Avvio CPIA, tutto rinviato al 2014-2015

Avvio CPIA, tutto rinviato al 2014-2015

Resoconto dell´incontro al Miur

Come già anticipato dalla nostra Delegazione, l´avvio dei CPIA che prolungheranno la scuola dell´ obbligo al primo biennio delle Superiori – per quanto il relativo Regolamento sia già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – non potrà avvenire nel prossimo anno scolastico, ma nel 2014/15 quando le singole Regioni, vagliate le proposte degli EE.LL., li inseriranno nei rispettivi piani dell´ offerta formativa per l´ anno scolastico citato, allocandoli nei comuni più grandi e, quindi, con un bacino d´ utenza più ampio.

Poi spetterà agli USR assegnare per il medesimo anno scolastico i codici meccanografici per la mobilità che dovrà necessariamente farsi carico di prevedere le modalità d´ accesso dagli attuali CTP e dagli altri ordini e gradi d´ istruzione, con le relative precedenze. Tali operazioni, dati i vari passaggi e la tempistica richiesta per attuarli, mediante le previste delibere e le operazioni conseguenti, oltre al farraginoso iter che rallenta per almeno un bimestre – rispetto alla data in cui avviene la sottoscrizione fra la DG del Personale del MIUR e le OO.SS. – la pubblicazione del relativo CCNI, non potevano in alcun modo rientrare nell´ organico di diritto e nella mobilità per il prossimo anno scolastico.

Alcuni USR avevano proposto al MIUR di consentir loro già dal 2013/14 in via sperimentale l´ attivazione dei CPIA, ma da parte sindacale c´ è stata l´ unanimità nel rispodere negativamente a tale richiesta, in quanto non si ritiene opportuno che ciò avvenga in assenza di qualsivoglia regola che compete al tavolo di confronto fra Amministrazione ed OO.SS.
L´ Amministrazione, nella persona del DG del Personale Dott. Luciano Chiappetta – intervenuto fugacemente nell´ incontro di ieri, concernente gli organici di diritto x il prossimo anno scolastico – ha comunicato che la funzione per l´ acquisizione dei codici meccanografici relativi al dimensionamento sarà chiusa oggi alle 20 e, pertanto, per il Sistema Informativo non sarà più possibile accettare ulteriori modifiche che saranno operative sull´ organico di fatto per il prossimo anno scolastico.
Sul prossimo organico di fatto – è sempre il Dott. Chiappetta a dar l´informazione – dovrà operare il dimensionamento della Sardegna che non ha rispettato i tempi previsti per l´ acquisizione relativa al 2013/14.

Il Lazio ed il Molise, invece – a causa del perdurare della crisi istituzionale che solo di recente si è risolta con le elezioni – non hanno adottato alcun piano di dimensionamento.

Linee Guida Assistenza Integrata Persone con Sindrome di Down

Linee Guida Multidisciplinari per l’Assistenza Integrata alle Persone con Sindrome di Down e alle loro Famiglie

European Down Syndrome Association (EDSA)

Il Consiglio dei Ministri approva in limine mortis il Sistema nazionale di valutazione

Il Consiglio dei Ministri approva in limine mortis il Sistema nazionale di valutazione: protervia ed arroganza del Governo

La FLC CGIL chiederà a tutte le forze politiche l’impegno di modificare radicalmente questo regolamento.

E la montagna partorì il topolino velenoso, come avevamo scritto qualche giorno fa. È davvero incredibile la protervia e l’arroganza di questo Governo che in limine mortis licenzia la bozza di regolamento sul Sistema nazionale di valutazione. Leggi il resoconto (da pag. 5) della riunione del Consiglio dei Ministri di venerdì 8 marzo 2013.

Anche nel caso in cui siano state recepite le osservazioni e proposte contenute nei pareri del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, della Conferenza unificata, del Consiglio di Stato, il nostro giudizio non cambia.

Auspichiamo un sistema nazionale di valutazione che risponda effettivamente all’esigenza di migliorare istruzione e formazione in questo Paese: non è questo il caso del regolamento appena approvato. Nello schema di regolamento sono assenti e quindi appaltate all’esterno le finalità politico-istituzionali del sistema nazionale di valutazione, con una sorta di ipertrofia della funzione tecnica a danno del ruolo debole attribuito all’autonomia scolastica. Un sistema pasticciato in cui si mischia la valutazione di sistema con la valutazione dei dirigenti scolastici.

Ma è il comunicato stampa del Governo che svela l’unico vero motivo a fondamento di questa scelta: l’approvazione del regolamento consente di rispondere agli impegni assunti nel 2011 dall’Italia con l’Unione europea, in vista della programmazione dei fondi strutturali 2014/2020. Altro che miglioramento dell’offerta formativa e della qualità della scuola!

Chiederemo l’impegno formale a tutte le forze politiche di cambiare radicalmente questo regolamento e metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per difendere la scuola pubblica da questo ennesimo intervento dannoso.

 

RIORDINO DEL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE: non solo procedure, ora più peso agli insegnanti

Di Menna: non solo procedure, ora più peso agli insegnanti

RIORDINO DEL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE

Per passare dal testo approvato alla sua effettiva utilità serve una forte sburocratizzazione e il necessario sostegno finanziario. Gli insegnanti, a livello di reti di scuole, devono essere parte attiva del nuovo sistema.

 

Rispetto agli altri paesi europei l’Italia è in ritardo e destina quantità di risorse finanziarie di molto inferiori, un gap che va rapidamente colmato. Necessario e non più rinviabile – così secondo il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna – il riordino del sistema nazionale di valutazione.
Il sistema di valutazione – precisa Di Menna – deve svolgere un’azione di supporto e monitoraggio per le scuole e per gli insegnanti.
Le scuole – continua Di Menna – devono superare l’attuale assetto di verifica burocratico/procedurale ed assumere centralità, nell’aspetto tecnico/ professionale, nella didattica, negli esiti formativi.
La Uil Scuola ritiene che, ora debba essere rafforzato il ruolo degli insegnanti che, a livello di reti di scuole, devono essere parte del nuovo sistema di valutazione.
Va evitato lo scontro ideologico che può avere come effetto la conservazione dell’attuale arretratezza burocratica che appesantisce il lavoro degli insegnanti.
Non da ultimo, nel tempo, è indispensabile – rileva il segretario generale della Uil Scuola – indirizzare risorse per rendere efficace l’intero sistema.

