Appello ai ministri Grilli e Profumo per la restituzione dei residui attivi

Appello ai ministri Grilli e Profumo per la restituzione dei residui attivi alle istituzioni scolastiche
Si continuano a fare monitoraggi. Altri se ne sono fatti. Ora basta! Appello dei Presidenti dei Consigli di Istituto, RSU, Dirigenti, Direttori perché vengano restituiti i fondi alle scuole.

Nella giornata del 28 novembre 2012 a Firenze, nell’Aula Magna del ITIS Leonardo Da Vinci, nel corso del Seminario organizzato dalla FLC CGIL su “Programmare le risorse finanziarie in tempi di revisione della spesa pubblica”, è stato lanciato un appello al Ministro dell’Economia e Finanze, Vittorio Grilli,  e dell’Istruzione, Francesco Profumo, per la restituzione dei crediti che vantano le scuole dal 2006 cumulati come residui attivi dalle singole scuole.

Essi sono frutto degli anticipi di cassa effettuati dalle Istituzioni scolastiche per far fronte al pagamento delle supplenze (non finanziate per lungo tempo dal Ministero), dei compensi degli esami di stato e revisori, della tassa ambientale, attingendo al fondo d’istituto e al contributo delle famiglie. Perciò devono essere restituiti.

Con tali fondi le scuole potranno migliorare l’offerta formativa a fronte dei mancati finanziamenti da parte del Governo.

Chiediamo che l’appello che pubblichiamo venga firmato – e inviato – dai Presidenti del Consiglio d’istituto, dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie, dai Dirigenti Scolastici e dai Direttori dei servizi Generali e Amministrativi.

Per la riuscita dell’iniziativa chiediamo che l’appello  firmato sia indirizzato al Capo Gabinetto del Ministro Grilli, al Capo Gabinetto del Ministro Profumo e alla Segreteria FLC CGIL.

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Roma, 3 dicembre 2012

Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
Prof. Francesco Profumo

Al Ministro dell’Economia e della Finanze
Prof. Vittorio Grilli

Oggetto: Appello, Sanare la questione dei residui attivi delle scuole

Signori Ministri,
con il presente documento, noi Presidenti dei Consigli di Istituto, Dirigenti Scolastici, Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, Rappresentanze Sindacali Unitarie,  facciamo appello alla Vostra sapienza di amministratori e di gestori avveduti della cosa pubblica affinché risolviate l’annoso problema dei cosiddetti residui attivi dei bilanci delle Istituzioni Scolastiche Autonome (ISA).

Questo il fatto.

Da più di sette anni, da un esercizio finanziario all’altro, si registra, nelle casse delle ISA, tale fenomeno, che non è solo contabile, che in termini monetari ammonta complessivamente a oltre un miliardo di euro.

Perché le scuole, nella loro stragrande maggioranza, vantano questo enorme credito nei confronti dell’Amministrazione centrale?

Perché esse, a partire dal 2006, non hanno ricevuto dal MIUR l’intero ristoro delle spese obbligatorie: supplenze, compensi esami di stato e revisori, tassa ambientale.

Le scuole, per senso di responsabilità e per una ordinaria applicazione delle norme, hanno utilizzato sovente, dietro consiglio degli stessi Uffici ministeriali, il Fondo dell’Istituzione Scolastica (FIS) di derivazione contrattuale  o i contributi delle famiglie per pagare gli stipendi dei supplenti.

Ricordiamo che proprio la generosità delle famiglie ha consentito alle scuole di affrontare spese indispensabili per il loro funzionamento (materiali di pulizia, cancelleria, sicurezza, registri, funzionamento didattico, ecc).

Infatti la nostra scuola ha subito, in anni terribili che sembrano non passare mai, non solo i tagli al personale e a numerose provvidenze che costituivano il minimo indispensabile per una qualificata offerta formativa, ma anche il non finanziamento delle supplenze. Negli anni 2009 e il 2010 le scuole non hanno ricevuto neanche ciò che la legge stabiliva, cioè l’ordinario finanziamento per il  funzionamento amministrativo e didattico.

Le ISA, messe alle strette, di fronte anche alla chiamata in giudizio che si risolveva in maniera sempre negativa per l’Amministrazione, hanno fatto ricorso, come già detto o al FIS o ai contributi delle famiglie.

Il risultato è stato però che si sono bloccati i progetti e gli investimenti né è stato possibile retribuire  con il FIS le attività prestate dal personale.

Dirigenti Scolastici e DSGA sono stati obbligati a nominare e pagare con i fondi disponibili in cassa i supplenti: in primo luogo perché la legge che prevede la nomina di un supplente in assenza del titolare al fine di garantire il diritto allo studio e la stessa incolumità degli allievi; in secondo luogo per una ragione di equità al fine remunerare il lavoro prestato ed evitare all’amministrazione la soccombenza certa in sede giudiziaria; in terzo luogo per non creare disservizio all’organizzazione scolastica costretta talora a dividere gli alunni delle classi scoperte fra tutte le altre classi.

Nel frattempo sono state fatte diverse rilevazioni dalle scuole su richiesta del MIUR e del MEF, ma gli esiti e le finalità di queste indagini non sono state mai portate a trasparenza.

Adesso questi crediti rischiano di andare perduti.

Ci rivolgiamo alle SS.VV. affinché sia reso noto il risultato di un monitoraggio sui residui che dovrebbe ormai essersi  concluso, e finalmente si restituisca, in tempi brevi e certi,  alle scuole quanto esse, senza che questo si trasformi in un danno permanente contro esse stesse.

Diritto d’inamovibilità delle RSU

Il Tribunale di Cosenza riconosce il diritto d’inamovibilità delle RSU del SAB e condanna il comportamento antisindacale dell’ATP di Cosenza.

Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Cosenza, con propria ordinanza, accoglie il ricorso proposto dal sindacato SAB, tramite il segretario generale prof. Francesco Sola, rappresentato e difeso in giudizio dagli Avv.ti  Domenico Lo Polito e Rosangela L’Avena del foro di Castrovillari, dichiara l’antisindacalità dell’ATP di Cosenza convenuta, tenuta nei confronti della RSU del SAB prof. Annunziato Fusaro in materia di inamovibilità, per l’omessa previa richiesta di nulla osta dell’organizzazione sindacale al momento del trasferimento e ne ordina la cessazione, disponendo la rimozione degli effetti del disposto trasferimento .

Nel merito, il sindacato SAB, nelle ultime elezioni delle RSU marzo 2012, presentava proprie liste in quasi tutte le scuole della provincia, compreso l’IIS IPSIA-ITI di Acri dove risultava eletto il prof. Fusaro, assegnato dopo, dall’ATP di Cosenza, all’ITI di Corigliano Calabro.

Successivamente, nel rispetto del CCIR  procedeva ad accreditare, anche c/o l’ATP di Cosenza, gli organi statutari del SAB, comprese le RSU elette, nonché i nominativi delle RSU che, a seguito delle operazioni di mobilità, non risultavano essere più in servizio nella scuola dove erano state elette al fine di predisporre atti di utilizzazione c/o le precedenti scuole.

La richiesta era sostenuta oltre che dalle norme previste dallo Statuto dei Lavoratori, anche dalle numerose precedenti sentenze di merito, sui ricorsi del SAB contro l’ATP di Cosenza, soccombente nei vari Tribunali di Paola, Rossano e Castrovillari; ATP che, per alcuni ordini di scuole, è rimasta insensibile e quindi si è dovuto ricorrere nuovamente al Tribunale per il rispetto della legge.

