Per una valutazione delle scuole e di chi vi lavora

Per una valutazione delle scuole e di chi vi lavora
Rielaborazione di omonima pubblicazione dell’Autore uscita nel n. 30, annata 2011 di Encyclopaideia (Bononia University Press, Bologna) intorno a una possibile valutazione “di sistema” scientificamente attendibile e condivisibile dalle scuole

di Gabriele Boselli
consigliere CNPI

I paragrafi 13 e 14 della famosa “lettera dell’Europa” al governo italiano (scritta –pare- su bozza del destinatario di allora)  pongono in ulteriore evidenza il problema della valutazione. Sulla stampa scientifica e professionale e sui siti il tema è assai dibattuto  ma forse poco approfondito a livello epistemologico.
Nel contempo, sempre più spesso vengono diffuse dai media sintesi assai negative sul valore della scuola italiana, derivate da ricerche che tengono conto solo degli aspetti più facilmente valutabili del rendimento scolastico, quelli esecutivi, automatici o in cui comunque la capacità di pensiero critico e creativo,  in un’ottica di visione seriale e pseudo-oggettiva dei processi educativi, non ha spazio. Una lettura attenta dei testi originari di simili importanti (che hanno una grossa portata nell’orientamento dell’ opinione pubblica) ricerche di sistema mostra poi una rappresentazione dei fenomeni più complessa ma pochi leggono le ricerche in originale e il danno d’immagine è comunque compiuto.

1. Sostenere la richiesta di valutazione, ma opporre alla prassi mediatica e al “pensiero amministrante”  ufficiale il rigore epistemologico

L’essenziale –è nota la frase di A. De Saint Exupery- “è invisibile agli occhi”. Ma il sistema vive esclusivamente nel visibile e nel tassonomizzabile e ne richiede imperiosamente un qualche simulacro. E’ dunque vero –la retorica politica lo impone- che qualcosa in materia di valutazione occorre fare: ma è necessario che sia fatto disinteressatamente, onestamente, scientificamente Soprattutto scientificamente, tenendo conto della complessità del tema e dell’ipercomplessità dell’epoca, non rinchiudendosi nei confini rituali di quello che Heidegger avrebbe forse additato come pensiero calcolante o amministrante (1)..
La ricerca pedagogica italiana prevalente in materia mi appare bloccata da una quarantina di anni sui lavori di M. Gattullo e B.Vertecchi; il primo, purtroppo, è morto da quindici anni e forse –data la sua matrice bertiniana- avrebbe cambiato idea; il secondo è vivo ma non ha proceduto oltre e i suoi allievi dominano il campo docimologico con i loro dogmatismi. Sarebbe ora di ripartire: l’istanza di scientificità (vedi anche di quegli anni i lavori di De Bartolomeis e della Becchi) potrebbe trovare ora risposte in modelli epistemologici diversi da un galileismo fuori tempo e fuori campo.
La ricerca mondiale sulle scienze dell’educazione ha recepito la lezione husserliana della “Crisi delle scienze europee”. Studi importanti sono ad esempio condotti nell’ambito del Wordl Phenomenolgy Institute di Vancouver diretto da A.T.Tymieniecka; in Italia dal gruppo di Encyclopaideia di Bologna (M.Tarozzi e M.Artoni), dal Centro di fenomenologia e scienze della vita di Macerata  (F.Totaro e D.Verducci), dal Centro italiano di ricerche fenomenologiche di Roma (A.Ales Bello).

(1)    Lo scenario di sociologia della cultura in cui il problema va considerato può essere quello disegnato da Saskia Sassen in un testo del 2006 che una volta sarebbe stato chiamato “fondamentale”: Territorio, autorità, diritti, ora presso Bruno Mondadori, 2008.
La globalizzazione dell’economia indebolisce le tradizioni culturali ed esige in ogni luogo del mondo una uniformità, informaticamente amministrabile, di processi valutativi che costituiscano il vero “programma ineludibile” delle strutture scolastiche. Vengono indebolite e denazionalizzate le teleologie su base filosofica e le prassi valutative intese come tradizioni di atti ermeneutici si perdono nell’embricazione asimmetrica con modelli resi forti (per il potere che li impone) di teaching for testing.

Questo comporta per noi fenomenologi il dover assumere una posizione teoretica di contrasto alla macchina dei test “oggettivi”. Stimolati anche dal vedere che stanno arrivando nelle professioni e nella scuola gli studenti a suo tempo selezionati per l’accesso alle facoltà con questa pratica: bravi quando si tratta di compilare stampati o di esercitare pensiero conforme e replicante ma di rado brillanti in tutte quelle attività in cui occorre capacità critica, attenzione a tutto campo, fantasia, inventiva. Operatori selezionati con metodologie oggettivistiche opereranno allo stesso modo perfezionando il ciclo. E dirigenti scolastici e ispettori “convergenti”, selezionati prevalentemente su test, restringeranno l’orizzonte di senso della scuola allineandolo e conformandolo all’attualità del sistema globalizzato. Posizione vincente nella cronaca ma perdente nella storia poichè l’Europa e l’Italia in particolare possono invece puntare solo sull’innovazione e la creatività per avere un buon futuro.
Le ricerche accennate, come tutte quelle di derivazione IEA, sono comunque da prendere in considerazione in quanto indicative dei loro presumibili effetti nel condizionamento dell’opinione; occorre d’altra parte  esservi attenti in quanto sono spesso ricche anche di dati utili a valutare quella parte delle attività scolastiche in cui viene posto in atto il pensiero convergente e immediatamente operativo.