Regolamento valutazione, la direzione è quella giusta

Scrima: “Regolamento valutazione, la direzione è quella giusta”

La valutazione che serve alla scuola è quella che le permette di lavorare in modo più consapevole, favorendo la qualità dei risultati e mettendola in condizione di migliorare il servizio reso all’utenza. Non interessa e non serve, invece, una valutazione che si limiti a stilare classifiche, o peggio ancora a erogare premi o infliggere punizioni.

Il nuovo regolamento approvato oggi dal Consiglio dei Ministri ci sembra in linea con il primo modello, lontano dalla caricatura che per troppo tempo qualcuno ha fatto del merito e della valutazione. Anche per questo la CISL Scuola lo ha considerato da subito un documento apprezzabile; il percorso valutativo che propone è ancorato all’autonomia delle scuole, si parte dall’autovalutazione e si traguarda la rendicontazione sociale.

Si disegna un sistema che punta a sostenere le necessarie azioni di miglioramento, spesso richieste proprio laddove è più forte il peso delle difficoltà date da contesti particolarmente problematici. Ecco perché una valutazione correttamente intesa è fattore essenziale di equità, oltre che di qualità: fattore di promozione e non di discriminazione.

Il regolamento ci sembra orientato in questa direzione, che si ricollega in modo coerente alle indicazioni del Quaderno Bianco del 2007. Non mancano naturalmente punti di debolezza e criticità, a partire dal fatto che non c’è un sostegno adeguato in termini di risorse, senza le quali il sistema non può funzionare efficacemente, così come appare scarsamente credibile, nelle attuali condizioni, il ruolo che può svolgere un corpo ispettivo oggi ridotto di fatto a una realtà solo virtuale.

Sono aspetti su cui è necessario intervenire con decisione, nel quadro di quelle scelte forti di investimento in istruzione e formazione che da tempo rivendichiamo; siamo tuttavia convinti che mentre l’impianto avviato può essere migliorato in fase di gestione, un ulteriore rinvio avrebbe creato un vuoto pericoloso e un danno ben più grave.

Roma, 8 marzo 2013

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

REGOLAMENTO VALUTAZIONE? PIU’ LAVORO DOCENTI E NESSUN INVESTIMENTO

SCUOLA, GILDA: REGOLAMENTO VALUTAZIONE? PIU’ LAVORO DOCENTI E NESSUN INVESTIMENTO

“Il sistema nazionale di valutazione così come è stato approvato non va. Un colpo di mano che non può trovarci d’accordo”. Pollice verso della FGU-Gilda degli Insegnanti dopo l’ok al regolamento da parte del Consiglio dei ministri.

Dall’eccesiva fretta nell’approvazione ai rischi di aggravio di lavoro per i docenti, il sindacato torna a ribadire tutte le criticità del provvedimento: “Prima del via libera, sarebbe stato opportuno aspettare l’esito della sperimentazione dei ValeS partita in 300 scuole – sottolinea il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio – Non è trascurabile, inoltre, la possibilità che il meccanismo di valutazione finisca col rivelarsi un impegno burocratico troppo gravoso per gli insegnanti, tra carte da compilare e processi da giustificare. Tempo prezioso sottratto all’insegnamento”.

La Gilda punta l’indice, però, soprattutto, contro l’eccessivo potere dell’Invalsi “a cui  sarà affidato il compito di proporre protocolli di valutazione, indicatori di efficacia ed efficienza per individuare le scuole in difficoltà, oltre a quelli per valutare i dirigenti”.

Nel ribadire un secco no alla bozza appena licenziata dal governo, infine, Di Meglio evidenzia la mancanza di investimenti a supporto del regolamento: “Già questo – conclude – ci rende molto scettici sul successo del progetto. Senza contare, e non è un elemento secondario, il fatto che gli insegnanti siano stati tenuti del tutto fuori dalla discussione su un tema centrale per il mondo della scuola”.

C’E’ BISOGNO DI RISORSE E NON ALTRI PROVVEDIMENTI

SCUOLA: MASCOLO (UGL),
C’E’ BISOGNO DI RISORSE E NON ALTRI PROVVEDIMENTI

(dall’agenzia Adnkronos)

”C’e’ bisogno di risorse e non di altri provvedimenti tampone per risolvere le criticita’ della scuola”.

E’ il commento de segretario nazionale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo, al via libera da parte del Consiglio dei ministri al nuovo regolamento sull’istituzione e la disciplina del nuovo Sistema nazionale di valutazione, spiegando come ”con questo provvedimento non si valorizzano i lavoratori della scuola, che invece aspettano da tempo che si proceda alle immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti in organico di diritto e vorrebbero veder realizzati investimenti pluriennali da destinare al funzionamento degli istituti scolastici”.

“Non si puo’ continuare ad ignorare – conclude il sindacalista – che e’ la mancanza di risorse economiche e di personale a non permettere alle scuole di raggiungere gli obiettivi previsti dai Pof, il tutto a discapito della valorizzazione de lavoratori e del servizio erogato ad alunni e famiglie”.

