e all’INPS la funzione di erogazione. E le funzioni delegate alle Regioni sono molto limitate rispetto alle provvidenze economiche.
Infatti:
 i criteri di valutazione rimangono quelli fissati dalla normativa nazionale (DM 5 febbraio 1992);
 i limiti reddituali vengono fissati annualmente dal Ministero dell’economia;
 dal 2004 la decisione definitiva sulla sussistenza dei requisiti sanitari è riservata all’INPS (confermata da ultimo dall’articolo 20 della Legge 102/2009);
 le verifiche, preventive alle concessioni, sui requisiti reddituali vengono svolte dall’INPS;
 l’INPS è obbligatoriamente presente dal 2005 in tutte le cause relative alle invalidità civili (legge 248/2005)
 i piani di verifica straordinaria dal 1996 ad oggi non sono mai stati affidati alle Regioni.

In sintesi: l’accertamento degli stati invalidanti è l’unico caso – in ambito amministrativo – in cui la Pubblica Amministrazione controlla se stessa e prevede un doppio accertamento preventivo (ASL e INPS), e controlli a campione e straordinari sui propri stessi atti. Con i costi che ne conseguono.

“Ha ragione il Ministro Sacconi – sottolinea Pietro Barbieri – quando dichiara che tutto è stato già fatto per tenere sotto controllo la spesa con rigore.”
E quindi, cosa si può ancora trasferire all’INPS? “Rimane solo il trasferimento anche delle competenze del primo accertamento dall’Aziende Usl all’INPS – prosegue il Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – ma a questo accertamento già oggi partecipa il medico dell’INPS.”

Forte è, quindi, la preoccupazione fra le associazioni e le famiglie e non certo per l’ennesima ondata di controlli previsti. “Controllino pure e, magari, ci dicano anche il costo di di queste verifiche e dei conseguenti contenzioni – conclude Barbieri – ma non mettano le mani nelle tasche delle famiglie delle persone con grave disabilità e delle persone anziane non autosufficienti! Noi non staremo a guardare.”
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