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WeTambara

Alla Scoperta di WeTambara
Innovazione Didattica e Sviluppo Software

di Diego Benna

L’istruzione tecnologica in Italia sta percorrendo nuovi sentieri grazie a WeTambara, una piattaforma dedicata allo sviluppo e all’apprendimento della programmazione informatica che sta rivoluzionando il modo in cui insegnanti e studenti interagiscono con il codice.

Dall’IA all’ottundimento programmato

Dall’IA all’ottundimento programmato

di Vittorio Zedda

Come sempre i nuovi strumenti che l’ingegno riesce a creare cambiano la vita degli umani.

Il cambiamento è buono o cattivo secondo l’uso che si fa dei nuovi strumenti.

La loro potenzialità viene commisurata all’inizio dall’aiuto e dalla velocità con cui ogni nuovo strumento consente di operare.

La riduzione dei tempi e l’aumentando della qualità, della precisione e della produttività di un processo lavorativo che prima richiedeva tanto impegno, spese, tempo e fatica emergono di prim’acchito come chiari indicatori di successo del nuovo strumento.

Ma uno strumento nuovo non serve solo a fare più agevolmente “cose vecchie”.

Penso al mondo della scuola, sempre presente nel mio vissuto, e mi viene in mente W. Kenneth Richmond.

Nel suo libro “La rivoluzione nell’insegnamento” ( sottotitolo chiarificatore ” Dall’impulso tecnologico a una nuova pedagogia” ) alludendo al ricorrente fenomeno della comparsa in campo didattico di nuove strumentazioni tecnologiche di cui non si capisce l’effettiva portata innovativa, usa un’efficace metafora: “la sindrome della carrozza senza cavalli”.

Nelle prime automobili la gente vide solo delle carrozze senza cavalli, e così ribattezzò lo “strumento nuovo” con il nome di uno “strumento vecchio”, evidenziando ciò di cui era privo piuttosto che quello che di nuovo aveva.

A ben vedere la “sindrome della carrozza” toccò anche alla denominazione di quello che chiamiamo computer ( cioè calcolatore) :un complesso congegno che non è solo un calcolatore bensì un elaboratore elettronico multimediale e multifunzionale con infinite modalità d’impiego.

Curiosamente dei nuovi strumenti tecnologici la gente non saprebbe che farsene fino a quando non li prova .

E dopo averli provati si lascia guidare affascinata dagli imprevisti percorsi che il nuovo strumento apre di fronte ai loro occhi, prima ancora di utilizzarli per effettive e concrete esigenze. In un ciclico alternarsi di tecnologia che coinvolge gli uomini e di uomini che “cavalcano” la tecnologia e continuamente la trasformano.

Coloro che acquisiscono le migliori competenze in un qualsiasi campo tecnologico esercitano un potere o poteri diversi che i meno competenti non hanno, e quindi subiscono.

La cosiddetta “Intelligenza artificiale” è la nuova arena di confronto fra coloro che ancora non sanno di che si tratti e coloro che già da tempo e sempre più largamente ne fanno uso.

Alla metafora di Richmond ne proporrei quindi in aggiunta un’altra .

Mi trovai mezzo secolo fa a girare in taxi nel traffico caotico di Napoli, dove pareva che i sensi di marcia fossero tutti permessi e i semafori non vietassero niente a nessuno. Alle mie garbate osservazioni sulla “guida creativa” dell’autista , lo stesso altrettanto garbatamente replicò : “Signo’ , accà chi prima si sveglia comanda”.

Quella risposta mi pare buona anche in materia di Intelligenza artificiale. In un dibattito in videoconferenza sul tema , una professoressa di scuola secondaria espone la sua esperienza in materia e racconta il suo primo casuale “incontro” con l’intelligenza artificiale.

Impegnata a sostenere un allievo nel suo percorso verso la maturità, aiuta lo stesso a orientarsi nell’elaborazione di un saggio dal titolo ben definito.

Lo guida quindi a individuare ed annotare , anzitutto, una sequenza logica o “scaletta” di argomenti e relativi sviluppi in previsione di una conclusione congruente con il tema e il suo svolgimento.

Ma l’allievo ad un certo punto la interrompe e le propone: “Perché non proviamo a elaborare il saggio con l’intelligenza artificiale? Possiamo usare “Chat.GPT”.

La professoressa non si lascia spiazzare dalla proposta e risponde: “Proviamo”.

L ‘alunno apre l’ “applicazione” sul pc e inizia impostando i dati che la procedura richiede : argomento, titolo, finalità, fino al numero di righe della lunghezza del testo.

Pronti? Via.

Una volta attivato “Chat. GPT” sforna il lavoro finito in breve tempo.

La prof. lo legge e lo trova completo, corretto, perfetto nella forma e nei contenuti.

Eccellente. Si chiede però che cosa potrebbe succedere in una classe in cui tutti gli allievi per lo stesso saggio si avvalessero di “Chat.GPT”.

Ne sortirebbero 25 svolgimenti identici?

Non resta che provare.

Viene reimpostato con Chat.GPT lo stesso saggio, con le stesso titolo e le stesse caratteristiche.

Risultato: ancora un ottimo svolgimento, coerente con il tema, ma diverso nell’esposizione.

Altrettanto tecnicamente valido quanto il primo.

Resta da fare un terzo tentativo per appurare questa varietà espositiva che lo strumento è in grado di fornire con lo stesso ineccepibile risultato sullo stesso tema.

L’esito conferma quanto atteso: per la terza volta uno svolgimento diverso ma coerente con l’argomento, le conclusioni, la qualità e i contenuti.

Valido come i due precedenti elaborati.. A questo punto gli interrogativi sull’uso dell’Intelligenza Artificiale a scuola più che trovare una risposta aprono una serie infinita di interrogativi.

L’ allievo impara in rapporto all’impegno personale che ha profuso nell’elaborazione meditata dell’argomento, nelle ricerche necessarie attivate per documentarsi, nella correlazione degli argomenti e nelle conclusioni cui giunge e nell’efficacia comunicativa con cui le espone.

Viceversa con il saggio elaborato da Chat.GPT, nemmeno è in grado di chiarire la scelta delle argomentazioni e la logica delle conclusioni.

Non ha fatto lavorare il cervello. In un caso del genere “la carrozza è senza cavalli” , ma ha somari al seguito e l’ottundimento mentale ne pare la conseguenza.

Orbene questa è grosso modo la cronaca di un primo impatto con l’Intelligenza Artificiale a scuola.

Ha i limiti ma anche l’utilità di un episodio ben circoscritto e definito.

Non vuole essere un giudizio da incompetenti sull’intelligenza artificiale e le migliaia (o milioni)di applicazioni che può avere in un infinito panorama di usi e di impieghi opportuni.

E’ solo un segnale su cui riflettere , non dimenticando ciò che lo stesso Elon Musk affermò e con cognizione di causa, si presume : “L’intelligenza Artificiale è un rischio per l’umanità”.

Gli interrogativi sono tutti aperti.

Scuola Futura

Arriva a Cagliari Scuola Futura, il campus itinerante del Ministero dell’Istruzione e del Merito sugli investimenti del Pnrr che toccherà tutte le regioni per coinvolgere le comunità scolastiche sui temi e sulle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per promuovere la formazione sulla didattica innovativa.

Da venerdì 2 a lunedì 5 febbraio più di 1500 studenti e docenti provenienti da circa 200 scuole di ogni regione d’Italia saranno coinvolti in attività formative che abbineranno ambiti come lo sport, il cibo e le nuove tecnologie digitali alle discipline scientifiche e tecnologiche. Oltre ai 15 laboratori di didattica per gli studenti delle scuole primarie e secondarie sono previsti numerosi percorsi formativi dedicati ai docenti, ai dirigenti e al personale scolastico.

L’iniziativa sarà l’occasione per il lancio ufficiale della settimana delle Stem (4 – 11 febbraio), acronimo che racchiude le discipline Science (Scienza), Technology (Tecnologia), Engineering (Ingegneria) e Mathematics (Matematica), il cui potenziamento è previsto dalla riforma del Pnrr e nelle linee guida del Mim.

L’apertura dei laboratori e delle attività di Scuola Futura si è tenuta oggi presso il Bastione Saint Remy, luogo simbolo di Cagliari ubicato nel cuore della città vecchia.

“Con Scuola Futura – afferma Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito – abbiamo inaugurato un viaggio che toccherà tutte le regioni d’Italia per valorizzare i tanti progetti Pnrr del Ministero e quello che stiamo facendo per la scuola: con la riforma dell’istruzione tecnica e professionale e il potenziamento delle materie Stem vogliamo garantire ai nostri ragazzi una formazione altamente qualificata, in linea con le esigenze richieste dalle imprese nelle varie aree del nostro Paese. Lunedì prossimo sarò a Cagliari per incontrare i tanti studenti, dirigenti, docenti e personale scolastico e illustrare gli interventi effettuati sul territorio grazie ai fondi Pnrr per la messa in sicurezza e l’efficientamento degli edifici, il potenziamento dell’offerta formativa (con la realizzazione di laboratori 4.0 e il maggiore utilizzo della didattica digitale integrata), il contrasto alla dispersione scolastica e l’erogazione di un numero sempre più alto di servizi. La Sardegna è una regione ricca di bellezza e dalle enormi potenzialità: una scuola di grande qualità può essere decisiva nel favorirne lo sviluppo”.

