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DOCENTI SAGGI

DOCENTI SAGGI di Umberto Tenuta

CANTO 823 Il docente saggio sa le Tre Cose più importanti del suo mestiere.

La Prima è che egli deve assetare i suoi alunni.

La Seconda è che egli non deve fare lezioni, ma aiutare i suoi alunni a scoprire ciò che egli ritiene necessario che essi apprendano.

La Terza è che egli deve sempre accrescere l’autostima dei suoi alunni, e giammai sminuirla.

 

Se queste tre regolette terrai presenti, sarai un docente amato.

Sarai un docente efficace.

Sarai un docente saggio.

Innanzitutto sarai un docente amato.

E come tale, sarai sempre ascoltato.

I tuoi alunni verranno sempre da te a chiedere suggerimenti, indicazioni, pareri nelle loro attività di ricerca.

Tu sarai il loro Virgilio.

“Or se’ tu quel Virgilio e quella fonte

che spandi di parlar sì largo fiume?”,

rispuos’io lui con vergognosa fronte.

“O de li altri poeti onore e lume,

vagliami ‘l lungo studio e ‘l grande amore

che m’ha fatto cercar lo tuo volume.

Tu se’ lo mio maestro e ‘l mio autore,

tu se’ solo colui da cu’ io tolsi

lo bello stilo che m’ha fatto onore.

Nulla tu imporrai.

Ma, amando te, ameranno le discipline che tu ami.

Se il nostro pensiero e le nostre parole debbono muovere l’attività del discepolo, bisogna che qualcosa di vivo che è in noi passi nello spirito di lui come scintilla di fuoco ad accendere altro fuoco» (ENRIQUES).

Una volta che tu li avrai innamorati, essi metteranno in moto la loro intelligenza per riscoprire i saperi, maturando nel contempo le loro capacità operative ed i loro atteggiamenti positivi nei confronti della cultura che rende uomini i figli di donna.

La ricerca/riscoperta/invenzione sarà la loro attività preminente.

Tutto quello che oggi l’uomo sa, sa fare e sa essere non gli è stato donato da alcuna divinità, ma è stato scoperto, inventato, creato col sudore della sua fronte.

L’uomo è figlio della Cultura che egli ha inventato (Cassirer, Bruner etc).

E la Cultura non si trasmette, non si eredita, ma si riscopre.

Nessuno dei quattro figli di Dante ereditò le doti poetiche paterne!

I Saperi non si trasmettono.

Si riscoprono.

Ciascuno li riscopre col sudore della sua fronte.

Insegnare, trasmettere, comunicare i saperi è una grande bugia.

Nessun docente può trasmettere i saperi.

Il docente può solo creare situazioni di ricerca/riscoperta/invenzione/costruzione dei saperi.

Bando agli insegnanti ed ai docenti!

A meno che per INSEGNANTE non si intenda colui che crea situazioni di ricerca/riscoperta/invenzione/costruzione dei saperi.

È l’alunno il protagonista.

Non il Docente, non il Professore, non l’Insegnante.

È l’alunno che reinventa la cultura che lo fa uomo.

Come lo scimpanzé sceso dall’albero che nel corso dei Millenni ha inventato, scoperto, costruito la cultura che lo ha reso uomo.

Ma, perché l’alunno si impegni nella riscoperta dei saperi, è necessario che egli desideri impegnarsi e si ritenga capace di riscoprire.

“Maestra, aiutami a fare da solo”, dice la bambina di Maria Montessori.

Il docente crea le situazioni di apprendimento.

Il docente motiva gli alunni a impegnarsi nelle attività di apprendimento.

Giammai il docente dice al suo alunno: “Tu non sei capace, tu non sei buono a nulla, ti do QUATTRO, ma potrei darti anche ZERO TAGLIATO!”.

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DOCENTI MASOCHISTI

DOCENTI MASOCHISTI di Umberto Tenuta

CANTO 822 Il docente che boccia i suoi alunni riconosce di avere fallito il suo compito, che è quello di garantire il successo formativo a tutti i suoi alunni.

 

Forse solo pochi tengono presente l’art. 1 del D.P.R. 275/1999 “NATURA E SCOPI DELL’AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE”:

<<… L’autonomia delle istituzioni scolastiche… si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>.

I docenti vengono assunti per garantire il successo formativo a tutti i loro alunni, migliorando l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento.

Bocciare un alunno significa riconoscere di essere venuto meno al proprio compito.