Roma, 08 marzo 2013

“+ VOLONTARI – BULLI”

In Italia un bambino su quattro è vittima di bullismo e solo il 2% ne parla con i propri genitori (fonte: Telefono Azzurro – 2012).
Per fronteggiare questo fenomeno, la sede nazionale di AVIS – Associazione Volontari Italiani Sangue ha promosso il progetto “+Volontari -Bulli”, che ha visto il coinvolgimento di circa 200 studenti di 10 classi delle scuole primarie e secondarie di Milano e Pisa e che sarà illustrato sabato 16 marzo 2013 dalle 9:30 alle 13 a Milano in un convegno ospitato nella sala conferenze di Palazzo Reale.
Con questa proposta progettuale finanziata dal Dipartimento della Gioventù, AVIS ha sperimentato l’efficacia della sensibilizzazione alla solidarietà come “antidoto” al bullismo e come metodologia innovativa di intervento. Ha costruito contesti di ascolto dove i giovani, aiutati da psicologi, hanno liberato la loro emotività e condiviso le loro storie che, grazie agli attori dell’Associazione CinemaTeatroLux di Pisa, hanno dato vita a laboratori teatrali. Da questo confronto creativo e dallo scambio delle esperienze emerse, la casa di produzione 3Nero ha realizzato un documentario e una serie di spot per una campagna nazionale contro il bullismo che AVIS presenterà ufficialmente nel corso del convegno.
«I risultati di questa iniziativa – commenta Rina Latu, Vicepresidente vicario di AVIS Nazionale che modererà l’incontro – confermano che dal mondo del Volontariato e della Solidarietà nasce una risposta concreta e decisiva anche al disagio dei più giovani che deve diventare patrimonio di tutti. Questo progetto rappresenta, quindi, una concreta espressione del nostro impegno nella promozione di stili di vita che coniughino benessere, salute e cittadinanza attiva, in un percorso finalizzato ad accrescere l’attenzione soprattutto delle nuove generazioni a valori come la solidarietà, la generosità e il sostegno reciproco».
PROGRAMMA DEL CONVEGNO

9:30       Registrazione dei partecipanti
9:45       Apertura dei lavori
Rina Latu, Vice Presidente di AVIS Nazionale
9:50       Saluti istituzionali
Marco Granelli, Assessore al Volontariato del Comune di Milano
Giuseppe Petralia – Dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Milano
10:15     Il fenomeno del bullismo – Simona C.S. Caravita, Docente presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano
10:35     Il bullismo nel contesto scolastico – Adriana Battaglia, Scrittrice e referente europea per il bullismo
10:55     Il volontariato come antidoto al bullismo – Luigi Tagliabue, Coordinatore di AVIS Nazionale
11:15     L’esperienza in aula – Gitana Giorgi, Psicologa dell’età evolutiva e psicoterapeuta
11:35     L’efficacia dei laboratori teatrali – Paolo Pierazzini, Direttore Artistico CinemaTeatroLux
11:55     Il punti vista delle docenti – Tiziana Sala e Patrizia Grignani, Insegnanti
12:30     Conclusioni
Marco Granelli, Assessore al Volontariato del Comune di Milano
12:45     Chiusura dei lavori
13:00     Light lunch offerto da AVIS Nazionale

8 marzo Sistema Nazionale di Valutazione in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta di venerdì 8 marzo 2013, approva definitivamente un Decreto Presidenziale recante il Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione.
Il Regolamento è stato giò approvato, in prima lettura dal CdM il 24 agosto 2012 e dalla 7a Commissione Senato il 14 febbraio 2013.

Il Consiglio dei Ministri ha inoltre approvato un regolamento contenente il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.

Di seguito un estratto del comunicato stampa del CdM ed il comunicato del MIUR:

CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI PUBBLICI

Su proposta del Ministro della pubblica amministrazione e semplificazione, il Consiglio dei Ministri ha approvato, salvo intese, un regolamento contenente il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Il codice, emanato in attuazione della legge anti-corruzione (legge n. 190 del 2012), in linea con le raccomandazioni OCSE in materia di integrità ed etica pubblica, indica i doveri di comportamento dei dipendenti delle PA e prevede che la loro violazione è fonte di responsabilità disciplinare.
Tra le disposizioni del codice ci sono:
– il divieto per il dipendente di chiedere regali, compensi o altre utilità, nonché il divieto di accettare regali, compensi o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore (non superiore a 150 euro) – anche sotto forma di sconto. I regali e le altre utilità comunque ricevuti sono immediatamente messi a disposizione dell’Amministrazione per essere devoluti a fini istituzionali;
– la comunicazione del dipendente della propria adesione o appartenenza ad associazioni e organizzazioni (esclusi partici politici e sindacati) i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento delle attività dell’ufficio;
– la comunicazione, all’atto dell’assegnazione all’ufficio, dei rapporti diretti o indiretti di collaborazione avuti con soggetti privati nei 3 anni precedenti e in qualunque modo retribuiti, oltre all’obbligo di precisare se questi rapporti sussistono ancora (o sussistano con il coniuge, il convivente, i parenti e gli affini entro il secondo grado);
– l’obbligo per il dipendente di astenersi dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti le sue mansioni in situazioni di conflitto di interessi anche non patrimoniali, derivanti dall’assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici;
– la tracciabilità e la trasparenza dei processi decisionali adottati (che dovrà essere garantita attraverso un adeguato supporto documentale).
– il rispetto dei vincoli posti dall’amministrazione nell’utilizzo del materiale o delle attrezzature assegnate ai dipendenti per ragioni di ufficio, anche con riferimento all’utilizzo delle linee telematiche e telefoniche dell’ufficio;
– gli obblighi di comportamento in servizio nei rapporti e all’interno dell’organizzazione amministrativa;
– per i dirigenti, l’obbligo di comunicare all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto d’interesse con le funzioni che svolgono; l’obbligo di fornire le informazioni sulla propria situazione patrimoniale previste dalla legge; il dovere, nei limiti delle loro possibilità, di evitare che si diffondano notizie non vere sull’organizzazione, sull’attività e sugli altri dipendenti;
– è infine assicurato il meccanismo sanzionatorio per la violazione dei doveri di comportamento.

