TFR/TFS: modelli cartacei di diffida per evitare la prescrizione del credito

TFR/TFS: ANIEF mette a disposizione i modelli cartacei di diffida per evitare la prescrizione del credito

E recuperare le somme dovute. Per il personale precario e di ruolo dopo il 6.5.2000 o che abbia optato per il passaggio dal regime TFS a TFR con versamento su Espero per recuperare il 2,5% per ogni anno e interrompere la trattenuta (più di 12.000 €). Per l’accertamento del credito del 2,69% per 2011 e 2012 degli assunti prima del 6.5.2000 in regime di TFS (più di 3.000 €). Necessario ricorrere per recuperare credito TFR o interrompere la trattenuta. Per istruzioni scrivi a tfr@anief.net.

Viste le numerose richieste e considerato che il credito esigibile è soggetto ad una prescrizione decennale, ANIEF ha deciso di snellire la procedura di compilazione della diffida per l’interruzione della trattenuta illegittima in busta paga del 2,5% per il TFR, per la restituzione delle somme indebitamente prelevate e l’accredito figurativo dell’intero trattamento fine rapporto, nonché per l’accertamento del credito del 2,69% per il TFS.

I recenti comunicati di alcune OO.SS. che invitano a inviare i modelli di diffida per la sola interruzione della trattenuta del TFR senza richiedere il risarcimento delle somme indebitamente prelevate dallo Stato e senza invitare a ricorrere per paura di giudizi negativi espressi dai tribunali per l’assenza di risorse pubbliche sono sconcertanti e al di fuori del diritto. Bisognerebbe chiedere a questi sindacalisti perché hanno impiegato 13 anni per avvertire i lavoratori, senza alcuna vertenza preventiva, dell’illegittimità della trattenuta e perché il Codice Civile sul recupero delle somme dovute secondo loro non sia valido. Forse farebbero meglio a dimettersi.

ANIEF invita tutto il personale della scuola a scaricare dai link in fondo, compilare e inviare il modello rispondente alla propria situazione (precario in servizio e non in servizio/TFR, di ruolo post 2000, di ruolo ante 2000/TFS). La necessità di interrompere i termini di prescrizione decennale, vista la difficoltà del reperimento delle prove documentarie per il ricorso (cedolini mensili) ci ha indotto ad accompagnare alla procedura telematica quella cartacea, in cui si chiede la restituzione ma non si documenta l’esattezza del credito vantato da quantificare all’atto del ricorso.

In ogni caso, in vista del probabile rifiuto dell’Amministrazione a rimborsare gli importi indebitamente trattenuti e della conseguente necessità di adire le vie giudiziarie, ANIEF invita tutti gli interessati ad attivarsi immediatamente per reperire le vecchie buste paga ed i CUD degli anni pregressi, che dovranno necessariamente essere prodotti in contenzioso al momento della convocazione per la firma del mandato.

Resta inteso che coloro che hanno già compilato ed inviato il modello di diffida utilizzando l’applicazione on line sul sito ANIEF (che comunque rimane disponibile per chi abbia già a disposizione tutti i cedolini e possa già quantificare l’entità del rimborso da richiedere) non dovranno inviare nuovamente la diffida.

Per ricevere le istruzioni operative per l’attivazione del ricorso, è necessario inviare una mail a tfr@anief.net con oggetto “ricorso TFR” e per testo i propri dati anagrafici, recapiti e-mail e telefonici e copia della diffida.

Governance della scuola e sviluppo della professione docente

Mercoledì 10 aprile 2013 ore 15.00 -19.00

presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico “G.B. Scorza”
in Viale Giacomo Mancini – Cosenza

si terrà l’incontro su

Governance della scuola e sviluppo della professione docente

Finalità
Nel nostro Paese l’attribuzione dell’autonomia alle scuole è avvenuta nel quadro di un generale processo di ammodernamento della pubblica amministrazione, ma i limiti di un’autonomia scolastica incentrata sugli aspetti organizzativi e gestionali sono sempre più evidenti, tanto da rendere indifferibile una riforma del sistema di governo delle istituzioni scolastiche e dello stato giuridico dei docenti.

Nel seminario verranno analizzate le linee del quadro storico e politico del processo di autonomia delle istituzioni scolastiche in Europa, i contenuti dell’autonomia e i sistemi di governo delle istituzioni scolastiche. Particolare attenzione sarà posta sui livelli decisionali e sul ruolo dei capi di istituto e dei docenti all’interno dell’organizzazione scolastica.

Verranno, inoltre, discusse le proposte di riforma legislative presentate in Italia e le linee e il merito di un progetto di governo democratico delle istituzioni scolastiche basato sui criteri della partecipazione e della responsa bilità ad ogni livello del processo decisionale, che valorizzi, nel contempo, la dimensione sia di comunità di apprendimento che di comunità professionale, proprie di ogni istituzione scolastica.

Programma

Coordina
Prof.ssa Patrizia Gallo, Associazione Nazionale Docenti

Saluti
Prof. Mario Nardi, Dirigente Liceo Scientifico “Scorza”
Dr. Nicola Penta, Dirigente USR Calabria, AT di Cosenza
On. Mario Oliverio, Presidente Provincia di Cosenza
Dr. Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza

Relazioni

Linee e merito di una proposta di governo democratico delle istituzioni scolastiche
Prof. Francesco Greco, Presidente Nazionale AND

Senza Leadership e senza Autonomia, i limiti dell’esperienza italiana
Prof. Roberto Serpieri, professore associato di Sociologia dell’organizzazione e di Modelli e metodi di analisi organizzativa, Università di Napoli “Federico II”

Parole d’ordine del nuovo centralismo, tra crisi, istruzione e sviluppo professionale
Prof.ssa Annamaria Palmieri, assessore alla Scuola e all’Istruzione Comune di Napoli

Comunicazioni

Quadro politico e storico del processo di autonomia scolastica in Europa
Prof.ssa Gisella Parise, Direzione Nazionale AND

Leadership distribuita, livelli decisionali e ruolo dei capi di istituto e dei docenti in alcuni paesi europei
Prof.ssa Caterina Gammaldi, già componente Consiglio Nazionale Pubblica Istruzione
Prof.ssa Assunta Morrone, dirigente scolastico

Un preside eletto e a tempo per una scuola efficace e democratica
Prof. Sebastiano Maggio, già docente di Storia delle Istituzioni Educative nel medioevo presso l’Università di Catania