Il Giudice osserva, anzitutto, in termini generali, come la tutela di cui all’art. 28 dello Statuto dei Lavoratori, ha ad oggetto la tutela delle associazioni sindacali contro tutte quelle condotte poste in essere dal datore di lavoro, tali da impedire o limitare l’esercizio delle libertà sindacali e che nel merito vi è violazione dell’art. 22 del citato Statuto il quale prevede che “il trasferimento dall’unità produttiva dei dirigenti sindacali delle rappresentanze sindacali aziendali di cui al precedente art. 19, dei candidati e dei membri di commissione interna può essere disposta solo previo nulla osta delle associazioni sindacali di appartenenza”.

L’antisindacalità della condotta non può dirsi esclusa dalla previsione di cui all’art. 18 del CCNQ del 7/8/98, così come modificato dall’art. 5 del CCNQ del 24/9/2007, secondo la quale il trasferimento dei docenti scolastici in soprannumero, ancorché RSU, non necessita del preventivo nulla osta dell’O.S. di appartenenza.

Si osserva, infatti, come la previsione normativa, nella misura in cui la stessa, come detto, mira a tutelare la libertà dell’attività sindacale, non può essere derogata in peius da parte di una clausola contrattuale (cfr. art. 40 dello Statuto dei Lavoratori), la quale, sotto tale profilo, non può che ritenersi nulla, con conseguente sua disapplicazione; l’eventuale accettazione di tale clausola da parte dell’O.S. ricorrente, per come sostenuto dalla difesa dell’Amministrazione convenuta, non vale, quindi, in ogni caso, a consentirne l’operatività in contrasto con la citata previsione normativa.

Alla luce di quanto esposto, va, pertanto, dichiarata l’antisindacalità della condotta dell’Amministrazione convenuta, per l’omessa previa richiesta di nulla osta dell’O.S. ricorrente al momento dell’adozione del provvedimento del 14/9/2012 con il quale si è provveduto al trasferimento del prof. Fusaro, eletto RSU per il SAB c/o l’IPSIA di Acri e va pertanto ordinato all’Amministrazione resistente di cessare la condotta ritenuta illegittima e di procedere alla rimozione degli effetti.

Il SAB non può che ritenersi soddisfatto di tale ennesima decisione di un Tribunale che sancisce il rispetto dello Statuto dei Lavoratori, messo in discussione anche da quei sindacati confederali e non che hanno firmato l’accordo del 24/9/2007 contro i lavoratori della scuola, utilizzati solo per raccogliere voti r.s.u. per dopo farli valere nella spartizione degli esoneri e permessi sindacali, disinteressandosi della tutela di questi, una volta eletti e contestando anche le numerose decisioni dei Giudici in merito.

F.to Prof. Francesco Sola

Segretario Generale SAB

Novità per l’inclusione degli alunni con D.S.A.

Novità per l’inclusione degli alunni con D.S.A.

Richiamo l’attenzione sull’accordo stato-regioni del 25/7/2012 (passato un po’ inosservato) che contiene almeno due importanti previsioni per i DISTURBI  SPECIFICI  DELL’APPRENDIMENTO.

1) DALL’ART. 1, COMMA 1  DELL’ACCORDO:

“…..raccomandano che la diagnosi debba essere tempestiva e che il percorso diagnostico debba essere attivato SOLO  dopo la messa in atto DA  PARTE  DELLA  SCUOLA  degli interventi educativo didattici previsti dall’Art. 3, comma 2 della L. 170/2010 (vedi sotto ndr), e IN  ESITO alle procedure di riconoscimento precoce, di cui al comma 3 del medesimo art. 3…”

DALL’Art. 3 della L. 170/2010

2. Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentano persistenti difficoltà, LA  SCUOLA  TRASMETTE  APPOSITA  COMUNICAZIONE  ALLA FAMIGLIA.
3. E’ COMPITO  DELLE  SCUOLE di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all’articolo 7, comma 1. L’ESITO di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.

Questo significa che spetta alle scuole costituire i presupposti giuridici e sostanziali per l’avvio del percorso diagnostico.

2) DALL’ART. 3

In questo articolo vengono precisati gli standard certificativi; in particolare viene introdotto il “PROFILO  DI  FUNZIONAMENTO” (comma 2) che descrive in modo analitico il grado di compromissione/sviluppo delle competenze e abilità dell’alunno con DSA,  funzionali all’espressione delle prestazioni didattiche. Il Profilo d.F. è riportato direttamente sulla certificazione medica.

L’ANDIS, in collaborazione con l’associazione AIDA, ha elaborato materiali aggiornati per:

1) prima comunicazione alla famiglia (“…previa…”);

2) attuazione/comunicazione degli: “…interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti..

3) elaborazione del Piano Didattico Personalizzato conforme al punto 3.1 delle “linee-guida” allegate al DM 5669/2011.

Il presidente provinciale

Giuseppe Guastini

Numero precari non rispecchia realtà

Scuola, Mascolo (Ugl): “Numero precari non rispecchia realtà”

“Abbiamo motivo di credere che il numero di 135 mila precari della scuola, comunicati dalla Funzione Pubblica, non rispecchi la realtà e chiediamo quindi che il governo ci dica con chiarezza se tale consistenza numerica comprende solo i supplenti annuali o anche quelli brevi e saltuari, oltre a specificare a che data si riferisce detto conteggio”.

Lo dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo, nel discorso di apertura dei lavori del corso di formazione sulla contrattazione integrativa nelle istituzioni scolastiche, a Varese.

“I tagli agli organici del personale della scuola che oramai da troppi anni sono diventati una consuetudine – continua il sindacalista – ovviamente contribuiscono a far diminuire la percentuale dei precari, poiché vanno a modificare la consistenza delle dotazioni previste dall’organico di diritto delle istituzioni scolastiche. Inoltre, la trovata dell’indizione di una nuova procedura di reclutamento (concorso docenti), avrà risvolti negativi, poiché contribuirà a generare ulteriori precari, in quanto verrà istituito un ‘doppio canale’ dal quale attingere per le immissioni in ruolo: è come dire che i docenti faranno un concorso per continuare ad essere precari”.

“Non siamo contrari all’attuazione di un iter concorsuale – conclude Mascolo – ma riteniamo indispensabile salvaguardare i diritti del precariato storico. Da tempo infatti chiediamo che il governo si adoperi affinché vengano effettuate le immissione in ruolo con copertura di tutti i posti vacanti in organico di diritto, l’attivazione della procedura inerente le immissioni in ruolo del personale Ata e l’indizione di un Tfa speciale”.

3 dicembre – Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

3 DICEMBRE 2012 – GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE CON DISABILITA’
ANFFAS ONLUS: “ABBATTIAMO LE BARRIERE ALLA FORMAZIONE ED INFORMAZIONE PER LE PERSONE CON DISABILITA’ INTELLETTIVA!”

Si celebra oggi, lunedì 3 dicembre 2012, la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, evento istituito dall’ONU nel 1981 in occasione della proclamazione dell’Anno Internazionale delle Persone Disabili con l’obiettivo di promuovere la piena inclusione delle persone con disabilità nella comunità globale.

Quest’anno il tema della Giornata è “Rimuovere le barriere per creare una società inclusiva ed accessibile per tutti”.