Al riguardo è opportuno tenere presente quanto afferma il DOLL: (Per)<<capacità potenziali dei singoli noi intendiamo quelle potenzialità di grandezza imprevedibile, che possono scaturire dall’interno della personalità: potenzialità che possono venire sviluppate o ridotte col processo educativo… le capacità potenziali non sono considerate come delle qualità congenite nell’individuo, che divengono attuali attraverso un processo di maturazione su cui non influisce in alcun modo l’ambiente. Anzi, queste capacità si sviluppano e si “manifestano nello scambio dinamico di influssi fra l’individuo e il suo ambiente”. Vengono definite capacità “potenziali” perché sono un modo di essere dell’individuo, sono una capacità individuale di reagire positivamente e in modo praticamente imprevedibile: “senza alcun preconcetto quanto ai …limiti” delle capacità potenziali… porre l’accento sulla personalità umana dotata di capacità potenziali illimitate, …considerare positivo il fatto che gli sviluppi della personalità umana sono imprevedibili…>>.

Se tutti i figli di donna possono raggiungere il (loro) successo formativo, è compito dei docenti garantirlo, migliorando il processo di insegnamento/apprendimento.

Bocciare i propri alunni significa, quindi, riconoscere di essere venuti meno al proprio compito educativo.

Ovviamente i docenti che non garantiscono il successo formativo a tutti i loro alunni, ne attribuiscono la responsabilità ai malcapitati alunni!

Come dire, <<io ho fatto tutto quello che era possibile fare, ma l’alunno…>>.

Non sarebbe più corretto dire: <<io ho fatto tutto quello che ho saputo fare…Boccio, respingo, non promuovo l’alunno ma, in verità, boccio me stesso, riconoscendo la mia incompetenza>>.

Se il docente che boccia avesse tale umiltà, certamente non farebbe pagare all’alunno la sua incompetenza.

<<Sono stato inadeguato al mio compito formativo, ma non boccio l’incolpevole alunno!>>.

<<E sarò io a dire all’egregio mio Dirigente che non vanto alcun premio al merito>>.

Al riguardo vorrei suggerire al Dirigente scolastico di premiare questo Docente.

 

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SUCCESSO FORMATIVO PERSONALIZZATO

SUCCESSO FORMATIVO PERSONALIZZATO  PAROLE AL VENTO di Umberto Tenuta

CANTO 821 Livellare o personalizzare?

Successo formativo uniforme o personalizzato?

 

Non ci sono dubbi.

Il successo formativo deve essere garantito ad ogni giovane.

La BUONASCUOLA lo deve garantire, pena il venire meno ai suoi compiti istituzionali.

La scuola che non garantisce il successo formativo a tutti i suoi studenti viene meno alla sua ragion d’essere e, pertanto, va chiusa.

Ma…

Ma che significa SUCCESSO FORMATIVO?

Significa che i letti dei venticinque alunni della classe sono uguali?

Costruiti sulla misura media dei venticinque alunni?

Insomma, le stesse conoscenze, le stesse capacità e gli stessi atteggiamenti per ciascuno dei venticinque alunni della classe?

E no, Signora Professoressa!

No, no e poi no!

I setti mici della stessa figliata non sono perfettamente uguali.

E non sono uguali nemmeno i due fratelli omozigoti!

Sulla vasta faccia della Terra non esistono due persone uguali.

Ciascuno lo può gridare forte: come me non c’è nessuno!

I medici ben lo sanno: non c’è una terapia uguale per due malati di cefalea!

O mia diletta Professoressa, solo tu offri la stessa stantia lezione a ciascuno dei tuoi venticinque alunni, l’uno irrimediabilmente diverso dall’altro!

Solo delle tue gemelline rispetti i gusti diversi.

Povero DON MILANI!

Fremono le sue ossa al pensiero che ti aspetti gli stessi risultati dai tuoi venticinque alunni diversi l’uno dall’altro.

Mai venticinque ciclisti hanno seguito lo stesso percorso e sono arrivati contemporaneamente allo stesso traguardo!

Che cosa dico?

Da tempo immemorabile vado cianciando che a ciascuno dei venticinque alunni della classe va cucito un vestito su misura.

In modo che ciascuno possa gridare forte: sono entrato a scuola diverso e ne sono uscito ancora più diverso, unico, singolare.

 

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LIVELLARE LA CLASSE

LIVELLARE LA CLASSE di Umberto Tenuta

CANTO 820

CANTO 820 LIVELLARE LA CLASSE O SUCCESSO FORMATIVO PERSONALIZZATO?

 

Per molti, per moltissimi docenti, livellare la classe è il sogno più bello e l’impegno più grande.

Per tutti gli studenti il livellamento della classe è il tormento delle loro notti.

In fondo, niente di nuovo.

Già nella mitologia greca Procustre faceva la stessa cosa.