Dal nostro punto di vista una valutazione “oggettiva” delle scuole e di chi vi lavora che pretendesse di avere valore complessivo appare implausibile (Bertolini, “Una valutazione possibile”, La Nuova Italia, 1999). Se la valutazione del personale scolastico e delle scuole non ha adeguata struttura epistemologica, se la committenza non è interessata alla verità ma alla produzione di materiale per argomentazioni persuasive, la valutazione diviene uno strumento di pura gestione del potere: se sei una scuola, ti valuto  per l’efficacia della rappresentazione che –a suon di test e di slides- sai rendere credibile nel pubblico; se sei un insegnante o un dirigente  ti valuto non per quel che sai e sai fare ma per il lustro che deriva dalla tua presenza e per l’obbedienza che mi presti. Se persegui valori diversi da quelli che mi sono utili non considero i dati che li riguardano.
Continuando il lavoro di “Una valutazione possibile” (cit.), credo occorra proseguire con rinnovata lena nella costruzione secondo il metodo fenomenologico di una teoria della valutazione generativa di pratiche rigorose di ricerca.
Il tentativo ha anche rilevanza politica: se non vi è un modello di valutazione scientificamente fondato (oltre che generalmente rispettato, se non condiviso, dalla comunità degli studiosi e dei docenti) valutare diviene altrimenti un’arma contro la libertà d’insegnamento e la libertà di pensiero e di espressione.  Una retorica di sostegno, dunque e le valutazioni saranno non atti scientifici ma pratiche di affermazione del Potere.
Il tentativo può essere allora quello di elaborare scenari ed elementi progettuali per una teoria della valutazione che consenta di produrre non fatti politici (ricerche da cui trarre plausibilmente documenti da portare sui media a suffragio di interessi) ma atti veritativi. Cercheremo di indicare esplicitamente i principi del metodo d’indagine e i processi configurativi, induttivi e deduttivi di costruzione teoretica e attuazione pratica. Per mettere il tutto a disposizione di chi proverà a valutare insegnanti, dirigenti e scuole o di chi sentirà il bisogno di strumenti per difendersi da valutazioni fondate su modelli di scientificità e pratiche percepiti da chi lavora nelle scuole come alieni o aventi scopi meramente propagandistici (2).

(2) Anche il discorso che si va sempre più affermando sui grandi media in ordine alla “premiazione del merito” è in questo senso assai scivoloso: funzionale al potere in quanto incrina quel poco che resta dello spirito di corpo, consegnando isolati i singoli docenti nelle mani del valutatore. La prassi “meritocratica” impedirà a docenti e dirigenti  –messi in concorrenza/conflitto tra loro- di portare attenzione alle condizioni generali in cui la scuola è stata costretta.  Li disincentiverà da quell’impegno sui grandi temi filosofici e politici che potrebbe contrastare lo spaccio dell’ ideologia prevalente.

2. Il potenziale “pericoloso” della ricerca fenomenologica

La valutazione delle scuole e di chi vi lavora su matrice sistemica e globalizzata uniforma a una razionalità “post-imperiale” la preziosa pluralità delle culture tradizionali e potrebbe indebolire gravemente le capacità di pensiero critico. La fenomenologia invece nasce -con Cartesio prima ancora di Kant e Husserl (Husserl, Meditazioni cartesiane)- come dottrina di critica delle manifestazioni, del modo in cui la realtà viene proposta come evidente verità consegnandola di fatto come oggetto in mano ai suoi celebranti (i chierici) per imporla ai destinatari (i laici). Avversa allo scetticismo (il disperare sulla possibilità di perseguire il vero) inizia tuttavia (ma non si ferma) con il dubbio radicale, con il sospetto. Come ogni teoria critica, la fenomenologia si libera il più possibile dalle preesistenti pratiche configurative di masse di dati; non per respingere questi ultimi o rinunciare a cercarne altri ma per scomporli, decostruirne le strutture, ricomporli alla luce di principi diversi e intersoggettivamente accreditati di analisi e di riconfigurazione. Non mira a verità presentabili come ipostatiche, incontrovertibili (quelle introdotte da proposizioni come “questo è il dato”,” è chiaro che”, “bisogna riconoscere….” o “bisogna prender atto che”, “è oggettivo che” etc.), ma a manifestare nel caso nostro rappresentazioni della realtà delle scuole nell’intimo quanto dichiarato  convincimento che questa non è accessibile in sè e per sè  ma si possono costruire plausibili narrazioni di valore del suo manifestarsi alla comunità dei ricercatori, degli insegnanti, degli studenti, dei genitori, del pubblico. Che detiene un “diritto al confronto con la realtà” quotidianamente negato dal sistema informativo globale.
Si protrà allora indagare sui limiti dell’oggettività, sul come fare emergere il valore delle produzioni dei soggetti e delle relazioni intersoggettuali, sulle possibilità di un valutare ordinato su costellazioni assiologiche e non su valute (standards riconosciuti di allineamento).

3- Princìpi di un possibile risorgimento assiologico

3.1  Singolarità del volgersi e sviluppi nell’intersoggettualità

Valutare la scuola e chi vi lavora (si faccia parte o no del campo valutato) significa, prima che altro, volgersi (volgere sé ..) a ciò che appare, altro dall’io/noi ma da noi stessi rappresentato. E’ atto costitutivamente espressivo del soggetto valutante, pur se in-teso ad altro. Niente di ciò che (senza trucchi) appare è mera parvenza; niente di ciò che appare è pura verità. Sempre si attua come rappresentazione di un soggetto (individuale, societario o istituzionale) costituito intorno a un oggetto, o meglio a un argomento. Meglio scrivere “argomento” perchè solo questo, in quanto ha luogo nel discorso, può essere investigato; non l’oggetto in sé e per sé che è e rimarrà sempre altro, anche quando l’altro siamo noi stessi.

