ISCRIZIONI AI PERCORSI DI IeFP
In base all’accordo del 16 dicembre 2010 gli studenti al termine del I ciclo di istruzione possono iscriversi ad uno dei seguenti percorsi di IeFP erogati dagli IPS in regime di sussidiarietà:
Offerta sussidiaria integrativa: gli studenti si iscrivono alla classe prima di uno degli indirizzi quinquennali degli istituti professionali e contestualmente chiedono di poter conseguire, al termine del terzo anno, una delle 22 qualifiche professionali afferenti al percorso quinquennale prescelto secondo le confluenze definite dall’accordo del 16 dicembre 2010 e del 19 gennaio 2012, ma non allegate alla circolare 96/12.
L’attivazione di questa “offerta” è stata definita con specifici accordi territoriali stipulati tra ciascuna Regione e il competente Ufficio Scolastico Regionale. Questa tipologia di offerta è stata scelta da quasi tutte le regioni ad esclusione della Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Offerta sussidiaria complementare: in base agli accordi territoriali, gli istituti professionali attivano classi che hanno gli standard formativi e la regolamentazione dell’ordinamento dei percorsi di IeFP determinati da ciascuna Regione nel rispetto dei LEP definiti dal DLgs 226/05. In questo caso gli studenti chiedono esclusivamente l’iscrizione a percorsi per il conseguimento delle qualifiche professionali.
Questa tipologia di offerta è stata scelta dalla Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
In Sicilia sono state attivate entrambe le tipologie di offerta sussidiaria.
ATTENZIONE! Gli istituti professionali possono accogliere le iscrizioni a entrambi i corsi sussidiari di IeFP solo se il relativo percorso risulterà attivato nell’ambito della programmazione dell’offerta formativa regionale.
Nelle Regioni nelle quali esiste un’offerta formativa regionale di istruzione e formazione professionale, che si avvale anche dei Centri di formazione professionale accreditati (sia in capo agli enti locali, sia in capo al privato sociale), le modalità di iscrizione a questi percorsi saranno definiti dalle singole Regioni. In ogni caso la scuola secondaria di I grado frequentata dallo studente interessato a tali percorsi è tenuta a registrare la scelta delle famiglie utilizzando le specifiche funzioni del SIDI.
L’ISTRUZIONE PER GLI ADULTI
Per quanto riguarda i percorsi di istruzione per adulti, in attesa della pubblicazione del Regolamento che ridefinisce questo settore, la circolare si riserva di fornire ulteriori istruzioni. Nel frattempo il termine di scadenza per effettuare le iscrizioni resta fissato, di norma al 31 maggio 2013.
Tale dicitura consente di applicare alla tempistica delle iscrizioni quella flessibilità che deve caratterizzare il settore dell’istruzione degli adulti per far fronte alle tante e diverse esigenze alle quali è chiamato a rispondere.
INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA (IRC) E ATTIVITÀ ALTERNATIVE
Per l’insegnamento della religione cattolica e le attività alternative, la circolare prevede che la facoltà di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica viene esercitata dai genitori (o dagli studenti negli istituti di istruzione secondaria superiore), al momento dell’iscrizione, mediante la compilazione di apposita richiesta, secondo la versione on line del modello allegato alla circolare
La scelta ha valore per l’intero corso di studi e, comunque, in tutti i casi in cui sia prevista l’iscrizione d’ufficio, fatto salvo il diritto di modificare tale scelta per l’anno successivo entro il termine delle iscrizioni.
La scelta relativa alle attività alternative all’insegnamento della religione cattolica trova concreta attuazione attraverso diverse opzioni:
- attività didattiche e formative
- attività di studio e/o di ricerca individuali con assistenza di personale docente
- libera attività di studio e/o di ricerca individuale senza assistenza di personale docente (per studenti delle superiori)
- non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica.La scelta delle attività alternative è operata on line mediante il relativo modello. Si ricorda che tale allegato deve essere compilato dagli interessati entro i tempi di avvio delle attività didattiche, per consentire agli organi collegiali la programmazione di inizio d’anno.Il momento delle iscrizioni è l’occasione per dare una informazione corretta e puntuale ai genitori e agli studenti: è un diritto di ognuno scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica e pertanto è una scelta che va fatta in totale libertà. È altresì un diritto richiedere le attività alternative. Se i genitori, o gli studenti, scelgono attività didattiche e formative o se scelgono attività di studio e/o di ricerca individuali con assistenza di personale docente, l’Amministrazione ha il dovere di garantire il personale necessario per consentirle.ALUNNI CON CITTADINANZA NON ITALIANA
La circolare 96/12 ribadisce che per gli alunni con cittadinanza non italiana si applicano le stesse procedure di iscrizione previste per gli alunni con cittadinanza italiana.
Rimanda poi alle indicazioni contenute nella circolare 2/10, tristemente nota per aver cercato di porre il tetto del 30% alle presenze di alunni “stranieri” nelle classi. Quella circolare, espressione di una logica xenofoba e discriminatoria è sostanzialmente inapplicabile per molte ragioni di ordine oggettivo.
In ogni caso la circolare 96/12 specifica che i limiti massimi di presenza nelle singole classi di studenti con cittadinanza non italiana vanno posti in relazione alla loro conoscenza della lingua italiana. La palla torna quindi agli organi collegiali della scuola autonoma che hanno la titolarità sui criteri per la formazione delle classi.