Sappiamo bene che le barriere alla partecipazione ed inclusione delle persone con disabilità continuano ad essere moltissime, in tutto il mondo e nel nostro Paese: si tratta di barriere materiali e anche e soprattutto culturali. Si tratta di barriere che negli ultimi anni, anche a causa della situazione di crisi internazionale, hanno assunto il nome di “vincoli di bilancio”, “carenza di risorse”, etc. ma che sono in realtà principalmente frutto di problemi culturali e di approcci obsoleti e discriminatori al tema della disabilità nelle politiche di molti Paesi, tra cui l’Italia.

In coerenza con l’obiettivo della Giornata del 3 dicembre Anffas vuole riaffermare che fare questo è possibile a partire dall’abbattimento della più significativa barriera per le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale: l’accesso alla formazione ed informazione e la partecipazione attiva a tutti gli ambiti della vita.

A tal fine, Anffas è impegnata, dal novembre 2011, nel progetto “Pathways II – Creazione di percorsi di apprendimento permanente per adulti con disabilità intellettiva”, che vedrà la sua conclusione nel 2013.

Promosso da Inclusion Europe (Associazione Europea di persone con disabilità intellettiva e delle loro famiglie cui Anffas Onlus aderisce) e realizzato con il supporto del Programma per l’apprendimento permanente dell’Unione Europea, il progetto ha l’obiettivo di garantire il diritto alla formazione permanente per gli adulti con disabilità intellettiva e/o relazionale attraverso l’uso di un linguaggio “facile da leggere e da comprendere” e la realizzazione di formazione accessibile.

Il linguaggio facile da leggere è uno strumento fondamentale per consentire reali pari opportunità nella nostra società, poiché si concentra su un aspetto dell’accessibilità ancora poco considerato, quale quello delle informazioni, e si propone di consentire alle persone con disabilità intellettiva di avere accesso – in condizioni di pari opportunità – a tutti quelli strumenti informativi, formativi, culturali e di crescita che sono a disposizione di tutti gli altri cittadini e che vengono loro invece costantemente negati.

Ad oggi Anffas Onlus è l’unica associazione italiana che partecipa a questo Progetto Europeo, promuovendo la formazione delle persone, anche con disabilità intellettiva, in grado di produrre e controllare l’esattezza di informazioni facili da leggere e da capire

Sul sito dell’Associazione è stata attivata una sezione dedicata al progetto che è possibile consultare seguendo questo link: http://www.anffas.net/Page.asp/id=604 ed all’interno della quale sono disponibili le linee guida europee per produrre informazioni facili da leggere e tutto il materiale prodotto nel corso del progetto.

“Anche quest’anno ci troviamo a celebrare una Giornata circondati da difficoltà sempre più grandi ma non cessiamo di lavorare per il rispetto dei diritti umani delle persone con disabilità” afferma Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas Onlus, Associazione Nazionale di Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale “Ancora una volta auspichiamo che non ci si ricordi delle persone con disabilità solo in questo giorno ma che si lavori costantemente e con strumenti nuovi ed innovativi, così come Anffas sta facendo attraverso la promozione dell’informazione e formazione accessibile, per realizzare davvero una società pienamente inclusiva per tutti”.

Quei 3500 quesiti in cerca d’autore

da TuttoscuolaNews

Quei 3500 quesiti in cerca d’autore

I sindacati hanno chiesto formalmente, dopo un incontro svoltosi al Miur il 29 novembre, la pubblicazione integrale di tutti i 3500 quesiti predisposti dal Ministero in vista della prova preselettiva del concorso a cattedra, comprensiva delle relative risposte esatte.

Non si vede in effetti perché le risposte corrette ai quesiti non debbano essere rese note ufficialmente e in modo trasparente. Elementi di opportunità anche in relazione a un prevedibile contenzioso spingono in questa direzione. La non pubblicazione delle risposte esatte potrebbe facilitare la circolazione nel web di proposte di acquisto di volumi e software contenenti le risposte esatte, o dichiarate tali da chi le aveva preparate, con rischi di imprecisioni e speculazioni economiche.

A questo punto l’iniziale motivazione del Miur, di voler prevenire una preparazione mnemonica spingendo i concorrenti a studiare per arrivare alle risposte esatte, perde consistenza e forza persuasiva. Tanto vale che il Ministero metta a disposizione di tutti, e non solo degli iscritti al concorso, l’intera batteria dei quesiti con le relative risposte esatte e il simulatore.

Spingono anche in questa direzione i tempi stretti della prova preselettiva, che si svolgerà tra due settimane, nei giorni 17 e 18 dicembre.

Tra i professori stessa retribuzione e differenti carichi lavoro

da TuttoscuolaNews

Tra i professori stessa retribuzione e differenti carichi lavoro

Prendendo per buona la tabella delle insegnanti di Milano che hanno dettagliatamente quantificato sul Corriere della Sera i loro impegno orari nell’anno, per una media settimanale – nel periodo in cui le scuole sono aperte – di 40 ore complessive di lavoro svolto parte a scuola e parte a casa, sorgono alcune riflessioni.

Prima di tutto c’è il confronto interno alla stessa scuola per gli effettivi impegni di lavoro dei docenti, tra quelli che hanno compiti da correggere a casa, come ad esempio i docenti di lettere, di matematica e di lingua straniera, e gli altri. E dietro i compiti da correggere, ci sono le verifiche, da preparare e anch’esse da correggere.

In termini di carichi di lavoro effettivi è notevole la sperequazione all’interno della stessa scuola e dell’intera categoria, con una differenza stimabile in almeno un terzo. Eppure, poiché è l’orario di lezione, le 18 ore, che identifica la funzione, non c’è contrattualmente differenza nemmeno nella retribuzione che è uguale per tutti, per il docente di lettere e per quello di educazione fisica.

Ma anche a parità di disciplina insegnata, l’impegno e il tempo dedicato può variare da persona a persona. C’è da scommettere che ci siano colleghi delle due insegnanti milanesi che fanno anche più ore tra scuola e casa, e altri che ne fanno molte meno.

Questo accade anche in molte altre professioni. Prendiamo le aziende: sin dall’inizio ci sono nuovi assunti che si fermano fino alla sera tardi, e altri ai quali “cade la penna” allo scadere dell’orario di lavoro contrattuale. Nel tempo però di solito le carriere si differenziano: chi si applica di più, contribuendo di più alla causa (ovviamente non solo in termini di quantità di lavoro ma di qualità e spessore, anche se spesso le cose vanno di pari passo), farà più strada, arrivando a posizioni (e stipendi) molto diverse.

Nella scuola no. Si parte uguali, si arriva uguali, indipendentemente dalla quantità e dalla qualità del servizio reso. Eppure, “non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”, diceva Don Milani (“Lettera ad una professoressa”).

La domanda da porsi è: quali sono le condizioni di percorso di carriera, con i relativi meccanismi di avanzamento, e di contesto lavorativo in generale che possono favorire un clima in cui il lavoratore si senta stimolato a dare il meglio anche perché vede riconosciuto (in tanti modi, non solo in senso economico) il proprio impegno?

E’ nell’interesse sia del lavoratore, sia del datore di lavoro (e nel caso della scuola, che è un servizio pubblico, della collettività) che si verifichino quelle condizioni, che oggi non sussistono.