3.2  Inobiettivabilità delle risultanze

Qualità e quantità del lavoro si possono rappresentare attraverso un processo dialogante e dialettico, ma inobiettivabile senza tradimento dell’oggetto e dello stesso soggetto, di proiezione all’esterno, di confronto tra vari punti di vista. Inobiettivabile nel senso che l’oggetto in sé muta di continuo, oppone alla stabilità degli strumenti ricognitivi la fluidità del suo offrirsi in forme sempre nuove; non è coglibile per ciò che è ma per il suo essere-nel-campo, in un contesto in cui il gioco dei valori è innestato nell’insieme vivente degli attori e dei valutatori. L’oggetto è essenzialmente una produzione della soggettualità degli attori, oltre che, come abbiamo scritto, in qualche misura un “precipitato” dei loro interessi.

3.3  Serialità dei processi, prevedibilità  dei risultati

In ogni campo, i risultati di una ricerca sono spesso (a volte in gran parte) il prodotto dei presupposti metodologici e dei modelli quanti/qualitativi espliciti e impliciti. Le impostazioni della ricerca determinano gli esiti. Quel che in una piccola ricerca è una frequente eventualità, in una ricerca che richieda grossi finanziamenti e apparati stabili (es. PISA, INVALSI) occorre che i risultati siano, se non utili, almeno compatibili con il sistema. E gli interessi deontologicamente mal controllati uccidono la verità del valore (autenticità e autorevolezza dell’attribuzione del valore), se mai questa esista.

3.4 Nella scuola ci sono solo soggetti, ma possono essere reificati

Si tratta dunque, a mio avviso, di costruire una valutazione non appiattita sugli stereotipi di ricognizione/interpretazione degli eventi che possono conseguire alla seriabilità delle procedure di ricerca, delle pratiche di elaborazione, di pubblicizzazione (3). Nel caso nostro si tratta di porsi in opera con il particolare profilo che questa ricerca può assumere essendo fenomenologia in atto, atto (non fatto, ovvero evento determinato da strutture precostituite) di una scienza speciale e non specialistica, per storia, campo, concetto di metodo.
Nella scuola questo significa anche far assumere ai valutati un ruolo attivo nel disegno dei  processi e nei metodi di valutazione. Secondo un valutazione fenomenologicamente impostata, entro l’area delle scienze dell’uomo, non ci sono oggetti, solo soggetti. E l’intersoggettività esclude approcci oggettivistici come di soggettivismo chiuso, concilia i termini dell’atto valutativo.

3.5  Atti di fenomenologia del vivente

Se le grandi e costose ricerche di sistema sono investimenti finalizzati della committenza publica e privata (sappiamo che ormai la differenza è minima, data l’ampia privatizzazione sostanziale del pubblico v. Sassen 2006/8) anche le ricerche libere non possono pretendere di essere meri rispecchiamenti di valori intrinseci all’oggetto. Per quanto seriamente si lavori, valutare è errare, sia nel senso di percorrere sentieri che spesso non portano da nessuna parte, sia nel senso di sbagliare: nemmeno una libera comunità di ricercatori senza padrone o committente (un padrone a tempo determinato) può pensare di giungere al vero, di valutare non quel che le appare, ma ciò che è.  Sta comunque entro un orizzonte di valori, una rete di aspettative che fan sì che niente sia meno evidente dell’evidenza e che l’evidenza sia solo quella visibile dalla propria finestra.
Anche la ricerca più onesta –se ha dignità e diritto di essere orgogliosa- deve conservare umiltà: non considererà mai i suoi risultati universali e necessari, tantomeno “oggettivi”. Potrà mirare a risultanze dichiaratamente relative e plausibili, almeno in potenza intersoggettualmente accettabili. L’interpretazione fenomenologica del mondo degli eventi non è -scriveva Piero Bertolini- oggettivistica né ingenuanente soggettivistica, ma ‘relazionistica’, relativizzante senza essere relativistica (nel senso che non rinuncia ad mettere in opera scale di valore. Comprendere è anche sapere di essere com-presi.

4. Sui rituali di raccolta dati

Consapevole della mondanità del suo accadere, il valutare fenomenologicamente orientato rispetta (con agilità) la deontologia ufficiale e le regole del gioco della comunità scientifica anche se stabilite secondo altri approcci teorici e sostenute da interessi differenti e diversi. Ma ove eticamente necessario e legalmente corretto le elude. Una di queste regole “mondane” prescrive ad esempio che si lavori a raccogliere grandi masse di dati, impressionanti volumi di informazioni “neutre”. Questo va fatto ma criticamente, tenendo conto di curvature che mi paiono ovvie, seppur disconosciute dalla teoria prevalente:
a) individuare i dati da ricercare e selezionare quelli da prendere in considerazione significa aver scritto buona parte delle conclusioni;
b) l’aumento della massa di dati accresce simmetricamente la loro utilizzabilità per le conclusioni più disparate; nelle grandi ricerche di sistema i dati vengono solitamente raccolti sino a che raggiungono una vettrice di risposta accettabile per la committenza;
e) maggiori sono i mezzi e il “peso” della raccolta, più la ricerca apparirà “scientifica” e  convincente;
c) uguali regole di trattamento di solito confermano i risultati già acquisiti (per questo a volte le conclusioni che ne risultano sono analoghe e le generalizzazioni ripetibili); regole diverse anche su una stessa base di dati producono risultati diversi.