Allungava o accorciava i malcapitati viandanti, perché tutti dovevano essere a misura del suo letto.

Altro che letto su misura!

Altro che scuola su misura (Claparède)!

Altro che PEP (Piani Educativi Personalizzati)(1)!

Che importa che i giovani sono l’uno diverso dall’altro?

A scuola sono uguali.

Debbono essere uguali!

Come nell’esercito.

La divisa, il grembiule.

Che forse la scuola non è stata creata sul modello dell’esercito?

Leva militare.

Leva scolastica.

Classe in base all’età cronologica!

A sei anni tutti i bambini debbono apprendere a leggere ed a scrivere.

A otto anni tutti i fanciulli debbono imparare che Romolo uccise Remo.

A diciotto anni tutti i giovani debbono essere maturi.

Pasta e fagioli per tutti.

Nella stessa quantità, alla stessa ora, con lo stesso condimento.

Chi non rispetta la norma(?) è anormale!

Che importa che non vi sono due cavalli uguali?

Che importa che non vi sono due pioppi uguali?

Che importa che per mamma tua nessun bambino è uguale a te?

Per i docenti tutti gli alunni sono uguali.

Debbono essere uguali.

Guai a chi non è uguale!

Il Piano Educativo Personalizzato (PEP) viene elaborato solo per gli alunni disgraziatamente diversi.

Gli altri alunni sono uguali.

En avant, marche: uno, due, tre…!

Chi corre in avanti viene fermato.

Chi rimane indietro viene abbandonato

E, come al solito, Pierino dal fondo dell’aula:

─Professsorèèè, te prego, non fatemi venì er fiatone!!!

 

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  1. UMBERTO TENUTA, Individualizzazione – Autonomia e flessibilità dell’azione educativa e didattica, La Scuola, Brescia, 1998. UMBERTO TENUTA, La flessibilità nella scuola dell’autonomia, ANICIA, ROMA, (in corso di pubblicazione)

SCANDALO ALLARMANTE

SCANDALO ALLARMANTE LA SCUOLA ITALIANA NON UCCIDE di Umberto Tenuta

CANTO 819

ORRIBILE SCANDOLO!

“NELLE SCUOLE ITALIANE LA BOCCIATURA È DI FATTO BANDITA“.

L’HA SCRITTO NIENTEPOPODIMENO CHE ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA!

 

Se è vero quello che diceva Immanuel Kant ─e cioè che uomini non si nasce, ma si diventa, e si diventa solo attraverso l’educazione─ la mortalità scolastica corrisponde sic et simpliciter alla mortalità umana.

Aborti della gestante.

Aborti della scuola.

Gli aborti della gestante sono puniti dalla legge. Ove essi siano dolosi o colposi.

Gli aborti della scuola non sono puniti, come pure dovrebbero, ma sono addirittura auspicati.

Una buona scuola è una scuola che boccia, sembra dire il Signor Ernesto.

Ma ora la buona scuola è ridotta male.

Non boccia più.

Altro che BUONA SCUOLA!

Quella di oggi è una cattiva scuola.

Non boccia nemmeno i figli dei contadini, e ne fa degli “spostati”, come già nel 1939 lamentava il Ministro Bottai.

È che nella scuola di oggi ci si è dimenticati del significato delle Piramidi degli Egiziani e degli Aztechi.

La Società deve essere una Piramide.

Ma se la scuola non boccia rischia di diventare un misero parallelepipedo.

Fremono le ossa di John Dewey.

Cantano i galli!

Non quelli che Caio Giulio Cesare sconfisse.

Ma quelli del pollaio!

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AGGIORNARE O INNAMORARE

AGGIORNARE O INNAMORARE PROFESSORI E PROFESSORESSE di Umberto Tenuta

CANTO 818 AGGIORNARE O INNAMORARE PROFESSORI E PROFESSORESSE?

È IMPOSSIBILE AGGIORNARLI.

OCCORRE SOLO INNAMORARLI.

 

Un attimo dopo averle acquisite, le conoscenze e le competenze sono obsolete.

Corsi di aggiornamento che in ridondante abbondanza si organizzano e si frequentano ─anche per il piccolo punteggio che si acquisisce!─ poco o nulla valgono, se si limitano a fare acquisire conoscenze e competenze.

Si riempiono i magazzini della memoria, ma non si accende il fuoco della ricerca.

<<…se il nostro pensiero e la nostra parola debbono muovere l’attività del discepolo, bisogna che qualcosa di vivo che è in noi passi nello spirito di lui, come scintilla di fuoco ad accendere altro fuoco>> (FEDERIGO ENRIQUES).

Socrate non insegnava nulla.

Testimoniava l’amore della ricerca.