Il Ministro Valditara sarà a Cagliari lunedì 5 febbraio a partire dalle 13.15, per visitare Scuola Futura Campus e incontrare i tanti studenti, docenti, dirigenti e lavoratori della scuola lì presenti.

Programma

IA o valorizzazione delle eccellenze?

Intelligenza artificiale o valorizzazione delle eccellenze?

di Gennaro Iasevoli (*)

Se si presta attenzione alle scuole delle palestre dell’antica Grecia, alle esperienze della latinità classica, alle scuole di élite italiane del primo novecento fino alla scuola media unica e poi gli istituti liceali, professionali e tecnici del secondo novecento, passando ad oggi, si nota costantemente e chiaramente che la sola valorizzazione delle eccellenze non è bastata a riempire il vuoto tra la cultura ed il popolo: gli alunni bravi e super bravi hanno costituito e costituiscono ancora oggi una esigua percentuale dei frequentanti e quindi restano poco rappresentativi del livello generale di formazione e di cultura prevalente delle comunità.

Gli studenti chiamati eccellenti hanno, senza dubbio, un rendimento pienamente adeguato alla classe frequentata e quindi, nelle occasioni fornite dai gemellaggi, possono confrontarsi agevolmente anche con altri compagni di studio bravi di altre regioni geografiche.

Essi si distinguono perché frequentano la scuola con grande desiderio, trovano nello studio un ammirevole appagamento personale e mostrano talvolta, già da piccoli, un comportamento sociale ed uno stile visibilmente ispirati alla vita di futuri professionisti.

Ma, venendo ai numeri, li possiamo contare per classe sulla punta delle dita di una mano, comunque non più di tre o quattro!

Qualche docente più ottimista parla di gruppi di bravi in alcune classi e poi di esistenza di altre classi omogenee, “appiattite verso un basso rendimento”, senza alcun gruppo trainante.

Se vogliamo, immergendoci anche nel reticolo delle esperienze progettuali scolastiche, constatiamo poi un’altra realtà che in fin dei conti conferma queste premesse; infatti i progetti nazionali ed europei fanno principalmente da stimolo per la massa degli studenti, creando un maggior coinvolgimento nello studio di gruppo, rendendo l’apprendimento più interessante con l’impiego di grosse risorse strumentali e quindi economiche, spesso con stages, incontri, gemellaggi e viaggi: alla fine il numero dei ragazzi eccellenti non varia visibilmente.

Intanto, fuori le mura della scuola, le necessità economiche e geo-politiche dello stato, come di ogni stato post-moderno, esigono urgenti disponibilità di operai, tecnici, ingegneri, medici, giuristi, imprenditori, operatori, professionisti pronti a ricoprire una infinità di ruoli professionali, da allocare nel reticolo funzionale della società contemporanea, soprattutto forniti di discreta conoscenza delle lingue, della matematica, dei rischi lavoro correlati, del pc, dei principali dispositivi meccatronici funzionanti in ogni angolo ed in ogni momento della giornata.

Anzi anche quando un operaio, un operatore o un professionista torna dal lavoro ed è a casa per recuperare i suoi spazi vitali e sociali privati, non può nemmeno ritenersi immune da improvvise problematiche spurie, che continuano ad interconnetterlo col posto di lavoro, attraverso la sua onnipresente dotazione personale fatta di telefonini, pc, allarmi, chiavi elettroniche, password.

Pertanto nella formazione scolastica, emerge l’esigenza preponderante di una cultura ben delineata, finalizzata, corrispondente ad uno schema che non deve essere né vecchio né marcatamente innovativo, ma semplicemente utile alla fruizione ed alla condivisione rispetto ad una determinata e dichiarata fascia di offerta di lavoro.

Perché succede tutto questo? La risposta viene dagli economisti: necessita mantenere il livello del PIL (prodotto interno lordo) , cercando di aumentarlo! Se il PIL cade, nasce la disoccupazione, i genitori hanno meno risorse per sostenere lo studi dei figli, lo Stato riduce i fondi destinati all’edilizia scolastica ed i fondi per il funzionamento, oppure arranca per sostenere la spesa della pubblica istruzione.

Per mantenere il livello del PIL (prodotto interno lordo) lo stato deve fare i conti con l’implementazione delle nuove tecnologie, con le esportazioni e concorrenza dei mercati che impongono livelli di produzione sempre all’avanguardia come qualità, altrimenti i compratori interni ed esteri si rivolgono altrove.

Queste necessità di mercato non si possono più trascurare ed impongono alla scuola di fornire ai diplomati e laureati la giusta preparazione e formazione per essere al pari con i colleghi di altre Nazioni progredite.

Non solo: la preparazione del diplomato e del laureato deve essere predisposta “all’innesto” rapidissimo di eventuali nuove competenze tecnologiche principalmente legate alla meccatronica ed all’intelligenza artificiale, appunto per progettare e produrre ciò che la fantasia umana, le scienze ed i mercati esigono, talvolta in tempi rapidissimi. In quest’ottica una formazione scolastica che si adagiasse su pochi approfondimenti di un tempo passato e soltanto sul contributo dell’esiguo numero di ragazzi eccellenti, rimarrebbe fuori mercato, e non basterebbe nemmeno uno stuolo di scienziati in marketing per attirare gli interessi del mondo sui nostri prodotti obsoleti.

Quindi, come potrà oggi, la scuola, soddisfare le richieste formative per garantire delle competenze schematizzate o polivalenti ai suoi diplomati affinché essi si inseriscano positivamente in una determinata fascia funzionale della città intelligente, in cui c’è un irrefrenabile flusso di fruizione e condivisione di beni e servizi alla moda del momento?

Appunto per questo stanno nascendo nuove realtà formative attraverso licei di nuova generazione che cercano di mettere insieme le discipline più consone alle richieste della società attuale, che accelera le sue funzioni anche con anticipatori ed acceleratori elettronici del pensiero umano attraverso la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale.

E qui rispondo a chi chiede “se si possa sostituire l’intelligenza umana con quella artificiale” : dico che sono e saranno sempre due cose diverse ma non c’è da scherzare con gli “ordinateurs dell’ultima generazione”; queste macchine con i loro programmi composti da una miriade di contributi culturali ed ingegneristici sebbene non sostituiscano l’uomo lo surrogano abbondantemente in ogni particolare, in maniera assai complessa, fino ad arrivare a produrre delle soluzioni tanto innovative e tanto allettanti che incantano i consumatori e riescono a celare finanche alcuni effetti pericolosi.

Ma non rinneghiamo gli sforzi compiuti nel passato e consoliamoci osservando che in fin dei conti la scuola sta cambiato pelle e diminuisce la distanza fra cultura e popolo, sempre senza troppe eccellenze, in linea con questa smania collettiva di fruizione e di condivisione.

Rispondo anche a chi chiede che fine faranno quegli alunni bravi in latino, in greco, in storia dell’arte, in letteratura italiana dopo aver rappresentato per anni il lievito della cultura di uno stato?

Sarà bene continuare a valorizzarli ed a premiarli, perché la loro voce è sempre un punto di riferimento, da cui partire per le valutazioni a livello storico-antropologico.

(*) esperto scientifico Albo REPRISE, Ministero Università e Ricerca

Intelligenza artificiale e didattica

Intelligenza artificiale e didattica

di Enrico Maranzana

L’intelligenza artificiale è oggetto di studio e di valutazione. In questo scritto si scandaglierà il suo impatto in campo educativo: la storia dell’evoluzione tecnologica consentirà di delimitare l’ambito del problema dell’informatica nella scuola. 

Inizialmente si rifletta sul passaggio dalla calcolatrice al computer: alla base dell’evoluzione c’è l’idea che la memoria della calcolatrice possa ospitare non solo numeri, ma anche regole e le applichi per risolvere specifiche questioni.

Capacità di sistematizzare, di modellare, di algoritmizzare e di controllare sono alcune delle qualità necessarie per dominare il cambiamento indotto dal nuovo scenario.

Consideriamo ora gli effetti della comunicazione in rete, che fino agli anni 90 apparteneva esclusivamente all’ambito militare: il mondo è diventato un villaggio globale, i motori di ricerca facilitano l’accesso alle informazioni, le relazioni interpersonali sono facilitate, la velocità del cambiamento accelera, la realtà virtuale diventa parte integrante del nostro ambiente … Inoltre, le risposte agli interventi sono immediate.

Ecco alcuni comportamenti utili per l’interazione con internet: dominare il cambiamento sviluppando nuove competenze, percepire e definire problemi, formulare domande, individuare le parole chiave, distinguere i dati dalle informazioni, valutare la credibilità delle fonti …

Siamo giunti all’ultimo sviluppo: tratteremo ChatGPT come modello dell’intelligenza artificiale.

Il rapporto uomo/macchina cambia radicalmente. Le richieste che noi rivolgiamo ai siti della rete contengono gli elementi caratterizzanti il risultato atteso; nel nuovo ambiente, invece, il colloquio con il calcolatore è del tutto simile a quello umano; le risposte derivano dall’analisi del testo introdotto e sono ottenute seguendo procedimenti probabilistici.

I motori di ricerca, Google ad esempio, restituiscono risultati estratti da documenti, da archivi o da pagine web mentre ChatGPTli ottiene tracciando percorsi nei propri archivi: sono camminideterminati in base al contesto della questione posta dall’utente. Gli esiti possono essere più di uno, differenti.

