Il Regolamento Valutazione ci avvicina all’Europa

Il Regolamento Valutazione ci avvicina all’Europa

Pochi giorni fa, avevamo definito autolesionismo l’eventuale rinvio, da parte del governo, dell’approvazione del regolamento sulla Valutazione, poiché siamo convinti che, seppure in fine legislatura e con alcune evidenti criticità, il regolamento è comunque la base per affrontarle e apportare in futuro gli opportuni miglioramenti. Nella convinzione che non è certo ignorando ogni volta ciò che è già stato fatto e ricominciare da capo a seconda del governo di turno, che si può migliorare la scuola in tempi rapidi, ma solo analizzando i risultati, superando i condizionamenti e i preconcetti che da più parti ancora si sollevano riguardo alla valutazione.

E’ del resto pleonastico aggiungere la considerazione che la “liquidità” della situazione politica futura ne avrebbe, per evidenti motivi, diluito a dismisura i tempi di attuazione. Bene ha fatto quindi il governo ad aggiungere questo tassello, atteso dal 2001, che forse agevola il cammino verso l’autonomia delle scuole dato che questa non può esistere senza il prerequisito della valutazione dei suoi processi. Questo Regolamento, anche se tutto da attuare, oltre a rispondere alle sollecitazioni dell’Europa ci consentirà anche di poter fruire dei circa 30 miliardi di fondi UE per l’istruzione, in bilancio per il 2014-2020.

Alle considerazioni positive, fatte in premessa, dobbiamo tuttavia affiancare le falle più evidenti che andranno quanto prima colmate.
L’assenza di finanziamenti: si legge all’art.2, comma 5, la solita clausola che prevede i “..senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”. Siamo alle solite, non si può pensare che mettere in piedi un sistema di controllo, valutazione e azioni di miglioramento per circa 8000 istituzioni scolastiche si possa fare a costo zero.

Ogni Nucleo di valutazione prevede, inoltre, la presenza di due esperti esterni che non è previsto che saranno volontari…
L’autovalutazione e la partecipazione della scuola è, inoltre, una parte consistente del processo ma, tradotto in pratica, vuole comunque dire lavoro in più per docenti. Come fare a tirare la coperta, ormai risicatissima, dei Fondi d’istituto, dati ormai in via estinzione e con i contratti bloccati fino al 2014?

Manca la terza gamba degli ispettori: Visto il “peso” del compito affidatogli e cioè guidare i nuclei di valutazione esterna che dovranno monitorare tutte le istituzioni scolastiche del regno, è pura follia pensare che possano bastare gli attuali 35 ispettori in servizio più i 75 ammessi agli orali, che entreranno nei ruoli quando finalmente verrà concluso il concorso per il loro reclutamento, iniziato nel 2008 e tuttora in alto mare.

Al banco dell’usato i soliti giudizi affrettati

Al banco dell’usato i soliti giudizi affrettati

di Vincenzo Andraous

Il mercato del delitto non va mai in ferie, le televisioni ci rendono ciechi nella ragione, affidiamo agli occhi il compito di tradurci i messaggi, mentre con il pensiero cerchiamo altre cose da fare, qualche scorciatoia per acquistare al banco dell’usato i soliti giudizi affrettati, persino la vergogna ha il volto tumefatto dalle disattenzioni e gli abbandoni di chi è disperato.

Di fronte alla morte non dovrebbe mai esserci spazio per quel chiacchiericcio che rende la pietà simile a un privilegio, al punto da non scorgere più il dolore per una dignità derubata, calpestata.

Da qualche tempo fanno incetta di audiens i delitti da grande fratello, quei fattacci su cui imbastire programmi televisivi, e perché no, presunte innovazioni giuridico culturali, mentre nella preoccupazione per una prevenzione di facciata, c’è comunque posto per l’esplicazione reiterata di leggi di emergenza rattoppate a una contemporaneità malata.

Ci sono persone che muoiono, persone che scompongono il futuro assai incerto, che scompaiono improvvisamente, persone che lasciano ad altri la possibilità di ritrovare una pervenza di umanità, persino attraverso il tentativo estremo del suicidio.

Ma per queste persone anonime, non esiste spazio di comunicazione, il grande fratello è oltre, non è interessato a questa diaspora esistenziale, dirompente, non solo per i numeri ma per l’incomprensibilità dei tanti suicidi in carcere.

Non c’è  superamento dei problemi endemici all’Amministrazione Penitenziaria, in carcere si continua a morire a catena, in un silenzio devastante, trattandosi di “eventi di una normale rottamazione”, tutta dentro una sorta di terra di nessuno.

Quali le domande e quali le risposte, senza incorrere nel rischio delle ipocrisie ideologiche o peggio, una indifferenza che logora l’interesse collettivo di ognuno e di ciascuno.

Il carcere con i soliti e fastidiosi problemi che coinvolgono nella sua insopportabilità operatori e detenuti. Quando muore un delinquente anziano, incallito al cuore, nessuno si preoccupa, quando i morti in rapida successione sono giovani e apparentemente in salute, forse è il caso di essere più attenti, meno assoggettati dall’abitudine alla somma della retorica, per tentare di costruire più partecipazione da parte di tutti, perché una doverosa esigenza di giustizia appartiene a chi l’offesa l’ha ricevuta, ma anche a chi quell’offesa l’ha arrecata e sconta la propria condanna con dignità.

Forse il problema non sta nei morti di serie A e di serie b, forse c’è in corso una lacerazione lenta ma inesorabile della nostra società, una specie di mutamento piramidale, dall’alto al basso, che investe gli intelletti e logora le coscienze, per cui recuperare le persone in carcere, renderle cooperanti e consapevoli di una possibile risalita e riscatto, diventa un ideale secondario, rispetto all’impossibilità di ritrovare se stessi e gli altri.

