VALeS

VALeS
Un progetto concepito da persone che non conoscono le regole del gioco

di Enrico Maranzana

La legge ha sostituito il termine “scuola” con “sistema educativo di istruzione e formazione”.
Il legislatore ha affrontato il problema scolastico in conformità alle moderne tecniche per il trattamento delle situazioni complesse: lo ha scomposto in sottoproblemi e ne ha affidato la soluzione a soggetti diversi.

Modelli matematici e dinamica delle popolazioni

Modelli matematici e dinamica delle popolazioni

di Nicola De Nitti

Le analisi condotte nelle pagine che seguono hanno preso abbrivo dagli studi compiuti sul tema  dei Modelli matematici di evoluzione, approfondimento personale di un percorso formativo – condotto in un liceo ginnasio del capoluogo pugliese – mirante ad arricchire la formazione matematica e scientifica del curricolo in classi minisperimentali, attraverso stimoli a leggere il comportamento della natura attraverso la lente dell’indagine matematica.

VALES… ma quanto VALES?

VALES… ma quanto VALES?

di Giancarlo Cerini

 

Fa già molto discutere il progetto VALES (Valutazione e Sviluppo Scuole), presentato dal MIUR con la CM 3 febbraio 2012, n. 16, corredata di una nutrita messe di documenti. La scadenza per le candidature è fissata dal 12 marzo 2012. Spesso il giudizio pubblico sul progetto si incastra con problemi di altra natura (…siamo ancora alle prese con i tagli alle risorse, quindi non è il caso di avventurarsi sui temi della valutazione, sono ben altre le priorità…), o su una pregiudiziale contrarietà verso le azioni di valutazione “esterna” (…questo accanimento sulla valutazione non ci porterà da nessuna parte, meglio investire sulla qualità della scuola…) o su aspetti di carattere tecnico e docimologico (…ma che cos’è questo valore aggiunto? Stiamo esagerando con le prove Invalsi! Ci sono altre cose più importanti da considerare…). Molte di queste osservazioni esprimono stati d’animo assai diffusi nel mondo della scuola, da ascoltare con attenzione, ma non possono mettere in ombra alcuni passaggi positivi che il progetto VALES fa registrare, rispetto alle ipotesi di valutazione sperimentale avviate appena 18 mesi fa dal precedente Ministro. Vediamo perchè.

 

Considerazioni preliminari: la cultura della valutazione

Tutte le ricerche condotte con gli insegnanti attestano che non c’è una pregiudiziale ostilità nei confronti della valutazione del proprio lavoro, si chiedono però delle garanzie precise, in particolare:

– che la valutazione non sia agitata contro la scuola, ma possa aiutare a migliorarla;

– che non si privilegi un approccio selettivo e individuale, ma che si valorizzi la dimensione collaborativa dell’insegnamento;

– che si consideri la scuola una “comunità di apprendimento”, una “comunità professionale”, e non un’azienda in competizione con altre, per accaparrarsi fette di mercato…

Molte perplessità riceve infatti l’idea di una premialità selettiva (come quella prevista nel D.lgs. 150/2009, c.d. Brunetta), per cui solo una quota di personale dovrebbe essere “premiato” a scapito di altri “non premiati” (questo dilemma portò anche al fallimento del “concorsone” di Berlinguer nella primavera 2000). Anche una reputazione affidata ad un giudizio “olistico” di colleghi o al gradimento degli utenti trova ampie resistenze (cfr. “Valorizza” e le osservazioni critiche di sindacati e associazioni professionali, che hanno convinto il MIUR a sospendere il progetto e a modificare la strategia sperimentale). Per la valutazione del lavoro dei docenti, infatti, si aprirà una ricerca più ampia che vedrà il coinvolgimento anche delle rappresentanze degli insegnanti.

E’ dunque utile mantenere aperte diverse ipotesi di lavoro (di qui l’idea della sperimentazione), per costruire una cultura della valutazione che possa essere condivisa da un’ampia platea di docenti, perché giudicata coerente con le finalità della scuola.