Le risposte dell’intelligenza artificiale possono assumere forma descrittiva o narrativa, seguite da eventuali approfondimenti. 

Le relative conversazioni possono riguardare la generazione di testi, di poesie e attività che richiedono l’elaborazione del linguaggio naturale come la correzione di uno scritto, lo sviluppo alternativo di avvenimenti storici, la spiegazione di concetti o argomenti specifici, il chiarimento di questioni tecnologiche, i consigli sulla salute personalizzati e altro ancora.

ChatGPT non determina le risposte con processi algoritmici ma le elabora in base alle sue conoscenze e a modelli statistici deilinguaggi; itinerari che, traslati in campo umano, sarebberodefiniti esperienziali.

La sintassi determina le sue azioni, non la semantica, come avviene in geometria. Un punto d’ingresso alla problematica è in rete: “Laboratorio di matematica: gii automi a stati finiti, per studenti della secondaria di primo grado”.

Chiediamoci infine come cambieranno le attività scolastiche con l’avvento dell’intelligenza artificiale.

Per rispondere è necessario condividere il significato dieducazione, da intendere come individuazione, crescita e maturazione delle capacità individuali [legge 12/2020]. 

Per poter osservare tali capacità, i docenti predispongono occasioni di lavoro finalizzate.

Ecco emergere l’attualità dell’insegnamento del pedagogista Francesco De Bartolomeis, il quale proponeva un approccio flessibile all’educazione, coinvolgendo attivamente gli studenti nella scoperta e nella costruzione del sapere mediante indagine e ricerca. Si tratta di una didattica che presuppone il possesso, da parte di ogni studente, dell’origine e del senso del proprio agire.

La pratica dei metodi d’indagine, propri delle diverse discipline, è diventata la finalità delle attività di laboratorio.

Finiti i lavori, gli studenti ne presentano gli esiti. 

Segue il confronto, la sintesi e la sistematizzazione del docente, anche col supporto dell’intelligenza artificiale.

Come conclusione s’indica la via per attivare l’attività descritta: ilConsiglio di Istituto ne ha la facoltà. Uno degli oggetti del suo mandato costitutivo è la delibera dei “Criteri generali per la programmazione educativa” [Dlgs 297/94 art.10 comma 3 lettera d].

Scuola Futura

“La Puglia è una regione strategica e l’istruzione giocherà un ruolo di primo piano nel favorirne lo sviluppo; per questo ho scelto di partire da qui per presentare i progetti PNRR e le iniziative che andranno a costruire la scuola del futuro”, così Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, durante la sua visita istituzionale a Lecce in occasione di Scuola Futura.

“Oggi ho potuto toccare con mano le eccellenze in ambito di istruzione: laboratori all’avanguardia, una didattica innovativa e un uso sapiente delle nuove tecnologie digitali. Modelli che dobbiamo aiutare a emergere e ad affermarsi sul territorio”, ha detto Valditara, che ha ricordato come, in ambito PNRR, tra nuove assegnazioni e risorse sbloccate, il Ministero abbia messo a disposizione oltre 1 miliardo di fondi per le istituzioni scolastiche e gli enti locali pugliesi. Di questi, 589 milioni saranno destinati a interventi di edilizia scolastica e 422 milioni per interventi su scuole e ITS. Inoltre, dei 320 milioni di euro per il Mezzogiorno di Agenda Sud e decreto Caivano, circa 40 mln vanno alle Scuole primarie e 24 alle Scuole secondarie della Puglia.

“Grazie a questi fondi gli istituti scolastici faranno un grande passo in avanti in ottica di servizi, dotazioni tecnologiche e formazione. Se alle tante risorse che offre il territorio aggiungiamo una scuola di qualità, sono convinto che la regione diventerà un motore per la crescita dell’Italia”, ha concluso Valditara.

Nuovi Orizzonti per l’apprendimento


L’UNICEF pubblica il Report “Nuovi Orizzonti per l’apprendimento.  L’uso della tecnologia educativa per supportare l’apprendimento della lingua e l’inclusione sociale dei bambini svantaggiati in Italia” 

  • In media, ogni anno, sono 20.000 gli studenti neo-arrivati che si iscrivono nelle scuole in Italia. 
  • Il Report nasce da una sperimentazione che ha coinvolto circa 400 studenti. La piattaforma è stata oggi estesa a oltre 1000 alunni. 

Roma, 14 novembre – L’UNICEF pubblica oggi il report “Nuovi Orizzonti per l’apprendimento.  L’uso della tecnologia educativa per supportare l’apprendimento della lingua e l’inclusione sociale dei bambini svantaggiati in Italia”, che presenta i risultati del primo anno della sperimentazione di Akelius, la piattaforma digitale per l’apprendimento delle lingue straniere. 

Tra il 2014 e il 2020 più di 700.000 richiedenti asilo e migranti sono arrivati in Italia e, secondo i dati di fine novembre 2022, circa 49.400 minori rifugiati dall’Ucraina sono entrati in Italia. Dal 2016 al 2021, si sono iscritti nelle scuole in Italia una media di circa 20.000 studenti neo-arrivati (NAI) ogni anno. Molti bambini incontrano ancora difficoltà nell’acquisire le competenze fondamentali della lingua italiana. Questo è particolarmente vero per gli studenti stranieri, che rappresentano uno studente su dieci nelle scuole pubbliche.  

Il rapporto si basa sulla sperimentazione di Akelius nel 2021/2022 che ha coinvolto oltre 400 studenti in due istituti comprensivi di Roma e Bologna, qui in partenariato con la cooperativa sociale Agire Insieme Per l’Intercultura (AIPI). Da allora, l’UNICEF ha esteso l’utilizzo della piattaforma in altre 60 scuole italiane e associazioni ucraine, in collaborazione con la Fondazione ISMU, coinvolgendo oltre 1000 alunni neo-arrivati. 

Akelius aiuta gli studenti a imparare la lingua in modo divertente grazie all’approccio didattico innovativo di blended learning, che integra l’uso di tablet e contenuti interattivi in combinazione con i materiali di lezione in aula. 

Dall’analisi condotta dall’ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale in collaborazione con l’Ufficio di Ricerca UNICEF Innocenti, l’uso della piattaforma digitale nelle classi ha accelerato l’apprendimento dell’italiano e dell’inglese degli studenti attraverso percorsi personalizzati adatti anche a bambine e bambini con bisogni educativi speciali. Akelius ha inoltre migliorato la motivazione degli studenti all’apprendimento, in gran parte grazie ai contenuti ludici e il feedback istantaneo.  

Questo approccio è stato particolarmente utile per facilitare l’inclusione scolastica e sociale degli alunni neo-arrivati in Italia e dei bambini con disabilità, dando agli insegnanti la possibilità di fornire un supporto personalizzato ai diversi studenti.  

La ricerca ha evidenziato alcune raccomandazioni importanti per gli insegnanti e le scuole. In primo luogo, è fondamentale stabilire protocolli chiari per la gestione dei dispositivi digitali, con regole ben definite e responsabilità specifiche. Inoltre, i docenti possono pianificare le loro lezioni considerando sia come i contenuti di apprendimento digitale possano arricchire l’insegnamento, sia come i dispositivi digitali verranno utilizzati in classe. Infine, la formazione degli insegnanti sull’apprendimento digitale dovrebbe essere pratica e concentrarsi non solo sulle abilità digitali di base, ma anche su come integrare in modo efficace l’uso della tecnologia educativa all’interno dell’ambiente scolastico. 

Scuola Digitale 2022-2026

Scuola Digitale 2022-2026. Uno sguardo al futuro.

Dario Angelo TUMMINELLI, Carmelo Salvatore BENFANTE PICOGNA e Zaira MATERA

L’evoluzione tecnologica continua a trasformare rapidamente le tecniche, le strategie, i metodi e gli ambienti di insegnamento/apprendimento. Il programma “Scuola Digitale 2022-2026” si propone di creare ambienti educativi e formativi che sfruttino appieno le opportunità offerte dalla tecnologia per migliorare l’apprendimento delle nostre studentesse e dei nostri studenti e prepararli ad un futuro sempre più digitale e tecnologico.

Scuola digitale 2022-2026 è, infatti, un piano per la transizione digitale delle scuole attivato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione anche con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), PagoPA S.p.A. e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Esso mira a rendere le Istituzioni scolastiche sempre più moderne, accessibili, integrate ed efficienti grazie alla trasformazione digitale e trova fondi e risorse nel noto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Al fine di agevolare le Istituzioni scolastiche il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha implementato un’apposita piattaforma ministeriale raggiungibile dal link: https://www.istruzione.it/responsabile-transizione-digitale/; sito dedicato dove è possibile reperire informazioni utili, le iniziative e gli eventi nonché consultare la normativa di settore.