Talpe al ministero, i quiz del “concorsone” finiscono in rete

da LASTAMPA.it

Talpe al ministero, i quiz del “concorsone” finiscono in rete

Un business da migliaia di euro per alcuni gestori di siti

flavia amabile
roma

Sembra una maledizione, uno di quei malefici impossibili da cancellare: ogni volta che c’è anche solo un lontano odore di concorsi, di test o di prove nel mondo della scuola scoppia il caos. Stavolta il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo era sicuro di aver fatto tutto quello che era necessario per garantire una selezione senza problemi ed invece ancora prima della selezione per accedere alle prove vere e proprie in rete sta accadendo di tutto, da un fiorente business di domande e risposte a sospetti velenosissimi sulle talpe del Miur che avrebbero procurato le risposte esatte.

La prova selettiva del concorso scuola 2012 si terrà il 17 e il 18 dicembre. Mancano, insomma, ancora poco più di due settimane alla prova, per i candidati è il momento di esercitarsi. La prima prova – quella che darà accesso alle prove scritte – sarà unica per tutta Italia e automatizzata. Il ministero ha messo in rete nella sezione «La scuola in chiaro» del sito del Miur un «simulatore quiz», un generatore automatico e casuale di domande estratte dalla sua banca dati. Per il ministro si trattava di uno strumento per i candidati, per capire dove o come migliorare le proprie conoscenze, anche perché in questa prima selezione saranno valutate le capacità logiche, la comprensione del testo, le competenze digitali, la conoscenza delle lingue comunitarie (una a scelta del candidato). Il tutto in modo gratuito in modo da dare a tutti le stesse possibilità di prepararsi senza favorire chi aveva maggiori possibilità finanziarie.

Fin qui tutto bene. Il ministero però ha scelto di non dare le risposte alla batteria di 3.500 quesiti all’interno della quale saranno scelte le domande proposte durante la prova effettiva. Era un modo per non alimentare in alcun modo il vecchio metodo di studio, tutto basato sulla memoria. In questo tipo di test è la logica che conta, quindi esercitarsi serve per allenarsi a risolvere alcuni tipi di esercizi e problemi, spiegano al Miur. Il ministro aveva anche rifiutato categoricamente ogni richiesta dell’amministrazione di fornire il pdf con domande e risposte per non prestare il fianco ad alcuna possibilità di truffe.

Non aveva fatto i conti con i 321mila aspiranti docenti disposti a tutto pur di venirne in possesso. E con la possibilità di costruirci su un piccolo business da parte di alcuni gestori di siti Internet. In poche ore è sorto un giro di siti dove è possibile scaricare dei software in grado di fornire in modo diretto e immediato domande e risposte. Basta pagare dai 5 ai 25 euro per un guadagno totale di centinaia di migliaia di euro.

Nemmeno la parziale marcia indietro del Miur che ha modificato il simulatore, ha stroncato il fenomeno perché comunque la procedura del ministero in caso di risposta errata non permette di capire qual è quella esatta e comunque costringe a ripetere l’intero meccanismo invece di procedere in modo spedito come accade con il software a pagamento.

Si tratta di una fuga di notizie, è piuttosto difficile che qualcuno abbia trovato le risposte a 3500 domande e creato in poche ore il software. È molto più probabile che qualcuno dall’interno del Ministero, come denuncia il sito Tecniche della scuola, abbia trovato un modo per far trapelare comunque le risposte che il ministro sperava di aver blindato. Al Miur si è tentato anche di far intervenire la Polizia Postale per bloccare i siti pirata ma ad una verifica è risultato che solo il 97% del materiale era identico, non c’erano quindi gli estremi per procedere.