Docenti Inidonei – Precari- ITP ex Enti locali

Docenti Inidonei – Precari- ITP ex Enti locali
Chiesto al Miur un tavolo tecnico di consultazione

Circa 200 tra docenti Inidonei – Precari- ITP ex Enti provenienti dall’Abruzzo, dalla Campania, dal Lazio, dalle Marche, dalla Sardegna, dalla Sicilia, dalla Toscana, hanno svolto ieri, 12 marzo 2013, un sit-in al Ministero della pubblica istruzione per protestare, insieme  ai Cobas, contro il nuovo decreto interministeriale alla firma del MIUR-MEF- Funzione pubblica (nel quale si dispone il passaggio coatto dei docenti malati sui profili amministrativi e tecnici della scuola e si impone agli insegnanti ITP soprannumerari di passare sui posti dei collaboratori scolastici – ex bidelli, determinando il definitivo licenziamento dei precari amministrativi e tecnici ).
I partecipanti sono stati ricevuti da funzionari della Direzione generale del personale e dalle relazioni sindacali e, dopo essere entrati nel merito della nuova bozza di decreto interministeriale, criticando duramente il testo, hanno chiesto l’apertura di un tavolo tecnico di consultazione con la presenza dei diretti interessati.
I lavoratori e le lavoratrici  hanno consegnato ai funzionari il documento congiunto preparato nel Convegno del 9 febbraio scorso “ La Scuola che non c’è: Inidonei/precari/soprannumerari”, con le specifiche piattaforme ed hanno dichiarato di non sentirsi rappresentati dai sindacati concertativi, che hanno dimostrato di non tutelare i diritti di inidonei e precari amministrativi e tecnici, come dimostrano le decine di revoche piovute in questi mesi nei confronti delle OOSS “rappresentative”.
L’amministrazione da parte sua, pur giudicando migliorativa la nuova proposta, ha affermato di non avere alcun interesse al passaggio dei docenti inidonei sui profili amministrativi e tecnici e di giudicare, anzi, ingiusto il provvedimento, che è però un atto dovuto, vista la legge istitutiva, che occorrerebbe abrogare.
Di fronte alle critiche serrate della delegazione nei confronti del decreto e dell’operato delle OOSS, i funzionari hanno dichiarato che avrebbero riportato la richiesta di costituzione del tavolo tecnico al Capo di Gabinetto per una sua valutazione, richiesta che la delegazione ha poi formalizzato nel pomeriggio.
Al termine della giornata i docenti e i precari, valutato positivamente l’andamento e la partecipazione al sit-in, che ha visto una significativa presenza dei precari amministrativi e tecnici, hanno deciso di continuare la mobilitazione sui territori (a Roma si manifesterà al Parlamento in occasione dell’insediamento del nuovo Governo), di verificare la disponibilità all’apertura di un tavolo tecnico, per assicurarsi del definitivo ‘congelamento’ del decreto e di riconvocarsi entro un mese nuovamente a Roma, per una nuova manifestazione.

per i Cobas Scuola
Anna Grazia Stammati

Scatti di anzianità: firmata l’intesa

Di Menna: azione concreta e utile

Scatti di anzianità: firmata l’intesa tra Aran – Uil, Cisl, Snals, Gilda

Con l’intesa si riconosce, per tutto il personale, l’anno 2011, così come accaduto per il 2010, ai fini della anzianità e si garantisce  il pagamento con tutti gli arretrati per coloro, circa 200 mila, che hanno maturato lo scatto al 31 dicembre 2011. Il pagamento dovrebbe avvenire tra aprile e maggio.

 

Una soluzione positiva – è il commento di Massimo Di Menna dopo la firma dell’intesa all’Aran sul pagamento degli scatti di anzianità del personale della scuola.

Abbiamo superato con tenacia e determinazione, sostenuti dalla mobilitazione del personale, una lunga serie di ostacoli posti dal Governo, dal ministero, dalle lentezze di una amministrazione che non si fida di se stessa,  per ripristinare un diritto.

E’ un risultato che rafforza l’azione sindacale che persegue obiettivi concreti, scegliendo di essere utile alle persone.

 

LE 5 DATE DI UN RISULTATO IMPORTANTE

10 dicembre 2011 – primo incontro con il ministro Profumo. La soluzione sembra imminente. Dopo un mese manca ancora la certificazione dei risparmi da parte della commissione interministeriale economia – Istruzione. A maggio la Uil denuncia l’inaccettabile ritardo.

16 giugno 2012 – un incontro al ministero che dura oltre quattro ore porta a questa conclusione: sono certificate le risorse, si passa alla ricognizione delle somme disponibili nel bilancio del ministero, viene prevista una specifica sessione negoziale all’Aran per individuare le risorse per l’intera copertura finanziaria.

11 ottobre 2012 – E’ mobilitazione e poi sciopero. Cresce la protesta della scuola: no all’aumento dell’orario (24 ore), sugli scatti proclamato sciopero

23 novembre 2012 – Nell’incontro a Palazzo Chigi si ottengono due risultati: la cancellazione della norma delle ‘24 ore’ e l’atto di indirizzo per gli scatti di anzianità.

12 dicembre 2012 – firma dell’ipotesi di accordo all’Aran.

Sono stati superati – sottolinea Di Menna – con la protesta, la mobilitazione, la trattativa, il negoziato una  infinita serie di ostacoli burocratici, politici, di ogni tipo.

 

COSI’ GLI AUMENTI  

Stipendi annui lordi tabellari

anni

Collab. Scol.