In questo spazio web riservato è possibile consultare il video spot https://youtu.be/K919intzhjs che illustra le finalità e i quattro principali pilastri (progetti) su cui si basano le azioni innovative di seguito brevemente elencate:

  1. Migrazione al cloud: per favorire l’adozione di soluzioni cloud sicure, affidabili, economiche e qualificate per la gestione dei dati e dei servizi/applicazioni delle Istituzioni scolastiche in coerenza con quanto definito all’interno della Strategia Cloud Italia. Il progetto è finanziato nell’ambito della Missione 1, Componente 1, investimento 1.2 del PNRR finanziato dall’Unione europea nel contesto dell’iniziativa Next Generation;
  2. Siti web: per creare o rinnovare i siti web delle scuole, rendendoli più fruibili, accessibili (navigabili) aggiornati e conformi alle normative migliorando la fruibilità dei servizi digitali offerti alle famiglie, alunni e a tutto il personale scolastico. Come per il punto sopra la misura è finanziata nell’ambito della Missione 1, Componente 1, investimento 1.4 del PNRR;
  3. Adozione di PagoPA e AppIO: per semplificare e digitalizzare i pagamenti e le comunicazioni tra le scuole e le famiglie, tramite il sistema PagoPA e l’applicazione IO, quale principale punto di contatto tra Enti e cittadini per la fruizione dei servizi pubblici digitali;
  4. SPID e CIE: promuovere l’adozione dell’identità digitale (Sistema Pubblico di Identità Digitale, SPID e Carta d’Identità Elettronica, CIE), consentendo ai cittadini l’accesso ai servizi digitali erogati dalle Istituzioni scolastiche attraverso SPID e CIE.

Saranno, inoltre, implementati

Open ID Connect: per facilitare l’accesso ai servizi digitali con la Carta d’identità elettronica, grazie al nuovo protocollo Open ID Connect;

Piattaforma notifiche digitale: per inviare notifiche digitali personalizzate e tempestive ai cittadini, tramite SMS, email o app;

Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND): per realizzare una piattaforma che consenta di condividere e analizzare i dati delle scuole, al fine di migliorare la qualità dell’offerta formativa e la valutazione dei risultati.

Per facilitare la transizione al digitale è stato individuato, a livello nazionale per tutte le Istituzioni scolastiche, il Responsabile per la Transizione Digitale (RTD) nella persona del Direttore della “Direzione generale per i sistemi informativi e la statistica” – DGSIS (ex DGCASIS), ai sensi dell’art. 6, comma 5, lettera t, del D.P.C.M. 30 settembre 2020, n. 166 e del Decreto Ministeriale del 22 febbraio 2022, n. 42. Il ruolo e i compiti del Responsabile per la Transizione Digitale sono stati definiti dalla Circolare del Ministero per la Pubblica Amministrazione n. 3 del 01 ottobre 2018 che evidenzia quanto già fissato nell’art. 17 del Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (cd. Codice dell’Amministrazione Digitale – CAD), sottolineando la centralità e la valenza strategica di tale figura nell’ambito dell’assetto organizzativo della Pubblica amministrazione (fonte MIM).

Per partecipare al programma le Istituzioni scolastiche devono accedere alla piattaforma PA digitale 2026, attivare il profilo della propria istituzione e candidarsi agli avvisi dedicati. Il programma offre anche supporto e assistenza alle scuole tramite il Transformation Office e le equipe e i team territoriali. A titolo di esempio si riporta l’Avviso Investimento 1.2 “Abilitazione al Cloud per le PA Locali” – Scuole ottobre 2023 attualmente attivo, con scadenza 01 marzo 2024, consultabile dal link: https://areariservata.padigitale2026.gov.it/Pa_digitale2026_dettagli_avviso?id=a017Q00001MQRHgQAP).

La transizione digitale delle scuole è più di un passo verso il futuro; è una vera opportunità per rivoluzionare l’istruzione e la formazione. Investire in tecnologie educative significa investire nel potenziale degli studenti, preparandoli non solo per il successo formativo, ma anche per una vita adulta in grado di gestire con competenza e serenità le sfide e le opportunità con cui verranno inevitabilmente a confrontarsi. Attraverso la collaborazione, l’innovazione e l’impegno continuo, le scuole possono creare un ambiente di apprendimento stimolante e inclusivo, plasmando così il futuro dei leader, degli innovatori e dei cittadini digitali del mondo.

Bibliografia

  • DECRETO LEGISLATIVO 7 marzo 2005, n. 82 “Codice dell’amministrazione digitale
  • DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 30 settembre 2020, n. 166 “Regolamento concernente l’organizzazione del Ministero dell’istruzione”.
  • DECRETO MINISTERIALE del 22 febbraio 2022, n. 42 “Unità di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

Sitografia

  • MINISTERO DELL’ISTRUZIONE

https://www.istruzione.it/responsabile-transizione-digitale/

  • MINISTERO DELL’ISTRUZIONE
  • MINISTERO DELL’ISTRUZIONE

https://www.istruzione.it/spid-cie/

  • MINISTERO DELL’ISTRUZIONE

https://www.miur.gov.it/-/responsabile-per-la-transizione-digitale-rtd–1

  • DIPARTIMENTO PER LA TRASFORMAZIONE DIGITALE – PA digitale 2026

https://padigitale2026.gov.it/

L’importanza delle discipline STEM

L’importanza delle discipline STEM… nuove competenze e nuovi linguaggi

di Cettina Calì

Con il Decreto Ministeriale n. 184 del 15 settembre 2023, il MIM ha adottato le Linee guida per le discipline STEM, finalizzate ad introdurre, appunto, nel PTOF delle scuole di ogni ordine e grado e nei servizi educativi per l’infanzia, azioni dedicate a rafforzare nei curricoli lo sviluppo delle competenze matematico-scientifico-tecnologiche e digitali, legate sia agli specifici campi di esperienza sia all’apprendimento delle discipline.

Con nota n. 4588 del 24 ottobre il Ministero ha comunicato a dirigenti scolastici, docenti e studenti gli obiettivi dell’adozione delle Linee guida, che vogliono essere una prima, incisiva risposta per superare le difficoltà nell’apprendimento in matematica evidenziate dagli esiti delle prove Invalsi svolte negli ultimi anni.

“A decorrere dall’anno scolastico 2023/2024 le istituzioni scolastiche dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo di istruzione statali e paritarie aggiornano il piano triennale dell’offerta formativa e il curricolo di istituto prevedendo, sulla base delle Linee guida di cui al comma 1, azioni dedicate a rafforzare lo sviluppo delle competenze matematico-scientifico-tecnologiche, digitali e di innovazione legate agli specifici campi di esperienza e l’apprendimento delle discipline STEM. (D.M. n° 184 del 15 settembre 2023, al comma 2 e 3)  

L’Acronimo inglese STEM é  riferito a diverse discipline – Science, Technology, Engineeringe Mathematics (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) –  e indica l’insieme delle materie scientifiche-tecnologiche-ingegneristiche, ritenute necessarie allo sviluppo di conoscenze e competenze scientifico-tecnologiche, richieste prevalentemente dal mondo economico e lavorativo. 

L’esigenza di rafforzare gli insegnamenti STEM scaturisce dagli esiti di ricerche internazionali sul livello di preparazione degli studenti (PISA3, TIMSS4, INVALSI) che hanno messo in evidenza la presenza di alte percentuali di studenti che hanno scarse competenze nelle discipline scientifiche, causando ciò ripercussioni anche sul mondo del lavoro. 

In questa prospettiva si pone anche il Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027 – “Ripensare l’istruzione e la formazione per l’era digitale secondo il quale “l’approccio STEAM per l’apprendimento e l’insegnamento collega lediscipline STEM e altri settori di studio”. 

Con il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), i progetti PON finanziati con i fondi strutturali europei e, più recentemente ilPiano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nell’ambito delquale è stato anche adottato il Piano “Scuola 4.0”, si è incentivata la diffusione di metodologie didattiche innovative basate sul problem solving, sulla risoluzione di problemi reali, sulla interconnessione dei contenuti per lo sviluppo di competenze matematico-scientifico- tecnologiche. 

Il PNRR ha previsto, infatti, una specifica linea di investimento – “Nuove competenze e nuovi linguaggi” (Missione 4, Componente 1, Investimento 3.1) – a cui è stata correlata l’adozione di specifiche norme, introdotte dall’articolo 1, commi 552-553, della legge n. 197 del 2022. La misura promuove l’integrazione, all’interno dei curricula di tutti i cicli scolastici, di attività, metodologie e contenuti volti a sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione, secondo un approccio di piena interdisciplinarità. Per il PNRR “l’intervento sulle discipline STEM – comprensive anche dell’introduzione alle neuroscienze – agisce su un nuovo paradigma educativo trasversale di carattere metodologico”.

I documenti programmatici relativi alla scuola dell’infanzia, alprimo e al secondo ciclo di istruzione offrono molti spunti di riflessione per un approccio integrato all’insegnamento delle discipline STEM, pur non trattandole unitariamente.
In detti documenti si ravvisa la consapevolezza della necessità della collaborazione tra i diversi saperi, la contaminazione tra la formazione scientifica e quella umanistica. Il fulcro dell’insegnamento delle discipline STEM è un approccio inter e multi disciplinare, che si sviluppa tra teoria e pratica.

Le Linee guida suggeriscono alle istituzioni scolastiche di utilizzare tutte le possibilità offerte dalla flessibilità loro riconosciuta dall’autonomia nell’organizzazione degli spazi, dei tempi e dei gruppi, nella predisposizione e nell’utilizzo di efficaci ambienti di apprendimento, nella gestione dell’organico dell’autonomia. Le metodologie ritenute efficaci sono, comunque, molteplici:

1- Laboratorialità e learning by doing che favorisce il coinvolgimento in attività pratiche e progetti degli studenti e consente di porre gli stessi al centro del processo di apprendimento, incentivando un approccio collaborativo per la risoluzione di problemi concreti.