Accesso e sviluppo della professione docente in alcuni paesi europei
Prof.ssa Toniella De Rose, Direzione Nazionale AND

Autonomia statutaria e prospettive di governance delle istituzioni scolastiche
Avv. Rossella Barberio, amministrativista

Dibattito

Conclusioni
Prof. Francesco Greco, Presidente Nazionale AND

Presidi in rivolta: «Non possiamo fare gli alcol test»

da La Stampa

Presidi in rivolta: «Non possiamo fare gli alcol test»

[M.T.M.]
Dopo la sanzione arrivata ad un preside di Cuneo, colpevole di non aver inserito i test per verificare la positività all’alcol dei suoi insegnanti, ieri una folta rappresentanza dei dirigenti scolastici del Piemonte si è riunita all’Istituto Avogadro. «Non ne possiamo più di avere a che fare con norme teoriche che non tengono conto della realtà e delle condizioni economiche in cui le scuole si dibattono», è stato il leit-motiv dell’incontro con oltre 200 presidi. Tutti, insomma, a sostenere che un insegnante di greco non ha niente in comune con un pilota d’aereo, sebbene le norme li abbiano inseriti in uno stesso elenco di categorie a rischio in fatto di assunzione di alcol. «Ogni alcol test costa 100-150 euro, vale a dire 10 mila euro in media per scuola. Soldi che non ci sono. E il collega multato pagherà di tasca sua».

Il balletto dell’anno in meno

da ItaliaOggi

Il balletto dell’anno in meno

Il ministero convoca i sindacati per l’annuncio, poi la smentita a mezzo comunicato. Pronti i decreti di sperimentazione, in pole la Lombardia

di Alessandra Ricciardi

La voglia c’era. E i decreti pure. Solo che, vista l’alzata di scudi dei sindacati, il ministro pare che alla fine non se la sia sentita. I decreti riguardano la sperimentazione del taglio di un anno della durata del percorso scolastico, per adeguarla a quella europea che consegna al sistema universitario i ragazzi diplomati già a 18 anni.

Il progetto, partito dallo studio condotto da una commissione ministeriale ad hoc presieduta da Vittorio Campione, era stato rilanciato come prospettiva di riforma dei cicli scolastici già nei mesi corsi. Anche in quel caso però, davanti alle critiche sollevate da sindacati e partiti, fu declassato dal ministero dell’istruzione, Francesco Profumo, a semplice dossier e rimesso in un cassetto. Poi nella direttiva per l’azione amministrativa 2013, lasciata alle buone intenzioni del successore, il ministro Profumo ritorna sull’argomento, ribadendo la necessità di allinearsi alla durata europea dei percorsi. La scorsa settimana la nuova puntata: i sindacati sono stati convocati d’urgenza per un incontro, tenutosi venerdì, nel quale sono state illustrate le sperimentazioni dei percorsi di riduzione; sperimentazioni e non di più, giacché i tempi per una riforma organica sono finiti da un pezzo per il governo in carica. Ma comunque si tratterebbe di lanciare un seme nel campo, e poi chissà. I sindacati, una volta compatti, hanno criticato l’assenza di confronto su una modifica dell’ordinamento che ha ricadute sulla didattica e l’organizzazione, e hanno evidenziato rilievi giuridici che lascerebbero tra l’altro intendere la facile impugnabilità degli stessi decreti (l’assenza di parere da parte del Cnpi, per esempio). Sta di fatto che, a stretto giro, i progetti sono stati sconfessati via comunicato. I decreti ritornano nel cassetto, fino a diverso ordine. I provvedimenti non seguivano un unico progetto, ma autorizzavano tutte le modalità di riduzione possibili: inizio a 5 anni del percorso scolastico, riduzione di un anno della primaria, accorpando quarta e quinta, e poi taglio di un anno delle superiori, trasformando il primo biennio in due semestri.

In pole, tra le regioni più desiderose di partire, c’è la Lombardia, che ha presentano il 18 dicembre scorso la richiesta di sperimentazione della riduzione di un anno dei 5 anni delle superiori: si tratta dell’istituto paritario San Carlo, un liceo internazionale per l’intercultura. Nel Lazio era pronto a partire l’istituto comprensivo Settembrini, con la previsione di una scuola elementare che chiude in quarta. In tutti i casi, le sperimentazioni avrebbero dovuto garantire il raggiungimento degli stessi traguardi di sviluppo delle competenze previste per il percorso ordinario. Si attendono sviluppi.

Abilitazioni speciali sì, ma a rate. E con punteggi inferiori

da ItaliaOggi

Abilitazioni speciali sì, ma a rate. E con punteggi inferiori

I corsi riguardano circa 75 mila aspiranti docenti. fioccano le contestazioni: condizioni discriminatorie