5. Innovare le regole è rinnovare la valutazione e i suoi esiti

Per ciò nella prospettiva fenomenologica delineata si pensa e da subito si opera anche secondo regole innovative. La valutazione degli insegnanti e delle scuole potrà essere atto di una scienza
-non mortificante, non amministrativa del dato secondo regole globali consolidate e standardizzate in cui l’omaggiato oggetto di fatto scompare; sarà una ricerca pensante il vivente, l’esistente concreto;
-avrà come meta la valutazione dell’esperienza (di ciò per cui si è passati attraverso, non la massa di conferma dei giudizi/pregiudizi );
-non tenderà ad affermare che quel che si vede è ed è assolutamente reale e tutto finisce nel constatare;
– sarà una valutazione narrativa, consapevole delle propria storicità, concreta;
-si sforzerà di essere pratica, “utile” non solo alla committenza ma anche agli attori del servizio scolastico, in particolare agli alunni;
– non avrà come suo scopo principale lo stilar classifiche, l’archiviare e il giudizioso amministrare eventi, ma conoscere una regione del mondo della vita sociale e aiutare chi vi si avventura.
Peraltro la scienza in opera non dovrebbe essere più insieme di atti di appropriazione o di induzione di dipendenze dal proprio potere; non dovrebbe cercar di porre ciò che si vede come ciò che sta sopra la mutevole intelligenza umana del fluire dei fenomeni e delle loro rappresentazioni codificate. Niente sta; niente è più sopra, tutto è dentro il flusso e noi pure.

L’approccio fenomenologico non sarà mera applicazione dei codici di ricerca ordinari ma -ribadisco- fenomenologia in atto, addensamento di esperienza pura che si costituisce in scienza attraverso l’epochizzazione, la sospensione del giudizio, la riduzione e altre pratiche metodologiche singolari.
Epochizzazione-_Mettere tra parentesi (non: ignorare, rimuovere, cancellare) ogni pre-giudizio sull’ oggetto osservato e sul contesto di ricerca, ogni sistema compiuto e, fin dove possibile date le circostanze operative, ogni convenzione. Dirigerci con il più leggero dei fardelli, alleggerito di ogni struttura precostituita, verso la qualità (il “qual essere”) e l’attualità di ciò che è nella direzione del nostro (che sia proprio nostro) guardare.
Riduzione fenomenologica- Alla messa in parentesi dovrebbe conseguire la possibilità di un’esperienza pura, di puri atti di conoscenza. Attingere al mondo della vita con un minimo di rappresentazioni a un’esistenza non coperta da teorie implicite sull’esistenza e sulla pratica professionale, a valori emergenti non dalle modalità della ricerca ma, almeno in parte, da ciò verso cui siamo intenzionalmente volti.
Momenti
Cercherà di essere atto scientifico in quanto attività intellettuale (ma non intellettualistica) che  parte dall’attività pratica e vi approda, seguendo una prassi di scienza come:
immersione nell’esperienza – il racconto è autentico se il narratore non è un corpo estraneo, ha davvero con-vissuto l’esperienza di cui tratta e non si è limitato a far compilare dei questionari; è onesto se aperto a riferire tutto quel che gli risulta;
distanziamento il semplice aver vissuto non significa aver colto il valore del vissuto, distanziarsi non significa indossare il camice dell’osservatore asettico, come si trattasse di valutare dei semplici reperti biologici ma decentrarsi, connettersi con più ampi mondi vitali e istituzionali;
concettualizzazione degli approcci e nelle metodologie elaborative singolari: per permettere la comunicazione forme e metodi devono essere oltre che reinventati, riconcettualizzati ovvero teoreticamente rifondati e chiaramente esplicitati; vi devono essere forme relativamente stabili di connessione dei fenomeni osservati ad altri;
discussione allargata in ogni fase, con ritorni regolari nell’esperienza;
revisione teoretica, ripartenze frequenti verso mete non prepensate, gratuitamente individuate e perseguite.
Una valutazione fenomenologica delle scuole e dei docenti saprà offrire conforto (abbiamo bisogno di pensare a un qualche tipo di fondazione, a dei presupposti della ragion valutante, per quanto universalmente indimostrabili) e far procedere a generalizzazioni, sorprendere precarie ma illuminanti regolarità nel mondo dei fenomeni, nel complesso del loro apparire.

6. La curvatura fenomenologica

La docimologia prevalente, centrata sulle esigenze della committenza, tende a classificare, cioè a ordinare/archiviare secondo criteri che rispondono direttamente o indirettamente alle esigenze del gruppo di ricerca nel suo rapporto con la committenza. E’ strumento partigiano. Il termine intenzionale è mero oggetto, non ha gravità, non influisce sulle forme della ricerca e questa procede linearmente, indifferente a ciò di cui tratta. Linearità di riduzione delle irregolarità del mondo alla retta che intercorre fra l’interesse del committente e l’immagine a priori che gli serve, attraversando campi di valutazione avvertiti come estranei.
Invece, la protensione verso l’oggetto costitutiva del procedere fenomenologico non è allineante e troverà attuazione nella particolarità della curvatura fenomenologica (flessione/torsione dell’immagine inerente sia alla sua base “reale” che all’ampiezza e alla velocità dei suoi mutamenti/spostamenti entro il campo totale), indotta dal campo e dal termine dell’argomento.  Fare fenomenologia è anche qui condurre una indagine sulle strutture mobili produttive delle manifestazioni del reale che ci interpellano, non lasciandoci indifferenti come se osservassimo strutture geologiche.  La scienza prende sempre parte alle dinamiche mondane, deve solo avere l’onestà di non dissimularlo.
Potrà così essere configurazione trasparentemente pro-duttiva di eventi: ogni valutazione fonda la progettazione successiva). Sarà pensiero in atto che non si fabbrica e non si replica ma che si prova (individualmente) e si costruisce continuamente (si edifica insieme, come ogni scienza) nel silenzio e nel rumore dei mondi vitali, tra le cose date, le pratiche di ricerca obbligate e le vie nuove che si apriranno.
La pedagogia come scienza filosofica (nel caso nostro fenomenologica) è peraltro protesa all’impensato, all’imprevisto, allo scomodo, a quanto l’establishment economico e politico glocal, con le sue soffocanti reti di interesse- talvolta non è più in grado nemmeno di immaginare. La retorica del potere veicolata dalla ricerca docimologica ufficiale è lineare solo in riferimento a se stessa ma essenzialmente non ha rispetto di ciò che osserva; di fatto spesso copre, curva e altera.
La ricerca fenomenologica mette in crisi l’immagine propagandistica, la incrina come struttura rappresentativa dell’ esistente e con ciò apre al futuro, scopre e innova. Accetta e a sua volta induce a curvature (non torsionali), in modo autentico e trasparente. Atto puro, libero, atto di una scienza consapevolmente ed esplicitamente anche politica, può accogliere il nuovo, sostenerlo con la sua potenza euristica e trasformatrice proprio perché onestamente interessata (da inter-esse).