2- Problem solving e metodo induttivo che permette agli i studenti di identificare un problema, di pianificare possibili soluzioni e valutare le stesse. Tale metodologia sviluppa una comprensione approfondita dei concetti e delle abilità coinvolte.

3- Attivazione dell’intelligenza sintetica e creativa, dove attraverso la scomposizione e ricomposizione dei dati e delle informazioni viene stimolata la ricerca di soluzioni innovative a problemi reali

4- Organizzazione di gruppi di lavoro per l’apprendimento cooperativo in cui ogni alunno assume un ruolo specifico, con compiti e responsabilità ben delineate. Tale approccio consente di valorizzare le capacità comunicative e favorisce l’autonomia e l’interdipendenza nel prendere decisioni, individuando possibili scenari e ipotizzando soluzioni univoche o alternative,

5- Promozione del pensiero critico nella società digitale al fine di incentivare gli studenti a sviluppare il pensiero critico per diventare futuri cittadini digitali consapevoli.

6- Adozione di metodologie didattiche innovative mediante una didattica attiva che pone ogni studente in una situazioni reale al fine di apprendere, operare, cogliere i cambiamenti, correggere i propri errori e supportare le proprie argomentazioni.

Già dalla scuola dell’infanzia occorre fare leva sull’innatointeresse del bambino verso  il mondo che lo circonda, al fine di esplorarlo e scoprirlo, predisponendo ambienti stimolanti e incoraggianti.
L’esplorazione deve essere vissuta in modo olistico, coinvolgendo diversi canali sensoriali, permettendo la scoperta graduale, mediante la costruzione e la ricostruzione, utilizzando latecnologia in modo critico e creativo, promuovendo la creatività e la curiosità, favorendo la didattica inclusiva e sviluppando  l’autonomia degli alunni durante le attività proposte. 

L’insegnamento STEM consente ai bambini, già dalla scuola dell’infanzia, di mettere immediatamente in pratica ciò che apprendono. 

La valutazione delle competenze STEM non può che essere formativa, ricorrendo a compiti di realtà (prove autentiche, prove esperte) e ad osservazioni sistematiche. 

Le istituzioni scolastiche, al fine di garantire una formazione diffusa tra i docenti i servizio, hanno, la possibilità, utilizzando le risorse PNRR per la formazione dei docenti, di organizzare percorsi formativi sull’utilizzo delle metodologie didattiche innovative per l’apprendimento delle STEM, in linea con le scelteoperate all’interno del piano triennale per l’offerta formativa e delproprio curricolo, anche basate su percorsi “immersivi”, centrati su simulazioni in spazi laboratoriali innovativi.

Social media e rischi disciplinari

di Carmelo Salvatore BENFANTE PICOGNA, Dario Angelo TUMMINELLI, Zaira MATERA

Con l’evolversi delle nuove tecnologie della comunicazione (TIC) nell’odierna “società liquida” impregnata dalla rapida espansione dei mezzi di comunicazione di massa, i pubblici dipendenti (insegnanti compresi) sono sempre più frequentemente esposti a potenziali rischi di natura disciplinare e penale.

In particolare, in ambito scolastico, i “social network” (Facebook, Instagram, Tit-tok, Twitter, canale YouTube, WhatsApp, Telegram etc.), hanno contribuito sensibilmente e in modo esponenziale, con il loro uso improprio (o, comunque, distorto), a spargere addebiti a carico del personale scolastico con successive e consequenziali irrogazioni di sanzioni disciplinari, per inosservanza dei propri doveri d’ufficio e/o nei casi più gravi, fino a provvedimenti espulsivi quali il licenziamento per giusta causa.

Questa non piena “coscienza” dei rischi e la non perfetta conoscenza della norma ha generato, talvolta, tra il personale scolastico un uso improprio dei social.

Può accadere che il postare sui social un proprio commento (convinzione o parere) inopportuno, sconveniente, se non addirittura denigratorio o comunque lesivo, il cui contenuto possa in qualche modo nuocere all’immagine e al decoro dell’Amministrazione a cui appartiene (a tutti i livelli), possa essere erroneamente scambiato per il sacrosanto diritto di critica e di manifestazione del libero pensiero, invocato dai più a seguito dei conseguenti provvedimenti restrittivi (di censura) a carattere sanzionatorio.

Il diritto di critica e di manifestazione del libero pensiero risiedono nella Carta costituzionale del 1948, nello specifico nell’art. 21, il quale statuisce che: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, mentre il comma 2 dello stesso articolo prosegue aggiungendo che: “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” naturalmente, a patto che, le stesse pubblicazioni (cartacee e digitali) e tutte le altre forme libere di espressione (manifestazioni di pensiero e diritto di critica) non siano contrarie al buon costume o non offendano altre persone o soggetti di diritto.

Tali principi, si noti bene, di rango costituzionale, sono stati pienamente recepiti e traslati nell’art. 1 della Legge 20 maggio 1970, n. 300 “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento” pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 131 del 27 maggio 1970, semplicemente nota ai più come “Statuto dei lavoratori”.

Per completezza della trattazione si riporta integralmente il citato articolo 1: “I lavoratori, senza distinzione di opinioni politiche, sindacali e di fede religiosa, hanno diritto, nei luoghi dove prestano la loro opera, di manifestare liberamente il proprio pensiero, nel rispetto dei principi della Costituzione e delle norme della presente legge”.

Fatta questa premessa ci addentriamo nell’argomento oggetto di questo studio.

Con il decreto del Presidente della Repubblica 13 giugno 2023, n. 81 “Regolamento concernente modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62” recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie generale n. 150 del 9 giugno 2023 si sono, infatti, apportate delle importanti e innovative modifiche al testo originale del decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62 comunemente noto come “Codice di condotta” o ancora come “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici” a norma dell’articolo 54 del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165, introducendo una serie di articoli (nello specifico 11-bis e 11-ter) che analizzeremo a breve approfonditamente e nel dettaglio (v. infra).

Come previsto dal comma 3 dell’art. 11-bis (da poco introdotto), rubricato in “Utilizzo delle tecnologie informatiche” statuisce che: “il dipendente è responsabile del contenuto dei messaggi inviati” dai loro account istituzionali (caselle di posta elettroniche) e/o personali e similarmente diffusi o pubblicati nelle bacheche virtuali delle piattaforme informatiche e/o digitali.

A regolamentare nel dettaglio l’uso dei mezzi di informazione e dei social media è l’articolo 11-ter del sopracitato decreto. L’articolo in parola, composto da soli cinque commi, sensibilizza ulteriormente il personale dipendente statale, invitandolo sempre e comunque al corretto uso dei mezzi digitali, c.d. “etica pubblica” o comportamento etico, e ad ogni altra forma di prudenza e cautela nell’utilizzare i propri account personali sui “social network”, e nel contempo ad astenersi dal diffondere e pubblicare le proprie opinioni, convinzioni e pareri,  o ancora i propri giudizi, il cui contenuto possa in qualche modo nuocere all’immagine e al decoro dell’Amministrazione a cui appartiene, riguardanti eventi, cose o persone (personale dirigenziale e colleghi).

Approfondimento In merito all’etica pubblica o comportamento etico, l’Amministrazione di appartenenza, come previsto espressamente l’art. 15 comma 5-bis del decreto n. 81, dovrà prevedere dei cicli formativi sui tali temi, da “svolgersi obbligatoriamente, sia a seguito di assunzione, sia in ogni caso di passaggio a ruoli o a funzioni superiori, nonché di trasferimento del personale, le cui durata e intensità sono proporzionate al grado di responsabilità”.   Si evidenzia che l’etica professionale di un educatore, quale è appunto l’insegnante, non si risolve a conclusione del suo orario lavorativo o di servizio, ovvero varcando l’uscita del cancello della scuola, ma permane sempre e ovunque esso/a si trovi e con chiunque si relazioni. Il docente è, dunque, chiamato a non trascendere mai nei toni e nel linguaggio e a non usare parole e/o espressioni deplorevoli o comunque lesive, offensive o denigratorie per altrui cose e persone.

In buona sostanza, la recente disposizione normativa stabilisce che l’uso degli account istituzionali (posta elettronica) è consentito esclusivamente per finalità connesse all’attività lavorativa.

Nello specifico, infatti, il comma 2 invita il pubblico dipendente: “ […] ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale” mentre il successivo comma 4 istituisce per la prima volta una “Social Media Policy”, potremmo dire una sorta di “netiquette” da introdurre a sua volta nei Codici di comportamento, all’uopo adottati dalle pubbliche Amministrazioni, individuando in tal modo le condotte passibili di procedimenti disciplinari, graduandoli adeguatamente e proporzionalmente in base alla gravità delle condotte come di seguito riportato nello tralcio: “Nei codici di cui all’articolo 1, comma 2, le amministrazioni si possono dotare di una “social media policy” per ciascuna tipologia di piattaforma digitale, al fine di adeguare alle proprie specificità le disposizioni […]. In particolare, la “social media policy” deve individuare, graduandole in base al livello gerarchico e di responsabilità del dipendente, le condotte che possono danneggiare la reputazione delle amministrazioni”.

È interessante notare che il comma 5, prevede che: “Fermi restando i casi di divieto previsti dalla legge, i dipendenti non possono divulgare o diffondere per ragioni estranee al loro rapporto di lavoro con l’amministrazione e in difformità alle disposizioni di cui al decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 33, e alla legge 7 agosto 1990, n. 241, documenti, anche istruttori, e informazioni di cui essi abbiano la disponibilità”.