Assistenti

DSGA

Doc.  infanzia
primaria

Doc 1° grado

Doc 2° grado

da 0 a 8

14.903,94

16.696,06

22.073,10

19.324,27

20.973,22

20.973,22

da 9 a 14

16.242,79

18.411,10

24.707,17

21.454,06

23.444,75

24.062,51

da 15 a 20

17.221,92

19.680,15

27.031,17

23.332,06

25.623,29

26.407,69

da 21 a 27

18.186,09

20.956,80

29.517,34

25.154,66

27.738,87

29.394,95

da 28 a 34

18.913,31

21.865,96

32.071,98

26.952,89

29.814,05

31.352,07

da 35

19.423,09

22.562,63

34.556,83

28.291,99

31.352,07

32.912,17

 

Differenze lorde annue tra i gradoni

anni

Collab. Scol.

Assistenti

DSGA

Doc. infanzia  primaria

Doc 1° grado

Doc 2° grado

da 0 a 8

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

da 9 a 14

1.338,85

1.715,04

2.634,07

2.129,79

2.471,53

3.089,29

da 15 a 20

979,13

1.269,05

2.324,00

1.878,00

2.178,54

2.345,18

da 21 a 27

964,17

1.276,65

2.486,17

1.822,60

2.115,58

2.987,26

da 28 a 34

727,22

909,16

2.554,64

1.798,23

2.075,18

1.957,12

da 35

509,78

696,67

2.484,85

1.339,10

1.538,02

1.560,10

 

IN PAGAMENTO VANNO ANCHE GLI ARRETRATI

Nell’ipotesi che il pagamento avvenga nel prossimo mese di maggio, e che l’aumento per anzianità decorra dal gennaio 2012,  il calcolo degli arretrati si ottiene aggiungendo anche i quattro mesi (gennaio – aprile 2013)  all’aumento annuale riportato in tabella per i diversi profili e per le diverse anzianità.

Ad esempio:

>>> un insegnante di scuola primaria che passa nel gradone 15 – 20
avrà l’aumento annuale derivante dallo scatto di anzianità  € 1.878 ( come riportato in tabella) a decorrere dal 1° gennaio 2012
+  la parte degli arretrati che andranno conteggiati moltiplicando l’aumento mensile ( € 156)  x i quattro mesi del 2013 (nell’ipotesi  data di pagamento a maggio)

>>> un docente di scuola secondaria di II grado che entra nel gradone 9 – 14
avrà l’aumento annuale derivante dallo scatto di anzianità  € 3.089,29 ( come riportato in tabella)  a decorrere dal 1° gennaio 2012
+  la parte degli arretrati che andranno conteggiati moltiplicando l’aumento mensile ( € 257) x i quattro mesi del 2013 (nell’ipotesi data di pagamento a maggio)

>>> Un assistente amministrativo che entra nel 21° anno di anzianità
avrà l’aumento annuale derivante dallo scatto di anzianità  € 1.276,65 ( come riportato in tabella) a decorrere dal 1° gennaio 2012
la parte degli arretrati che andranno conteggiati moltiplicando l’aumento mensile ( € 106)  x  i quattro mesi del 2013 (nell’ipotesi data di pagamento a maggio)

>>> Per coloro che avessero maturato lo scatto nel corso del 2011 vanno aggiunti anche i mesi  a decorrere dalla data di decorrenza dell’anzianità.

Con l’intesa si conferma la progressione economica per anzianità prevista dal contratto vigente con un riconoscimento economico e giuridico che permane per i prossimi anni con effetti positivi sulla pensione e, per il secondo anno, si rimedia ad un ingiusto intervento nei confronti del personale della scuola.

Senza minare la qualità dell’offerta formativa e la sostanza del fondo di istituto e della contrattazione integrativa, si riconosce, per tutto il personale, l’anno 2011, così come accaduto per il 2010, ai fini della anzianità e si garantisce  il pagamento con tutti gli arretrati per coloro, circa 200 mila, che hanno maturato lo scatto al 31 dicembre 2011.

Il pagamento dovrebbe avvenire tra aprile e maggio.

Sono state smentite, ancora una volta, tutte le falsità dette sulla questione. Ora è tutto chiaro, si conferma quanto dalla Uil sempre sostenuto.

 

Fondi per la contrattazione integrativa di istituto
Si contratta l’intero ammontare
Ancora una volta il ministero responsabile di ritardi e disfunzioni

La mancanza di attenzione del ministero nel confronti delle attività delle scuole ha determinato confusione ed indicazioni improprie come quella dell’Ufficio scolastico della Campania. Ci sono state indicazioni del tutto illegittime e prive di fondamento circa la impossibilità di procedere con i contratti di istituto sulla base dell’intero ammontare del FIS secondo i parametri dell’intesa ministero – sindacati del 30 gennaio.

Come Uil siamo intervenuti con decisione nei confronti del Miur denunciando l’inammissibile ritardo e la carenza di comunicazione alle scuole.

Il ministero deve comunicare gli importi di competenza per la contrattazione.

In ogni caso le singole scuole sono già in grado di calcolare tale ammontare sulla base degli importi definiti nell’accordo del 30 gennaio.

Le risorse già assegnate rappresentano semplicemente un acconto da poter già utilizzare per l’effettivo pagamento delle attività svolte sulla base del contratto di istituto.

Scatti di anzianità, firmata l´intesa

Scatti di anzianità, firmata l´intesa

L´intesa consente di garantire alle scuola l´erogazione di tutto il MOF rimodulato per l´anno scolastico 2012-13

Oggi presso la sede dell´ARAN è stato finalmente sottoscritto l´accordo definitivo sugli scatti del 2011 dopo il visto positivo della Corte dei Conti.

accordo prevede il recupero per tutta la categoria dell´ulteriore anno di anzianità che era stato congelato dal governo Berlusconi-Tremonti con la manovra finanziaria del 2010 (blocco dei contratti e degli scatti 2010-2011- 2012).

