‘Concorsone’ prof rinviato per maltempo

‘Concorsone’ prof rinviato per maltempo
Saltano prove 11 e 12 febbraio, confermata quella del 13
09 febbraio, 17:25
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(ANSA) – ROMA, 9 FEB – A causa del maltempo previsto dalla Protezione Civile per i prossimi giorni in tutta Italia, le prove scritte del concorso per docenti, programmate per lunedi’ 11 e martedi’ 12 febbraio, sono rinviate. Sono invece confermate le prove previste per mercoledi’ 13 febbraio e per i giorni successivi, salvo diverso avviso. Lo rende noto il Ministero dell’istruzione. Le nuove date per lo svolgimento delle prove saranno comunicate sul sito del Ministero.

CONCORSO: RUOLO COMMISSARI SMINUITO. SERVE DECRETO URGENTE

CONCORSO, GILDA: RUOLO COMMISSARI SMINUITO. SERVE DECRETO URGENTE

“Non è ammissibile che i commissari per un concorso ordinario ricevano un’indennità di massimo 700 euro lordi e senza esonero dal servizio. Ne va della qualità del lavoro sia nell’ordinaria attività didattica sia nella valutazione delle prove concorsuali”. A stigmatizzarlo è la Gilda degli Insegnanti che sottolinea  “l’importanza del ruolo commissariale in un momento delicato e serio quale quello del reclutamento dei docenti”.

“Non si capisce, infatti, per quale ragione – rincara la dose il sindacato – tale reclutamento sia pagato meno degli esami di maturità”.
Dalla Gilda, quindi, la richiesta al Miur di un decreto urgente: “Chiediamo un intervento tempestivo per il riconoscimento di un’adeguata indennità ai commissari, in alternativa all’esonero dal servizio”.

Ogni mattina, la scuola. Ma nessuno ne parla

Ogni mattina, la scuola. Ma nessuno ne parla.

“Il fatto del lunedì” il prossimo 11 febbraio sarà dedicato alla scuola, e alle sue enormi difficoltà con inchieste, reportage e video esclusivi.
Un pugno allo stomaco che riguarda 7 milioni e  mezzo studenti e una decina di milioni di potenziali elettori, tra genitori e insegnanti, ma di cui la politica sembra essersi dimenticata nonostante manchino appena due settimane dalle elezioni.
Siamo al 24° posto nella graduatoria mondiale dell’istruzione e non c’è speranza di risalire la china.
Il Fatto del Lunedì sarà in viaggio con insegnanti, bidelli, studenti e genitori che, nonostante tutto, cercano tenere in piedi la scuola.
Racconteremo la vita dura di maestri e professori che senza risorse cercano di fare quotidianamente un mestiere delicato e importante.
Saremo insieme con i precari che vivono appesi al telefono in attesa che ogni giorno arrivi la chiamata della vita. Vi sveleremo tutte le ombre del mega-concorso in cui migliaia di candidati si giocano la carriera in pochi minuti, con una crocetta.
Parleremo dei genitori costretti ormai a pagare di tasca propria per puntellare una scuola pubblica senza risorse.
Mentre gli adulti pretendono uffici confortevoli accettano che i loro figli passino le giornate in scuole fatiscenti.
Saremo con gli studenti che ogni mattina vanno a studiare in edifici al limite della decenza.
Saremo con i ragazzi perché la scuola aiuta a conoscere il mondo che abbiamo intorno, ma soprattutto a realizzare le proprie idee. Le speranze. Senza scuola non c’è futuro.

Le proposte sulla scuola

La Gilda degli insegnanti di Bologna informa che martedì 12 febbraio 2013, dalle 11.00 alle 13.30, presso la Sala Bolognini del Convento di San Domenico a Bologna, si terrà un Convegno con i rappresentanti delle coalizioni politiche che si candidano a governare il nostro Paese alle prossime elezioni del 24-25 febbraio, sul tema:

Le proposte sulla scuola: la Gilda degli insegnanti incontra le forze politiche

Hanno dato la loro adesione l’On. Elena Centemero, membro della VII  Commissione Cultura alla Camera dei Deputati e Coordinatrice Nazionale Scuola del P.D.L., la prof.ssa Maria Mussini,
candidata al Senato in Emilia-Romagna per il Movimento5Stelle, la dott.ssa Francesca Puglisi, responsabile Scuola della Segreteria Nazionale del Partito Democratico.
Sono stati invitati anche i rappresentanti delle altre coalizioni.

Coordinerà gli interventi Renza Bertuzzi, responsabile di redazione di Professione Docente, mensile della Federazione Gilda-Unams.

I dettagli su www.gildabo.it

Un cordiale saluto.

Prof. Giovanni Cadoni (coordinatore Gilda insegnanti di Bologna

Scuola, supplenti senza stipendio da novembre: il programma del ministero in ritardo di due mesi

da Repubblica.it

Scuola, supplenti senza stipendio da novembre: il programma del ministero in ritardo di due mesi

Per la spending review, il governo ha introdotto una riforma del sistema di pagamenti. Colpiti tra i 50mila e i 100mila docenti. La denuncia di Flc Cgil: “Ministri dell’inefficienza e dell’arroganza”. Ma anche a regime, i bonifici partiranno due mesi dopo il lavoro svolto

di SALVO INTRAVAIA

ROMA – La spending review fa rimanere a secco i supplenti “saltuari”: quei figli di un Dio minore dell’organizzazione scolastica che tappano i buchi dei colleghi di ruolo. Migliaia di precari della scuola sono senza stipendio dal mese di novembre. La denuncia arriva dalla Flc Cgil che segue la partita da vicino. “I ministri dell’Istruzione e del Tesoro, pur ministri tecnici, meritano senz’altro il titolo di ministri dell’inefficienza e dell’arroganza”, dichiara senza troppi giri di parole Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil. “Ministri dell’inefficienza perché, invece di predisporre i servizi informatici di trasmissione dati per il pagamento delle supplenze  ad oggi non hanno saputo fare di meglio che varare un sistema che non funziona mandando in tilt il lavoro delle scuole”.