Per completezza della trattazione si evidenza che il codice di comportamento generale deve essere poi integrato con quello specifico adottato dalle singole amministrazioni.

Per tutti i dipendenti in servizio presso il Ministero dell’Istruzione (Amministrazione centrale e periferica, ivi compreso il personale con qualifica dirigenziale, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato, a tempo pieno e a tempo parziale, nonché il personale comandato) è attualmente in vigore il Codice di comportamento allegato al Decreto Ministeriale del 26 aprile 2022, n. 105.

Il decreto in parola, a firma dell’allora Ministro Bianchi, superato il controllo di legittimità, è stato ammesso alla registrazione alla Corte dei conti, con prot. n. 1676 del 03 giugno 2022.

Come viene riportato nel sito del Ministero, la violazione degli obblighi previsti dal Codice integra comportamenti contrari ai doveri d’ufficio ed è dunque fonte di responsabilità disciplinare nonché, nei casi previsti, di responsabilità penale, civile, amministrativa o contabile.

Si dà, infine, menzione della Tabella di corrispondenza tra la violazione dei doveri e le sanzioni disciplinari vigenti, consultabile dal link:

https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Tabella+codice+comportamento.pdf/471af791-daee-96d1-8faf-fba08bc3cad6?t=1654524003277

Casistica

A conclusione della presente trattazione, si dà menzione della casistica richiamando alcuni orientamenti giurisprudenziali oggetto di sanzioni disciplinari per violazione dei doveri d’ufficio per l’uso improprio dei “social media” o per dichiarazioni o espressioni lesive nei confronti dell’Amministrazione di appartenenza.

Con sentenza n. 24989 del 6 novembre 2013 la Corte di Cassazione ha definitivamente pronunciato il licenziamento disciplinare di un insegnante per aver criticato e offeso l’Istituzione scolastica d’appartenenza consigliando contestualmente, ad alcune studentesse e studenti, di iscriversi altrove palesando apertamente un pregiudizio radicato verso la gestione scolastica.

Approfondimento Con ordinanza del 12 novembre 2018 n. 28878 la Corte di Cassazione civile, sezione lavoro, ha ritenuto legittimo il licenziamento per giusta causa inflitto ad un dipendente che aveva pubblicato sui “social media” (nella fattispecie, Facebook) immagini e commenti offensivi nei confronti della società privata (azienda) in cui il dipendente prestava servizio confermando la sentenza di secondo grado emessa dalla Corte d’Appello di Torino (e, ancora prima, dal Tribunale di Alessandria). La suprema Corte di Cassazione civile, sezione lavoro, con sentenza precedente del 27 aprile 2018 n. 10280 confermava lo stesso orientamento.

È interessante, inoltre, citare l’ordinanza n. 246 del 03 marzo 2016 del Tribunale Amministrativo Regionale Lombardia, sezione III, con la quale il giudice ha ritenuto violazione dei doveri d’ufficio l’aggiunta del like o pollice in alto (ovvero c.d. “mi piace”) al commento di una notizia a sua volta pubblicata sulla bacheca di Facebook. Questa ha determinato un danno all’immagine all’Amministrazione, assumendone dunque rilevanza disciplinare.

Approfondimento La Corte EDU, sezione II, con sentenza 15 giugno 2021, ric. n. 35786/19 si è pronunciata su un noto caso avvenuto in Turchia in merito al licenziamento disciplinare di un insegnante del Ministero dell’Istruzione per aver messo e cliccato “Mi piace” su diversi articoli pubblicati sulla bacheca virtuale di Facebook da terzi. I Giudici di Strasburgo hanno ritenuto insufficienti le ragioni per il licenziamento alla docente e sproporzionate rispetto alla sanzione inflitta per violazione dell’art. 10 Cedu.

Si è invece pronunciato, in senso opposto, il Tribunale di Roma, con sentenza del 19 maggio 2020. Il Giudice adito ha sollevato una docente dalla contestazione di addebito nella quale veniva accusata di aver pubblicato su Facebook, durante il suo orario di servizio, espressioni lesive e indecorose che lasciavano intendere una cattiva gestione scolastica. Il Giudice le ha ritenute troppo generiche; diversamente il Tribunale di Alessandria, sezione lavoro, recentemente con sentenza n. 130/2021, pubblicata il 19 maggio 2021 ha confermato il licenziamento individuale per giusta causa inflitto all’insegnante dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte (Ufficio III, Affari Giuridici, Contenzioso e Disciplinare)

Riferimenti normativi

  • COSTITUZIONE ITALIANA, art. 21
  • CODICE CIVILE, artt. 1175, 1375, 2105
  • LEGGE 20 maggio 1970, n. 300 “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”, art. 1
  • LEGGE 30 marzo 1981, n. 116 “Interpretazione autentica dell’articolo 93 del decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 417, concernente norme sullo stato giuridico del personale docente, direttivo ed ispettivo della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica dello Stato”, art. 1
  • DECRETO LEGISLATIVO 30 marzo 2001, n. 165 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”, art. 54
  • DECRETO Presidente Repubblica 31 maggio 1974, n. 417, “Norme sullo stato giuridico del personale docente, direttivo ed ispettivo della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica dello Stato”, art. 93
  • DECRETO del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62 “Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165
  • DECRETO del Presidente della Repubblica 13 giugno 2023, n. 81 “Regolamento concernente modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62
  • DECRETO MINISTERIALE del 26 aprile 2022, n. 105
  • TRIBUNALE Amministrativo Regionale Lombardia sezione III, ordinanza n. 246 del 03 marzo 2016
  • TRIBUNALE di Roma, sentenza del 19 maggio 2020
  • TRIBUNALE di Alessandria, sezione Lavoro, sentenza n. 130/2021 del 19 maggio 2021
  • CORTE di CASSAZIONE, sentenza del 6 novembre 2013 n. 24989
  • CORTE di CASSAZIONE civile, sezione lavoro, ordinanza del 12 novembre 2018 n. 28878
  • CORTE di CASSAZIONE civile, sezione lavoro, sentenza del 27 aprile 2018 n. 10280
  • CORTE EDU, sezione II, sentenza 15 giugno 2021, ric. n. 35786/19

Sitografia

  • MINISTERO DELL’ISTRUZIONE Codice disciplinare e di condotta

https://www.miur.gov.it/codice-disciplinare-e-di-condotta

Anno Zero – IA

Anno Zero – IA

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Ci sono scoperte nella storia dell’uomo che aprono a nuovi e inimmaginabili scenari, a nuove opportunità certamente ma,sicuramente, a tante incertezze e pericoli.

E’ la rivoluzione culturale e scientifica delle grandi scoperte, di quelle che, quando arrivano, azzerano tutto e fanno ricominciare daccapo, in una visione del futuro innovativa, incerta ma, allo stesso tempo, dai nuovi scenari per la nostra immaginazione che,innegabilmente, condurranno a sorprendenti scoperte.

Nella bellissima isola di Sicilia, in una settimana rovente di un’estate che sembra non finire mai, si è svolta la seconda edizione di Didacta Sicilia.

Tante novità come in tutte le fiere degne di questo nome e grande la partecipazione con oltre 9000 presenze, ma questa volta la grande protagonista dell’evento è stata l’intelligenza artificiale di Open AI con la nuova versione di ChatGpt che dalla 3.5 passa alla 4.0.

A dirla così sembra cosa di poco conto, peccato che in realtà si sia dato avvio a una nuova era, nella quale le nuove reti neurali non vengono alimentate dai ricercatori di Open Ai, ma risultano esserein grado di apprendere da soli navigando in rete.

Immaginate una macchina in grado di attingere, ed elaborare con degli algoritmi, all’immenso bagaglio di conoscenza della rete delle reti (Internet), capace di aggiornare il proprio bagaglio cognitivo in tempo reale e di dare finalmente risposte all’utenza corrispondenti ora, oggi, al tempo stesso in cui la richiesta viene inoltrata!

Ma come funziona ChatGpt per l’utente? Semplice, come una chat. Attraverso un’interfaccia simile a quella dei più diffusi motori di ricerca, è possibile avviare un dialogo con la macchina, che non solo è in grado d’interagire, ma anche e soprattutto di aiutare l’utente nella ricerca e nell’approfondimento dei contenuti più disparati, spaziando dalla semplice ricerca, alla scrittura di una poesia d’amore.

Il tutto in tempo reale e col vantaggio che l’utente, se non soddisfatto del risultato, può chiedere alla macchina di approfondire o sintetizzare, curare alcuni aspetti dei contenuti piuttosto che altri.

Se la versione 3.5 rimane a titolo gratuito con contenuti aggiornati fino al 2021 e limitati, la nuova versione è a pagamento, per il modico costo di circa 25 euro al mese.

Si direbbe una spesa forse esagerata in un mondo, quello attuale,in cui la rete offre tutto a titolo gratuito, salvo le applicazioni destinate al mondo professionale.

In realtà non è così, in quanto questo nuovo strumento è in grado di fornire servizi straordinariamente sorprendenti: dallo scrivere una ricetta di cucina, elencando prima gli ingredienti che si hannoa disposizione, a cercare un nuovo ristorante nella zona o in una località ben precisa, producendo i menu, i costi e, se richieste,anche le recensioni.