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE IN MATERIA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE

Su proposta del Ministro dell’istruzione, università e ricerca, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il regolamento relativo all’istituzione e la disciplina del Sistema Nazionale di Valutazione (S.N.V.) in materia di istruzione e formazione, per le scuole del sistema pubblico nazionale di istruzione e le istituzioni formative accreditate dalle Regioni.
L’approvazione del regolamento consente di rispondere anche agli impegni assunti nel 2011 dall’Italia con l’Unione europea, in vista della programmazione dei fondi strutturali 2014/2020. Rispetto al testo iniziale sono state recepite, in larga misura, le osservazioni e proposte contenute nei pareri del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, della Conferenza unificata, del Consiglio di Stato e della VII Commissione del Senato.
Il S.N.V. si basa sull’attività dell’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione), che ne assume il coordinamento funzionale; sulla collaborazione dell’Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), che può aiutare le scuole nei piani di miglioramento; sulla presenza di un contingente di Ispettori con il compito di guidare i nuclei di valutazione esterna.
Ogni singola scuola costruirà il proprio rapporto di autovalutazione secondo un quadro di riferimento comune e con i dati messi a disposizione dal sistema informativo del MIUR (Scuola in chiaro), dall’INVALSI e dalle stesse istituzioni scolastiche. Il percorso si concluderà con la predisposizione di un piano di miglioramento e la rendicontazione pubblica dei risultati. Previste anche le visite dei nuclei esterni di valutazione. Sono oltre 1300 le istituzioni scolastiche che stanno già seguendo in via sperimentale questo percorso. Le istituzioni formative accreditate dalle Regioni verranno valutate secondo priorità e modalità stabilite in sede di Conferenza Unificata.

 

Approvato il Sistema nazionale di valutazione

(Roma, 8 marzo 2013) Dopo un percorso cominciato nel 2001 il Consiglio dei Ministri ha approvato su proposta del Ministro dell’istruzione, università e ricerca, in via definitiva, il Regolamento che istituisce e disciplina il Sistema Nazionale di Valutazione delle scuole pubbliche e delle istituzioni formative accreditate dalle Regioni. L’Italia si allinea così agli altri Paesi Europei sul versante della valutazione dei sistemi formativi pubblici, e risponde agli impegni assunti nel 2011 con l’Unione europea, in vista della programmazione dei fondi strutturali 2014/2020. Il regolamento ha concluso il suo iter di approvazione avviato il 24 agosto 2012 data in cui è stato presentato in 1° lettura al CdM, dopo aver superato tutti i passaggi prescritti dall’art.17, comma 2, della legge n. 400/88.

Il Sistema Nazionale di Valutazione ha lo scopo di:

  • dare al Paese un servizio fondamentale per poter aiutare ogni scuola a tenere sotto controllo gli indicatori di efficacia e di efficienza della sua offerta formativa ed impegnarsi nel miglioramento;
  • fornire all’Amministrazione scolastica, agli Uffici competenti, le informazioni utili a progettare azioni di sostegno per le scuole in difficoltà;
  • valutare i dirigenti scolastici e offrire alla società civile e ai decisori politici la dovuta rendicontazione sulla effettiva identità del sistema di istruzione e formazione.

Rispetto al testo iniziale, il Regolamento adottato oggi contiene modifiche che recepiscono, in larga misura, le osservazioni e le proposte contenute nei pareri del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, della Conferenza unificata, del Consiglio di Stato e della VII Commissione del Senato. Sono cambiamenti che hanno modificato in meglio il testo del decreto nel senso di una più compiuta valorizzazione dell’autonomia responsabile delle scuole nei processi di autovalutazione e di miglioramento della qualità del servizio offerto.

Il Regolamento dà attuazione alla delega conferita al Governo con il decreto legge n.225 del 2010 convertito in legge n.10 del 2011 e costituisce un rilevante passo avanti nel percorso cominciato con il decreto legislativo 286 del 2004. Il S.N.V. si impianta sull’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione) che predispone tutti gli adempimenti necessari per l’autovalutazione e la valutazione esterna delle scuole, sull’Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), che può supportare le scuole nei piani di miglioramento, su un contingente di Ispettori definito dal Ministro che ha il compito di guidare i nuclei di valutazione esterna. L’Invalsi ha anche il coordinamento funzionale dell’S.N.V.

Il procedimento di valutazione si snoda attraverso quattro fasi essenziali:

a) autovalutazione delle istituzioni scolastiche, sulla base di un fascicolo elettronico di dati messi a disposizione dalle banche dati del sistema informativo del Ministero dell’istruzione (“Scuola in chiaro”), dell’ INVALSI e delle stesse istituzioni scolastiche, che si conclude con la stesura di un rapporto di autovalutazione da parte di ciascuna scuola, secondo un format elettronico predisposto dall’Invalsi e con la predisposizione di un piano di miglioramento.

b) valutazione esterna da parte di nuclei coordinati da un dirigente tecnico sulla base di protocolli, indicatori e programmi definiti dall’Invalsi, con la conseguente ridefinizione dei piani di miglioramento da parte delle istituzioni scolastiche;

c) azioni di miglioramento con l’ eventuale sostegno dell’Indire, o di Università, enti, associazioni scelti dalle scuole stesse;

d) rendicontazione pubblica dei risultati del processo, secondo una logica di trasparenza,di condivisione e di miglioramento del servizio scolastico con la comunità di appartenenza.

Sono più di 1300 le istituzioni scolastiche che, durante l’anno scolastico 2012/2013 stanno già seguendo in via sperimentale secondo diverse modalità questo percorso che è stato presentato e condiviso, all’ interno di specifiche conferenze di servizio, con tutti i dirigenti delle scuole italiane e i docenti referenti per la valutazione. Tra gennaio e marzo 2013 tutti i dirigenti delle scuole italiane e i docenti referenti per la valutazione (circa 26.000 persone), hanno infatti partecipato a seminari di presentazione del regolamento. A metà marzo tutte le scuole avranno a disposizione il fascicolo “scuola in chiaro” e il format per costruire il proprio rapporto di autovalutazione a, dal prossimo anno gli strumenti messi a punto dal progetto sperimentale Vales saranno disponibili per tutte le scuole.