La valutazione non dovrebbe essere un giudizio inappellabile, per distinguere buoni e cattivi, ma trasformarsi in una opportunità per un confronto “serrato” sulla propria professionalità, dunque per mettersi in gioco, crescere, essere stimolati a migliorare, essere posti di fronte alle proprie eventuali carenze, ma anche per essere riconosciuti nelle proprie qualità. Vale se mette in moto processi reali di ricerca e sviluppo, e non si limita a fotografare una situazione statica o stilare una classifica per distribuire premi. Semmai, stimola la costruzione dal basso di standard professionali verso cui tendere.

In questo contesto viene ripreso il tema della valutazione delle performances dirigenziali (per altro già prevista dalle norme di legge e dai Contratti di lavoro), attraverso un approccio che considera la specificità della comunità scolastica, ove un gruppo di professionisti (i docenti, cui è riconosciuta discrezionalità professionale) si impegna nella progettazione e gestione dell’offerta formativa, con la guida e la responsabilità organizzativa del dirigente. Ma il dirigente scolastico non è un “capoufficio” di una unità amministrativa, dove tutte le procedure sono in larga parte programmabili in maniera lineare (e forse, nemmeno più…).

 

Caratteristiche della sperimentazione

In relazione al progetto VALES, va segnalato che le scuole partecipano volontariamente all’iniziativa nazionale. E’ richiesta un’adesione formalizzata dagli organi competenti (collegio dei docenti), che implica la contestualizzazione e, si spera, una qualche negoziazione attiva nella partecipazione al progetto. La partecipazione comporta un riconoscimento economico alla scuola.  Non si tratta di un premio o di una sanzione, ma di un incentivo finanziario ad intraprendere un percorso di miglioramento, sostenendo comportamenti virtuosi (ricerca, formazione in servizio, valutazione, consulenza, documentazione, ecc.) che accompagnano concrete azioni nella scuola. Questo aspetto differenzia il nuovo progetto da quello attualmente in corso in 77 scuole (Progetto VSQ) ove vige una logica di premialità selettiva per le scuole che si collocano ai primi posti della graduatoria di merito (apprezzando risultati di apprendimento e processi organizzativi).

Per le scuole in difficoltà è previsto un supplemento di risorse e questa sembra una scelta assai qualificante.

La partecipazione al progetto implica la disponibilità alla ispezione e alla valutazione esterna, che però si fonda sulla analisi dei dati offerti dalla scuola, sulle evidenze osservate direttamente da un team esterno, sul calcolo del “valore aggiunto” dei risultati dei ragazzi (apprendimenti, ma anche altri outcomes). La sperimentazione ha l’obiettivo di mettere a fuoco strumenti e protocolli di valutazione, di cogliere la dinamica valutazione-miglioramento, di apprezzare l’apporto alla crescita della comunità scolastica dei diversi soggetti professionali, in particolare del dirigente scolastico.

Non sono previste premialità. Spetta alla scuola, nelle sue diverse componenti, decidere l’utilizzazione della risorsa assegnata inizialmente. L’erogazione può riferirsi a singoli docenti (o gruppi di docenti) che abbiano partecipato alle diverse azioni. Il riconoscimento al dirigente (quota di stipendio di risultato) è collegato alla sua valutazione, ma questo aspetto non è oggetto diretto del programma di valutazione.

Il focus sul funzionamento complessivo dell’istituto è dunque propedeutico a sviluppare una valutazione di chi in esso opera; tuttavia la valutazione dell’istituto non coincide con la valutazione dei suoi operatori (dirigente e insegnanti), ma ne rappresenta lo sfondo conoscitivo indispensabile.

La osservazione in diretta di una scuola da parte di una equipe esterna dovrebbe essere finalizzata ad incrementare la capacità della scuola di riflettere sui propri esiti (successi e insuccessi) e di assumere adeguate strategie di miglioramento e sviluppo. Questo richiede un processo interattivo e non solo una misurazione esterna (sono dunque necessari una restituzione “dinamica” ed un dialogo interno-esterno). L’autovalutazione è decisiva per promuovere l’iniziativa e la responsabilità delle scuole (e su questo ci si poteva aspettare qualcosa di più dalle note tecniche al progetto).