Commissioni e Gruppi di lavoro negli Istituti Comprensivi

Commissioni e Gruppi di lavoro negli Istituti Comprensivi

di Marisa Bracaloni

Incarichi commissioni e/o gruppi di lavoro/referenti
Per esplicitare in chiave progettuale ed operativa le linee programmatiche del Collegio dei Docenti  ogni anno vengono individuati i  gruppi di lavoro e commissioni, costituiti da docenti di tutte le scuole dell’Istituto.

Le Commissioni e i Gruppi di lavoro si riuniscono per auto-convocazione o su convocazione del Dirigente Scolastico e di ogni seduta viene redatto il verbale delle operazioni.

Sia le Commissioni che i Gruppi di lavoro vengo costituiti  sulla base della disponibilità individuale e vengono deliberati nel “Collegio unitario”, in ogni caso esse hanno un alto valore associativo , favoriscono la conoscenza di tutte le componenti dell’Istituto Comprensivo e  facilitano le relazioni e la collaborazione tra docenti.

COMMISSIONI

Le commissioni sono costituite da docenti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria ; ne è responsabile la “Funzione strumentale” o un docente referente e si occupano di particolari aspetti correlati al P.O.F. Ad esse viene affidato un incarico specifico da assolvere. Hanno di solito carattere permanente .

Compiti specifici:
– individuare bisogni e problemi relativi al proprio settore;
– analizzare strategie per affrontare/risolvere le problematiche emerse;
– predisporre materiale;
– presentare al Collegio proposte.

Ciascun referente/responsabile in sede collegiale, illustra all’assemblea, in fase di progettazione prima e verifica poi:
– finalità
– obiettivi
– strategie d’intervento
– risultati

Referenti e coordinatori
I docenti referenti e coordinatori svolgono i compiti di seguito elencati:
– Coordinano progettazione, realizzazione, valutazione e documentazione degli ambiti per i quali sono stati nominati
– Convocano, entro il limite di ore che vengono annualmente assegnate in sede di contrattazione di istituto, i componenti della  commissione cui sono preposti
– Verbalizzano gli incontri e registrano le presenze.

Componenti gruppi di lavoro
I docenti componenti di gruppi di lavoro svolgono i compiti di seguito elencati:
– Partecipano attivamente alla progettazione, realizzazione, valutazione e documentazione degli ambiti per i quali sono stati nominati
– Presenziano agli incontri che vengono stabiliti
– Per i docenti referenti e/o coordinatori e per quelli che fanno parte delle commissioni è previsto un riconoscimento economico dal “Fondo d’istituto”.

Commissioni relative alle attività delle funzioni strumentali
Gruppo Area 1 – Gestione POF: aggiorna annualmente il piano dell’offerta formativa e si occupa della progettazione e redazione del “Piano dell’Offerta Formativa” ed è presieduto e coordinato dalla Figura Strumentale Area n. 1;
Gruppo Area 2 – Autovalutazione d’Istituto, Progetto Qualità e Documentazione: si occupa dello studio e dell’attuazione del modello di autovalutazione delle attività di istituto;
Gruppo Area 3 e Area 5 – Continuità/Orientamento – Nuovo obbligo: si occupa, in generale, dei problemi attinenti la continuità tra i diversi ordini di scuola (Scuola Primaria/Scuola Secondaria di 1° grado e Scuola Secondaria di 1° grado/Scuola Secondaria di 2° grado);
Gruppo Area 4 – Attività Multimediale e sussidi didattici: si occupa dell’impiego delle nuove tecnologie multimediali nella didattica e dei sussidi didattici;
Gruppo Area 6 – Coordinamento e gestione degli aspetti educativi e didattici relativi al sostegno e al disagio scolastico: si occupa del coordinamento delle attività di integrazione degli allievi diversamente abili e di prevenzione del disagio scolastico e corsi di recupero.

COMMISSIONI

“Commissione istruttoria funzioni strumentali”: esamina le candidature per F.S.; ha funzione deliberante in presenza  di singole candidature, ha funzione proponente in caso di più candidature per la stessa funzione strumentale.

“Continuità con la scuola dell’infanzia”: ha il compito di approfondire le tematiche relative agli interventi educativi e formativi, alle competenze necessarie per un positivo inserimento nella scuola primaria, al passaggio di informazioni sugli alunni, all’elaborazione di unità didattiche comuni.

“Continuità primaria/secondaria” : ha il compito di elaborare progetti comuni, di monitorare l’iter scolastico degli alunni, di favorire il passaggio di informazioni, anche con la secondaria di 2° grado.

“Orientamento”:  programma e coordina tutte le iniziative di orientamento necessarie per portare l’alunno ad una maggiore conoscenza delle proprie potenzialità, attitudini e interessi.

“Autovalutazione di Istituto e percorsi di miglioramento”: propone  attività volte al miglioramento dell’organizzazione e dei servizi, predispone “Documenti di Autovalutazione” e di “Progetti di Miglioramento”, partecipando anche a Premi e selezioni italiane ed europee.

“Valutazione” Compiti: Prendere visione degli strumenti in uso nell’Istituto in relazione alla valutazione degli alunni e procedere alla loro modifica e/o integrazione (legenda giudizi, legenda voti, modelli per la registrazione degli esiti degli apprendimenti in ingresso, in itinere, a conclusione dell’anno scolastico). Pianificare la raccolta e la documentazione storica degli esiti della valutazione per effettuare, a distanza, confronti ed analisi in merito ai processi.