di Mario D’Adamo

Il ministro Francesco Profumo ha firmato domenica 24 marzo 2013 il decreto istitutivo del tirocinio formativo attivo, versione speciale riservata a circa settantacinquemila docenti precari con almeno tre anni di servizio prestati dall’anno scolastico 1999/2000 al 2011/2012, che permetterà loro di conseguire l’abilitazione all’insegnamento di cui ora sono privi. Il decreto modifica e integra il regolamento n. 249 del 2010, sulla formazione del personale docente. Il decreto organizzativo si avrà dopo Pasqua. I tanto sospirati corsi abilitanti riservati ai docenti che in questi ultimi anni hanno permesso alle scuole di funzionare stanno dunque per partire, ma le buone notizie si fermano qui, poiché i docenti non potranno partecipare tutti insieme e subito e, una volta conseguita, la loro abilitazione varrà meno di quella rilasciata ai partecipanti ai Tfa ordinari. Al ministero dell’istruzione non vogliono ripetere l’esperienza di gestire contemporaneamente decine di migliaia di richieste, e così, come ha anticipato venerdì 22 marzo scorso Lucrezia Stellacci, capo dipartimento dell’istruzione, alle organizzazioni sindacali rapidamente convocate il giorno prima, potranno essere indette da qui al 2014/2015 fino a tre tornate di corsi, tra le quali saranno distribuiti gli attuali aspiranti (i tempi di presentazione delle domande sono condizionati a quelli di rilascio del visto di registrazione della corte dei conti). Per stabilire l’ordine di partecipazione, prima novità, i docenti dovranno sostenere dei test analoghi a quelli propinati ai Tfa ordinari, privi tuttavia del carattere di selettività, e saranno graduati sulla base del punteggio conseguito, da zero a trentacinque. Chi avrà un punteggio più basso parteciperà al corso più lontano nel tempo. Nel caso di discipline con pochi aspiranti sarà possibile concentrare i partecipanti in un unico corso e farlo partire subito. Anche costoro, però, dovranno sottoporsi ai test, il cui esito concorrerà, come per gli altri abilitandi, a formare la valutazione complessiva, aggiungendosi ai punti per le verifiche in itinere dei crediti ottenibili, da 30 a 50, e ai 15 punti della prova finale. L’abilitazione si consegue con almeno 60/100, ma, seconda novità, varrà meno di quella dei Tfa ordinari, come richiesto dalla settima commissione istruzione della camera dei deputati. Per organizzare la tornata dei test e differenziare il valore dell’abilitazione, il ministro Profumo ha adottato due altri provvedimenti, uno interviene sui tempi e l’altro modifica la tabella relativa ai punteggi allegata al regolamento n. 131 del 2007 sul conferimento delle supplenze. In tempi ordinari i due provvedimenti avrebbero dovuto percorrere lo stesso cammino dei provvedimenti originari, ma i nostri non sono tempi ordinari. Sul primo, infatti, non sono stati acquisiti i pareri di Consiglio di stato, consiglio universitario nazionale, consiglio nazionale degli studenti universitari e commissioni di Camera e Senato, né sul secondo è stato rilasciato il parere obbligatorio del Consiglio di stato. Il ministero sid cie pronto però per dopo Pasqua.Ci sono seri dubbi che possano essere accolte con favore le ultime novità del ministro Profumo e, e le avvisaglie si sono viste subito leggendo le reazioni fortemente negative, quasi irose, di tutte le organizzazioni sindacali. Le novità determinerebbero danni ai docenti partecipanti ai Tfa speciali, in particolare a quelli che parteciperanno ai corsi successivi al primo e che non potranno utilizzare il punteggio dell’abilitazione per integrare quello di iscrizione nelle graduatorie delle supplenze, l’aggiornamento essendo previsto l’anno prossimo. Tutti poi subiranno il danno di vedersi accreditati, in sede di revisione della loro posizione nelle graduatorie di seconda fascia, meno punti di quelli attribuiti ai docenti che hanno superato i corsi ordinari, anche se il titolo conseguito è lo stesso e permette gli stessi sbocchi professionali. Non è escluso allora che con i Tfa parta anche l’ennesimo contenzioso giudiziario, giustificato dalla frettolosità dei nuovi provvedimenti e la lesione della par condicio tra docenti che partecipano ai corsi per primi e gli altri, e tra partecipazione ai Tfa speciali e a quelli ordinari. Senza contare le carenze procedurali.

Ferie da pagare ai precari, ministero e sindacati ai ferri corti

da ItaliaOggi

Ferie da pagare ai precari, ministero e sindacati ai ferri corti

Viale trastevere anticipa: nessuna monetizzazione già quest’anno. le sigle: pronte a fare ricorso

di Carlo Forte
É scontro aperto tra i sindacati e l’amministrazione scolastica sulla questione della monetizzazione delle ferie dei precari. Il ministero dell’istruzione ha emanato infatti una circolare, che reca i modelli di contratto per le supplenze. E nei modelli c’è una clausola che dà attuazione alla riduzione del numero delle ferie non godute monetizzabili già da quest’anno.I sindacati, invece, sono concordi nel ritenere che le nuove disposizioni si applicheranno solo dal 1° settembre prossimo. Per gettare acqua sul fuoco la direzione del bilancio di viale Trastevere ha anche interpellato l’ufficio legislativo. Ma l’ufficio ha risposto picche. Nel senso che secondo gli esperti di diritto del ministero le nuove disposizioni si applicano fin da ora. E dunque la direzione generale avrebbe già preparato una circolare che ricalca tale parere. Circolare la cui bozza è stata letta ai rappresentanti sindacali, in un recente incontro a viale Trastevere, dal direttore Ugo Maria Filisetti in persona. E che è stata bocciata all’unisono da tutti i sindacati: Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams. Che hanno anche minacciato azioni legali se l’amministrazione dovesse irrigidirsi su tale posizione di chiusura. D’altra parte gli elementi per un azione su larga scala ci sarebbero tutti. La questione è nata l’anno scorso, dopo che il governo ha emanato il decreto legge 95/2012. Nel provvedimento, infatti, c’è una disposizione che impone ai dipendenti pubblici di fruire delle ferie nei periodi a tal fine indicati nelle normative che regolano i settori di appartenenza. E in caso di mancata fruizione preclude la possibilità di percepire qualsivoglia indennità sostitutiva. La norma non tiene conto del fatto che la Suprema corte ha chiarito a più riprese che, se la mancata fruizione è dovuta a cause indipendenti dalla volontà del lavoratore l’indennità va attribuita in ogni caso. E lo stesso legislatore, nella relazione illustrativa del provvedimento aveva evidenziato la necessità di intervenire con una norma speciale per escludere i precari della scuola dall’applicazione della preclusione. Ciò per evitare di esporre l’amministrazione a giudizi con sicura soccombenza. Anche e soprattutto in considerazione del fatto che le supplenze temporanee non consentono la fruizione delle ferie (che il contratto prescrive nei mesi estivi) perché i periodi di lavoro non sono sufficientemente lunghi. E quindi, la materia è stata fatta oggetto di un ulteriore provvedimento, con il quale i precari della scuola sono stati parzialmente esonerati dalla preclusione (art. 1, commi 54 e seguenti della legge 228/2012). Anche se il mantenimento del diritto alla monetizzazione assume rilievo «limitatamente alla differenza tra i giorni di ferie spettanti e quelli in cui è consentito al personale in questione di fruire delle ferie».E in più la stressa norma prevede l’obbligo di fruizione anche nelle vacanze di Natale, Pasqua e durante i ponti. Tradotto in denaro, la novità dovrebbe avere come effetto l’alleggerimento delle tasche dei precari nell’ordine del 60% della somma precedentemente spettante. Che per un lavoratore ad orario pieno poteva raggiungere anche i 1500 euro. Resta il fatto, però, che la stessa disposizione della legge 228/2012 che introduce queste novità prevede che la disapplicazione della normativa contrattuale avverrà a far data dal 1° settembre 2013. Fino ad allora, dunque, dovrebbe continuare a trovare applicazione la disciplina più favorevole che consente ai supplenti di fruire pienamente del diritto all’indennità sostitutiva. Senza obbligo di fruizione delle ferie durante l’anno

Al via le nuove scuole serali

da ItaliaOggi

Al via le nuove scuole serali

Sperimentazioni da settembre. Ugolini: titolo di studio per tutti

Emanuela Micucci

Nuova istruzione degli adulti e scuole serali al via tra un anno e mezzo. Intanto, da settembre prossimo saranno avviati i progetti assistiti grazie all’attuazione del regolamento sui nuovi centri provinciali istruzione per gli adulti (CPIA), a cui lavorerà il comitato tecnico nazionale insediatosi il 20 marzo.