 

Criteri e oggetti della valutazione

La valutazione esterna dovrebbe essere preparata da una incisiva autoanalisi interna, sulla base di una griglia di indicatori standardizzati, che lascino comunque anche uno spazio per l’autonoma descrizione della scuola da parte dei soggetti interni. Il modello CAF (Common Assessment Framework) potrebbe essere un buon punto di partenza, perché consente di enucleare grappoli di variabili riferiti ai processo e ai risultati. Anche il framework informativo sotteso al programma “La scuola in chiaro” (CM 108/2011) rappresenta un utile punto di riferimento per descrivere la scuola, in una ottica di comparazione e benchmarking (meglio ancora, di benchlearning).

La valutazione di una scuola dovrebbe focalizzarsi sui risultati degli apprendimenti degli allievi (espressi dal “valore aggiunto” misurato dalle prove Invalsi, ma anche da risultati verificabili a più lungo termine), su aspetti didattici (cosa succede in classe?), su profili organizzativi (struttura professionale, linee di comunicazione, sistema di partecipazione e di decisioni), sulla capacità di interazione esterna (partnership), sul clima sociale ed etico (valori), sulle professionalità ed i comportamenti dei diversi operatori (in particolare sulle forme di leadership del dirigente scolastico).

Sarà individuato – con procedura pubblica – un “team di valutatori” (presieduto da un ispettore tecnico, affiancato da due esperti di valutazione, di cui uno preferibilmente proveniente dal ruolo dei dirigenti scolastici), che ha l’incarico di accompagnare la scuola prescelta lungo l’itinerario sperimentale. La durata del progetto è triennale. In linea di massima i membri dello staff esterno non operano normalmente nell’ambito territoriale in cui si trova la scuola prescelta.

All’interno dell’istituto potrebbe costituirsi una equipe di contatto e supervisione, sulla base di un protocollo condiviso e conosciuto da tutte le componenti della scuola. Vanno coinvolti anche gli organi collegiali, una rappresentanza dei genitori, la rete degli stakeholder.

Fondamentale è il rilascio di un report valutativo alla scuola, ad opera del team esterno, con suggerimenti per programmi di miglioramento. Il modello di riferimento è quello dell’OFSTED (il mitico servizio ispettivo inglese). Il report consegnato alla scuola (è opportuna una sua presentazione alla comunità scolastica ed anche ai genitori) diventa la carta diagnostica di ogni scuola, sulla cui base andranno definiti gli obiettivi strategici per il contratto di missione del dirigente scolastico, che rimane di competenza del Direttore scolastico regionale.

 

Coinvolgimento delle scuole

E’ importante che la sperimentazione abbia un carattere effettivamente nazionale e sia diffusa sull’intero territorio. Ogni regione dovrebbe partecipare con un pacchetto di scuole pari ad almeno il 2 o 3% delle unità scolastiche. Un gruppo tecnico regionale avrebbe il compito di accompagnare le diverse fasi della sperimentazione, garantendo gli opportuni adattamenti regionali delle griglie nazionali di osservazione ed agevolando lo sviluppo del progetto (comunicazione, documentazione, contatti istituzionali, relazioni sindacali e professionali, ecc.).

A tutte le scuole vengono inviate le linee guida della sperimentazione, garantendo anche una loro eventuale presentazione a livello territoriale (o per reti di scuole o per singole scuole, se possibile), con la partecipazione del gruppo tecnico regionale e di eventuali rappresentanti del Comitato Tecnico Scientifico nazionale, che supporta l’amministrazione nello sviluppo del progetto.

Le scuole hanno un lasso di tempo significativo per presentare la propria candidatura, che implica l’accettazione del protocollo di sperimentazione, nonché la disponibilità dei docenti e dei dirigenti. La scelta delle scuole partecipanti a livello regionale è rimessa al MIUR, sulla base di criteri di rappresentatività del campione, per territori e per livelli scolastici (qui resta un vezzo centralistico che sarebbe stato opportuno accantonare).