24 ore: i genitori rispondono ai professori

da Tecnica della Scuola

24 ore: i genitori rispondono ai professori
Dopo il coro di proteste degli insegnanti sulla presa di posizione dell’Age Toscana a favore della proposta di aumento dell’orario di servizio a  24 ore, i genitori di AGe Toscana rispondono, con un ampio documento, alle contestazioni ricevute.
Questo il testo del documento pervenuto alla nostra Redazione da parte dell’Associazione Age Toscana
Contumelie, lettere fiume, sfoghi amari: indubbiamente con la questione delle 24 ore di lezione per i professori abbiamo toccato un nervo scoperto. Senz’altro sono emersi il malessere di tanti professionisti della scuola e i rapporti non sempre idilliaci con le famiglie. State zitti, ci hanno detto alcuni, altri invece hanno chiesto con insistenza una nostra risposta. Soprattutto c’è stato chi ha riconosciuto l’importanza di un dialogo con le famiglie e qualcuno addirittura ci ha chiesto di aprire uno spazio di confronto comune sul tema grande che è la scuola.
Come genitori di AGe Toscana rispondiamo volentieri e necessariamente in modo sintetico, sia per rispetto di chi legge, sia perché il tema è troppo vasto perché si possa dire tutto in una volta sola.
Il presupposto da cui ci muoviamo è che la scuola è un bene di tutti e che occorre convogliare lì tutte le risorse disponibili, per il futuro dei nostri giovani e dell’intero Paese. Ecco dunque, per punti:
6 ORE PER LE SUPPLENZE? La nostra proposta è chiara: abbiamo parlato di aggiornamento professionale, di ore di recupero per gli studenti in difficoltà e di interventi di alfabetizzazione degli alunni extracomunitari e anche di laboratori, di corsi di approfondimento e di viaggi d’istruzione. Un’altra grave falla da colmare sarebbe quella delle uscite anticipate, delle entrate in ritardo, dello smistamento degli alunni nelle classi, cioè quello che accade quando un insegnante si ammala e non è possibile chiamare subito il supplente. Sono ore di scuola preziose che i nostri figli perdono senza possibilità di recupero.
Quanto alle supplenze, occorre dire che si tratta di una proposta del Governo e non nostra (la nostra attenzione si è appuntata piuttosto sul taglio di 47,5 milioni di Fondo d’istituto e sul sentirsi offesi dei professori), ma non possiamo nascondere come il rapido avvicendarsi di insegnanti anche per supplenze brevissime o, peggio, dividere le classi o ridurre l’orario di lezione, sia considerato un grave danno per i propri figli anche dagli stessi docenti/supplenti/genitori. Quindi, in nome della qualità dell’insegnamento e con la libera adesione del singolo docente, già presente a scuola, sarebbe possibile garantire una migliore offerta formativa semplicemente aumentando le risorse per le ore eccedenti in sostituzione dei colleghi assenti; questo ovviamente rivolgendosi a tutto il personale docente in servizio, sia temporaneo che a tempo indeterminato.
6 ORE IN PIU’ A PARITA’ DI STIPENDIO? Non abbiamo detto questo, in quanto si tratta di un problema che non è di competenza dei genitori ma del Governo e dei sindacati.
6 ORE PERCHE’? In un’intervista si scopre che il sottosegretario Rossi Doria non esclude affatto l’aumento a 24 ore, solo che adesso i tempi non sono maturi. Siamo infatti sotto elezioni e nessun partito sottoscriverebbe una simile scelta. Però il voto è dietro l’angolo e già si vocifera cosa accadrà poi: perché non approfittarne per fare una seria riflessione sulla scuola?
Alcuni insegnanti che ci hanno scritto hanno fatto alcune proposte interessanti, come ad esempio far emergere il lavoro non immediatamente visibile degli insegnanti, a tutto vantaggio della credibilità dell’intera categoria; qualcuno è stato così sincero da ammettere che ci sono sì insegnanti interamente dediti alla scuola, che lavorano fino a 50 ore alla settimana, ma che non sempre in tutti i casi è così.
CORREGGERE I COMPITI C’è chi di compiti ne corregge davvero tanti e alcuni professori hanno avanzato la proposta di retribuire la correzione dei compiti in proporzione all’impegno.
Alcuni suggeriscono di farlo direttamente a scuola; interessante la motivazione: “Così potrei usare la carta della scuola, il toner della scuola, il telefono della scuola”.
DI TASCA NOSTRA Sono incredibili alcune delle testimonianze che ci sono giunte: pare che alcuni docenti si debbano addirittura pagare il pasto quando accompagnano la classe in gita. E poi materiali, fotocopie, tutto di tasca propria. Numerosi genitori ci hanno riferito qualcosa di simile: qualunque sia la richiesta o la proposta, il ritornello è sempre lo stesso, “Non ci sono i soldi”, anche se poi a saper guardare in certe scuole le risorse ci sono eccome. A questo proposito la nostra posizione come AGe Toscana è molto semplice: le risorse sono lì per essere spese per la didattica e noi continueremo a batterci per questo.
RICEVIMENTO GRATIS Curiosa questa espressione, che ricorre più volte: forse che il ricevimento dei genitori non rientra nella funzione docente? Come si può serenamente affermare che è sufficiente tenere il ricevimento generale una volta a quadrimestre?
CI OFFENDE Questa affermazione ci è veramente spiaciuta e ancor di più che ci si scandalizzi a essere paragonati con le maestre di infanzia e primaria. Chi ha detto che aver a che fare con un bambino autistico o incapace di comprendere la nostra lingua sia più facile che tenere una lezione di latino? e le maestre che insegnano inglese non hanno forse 6 o 7 classi e non debbono forse anche loro preparare le lezioni e correggere i compiti?
L’aspetto di rilievo è che le nostre scuole dell’infanzia e primaria sono un’eccellenza nel mondo. Forse sarebbe opportuno rivalutarne alcuni aspetti, come: i tempi più distesi per l’apprendimento, che non è solo disciplinare; l’ampio spazio dato agli aspetti relazionali e di cittadinanza; la programmazione di team.
Paghiamole di più, queste maestre, perché non è giusto che si sentano di serie B, come esse stesse non esitano a dichiarare. Insieme alla diversità di pedagogia e ai numeri spesso eccessivi, la disparità di trattamento economico e di considerazione sociale fra gli insegnanti dei vari ordini di scuola è uno dei motivi principali per cui tanti istituti comprensivi non decollano e restano meri ‘contenitori vuoti’ (l’espressione non è nostra, sono stati definiti così da numerosi relatori in occasione del convegno a tema organizzato dalla regione Toscana nell’ottobre scorso).
IL BIDELLO NO Ci pare poco carino, comunque assecondiamo la richiesta di molti professori e paragoniamoli con il direttore s.g.a. Stipendio di poco superiore a quello dei professori; 36 ore; responsabilità civili, penali e contabili al cui confronto la responsabilità verso gli alunni in gita impallidisce (basti pensare che un certificato rilasciato privo di bollo gli può costare fino a 3.662,31 euro di multa); soddisfazioni professionali ben più limitate che non aiutare giovani vite a formarsi: che dovrebbe dire? Non per fare il conto della serva, ma i professori hanno fra gli stipendi più alti della scuola italiana, straordinari meglio pagati, un orario ridotto che consente loro di organizzare il proprio lavoro in modo flessibile, i mesi estivi liberi soprattutto se non sono impegnati nell’esame di Stato.
Nessuno nega che a casa i professori debbano preparare le lezioni, aggiornarsi, correggere i compiti; che a scuola abbiano, oltre alle ore di lezione, impegni collegiali, commissioni, ricevimento dei genitori (ma questo anche gli altri docenti). Ricordiamo il recente dibattito apparso su alcune riviste scolastiche: è giusto che si contino all’interno delle 40 ore di attività funzionali all’insegnamento, quelle svolte nei periodi di sospensione dell’attività didattica?
Noi abbiamo fatto mere constatazioni, non espresso giudizi. Abbiamo evidenziato le contraddizioni dei politici, che decidono sulla scuola senza conoscerla e tagliano con indifferenza 47,5 milioni di euro dal Fondo d’istituto. Siamo rimasti feriti da tante brutte parole che ci sono state rivolte e che avrebbero potuto essere evitate.
I VOSTRI SINDACATI Ci dispiace, ma l’accusa di essere schierati politicamente siamo costretti a rinviarla al mittente. Noi curiamo gli interessi di genitori e alunni, per cui da buoni toscani chiediamo conto ai potenti di ciò che a nostro avviso non va. Basta avere la pazienza di scorrere i nostri interventi e si capisce che di responsabili della pubblica istruzione ne abbiamo risparmiati pochi o nessuno: dalla Moratti a Fioroni, dalla Gelmini all’assessore toscano Targetti.
Buon ultimo il ministro Francesco Profumo, che a febbraio ebbe la cattiva idea di festeggiare il decennale del Forum Nazionale dei Genitori sottovoce e a porte chiuse. Nell’occasione registrammo le sue belle parole a proposito della partecipazione dei genitori a scuola e adesso gli chiediamo: Caro Ministro, quando pensa di celebrare la Giornata Europea dei Genitori e della Scuola 2012? si sbrighi per favore, siamo a dicembre…
MA VOI DOVE ERAVATE? Ecco, questo è veramente curioso: sono anni che ci battiamo per una scuola migliore, di qualità, e quasi sempre ci siamo trovati soli. La battaglia per il contributo volontario detraibile e interamente destinato alle attività didattiche l’abbiamo portata avanti per anni e se nel marzo scorso è finalmente uscita la circolare ministeriale 312, che sanciva per la prima volta tutto questo, molto si deve a tante nostre prese di posizione.
Come sappiamo, non si può parlare di miglioramento dell’offerta formativa se non ci sono risorse e cioè senza fondo d’istituto e contributo volontario dei genitori. Pochi giorni fa abbiamo protestato per il taglio del fondo d’istituto; più volte in passato siamo dovuti intervenire per difendere il contributo volontario dagli utilizzi più impropri: dalla tassa sui rifiuti al pagamento degli stipendi, dalle visite fiscali al mancato versamento da parte dello Stato dei crediti vantati dalle scuole.
Abbiamo denunciato gli eccessivi tagli della “riforma Gelmini” quando ancora eravamo in tempo per raddrizzare il tiro, ben due anni prima che i docenti salissero sui tetti dei Provveditorati per protestare; ci siamo battuti contro i mega-istituti comprensivi, le classi pollaio, i tagli, gli accorpamenti selvaggi, le ditte di pulizia che non puliscono; abbiamo raccolto 5000 firme contro la riforma degli organi collegiali e ottenuto il reintegro dei rappresentanti di classe e che gli esterni non abbiano diritto di voto: a noi domandate dove eravamo?
INSEGNO LA NETIQUETTE E LA ESIGO , MA LA VOSTRA ARROGANZA E IMPUDENZA MERITANO ALMENO QUESTO Non abbiamo studiato pedagogia, però una cosa la sappiamo: togliere arbitrariamente la qualifica di soggetto di diritti ad altri esseri umani è la radice di tutte le violenze. Non c’è bisogno di scomodare il popolo ebreo e l’olocausto, basta vedere cosa succede negli stadi quando il tifoso della parte avversa smette di essere una persona e diventa un’etichetta: lo juventino, il romanista, il laziale…
Ben volentieri ci apriamo al confronto e senz’altro pubblicheremo sul nostro sito www.agetoscana.it tutti coloro che vorranno intervenire in modo costruttivo per ragionare insieme di scuola. Basta scrivere a info@agetoscana.it per essere pubblicati.
Abbiamo urgenza di una proposta articolata che valorizzi tutte le risorse disponibili e garantisca il successo formativo dei nostri giovani.
Insieme, come cittadini, dobbiamo dire ai nostri governanti che la scuola è strategica per il futuro del Paese e che da questa complessa revisione del sistema Italia impostaci dalla crisi dovranno uscire le risorse per valorizzarla e rilanciarla. Serve la considerazione sociale, ma non basta: occorre rimboccarsi le maniche insieme, superare le divisioni e dare alla scuola le risorse per volare.
PS In questo momento i nostri soci e amici di AGe Argentario stanno aiutando la gente di Maremma che ha perso tutto a causa dell’alluvione a risollevarsi dal fango e dalla disperazione. Poiché come è noto fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, riportiamo qui il nostro appello a dare un contributo, anche piccolo, di solidarietà. Come già lo scorso anno ad Aulla, gli aiuti raccolti saranno consegnati fino all’ultimo euro immediatamente nelle mani delle famiglie in difficoltà. Tutte le spese saranno a carico della nostra Associazione. Grazie.