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 febbraio, il regolamento, spiega il sottosegretario all’istruzione Elena Ugolini , «ha lo scopo di mettere a sistema l’ esperienza dei centri territoriali permanenti e dei corsi serali e dare strumenti concreti per valorizzare il capitale umano delle persone che vivono e lavorano nel nostro Paese». Primo passo verso la riorganizzazione dei percorsi di istruzione degli adulti l’avvio del comitato tecnico, un gruppo composto dai diversi attori dell’apprendimento permanente. Tutti, Miur, dirigenti e docenti esperti di istruzione per gli adulti, regioni ed enti locali, ministeri dell’economia e delle finanze, del lavoro e delle politiche sociali, organizzazioni sindacali, lavoreranno lungo 5 diverse direzioni: percorsi di primo e di secondo livello istruzione, percorsi nelle carceri, strumenti di flessibilità, assetti organizzativi, accordi di rete. Obiettivo: stilare un documento di riferimento che accompagnerà la messa a sistema dei CPIA nell’anno scolastico del 2014/2015, dopo averne avviato i progetti dal 1 settembre 2013. I centri territoriali saranno istituzioni scolastiche dotate di una propria autonomia organizzativa, didattica e gestionale per poter progettare e proporre un’offerta formativa più flessibile e personalizzata, anche attraverso accordi di rete stabili . Lo scopo è consentire a tutti di poter conseguire dei titoli di studio di primo e di secondo livello, «attraverso dei patti formativi individuali capaci di valorizzare le competenze già acquisite e di conciliare i tempi del lavoro e della famiglia», spiega la Ugolini. Quindi, licenza media, certificazione delle competenze di base connesse con l’obbligo scolastico, percorsi di istruzione tecnica e professionale per l’ammissione al secondo anno o all’ultimo e per l’acquisizione del diploma in questi istituti. I CPIA diventano così una risposta concreta per le migliaia di neet, ragazzi tra i 16 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono in cerca di un’occupazione. Ma anche uno strumento per la riqualificazione professionale di chi ha perso il lavoro. Oltre a un luogo di alfabetizzazione linguistica per gli stranieri e di formazione nelle carceri, rispondendo ad un bisogno diffuso di coesione sociale. In una parola, sono parte importante dell’apprendimento permanente, che ha visto un passo in avanti nella pubblicazione del decreto legislativo sulla certificazione delle competenze del 15 febbraio. L’ultimo rapporto sulla formazione continua dell’Isfol, infatti, mostra un calo degli adulti 24-64enni in istruzione o formazione: dal 6,2% del 2010 al 5,75 del 2011, percentuale distante dall’obiettivo europeo del 12% e dalla media comunitaria dell’8,9%.

Per il Tar nel F.V.G. il concorso a Ds è regolare

da Tecnica della Scuola

Per il Tar nel F.V.G. il concorso a Ds è regolare
di Aldo Domenico Ficara
Il ricorso friulano ha come oggetto l’annullamento del verbale numero 15 del 23 febbraio 2012 e dell’elenco, allegato come parte integrante, dalla commissione giudicatrice
Nel concorso per dirigenti scolastici in Friuli Venezia Giulia furono promossi alle prove orali 46 docenti su 122 partecipanti agli scritti. Uno di loro nell’aprile 2012 ottenne dal Tribunale amministrativo regionale un’ammissione in via cautelare all’esame orale, che di conseguenza, poteva sostenere in attesa che il collegio triestino, entrando nel merito, risolvesse la vexata quaestio Il ricorso friulano sopra esposto, ha come oggetto l’annullamento del verbale numero 15 del 23 febbraio 2012 e dell’elenco, allegato come parte integrante, dalla commissione giudicatrice.  A distanza di un anno il Tar competente decide che il concorso è regolare in tutti gli aspetti contestati dai ricorrenti che da uno sono diventati 22, in altre parole è regolare la griglia di valutazione, la predisposizione delle tracce, le tempistica e la modalità di correzione. Inoltre è da evidenziare che il Tar non ha deciso per la divisione delle spese tra le parti in causa, in quanto solo i ricorrenti dovranno pagare 3.000 euro più le spese per ciascuna delle sentenze depositate e nel caso in cui volessero proseguire nel ricorso. appellarsi al Consiglio di Stato. Si ricorda che l’impostazione del ricorso tra le altre cose riguardava anche la mancanza di criteri di valutazione delle prove scritte sufficientemente dettagliati, stringenti e puntuali, con la conseguenza che il giudizio della commissione sarebbe potuto risultare viziato da difetto di motivazione.  Tutto questo è stato respinto dal Tar la cui sentenza è stata oggetto di commento da parte del direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia secondo la quale il concorso Ds nella sua regione si è svolto con la massima trasparenza, in commissione sedevano tre persone che non si conoscevano, riunite più che altro per spirito di servizio perché i compensi erano modesti e senza rimborso spese