Una volta formalizzato il quadro dei partecipanti, sarà assegnato un congruo periodo per la messa a punto del progetto, per i primi contatti, per la redazione di materiali informativi, con l’assistenza di membri del CTS (nazionale) e del GTR (regionale). Non si ritiene opportuno associare a questa nuova sperimentazione le 77 scuole aderenti a “VSQ”, in quanto sono diverse le modalità di adesione e negoziazione del progetto.

 

La valutazione del dirigente scolastico

In relazione alla valutazione del dirigente scolastico, inserito nell’ambito di VALES, occorre considerare le premesse normative, che si desumono nell’art. 25 del D.lgs 165, nell’art. 20 del CCNL area dirigenti scolastici, nelle previsioni di cui al D.lgs 150/2009. L’aggancio a VALES consente di salvaguardare la specificità dell’ambiente scolastico, con le sue caratteristiche di comunità professionale. La valutazione della scuola rappresenta una base conoscitiva per la valutazione dell’apporto delle singole componenti, tra cui in primis della dirigenza scolastica.

Questa fase di valutazione diagnostica è propedeutica alla definizione di un contratto di missione tra USR e dirigente scolastico, che non coincide strettamente con i piani di miglioramento dell’istituzione scolastica, ma individua al suo interno lo specifico ruolo propulsivo del dirigente (una totale sovrapposizione determinerebbe un’identità monocratica dell’istituzione scolastica, facendola coincidere con la figura del dirigente e viceversa).

Gli indicatori di riferimento per l’azione dirigenziale sono relativi a:

–          direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane,

–          organizzazione e gestione delle risorse finanziarie e strumentali,

–          promozione della qualità dei processi interni alla comunità professionale,

–          sviluppo delle innovazioni,

–          attenzione alle famiglie ed alla comunità sociale,

–          collaborazione con i soggetti istituzionali, culturali, professionali, sociali ed economici del territorio.

Molti degli strumenti di analisi e lettura del contesto, i protocolli di osservazione, gli indicatori di performances, sono da dettagliare attraverso la collaborazione dell’Invalsi (che ha sperimentato progetti analoghi nelle regioni del Sud), dell’Indire (cui sarà affidato un ruolo di accompagnamento ai processi di miglioramento, senza escludere altri apporti), del Corpo ispettivo (nonostante l’attuale defaillance di un servizio non più rinnovato da oltre tre lustri). A ben vedere, si fanno le “prove” generali di un diverso Sistema nazionale di valutazione, abbozzato nella legge 10/2011, che individua proprio queste tre strutture come elementi portanti del sistema.

Gli indicatori cui si ispira la valutazione dell’apporto del dirigente alla comunità scolastica ben esprimono l’idea di una leadership orientata all’educazione, in sintonia con le prospettive della ricerca internazionale sul ruolo dei dirigenti delle scuole, lontana dalle secche di un approccio puramente giuridico o amministrativo alla funzione, se vogliamo, leggermente in controtendenza rispetto all’evoluzione subita da questa figura negli ultimi anni. E non è affermazione di poco conto.

Avviso 13 febbraio 2012

Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici e per l’Autonomia scolastica
Ufficio II

Avviso 13 febbraio 2012

Oggetto: Manifestazione Bacco e Minerva 2011 – 2012

Per l’anno scolastico 2011-2012, nell’ambito della convenzione tra il Dipartimento per lo Sviluppo dell’Istruzione del Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) – Direzione per gli Ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica – e la Confederazione Nazionale dei Consorzi Volontari per la Tutela delle Denominazioni di Origine dei Vini Italiani (FEDERDOC), sono indetti tre concorsi per promuovere e valorizzare la conoscenza e l’educazione ai vini e ai prodotti tipici italiani. La manifestazione avrà luogo nei giorni 11, 12 e 13 aprile 2012, presso l’Istituto di Istruzione Superiore di Stato “V. Dandolo” Corzano (BS), risultato vincitore nell’edizione del 2011.

Concorso “Bacco e Minerva”: Un confronto tra i vini prodotti dagli Istituti Tecnici e Professionali per l’agricoltura.
La manifestazione ha il fine di promuovere e valorizzare attivamente la conoscenza e l’educazione ai vini italiani, stimolando gli studenti dell’ultimo anno degli istituti agrari ad un’applicazione sempre più attenta delle tecniche enologiche mirata al miglioramento della qualità del prodotto.