La mobilitazione unitaria di FGU-Gilda degli Insegnanti, che per prima aveva indetto su tale tema la mobilitazione della categoria, di CISL, UIL e SNALS aveva portato ad una revisione del blocco degli scatti con la legge 122 a cui è seguito il decreto interministeriale del gennaio 2011 con il recupero della prima annualità (2010).

Ricordiamo i principali punti della Legge 122 del 2010 ed il decreto interministeriale del gennaio 2011:

• Si destina al pagamento degli scatti di anzianità, per il triennio di blocco contrattuale (2010-2012) le risorse derivanti dal 30% di risparmi previsti dal decreto 133 (quello dei tagli agli organici
del personale della scuola in tre anni) previa certificazione dei risparmi.

• L´erogazione delle risorse è finalizzata nei tre anni

• Viene salvaguardata la validità giuridica

• Al pagamento degli scatti possono essere destinate risorse da individuare in esito ad una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola.

• La destinazione delle risorse è stabilita con decreto interministeriale Istruzione – Economia.

E´ stata necessaria una ulteriore forte mobilitazione unitaria dei docenti e del personale della scuola nel 2012 per consentire l´applicazione del decreto interministeriale del gennaio 2011 anche per tutto il 2011. Le risorse sono state reperite sia dai risparmi conseguiti per effetto della riforma Gelmini sia dalla rimodulazione del MOF e del FIS.

La FGU-Gilda degli Insegnanti esprime soddisfazione per la positiva conclusione della vertenza per gli scatti del 2011 e chiede che si apra da subito la procedura di contrattazione per il recupero del 2012, così come previsto dal decreto interministeriale. L´accordo sottoscritto consente inoltre di garantire alle scuola l´erogazione di tutto il MOF rimodulato per l´anno scolastico 2012-13.

Considera invece pretestuose le critiche che hanno portato la FLC-Cgil a non sottoscrivere l´accordo. La Flc-Cgil ha espresso in una nota a verbale la sua indisponibilità perché evidentemente privilegia la retribuzione dell´accessorio rispetto al recupero e alla difesa dello stipendio tabellare del personale della scuola, una posizione completamente opposta a quella che la stessa Cgil sostiene in altri comparti con particolare riferimento al settore privato.

La FGU-Gilda degli Insegnanti ribadisce le sue critiche al fatto che parte non indifferente (circa un miliardo di euro) delle risorse della massa salariale del personale della scuola sua finalizzata al Fondo delle Istituzioni Scolastiche che troppo spesso è utilizzato non per il miglioramento della didattica e della qualità dell´insegnamento, ma per pagare funzioni amministrative e burocratiche di supporto alla dirigenza scolastica in un´ottica prettamente aziendalista. Chiede pertanto che si apra un serio dibattito per il superamento dell´attuale situazione riportando al centro dell´attenzione l´insegnamento attivo e la sua valorizzazione.

Scatti, firma definitiva. Tutelato il salario di tutti

Scatti, firma definitiva. Tutelato il salario di tutti

Tutelare la retribuzione di tutti: questo l’obiettivo raggiunto con l’accordo di oggi sugli scatti del personale scolastico. La firma definitiva conclude un percorso tutt’altro che facile per il contesto in cui si è svolto il confronto.

Dei tre anni di anzianità “congelati” con la manovra del 2010 due sono stati finora recuperati, per tutti, grazie a intese fortemente volute dalla CISL Scuola e sottoscritte da quattro sigle sindacali su cinque.

Il recupero del 2011 avviene utilizzando una parte del salario accessorio. È una scelta che non aveva alternative, noi l’abbiamo fatta a ragion veduta ritenendo prioritaria, oggi, la tutela del salario fondamentale, che riguarda tutti i lavoratori.

Chi afferma che vi fossero altre vie realmente praticabili o non sa dove vive, o è in malafede.

L’attuale incertezza delle prospettive politiche rafforza ancor più la convinzione che il sindacato debba agire sul proprio terreno, che è quello del negoziato e delle intese, e non rinviare ad altri, o a presunti tempi migliori, le  scelte che attengono al suo ruolo e alle sue responsabilità.

Roma, 13 marzo 2013

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola

RECUPERATO L’ANNO 2011 AI FINI DELLA PROGRESSIONE DI CARRIERA

SCUOLA: RECUPERATO L’ANNO 2011 AI FINI DELLA PROGRESSIONE DI CARRIERA DEL PERSONALE

FIRMATO ALL’ARAN IL TESTO DEL CONTRATTO  CHE CONSENTE L’EROGAZIONE DEI BENEFICI

Roma, 13 marzo.  Con la sottoscrizione definitiva all’Aran del contratto – senza modifiche rispetto all’ipotesi sottoscritta dallo SNALS-CONFSAL  insieme a CISL, UIL  e GILDA – si dà copertura economica al recupero del secondo anno del blocco triennale delle progressioni di anzianità per il personale della scuola.

Si mette così fine a tutte le speculazioni che circolavano, anche dopo la sottoscrizione della bozza di contratto, su presunte difficoltà per rilievi fatti dagli organi di controllo.

Certo, non è stata una scelta “indolore” ridurre la somma disponibile per le scuole e riguardante la retribuzione accessoria, ma si è optato per i cosiddetti “scatti” in considerazione del fatto che la massa salariale, seppur ridotta in media di circa il 25%, resta superiore al miliardo di euro.