Mobilità: la precedenza per il rientro nella scuola di precedente titolarità

da Tecnica della Scuola

Mobilità: la precedenza per il rientro nella scuola di precedente titolarità
di Lucio Ficara
Ogni anno, fatte le graduatorie interne d’Istituto e formati gli organici, si possono contare centinaia di migliaia di docenti perdenti posto, che dopo tanti anni di continuità di servizio prestati nella stessa scuola, si trovano improvvisamente risucchiati in quell’imbuto che si chiama soprannumerarietà
In questi ultimi anni scolastici il fenomeno del soprannumero dei docenti ha avuto una crescita di carattere esponenziale. Per costoro incomincia quella che viene chiamata la “transumanza degli insegnanti”. Si tratta di un percorso tortuoso, che porta il docente ad entrare nel tunnel di una mobilità perenne, che potrebbe durare anche per otto anni, senza trovare un rientro definitivo alla vecchia scuola di titolarità. Esistono anche casi di docenti che nell’ottennio, piuttosto che rientrare, come avrebbero voluto, nella scuola di precedente titolarità, si ritrovano ad andare in soprannumero anche nelle scuole di attuale titolarità.  Per questi docenti, che hanno vissuto lo status di perdenti posto, il CCNI sulla mobilità ha previsto una precedenza per il rientro nella scuola di precedente titolarità. In che modo si può fruire di tale precedenza? La condicio sine qua non per godere di questa precedenza è quella di essere stati trasferiti d’ufficio o a domanda condizionata. Quindi il docente che è stato trasferito d’ufficio o a domanda condizionata, perché perdente posto, ha diritto al rientro con precedenza nella scuola, circolo o istituto da cui è stato trasferito, qualora la relativa cattedra o posto si renda disponibile per i movimenti relativi ad uno degli anni scolastici dell’ottennio successivo al provvedimento suddetto. Si tratta di una precedenza con una scadenza temporale di otto anni, scaduti i quali, si perde ogni diritto di rientro. La precedenza su citata, come spiegato dall’art. 7 del CCNI sulla mobilità, si applica alla prima fase dei trasferimenti, anche se il richiedente è titolare in un comune diverso da quello della scuola, circolo o istituto richiesto.  Detta precedenza opera esclusivamente nell’ambito della provincia e della tipologia di titolarità al momento dell’avvenuto trasferimento d’ufficio o a domanda condizionata (posto comune e/o cattedra, posto di sostegno). Non opera, quindi, nei casi di modifica della provincia di titolarità per mobilità professionale o mobilità territoriale interprovinciale. Tale precedenza spetta a condizione che gli interessati abbiano prodotto domanda per ciascun anno dell’ottennio e che richiedano, come prima preferenza la scuola, circolo o istituto dove erano titolari, o preferenze sintetiche (comune o distretto) comprensive di tale scuola, circolo o istituto. È importante ricordare, al fine di non perdere la precedenza al rientro nella scuola di precedente titolarità, di indicare, nell’apposita casella del modulo di domanda di trasferimento, la scuola da cui si è stati trasferiti, come perdenti posto, nell’ultimo ottennio. La dimenticanza dell’indicazione del nome della scuola per cui si chiede il rientro è motivo della perdita del diritto di precedenza.

Tfa speciale, decreto organizzativo dopo Pasqua

da Tecnica della Scuola

Tfa speciale, decreto organizzativo dopo Pasqua
Ancora almeno un paio di settimane prima che i candidati al Tfa “riservato” possano iniziare a presentare l’istanza di partecipazione. Infatti, mentre gli altri due decreti firmati dal ministro Profumo saranno pubblicati in questa settimana, per il decreto che serve a regolamentare il percorso del Tfa speciale occorrerà attendere la verifica della Corte di Conti prima della pubblicazione in  G.U.
Passeranno almeno due settimane prima che il decreto per regolamentare il percorso del Tfa “riservato” (che, come anticipato in un precedente articolo, prevede una prova nazionale – per determinare una graduatoria ai fini della priorità dell’ammissione ai corsi -, un percorso universitario e una prova finale) venga pubblicato e si conoscano ufficialmente le date per la presentazione delle domande di partecipazione. Il suddetto decreto deve ancora essere registrato alla Corte dei Conti e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Ricordiamo (si veda altro articolo, nel quale vengono anche spiegate le fasi in cui si svolgerà il tirocinio formativo “riservato”) che il ministro Francesco Profumo in data 24 marzo ha firmato altri due decreti: uno per la modifica del D.M. n. 249/2010 (oltre a prevedere nuovi criteri di programmazione del numero dei posti dei docenti abilitati necessari per il funzionamento del sistema formativo nazionale, al Tfa ordinario vengono affiancati percorsi abilitanti riservati, come misura transitoria limitata a tre annualità: 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015); l’altro decreto ministeriale per stabilire una differenziazione di punteggi, tra il titolo di abilitazione che sarà conseguito da quanti stanno frequentando il Tfa ordinario e quello al termine del percorso abilitante speciale, nella II fascia delle graduatorie di istituto.

Bando per osservatori per la somministrazione delle prove Invalsi

da Tecnica della Scuola

Bando per osservatori per la somministrazione delle prove Invalsi
di Lara La Gatta
Termine di presentazione domande: 7 aprile 2013 ore 24.00.
Con la Determinazione n. 35/2013 l’Invalsi ha avviato la procedura comparativa per il conferimento di incarichi di prestazione di lavoro autonomo occasionale ad esperti di particolare e comprovata specializzazione per lo svolgimento delle attività di osservatore esterno connesse alla somministrazione delle prove per la rilevazione degli apprendimenti nell’ambito del Servizio Nazionale di Valutazione (area prove), alla somministrazione delle prove nell’ambito del progetto PON Sistema Informativo Integrato e valutazione degli apprendimenti (azione Misurazione dei progressi negli apprendimenti e creazione e sperimentazione di modelli per individuazione di comportamenti anomali sugli esiti degli apprendimenti) e alla somministrazione delle prove nell’ambito del progetto PON Valutazione.M@tabel+.
I profili sono cinque:
1.     Profilo A – Osservatore esterno di I livello
2.     Profilo B – Osservatore esterno di II livello per il progetto PON Sistema informativo integrato e valutazione apprendimenti per la creazione e sperimentazione di modelli per l’individuazione di comportamenti anomali sugli esiti degli apprendimenti)
3.     Profilo C – Somministratore esterno per il pre-test delle prove per la misurazione degli apprendimenti
4.     Profilo D – Somministratore esterno delle prove di ancoraggio per la misurazione diacronica degli apprendimenti per il progetto PON Sistema informativo integrato e valutazione apprendimenti.
5.     Profilo E – Osservatore esterno delle prove per il progetto PON Valutazione.M@tabel+
Possono partecipare alla presente selezione i candidati che abbiano conseguito almeno una laurea di primo livello (triennale) entro il giorno di presentazione della domanda o che abbiano insegnato per almeno cinque anni presso la scuola (statale o paritaria) primaria o secondaria.
La compilazione del modulo on-line dovrà avvenire entro e non oltre le ore 24:00 del giorno 7 aprile 2013.
L’invio del curriculum professionale può essere effettuato esclusivamente mediante il caricamento (upload) nell’apposita sezione del modulo on-line.
Le assegnazioni verranno comunicate da parte dell’INVALSI entro il 15 aprile 2013 tramite posta elettronica
all’indirizzo comunicato in sede di presentazione della candidatura.
I candidati prescelti dovranno comunicare entro il 16 aprile 2013, pena la decadenza dall’incarico, l’accettazione dell’incarico e, qualora dipendenti di altre amministrazioni, produrre l’autorizzazione allo svolgimento di incarichi esterni, utilizzando il modello allegato, al seguente indirizzo di posta elettronica: sel.osservatori@invalsi.it.
Il materiale formativo sarà inviato, ai candidati prescelti, entro il 18 aprile 2013 tramite posta elettronica all’indirizzo comunicato in sede di presentazione della candidatura.
L’INVALSI procederà, entro il 19 aprile 2013, all’invio, ai candidati prescelti, del contratto di collaborazione occasionale tramite posta elettronica all’indirizzo comunicato in sede di presentazione della candidatura.
I candidati prescelti dovranno prendere contatto con la scuola assegnata entro il 30 aprile 2013, dandone comunicazione all’INVALSI secondo le modalità comunicate tramite posta elettronica. Il mancato contatto  con la scuola e/ola relativa mancata comunicazione all’INVALSI entro la data del 30 aprile 2013 comporta la
decadenza dall’incarico.
Per i profili A, C, d ed E è previsto un compenso di euro 180 per ogni osservazione, mentre il compenso è di 150 euro per il profilo B.