Punteggio servizio militare

Punteggio servizio militare: l’ANIEF batte nuovamente il MIUR

 

Nuovo successo dell’ANIEF in Tribunale per il ricorso volto al riconoscimento del punteggio del servizio militare prestato non in costanza di nomina nelle graduatorie a esaurimento. Il Giudice del Lavoro di Lanciano dà nuovamente ragione ai nostri legali, coordinati dagli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, e condanna il MIUR all’attribuzione del punteggio finora negato.

 

L’ottimo lavoro dell’Avv. Francesca Marcone, della cui professionalità l’ANIEF si avvale per curare il contenzioso sul territorio, procura al nostro sindacato una nuova favorevole sentenza che riconosce, contrariamente a quanto sostenuto dal MIUR, la non applicabilità del D.lgs. 66/2010 alle graduatorie a esaurimento perché “norma di carattere generale che in quanto tale non può derogare, in applicazione del principio lex posterior generalis non derogat priori speciali, alla disciplina di settore (ordinamento scolastico) di cui all’art. 485 comma 7 Dlgs 297/1994, in forza del quale il periodo del servizio miliare di leva o di richiamo ed il servizio civile sostitutivo di quello di leva è valido a tutti gli effetti”.

 

Il diritto al riconoscimento del punteggio connesso all’espletamento del servizio militare di leva non può essere negato neppure in forza del disposto inserito dal MIUR nei diversi decreti di aggiornamento delle GaE “trattandosi nella specie di una disposizione di carattere secondario rispetto al Dlgs (di cui costituisce attuazione) per cui, in quanto allo stesso sottordinata, non può derogare ai principi ivi contenuti”. Il Giudice conclude, dunque, per l’accoglimento del ricorso ANIEF e sottolinea che “la valutazione del servizio è condizionata alla sola circostanza di essere stato espletato dopo il conseguimento del titolo di studio indispensabile all’accesso all’insegnamento”. MIUR condannato, come sempre, al pagamento delle spese di lite quantificate in 2.223 Euro.

 

Soddisfazione da parte dell’ANIEF che conferma ancora una volta la propria competenza nel settore e contribuisce a ristabilire il giusto diritto dei propri iscritti al corretto riconoscimento da parte del MIUR del lavoro svolto al servizio dello Stato in assolvimento degli obblighi di leva.

 

Il Ministero dell’Istruzione interviene e blocca le procedure di licenziamento

Licenziamenti all’USP di Bari

Il Ministero dell’Istruzione interviene e blocca le procedure di licenziamento

decisa INIZIATIVA DELLA FLC CGIL

 

Esprimiamo soddisfazione per la decisione del Ministero dell’Istruzione che, a firma del Dirigente della Direzione Generale del Personale, dott. Chiappetta, ha emanato quest’oggi una formale nota con la quale ufficialmente, dopo le pressioni della delegazione nazionale della FLC CGIL, si deve considerare conclusa la vicenda dei licenziamenti che USR Puglia e USP Bari stavano per avviare ai danni del personale docente e ATA di ruolo per eseguire 14 sentenze di stabilizzazione pronunciate dai giudici del lavoro di Trani e passate in giudicato.

 

Come FLC CGIL siamo lieti che il Ministero abbia riconosciuto, come avevamo evidenziato nel nostro atto di diffida inviato a USR e USP lo scorso 11 febbraio, che le sentenze “non possono incidere negativamente su diritti quesiti e intangibili di personale assunto a tempo indeterminato”, dipendenti assunti per ordinario e legittimo scorrimento delle graduatorie provinciali. Anche se sul piano amministrativo si tratta della risposta a un quesito posto dall’USR Puglia, dobbiamo intendere che la comunicazione arrivata in queste ore a firma del Direttore Generale del MIUR ponga finalmente conclusione a questa vicenda che aveva toccato in questa settimana 41 lavoratori (tutti collaboratori scolastici), raggiunti da avvisi di avvio del procedimento che in 5 casi comportavano la trasformazione del contratto da tempo indeterminato a tempo determinato e in 3 casi addirittura il licenziamento dei precari assunti con nomina annuale. In tutti gli altri casi il principio di inviolabilità del contingente avrebbe comportato la posticipazione della decorrenza giuridica della nomina in ruolo con rilevanti conseguenze sotto il profilo giuridico ed economico che la FLC CGIL ha lamentato nuovamente nell’ultimo incontro di questa mattina presso il Provveditorato di Bari.

 

In tutte le varie riunioni, presso l’Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale, le delegazioni della FLC CGIL hanno sollevato i vari aspetti della problematica: dall’assenza di un’adeguata informativa sindacale su numeri e procedure adottate, al rischio di allargare ulteriormente il contenzioso piuttosto che ridurlo, dalla violazione dei più elementari principi di giustizia e di merito, alla complicazione amministrativa che si sarebbe prodotta adottando la “soluzione dei licenziamenti”. Abbiamo anche ricordato all’Amministrazione l’origine del contenzioso seriale (il collegato lavoro di Sacconi del 2010 che determinava l’estinzione dei diritti dei lavoratori sui contratti pregressi, un colpo di spugna per tutti i precari) e abbiamo evidenziato il suo aggravamento, dipeso dalla mancata soluzione del problema dell’abuso da parte del MIUR dei contratti a tempo determinato e del lavoro precario, anche quando oggettivamente non necessario.

 

A tutti i livelli dell’Amministrazione la FLC CGIL aveva preannunciato l’intervento anche sul Ministero dell’Istruzione, prontamente arrivato con l’inequivocabile chiarimento contenuto nella nota n. 2445 di quest’oggi.

 

Come sempre, anche in questo caso, la FLC CGIL continuerà a monitorare tutti i passaggi conseguenti che l’Amministrazione dovrà attivare, a cominciare dalla revoca delle 41 comunicazioni di avvio del procedimenti, allo scopo di tutelare tutto il personale coinvolto nella vicenda e assicurare il rispetto dei diritti dei lavoratori, licenziati e stabilizzati, senza alcuna distinzione.