Con la spending review approvata a luglio, dal mese di gennaio anche i supplenti saltuari  –  che accettano incarichi di pochi giorni, ma che possono arrivare anche al mese intero, per assenze brevi dei titolari  –  vengono pagati direttamente dal ministero dell’Economia, come avviene per i docenti di ruolo. Ma il sistema informativo che avrebbe dovuto consentire alle scuole di caricare i contratti dei supplenti è stato aperto solo pochi giorni fa. Per gli stipendi di novembre e dicembre le scuole erano a corto di fondi e in alcuni casi li hanno anticipati con la promessa che li avrebbero riavuti quanto prima. Ma le scuole a corto di liquidi non hanno pagato ai supplenti neppure i giorni lavorati a novembre.


Il numero ‘virtuale’ di supplenti in queste condizioni è di 25.000, se si ipotizza che tutti lavorino per l’orario giornaliero intero e per sei giorni settimanali. Ma in realtà si tratta di un numero molto maggiore di soggetti, perché difficilmente un supplente ha quegli orari. La maledizione del sistema informativo,  andato in tilt  –  come ha ammesso lo scorso 4 febbraio la stessa Direzione generale del Bilancio, per subentrati dei problemi tecnici – potrebbe colpire dai 50 ai 100mila supplenti in carne e ossa. Secondo la Flc Cgil “il sistema non sarebbe stato potenziato e non è in grado di gestire tutti i contratti dei supplenti”.

“Non è sufficiente – ammonisce la Cgil – introdurre le riforme senza prima aver fatto tutte le operazioni d’implementazione e verifica, atte a garantire la piena ed efficace funzionalità del sistema informativo. In poche parole, prima si costruisce l’architettura del sistema, si roda e poi si fanno gli  interventi innovativi!”. Ma i problemi non finiscono qui. “Ministri dell’inefficienza – continua Pantaleo – perché non hanno trovato di meglio che predisporre un sistema che programma il pagamento a ben due mesi di distanza dal lavoro svolto”. Anche quando funzionerà alla perfezione, il nuovo corso del pagamento dei supplenti avverrà comunque con due mesi di ritardo.

E per tutte queste novità, che avrebbero dovuto alleggerire il lavoro delle segreterie scolastiche, le stesse non hanno avuto neppure un’ora di aggiornamento o istruzioni di sorta. “Il risultato inaccettabile e inqualificabile – conclude Pantaleo  – è che un gran numero di supplenti attende di essere pagato da novembre, il lavoro svolto sarà costantemente pagato dopo due mesi, e le segreterie nel frattempo sono precipitate nel caos organizzativo”. Ma forse la luce in fondo al tunnel è rappresentata da due emissioni (pagamenti) che il ministero del tesoro dovrebbe erogare a febbraio per recuperare il tempo perduto.

Confluenza classi di concorso a.s. 2013/2014

da Tecnica della Scuola

Confluenza classi di concorso a.s. 2013/2014
Si è svolto ieri un incontro tra Miur e organizzazioni sindacali per affrontare le questioni relative alla confluenza delle classi di concorso e agli insegnamenti “atipici” in vista del prossimo anno scolastico, nel quale oltre alle prime tre classi anche le quarte saranno coinvolte nel riordino del secondo ciclo.
A seguito del confronto avvenuto al Miur, la Uil Scuola fa sapere che “anche per il futuro, in assenza del regolamento relativo al riordino delle classi di concorso, ai fini della costituzione degli organici e per la mobilità si dovrà fare riferimento alle attuali classi di concorso, integrate con le discipline relative agli ordinamenti del primo, secondo, terzo e quarto anno di corso degli istituti di secondo grado”.
Lo Snals-Confsal sottolinea che “la delegazione di parte pubblica ha precisato che, nel corrente anno scolastico non vi sono state gravi situazioni di tensione e, quindi, dopo gli interventi delle diverse delegazioni sindacali, ha dichiarato di condividere l’orientamento emerso tendente a confermare i criteri con cui si è operato per l’anno in corso, operando solo precisazioni e limitate modifiche e/o integrazioni”.

Al fine di gestire la fase transitoria, il Ministero, come già negli anni precedenti, ha predisposto delle tabelle di confluenza delle classi di concorso per le quattro annualità alle quali si applicherà la riforma. Gli insegnamenti che troveranno confluenza in più classi di concorso del precedente ordinamento verranno trattati come insegnamenti “atipici”.
La Uil Scuola evidenzia che “l’assegnazione di detti insegnamenti ‘atipici’ alle classi di concorso dovrà prioritariamente mirare a salvaguardare la titolarità dei docenti presenti nella scuola, una equa determinazione delle cattedre e la continuità didattica” e chiede, “attraverso la definizione di regole più chiare, di garantire l’assegnazione delle cattedre in modo equo, soprattutto per alcune classi di concorso, come ad esempio la 47/A e la 48/A, la 51/A e la 52/A, per privilegiare nell’assegnazione la coerenza didattica”.
All’inizio dell’incontro si è convenuto di rimandare a una riunione successiva (previsto per giovedì 14 febbraio) le questioni relative alle “atipicità” in alcuni specifici percorsi liceali, in modo da poter affrontare le peculiarità dei rispettivi segmenti scolastici, mentre per giovedì 21 febbraio è fissato un incontro in cui esaminare le tabelle di corrispondenza rivisitate dall’Amministrazione alla luce degli incontri svolti.