Risultati delle iscrizioni alle prime classi delle scuole superiori

da Tecnica della Scuola

Risultati delle iscrizioni alle prime classi delle scuole superiori
di Andrea Toscano
Dal Miur forniti i risultati delle iscrizioni per l’a.s. 2013/2014 (effettuate per la prima volta attraverso la procedura on line, sono state complessivamente 515.807): gli indirizzi con il maggiore incremento sono i licei scientifici con opzione scienze applicate, i percorsi linguistici e gli ambiti di specializzazione.
Con un comunicato il Ministero dell’istruzione fa sapere che “le scelte degli studenti italiani che hanno presentato domanda di iscrizione alla scuola secondaria di II grado tracciano un quadro significativo delle prospettive e dei percorsi ritenuti più adeguati per affrontare, con successo, gli scenari futuri di un mondo del lavoro segnato dalla crisi economica. E, allo stesso tempo, la distribuzione regionale delle percentuali di scelta contribuisce ad evidenziare, considerate le aree di specializzazione regionali, lo stato di salute e le opportunità di sviluppo dei distretti produttivi e la solidità del legame tra l’istruzione e la vocazione economica dei territori”.
Sulle scelte degli studenti che si iscrivono al primo anno della scuola superiore, dalle rilevazioni eseguite come ogni anno dal Ufficio di statistica del Miur lo stesso Ministero ha realizzato “uno studio che mette in relazione le preferenze dei ragazzi con le caratteristiche del tessuto produttivo delle singole regioni. Incrociando, in particolare, le percentuali rilevate con gli ambiti settoriali e di specializzazione dei cluster tecnologici presenti o avviati di recente. L’obiettivo è fare delle statistiche e delle informazioni elaborate dal Miur uno strumento di lavoro non più limitato al settore dell’istruzione, ma utile anche per pianificare le scelte legate ai temi dell’occupazione e dello sviluppo economico del Paese. Nella consapevolezza della necessità di una stretta relazione tra il momento dell’istruzione e della formazione e quello dell’ingresso nel mondo del lavoro”.
Complessivamente, le iscrizioni alle prime classi della scuola secondaria di II° grado, effettuate per la prima volta attraverso la procedura on line, sono state 515.807. Facendo un confronto con l’anno scolastico 2012/2013 si osserva un aumento delle iscrizioni nei licei (+1,7%), una lieve crescita della scelta degli istituti tecnici (+0,4%) e un calo del 2% negli istituti professionali (anche se quest’ultimo dato deve tener conto dell’aumento che parallelamente si riscontra verso i percorsi di istruzione e formazione professionale organizzati da strutture regionali accreditate, specialmente in Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto e Friuli Venezia Giulia; l’aumento degli iscritti alla formazione regionale è stimato rispetto allo scorso anno in una percentuale del 3,1%: non è un caso, del resto, che proprio nelle regioni in cui si registra l’aumento delle scelte in favore della formazione regionale emerge il calo degli iscritti negli istituti professionali).
 