 

FLC CGIL PUGLIA                                                                                         FLC CGIL BARI

Paolo Peluso                                                                                                      Claudio Menga

MY GIFFONI 2013

REGOLAMENTO MY GIFFONI 2013

MyGIFFONI nasce dalla pluriennale esperienza del GFF nella promozione del cinema per ragazzi e fatto dai ragazzi, nonché nella produzione di opere realizzate con gli studenti.

Il concorso MyGiffoni è dedicato ai prodotti audiovisivi realizzati dagli studenti in collaborazione con gli istituti scolastici o con associazioni culturali.

MyGiffoni si svolgerà durante la 43ma edizione del GFF in programma dal 19 al 28 luglio 2013.

La sezione si propone come uno spazio di promozione per i film che gli studenti stessi riescono a creare e a produrre, nonché un modo per comprendere meglio esigenze, speranze e curiosità di bambini e ragazzi.

Organizzazione

MyGiffoni è organizzato da Giffoni Experience. Sezioni

1. Concorso nazionale riservato a produzioni realizzate da giovani videomaker dai 6 ai 10 anni, scuole dell’Infanzia, Scuole Primarie, Associazioni.

2. Concorso nazionale riservato a produzioni realizzate da videomaker dagli 11 ai 13 anni, delle Scuole Secondarie di I grado, Associazioni.

3. Concorso nazionale riservato a produzioni realizzate da videomaker dai 14 ai 20 anni o da classi delle Scuole Secondarie di II grado, Associazioni.

Premi

Per ciascuna sezione verranno assegnati due premi:

  • PREMIO “Giffoni Experience 2013” al Migliore Cortometraggio
  • AUDIENCE AWARD, assegnato dal pubblico on line

Chi può partecipare?

Possono partecipare al Concorso film prodotti dopo il 1 gennaio 2011, realizzati da videomaker, da associazioni o da Istituti Scolastici. Possono essere iscritti film di qualunque genere, con durata non superiore a 12 minuti (titoli di testa e di coda compresi), non saranno concesse deroghe, neppure per pochi secondi in più.

Come iscriversi e fino a quando?

L’iscrizione è gratuita. Ci si potrà iscrivere a partire dall’8 gennaio 2013. Il termine ultimo per l’arrivo dell’entry form è il 15 maggio 2013.

L’entry form si compila direttamente dal sito www.mygiffoni.it.

Per iscriversi:
• caricare il film su Youtube; • compilare l’entry form;

E’ sottinteso che l’Istituto Scolastico, l’Associazione o, in caso di videomaker minorenne, i genitori provvedano alle liberatorie necessarie per poter caricare il film su You Tube. Il Giffoni Film Festival si sottrae da ogni responsabilità.

• Il form online dovrà essere compilato entro e non oltre le ore 24:00 del 15 maggio 2013. Avvenuta l’iscrizione, riceverete una mail di conferma entro 72 ore; nel caso di mancata ricezione della mail di conferma, contattare la referente al numero 089 8023257.

N.B. Non si riterranno iscritti i cortometraggi senza l’avvenuta ricezione dell’Entry Form compilata correttamente ed in maniera leggibile in tutti i campi.

• Solo i 6 vincitori dovranno inviare via corriere o P.I. Postacelere n. 2 copie del film in DVD o BETA, preferibilmente sottotitolato in inglese, all’indirizzo:

attn. Lea Mancino
GIFFONI EXPERIENCE – Cittadella del Cinema Via Aldo Moro, 4 – 84095 Giffoni Valle Piana Salerno – Italia
Telefono 089 8023257 – Fax 089 8023245

entro e non oltre il 25 giugno 2012 (farà fede il timbro postale). Dovranno inoltre inviare via mail una fotografia del film (formato jpeg, a risoluzione 300 dpi) ed una trama di max tre righe.

Le spese di spedizione di tutti i materiali per la selezione sono a carico dei partecipanti. Le opere inviate non saranno restituite.

Votazioni e premiazioni

Le modalità di votazione saranno disponibili a partire dal 15 maggio 2013. Si voterà dal 20 al 31 maggio 2013.

Entro il 12 giugno 2013, Giffoni Experience pubblicherà l’elenco dei film vincitori.
La Giuria, composta dallo staff specializzato del GFF assegnerà i premi a suo insindacabile giudizio.

IL PREMIO “Giffoni Experience 2013” al Migliore Cortometraggio (uno per categoria) non può essere assegnato con ex aequo.

Tramite votazione pubblica on line saranno decretati i 3 vincitori “AUDIENCE AWARD” . I 6 cortometraggi vincitori saranno presentati nel corso del GFF 2013.
Non verrà inviata alcuna ulteriore comunicazione ai partecipanti non selezionati.

Ospitalità per lo staff dei 6 cortometraggi vincitori

Per ciascuna delle scuole/associazioni/gruppi o singoli vincitori sarà invitata a Giffoni una delegazione di 3 ragazzi + accompagnatore referente. Alla delegazione il festival offrirà ospitalità dal pranzo del giorno della premiazione alla colazione del giorno dopo. L’alloggio sarà offerto alle delegazioni provenienti da una distanza superiore ai 100 km. Per i gruppi provenienti da una distanza inferiore il festival offrirà il pranzo o la cena del giorno della premiazione.

Restituzione e gestione copie

Le copie dei film vincitori entreranno a far parte dell’archivio di Giffoni Experience che potrà proporli ad altre manifestazioni specializzate (prodotte da GE e non) senza richiedere ulteriori autorizzazioni ma semplicemente informando via e-mail le scuole o le associazioni realizzatrici.

Informativa privacy

I dati personali dei partecipanti al concorso saranno trattati nel rispetto del Codice in materia di protezione dei dati personali (D. Lgs. 196/2003) esclusivamente per finalità inerenti al concorso MyGiffoni. In ogni momento i partecipanti potranno esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del decreto citato – e cioè conoscere quali dei dati forniti saranno trattati, farli integrare, modificare, cancellare o opporsi al loro utilizzo – scrivendo a Responsabile Privacy c/o Giffoni Experience, Cittadella del Cinema, Via Aldo Moro 4, 84095 Giffoni Valle Piana (Sa)

Note

La richiesta d’ammissione al Festival implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento. La Direzione del Festival può prendere decisioni relative a questioni non previste dal presente regolamento. Per ogni eventuale controversia è competente il Foro di Salerno.