Concorso: il TAR ammette altri 7000 candidati

da tuttoscuola.com

Concorso: il TAR ammette altri 7000 candidati
 

Saranno oltre 95mila i candidati che da lunedì prossimo potranno svolgere gli scritti del concorso a cattedra bandito dal Ministero dell’Istruzione per 11.542 posti. Il Tar dal Lazio ha infatti confermato in extremis l’ordinanza collegiale e i decreti monocratici precedenti per i 7mila aspiranti docenti ricorrenti che lo scorso mese di dicembre hanno svolto le prove preselettive conseguendo punteggi da 30 a 34,5.

”Il giudice – spiega l’Anief in una nota – non ha potuto fare altro che applicare quanto previsto dalla legge, riducendo la soglia minima d’accesso disposta dal Miur (35/50) perchè non rispettosa della normativa vigente sui pubblici concorsi della scuola”.

Rimangono invece esclusi tutti coloro che hanno conseguito un punteggio inferiore ai 30/50 mentre vengono riammessi anche i giovani laureati che avevano superato la soglia 35. In tutto, è stato aumentato del 10% l’elenco degli ammessi all’accertamento del merito.

Concorso, commissari sottopagati

da tuttoscuola.com

Protesta la Gilda degli insegnanti
Concorso, commissari sottopagati
 

Non è ammissibile che i commissari per un concorso ordinario ricevano un’indennità di massimo 700 euro lordi e senza esonero dal servizio. Ne va della qualità del lavoro sia nell’ordinaria attività didattica sia nella valutazione delle prove concorsuali”. La presa di posizione è della Gilda degli Insegnanti che sottolinea “l’importanza del ruolo commissariale in un momento delicato e serio quale quello del reclutamento dei docenti”.

Per questo la Gilda avanza la richiesta al Miur di un decreto urgente: “Chiediamo un intervento tempestivo per il riconoscimento di un’adeguata indennità ai commissari, in alternativa all’esonero dal servizio”. Il sindacato fa notare che il compenso di 700 euro lordi sarebbe inferiore a quello degli esami di maturità.

Conoscere oltre il dolore

Esperienze *

Conoscere oltre il dolore

di Patrizia Donzella

 

Devo decidere, siamo oramai alla scadenza del termine ultimo per la presentazione delle istanze per l’utilizzazione.

Mi suggeriscono “Scuola in Ospedale”. Ci rifletto un po’ su.

L’idea di fare un’esperienza nuova, completamente diversa da quelle fatte nel corso dei miei già più di venti anni di insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado, mi alletta, mi incuriosisce, mi interessa ma, al tempo stesso, mi intimorisce, mi preoccupa, mi rende insicura.

Tuttavia, mi convinco e accetto.

Voglio mettermi alla prova. Voglio scoprire cosa può significare e come può cambiare il ruolo di insegnante in un contesto tanto diverso da quello abituale.

 

L’avventura comincia il 17 settembre 2012 con l’avvio del nuovo anno scolastico, che in realtà, come per tutti i docenti in servizio, è iniziato il 1° settembre con il Collegio dei Docenti, in una scuola che non era più quella che per sei anni è stata la mia:

l’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “L. Scarambone”, scuola capofila della Rete di Istituti per Scuola in Ospedale, con l’Istituto Comprensivo“ Dante Alighieri -Armando Diaz” di Lecce, presso il quale c’è la sezione ospedaliera.

 

Tra i punti all’ordine del giorno:  Progetto Scuola in Ospedale.

 

Stupore e curiosità tra i colleghi, soddisfazione per chi ci ha creduto e lavorato per circa tre anni.

Il progetto è la risposta alla richiesta di attivazione del servizio scolastico ospedaliero per gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, degenti per lungo, medio o breve periodo avanzata in data 22 giugno 2010, da:

 

  • l’azienda ASL della città di Lecce, Ospedale “ Vito Fazzi, rappresentata dal Direttore generale Guido Scoditti
  • il responsabile dell’U.O di onco-ematologia Pediatrica Dott.ssa Assunta Tornesello
  • il Primario del reparto di Pediatria, Dott. Silvio Pozzi
  • il tavolo monotematico pediatria ed onco-ematologia Pediatrica, rappresentato da Rita Masciullo
  • l’associazione genitori onco-ematologia pediatrica “Per un sorriso in più”, rappresentata da Antonio Giammarruto .

 

Un progetto per Lecce, una realtà consolidata per altre province e regioni d’Italia.

Infatti, il servizio scolastico è presente presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino dal 1967, anno in cui fu avviata la prima sperimentazione da parte della Scuola primaria “Vittorino da Feltre”. Nel 1994 fu istituita la prima sezione di scuola secondaria di primo grado, seguita nel 1999 dalla scuola secondaria di secondo grado e nel 2005 dalla scuola dell’infanzia.

La scuola in ospedale è oggi diffusa in tutti gli ordini e gradi di scuola presso: il San Gerardo di Monza, l’Azienda Ospedaliera , Ospedali Riuniti, di Bergamo, molte delle province della regione Piemonte, il Gaslini di Genova, il Meyer di Firenze ed ancora  Brescia, Bologna,…

Essa assolve un’importante funzione, come esplicitato nella C.M. n. 43 del 26/02/01:
«Il servizio scolastico diviene parte integrante del processo curativo che non corrisponde solo freddamente a un diritto costituzionalmente garantito, ma contribuisce al mantenimento o al recupero dell’equilibrio psicofisico degli alunni ricoverati tenendo il più possibile vivo il tessuto di relazioni dell’alunno con il suo mondo scolastico e il sistema di relazioni sociali e amicali da esso derivante».