“Riteniamo di aver fatto una scelta utile per il personale della scuola”, ha dichiarato il segretario generale dello SNALS-CONFSAL, Marco Paolo Nigi, “affinché, in presenza del blocco dei contratti nel pubblico impiego, non si azzerasse l’unico strumento d’incremento delle retribuzioni fondamentali: la progressione di carriera. Va anche ricordato che questo recupero non serve solo a chi deve fruire nel 2011 dello scatto di gradone, ma a tutti coloro che sono già di ruolo e in prospettiva di ricostruzione di carriera, anche agli attuali precari”.

“In ogni caso, prosegue l’azione sindacale dello SNALS-CONFSAL per ottenere soluzioni soddisfacenti a tutti gli altri problemi della scuola rimasti sul tappeto. Essi sono oggetto di continuo e pressante intervento presso i responsabili del MIUR, sia per la parte che può essere essere affrontata dal Governo in carica per l’ordinaria amministrazione, sia per quella che verrà posta all’attenzione del Parlamento e del nuovo Governo non appena insediati e nella pienezza dei propri poteri” ha concluso Nigi.

Compiti e voti come cambiare

da Corriere della sera

Compiti e voti come cambiare

Ermanno Paccagnini

S i torna a parlare di valutazione — e a riproporre il problema è il preside del liceo Berchet con la proposta di «correzione trasversale dei compiti» tipo: gli insegnanti della A correggono le verifiche della B, a rotazione, miranti a ristabilire «giustizia ed equilibrio» in questo campo —, e alla fine si ricade sempre sul problema di fondo: la reale preparazione e il costante aggiornamento (non solo tecnico) dei docenti in questo settore quanto mai basilare. E che in tale quadro ci si muova sempre schizofrenicamente, lo ha appena ricordato il Rapporto Lombardia sulle forti differenze a livello valutativo tra Nord e Sud, esemplandolo nelle abissali disuguaglianze tra Lombardia e Calabria.
Non c’è dunque da meravigliarsi che tali situazioni si riproducano in un medesimo istituto: e non solo tra una sezione e l’altra, ma persino in una medesima classe tra docenti di aree diverse: chi più oggettivo, chi più «genitoriale», chi più «duro», e altro ancora. Atteggiamenti che peraltro possono dipendere da più situazioni: la preparazione dell’insegnante stesso (e non solo in quella specifica disciplina); la sua psicologia; la sua personale esperienza, e così via. Del resto, che esistano situazioni al limite della decenza «mentale» è un dato di fatto, ben noto a chi abbia esperienza di insegnamento (personalmente ricordo un docente di matematica con proposta di voto: «dal cinque e mezzo più al sei meno meno»).
Ma non è con la rotazione e la correzione trasversale che si risolve un problema non certamente di quel particolare istituto (e manco considero le inevitabili situazioni conflittuali «di ritorno» tra docenti); perché, se così fosse davvero, per paradosso, tanto varrebbe estendere la prassi, attuando scambi «correttori» tra scuole, quindi tra provveditorati d’una medesima regione, sino a incrociare docenti di regioni valutativamente all’opposto.
Fuor di paradosso, neppure credo — e mi riferisco ad altra proposta avanzata nel liceo — si possa risolvere il problema con le griglie: che possono magari funzionare in certe discipline, ma che mi suonano oscenamente costrittive ad esempio di fronte a un tema di italiano. Anche perché sono molti i fattori che entrano in gioco in una valutazione, non ultima la conoscenza del ragazzo da parte del docente, che può agire, nel premio o nella censura, in base a un percorso educativo e formativo personalizzato, che chi viene «da fuori» non possiede.
Ecco perché la soluzione non è tanto nella rotazione, ma in un deciso percorso-confronto unitario, anche a muso duro: sì sui criteri di valutazione, ma soprattutto sul concetto stesso di valutazione e sul suo effettivo ruolo nel processo formativo. Senza poi dimenticare non solo che il concetto stesso di errore è relativo; ma anche che ogni traduzione in numero «secco» di un «giudizio», si tratti di voti per un compito o un’interrogazione, o di palline per un libro o un film, è e sarà sempre qualcosa che necessariamente porta in sé qualcosa di impreciso e imperfetto.

“Equità valutativa” al liceo “Berchet” di Milano e i compiti sono corretti dal collega