“Continuità” Compiti: Pianificare momenti di incontro, programmazione, collaborazione e scambio fra i tre ordini di scuola, al fine di realizzare interventi unitari e coerenti che abbiano lo scopo di favorire, nello studente, un percorso di apprendimento completo, armonioso e sereno .Predispone  il curricolo verticale anche attraverso il confronto sui metodi e stili di insegnamento e apprendimento dei tre segmenti formativi.

“Handicap” Compiti: Presiede  alla programmazione generale dell’integrazione scolastica nella scuola e collaborare alle iniziative educative e di integrazione previste dal Piano educativo individualizzato (legge 104/1992, art. 15, comma 2) dei singoli alunni.

“ Attività Multimediale e sussidi didattici”: si occupa dell’impiego delle nuove tecnologie multimediali nella didattica e dei sussidi didattici

“Coordinamento e gestione degli aspetti educativi e didattici relativi al sostegno e al disagio scolastico”: si occupa del coordinamento delle attività di integrazione degli allievi diversamente abili e di prevenzione del disagio scolastico e corsi di recupero.

“Intercultura: inserimento alunni stranieri, mediatori culturali”: progetta percorsi necessari per migliorare l’integrazione degli alunni stranieri da inserire o già inseriti nei diversi plessi, promuove progetti  a  carattere interculturale, predispone l’applicazione del l protocollo di accoglienza.

“Aggiornamento”: si occupa  di svolgere un’indagine ed un’ analisi dei bisogni formative dei docenti :progetta e realizza progetti formativi . Svolge il monitoraggio  per  la valutazione di percorsi formativi; fa la rendicontazione.

“Orario”: organizza  l’orario annuale delle attività curriculari. Organizza le sostituzioni in caso di assenza del personale docente.

“Commissione elettorale”: coordina le attività di organizzazione  per le elezioni dei rappresentanti  degli organi collegiali.

“Commissione alla sicurezza”: sovrintende  e vigila sull’osservanza delle disposizioni in materia di salute  e sicurezza. Collabora con gli esperti alla valutazione dei rischi. Segnala al dirigente scolastico la presenza dei fattori di rischio e, nell’attesa di interventi, adotta tutte le misure cautelative temporanee necessarie per limitare il più possibile la situazione di rischio.

“Commissione  per il turismo: visite guidate e viaggi di istruzione”: redige e revisiona il regolamento per i viaggi di istruzione  e le visite guidate : organizza itinerari  e prende contatti  con le strutture di accoglienza : organizza il piano delle visite annuali.

“Tecnlogica”: coordina i laboratori tecnologici facendo anche l’inventario degli strumenti.

“Gestione sito web”: organizza il materiale da pubblicare sul sito, gestisce il sito web, si occupa dell’acquisto ,gestione e manutenzione  delle apparecchiature informatiche e multimediali.

“Regolamento di istituto”: redige e revisiona il regolamento di istituto, il patto di corresponsabilità e stabilisce le sanzioni.

GRUPPI DI LAVORO

Anche i  Gruppi di lavoro sono costituiti dai docenti dei tre ordini di scuola o da docenti di un solo ordine,hanno il compito di elaborare  ricerche su tematiche di studio e collaborare alla realizzazione di progetti trovando soluzioni adeguate.

“Accoglienza”:  propone attività di raccordo e  la costruzione di unità didattiche.

“Educare al piacere della lettura”: ha il compito di predisporre percorsi di educazione alla lettura e di coordinare la diffusione della lettura stessa nei plessi.

“Educare al piacere della Musica”: ha il compito di promuovere l’attuazione del Curricolo di Istituto attraverso l’aggiornamento e il confronto tra i vari docenti di musica e di stimolare la partecipazione attiva degli alunni all’esperienza della musica come espressione e comunicazione condivisa fra i vari plessi.

“Metodo di studio”: partendo dal curricolo già sviluppato in precedenza, ha il compito di elaborare percorsi didattici riferiti a più discipline rispettivamente per la primaria  e per la secondaria .

“Integrazione degli alunni disabili”: il gruppo, costituito da tutti i docenti di sostegno dell’Istituto e coordinato dal servizio psicopedagogico, ha il compito di confrontarsi sulle modalità e sulle strategie efficaci di integrazione, sui percorsi differenziati, sulla documentazione necessaria rispetto al percorso di apprendimento.

GLH o  GLIC: a norma della L. 104/92 e del D.P.R. 24-02-94, si occupa specificamente degli alunni disabili; è costituito pertanto da tutti i  docenti di sostegno e  dagli insegnanti coordinatori delle classi con alunni diversamente abili. Redige il profilo dinamico funzionale  e il piano educativo individualizzato.
Programma gli interventi in relazione  ai bisogni rilevati  anche con riferimento agli esami finali di valutazione, nel rispetto delle norme vigenti.
Assicura la verifica del piano e l’efficacia del progetto individualizzato.
Predispone la scheda di verifica finale riguardo gli interventi attuati durante l’anno scolastico.

“Educazione ambientale”: elabora  percorsi di educazione scientifica in senso lato, sotto forma di curricolo integrato, in collegamento con le esperienze in atto nella scuola.

GRUPPI DISCIPLINARI: Unità di lavoro collegiale che offrono ai Consigli di classe-interclasse le competenze tecniche didattico-educative attraverso la progettazione del curricolo esplicito e delle unità di apprendimento. Sono costituiti da insegnanti delle medesime discipline, con lo scopo di delineare il pacchetto formativo caratterizzante di una disciplina in maniera omogenea per le classi parallele (curricolo esplicito); ogni Gruppo ha, su indicazione del Dirigente, un docente referente della disciplina, che coordina i lavori e ne riferisce al Capo di Istituto.
Attività dei gruppi
–    programmare, per quanto possibile, l’azione didattica e disciplinare per corsi e classi parallele;
–    definire le scansioni temporali dei moduli e delle unità didattiche, gli obiettivi minimi da raggiungere per ciascun livello, gli strumenti da adoperare per la verifica e la valutazione;
–    predisporre  test di ingresso che ciascun docente potrà  adattare alle proprie specifiche realtà .