Attraverso i plug-in ora disponibili, è anche in grado di analizzare documenti, anche analisi mediche, e di produrre grafici, mappe concettuali, diagrammi di flusso o vere e proprie presentazioni multimediali, video e materiale grafico da utilizzare a scopo commerciale o per promuovere eventi.

Uno strumento potente, quindi, che, con le API dedicate e messe a disposizione per i programmatori informatici, porterà allo sviluppo imminente di nuovi applicativi che semplificheranno sempre più la nostra vita quotidiana.

Una nuova era, pertanto, che inizia adesso, dall’assolata Sicilia, in una fiera, DIDACTA, che spazia dalla robotica educativa, alle aule immersive e strizza l’occhio al metaverso che ora finalmente si potrà avvalere dei nuovi proiettori olografici.

Parte da una fiera dedicata al mondo dell’educazione e della formazione delle nuove generazioni, di una scuola Italiana che investe sempre più nella tecnologia, inconsapevole, forse, che gli studenti, cosi come i docenti, sono impreparati a rivoluzioni di taleportata.

In questa nuova era, che ne sarà dei compiti per casa se la macchina è in grado di svolgerli in tempo reale, delle verifiche scritte in classe e delle ricerche? Un nuovo mezzo, quindi, da studiare e metabolizzare per non essere vittima della tecnologia, da docente e da studente, che ora più che mai necessitano di maturare quel pensiero critico indispensabile per destreggiarsi nelle nuove fonti e strumentazioni.
Rapporto fra scienza e tecnologia che supera, a questo punto, di gran lunga quanto scritto nella letteratura fantascientifica e quanto tante sceneggiature hanno mostrato in film epocali, come Matrix, Blade Runner, Guerre Stellari e Star Trek.

Sta all’etica, dunque, trovare gli argini per un uso e uno sviluppo consapevole di questa potente tecnologia, per evitare scenari apocalittici in cui l’uomo, innamorato di essa, smarrisce il bene più prezioso che possiede: la sua umanità, requisito indispensabile per essere libero, in un mondo emancipato e felice.

Anno zero, quindi; si riparte daccapo e chissà dove tutto questo ci porterà. Lontano certo, ma sempre più vicini ad altre grandi scoperte che cambieranno completamente la nostra società.

Olimpiadi italiane d’Informatica

I primi classificati prenderanno parte nel 2024 alle Olimpiadi internazionali di Informatica in Egitto

Sono Luca Baglietto, diciassettenne del Liceo Scientifico G.D. Cassini di Genova, James Bamber, diciottenne del Liceo Scientifico Banfi di Vimercate (MB) e Alessandro Lombardo, diciottenne del Liceo Scientifico Fermi di Paternò (CT) i primi tre classificati pari merito della XXIII edizione delle Olimpiadi Italiane di Informatica, promossa da Aica (Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) nell’ambito di un accordo con il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Obiettivo della competizione: stimolare l’interesse nell’informatica e nella tecnologia dell’informazione nelle giovani generazioni.

Baglietto, Bamber e Lombardo – ex aequo con 349 punti su 400 dopo una prova durata 5 ore – sono risultati i migliori tra i 104 studenti delle scuole secondarie di secondo grado di tutt’Italia che, dopo le selezioni scolastica e regionale, hanno affrontato la finale a Bergamo presso l’ITIS P. Paleocapa.

All’iniziativa ha preso parte, in rappresentanza del Mim, Anna Brancaccio, Dirigente con incarico di collaborazione e Consulenza – Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici per la valutazione, presente anche al momento della premiazione.

I tre vincitori entreranno a far parte di un gruppo di talenti che, attraverso vari stage, si contenderanno l’onore di rappresentare l’Italia alle fasi internazionali delle Olimpiadi di Informatica in Egitto, ad agosto 2024.

Back to School 2023

Giovedì 21 settembre, a Roma, dalle ore 10.00, presso la Sala “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, si svolge l’evento “Back to School 2023”.

La manifestazione è a cura del progetto Safer Internet Centre – Generazioni Connesse (SIC) (https://www.generazioniconnesse.it/), dedicato al tema della sicurezza in rete. Il progetto SIC è coordinato dal 2012 dalla Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento Scolastico e ha il fine di rendere il web un luogo più sicuro per i giovani, contrastando il cyberbullismo e promuovendo un uso positivo e consapevole della rete, oltre che le capacità di sintesi e valutazione critica dei contenuti digitali.

Domani mattina al MIM saranno premiati gli studenti che hanno partecipato al concorso “The Kids are All Rights”, finalizzato a potenziare le conoscenze delle studentesse e degli studenti del primo e del secondo ciclo d’istruzione sui temi della cittadinanza digitale, della creazione di contenuti digitali e della sicurezza in rete. A seguire, i ragazzi dello Youth Panel (il gruppo di consultazione giovanile del SIC) si confronteranno in una tavola rotonda sulla sicurezza con gli esperti delle piattaforme Google, Meta e TikTok. I lavori della mattinata saranno trasmessi in diretta streaming sul canale YouTube del MIM e sui canali di Generazioni Connesse.

Nel pomeriggio, dalle ore 15.00, si svolgerà il webinar destinato ai docenti “Strumenti e pratiche di eSafety all’interno del progetto Generazioni Connesse: l’ePolicy e il Kit Didattico”, a cura del SIC in collaborazione con il progetto europeo eTwinning.

La diretta sul canale YouTube del MIM

Genitori Connessi

Meta presenta “Genitori Connessi”, una campagna di educazione alla sicurezza online dei minori che parla ai genitori

  • Oggi Meta svela i nomi dei 13 ambassador italiani, tra genitori ed esperti, che si faranno promotori dei temi della sicurezza e del benessere degli adolescenti sui social.
  • Nel corso dei prossimi mesi, Meta lavorerà a stretto contatto con i “Genitori Connessi” per sensibilizzare altri adulti sull’argomento e fornirgli gli strumenti necessari per supportare i più giovani.

Milano, 14 settembre 2023 – Oggi Meta annuncia “Genitori Connessi”, una campagna pensata per parlare ai genitori e agli educatori dell’importanza dell’uso responsabile dei social da parte degli adolescenti.

In un’epoca in cui le piattaforme digitali sono diventate parte integrante della vita quotidiana, soprattutto dei più giovani, genitori ed educatori si trovano di fronte alla grande sfida di guidare gli adolescenti a un utilizzo sano e responsabile di questi strumenti, pur non essendo loro nativi digitali. L’obiettivo di “Genitori Connessi” è sensibilizzare gli adulti sull’argomento e, al tempo stesso, fornire loro gli strumenti necessari per affrontare queste sfide, avvicinarsi agli adolescenti, comprendere le loro esperienze e guidarli verso un’esperienza positiva e sicura online.

Come parte di questa iniziativa, Meta ha selezionato 13 figure influenti, tra genitori, educatori ed esperti, che si faranno portavoce di temi importanti riguardanti l’uso dei social da parte dei più giovani. Tra loro, la giornalista e conduttrice Francesca Barra, il conduttore radiofonico Diego Passoni, la conduttrice televisiva Adriana Volpe, l’attrice Nicoletta Romanoff, la modella Marica Pellegrinelli e l’attore, scrittore e insegnante Andrea Maggi. C’è chi ha fatto dell’ironia e della comicità una professione, come Germano Lanzoni e il duo Mammadimerda, composto da Francesca Fiore e Sarah Malnerich. Fanno parte della rosa anche diverse esperte, come Tata Francesca, counselor familiare,  insegnante e scrittrice, la pedagogista e divulgatrice Silvia Marchettie Claudia Denti, fondatrice di Genitore Informato. Non poteva mancare poi chi ha fatto della tecnologia un vero e proprio lavoro, scegliendo i social e il web per condividere la sua conoscenza: è il caso di Andrea Galeazzi, divulgatore ed esperto di tutto ciò che è digitale e tech. E ancora, c’è chi ha scelto Facebook e Instagram per raccontare la vita da genitore con le gioie e le difficoltà che ne derivano, come Silvio Petta, fondatore della community italiana Superpapà

I “Genitori Connessi” si sono interrogati sul loro ruolo di guide e di educatori in ambito digitale e hanno scelto di aderire al progetto di Meta per dare un contributo concreto alle attività di sensibilizzazione delle famiglie sui temi e della sicurezza e del benessere online dei loro figli.

In qualità di ambassador, i “Genitori Connessi” hanno partecipato a una giornata di formazione, organizzata da Meta, per approfondire strumenti fondamentali come la supervisione genitori, annunciata a settembre ‘22, e le numerose funzioni messe a disposizione dalla piattaforma per mitigare la pressione sociale, tutelare le interazioni e promuovere un uso positivo di Instagram da parte dei più giovani. Tutti strumenti che i genitori devono conoscere al meglio per poter essere d’aiuto ai loro figli. La formazione ha inoltre previsto una sessione guidata da Ivano Zoppi, pedagogista e segretario di Fondazione Carolina, per confrontarsi su come instaurare un dialogo efficace con i minori. Nei prossimi mesi, Meta lavorerà a stretto contatto con i “Genitori Connessi” per trasferire queste conoscenze e sensibilizzare un numero sempre più grande di adulti sull’argomento.