da Tecnica della Scuola

“Equità valutativa” al liceo “Berchet” di Milano e i compiti sono corretti dal collega
di P.A.
Il liceo classico Berchet di Milano decide di far correggere i compiti di una classe ai professori di un’altra per garantire “equità”. Paola Mastrocola, intervistata da Tempi.it, dice: “Questa scuola mi fa paura”.
Al liceo classico Berchet di Milano, la correzione dei compiti in classe avverrà, su proposta del dirigente, come per certi concorsi e per la correzione dei test universitari: gli insegnanti della classe A correggeranno i compiti della classe B e a seguire e in base alle sezioni. La motivazione sarebbe quella di garantire più equilibrio nelle valutazioni, più equità agli studenti, e fermare “certi insegnanti sadici che usano il voto a mo di manganello”, come scrive il Corriere della Sera.
Tuttavia, secondo Paola Mastrocola, scrittrice e insegnante di lettere al liceo Augusto Monti di Chieri, in questo modo ne verrebbe fuori “una scuola senz’anima, condita da prove asettiche e che sarebbe una esperienza disastrosa ”
Disastrosa perché “vogliamo una scuola che misuri oggettivamente, per questo è da un po’ di anni che si è diffusa come prova il test. In questo modo si può cambiare il docente che corregge, basta che il test sia il più possibile oggettivo e tecnico. A me una scuola che va in questa direzione non piace. Stiamo abolendo non solo il rapporto personale tra studenti e insegnanti ma anche la soggettività sia dell’insegnamento che dell’apprendimento. Tutto deve essere appiattito perché sia misurabile con criteri standard nazionali, europei, mondiali.”
Su questo altare, continua la docente-scrittrice, “da dieci anni tutti i ministri hanno abolito il cosiddetto tema, che era la prova più creativa, libera e bella. Al suo posto abbiamo le verifiche oggettive, i test a domanda multipla, delle prove asettiche insomma. In questo modo magari guadagniamo l’oggettività, ma il ragazzo non è più messo nella condizione di esprimere ciò che è lui, singolarmente, la sua ricchezza. Ecco, si perde il valore dell’originalità individuale.”
Ci sarebbe invece, secondo Mastracola “ il problema della diversità degli insegnanti. È vero, si rischia di avere sette o otto, a seconda del professore, il vantaggio però è di avere delle persone diverse. La diversità degli insegnanti è sempre stato il nostro bello. Il fatto di correggere i compiti dei propri allievi magari non è equo ma fa parte di un lavoro che dura tre anni, dove entra in gioco la conoscenza reciproca. Ed è chiaro che i temi devo correggerli io, perché sono io a mandare il messaggio e io lo devo ricevere. Se invece vogliamo abolire il messaggio, allora va bene che le prove siano tutte uguali, comuni, oggettive. Però manca l’anima e a me fa molta paura una scuola senz’anima. Nel bene e nel male il rapporto personale è tutto. Però anche questo è destinato a sparire, forse avremo insegnanti online, forse vogliamo insegnanti che inviino la prova agli studenti davanti ai loro computer e poi si aggirino tra i banchi per vedere che tutto funzioni. Così non c’è più un rapporto culturale e affettivo, però. Non a caso, mi sembra che vogliano sostituire la parola insegnanti con “facilitatori”.

Il Miur bacchetta ma i presidi lo sgridano

da Tecnica della Scuola

Il Miur bacchetta ma i presidi lo sgridano
di P.A.
Senza le risorse dalle famiglie la scuole si fermano e i soldi delle tasse volontarie servono per garantire soprattutto chi ha poche disponibilità economiche.
Le segnalazioni di irregolarità ed abusi nella richiesta di contributi, come denunciato dal Miur, “sono divenute ancora più pressanti in coincidenza con il periodo delle iscrizioni”. Ma non solo, sempre la nota del Miur cita l’articolo 34 della Costituzione (obbligatorietà e gratuità dell’istruzione) e ricorda che, essendo esteso l’obbligo ai primi tre anni di superiori, la frequenza “non può che essere gratuita”, mentre per la quarta e la quinta sono dovute solo le “tasse scolastiche erariali” e “iscrizione e frequenza rappresentano livelli essenziali di prestazioni”.
Bacchettata alla cieca questa del ministero nei confronti dei presidi che però, come era prevedibile, reagiscono, così come un articolo della Stampa di Torino mette in evidenza: “Citazione infelice, quella dell’art. 34”, risponde il dirigente di un liceo torinese. “La Costituzione la conosciamo bene e sappiamo anche che per garantire la scuola a tutti servono risorse, non citazioni”.
“Una trovata antipatica”, osserva un altro dirigente. “Da una parte ci tolgono i fondi e dall’altra cercano di pubblicizzare che noi, colpevoli, chiediamo il contributo. Può darsi che da qualche parte si tenga un atteggiamento minaccioso, ma nelle scuole senza contributo saremmo condannati alla staticità. Non dico di cambiare attrezzature come i computer, che dopo dieci anni andrebbero pure rinnovati, ma parlo di carta, reagenti, chimici provette per i laboratori”. E ancora: “Così facendo, il rischio è che le famiglie che faticano, continuino a fare ogni sforzo per pagare, mentre quelle che comprano ai figli l’ultimo modello di cellulare non paghino più”.
“Al liceo artistico, che come gli istituti tecnici e professionali, ha esigenze di laboratorio molto concrete, pensiamo all’area per preparare la creta per il modellato , vige tuttora un regio decreto che autorizza la richiesta di contributo”, dice la preside di un liceo artistico sempre nel torinese, che aggiunge pure: “La scorsa settimana il nostro consiglio d’istituto ha discusso proprio del contributo e, tenendo conto del momento, ha deciso di non aumentarlo. Certo, è necessaria assoluta trasparenza nell’utilizzo delle risorse, ma negli istituti torinesi è la norma”.
“Quel che dice il ministero è ineccepibile, ma è inevitabile ragionare sul fatto che la scuola del tutto gratuito rischia di andare verso la scuola di classe con i poveri sempre più nelle scuole più povere e gli altri dove c’è un’attività potenziata e ricca. Poi, il contributo consente anche la parziale esenzione o la rateizzazione per casi effettivi di bisogno sociale. È indispensabile però una rendicontazione sociale al centesimo. Una decina di scuole in Piemonte sono già impegnate con un progetto di bilancio sociale”, è il commento di un altro preside che sottolinea pure le esigenze, condivise da tutti i colleghi, legate all’innovazione tecnologica: “In un istituto tecnico, per esempio, avere tre stampanti 3D è molto importante: costano 45 mila euro, più di quanto un Itis medio riceva in un anno”.