La sua presenza nelle strutture ospedaliere garantisce  ai bambini e ai ragazzi ricoverati il diritto all’istruzione come diritto a conoscere e ad apprendere in ospedale, nonostante la malattia. In molti casi essa permette ai ragazzi e alle loro famiglie di continuare a sperare, a credere e a investire sul futuro. Inoltre, tale particolare offerta formativa, opera nel campo della prevenzione e del contrasto della dispersione scolastica.

Entrare in un ospedale fa sempre un certo effetto. Si sa che qui ci sono persone che non stanno bene e la salute, anche se a volte lo dimentichiamo, è una cosa seria.

Varcare la soglia di certi reparti è ancora più difficile. Reparti come Pediatria, dove a confrontarsi con la malattia sono i bambini, e come Onco–Ematologia Pediatrica, dove si comincia sin da tenera età ad imparare ad apprezzare la vita.

E’ un mondo a parte. Tutto ciò che è al di fuori di esso sembra lontano e non appartenerti più.

La sofferenza cambia, emargina e talvolta rende migliori. Può farci chiudere in noi stessi ma può anche aprirci agli altri, rendendoci generosi e pronti al sorriso.

Già. Il dolore non si manifesta dove ce n’è tanto!

Il dolore e la disperazione di un genitore che accompagna il proprio figlio lungo un percorso di attese, risposte, ansie, preoccupazioni, speranza, dubbi, impotenza. Questo dolore lo cogli solo nel bisogno di scambiare una semplice parola, nel confidarti alcune cose come se ti conoscessero da tempo o nel guardarti diritto negli occhi rimanendo in silenzio.

Ma negli occhi dei bambini, dei ragazzi malati, dei protagonisti di questa realtà, tu leggi la gioia di vivere da cui traggono forza per se stessi e per chi li ama.

Sottoposti a cicli di terapie più o meno lunghi, più o meno pesanti, stanchi, ti accolgono nel loro mondo con un sorriso disarmante e tu devi entrarci in punta di piedi. Ti chiedono la “normalità”, quella che vivrebbero fuori e che tu puoi portagli da fuori.

Per questa ragione, qui non è consentita alcuna debolezza.

Ma le emozioni sono tante.

Quotidianamente, a turno (siamo tre docenti di scuola secondaria di secondo grado, due di secondaria di primo grado e tre maestri a lavorare per la scuola in ospedale), ci informiamo sulle presenze in day hospital e sui ricoveri per poter di volta in volta organizzare la nostra attività didattica.

Spesso mi è capitato di dover presentare ai ragazzi ed ai loro genitori  il servizio che eroghiamo, spiegando: a chi è rivolto, come e quando funziona, come aderire, quali opportunità e quali vantaggi offre, quale impegno è richiesto, quali rapporti si tengono con la scuola di appartenenza.

Sono lì, in attesa di un responso o di sottoporsi ad un esame clinico oppure ad un prelievo, in sala d’attesa o in ludoteca.  Sono assorti nei loro pensieri e riempiono il tempo leggendo, giocando al computer o con la play-station. A volte non hanno voglia di stare a sentire, ma con un sorriso e una battuta piano piano si aprono all’ascolto e al dialogo. Ti raccontano brevemente la loro storia, quale scuola frequentano, se ne frequentano una. Alcuni sono sorpresi che anche in ospedale si possa fare lezione, altri ne conoscono l’esistenza, per esperienza diretta o per sentito dire, ma in altre province.

Tutti,  ragazzi e genitori, apprezzano l’idea della scuola in ospedale ma non tutti, soprattutto all’inizio, accettano di farne parte quasi a scongiurare ulteriori visite e controlli. Molti, invece, sono quelli che aderiscono subito con interesse scoprendo che, alla fine, quello della scuola rimane l’unico tratto di normalità in una vita a volte radicalmente stravolta.

Come si lavora, dunque, in reparto? Come e che cosa si insegna a bambini e ragazzi catapultati in un mondo di estranei, di dolore fisico, di esami e terapie anche molto difficili da sostenere?

La didattica ospedaliera è diversa da quella normale: non c’è una classe, non sempre c’è uno spazio disponibile per svolgere la lezione che in genere è individuale, a partire da una prima funzione specifica di accoglienza. Manca la continuità del rapporto con gli studenti: non si sta con loro per qualche anno, ma per qualche mese o anche solo per qualche settimana o giorno, magari non continuativi; infatti, spesso si  alternano regimi di day-hospital a ricoveri e a  periodi di degenza a casa in cui, quando possibile, sono seguiti con istruzione domiciliare.

Come riferimento direttivo l’insegnante ha la Direzione didattica o la Dirigenza e gli organi collegiali, ma deve concordare la programmazione didattica con le figure responsabili dei reparti sanitari e selezionare con cura le attività adattandole alle singole situazioni, quali: patologie improvvise, temporanee, malattie croniche e, quindi, accertamenti o degenze fino alla costrizione a letto.

Inoltre, l’attività scolastica non può non tenere conto della presenza importante e costante dei genitori che , ancora una volta, affidano i propri figli ad altri: prima, ai medici per le cure mediche e poi ai docenti, per la “cura dello studio”. Attenti ad ogni attività proposta, scrutano con discrezione e senso di responsabilità l’operato del docente e le reazioni provocate nei loro ragazzi, che sollecitano nell’impegno e a cui portano libri e quaderni da casa. Generosi nel mostrare apprezzamento per il lavoro svolto, spesso si  congratulano per la sua ricaduta formativa e motivazionale e ne riconoscono la funzione terapeutica (i ragazzi riacquistano fiducia in se stessi e si sentono più forti nell’affrontare le difficoltà, la malattia).

Niente ore scandite dalla campanella.

Il tempo si trasforma: può dilatarsi, per esempio durante una lezione molto coinvolgente, oppure comprimersi tra terapie ed esami, che hanno sempre la precedenza come è giusto che sia.