Non ci sono metodologie e tecnologie didattiche valide e definitive per tutti gli alunni.

L’istruzione non può essere programmata, perché i percorsi dell’apprendimento non seguono itinerari definibili per tutti e per sempre.

Due macroesempi.

I tratturi sono stati sostituiti, prima dalle strade, poi dalle ferrovie, dalle linee aeree, dalle autostrade.

Domani ci saranno i robot, e non finirà qui.

Ciascun’epoca, ciascuna cultura, ciascuna persona segue la sua strada.

Ogni alunno segue il suo personale percorso formativo.

E lo modifica, lo integra, lo aggiorna in continuazione.

Cambiano i percorsi.

E cambiano i vettori.

Cambiano gli itinerari dell’apprendimento.

E cambiano gli strumenti.

Cari docenti, nessuno vi potrà mai dire che cosa, come e con quali strumenti insegnare.

Diffidate degli imbonitori!

Soprattutto se mestieranti.

Forse una sola cosa vi potrà essere utile.

La testimonianza di chi vive in prima persona la passione dell’educazione!

Come Socrate, solo costui vi potrà contagiare il suo amore per la ricerca delle strategie e delle tecnologie utili ad ogni vostro singolo alunno.

 

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INNAMORARE GLI STUDENTI

INNAMORARE GLI STUDENTI PRIMO COMPITO DEI DOCENTI di Umberto Tenuta

CANTO 817 ─STUDENTE, DAL LATINO STUDIUM, COLUI CHE AMA

Colui che ama i saperi.

 

La parola STUDENTE corrisponde al latino STUDENS, colui che ama.

Colui che ama il sapere.

Lo ama sin dal concepimento.

Lo ama sin dalla nascita.

Lo ama fino a quando qualcuno lo disamora.

Questo qualcuno potrebbe essere anche il docente.

Molto spesso lo è il docente.

Lo è il docente che non ama la propria disciplina.

E, come tale, non alimenta, anzi spegne l’innato amore dei giovani per il sapere.

Occorre invece che il docente sia innamorato.

Solo così egli può alimentare, rinforzare, rinverdire l’innato amore dei giovani per ogni campo della conoscenza umana.

…se il nostro pensiero e la nostra parola debbono muovere l’attività del discepolo, bisogna che qualcosa di vivo che è in noi passi nello spirito di lui, come scintilla di fuoco ad accendere altro fuoco (ENRIQUES).

QUALCOSA DI VIVO.

L’amore per il sapere.

L’amore che si contagia.

L’amore che si alimenta.

L’amore che si accresce.

L’amore che non si spegne con le minacce, con le punizioni, con i voti.

L’amore che non si spegne facendolo diventare un dovere, un obbligo, una condanna, una pena!

L’amore che non si spegne facendolo diventare il terrore quotidiano dei giovani.

Docenti, un consiglio io voglio darvi.

Se non amate la vostra disciplina, se non sapete dimostrare questo vostro amore, se non sapete innamorare i vostri studenti, non incolpate loro.

In umiltà, in grande umiltà, come un docente deve essere, assumetevi voi la responsabilità di non aver saputo innamorare i vostri studenti.

E, semmai, abbandonate questo mestiere, un mestiere che non fa per voi.

Non fa per voi.

Non per i vostri studenti.

Siate generosi!

Lasciate il vostro posto a un docente innamorato!

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SCUOLA DIGITALE O DIGITALE A SCUOLA

SCUOLA DIGITALE O DIGITALE A SCUOLA di Umberto Tenuta

CANTO 816 Assieme alle cianfrusaglie agazziane ed ai materiali strutturati della Montessori, del Dienes ecc., ben vengano gli strumenti didattici digitali.

Con l’avvertenza che un eccesso di estratto di DIGITALE può causare l’arresto cardiaco!

 

L’estratto della pianta DIGITALIS PORPUREA, utilizzato in piccole dosi, è un buon cardiotonico.

Guai, però, ad utilizzarlo in dosi eccessive!

Può causare l’arresto cardiaco!

Non vorremmo proprio che la scuola morisse per eccesso di DIGITALE!

Est modus in rebus (ORAZIO).

Forse è il caso di ribadirlo.

Non per limitare il ricorso al Digitale.

Ma per tenere presente che l’utilizzo del DIGITALE deve essere preceduto dall’utilizzo del materiale didattico CONCRETO, non strutturato (agazziano) e strutturato (montessoriano).

È il mondo reale, concreto, naturale il primo ambiente di apprendimento dei giovani.

STUDIO DI AMBIENTE dei Programmi didattici del 1955!

Poi il MUSEO DIDATTICO agazziano.