Il mittente inviando l’opera, dichiara di essere titolare di tutti i diritti di utilizzazione dell’opera stessa, nessuno escluso e che i contenuti della stessa non violano le leggi vigenti e che l’opera non presenta contenuti a carattere diffamatorio. In ogni caso l’organizzazione si riserva il diritto di escludere dal concorso opere che abbiamo contenuti non idonei all’età indicata per ciascuna sezione o che violino le normative presenti in questo regolamento.

 

CLAUDIO GUBITOSI

Managing Director

Ente Autonomo Festival Internazionale del Cinema per Ragazzi
Cittadella del Cinema – Via Aldo Moro, 4 – 84095 Giffoni Valle Piana (SA) – Italy P. Iva 01820560652 Ph: +39 089 8023001 – Fax +39 089 8023210 www.giffoniff.it – info@giffoniff.it

“Scarsi in matematica? Colpa della volgarità”

da l’Unità

“Scarsi in matematica? Colpa della volgarità”

di Benedetto Vertecchi

L’ultimo bollettino di Caporetto per la scuola italiana è costituito dal rapporto sui livelli di apprendimento nella matematica pubblicato dall’Associazione Iea (International Association for the Evaluation of Educational Achievement). Ancora una volta, la comparazione dei risultati ci vede relegati in una posizione tutt’altro che esaltante. E, ancora una volta, i commenti non sono andati oltre le consuete lamentazioni che, in un modo o nell’altro, tendono a far passare in secondo piano le ragioni degli insuccessi che, una rilevazione dopo l’altra, si continuano ad accumulare. Anche in questo caso, si sono sentiti i soliti richiami alla necessità di migliorare la formazione professionale degli insegnanti e di individuare soluzioni più efficaci per la didattica. Mi sembra di aver sentito affermazioni analoghe già una quarantina d’anni fa, quando incominciavano a diffondersi i dati delle rilevazioni comparative tra i sistemi scolastici.
In questi decenni, i risultati italiani hanno continuato a peggiorare, ma i buoni propositi di volta in volta enunciati sono rimasti tali. La formazione professionale degli insegnanti costituisce ancora un nodo irrisolto, così come non ci sono stati progressi di qualche rilievo nell’organizzazione della ricerca didattica. Il fatto è che, in ogni caso, interventi nelle due direzioni indicate, che pure sarebbero auspicabili, non basterebbero a rovesciare la dinamica negativa che sia l’Associazione Iea, sia l’altra grande centrale della ricerca comparativa, l’Ocse, non cessano di segnalare. Le indagini comparative non servono, infatti, a stilare una graduatoria dal migliore al peggiore, ma a rendere evidenti i contesti che si associano a livelli di rendimento più o meno soddisfacenti.

Per quel che riguarda l’apprendimento della matematica, si dovrebbe incominciare con l’osservare che la crisi non riguarda solo l’Italia, anche se nel nostro Paese ha assunto dimensioni particolarmente preoccupanti. Si direbbe che un settore della conoscenza cui si deve molto dello sviluppo del pensiero europeo e del progresso scientifico e tecnologico abbia esaurito la sua spinta propulsiva, almeno a livello della cultura diffusa. Gli stili di vita prevalenti nei Paesi industrializzati riducono progressivamente l’uso delle competenze di base nelle pratiche quotidiane. Si legge e si scrive di meno, e c’è sempre minor bisogno di calcolare.

Se in Italia la situazione si presenta più grave che altrove, occorre ricercare quali siano gli aspetti non solo dell’educazione formale (quella scolastica), ma anche di quella informale (mi riferisco all’educazione che implicitamente si acquisisce nei contesti di esperienza) che concorrono a determinare atteggiamenti negativi nei confronti dell’apprendimento della matematica. La mia opinione, per quanto possa sembrare paradossale, è che il livello deludente dei risultati che si riferiscono alla matematica debba essere riferito non tanto alle difficoltà specifiche che presenta tale area della conoscenza, quanto ad una progressiva caduta della cultura diffusa nella popolazione, a cominciare dalla qualità delle competenze verbali. Credo che chiunque abbia qualche consuetudi ne con i comportamenti dei bambini e dei ragazzi (ma il fenomeno si va rapidamente estendendo alle età successive) non possa non aver notato una progressiva attenuazione della capacità di argomentare in modo proprio, corretto dal punto di vista grammaticale e adeguato da quello sintattico, di un registro appropriato agli argomenti sui quali ci si sta soffermando. L’uso sociale della lingua non contribuisce a sostenere il compito di apprendimento: i mezzi di comunicazione, e soprattutto la televisione, diffondono messaggi sempre più poveri di pensiero, il cui intento non è quello di stimolare la comprensione, ma di attrarre l’affettività. La volgarità dell’espressione verbale è stata, come si usa dire «sdoganata»: in altre parole, si ricorre a espressioni allusive e spesso scurrili per sollecitare una adesione istintiva, che non comporta una riflessione specifica. I bambini e i ragazzi sono immersi in un universo comunicativo rispetto al quale i messaggi dell’apprendimento formale appaiono lontanissimi ed estranei.

È del tutto improbabile che il quadro negativo che le rilevazioni internazionali pongono in evidenza possa essere modificato solo con rettifiche nel modo di operare delle scuole. Occorre, invece, definire un programma educativo di ampio respiro, che tenda a conferire una nuova qualificazione alla cultura della popolazione e ridefinisca il ruolo della scuola nello sviluppo di bambini e ragazzi. Per cominciare, c’è bisogno di definire una politica che valorizzi il patrimonio immateriale e le testimonianze storiche della tradizione italiana ed europea, e che sia aperta, in chiave di incremento e non di riduzione, agli apporti di altre culture. Essenziale in questa prospettiva è un forte incremento della presenza della scuola nell’organizzazione della vita di bambini e ragazzi: si tenga conto che i risultati migliori sono quelli che si ottengono nei sistemi scolastici che operano su tempi distesi e impegnano una parte più consistente del tempo degli allievi.