Prima ancora di insegnare, i docenti ascoltano, sostengono, aiutano, costruiscono ponti con l’esterno.

Per ogni alunno, si cerca di costruire un percorso didattico integrato a quello della scuola di appartenenza, con la quale è sempre auspicabile un dialogo continuo, per rispondere ai suoi bisogni specifici, allo stato emotivo, alle condizioni fisiche, che cambiano in continuazione; dialogo che talvolta è reso difficile da una certa diffidenza probabilmente dovuta ad una scarsa conoscenza della tipologia di scuola che è la scuola in ospedale, del suo funzionamento e della sua funzione.

Così, a volte introduci un argomento più o meno impegnativo, altre è meglio ripassare qualcosa oppure puntare su un approccio più leggero e proporre un’ attività ludica.

Il gioco non dovrebbe essere dimenticato neanche nelle scuole “ordinarie” e in ospedale aiuta a vincere le paure legate a quel luogo di cura. Può avere spazio con qualunque fascia di età ci si trovi a lavorare, naturalmente adattandolo e adeguandolo alle caratteristiche specifiche dei soggetti che si incontrano.

Inoltre, il gioco contribuisce alla formazione di una “Testa ben fatta” che, come sappiamo, è meglio di una “ben piena”, che dispone quindi di: “un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi e di principi organizzativi che permettono di collegare i saperi e di dare loro un senso”    (E. Morin, La testa ben fatta, Cortina, Milano, 2000).

Ancora, tra le funzioni del gioco troviamo il divertimento, il rilassamento, la libera espressione dei propri sentimenti e una via di uscita per le emozioni, la comprensione e la rielaborazione di quanto sta accadendo.

Oggi è anche possibile tenere in contatto gli alunni in reparto con le loro classi d’origine, fare lezione e incontri in videoconferenza, imparare quindi in un contesto aperto,  grazie alle nuove tecnologie della comunicazione, disponendo di una dotazione informatica e di una solida connessione Internet.

Non è una realtà adatta a tutti e però, spesso, ci si finisce per caso, magari per una richiesta di trasferimento sul territorio.

Il docente della Scuola in Ospedale deve:

  • avere la consapevolezza che il metodo dell’aula e la rigidità qui non sono possibili;
  • saper gestire relazioni di aiuto con il bambino/adolescente e la famiglia;
  • sentire la necessità di una “long-life-learning”, anche se non si può prescindere da una particolare attitudine, una comprovata sensibilità e una spiccata predisposizione, cioè deve possedere tutto ciò che fa la differenza tra l’essere insegnante e fare l’insegnante;
  • essere un facilitatore: insegnare ad apprendere, con competenza oltre che di didattica anche di counseling;
  • essere flessibile: essere capace di rinnovarsi, reimpostarsi continuamente.

Senza discriminanti tra tipologie di docente, l’insegnante deve possedere le seguenti competenze:

  • correttezza e coesione linguistica nella comunicazione;
  • padronanza prettamente disciplinare;
  • inclinazione pedagogica;
  • equilibrio della personalità;
  • passione verso il mestiere, nonostante tutto;

come nella scuola “normale”, d’altra parte, solo che qui il rapporto è uno a uno; ed ancora:

  • curiosità, al fine di sondare prima il mondo emotivo e quello degli interessi extrascolastici per guadagnarsi il rispetto, la fiducia e la collaborazione per poter costruire insieme un’attività;
  • sentimento di vergogna quando si sbaglia e, non c’è dubbio, si sbaglia.

Tutto questo è ciò che, giorno dopo giorno, ora dopo ora,si definisce sempre più chiaramente grazie al confronto continuo con  colleghi più esperti, con operatori del settore raggiungibili anche attraverso il portale della scuola in ospedale del Ministero dell’istruzione e con la presenza in reparto, dove siamo stati accolti, con grande disponibilità e spirito di collaborazione da parte di tutti: medici, psicologi, infermieri e volontari. Supportati  nel sostenere una tensione emotiva da gestire e controllare, che sin dall’inizio presupponevamo ma, come si è via via  rivelato,  a cui non eravamo del tutto preparati; che una volta tornati a casa si scarica e ti fa sentire dolorante, con le ossa rotte, come bastonato, e che, comunque, neanche con l’esperienza potrà mai annullarsi perché non ci può essere assuefazione, non ci può essere abitudine. Devi solo affrontarla, concentrarti non su te stesso ma sugli altri e andare avanti.

E le emozioni sono tante.

Una grande emozione è sentire al 6° piano dell’Oncologico odore di frittelle alla pizzaiola, con i cipollotti, preparate dalle volontarie dell’associazione “Per un sorriso in più”.

Nata nel 1997 all’Ospedale “V. Fazzi” di Lecce dal desiderio di un gruppo di genitori di bambini affetti di tumore o leucemia di offrire tutto il sostegno necessario per affrontare il lungo iter della malattia, l’Associazione realizza attività di:

  • assistenza psicologica, sociale ed economica alle famiglie in difficoltà;
  • supporto all’Unità Operativa di Oncoematologia Pediatrica del “V. Fazzi” con acquisto di macchinari, formazione del personale, organizzazione di convegni, accoglienza ed animazione in reparto;
  • partecipazione a progetti di ricerca;

è, inoltre, attiva presso i reparti di Pediatria degli Ospedali di Lecce, Tricase e Galatina.

C’è odore di buono. C’è odore di bene. Sì, di bene. Quel bene che si vuole ad un bambino che te le chiede perché ha voglia di frittelle e non puoi dirgli di no.

Un bambino speciale. Un bambino che sta per addormentarsi per sempre.