A giorni gli esiti del concorso a ds in Sicilia?

da Tecnica della Scuola

A giorni gli esiti del concorso a ds in Sicilia?
di A.D.F.
Slittato novembre, nei prossimi giorni dovrebbe essere pubblicato l’elenco degli ammessi agli orali al concorso per dirigente in Sicilia, mentre l’Usr invita i concorrenti a inviare al più presto i titoli valutabili.
In questi giorni molti docenti siciliani che non avevano presentato i loro titoli di studio e altri titoli valutabili nei mesi scorsi, sono stati contattati dall’Usr per inviarli al più presto. In questi contatti sono passate informazioni ufficiose riguardanti i tempi necessari per la pubblicazione dell’elenco dei nominativi ammessi alle successive prove orali. Si dice che la commissione ancora stia lavorando e che ne avrà per un’altra settimana. Tutto ciò sta a significare che presumibilmente nella prima settimana di dicembre si potrà leggere la pubblicazione della tanto attesa graduatoria. Probabilmente la nota dell’Usr Sicilia del 21/9/2012 (MPI.AOODRSI.REG.UFF.16836) è confermata nei fatti, perché è possibile che tutti gli elaborati siano stati corretti nei tempi previsti, e la loro pubblicazione rinviata al mese di dicembre solo per motivi di ricontrollo delle operazioni svolte dalla commissione giudicatrice, o per completare l’operazione di abbinamento scritti–buste. Comunque sia, bisognerà aspettare solo qualche altro giorno e finalmente si saprà l’esito di questa importante fase concorsuale.

Codacons, Tar Lazio ammette 340 candidati al concorso

da Tecnica della Scuola

Codacons, Tar Lazio ammette 340 candidati al concorso
Il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso presentato dal Codacons, ha pubblicato un’ordinanza con la quale ha ammesso con riserva al concorsone del ministero dell’Istruzione 340 candidati. A darne notizia ė lo stesso Codacons in una nota.
Il Tar del Lazio, scrive Codacons, accogliendo il ricorso presentato dall’associazione, ha pubblicato un’ordinanza con la quale ha ammesso con riserva al concorsone del Ministero dell’Istruzione 340 candidati i quali, a causa delle severe e illegittime restrizioni del bando, si vedevano ingiustamente esclusi dal concorso. La sezione III bis del Tar (Pres. Evasio Speranza) nella sua ordinanza di accoglimento scrive: “Considerato che, secondo quanto si legge sul sito istituzionale del Ministero dell’Universita’ e della ricerca, lo svolgimento della prova preselettiva si terra’ nei giorni 17 e 18 dicembre 2012; ritenuto che, seppur ad un sommario esame, appaiono sussistenti i presupposti ex art. 56 c.p.a. per l’accoglimento della domanda cautelare monocratica atteso che la prima camera di consiglio per l’esame dell’istanza cautelare puo’ essere fissata solo per il 10/1/2013”. Tutto cio’ considerato il Tar decide di “ammettere con riserva i ricorrenti indicati in epigrafe a sostenere la suddetta prova selettiva”.

Per la Cassazione l’art. 633 c.p. non è applicabile quando si occupa una scuola

da Tecnica della Scuola

Per la Cassazione l’art. 633 c.p. non è applicabile quando si occupa una scuola
di Aldo Domenico Ficara
L’invasione di terreni o edifici è un delitto previsto e punito dall’art. 633 del codice penale (Invasione arbitraria di immobile) ai sensi del quale: “Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da lire duecentomila a due milioni”.
Le pene si applicano congiuntamente, e si procede d’ufficio, se il fatto è commesso da più di cinque persone, di cui una almeno palesemente armata, ovvero da più di dieci persone, anche senza armi. “La giurisprudenza discute se il reato cui all’art. 633 c.p. sussista anche nei casi di occupazioni di scuole o università, orientandosi in senso negativo in quanto in tal caso non si ravvisa il dolo specifico previsto dalla norma, perché il fine di tali manifestazioni è individuato esclusivamente nel fare pressione alla controparte per l’accoglimento delle proprie istanze. A tal proposito la Corte di Cassazione il 30 marzo 2000 cosi disponeva: “Non è applicabile l’art. 633 alle occupazioni studentesche perché tale norma ha lo scopo di punire solo l’arbitraria invasione di edifici e non qualsiasi occupazione illegittima. …. L’edificio scolastico, inoltre, pur appartenendo allo Stato, non costituisce una realtà estranea agli studenti, che non sono dei semplici frequentatori, ma soggetti attivi della comunità scolastica e pertanto non si ritiene che sia configurato un loro limitato diritto di accesso all’edificio scolastico nelle sole ore in cui è prevista l’attività scolastica in senso stretto”.