Abbiamo sviluppato oltre 30 strumenti per guidare le persone, soprattutto i ragazzi, verso un uso consapevole delle nostre piattaforme, ma sappiamo che un utilizzo sano e corretto dei social passa anche dalla conoscenza del mezzo ed è per questo che abbiamo deciso di incrementare gli sforzi nell’educazione alla sicurezza online da parte di chi per i ragazzi è già una guida nella vita di tutti i giorni”, spiega Laura Bononcini, Public Policy Director di Meta per il Sud Europa. “Con questa iniziativa desideriamo incentivare un dialogo costruttivo tra genitori, esperti e figure influenti per creare consapevolezza in materia e promuovere il benessere dei più giovani”.

In occasione delle campagna, Meta ha creato una breve guida a Instagram con una sintesi degli strumenti più importanti dedicati alle famiglie per un uso sicuro e consapevole della piattaforma, mentre dal 2022 è disponibile anche il Centro per le famiglie, uno spazio che permette di accedere a risorse utili fornite dagli esperti che possono essere utilizzate per sostenere i giovani e che coinvolgono gli adulti nell’esperienza online dei ragazzi.

IA e risorse umane per i professionisti del futuro

IA e risorse umane per i professionisti del futuro: al via i nuovi corsi di laurea nati dalla collaborazione tra Unimarconi e 24ORE Business School

Un passo decisivo per la formazione universitaria italiana: 24ORE Business School in collaborazione con L’Università degli Studi Guglielmo Marconi presenta sei nuovi corsi di laurea pensati per sviluppare le competenze che i futuri manager e professionisti necessiteranno nel mercato del lavoro di domani.

Milano, 6 settembre 2023 – 24ORE Business School, la prima scuola italiana di formazione digitale, in partnership con l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, la prima università digitale italiana dal 2004 arricchisce la sua offerta formativa con sei corsi di laurea innovativi. La gamma di programmi varia da Amministrazione e Finanza a HR, Economia Aziendale e Management, includendo anche Ingegneria Informatica – Data Management e Intelligenza Artificiale. Questi corsi rappresentano una scelta obbligata per chi cerca contenuti aggiornati e richiesti dal mercato e desidera combinare un solido background teorico con esperienze pratiche attraverso laboratori, workshop e company visit.

I corsi prenderanno il via nel settembre 2023 e saranno disponibili sia online che nelle nuove sedi digitalizzate di 24ORE Business School a Milano e Roma.

Secondo il Digital Skills Index di Salesforce del 2023, l’84% dei lavoratori italiani considera le competenze pratiche più importanti dei titoli di studio. In risposta a questo cambio di paradigma, i nuovi corsi sono stati sviluppati seguendo il modello didattico di 24ORE Business School, che combina aspetti teorici con competenze pratiche direttamente applicabili nel mondo del lavoro.

Il candidato ideale per questi corsi è un giovane diplomato o un professionista che cerca di conciliare il lavoro con un percorso di studi online e flessibile. Forti delle nostre partnership con oltre mille aziende a livello nazionale e internazionale, il 95% dei nostri studenti trova un’occupazione al termine del tirocinio.

Ampio spazio è dedicato nei nuovi corsi al settore delle risorse umane, segno di quanto l’HR manager sia sempre più una figura strategica all’interno delle organizzazioni, sempre più sensibili ai temi dell’inclusione e della diversità del capitale umano. Anche la funzione HR delle aziende è stata investita da una trasformazione digitale sempre più evidente che richiede quindi competenze professionali nuove e specialistiche. Questa specializzazione si sposa perfettamente a una formazione accademica economica, giuridica e organizzativa.

E nella nuova offerta non poteva mancare un corso verticale dedicato alla nuova frontiera dell’intelligenza artificiale, infatti a una formazione accademica tecnica tipica dell’ingegneria informatica il corso propone lo sviluppo di competenze teoriche e pratiche spendibili nelle aziende, che mirano allo sviluppo del business, perché qualunque azienda deve confrontarsi con le sfide lanciate dai colossi che hanno messo in campo le loro migliori energie per lo sviluppo dell’IA che insieme all’ingegneria dei dati offre oggi opportunità professionali in diversi settori.

La proposta formativa di 24ORE Business School si amplia in modo significativo, sempre con l’obiettivo di unire la propria vocazione personale e le aspirazioni professionali, che portano al successo. I nuovi corsi di laurea sono progettati per essere cross-funzionali e specifici, coprendo un ampio spettro di aree tematiche emergenti e consolidate. Oltre ai corsi di laurea, l’offerta propone una varietà di master in formati part-time, executive e full-time con stage garantiti. Un aspetto che differenzia il posizionamento della Business School, grazie alle collaborazioni con le oltre 1.300 aziende partner, sia italiane che internazionali, che permette al 95% degli studenti di ricevere un’offerta di lavoro alla fine del loro periodo di tirocinio.

“La piena soddisfazione dei fabbisogni professionali dei nostri studenti è all’origine della collaborazione con 24ORE Business School che dal 2021 continua e si rafforza periodicamente – spiega Alessio Acomanni, Presidente e Direttore generale dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi – con moderni progetti di formazione continuativa, fornendo gli strumenti necessari per sostenere la crescita e lo sviluppo del nostro Paese. I nuovi corsi rappresentano un importante passo in avanti nel percorso di crescita del nostro ateneo, che mira a sviluppare nuovi percorsi formativi altamente professionalizzanti. Questo progetto si pone come un punto di riferimento nel panorama italiano, garantendo un supporto duraturo per la crescita professionale degli individui. Unimarconi è protagonista indiscusso del cambiamento culturale e digitale fin dal 2004 e condividerà esperienze, competenze e il prezioso patrimonio professionale dei suoi docenti ed esperti.”

“La formazione oggi è molto più che un semplice trasferimento di conoscenze; è un catalizzatore per aiutare le persone a scoprire e realizzare la loro vocazione. Abbiamo ampliato la nostra offerta formativa con sei nuovi corsi di laurea per rispondere alle esigenze sia degli individui che delle aziende. Con un focus particolare sulle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, vogliamo preparare i professionisti del futuro alle sfide reali che li attendono. In un mondo in rapida evoluzione, è cruciale riconoscere che l’IA non è una minaccia ma un’opportunità. Coloro che sviluppano competenze in questo campo avranno un vantaggio competitivo significativo. Non si può più immaginare un futuro prospero senza considerare l’importanza dell’Intelligenza Artificiale e delle competenze in risorse umane come elementi fondamentali. Ecco perché i nostri nuovi corsi di laurea sono vitali: preparano i professionisti di domani a soddisfare le esigenze emergenti del futuro.” Manuel Mandelli, CEO 24ORE Business School.

 

24ORE Business School

24ORE Business School www.24orebs.com è la prima business school digitale italiana che offre un’ampia gamma di corsi per giovani diplomati, giovani neolaureati, professionisti e imprenditori. Si rivolge a giovani diplomati che cercano opportunità di carriera in ambiti dinamici e altamente ricercati o di nicchia, neolaureati che vogliono accelerare il loro ingresso nel mondo del lavoro e affrontare sfide complesse, professionisti che vogliono dare una svolta alla propria carriera o di sviluppare le proprie competenze per progredire nella loro attuale posizione lavorativa, e imprenditori che cercano di migliorare le proprie competenze di gestione aziendale. Inoltre, l’offerta di 24ORE Business School si rivolge anche alle aziende e ai decisori interni che sono deputati all’acquisto di percorsi di formazione per la popolazione aziendale, quali risorse umane, manager o altri rappresentanti della direzione aziendale che hanno il compito di valutare e selezionare programmi formativi per migliorare le competenze e le prestazioni dei dipendenti. La scuola garantisce una formazione completa in linea con le esigenze di mercato grazie a una faculty unica composta da docenti, manager d’azienda, consulenti e giornalisti italiani e internazionali con esperienza diretta di settore e un approccio pragmatico e orientato al business. 
Digit’Ed ha acquisito il 100% di 24ORE Business School da Palamon Capital Partners, fondo d’investimenti inglese che l’aveva acquistata nel 2017 da Il Sole 24 ORE. Partecipata da Nextalia SGR, Intesa Sanpaolo e altri azionisti di minoranza, Digit’Ed è oggi il principale player di formazione professionale in Italia www.24orebs.com.

Unimarconi – prima Università Digitale italiana

L’Università degli Studi Guglielmo Marconi, istituita e riconosciuta dal Miur nel 2004, è stato il primo Ateneo, nel panorama accademico nazionale, a proporre ai propri studenti un modello di didattica a distanza e in quasi vent’anni di attività ha investito continuamente in infrastrutture e tecnologie per evolversi continuamente e ottenere un efficace modello didattico di Digital E-learning, all’avanguardia ed estremamente flessibile, capace di rispondere costantemente alle esigenze di una società in continuo mutamento. L’Università degli Studi Guglielmo Marconi è fin dalla sua costituzione promossa e sostenuta dalla Fondazione Marsilio Ficino, ente no-profit riconosciuto, che ne assicura la governance e l’indirizzo strategico. UniMarconi è scelta da oltre 80.000 studenti, per l’approccio flessibile nello studio, per l’eccellente qualità della didattica e del corpo docente incardinato, ma anche per i numerosi servizi offerti per agevolare l’intero percorso di formazione: dall’orientamento all’iscrizione, dal sistema di tutoraggio continuo fino al supporto per accedere al mondo del lavoro. Tutti i nostri servizi sono accessibili in presenza o a distanza, anche con sistemi di web meeting e collaboration, secondo le diverse esigenze.