E’ difficile pronunciare la parola “morte” riferendosi ad un bambino. Nell’attesa i maestri, ormai, possono solo raccontare fiabe, leggere racconti di paura che a lui piacciono tanto.

 

E, poiché siamo in autunno, colorare foglie e frutti per addobbare la sua stanza rendendola allegra, calda, accogliente perché loro, chi è molto malato, sente la vita fino alla fine. Si fa aiutare dalla mamma perché non ce la fa più, immobile in quel lettone ma  interessato,  partecipe e gioioso, pur sentendo venir meno sempre di più le forze;  in realtà è lui ad aiutarla a sopportare questa pena infinita per la quale non le è concesso piangere. Non ora. Il momento in cui versare tutte le sue lacrime arriverà e non basteranno.

 

Si fa fatica ad accettare la morte a qualunque età e si fa di tutto per allontanarla quanto più è possibile.

Così in certi casi, quando si è provata ogni cura e, nonostante tutto, c’è una ricaduta, si ricorre al trapianto del midollo. E’ l’ultima spiaggia e non c’è garanzia di successo, ma non ci si può arrendere e la lotta continua.

In prima linea fieri, nonostante qualche cedimento e la tentazione di arrendersi, combattono con i loro genitori, sostenuti, guidati, spronati da medici, infermieri, volontari. Un esercito contro un nemico: la leucemia.

 

Vanno avanti per anni e intanto crescono e non sono più bambini.

Cambia il loro mondo che non è più solo l’ambiente domestico- familiare; adesso è prevalentemente il gruppo dei pari,  delle amicizie, della scuola e della famiglia.

E’ il tempo delle problematicità, delle incomprensioni, della devianza, ma anche delle potenzialità, delle possibilità di adattamento.

Tutto ruota intorno a due temi principali: il corpo, la propria immagine su cui sono concentrati, e il controllo, in quanto soggetti abili in grado di prendere decisioni.

La malattia, però, li fa sentire insicuri ed in balia degli eventi, che non possono gestire, dei mutamenti del loro corpo, che sentono minacciato, e degli adulti, da cui stavano cercando di emanciparsi; e rispetto a ciò avvertono un regresso che difficilmente riescono ad accettare.

 

Questi sono i nostri ragazzi, i ragazzi che incontriamo e ai quali vogliamo dare quel poco di sapere che possediamo. Ma soprattutto, vogliamo ridare loro la giusta dimensione: quella di studente.

 

Le emozioni vanno come un’altalena.

 

Ci sono emozioni che danno la spinta giusta per andare avanti, motivandoti ancora di più, ed emozioni che, al contrario, ti danno il senso delle reali proporzioni e la consapevolezza che puoi dare solo frammenti di vita. Perché le tue lezioni sono gocce di normalità, gocce di speranza.

Vai con loro, ti muovi con loro al ritmo dello stato di salute che li porta dalla degenza al day- hospital e di nuovo alla degenza e poi all’isolamento e da questo ancora al day-hospital e talvolta a casa o lontano, perché i trapianti non si fanno a Lecce.

Segui il cambiamento repentino da una situazione all’altra, concedendoti il tempo necessario per indossare calzari e mascherina e, quando sulla porta della stanza c’è il cartello con su scritto “STOP”, anche camice e cuffia.

 

Ti accolgono, ti ascoltano, ti parlano attaccati ad una macchina, ad una flebo.

 

Sin dal primo momento non sei un estraneo.

 

Sei il docente che fa sì che la scuola continui, cosa che dà loro fiducia, che li proietta nel futuro.

Così quando saranno nuovamente in classe non si sentiranno spaesati, disorientati e serenamente potranno riprendere il loro percorso di studi forzatamente interrotto. Sentiranno di meno di non esserci stati e sentiranno di meno il motivo per cui sono risultati assenti.

Sei il compagno di banco con cui fare i compiti, che sa di matematica o italiano o inglese e può spiegargli ciò che non ha ben capito; il compagno di banco a cui poter esprimere perplessità e dubbi, confidarsi, confrontarsi; con cui poter scherzare e a cui poter dire “oggi proprio non me la sento, non mi va”.

Un compagno di banco con qualche anno in più, ma a cui anche lui ha tanto da insegnare e che deve essere pronto ad imparare:

ad arrabbiarsi solo per le cose veramente importanti, a vivere ogni momento intensamente, a trovare sempre qualcosa da condividere, a non aspettarsi niente, a saper chiedere aiuto, a guardare sempre avanti, ad essere dignitosi in ogni situazione.

 

La mia avventura è appena cominciata!

 

Leggo. Mi informo. Cerco notizie che mi possano sostenere, indirizzare nelle scelte migliori,  pur nella aleatorietà di ogni realtà e di questa in particolare.

Osservo, faccio tesoro dell’esperienza altrui, ma sono consapevole che tutto ciò non sarà mai abbastanza.

Sono convinta che

 

“…Quando un bambino entra in ospedale, è come   se fosse entrato nel bosco, lontano da casa.

Ci sono bambini che riempiono le tasche di sassolini bianchi, e li buttano per terra, in modo da saper ritrovare la strada anche di notte, alla luce della luna.

Ma ci sono bambini che non riescono a far provvista di sassolini e lasciano delle briciole di pane secco come traccia per tornare indietro.

E’ una traccia molto fragile e bastano le formiche a cancellarla: i bambini si perdono nel bosco e non sanno più tornare a casa.”

(da “I bambini che si perdono nel bosco”  La nuova Italia, Firenze, Ristampa 1995)

 

Dobbiamo aiutarli ad uscire dal bosco, ma senza mai dimenticare i loro bisogni di bambini, di adolescenti, di persone.

Noi possiamo farlo attraverso l’insegnamento.