Dopo il MATERIALE STRUTTURATO della Montessori e del Dienes.

Infine, sia il benvenuto il materiale DIGITALE.

Le ubriacature fanno sempre male.

Anche quelle di DIGITALE.

Il Primo ambiente di apprendimento dei giovani è il mondo reale, concreto, vivo.

È da lì che i docenti debbono sempre partire!

Gradualmente, qual mondo lo si porta a scuola.

I primi laboratori didattici sono riproduzioni del mondo reale.

Tanto per intenderci meglio, i fagioli, prima coltivati nell’orto, ora vengono coltivati nei laboratori.

Le diverse fasi della crescita vengono documentate con gli strumenti digitali.

Dalle immagini digitali è agevole passare alla rappresentazione digitale simbolica.

Come si vede, il problema non è l’alternativa ma la successione delle rappresentazioni concrete a quelle iconiche e simboliche, realizzabili con gli strumenti digitali.

Dimenticare questo è letale anche per il Digitale!

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ESAMINATEVI DOCENTI CARI

ESAMINATEVI DOCENTI CARI di Umberto Tenuta

CANTO 815 TEMPI DI VALUTAZIONE

Tempi nei quali i docenti raccolgono dagli alunni le informazioni per la valutazione dell’azione formativa svolta

 

La valutazione non riguarda gli alunni.

Nella valutazione gli alunni sono fuori discussione.

Essi sono solo i testimoni della validità dell’azione educativa svolta dai docenti.

Chiariamolo bene questo.

Chiariamolo soprattutto agli alunni ed ai loro genitori.

Responsabilmente, i docenti verificano se l’azione educativa da loro programmata e svolta ha raggiunto i suoi obiettivi formativi.

A tal fine, non bastano i numeri.

Occorre una analisi accurata del percorso formativo dei singoli alunni.

Solo così è possibile individuare gli aspetti positivi e negativi dell’azione educativa svolta.

Questa valutazione, come ogni valutazione formativa, è finalizzata al miglioramento della programmazione educativa che i docenti si apprestano a predisporre per il successivo anno scolastico.

In tale prospettiva, sarebbe opportuno ed utile che gli alunni e i loro genitori fossero bene informati.

Cari genitori, i voti assegnati non riguardano i vostri figli: nessuno li vuole giudicare!

Essi sono elementi che aiuteranno noi docenti a migliorare, con la vostra collaborazione, l’azione educativa che andremo a svolgere nel prossimo anno scolastico.

Collaborate con noi!

Dateci ulteriori informazioni.

Noi e voi, assieme, in piena collaborazione, siamo impegnati a garantire a ciascuno dei vostri figli il successo formativo.

Statene certi, nel prossimo anno scolastico faremo meglio!

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PON PON

PON PON PROGETTI TEMPI RUBATI di Umberto Tenuta

CANTO 814

PON PON PON PON

Gareggiano le scuole

E più tempo non c’è per i PIANI EDUCATIVI PERSONALIZZATI

 

La scuola ha una sola mission.

Garantire il successo formativo di tutti i suoi giovani studenti.

Senza distrazioni!

Senza disperdere i suoi tempi e le sue risorse nei più strampalati Progetti.

La promozione della piena, integrale, originale formazione dei singoli alunni è il suo compito.

Ad ogni alunno il suo PIANO EDUCATIVO PERSONALIZZATO.

Un PEP che lo impegni ogni giorno ad acquisire le conoscenze, le capacità e gli atteggiamenti essenziali alla sua nascita alla condizione umana.

Essenziali perché egli diventi un uomo.

ATTEGGIAMENTI

Innanzitutto Atteggiamenti.

Saper essere: motivazioni, interessi, propensioni.

CAPACITÀ

Saper fare: competenze, abilità, capacità.

CONOSCENZE

Saperi essenziali, strutture delle discipline, nuclei concettuali fondanti.

Importanti non sono le competenze specifiche.

Ma quelle generali: saper acquisire nuovi atteggiamenti, nuove capacità, nuovi saperi.

Questa la mission della scuola.

Tutto quello che a scuola si fa deve perseguire la formazione di un uomo ricco di interessi, di abilità e di saperi essenziali.

De minimis non curat praetor.

Alla scuola non interessa la conoscenza delle poesie di Leopardi, ma la maturazione della sensibilità e della capacità poetica.

Alla scuola non interessa la conoscenza del Teorema di Pitagora, ma la maturazione della sensibilità e della capacità matematica.

Alla scuola non interessa la conoscenza delle Guerre Puniche, ma la maturazione della sensibilità e della competenza storica.

I PON, i PROGETTI, le ATTIVITÀ che si svolgono nella scuola debbono avere come obiettivo la piena, integrale, originale formazione della personalità dei singoli studenti.