Le scuole italiane sono sempre state luogo di accoglienza e di integrazione. La FLC CGIL continuerà a contrastare qualsiasi iniziativa, che tenti di utilizzare le ambiguità della CM 2/10 per introdurre nella scuola italiana intollerabili approcci ideologici e discriminatori.
ALUNNI CON DISABILITÀ
Anche le iscrizioni degli alunni con disabilità vanno effettuate nella modalità on line, ma i genitori devono anche presentare alla scuola prescelta la certificazione rilasciata dalla A.S.L. di competenza corredata dal profilo dinamico-funzionale.
È importante che le famiglie, al momento delle iscrizioni, abbiano conoscenza e certezza che l’integrazione e l’istruzione degli alunni disabili rappresenta un diritto fondamentale tutelato dalle leggi italiane ed internazionali e non può essere limitato, come dimostrano anche i risultati dei numerosi ricorsi presentati, in questi anni, dai genitori su indicazione della FLC CGIL. Va ricordato che la Corte Costituzionale si è pronunciata nel febbraio 2010 sul diritto all’istruzione del disabile con la sentenza n. 80 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge 24 dicembre 2007, n. 244 nella parte in cui fissava un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno.
Nella circolare 96/12 viene anche specificato che gli alunni con disabilità ultradiciottenni, non in possesso del diploma di licenza conclusivo del primo ciclo e che non frequentano una scuola secondaria di secondo grado, hanno diritto a frequentare i corsi per adulti.
ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA)
I genitori degli alunni con DSA, oltre ad effettuare l’iscrizione alla scuola prescelta in modalità on line, devono presentare alla scuola prescelta la diagnosi rilasciata ai sensi della legge 170/10 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” e secondo quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 24 luglio 2012.
EDUCAZIONE PARENTALE
Anche nel nostro paese è consentito ai genitori provvedere direttamente all’obbligo di istruzione dei figli tramite la cosiddetta “istruzione parentale”.
Per istruzione parentale si intende la possibilità per i genitori di provvedere, o privatamente o direttamente, all’istruzione dei ragazzi in obbligo scolastico. I genitori devono dimostrare di avere capacità “tecnica od economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità”. La materia è normata dagli articoli 111 e 112 del testo unico della scuola, DLgs 297/94, che limita questa possibilità esclusivamente fino al conseguimento della licenza media. In questo quadro le circolari sulle iscrizioni emanate antecedentemente al 2011 stabilivano che:
- il dirigente scolastico competente ha l’onere di accertare la fondatezza dell’annuale dichiarazione sulla capacità tecnica ed economica dei genitori
- il minore è tenuto a sostenere, ogni anno, l’esame di idoneità.È una scelta che, in linea di principio e per tante ragioni soprattutto di ordine psicopedagogico la FLC CGIL non può condividere.In ogni caso per la scuola primaria e secondaria di primo grado le famiglie che intendono avvalersi dell’istruzione parentale devono presentare istanza direttamente alla scuola statale, primaria o secondaria di primo grado, più vicina precisando di possedere le competenze tecniche e i mezzi materiali per poter provvedere, in proprio o mediante frequenza di una istituzione non statale non paritaria, all’istruzione del proprio figlio. Sulla base di tale istanza, il dirigente dell’istituzione scolastica autorizza l’assolvimento dell’obbligo di istruzione nella modalità dell’istruzione parentale. Per le classi successive alla prima, gli alunni soggetti all’educazione parentale debbono sostenere l’esame di idoneità prima dell’inizio dell’anno scolastico.
Alla perplessità di ordine psicopedagogico prima accennate si aggiungono altre ragioni di contrarietà quando il ricorso all’istruzione parentale si prolunghi oltre il conseguimento del titolo di studio al termine del primo ciclo.
Lo scorso anno il MIUR con una nota integrativa, n. 781 del 4 febbraio 2011, alla circolare sulle iscrizioni 2011/2012, sulla base di una “interpretazione logico sistematica” della normativa sull’obbligo di istruzione (legge 296/06 comma 622, e art. 3 commi 2 e 3 del DM 139/07) e di un parere espresso dal Consiglio di Stato, stabiliva che l’istruzione parentale può essere effettuata fino ai 16 anni con il conseguimento dei saperi e delle competenze relativi ai primi due anni di istruzione secondaria superiore. Tale impostazione è stata confermata nella circolare 96/12.
La FLC CGIL ha chiesto al MIUR che questa parte della circolare venga eliminata. L’interpretazione “logico sistematica” appare infondata, oltre al fatto che il parere citato del Consiglio di Stato non sembra pertinente con l’argomento.
Inoltre, tutta la normativa emanata dal 2010 in poi sul secondo ciclo del sistema educativo, declina in maniera assai differenziata i saperi e le competenze da raggiungere al termine dell’obbligo d’istruzione. Conseguentemente, già nel primo biennio sono presenti, in diversi segmenti del sistema educativo, competenze tecnico pratiche che è possibile acquisire solo utilizzando il minore in attività sostanzialmente lavorativa. Basti pensare ai percorsi di Istruzione e Formazione Professionale o ad alcuni indirizzi e/o articolazione dell’istruzione professionale. È, pertanto, fondato il timore che si possa utilizzare l’istruzione parentale come possibile grimaldello per un ulteriore abbassamento dell’età di accesso dei giovani al lavoro.
TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE di Robert Fulghum
La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l’ho imparata all’asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell’infanzia.
Queste sono le cose che ho appreso:
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po’ e disegnare, dipingere, cantare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così. I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure.
Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte: GUARDARE.
Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l’amore, l’igiene alimentare, l’ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti, l’intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l’hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.