Concorso “Bacco Giovani”: Commissione di studenti di assaggio e valutazione dei vini in concorso.
Rappresenta un’occasione per i futuri diplomati degli istituti, con specializzazione in viticoltura ed enologia, di mettere pratica le competenze acquisite nella conoscenza delle qualità organolettiche e nella tecnica di valutazione dei vini.

Concorso Premio Minerva “Ispettore Gaetano Cannizzaro” per una ricerca originale in agraria.
Il Premio è riservato agli studenti per il miglior lavoro di ricerca che tratti gli aspetti culturali, tecnici e scientifici legati alle produzione tipiche dei loro territori.

Il Dirigente
f.to Antonio LO BELLO

Nota 13 febbraio 2012, Prot. n. 665

Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
Ufficio IV

Agli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di
BOLZANO
Al Dipartimento Istruzione per la Provincia autonoma di Trento
TRENTO
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua Tedesca
BOLZANO
All’Intendenza Scolastica per la Scuola delle Località Ladine
BOLZANO
Alla Sovrintendenza agli Studi pèr la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA

Oggetto: Proroga scadenza Concorso “Scuola Semi di Futuro”

Si comunica che il termine di consegna dei lavori del Concorso in oggetto, inizialmente previsto per il 15 febbraio c.a, è stato prorogato al 25 febbraio 2012.

Si pregano pertanto gli Uffici in indirizzo di voler diffondere, presso le Istituzioni Scolastiche del territorio di competenza, il nuovo termine di scadenza.

Si ringrazia per la consueta e fattiva collaborazione.

IL DIRIGENTE
Michela Corsi

Nota 13 febbraio 2012, Prot. n. 959

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’istruzione
Direzione generale per il personale scolastico – Uff. III

 

AI DIRETTORI GENERALI REGIONALI

Oggetto: Indizione, per l’a.s. 2011/12 dei concorsi per titoli per l’accesso ai ruoli provinciali, relativi ai profili professionali dell’area A e B del personale ATA. Modelli di domanda.

Come già annunciato con nota prot. 763 del 1°.2.2012 si trasmettono, in allegato, i necessari modelli di domanda (allegati B1, B2, F e H).

Si rappresenta, pertanto, la necessità che le SS.LL. predispongano ogni sollecita e tempestiva iniziativa idonea ad accelerare l’indizione per l’a.s. 2011/12 dei concorsi in oggetto riferiti.

Si ricorda che dovranno essere inviati:

  • in modalità tradizionale i modelli di domanda allegati B1, B2, F e H mediante raccomandata a/r ovvero consegnati a mano all’Ambito Territoriale Provinciale della
    provincia d’interesse entro i termini previsti dal relativo bando;
  • tramite le istanze on line il modello di domanda allegato G di scelta delle sedi delle istituzioni scolastiche. Per quest’ultimo non dovrà essere inviato il modello cartaceo in formato pdf prodotto dall’applicazione in quanto l’Ufficio territoriale destinatario lo riceverà automaticamente al momento dell’inoltro.

Al fine di favorire la procedura on line si raccomanda ai competenti uffici di invitare tutti gli aspiranti interessati alle graduatorie d’istituto a procedere alla registrazione alle istanze on line ove non fossero già registrati, sottolineando che tutti gli aspiranti, ai fini dell’inclusione nelle graduatorie di circolo e di istituto di 1ª fascia per l’a.s. 2012/13, dovranno necessariamente utilizzare la procedura on line in quanto non sarà più possibile confermare in automatico le sedi espresse dell’anno scolastico precedente.

Si ricorda, altresì, che, analogamente allo scorso anno, è prevista la compilazione di un apposito allegato H per il personale che intende fruire dei benefici dell’art. 21 e dell’art. 33, commi 5, 6 e 7 della legge 104/92.

Si confida in un puntuale adempimento.

per il Direttore Generale, Luciano Chiappetta:
il Dirigente, Bianca Artigliere

Allegati:
Modello B1
Modello B2
Allegato F
Allegato H