Se mirano ad obiettivi particolari non servono, anzi sono dannosi.

E come tali vanno banditi dalla Scuola Buona.

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DIRIGENTI RESPONSABILI

DIRIGENTI RESPONSABILI di Umberto Tenuta

CANTO 813 È COMPITO DELLA SCUOLA GARANTIRE IL SUCCESSO FORMATIVO A TUTTI I GIOVANI

 

Uomini non si nasce e non si diventa spontaneamente.

I boccioli diventano fiori.

Le crisalidi diventano farfalle.

Gli agnelli diventano pecore.

I vitelli diventano tori.

I cuccioli umani non diventano uomini.

Victor, abbandonato alla nascita nella foresta dell’Aveyron ed allevato dai lupi, ad undici anni di umano aveva solo le sembianze.

E di umano nulla avrebbe ogni figlio di donna, se non fosse educato, sin dalla nascita, nella famiglia e nelle istituzioni educative appositamente create per farne un uomo.

Uomini si diventa solo attraverso l’educazione (KANT).

E l’educazione è compito specifico della scuola.

Compito di rendere possibile la umanizzazione di tutti i figli di donna.

Nessuno escluso!

Tuttavia, è trascorso un secolo dalla Riforma Gentile del 1923 e la Scuola continua ad essere una scuola di élites.

Nonostante la Costituzione repubblicana del 1948.

Nonostante il D.P.R. 275/1999 che all’art.1 prescrive: <<L’autonomia delle istituzioni scolastiche… si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti,

al fine di garantire loro il successo formativo,

coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>

La Scuola deve garantire il Successo Formativo di tutti i giovani.

Senza aborti.

I colpevoli di aborto sono puniti penalmente!

Anche i colpevoli di aborto educativo?

Se alla Scuola spetta il compito di curare la gestazione dei giovani figli di donna, può essa non garantire la nascita umana di tutti i giovani che la frequentano?

Può essa non garantire la umanizzazione di tutti i suoi alunni?

Può essa respingere, bocciare?

Se la Scuola non garantisce il successo formativo di uno solo dei suoi alunni, essa si rende responsabile del reato di aborto.

Del reato della morte di un figlio di donna!

Della morte di un uomo.

La Scuola si rende responsabile della morte di un uomo

E chi per essa.

In primis, il Dirigente scolastico.

E poi i docenti tutti!

 

POST SCRIPTUM

Mi permetto di raccomandare a tutti i docenti e a tutti i Dirigenti scolastici di fare tutto il possibile ─ ed anche l’impossibile! – per garantire il successo formativo a tutti i loro studenti.

PER APPROFONDIRE:

https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=84982

─http://www.rivistadidattica.com/editoriali/editoriali_8.htm

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Scuola madre

SCUOLA MADRE di Umberto Tenuta

CANTO 812 COMENIO LA CHIAMAVA SCUOLA DEL GREMBO MATERNO.

SCUOLA DEL GREMBO MATERNO, tutta la scuola, non solo quella dei primi anni di vita.

SCUOLA DEL GREMBO MATERNO, perché in essa prende forma l’uomo.

Nato immaturo, il figlio di donna si fa uomo nella scuola.

Nella scuola dai tre ai diciotto anni di vita!

 

Mica il docente si limita ad istruire!

L’art. 1 del D.P.R. 275/1999 “NATURA E SCOPI DELL’AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE” prescrive:

<<… L’autonomia delle istituzioni scolastiche… si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>;

L’uomo non nasce dal grembo materno.

La donna non partorisce un uomo.

La donna partorisce solo un candidato alla condizione umana.

Solo attraverso l’educazione il figlio di donna diventa uomo.

E l’educazione non è più solo quella impartita nella famiglia!

<<ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>> (FAURE E, (a cura di), Rapporto sulle strategie dell’educazione, Armando-UNESCO, Roma, 1973, p. 249).

Ma se è educante la Società tutta, lo è particolarmente ─specificamente, fondamentalmente─ la Scuola.

La Scuola è madre dell’uomo.

Madre più importante, più rilevante, più formativa della genitrice.

L’uomo non nasce nel grembo materno.

L’uomo nasce nella Scuola!

Lo si comprenda una buona volta!

Lo si dichiari una buona volta!

Lo si realizzi una buona volta!

L’UOMO nasce nella Scuola.

LA SCUOLA è madre dell’uomo.

Dai tre ai diciotto anni dura la gestazione.

Nel grembo della Scuola il figlio di donna si nutre.

Si nutre della Cultura che l’uomo ha creato nel corso dei millenni.

