TFA Speciali: una procedura ingiusta, complicata, che produrrà contenzioso

Una procedura ingiusta, complicata, che produrrà contenzioso

TFA Speciali / Firmati due decreti

L’avvio dei tirocini avverrà in base alle disposizioni contenute in tre distinti decreti.
Due decreti sono già stati firmati dal ministro Profumo e sono ora al vaglio della Corte dei Conti.
I contenuti del terzo decreto ( che deve ancora essere emanato) sono stati illustrati, nelle linee generali, dal ministero nel corso di una riunione con i sindacati.
Sulla base dei contenuti dei primi due, e di quanto detto nella riunione in merito al terzo, abbiamo predisposto una scheda riassuntiva con domande e risposte sui Tfa che pubblichiamo nell’intenzione di fornire un quadro di riferimento a quanti sono coinvolti in tale percorso.A

lla lettura dei testi, si conferma come, senza confronto, presunti esperti chiusi nelle stanze del ministero, ancora una volta hanno prodotto un pasticcio.
Una procedura, ingiusta, complicata, che produrrà un contenzioso diffuso. E’ un sistema che fa acqua da tutte le parti.
La Uil Scuola, con il nuovo Governo, porrà  con forza la questione formazione iniziale, reclutamento.
Dovrà essere realizzato un nuovo sistema di formazione iniziale e reclutamento che sposti la titolarità del tirocinio dalle Università alle scuole senza oneri per i giovani e per i precari.

TFA SPECIALI | La scheda Uil Scuola
Domande & risposte sui tirocini riservati

Si possono già presentare le domande per partecipare alle procedure abilitanti? No. Il Regolamento che modifica il DM 249/10 e’ stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione e il DM sul l’istituzione dei corsi ancora non è stato emanato. Successivamente, il DM verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e da quel momento ci saranno 30 giorni per la presentazione delle domande.

Chi potrà partecipare ai corsi? Ai corsi abilitanti possono partecipare i docenti “non di ruolo”, compresi gli ITP, che, a decorrere dall’anno scolastico1999/2000 e fino all’anno scolastico 2011/12 incluso, abbiano maturato almeno tre anni di servizio.

Ma ai fini dei requisiti vale anche il servizio maturato nelle scuole paritarie? Si. Oltre al servizio maturato nella scuola statale, si valuta anche quello maturato nelle scuole paritarie o nei centri professionale.

Si valuta tutto il servizio prestato nei centri di formazione professionale? No. Si valuta solo il servizio riconducibile a insegnamenti compresi in classi di concorso e solo se prestato per garantire l’assolvimento del l’obbligo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2008/09,

Ai fini del requisito del servizio si valuta anche il servizio prestato nel sostegno? Si. Il servizio prestato nel sostegno e’ cumulabile con quello prestato nella classe di concorso di riferimento.

E il servizio prestato nell’infanzia e primaria come viene considerato? Per l’accesso ai corsi per la scuola dell’infanzia e primaria e’ possibile cumulare gli anni di servizio prestati nella scuola dell’infanzia con quelli prestati nella scuola primaria, salvo poi optare per uno dei due percorsi.

Coloro che hanno prestato servizio in più anni e in più classi di concorso cosa potranno fare? Ai fini del conseguimento dell’abilitazione dovranno optare per una sola classe di concorso.

Come si raggiunge la validità dell’anno di servizio affinché sia spendibile per la partecipazione ai corsi? È valutabile, ai fini dell’accesso ai corsi abilitanti, il servizio effettuato nella stessa classe di concorso o tipologia di posto prestato per ciascun anno scolastico, per un periodo di almeno 180 giorni.

È possibile cumulare servizi diversi? Si. Si possono cumulare i servizi prestati, nello stesso anno e per la stessa classe di concorso posto, nelle scuole statali, paritarie e centri di formazione professionale.

È prevista una prova selettiva d’accesso ai corsi? No. L’accesso ai percorsi formativi abilitanti speciali, proprio perché speciali, non prevede prove selettive di accesso.

E in che consiste la prova nazionale? La prova unica nazionale, oltre che all’attribuzione di una parte del punteggio complessivo, serve a stabilire l’ordine di priorità per la frequenza dei corsi.

La frequenza dei corsi e’ obbligatoria? Si. Le assenze sono accettate nella percentuale del 10% di ciascun insegnamento. Il monte ore relativo sarà recuperato tramite attività on-line.

In quale periodo si svolgeranno i corsi? I corsi si svolgeranno negli anni accademici 2013/14 e 2014/15, secondo il calendario che sarà fissato dalle Università e dalle istituzioni AFAM.