Licei: maggiore incremento per lo scientifico opzione scienze applicate, in calo il classico
Il maggior contributo alla crescita del 1,7% delle iscrizioni ai percorsi liceali è fornito dalla scelte verso l’opzione “scienze applicate” dello scientifico. Se l’indirizzo tradizionale del liceo scientifico infatti resta la scelta più gettonata tra i licei (il 16,5%), ma in calo rispetto allo scorso anno dell’1,6%, è l’opzione “scienze applicate” che fa registrare l’aumento più significativo, passando dal 4,1% al 6,3%. In aumento anche le percentuali di scelta per il liceo linguistico che dal 7,2% dello scorso anno ha raggiunto quota 8,4%. Sembra avere meno “appeal” il liceo classico, che passa dal 6,6% del 2012  al 6,1%,  In totale, gli studenti iscritti ai diversi indirizzi liceali sono il 49,1%.
Istituti tecnici: aumentano le iscrizioni dello 0,4%
Gli istituti tecnici sono stati scelti dal 31,4% dei nuovi iscritti, in leggero aumento rispetto allo scorso anno. In particolare, il 12,8% dei ragazzi ha preferito il settore economico e il 18,6% il settore tecnologico. Per quanto riguarda gli indirizzi di studio specifici, in crescita quello del “turismo” del settore economico (3,6%), mentre nel settore tecnologico “Chimica, materiali e biotecnologie” ha un aumento di iscritti rispetto allo scorso anno del 2,2% e “Informatica – Telecomunicazioni” del 4,9%.
Istituti professionali: al Sud bene Enogastronomia, ospitalità alberghiera
Gli istituti professionali, hanno complessivamente raccolto il 19,5% delle preferenze degli studenti, suddivisi fra settore “Industria e Artigianato” (13,2%) e settore “Servizi” (4,9%). L’indirizzo con la percentuale di scelta più alta è “Enogastronomia, ospitalità alberghiera” (9%): elevata soprattutto la percentuale degli studenti di alcune regioni del Sud, quali Campania, Puglia e Sicilia. Regioni in cui, proprio per l’opzione verso l’indirizzo “Enogastronomia, ospitalità alberghiera”. il dato registrato dagli istituti professionali è in controtendenza rispetto alla percentuale nazionale. In Puglia, ad esempio, dove i professionali raggiungono il 22,2%, questo indirizzo è stato scelto dal 9,7% degli studenti; in Campania, con i professionali al 21,1%, l’indirizzo in questione ha raccolto il 12% delle preferenze; in Sicilia, regione nella quale complessivamente la scelta  degli istituti professionali arriva al 21%, “Enogastronomia, ospitalità alberghiera” annovera il 12,3% di preferenze.
Ai dati sulle percentuali di scelta dei settori “Industria e Artigianato” e “Servizi”, tra gli iscitti presso istituti professionali vanno aggiunti quelli dei percorsi IeFP in sussidarietà complementare (1,4%).
Scelte ed aree di specializzazione e cluster tecnologici delle regioni italiane
Nel comunicato diffuso dal Miur si legge che “tra gli elementi di maggiore interesse che emergono dai dati a disposizione un’attenzione particolare va riservata alle percentuali di scelta per i singoli indirizzi di studio analizzati in relazione con gli ambiti settoriali, le aree di specializzazione e i cluster tecnologici presenti nelle regioni italiane”.  In tal senso, “considerate le specifiche caratteristiche di ogni singola regione”, il Ministero ha analizzato su base territoriale le percentuali di scelta dei ragazzi “per gli indirizzi di studio coerenti con gli ambiti di specializzazione e dei cluster tecnologici regionali. Ad esempio, in una regione come il Piemonte, che si distingue per la presenza di cluster tecnologici nel settore dell’Itc, sono state analizzate le percentuali di scelta degli studenti per indirizzi di studio quali il liceo scientifico (opzione “Scienze applicate”), Elettronica ed elettrotecnica e Informatica telecomunicazioni per gli istituti tecnici e Manutenzione e assistenza tecnica negli istituti professionali. In una regione, come ad esempio la Sardegna, che si distingue per la presenza di distretti, produttivi e della ricerca, nell’ambito dell’Agrifood sono stati presi in considerazione, invece, gli indirizzi Agraria, agroalimentare e agroindustria per gli istituti tecnici e Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale per gli istituti professionali”.  Il Miur si pone l’obiettivo di “capire quanto siano tra loro legate le specificità territoriali con le scelte degli studenti, la possibilità di creare o irrobustire filiere della formazione, della ricerca e delle attività produttive, e la capacità attrattiva per gli studenti dei cluster tecnologici presenti sul territorio”.
Dal Ministero si precisa che “in questo senso, le percentuali di maggiore coerenza tra scelte e caratteristiche territoriali si ravvisano nelle regioni specializzate in Ict/Tecnologie per Smart Communities: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Calabria. In alcune di queste, le percentuali di scelta per gli indirizzi più attinenti al settore di specializzazione superano la media nazionale del 16,6%, con punte del 19,5% in Veneto, del 19,7 in Piemonte e del 19,3% in Emilia Romagna. Percentuali meno consistenti, ma comunque positive, sono quelle del settore Chimica verde. In questo caso la media nazionale delle iscrizioni agli indirizzi scolastici coerenti con questa specializzazione è del 4,9%. Una percentuale superata abbondantemente in Umbria (7,5%), Emilia Romagna (7,2), Basilicata e Veneto (6,3%)”.

Tfa speciale, prova di accesso e abilitazione non uguale alla ordinaria

da tuttoscuola.com

Tfa speciale, prova di accesso e abilitazione non uguale alla ordinaria

Il Decreto rettificativo e integrativo del D.M. N.249/2010 che introduce, accanto ai Tfa (Tirocini Formativi Attivi) ordinari, percorsi abilitanti riservati (il cosiddetto TFA speciale), come misura transitoria limitata a tre annualità (2012-13, 2013-14 e 2014-15), è stato firmato dal ministro dell’Istruzione  Francesco Profumo.

Non si conosce ancora il testo definitivo (ed è fondamentale poterlo leggere), ma diverse conclusioni si possono già trarre dal comunicato diffuso da Viale Trastevere.

Come era noto, il decreto interessa i soli docenti precari non abilitati ed in servizio da almeno 3 anni (almeno 180 giorni per anno scolastico) entro il periodo degli anni scolastici 1999-2000 e 2011-12, effettuati indifferentemente scuole statali, paritarie ovvero nei centri di formazione professionale (in questo caso, il servizio prestato nei centri di formazione professionale riconducibili ad insegnamenti compresi in classi di concorso è valutato solo se prestato per garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione a decorrere dall’anno scolastico 2008/09).

L’argomento Tfa speciali ha fortemente diviso il mondo della scuola, tra coloro che li consideravano una “sanatoria” e quanti un percorso riservato che è sempre esistito e sul quale le fila dei docenti precari confidavano (e magari su quella base non hanno provato neppure l’accesso al Tfa ordinario), anche in relazione a precedenti dichiarazioni del ministro di riferimento. I riverberi di questo “sentiment”, noi come Tuttoscuola, lo avvertiamo nel numero, nei contenuti e nei toni di tutti i commenti che riceviamo ai nostri articoli sull’argomento, attraverso la nostra pagina Facebook, i commenti a pié di pagina mediante Disqus e le email quotidiane.

Il decreto, non vi è dubbio, stringe le maglie dell’accesso ai Tfa anche per coloro che beneficeranno. Due sono i punti che sembrano fondamentali al riguardo, e che in queste ore sono oggetto di pesanti critiche da parte degli abilitandi e sindacati che si aspettavano una maggiore apertura:

1)      l’accesso ai percorsi riservati non sarà automatico per gli aventi diritto. Questi anzi dovranno sostenere una prova di accesso, che determinerà una graduatoria di ingresso al Tfa speciale (“visto il numero rilevante degli aventi diritto, specie per alcune classi di concorso più affollate”);

2)      è stata disposta una differenziazione di punteggi tra abilitazioni conseguite nei percorsi ordinari e riservati “nel segno della continuità con il passato, che già riconosceva un diverso punteggio alle abilitazioni conseguite a seguito della frequenza dei corsi SISS e delle sessioni riservate”. A questo riguardo i critici perlopiù parlano apertamente di una “abilitazione di serie B”.