Della Cultura che nel corso dei millenni ha reso uomo lo scimpanzé sceso dall’albero.

Non solo conoscenze.

Ma anche capacità.

Ma anche atteggiamenti.

Questo il latte della Scuola: SAPERI. SAPER FARE, SAPER ESSERE.

Non basta istruire il figlio di donna.

Occorre anche renderlo abile.

E occorre soprattutto dotarlo di modi di essere, di sentimenti, di atteggiamenti.

Istruisce la scuola che fa acquisire conoscenze.

Ma educa la scuola che fa acquisire capacità.

Ed educa soprattutto la scuola che fa acquisire atteggiamenti umani.

Genitori di uomini voi siete, o Maestre, o Maestri!

Mica Insegnanti!

Mica Docenti!

Mica Professori!

Scuola Madre.

Scuola che non abortisce.

Scuola che non respinge.

Scuola che non boccia.

Scuola che genera uomini!

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OMICIDI VIA DALLA SCUOLA

OMICIDI VIA DALLA SCUOLA di Umberto Tenuta

CANTO 811 Uomini non si nasce ma si diventa solo attraverso l’educazione.

Solo attraverso l’apprendimento si diventa uomini.

E i figli di donna nascono assetati di latte e di saperi.

 

Ben lo sanno le mamme che stimolano la sete dei loro bimbi.

E non la spengono.

E ben lo sanno i docenti che non si preoccupano di fare lezioni.

Ma si preoccupano di coltivare l’innato bisogno umano di apprendere.

“Nati non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza” (ULISSE).

In latino la parola “STUDIUM” significa AMORE.

STUDENTE è colui che ama apprendere!

I bravi docenti ben lo sanno.

Non lo sanno i docenti che non coltivano l’amore del sapere in ciascuno dei loro alunni.

E lo ignorano soprattutto i docenti che uccidono l’amore del sapere.

E, uccidendo l’amore del sapere, uccidono gli uomini che i loro alunni dovrebbero diventare.

Omicidi occulti.

Omicidi impuniti.

Omicidi che possono creare altri omicidi.

Non coltivare l’amore dell’apprendere, anzi spegnerlo, che altro è se non uccidere un uomo?

Lasciare crescere solo la bestia con sembianze umane.

Pericolosa bestia!

Bestia umana più bestia della bestia animale.

Mortalità scolastica.

Mortalità per assenza dell’ossigeno della volontà di apprendere.

Muoiono i giovani dei quali non si alimenta la volontà di apprendere.

Muoiono i giovani dei quali si uccide l’innato desiderio di apprendere.

Muoiono i giovani di cui i docenti spengono l’innata curiosità, anziché coltivarla.

Via dalla scuola i docenti che uccidono l’innato bisogno umano di imparare, il desiderio di imparare, l’amore del sapere!

Docente non è colui che tiene lezioni.

Docente è colui che coltiva l’innato bisogno umano di imparare.

Docente è colui che alimenta l’innato bisogno umano di imparare.

Docente è colui che suscita e coltiva l’amore della Matematica.

Docente è colui che suscita e coltiva l’amore della Storia.

Docente è colui che suscita e coltiva l’amore della Botanica.

Docente è colui che suscita e coltiva l’amore della Geografia.

Docente è colui che suscita e coltiva l’amore della… cultura.

L’amore di tutto ciò che fa uomo il figlio di donna.

Signora Ministra, non si preoccupi di premiare i docenti che fanno il loro mestiere.

Signora Ministra, si preoccupi di mandare via dalla scuola coloro che uccidono l’innato bisogno umano di imparare, di crescere, di diventare uomini.

Via dalla scuola la Mortalità.

Nessuna morte nella Buona Scuola!

La Scuola non può essere un luogo di morte.

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IMPARARE A IMPARARE

IMPARARE A IMPARARE di Umberto Tenuta

CANTO 810

A SCUOLA SI VA PER IMPARARE A STUDIARE

OVVERO

A SCUOLA SI VA PER IMPARARE AD IMPARARE

 

Nessuno oggi può imparare tutto lo scibile umano.

Nessuno oggi può imparare quello che dovrà imparare domani.

E questo perché oggi nessuno sa quello che domani potrà o vorrà.

Le conoscenze umane diventano rapidamente obsolete e si moltiplicano vorticosamente.

Allora, che fa la scuola?

Fa apprendere i saperi contenuti nelle piccole enciclopedie dei libri di testo?

Sarebbe come bere una goccia del torrente impetuoso che si ingrossa sempre più!

Disperatamente, rinunzia al suo compito?

I docenti intelligenti hanno trovato la soluzione.

Ma solo essi!