Esami di stato: è la volta di D’Annunzio?

da Tecnica della Scuola

Esami di stato: è la volta di D’Annunzio?
di P.A.
Secondo Studenti.it quest’anno è la volta buona. Certa l’uscita del tema su D’Annunzio agli esami di stato perché si festeggia il 150° della nascita: ma è poi così sicuro? Riprende il “tototema”, mentre si commemora pure il 75° dello Sbarco in Sicilia degli alleati
“Lo aspettiamo da anni ma questa volta è davvero inevitabile: Gabriele D’Annunzio è tra i favoriti agli esami di quest’anno”. Ma sarà vero? Come sempre, tra tutte le previsioni quasi mai qualcuno ci ha azzeccato e all’atto pratico gli studenti hanno dovuto riciclare in tutta fretta gli appunti e i promemoria portati da casa. Ma un anniversario è un anniversario e per i ragazzi, come sussurra il sito degli studenti, una possibilità più possibile delle altre si apre, visto che “gli anniversari, si sa, fanno gola al Ministero. A maggior ragione se sono cifre importanti come queste”. Infatti il 12 marzo 2013 si è ricordato il centocinquantesimo anniversario dalla nascita di Gabriele D’Annunzio, una data che non può assolutamente passare inosservata, secondo i gestori del sito che fra l’altro propongono pure tesine online.
Tuttavia occorre pure dire che un fondo di logica questa previsione la possiede per cui sarebbe meglio fare delle visite più accurate alle opere e alla vita avventurosa del poeta-vate.
Ma sarebbe pure il caso, in fatto di anniversari, di riguardare bene e approfondire bene lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel luglio del 1943 e di cui ricorre il 75°.
Da quella data in poi infatti iniziò una nuova fase per la storia d’Italia, con un susseguirsi di avvenimenti che porteranno alla caduta del fascismo e alle prime proposizioni della Repubblica.

Flc-Cgil non firmerà l’accordo sugli scatti di stipendio

da Tecnica della Scuola

Flc-Cgil non firmerà l’accordo sugli scatti di stipendio
di R.P.
Lo annuncia il segretario nazionale Mimmo Pantaleo che sottolinea come in più di 2mila assemblee svoltesi nelle scuole di tutta Italia l’accordo del 12 dicembre sia stato clamorosamente bocciato.
La Flc-Cgil non firmerà il contratto sugli scatti stipendiali: lo ribadisce il segretario nazionale Mimmo Pantaleo che spiega così la decisione del sindacato: “Dalla nostra autonoma consultazione, in oltre 2100 assemblee coinvolgenti tutte le scuole del Paese, l’85% del personale ha detto no alla preintesa sottoscritta dagli altri Sindacati il 12 dicembre 2012”.
“Si tratta – aggiunge Pantaleo –
di una grande prova di democrazia che sollecita a consultare sempre i lavoratori su ogni intesa. Il voto del 24 e 25 febbraio parla anche alle organizzazioni sindacali e per la Flc l’esercizio della democrazia diretta rappresenta la condizione necessaria per rispondere al peggioramento delle condizioni di lavoro e alla disperazione sociale”.
Per Pantaleo dalla consultazione emerge in modo netto e chiaro il rifiuto dello scambio fra MOF e scatti di anzianità,
“scambio inaccettabile perché penalizza la contrattazione integrativa e di fatto impone la prestazione gratuita di una serie di attività svolte a favore degli alunni”.
“Forte è ora il rischio 
– aggiunge ancora la Flc –
che le contrattazioni di scuola siano stravolte e soggette ad interpretazioni arbitrarie”.
Pantaleo coglie anche l’occasione per intervenire sulla questione più generale dei contratti e denuncia:
“Il Governo Monti intende attuare un ulteriore blocco dei contratti, degli stipendi, del ripristino degli scatti e rinviare al 2015-2017 il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale: a fronte di ciò l’intesa pone le premesse per dividere di nuovo i lavoratori e per riproporre la contrapposizione fra scatti (a partire da quelli maturati e non pagati nel 2012) e MOF”.
La sottoscrizione definitiva del contratto sugli scatti stipendiali è prevista per mercoledì 12 marzo; se non ci saranno ulteriori intoppi nei giorni successivi il Mef dovrebbe autorizzare l’aggiornamento degli stipendi e il pagamento degli arretrati.
Ad aprile dovrebbe quindi concludersi una vicenda protrattasi per mesi e mesi.
Contestualmente nelle scuole si dovrebbero sottoscrivere i contratti di istituto che quest’anno dovranno però fare i conti con risorse ridotte di un buon 40% nei circoli didattici e nei comprensivi e del 10-15% nelle scuole superiori.

Profumo insiste: serve più connessione tra formazione e lavoro

da Tecnica della Scuola

Profumo insiste: serve più connessione tra formazione e lavoro
di A.G.
Il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca lo ha ribadito a margine di un convegno all’Università Ca’ Foscari di Venezia, tenuto il 12 marzo in occasione della presentazione del XV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati in Italia.
Intensificare i momenti di incontro tra formazione e mondo del lavoro. A dichiararlo è stato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo, a margine di un convegno all’Università Ca’ Foscari di Venezia, tenuto il 12 marzo in occasione della presentazione del XV Rapporto  Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati in Italia.
Dopo aver appreso che i giovani italiani “si nutrono sempre meno di cultura e sono ultimi in Unione europea per numero di laureati con appena il 20,3% di 30-34enni che hanno conseguito un titolo universitario, a fronte del 34,6% della media Ue”, Profumo ha detto che è fondamentale trovare la chiave di accesso per permettere un collegamento permanente e proficuo con aziende, industrie ed in generale il mondo dell’occupazione lavorativa.
In una situazione economica “così difficile per il paese – ha dichiarato Profumo – è necessaria una più stretta connessione tra sistema lavoro e sistema della formazione”.
Come avviene, del resto, già in alcune Regioni. Come in Veneto. Dove, sempre secondo i dati del XV Rapporto Almalaurea, anche grazie all’incremento del numero di stage e di momenti di alternanza scuola-lavoro, a cinque anni dal titolo la stabilità del lavoro raggiunta è del 71 per cento ed il tasso di occupazione dell’88 per cento. Profumo ha quindi lodato le iniziative promosse dagli atenei in chiave lavorativa-occupazionale. Per poi aggiungere: “quanto in atto in Veneto – ha spiegato – è meritorio. I risultati Almalaurea di questa parte dell’Italia dimostrano che la situazione è migliore rispetto ad altre parti del paese”.
Il ministro ha auspicato che il mondo del lavoro possa diventare “sempre più europeo” proprio per questo “le università dovranno essere attrezzate a formare laureati che possano costruire rapporti con i sistemi universitari di altri paesi”.
Per farlo servono tuttavia investimenti. E non tagli legati alle prestazioni. Come se le Università fossero aziende. E gli studenti scambiati per delle macchine da produzione.