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* articolo pubblicato su Scuola&Amministrazione, mensile di cultura e informazione per la gestione tecnico-amministrativa della scuola – N. 11 Dicembre 2012 – Carra Editrice.

Concorso a cattedra – Accolti tutti i ricorsi per partecipare agli scritti

Concorso a cattedra – Accolti tutti i ricorsi per partecipare agli scritti: i candidati che hanno proposto ricorso con ANIEF contro la soglia di 35/50 alle preselezioni, in virtù di un punteggio ottenuto di almeno 30 punti, potranno partecipare alle prove successive a partire dal prossimo 11 febbraio.

Già disponibili le ordinanze e i decreti per tutti i ricorrenti: scarica la tua ordinanza.

Ancora una volta la linea giuridica intrapresa dall’Anief per tutelare i diritti del personale della scuola trova accoglimento nelle aule dei tribunali. Oggi è stata la volta del Tar del Lazio, che, sulla scia dei primi successi raggiunti nelle scorse settimane, ha accolto tutte le altre richieste rimanenti di provvedimento cautelare dei legali ANIEF Avv.ti Irene Lo Bue, Sergio Galleano, Salvatore Russo, Michele Speranza, Denis Rosa e Barbara Lombardo.

Alla fine saranno complessivamente oltre 7.000 i ricorrenti che, avendo conseguito alle prove preselettive tra i 30 e 34,5 punti, a partire da lunedì prossimo potranno prendere parte alle prove scritte, chiedendo alle commissioni che venga valutato il loro merito. Viene così smontata, almeno per il momento, la linea del Miur, secondo cui occorreva conseguire almeno 35/50 per accedere agli scritti.

Tutti i ricorrenti ANIEF Soglia 35 dovranno ora scaricare, stampare, evidenziare il proprio nome e portare con sé (insieme al documento di identità e al codice fiscale) la propria ordinanza cautelare per essere ammessi – nei giorni, negli orari e nelle sedi indicate dagli Uffici Scolastici Regionali e dalle Intendenze Scolastiche di Trento e Bolzano – a sostenere le prove scritte. Le ordinanze sono scaricabili dall’elenco in calce. Per conoscere giorni, orari e sedi di svolgimento delle prove è necessario fare riferimento alle indicazioni fornite da ciascun U.S.R.

La segreteria nazionale garantirà, durante tutto il periodo di svolgimento degli scritti per il concorso a cattedra, tempestiva assistenza e supporto a tutti coloro che dovessero incontrare qualsiasi difficoltà nell’accesso alle prove.

DECRETI E ORDINANZE

 

RUOLO

 

AVVOCATO

 

DECRETO/ORDINANZA

 

362/13

LO BUE

Ord. 733/13

364/13

LO BUE

Ord. 734/13

366/13

LO BUE

Ord. 619/13

367/13

LO BUE

Ord. 620/13

La partita truccata del gioco d’azzardo

La partita truccata del gioco d’azzardo

di Vincenzo Andraous

E’ sempre più ricorrente l’impatto con le parole più omologate quando entriamo nel merito del grande raggiro del gioco d’azzardo.

Più cittadini ripetono che per risolvere il disagio, la disperazione provocata dal gioco e dalle sue puntate, la sola opzione per annullare il gap tra distruzione e ricostruzione umana, sta nel vietare il gioco di azzardo in ogni sua esplicitazione.

Senz’altro vietare il gioco patologico, che ingenera devastazione e miserie umane, induce a riformulare stili di vita diversi e più consoni.  Ma il problema vero per cui non c’è un corretto intendimento sociale, sta nella differenza che intercorre tra vietare un diritto acquisito, e vietare qualcosa che danneggia la salute di ogni individuo.

Tutta la partita si gioca in questa in-coerenza.

Non è contro il cittadino imprenditore che bisogna scatenare il finimondo, egli non commette alcun reato, né infrange una norma, tanto meno una legge statuale.

Lo scontro in essere investe la salvaguardia di un diritto alla salute, che assume forma e contenuto di libertà perseguita e mantenuta, e la eventuale restrizione di un altro diritto acquisito ( la possibilità di accedere al gioco d’azzardo),  anch’esso destinatario di pari dignità di scelta, responsabilità e azione morale.

Mentre sui principi generali la discussione è immotivata, dal basso si sovrappongono i rilanci perentori della politica che fa guadagni impensabili sulle debolezze umane, accompagnando questo degrado con le reclame più rumorose e annichilenti, inducendo a credere in un guadagno facile, mentre si tratta di un vero e proprio raggiro.

La partita è truccata non perché il gioco sta nelle mani del baro, ma perché il baro si traveste con la normalità di un sogno che vorrebbe ipotecare i domani: accade che per il trapezista improvvisato non c’è alcuna tutela, c’è dimenticanza colpevole della  fune salvavita.

Il gioco d’azzardo è un capitolo importante delle entrate dello stato, attraverso illeggibili articoli, nascosti qua e là, nelle grandi battaglie democratiche che però sconfessano il diritto alla vita, di chi gioca, di chi in famiglia soffre ogni giorno di più.

Un mare di soldi che circolano indisturbati, pervadono il mercato delle emozioni, polverizzano amori e affetti, denari che è fin troppo facile addebitare alle solite mafie, in passato c’è stato monopolio delle grandi organizzazioni criminali, attualmente a questo massacro di vite umane c’è l’interpretazione a fare la differenza, che scava la fossa a uomini e donne di ogni età, una sorta di dazio indifferente al grande salvadanaio, quaderno dalle voci impossibili di ogni governo, di ieri, di oggi, di domani.

Ho l’impressione che combattere il drago con gli slogans non sia interesse collettivo, forse è il caso di parlare con una nuova punteggiatura dagli accenti collocati al posto giusto della partita della vita, dei diritti e delle libertà da curare, custodire e mantenere, proprio perché sconfiggere la dipendenza-malattia  è più che mai una priorità.