Tetella, Nella, Ellina, Ntò e Totella, ed altre che io non dico, hanno trovato la soluzione.

E, siccome sono generose, me l’hanno presto comunicato.

Ed io, io che nessun segreto so tenermi dentro, ve la comunico.

Ve la comunico, sì, la soluzione!

Come tutte le cose grandi che l’uomo ha inventato, la soluzione è molto semplice.

Come l’Uovo di Colombo!

La soluzione dei mie venticinque docenti intelligenti ─tra i quali sei tu che mi leggi─ consiste nel far imparare ad imparare.

Imparare ad imparare!

Questo gli studenti devono imparare a scuola.

Imparare ad imparare.

Imparare ad imparare la Geografia.

Imparare ad imparare la Matematica.

Imparare ad imparare l’Astronomia.

Imparare ad imparare la Grammatica.

Imparare ad imparare la Filosofia.

Imparare ad imparare …

Certamente, una difficoltà esiste.

Una grossa difficoltà.

Una difficoltà molto difficile.

Accetteranno gli altri docenti di far imparare ad imparare.

Accetteranno le esimie Professoresse di rinunciare a fare noiose lezioni?

Accetteranno gli illustri Professori di rinunciare a dar mostra delle piccole enciclopedie racchiuse nei loro crani?

Diciamo la verità.

L’unica, vera e sola difficoltà.

Chi è insensibile ad una lectio magistralis?

Spes ultima dea!

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UNITÀ DI APPRENDIMENTO PER SCOPERTA

UNITÀ DI APPRENDIMENTO PER SCOPERTA DI UMBERTO TENUTA

CANTO 809 UNITÀ DI APPRENDIMENTO PER SCOPERTA

Programmare LEZIONI.

Mai più!

 

È finito quel tempo!

Or non è piú quel tempo e quell’età.

Se voi sapeste!… via, non fo per dire…

È finito il tempo delle LEZIONI.

È finito!

E le lezioni non ci sono più.

Rassegnati!

Rassegnati, Professoressa dalla penna BLU.

Ora non si programmano più le LEZIONI.

E LEZIONI tu non farai più!

E le LEZIONI tu non programmerai più.

MAI Più!

Altro si programma.

Molto più impegnativo.

UNITÀ DI APPRENDIMENTO PER SCOPERTA.

sì.

Gli alunni non ascoltano più lezioni.

Le tue belle lezioni.

Accuratamente studiate.

Accuratamente preparate.

Accuratamente programmate.

NO.

Tu preparerai UDA.

Unità di apprendimento.

Apprendimento per SCOPERTA.

Tu programmerai UNITÀ DI APPRENDIMENTO PER SCOPERTA.

I tuoi diletti alunni non apprendono più ascoltando, in ossessivo silenzio, le tue dotte lezioni.

I tuoi studenti saranno impegnati, come i primi uomini comparsi sulla faccia della terra, a inventare, scoprire, costruire i concetti.

E tu, Professoressa aggiornata, preparerai accuratamente itinerari di attività che gli alunni svolgeranno in piccoli gruppi, al fine di scoprire i concetti.

A tal fine, non solo dovrai indicare gli obiettivi da perseguire, ma anche le attività che i piccoli gruppi di alunni svolgeranno, inizialmente con materiali concreti, poi iconici ed infine simbolici.

Solo dopo che gli alunni avranno utilizzato materiali concreti, procederanno con l’ausilio di materiali iconici e simbolici, che oggi posso essere agevolmente messi a disposizione su tablet.

Facciamo un esempio.

Per comprendere il Teorema di Pitagora, gli alunni potranno utilizzare un triangolo rettangolo di cartone i cui cateti misurino tre e quattro lati dei quadratini coi quali si dovranno costruire i quadrati su di essi.

L’attività di scoperta consiste nel costruire il quadrato sull’ipotenusa, il quale evidentemente richiederà l’impiego di tutti i quadratini utilizzati sui due cateti.

Successivamente, tali attività potranno essere effettuate a livello iconico, utilizzando carata quadrettata, anche sui tablet.

Suggerisco di creare attività che portino gli alunni alla scoperta di altri concetti.

Ad esempio, i fenomeni dell’eliotropismo e del geotropismo possono essere scoperti facendo germogliare dei fagioli e cambiando la loro posizione ALTO-BASSO.

Le radichette si piegheranno sempre verso la terra e le foglioline verso il sole.

Ovviamente:

─lavoro di gruppo degli alunni

─laboratori opportunamente attrezzati con materiali concreti (comuni e strutturati), materiali iconici e materiali simbolici

─guida discreta dei docenti.

Che bello per gli alunni!

E per i docenti?

Provare prima di rispondere!

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