Tar Lazio giudica legittima la prova preselettiva del concorso per dirigente tecnico

da Tecnica della Scuola

Tar Lazio giudica legittima la prova preselettiva del concorso per dirigente tecnico
di Aldo Domenico Ficara
La prova preselettiva del concorso a 145 posti di dirigente tecnico è stata ritenuta esente dai numerosi vizi di illegittimità denunciati dai ricorrenti rimasti esclusi dal concorso
La prova preselettiva del concorso a 145 posti di cirigente tecnico (da assegnare agli uffici dell’amministrazione centrale e periferica del Ministero della Pubblica Istruzione, bandito dal Ministero dell’ istruzione con decreto del Direttore Generale del 30 gennaio. 2008 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 10 del 5/2/2008) è stata ritenuta esente dai numerosi vizi di illegittimità denunciati dai ricorrenti rimasti esclusi dal concorso.
Il Tar del Lazio sez. III^ bis, infatti, con la sentenza n. 2253/2013 depositata in data 1/3/2013 attraverso articolate e calibrate considerazioni pare aver assunto una netta posizione a salvaguardia della prova preselettiva del concorso per Dirigente tecnico.
Questa sentenza fa il paio con quella riguardante la prova preselettiva svolta il 12 ottobre 2011 valida per l’ammissione alle prove scritte nel concorso per dirigenti scolastici. A tal proposito le sentenze n. 1117/2012 e 1120/2012 hanno stabilito che le prove preselettive del concorso per dirigenti scolastici espletate su tutto il territorio nazionale sono esenti dai variegatissimi vizi di illegittimità denunciati.
Quindi per la giustizia amministrativa le ultime procedure concorsuali del Miur basate su prove preselettive, svolte dal 2008 a oggi, sono state in tutto e per tutto esenti da vizi di illegittimità.

Perché Profumo non ha lasciato al nuovo Ministro di sbrogliare le criticità della scuola?

da Tecnica della Scuola

Perché Profumo non ha lasciato al nuovo Ministro di sbrogliare le criticità della scuola?
di P.A.

Le ultime due mosse del ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, ci lasciano perplessi: l’invito al prossimo governo di ridurre di un anno la scuola superiore, da 5 a 4 anni, e il varo del sistema nazionale di valutazione. A che gli giova attirarsi altre critiche, visto che a giorni lascerà il Ministero?
E in più: perché prendersi le ingiurie dei sindacati (solo la Cisl si è detta d’accordo) e quelle prossime dei docenti quando, davanti ai formulari per l’autovalutazione e alle risultanze dell’Invalsi, dovranno lavorare ancora e di più, ma senza il becco di un quattrino? E inoltre: perché prendersi le “maledizioni”, sia dei precari, con ulteriori meno posti a disposizione, e sia dei docenti di ruolo, col rischio di finire sopranumerari, suggerendo la riduzione di un anno alle superiori?
Cosa l’ha spinto a scelte tanto poco condivise e oggettivamente affatto impopolari, sia con l’”Atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche per il 2013”, e sia con l’autovalutazione della scuole, varato dal consiglio dei ministri?
Molti osservatori parlano di “colpo di mano degno dei peggiori governi Berlusconi”, una sorta di “golpe” a donno dei docenti e della scuola, mentre vengono revocati i tagli di Gelmini, pari a oltre 8mld di euro, e il risparmio che il taglio di un anno alle superiori comporterebbe, pari cioè a un altro 1mld e mezzo di euro, considerando ancora che la scuola agonizza e da tutto il mondo ci dicono di cambiare rotta se non vogliamo affondare anche sul laghetto salato della istruzione.
Ma è anche importante ricordare che sull’altare del risparmio si sono pure immolati agli accorpamenti delle scuole in plessi con non meno di 1000 alunni, il taglio medio del 10% del monte ore complessivo della scuola italiana, l’aumento di 1 punto percentuale nel rapporto alunni docente, tutti sacrifici che se per un verso gridano vendetta dall’altro si addebitano, talvolta pure impropriamente, alla sua ultima gestione.
E allora: perché Profumo continua, al limitare estremo del suo mandato, a segnalare ulteriori tagli e ulteriori incombenze per il sistema scolastico italiano? Chi glielo fa fare? si potrebbe dire, rievocando l’espressione più abusata nella nostra straordinaria penisola. Non è infatti costumanza dei nostri politici di lasciare le cariche con un buon ricordo di cui vantarsi al momento opportuno?
Tranne che il suo mandato “tecnico” lo spinga a segnalare “tecnicamente” le svolte “tecniche” per migliorare, da un punto di vista “tecnico”, la nostra istruzione.
Ma anche questa è una spiegazione troppo tecnica che tecnicamente non convince.