Nota 5 gennaio 2012, Prot. n. 26

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

Uff. VI

 

 

Ai Direttori Generali

degli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

 

Al Dirigente Generale

del Dipartimento Istruzione

per la Provincia di TRENTO

 

All’Intendente Scolastico

per la Scuola in lingua italiana

BOLZANO

 

All’Intendente Scolastico

per la Scuola in lingua ladina

BOLZANO

 

All’Intendente Scolastico

per la Scuola in lingua tedesca

BOLZANO

 

Al Sovrintendente agli Studi

per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta

 

Oggetto: Protocollo d’intesa MIUR-AICS. Concorso fotografico Colori, persone e luoghi dello sport. A.S. 2011/2012.

 

Si comunica che, nell’ambito delle attività previste dal protocollo d’intesa stipulato nel 2009 tra questo Ministero e l’AICS, l’Associazione Italiana Cultura e Sport bandisce la sezione scolastica del concorso fotografico “COLORI, PERSONE E LUOGHI DELLO SPORT” riservata agli studenti del secondo ciclo d’istruzione.

L’accordo citato ha il fine di promuovere progettazioni congiunte per diffondere la cultura motoria e sportiva quale fattore strategico di partecipazione alla vita sociale, strumento di tolleranza, elemento di stimolo per l’accettazione delle differenze e veicolo d’inclusione sociale.

In sintonia con le Indicazioni della Comunità Europea che ribadiscono come lo sport costituisca uno strumento privilegiato di ogni politica educativa, “COLORI, PERSONE E LUOGHI DELLO SPORT” rappresenta un’occasione di sensibilizzazione sul valore formativo della pratica sportiva in favore degli alunni, delle loro famiglie e del personale scolastico, sottolineando l’importanza di una scuola aperta al territorio e all’organismo culturale e sociale che in esso operano.

In tale quadro di riferimento, l’iniziativa concorsuale e’ parte di un più ampio progetto comprensivo di eventi che saranno rivolti anche alle scuole autonome e ai circoli provinciali dell’AICS per rievocare, nel 50° anniversario della sua fondazione, le tappe salienti dell’impegno civile e culturale profuso dall’Associazione negli ambiti della promozione sportiva e sociale.

Tutte le indicazioni riguardanti le modalità di partecipazione, gratuita, al concorso sono riportate nel regolamento e disponibili sul sito www.coloripersoneeluoghidellosport.it.

La valutazione delle opere pervenute avverrà in due fasi, regionale e nazionale, a seguito di una procedura di votazione on line secondo le indicazioni riportate nel citato sito.

Le opere finaliste che abbiano superato la prima fase di valutazione saranno esaminate da una Commissione nazionale, istituita presso la Presidenza dell’Associazione Italiana Cultura e Sport sita in Via Barberini, 68 Roma, che proclamerà l’opera vincitrice.

L’AICS, nel rispetto dell’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche, potrà offrire la necessaria collaborazione per favorire la partecipazione all’iniziativa concorsuale. Allo scopo, si avvarrà delle proprie strutture periferiche che, su richiesta, daranno supporto alle scuole aderenti all’iniziativa stessa.

In considerazione del significato culturale del concorso, si invitano le SS. LL. a voler diffondere nelle scuole del secondo ciclo d’istruzione la presente nota.

Si confida nella consueta collaborazione.

 

Firmato IL DIRIGENTE

Antonio CUTOLO

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COLORI, PERSONE E LUOGHI DELLO SPORT

Bando di concorso

A.S. 2011-12

 

Nell’ambito delle attività previste dal protocollo d’intesa stipulato nell’aprile del 2009 con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTURA E SPORT (AICS) bandisce la sezione scolastica del concorso fotografico COLORI, PERSONE E LUOGHI DELLO SPORT.

Regolamento del concorso

Art.1

Finalità

L’iniziativa ha la finalità di offrire un’occasione di riflessione sul significato culturale e formativo dello sport favorendo l’apertura della Scuola agli organismi culturali e sociali che operano nel territorio.

Art.2

Destinatari

Il concorso é riservato agli studenti del secondo ciclo d’Istruzione. Sono candidati al premio finale gli alunni di una stessa classe che, in gruppo, abbiano affrontato in maniera originale e significativa il tema della cultura motoria e sportiva quale veicolo di crescita sociale e civile .

Art.3

Tematiche

Il concorso richiede lo scatto e l’invio di fotografie che ritraggano: persone impegnate in attività motorie e sportive; luoghi deputati allo sport, in qualsiasi contesto ambientale; eventi sportivi di apprezzabile rilevanza etica.

Le immagini potranno essere riferite sia a sport di squadra che individuali e riguardare atleti professionisti o amatori delle diverse discipline sportive.

Le opere dovranno essere frutto anche dell’originalità e dell’autonomia creativa dei partecipanti e non alludere a contenuti palesemente offensivi, in particolare nei confronti di aspetti religiosi, razziali e sessuali.

Art.4

Tipologia delle opere

Tutte le fotografie presentate dovranno essere inedite e non essere mai state pubblicate precedentemente.

Ai sensi della vigente normativa in materia di privacy, l’invio di immagini presuppone che il copyright ad esse relativo e l’autorizzazione al loro utilizzo da parte dei soggetti eventualmente raffigurati – siano essi volti di persone, di bambini o altri soggetti – venga acquisito dagli autori, sollevando gli enti organizzatori da ogni eventuale conseguenza, inclusa la richiesta di danni morali e materiali.