L’importanza di qualificare la cultura diffusa è più evidente se ci si riferisce all’apprendimento della matematica, ma non è inferiore se prendiamo in considerazione altri campi della conoscenza: la povertà del linguaggio parlato, e peggio che mai di quello scritto, costituisce un segnale predittivo dei risultati scadenti che si conseguono nella scuola.

Sarebbe utile orientare il maggior impegno nella valutazione istituzionale del sistema educativo all’analisi dei problemi posti in evidenza dagli insuccessi nelle rilevazioni comparative. Continuare a prendere atto delle differenze fra le aree geografiche o fra città e campagna è utile solo se si persegue l’intento di assicurare l’equità delle opportunità educative.

L’8 marzo contro la violenza sulle donne

da Tecnica della Scuola

L’8 marzo contro la violenza sulle donne
I sindacati della scuola per una giornata dedicata a respingere qualsiasi forma di violenza contro le donne
È un delitto che nasce da inciviltà, subcultura, malinteso senso di superiorità e di forza. Deve suscitare l’indignazione di tutti, donne e uomini. Educazione e cultura, armi formidabili contro la violenza. Nessuno si chiami fuori. È questo il senso dell’appello che le donne della FLC CGIL rivolgono a tutti: Uguali, diversi, con pari opportunità. Parole chiave non solo dell’8 marzo ma di tutti i giorni e per sempre.
Anche la Cisl Scuola per la Giornata Internazionale delle Donne pone quest’anno l’accento sulla prevenzione ed il contrasto ad ogni forma di violenza perpetrata nei loro confronti. “Nostro obiettivo è ribadire che il femminicidio non è un fatto privato del mondo femminile ma un fenomeno che tocca noi tutti, perché la violenza sulle donne uccide anche la nostra dignità”.
Scarpe lasciate sul selciato, per UilScuola, come simbolo della violenza sulle donne e in modo particolare per denunciare la scomparsa di centinaia di donne in Messico: Sono scarpe ferme, vuote. Memoria di un’assenza, quella della uccisione di centinaia di donne nella Ciudad Juárez, nello stato del Chihuahua, conosciuta come la città che divora le sue figlie. Qui è nato il termine «femminicidio».

Il Giano bifronte del Regolamento valutazione

da Tecnica della Scuola

Il Giano bifronte del Regolamento valutazione
di Anna Maria Bellesia
Per il Governo, è un grande lavoro che va chiuso prima della fine del mandato. Per una vasta platea di forze contrarie è una scelta affrettata e politicamente scorretta. Per la scuola reale è l’ennesima riforma calata dall’alto, senza coinvolgimento e senza riconoscimento.
Per il ministro Profumo il Regolamento sul Sistema nazionale di valutazione, inserito all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri dell’8 marzo per l’approvazione definitiva, è un grande lavoro che va chiuso prima della fine del mandato, un atto dovuto. In ballo ci sono il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del servizio scolastico, l’innalzamento dei livelli di apprendimento, lo sviluppo delle competenze degli studenti. Tra gli effetti attesi, c’è lo sviluppo di una autonomia responsabile, grazie alla rendicontazione sociale e alla comparabilità dei risultati. Niente premialità, almeno per ora.
A sentire il sottosegretario Elena Ugolini, alla cui tenacia va attribuito l’approdo finale del provvedimento in CdM, è dal 2001 che si discute di valutazione: il testo attuale è frutto di una mediazione e trae spunto dal lavoro di Governi diversi. L’esistenza di un SNV, a detta del Governo, è condizione necessaria per l’accesso ai fondi strutturali europei della programmazione 2014-2020.
L’altra faccia del Regolamento è il clima di forte tensione che si è venuto a creare per la fretta di licenziare un provvedimento di tale importanza fuori tempo massimo, con un nuovo parlamento che si sta per insediare. Politicamente poco corretto. C’è chi ha parlato di “un colpo di mano” e di “un modo di procedere arrogante e autoritario”.
Il fronte dei contrari è ampio e variegato. Non “contrari a priori”, visto che l’introduzione di un SNV è considerato necessario da tutti e già implicito nella riforma dell’autonomia. Contrari ai tempi e ai modi. La solita riforma calata dall’alto, si osserva, e per giunta ad opera di un Governo “scaduto”.
La solita riforma a costo zero, passata ai raggi X dal MEF, in modo da certificare che non ci siano “nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. In Europa invece, alla quale guardiamo per copiare ed importare modelli, i sistemi di valutazione costano. Nella piccola provincia autonoma di Trento, spesso citata come esempio del fare, dove già da alcuni anni è stato implementato il controllo e la valutazione dei risultati, è previsto un apposito fondo per la qualità del sistema educativo.
Altro punto debole sono le carenze strutturali della famosa struttura a tra gambe del SNV: quella dell’Invalsi è preponderante, quella dell’Indire debole, quella del corpo ispettivo pressoché inesistente.
La riforma, così come è nata, sarà vissuta passivamente dalla scuola reale, destinataria e mai partecipe delle scelte “strategiche” che la riguardano. Col rischio che l’autovalutazione diventi una burocratica esecuzione di formali protocolli predisposti dagli “esperti” e il miglioramento sia di facciata.
Non è stato recepito il suggerimento espresso dagli organi consultivi di coinvolgere le scuole per renderle “protagoniste” e non mero “oggetto” della valutazione. Incerto anche il coinvolgimento degli enti locali. Chissà se e come potrà essere valorizzato quel personale scolastico sempre più schiacciato da vecchi e nuovi adempimenti.
Ma “piuttosto che niente è meglio il piuttosto” dice un vecchio adagio, assunto dai sostenitori di questa scelta. E così il Governo tecnico potrà vantarsi di avere messo a segno una riforma epocale.