Al Sud molto abbandono scolastica e risultati sotto la media

da tuttoscuola.com

Al Sud molto abbandono scolastica e risultati sotto la media

Alti tassi di abbandono scolastico e preparazione sotto la media: ecco la fotografia della scuola al Sud scattata dal Censis, in occasione della presentazione del progetto “Abbandono scolastico e bullismo: quali rischi fra i giovani”, finanziato dal Ministero dell’Interno nell’ambito del progetto Pon Sicurezza a Napoli. In Italia l’11,9% degli iscritti al primo anno delle scuole superiori abbandona gli studi.

In particolare, in Campania, il tasso di abbandono è del 13,8%, in Sicilia del 14,6%,in Calabria del 6,6%. In Campania il 35,2% dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni non studia e non lavora, e va a gonfiare le fila dei disoccupati di lunga durata, costituendo così una facile preda per l’arruolamento da parte della criminalità organizzata. Si tratta di un dato molto più alto rispetto alla media nazionale (pari al 22,7%) e superiore anche alla media del Sud (31,9%).Se si guarda all’intero quinquennio, in Italia si ha una media del 26% di studenti che non arrivano alla maturità, con punte massime del 30,7% negli istituti tecnici.

Il valore riferito al Mezzogiorno nell’insieme è nella media, con il 27% di abbandoni alle scuole superiori, ma si registrano situazioni più critiche in Campania (29,9%) e Sicilia (30,7%), dove si va delineando uno stato di vera e propria emergenza educativa. Secondo il Censis, questo è l’esito di percorsi scolastici accidentati, fatti di conflitti tra insegnanti e studenti, bocciature ripetute, entrate e uscite dai cicli formativi, che spesso cominciano sin dai primi anni di scuola, ma si manifestano in maniera più evidente durante le superiori. E questo nonostante i miglioramenti degli indici di dispersione scolastica registrati negli ultimi anni, resta ancora molto da fare.

Dall’indagine Ocse-Pisa emerge anche un ritardo nelle competenze di base possedute dai quindicenni italiani che si fa più grave per i ragazzi meridionali. In Italia il 21% dei quindicenni ha competenze solo minime nella lettura (ma al Sud il dato sale al 25,2% e nelle isole è pari al 30,2%), il 25% in matematica (il 31% al Sud e il 35,9% nelle isole) e il 20,6% in scienze (il 26,6% al Sud e il 31,5% nelle isole).

Particolarmente critica la situazione in Calabria, dove i livelli di competenze sono anche inferiori rispetto a quelli dei coetanei meridionali.

Tenere a scuola i ragazzi “difficili”, aiutarli nei percorsi di riavvicinamento alle istituzioni e di recupero scolastico, farli sentire comunque parte di un gruppo, sono alcuni degli obiettivi che si è posto il progetto “Abbandono scolastico e bullismo: quali rischi tra i giovani?” promosso dal Ministero dell’Interno nell’ambito del Pon Sicurezza per lo Sviluppo-Obiettivo Convergenza 2007-2013 e realizzato da un raggruppamento di imprese con capofila il Censis. Il progetto, che ha avuto una durata di due anni, ha coinvolto oltre 5.000 studenti di 9 istituti scolastici collocati nelle 4 regioni più critiche del Mezzogiorno (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), con attività di ascolto e sostegno, recupero e aiuto allo studio, rivolte a studenti, famiglie, docenti, attraverso l’impiego di una equipe territoriale con competenze socio-psico-pedagogiche, rappresentando così una buona pratica esportabile in altre scuole e  in altri contesti. Dei risultati conseguiti nell’ambito del progetto si è parlato nel corso del convegno conclusivo tenutosi a Napoli presso l’Iis Sannino-Petriccione.

Punteggio Ata: a Cagliari la prima conciliazione positiva

Punteggio Ata: a Cagliari la prima conciliazione positiva

 

Dopo la nota Miur 2932 del 22 marzo che ha fatto seguito alle centinaia di richieste depositate dall’Anief in tutta Italia. Tutti coloro che pur trovandosi in posizione utile nelle graduatorie non hanno potuto svolgere il servizio a causa dei ritardi nelle procedure di transito degli inidonei e degli ITP C555 e C999 devono scrivere a servizio.ata@anief.net per attivare analoga procedura.

 

Parte dalla Sardegna l’ondata di conciliazioni per il riconoscimento del servizio del personale Ata danneggiato dai ritardi nel transito dei docenti inidonei e degli ITP delle classi in esubero. L’A.T. di Cagliari ha accolto la richiesta di conciliazione proposta da Anief in favore di un Assistente Tecnico, al quale è stato riconosciuto il servizio giuridico per il periodo 1° settembre 2012 – 31 agosto 2013.

 

Si attende a breve l’accoglimento di tutte le altre conciliazioni depositate. Ricordiamo che la nota Miur 2932 del 22 marzo 2013 offre la possibilità di ottenere il riconoscimento del servizio giuridico solo a chi presenterà istanza di conciliazione presso gli Uffici Scolastici Territoriali o le Direzioni provinciali del Lavoro.

 

Il personale penalizzato è il seguente:

 

Aspiranti in posizione utile nella graduatoria permanente (24 mesi) per una nomina al 30/6 o 31/08 che, dal momento in cui i posti sono stati assegnati non più dagli A.T. (gli ex Provveditorati agli Studi), ma dalle istituzioni scolastiche: non essendo presenti nelle graduatorie di istituto non hanno ricevuto nessuna proposta di incarico.

Personale già di ruolo che, trattandosi di contratti fino all’avente titolo, non ha potuto usufruire del comma 1 art. 59 del CCNL, che recita: “Il personale ATA può accettare, nell’ambito del comparto scuola, contratti a tempo determinato di durata non inferiore ad un anno, mantenendo senza assegni, complessivamente per tre anni, la titolarità della sede”. È chiaro, quindi, come la mancata attribuzione dell’incarico sin dalla sua disponibilità comporterà, all’atto dell’aggiornamento delle graduatorie, una retrocessione in graduatoria a causa di un minor servizio dichiarabile.

 

Se anche tu rientri tra coloro che sono stati danneggiati, scrivi a servizio.ata@anief.net. Riceverai immediata assistenza per l’attivazione della conciliazione.