Art.5

Termini per la partecipazione

Il concorso avrà inizio dalle ore 9.00 del 16 gennaio 2012 e le fotografie potranno essere inviate fino al 3 marzo 2012.

L’organizzazione declina ogni responsabilità per i problemi tecnici, gli errori, le cancellazioni, il mancato funzionamento delle linee di comunicazione che dovessero presentarsi nella trasmissione delle fotografie.

Art.6

Modalità di partecipazione

La partecipazione al concorso è gratuita e avviene tramite il caricamento delle immagini fotografiche, in formato digitale e con dimensione massima di 4 MB, sul sito www.coloripersoneeluoghidellosport.it. La documentazione relativa all’iniziativa concorsuale è accessibile anche dalla homepage del sito nazionale www.aics.it.

Per poter concorrere, sono obbligatorie: la registrazione, la compilazione di tutti i campi del form on line e la piena accettazione del regolamento.

Ogni classe partecipante potrà inviare un numero massimo di due opere realizzate in bianco e nero o a colori.

Non sono ammessi fotomontaggi, doppie esposizioni, solarizzazioni, filtri digitali o ritocchi digitali, salvo lievi correzioni di colore, contrasto o esposizione.

Le opere pervenute verranno pubblicate direttamente sul sito riportando in chiaro i dati inseriti al momento della registrazione, comprensivi del titolo e della descrizione (facoltativa) dell’opera.

Art.7

Votazione e Selezione delle opere in concorso

Le foto caricate sul sito saranno sottoposte al giudizio della giuria composta da tutti gli utenti regolarmente registrati e votanti sul sito dedicato www.coloripersoneeluoghidellosport.it .

La votazione sarà possibile dopo aver effettuato la registrazione e autenticazione, utilizzando un solo username per esprimere un massimo di 10 (dieci) voti complessivi fino alla scadenza del concorso.

L’utente votante non potrà votare la fotografia di cui sia autore.

Alla selezione effettuata della giuria tecnica verranno ammesse esclusivamente le foto, tra tutte le votate dalla giuria popolare, che abbiano ottenuto un minimo di 100 (cento) voti. Tali opere accederanno alla sezione del concorso denominata “classificati”.

Nel caso in cui uno stesso autore raggiunga i 100 (cento) voti con 2 (due) fotografie, verrà premiata solo la fotografia che avrà ottenuto il più alto consenso della giuria tecnica. In caso di ex aequo, l’AICS Nazionale procederà alla selezione dell’opera tramite sorteggio.

Art. 8

Fase di valutazione regionale

Il concorso si svolgerà in due fasi: regionale e nazionale.

Una prima selezione, infatti, sarà effettuata dalle singole commissioni giudicatrici istituite presso le sedi regionali dell’AICS. Esse saranno formate da un rappresentante AICS, un rappresentante dell’Ufficio Scolastico Regionale e un esperto in arti visive.

In tale fase, saranno individuate tre opere vincitrici ma solo la prima classificata accederà, di diritto, alla fase nazionale di valutazione.

I premi in palio per i vincitori della fase regionale sono: per la 1° opera classificata: 1 telecamera; per la 2° opera classificata: 1 macchina fotografica; per la 3° opera classificata: 1 stampante.

Tutti i partecipanti al concorso riceveranno invito a mezzo e-mail con comunicazione della data e della sede di premiazione delle opere vincitrici.

Art. 9

Fase di valutazione nazionale

La commissione nazionale di valutazione sarà istituita presso la sede nazionale dell’Associazione sita in via Barberini, 68 – Roma. Essa sarà composta da due rappresentanti dell’AICS, due rappresentanti del MIUR, un giornalista e un esperto in arti visive che, collegialmente, individueranno l’unica opera vincitrice a livello nazionale.

I premi in palio per la classe sono: un buono di € 1.000,00 diretto all’Istituto scolastico di appartenenza; l’ospitalità per una delegazione di studenti (max 6 studenti + 1 accompagnatore) presso il villaggio GETUR di Lignano Sabbiadoro per presenziare alla cerimonia di premiazione finale.

Tutti i partecipanti al concorso riceveranno invito a mezzo e-mail con comunicazione della data e della sede di premiazione delle opere vincitrici.

Art.10

Cerimonia di Premiazione

La premiazione degli autori dell’opera vincitrice avverrà nell’ambito di una conferenza europea in occasione dell’evento SPORTINFIORE, che si svolgerà a Lignano Sabbiadoro dal 22 al 25 Aprile 2012.

Art. 11

Disposizioni finali

Il giudizio di entrambe le commissioni di valutazione è insindacabile e terrà conto dell’attinenza delle opere al tema oggetto di concorso, della creatività ed originalità di espressione degli autori, dell’impatto comunicativo e della qualità estetica del prodotto finale.

La partecipazione al concorso implica la conoscenza e l’incondizionata accettazione delle norme contenute nel presente regolamento; il mancato rispetto anche di un solo punto di esso sarà motivo di esclusione.

Gli autori e le autrici delle fotografie depositate per partecipare al concorso cedono all’AICS il diritto di diffonderle e/o pubblicarle in formato cartaceo o digitale, anche attraverso le proprie strutture periferiche.

Per quanto non esplicitamente previsto dal regolamento e per eventuali controversie, ogni competenza è demandata alla commissione nazionale giudicatrice del concorso.

Art.12

Informativa sulla privacy

In ottemperanza di quanto stabilito dal Dlgs 196/2003, la partecipazione al concorso comporta, da parte dell’Autore, l’autorizzazione al trattamento e all’utilizzazione, anche con mezzi informatici, dei dati personali e da parte dell’Ente Organizzatore sia per lo svolgimento degli adempimenti inerenti l’iniziativa che per informazioni relative ai risultati della procedura e/o per future attività.