Il gioco d’azzardo patologico è una malattia prevenibile, curabile e guaribile, ma che deve trovare sostegno in  una politica che non si spoglia mai della sua dignità, senza dimenticare le nuove generazioni che osservano e imparano da noi.

 

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 34

 

 

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 34 del 9-2-2013

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

 


DECRETO 12 novembre 2012


Rettifica al decreto 11 ottobre 2007 relativo all’ammissione di
progetti di ricerca agli interventi previsti dall’articolo 12 del
decreto n. 593 dell’8 agosto 2000, per un importo di spesa pari a
euro 5.028.000,00. (Prot. n. 1459/Ric.). (Prot. n. 762/Ric.).
(13A00930)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 1

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 18 gennaio 2013


Riconoscimento del carattere scientifico all’Istituto di ricerche
farmacologiche «Mario Negri» di Milano nella disciplina «Farmacologia
e sperimentazione clinica sulle malattie neurologiche, rare ed
ambientali». (13A00923)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 17

 

 

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 


DECRETO 24 gennaio 2013


Ricostituzione del Comitato provinciale INPS di Viterbo e delle
relative commissioni speciali. (13A00925)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 18

 

 

 


DECRETO 28 gennaio 2013


Sostituzione di un componente effettivo in rappresentanza dell’INPS
della commissione provinciale C.I.G., settore industria, di Fermo.
(13A00926)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 20

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 18 gennaio 2013


Proroga dell’autorizzazione rilasciata all’organismo denominato
«Suolo e Salute Srl», in Fano ad effettuare i controlli per la
denominazione di origine protetta «Aceto Balsamico Tradizionale di
Reggio Emilia» registrata in ambito Unione europea. (13A00927)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 20

 

 

 


DECRETO 18 gennaio 2013


Proroga dell’autorizzazione rilasciata all’organismo denominato «3A
Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria – Soc. cons. a r.l.», in
Todi ad effettuare i controlli per la denominazione di origine
protetta «Umbria» registrata in ambito Unione europea. (13A00928)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 21

 

 

 


DECRETO 28 gennaio 2013


Autorizzazione al laboratorio «Assoproli Bari Soc. Cooperativa
Agricola», in Andria al rilascio dei certificati di analisi nel
settore oleicolo. (13A01072)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 22

 

 

 


DECRETO 28 gennaio 2013


Modifica del decreto 4 settembre 2012, relativo alla protezione
transitoria accordata a livello nazionale alla denominazione
«Focaccia di Recco col Formaggio» per la quale e’ stata inviata
istanza alla Commissione europea per la registrazione come
indicazione geografica protetta. (13A01073)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 23

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 16 gennaio 2013


Sostituzione del commissario liquidatore della «Sole Splendente
Societa’ Cooperativa Sociale», in Villa San Giovanni. (13A00920)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 24

 

 

 


DECRETO 16 gennaio 2013


Sostituzione del commissario liquidatore della «San Pietro Societa’
Cooperativa», in Corigliano Calabro. (13A00921)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 24

 

 

 


DECRETO 16 gennaio 2013


Sostituzione del commissario liquidatore della «Societa’ Cooperativa
Produttori Agricoli San Paolo a r.l.», in Acquaviva delle Fonti.
(13A00922)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 25

 

 

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

 


ORDINANZA DEL CAPO DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE 4 febbraio 2013


Ordinanza di protezione civile per favorire e regolare il subentro
della Regione Liguria nelle iniziative finalizzate al definitivo
superamento della situazione di emergenza in conseguenza delle
eccezionali avversita’ atmosferiche verificatesi nel mese di ottobre
2011 nel territorio della provincia di La Spezia e dal 4 all’8
novembre 2011 nel territorio della regione Liguria. (Ordinanza n.
46). (13A01289)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 25

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI MODENA

 


COMUNICATO


Provvedimenti concernenti i marchi di identificazione dei metalli
preziosi (13A01283)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 27

 

 

CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI PALERMO

 


COMUNICATO


Provvedimenti concernenti i marchi di identificazione dei metalli
preziosi (13A01071)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 27

 

 

CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI FIRENZE

 


COMUNICATO


Provvedimenti concernenti i marchi di identificazione dei metalli
preziosi (13A01068)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 27

 

 

 


COMUNICATO


Provvedimenti concernenti i marchi di identificazione dei metalli
preziosi (13A01069)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 27

 

 

 


COMUNICATO


Provvedimenti concernenti i marchi di identificazione dei metalli
preziosi (13A01070)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 27

 

 

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


COMUNICATO


Cambi di riferimento rilevati a titolo indicativo del giorno 1°
febbraio 2013 (13A01290)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 28

 

 

 


COMUNICATO


Cambi di riferimento rilevati a titolo indicativo del giorno 4
febbraio 2013 (13A01291)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 28

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 


COMUNICATO


Estinzione della Confraternita di Maria SS. Assunta sotto il titolo
di S. Martino, in Salerno (13A00924)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 29

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione della Confraternita di Gesu’ e Maria, in Salerno
(13A00929)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 29

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione della Congrega del terz’ordine di S. Francesco della
Croce, in Salerno (13A00931)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 29

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione della Confraternita di Maria SS. della Consolazione, in
Salerno (13A00932)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 29

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione della Confraternita dei SS. Pasquale e Lazzaro, in Salerno
(13A00933)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 29

 

 

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

 


COMUNICATO


Mancata conversione del decreto-legge 11 dicembre 2012, n. 216,
recante: “Disposizioni urgenti volte a evitare l’applicazione di
sanzioni dell’Unione europea”. (13A01319)


(GU n.34 del 9-2-2013

)

 

Pag. 29