1.759 ore? Forse non è questo il problema

da Tecnica della Scuola

1.759 ore? Forse non è questo il problema
di Pasquale Almirante
Alcuni docenti hanno fatto un calcolo minuzioso, allegando una tabella, delle ore che i docenti impiegherebbero a scuola o comunque per la scuola: 612 ore di lezione frontale, 206 di preparazione, 75 per la correzione dei compiti, 48 per impostare le verifiche e via di seguito: un totale di 1.759 ore; 39,98 settimanali, considerando “non lavorativi” luglio e agosto.
E si è aperto il dibattito, con polemica, fra i sostenitori di questo calcolo e i contrari, compresi i docenti, mentre Lucrezia Stellacci, capo dipartimento Istruzione al ministero, dice al Corriere: “È vero, c’è chi non impiega 1.759 ore all’anno. Ma conosco tanti che dedicano dodici ore al giorno agli studenti: sono quelli che vivono il loro lavoro come una missione. C’è poi chi lo prende come una professione, e si impegna scientificamente in modo inappuntabile. E c’è infine chi lo considera un mestiere, con l’alibi che con quello stipendio non vale la pena fare più di tanto”. Il problema vero, secondo Stellacci, starebbe nel fatto che “non c’è valutazione, non c’è carriera, non c’è controllo. Tutto è affidato alla propria coscienza e alla capacità dei dirigenti di coinvolgere tutti. Penso che oggi la buona scuola si senta mortificata. Non le critico, anzi saluto l’iniziativa degli insegnanti milanesi con plauso”. E il problema non crediamo si possa limitare a questa sorta di calcolo anche perché a un nutrito gruppo di docenti, che insegnano materie solo orali, si dovrebbero defalcare le 75 ore per le correzioni dei compiti e quelle per la loro preparazione, mentre un prof di lettere sa quanto tempo deve impiegare sul tema del suo alunno, prima per capirne la grafia, poi per intervenire nella sintassi e la grammatica e infine nella comprensione dei concetti: c’è un costo standard o previsto per tale ulteriore lavoro? Per questo crediamo che il problema sia altro e quindi ogni quantificazione in orario di servizio serve solo a creare polveri sottili che però intasano il dibattito, offuscando la visione complessiva del lavoro a scuola. Quanto può essere pagato un docente che in classe ha uno o più alunni con gravi problemi di comportamento scaturiti da esempi domestici di tipo delinquenziale? O coloro che ogni giorno hanno a che fare con ragazzi i cui genitori escono e entrano dalle galere per una serie di motivi? Chi paga lo stress psicofisico di un docente contro cui bulletti di periferia scaricano tutto il loro odio contro la società che li trascura? Chi è vicino a quella docente che, dopo avere lascito il figlioletto in qualche asilo o ai genitori e con la rata in scadenza del mutuo o della macchina (che ha comparto per recarsi a scuola visto che mancano i mezzi pubblici) nella borsa, deve poi subire in classe gli attacchi di un gruppetto di facinorosi che ne hanno capito le debolezze? Chi ripaga di tutto questo certi professori? Qui è il nodo, a nostro parere, non nella quantificazione oraria per dimostrare che si lavora tanto, come in effetti si lavora, benché Stellacci dica il vero quando differenzia gruppi di docenti. Ma non solo. Si è mai pensato alle responsabilità di tipo morale, che è assi simile a quelle del giudice, quando si boccia un ragazzo costringendolo o a ripetere o a cambiare scuola, stravolgendo magari il suo futuro? Ci hanno mai pensato i legislatori a questa sottile particolarità? Alla delicatezza dunque della funzione docente, non solo nella diffusione della cultura ma anche nell’educazione dei ragazzi? Anche entro questi termini, crediamo, gli insegnanti devono far fronte agli attacchi di chi li vuole fannulloni, lavatovi e oziosi. E si badi bene, l’Italia è forse l’unico paese al mondo nel quale i docenti sono trattati così male, da tutti i punti di vista, e mai abbiamo letto di ministri d’altri Stati che li abbiano schiaffati alla pubblica derisione. Calcolare le ore di lavoro ha una sua possibile credibilità, ma è come giustificare uno stipendio che l’ex ministro dell’istruzione, Tullio De Mauro, definì “di fame”, e i docenti non hanno nulla di cui giustificarsi con l’opinione pubblica. Devono semmai, quando è il momento (vedi il mancato riconoscimento legale degli scatti di anzianità o il blocco del contratto di lavoro o la penosa condizione degli edifici scolastici o disconoscimento delle pensioni o le cecità sulle malattie professionali: burn-out, tumori alla gola, fobie e altro) armarsi di fischietti e bandiere e scendere in piazza, ma in modo compatto in modo che quando si fa la conta dei partecipanti alla manifestazione loro risultino il doppio degli studenti e non al contrario, dando così modo a Mario Monti di insinuare nell’opinione pubblica il sospetto di strumentalizzazione e corporativismo consociativo.

Forte iniziativa sindacale a difesa dei precari

La Gilda degli Insegnanti di Bari si fa promotrice di una iniziativa nazionale, che proporrà al prossimo Congresso Nazionale, affinchè diventi una forte iniziativa sindacale a difesa dei precari. Tutti gli spezzoni sotto le 6 h devono essere dati ai supplenti, i docenti di ruolo non devono svolgere più ore frontali rispetto a quelle obbligatorie per contratto, se vogliamo davvero una scuola di qualità e vogliamo salvaguardare i precari, deve terminare il triste gioco che si verifica ogni anno nei collegi docenti. Aggiungiamo che la situazione è stata ulteriormente aggravata dal dlg 150/2009, perchè spesso, troppo spesso queste ore vengono assegnate in modo clientelare dai Dirigenti. Nelle more invitiamo i colleghi di ruolo a non accettare carichi orari che eccedano l’orario cattedra, non è possibile ed è incoerente protestare contro le 24h e poi accettarle (anche se a pagamento). La scuola che vogliamo non è di quantità, ma di qualità.

Vito Carlo Castellana (dir. prov. Gilda degli Insegnanti di Bari)

MOZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI DOCENTI

MOZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI DOCENTI

DEL  LICEO-GINNASIO “G. CEVOLANI” DI CENTO (FE)

Alla luce delle scelte politiche del Governo, fortemente lesive della scuola pubblica e della professionalità di quanti vi operano, l’Assemblea dei Docenti del Liceo “Cevolani”, riunitasi in data 19 novembre 2012, esprime il suo profondo ed unanime dissenso.

 

Gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto il mondo della scuola –  ad esempio la proposta di incremento di orario a parità di salario inserita nella Legge di Stabilità, ora temporaneamente stralciata, la possibile trasformazione in legge del d.d.l. 953 di riforma degli organi collegiali della scuola, il passaggio forzoso dei docenti non idonei nei ruoli ATA, la conseguente perdita dei posti di lavoro per i precari, il blocco del contratto, le modalità di preselezione per il concorso – indicano che è necessaria una forte presa di posizione da parte dei docenti.

 

La storia degli ultimi anni, se non decenni, dimostra che è in atto una lenta ma progressiva deriva culturale che sta trasformando il senso attribuito al ruolo della scuola pubblica ed al valore della funzione svolta dai docenti di ogni ordine e grado; una scuola sempre più svalutata nel comune sentire della gente e deprivata di risorse.

Tutti ricordiamo, ad esempio, la legge 133 del 2008 con cui, nel solo triennio 2009-2011, sono stati fatti tagli per circa 8 miliardi di euro (87 mila insegnanti e 44 mila personale ATA in meno rispetto al 2008).

 

I docenti italiani lavorano già ora più della media in Europa e sono tra i meno pagati.  Anziché riconoscere sul piano retributivo il lavoro sommerso già svolto, si cerca di recuperare le risorse finanziarie tagliando ancora una volta gli investimenti nella scuola pubblica. Questo nonostante la percentuale della spesa pubblica italiana destinata all’istruzione sia molto inferiore alla media OCSE.

 

L’Assemblea dei Docenti del Liceo “Cevolani” esprime, quindi, preoccupazione per:

 

–       il d.d.l. 953 (ex Aprea), il progetto di riforma degli organi collegiali che restringe gli spazi di democrazia, aprendo la strada all’autonomia statutaria di ogni singola scuola, con la conseguente messa in discussione di un sistema nazionale pubblico dell’istruzione e la pericolosa accelerazione sul ruolo dei soggetti privati che avranno la possibilità di entrare a far parte degli organi collegiali e, in ragione del loro finanziamento esterno, influenzare il Piano dell’Offerta Formativa;

 

–       il d.d.l. di Stabilità che prevede nuovi tagli di risorse alle scuole e il peggioramento delle condizioni dei lavoratori (vedi il passaggio obbligato ai ruoli ATA dei docenti inidonei; vedi l’attribuzione all’INPS del compito di formulare la diagnosi funzionale degli alunni disabili; vedi la monetizzazione delle ferie dei supplenti);

 

–       il blocco del Contratto iniziato nel 2008 ed esteso per altri tre anni, con una perdita considerevole del potere d’acquisto degli stipendi;

 

–       il blocco degli scatti di anzianità e la paventata possibilità di un loro ripristino, attingendo alle risorse del Fondo di Istituto, la cui integrità deve, invece, essere garantita e salvaguardata.

 

L’Assemblea dei Docenti del Liceo “Cevolani” delibera, quindi:

 

  1. 1.    LA SOSPENSIONE DELLE SEGUENTI ATTIVITA’ AGGIUNTIVE CONTENUTE NEL POF:

–     sportello pedagogico;

–     corsi di recupero;

–     tutoraggio per le classi 5e;

–     tutoraggio estivo;

–     tutoraggio allievi stranieri;

–     progetti, quali:

a)    CLIL

b)    Sport a scuola

c)    Classi aperte

d)    Orientamento in uscita

e)    Educare per prevenire

f)      Visite didattiche

g)    Viaggi di istruzione per i quali non siano già stati effettuati pagamenti.

 

  1. 2.    LA INDISPONIBILITA’ ALLA CORREZIONE DELLE PROVE INVALSI

 

  1. 3.    L’INVIO DI UNA LETTERA AL CONSIGLIO DI ISTITUTO E ALLE FAMIGLIE DEGLI ALLIEVI  PER SPIEGARE LE RAGIONI DELLA MOBILITAZIONE IN ATTO

 

 

L’Assemblea, inoltre, delibera di protrarre tale forma di protesta finché il Governo non prenderà provvedimenti significativi a garanzia della scuola pubblica.

Cento, 19 novembre 2012

 

LETTERA APERTA DEI DOCENTI DEL LICEO “G. CEVOLANI”  DI CENTO (FE) AGLI STUDENTI E AI LORO GENITORI

CARI STUDENTI E CARI GENITORI,

sentiamo l’esigenza di motivare le decisioni, difficili e dolorose, che l’Assemblea dei docenti del liceo “Cevolani” ha ritenuto di dover prendere per far conoscere le crescenti difficoltà in cui versa la scuola italiana, pur nella consapevolezza del disagio che esse vi arrecheranno.

 

Gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto il mondo della scuola –  ad esempio la proposta di incremento di orario a parità di salario inserita nella Legge di Stabilità, ora temporaneamente stralciata, la possibile trasformazione in legge del d.d.l. 953 di riforma degli organi collegiali della scuola, il passaggio forzoso dei docenti non idonei nei ruoli ATA, la conseguente perdita dei posti di lavoro per i precari, il blocco del contratto, le modalità di preselezione per il concorso – indicano che è necessaria una forte presa di posizione da parte dei docenti.

La storia degli ultimi anni, se non decenni, dimostra che è in atto una lenta ma progressiva deriva culturale che sta trasformando il senso attribuito al ruolo della scuola pubblica ed al valore della funzione svolta dai docenti di ogni ordine e grado; una scuola sempre più svalutata nel comune sentire della gente e deprivata di risorse. Tutti ricordiamo, ad esempio, la legge 133 del 2008 con cui, nel solo triennio 2009-2011, sono stati fatti tagli per circa 8 miliardi di euro (87 mila insegnanti e 44 mila personale ATA in meno rispetto al 2008).

I docenti italiani lavorano già ora più della media in Europa e sono tra i meno pagati.  Anziché riconoscere sul piano retributivo il lavoro sommerso già svolto, si cerca di recuperare le risorse finanziarie tagliando ancora una volta gli investimenti nella scuola pubblica. Questo nonostante la percentuale della spesa pubblica italiana destinata all’istruzione sia molto inferiore alla media OCSE.

 

CARI STUDENTI E CARI GENITORI,

vorremmo dunque cercare di chiarire, al di là di facili luoghi comuni, in che cosa consiste realmente il nostro lavoro: quotidianamente ci troviamo ad interagire con adolescenti, aspetto questo talora stimolante, talora gratificante, ma sempre complicato e difficile da gestire, soprattutto con un numero di allievi per classe che si prospetta sempre più elevato; le 18 ore di lezioni frontali non esauriscono certo il nostro compito che prevede, oltre alla preparazione delle stesse, redazione e correzione delle verifiche, compilazione di registri e documenti, incontri con le famiglie, partecipazione a commissioni, consigli di classe, collegi, scrutini, esami, ecc. E poi, studio e letture quotidiane, finalizzate all’autoaggiornamento, non sono forse parte essenziale dell’attività dell’insegnante?

 

La serietà del nostro lavoro è oggi compromessa dalle scelte politiche del Governo, fortemente lesive della scuola pubblica e della professionalità di quanti vi operano.

Di qui la preoccupazione per:

–       il d.d.l. 953 (ex Aprea), il progetto di riforma degli organi collegiali che restringe gli spazi di democrazia, aprendo la strada all’autonomia statutaria di ogni singola scuola, con la conseguente messa in discussione di un sistema nazionale pubblico dell’istruzione e la pericolosa accelerazione sul ruolo dei soggetti privati che avranno la possibilità di entrare a far parte degli organi collegiali e, in ragione del loro finanziamento esterno, influenzare il Piano dell’Offerta Formativa;

–       il d.d.l. di Stabilità che prevede nuovi tagli di risorse alle scuole e il peggioramento delle condizioni dei lavoratori;

–       il blocco del Contratto iniziato nel 2008 ed esteso per altri tre anni, con una perdita considerevole del potere d’acquisto degli stipendi;

–       il blocco degli scatti di anzianità e la paventata possibilità di un loro ripristino, attingendo alle risorse del Fondo di Istituto, la cui integrità deve, invece, essere garantita e salvaguardata.

E di qui la decisione dell’Assemblea dei docenti di sospendere, come espressione di protesta, le seguenti attività aggiuntive: *

–     sportello pedagogico;

–     tutoraggio per le classi 5e;

–     tutoraggio estivo;

–     progetti, quali:

a)     CLIL

b)    Sport a scuola

c)     Classi aperte

d)    Educare per prevenire

e)     Visite didattiche

f)     Viaggi di istruzione .

* L’Assemblea ha deliberato di non sospendere le attività che comportino oneri di spesa da parte dell’utenza, per i quali siano già stati effettuati pagamenti, o stipula di precisi accordi di pagamento con enti o associazioni esterne.

L’Assemblea ha dichiarato anche la sua indisponibilità alla correzione delle prove INVALSI.

 

A tale decisione siamo stati indotti non solo da meri motivi economici, per quanto legittimi, ma anche dall’esigenza di difendere la qualità del nostro rapporto con voi.

E’ questo “conservatorismo e indisponibilità a fare anche due ore in più (sic!)”, onde consentire “di aumentare la produttività”?

 

L’Assemblea ha deliberato di protrarre tale forma di protesta finché il Governo non prenderà provvedimenti significativi a garanzia della scuola pubblica.

 

Cento, 26 novembre 2012

I docenti del liceo “G. Cevolani”