Come sarà strutturata la prova nazionale? Per ciascun candidato il sistema genera, casualmente, una prova costituita da 70 quesiti a risposta multipla con quattro opzioni di risposta, di cui una corretta, così ripartiti:

  • capacità logiche: 30 quesiti
  • capacità di compressione del testo: 30 quesiti;
  • lingua straniera: 10 quesiti

 

Con quali modalità viene attribuito il punteggio? Sotto la soglia di 43 risposte esatte la prova e’ valutata 0 punti. Da 43 a 70 le risposte esatte valgono 1,25 punti, le risposte non date valgono 0 punti, le risposte errate valgono – 0,50 punti, fino ad un massimo di 35 punti.

Come sarà articolato il punteggio complessivo?

  • risultato ottenuto nella prova nazionale per un massimo di 35 punti;
  • media ponderata degli esami sostenuti durante il corso, riferiti ai singoli insegnamenti rapportata in cinquantesimi, per un massimo di 50 punti
  • valutazione dell’esame finale, per un massimo di 15 punti

Qual’e’ il punteggio minimo per superare la prova? Il risultato massimo conseguibile è 100, un risultato inferiore a 60 centesimi comporta il non conseguimento dell’abilitazione.

TFA speciali: la beffa della prova “non selettiva”

TFA speciali: la beffa della prova “non selettiva”

Una prova spacciata per allineamento in ingresso che invece incide sulla possibilità di abilitarsi e sul relativo voto. Il Decreto presenta profili di illegittimità.

Come avevamo anticipato, il Ministro ha deciso di introdurre nel decreto organizzativo dei TFA speciali, una prova preliminare, definita “non selettiva” e che avrebbe dovuto semplicemente regolamentare i tempi di accesso alla procedura, come stabilito dal regolamento.

Invece nel testo firmato dal Ministro la prova, valutata oltretutto in maniera molto restrittiva, entra a far parte del punteggio finale di abilitazione incidendo per ben il 35%.

Il Decreto organizzativo, va ben oltre quanto previsto dal regolamento, modificando surrettiziamente la tabella 11-bis. Si tratta di un eccesso di delega sul quale stiamo verificando una eventuale impugnativa.

La prova preliminare consiste in 70 quesiti a risposta multipla (30 di logica, 30 di comprensione del testo e 10 di lingua straniera [inglese per la primaria]).

La valutazione della prova è estremamente restrittiva: fino a 42 risposte esatte il punteggio è 0 (zero), alle risposte esatte oltre le 42 si assegna 1,25 punti, le risposte errate prevedono una penalizzazione di -0,5. Il punteggio massimo è di 35 punti.

Sulla base del punteggio ottenuto si effettuerà la ripartizione tra i contingenti del 2013/14 e 2014/15 dei corsi, quando sarebbe stato più semplice e veloce utilizzare l’anzianità di servizio.

In effetti l’obiettivo non è solo la regolamentazione degli accessi, ma una pesante ipoteca sul voto finale e perfino sulla possibilità di abilitarsi.

Nella modifica alla tabella 11-bis, che come abbiamo detto si configura come illegittima, il punteggio della prova preliminare incide per ben 35 dei 100 punti complessivi previsti.

Ancora una volta, prevale il pregiudizio nei confronti dei precari, come se le scuole in questi anni avessero fatto lavorare degli incompetenti che casualmente si sono trovati ad insegnare e che quindi, malgrado il Parlamento abbia espresso pareri concordi sull’opportunità di garantirne l’abilitazione, vadano comunque ostacolati.

Se il Ministro, invece degli annunci di improbabili futuri concorsi, si fosse preoccupato di accelerare l’iter di questo provvedimento, attivandolo contestualmente ai primi TFA ordinari, probabilmente non saremmo in questa situazione che determinerà nuove lotte fratricide e notevole contenzioso.

C’è anche da sottolineare che l’indicazione degli anni accademici 2013/14 e 2014/15 per i TFA speciali è in aperto contrasto con la scelta di non valutare l’anno scolastico 2012/13 che era stata motivata proprio dall’attivazione a partire dal corrente anno accademico.

Questa scelta inciderà anche sull’attivazione dei TFA ordinari che a questo punto probabilmente salteranno un anno e saranno riattivati solo nel 2013/14.

La Scuola ha bisogno di democrazia

La Scuola ha bisogno di democrazia

Il sistema democratico è quello espresso dalla nostra Costituzione. Editoriale del coordinatore nazionale, Rino Di Meglio

La Gilda ha seguito tutta la campagna elettorale, ha incontrato in molte parti d´ Italia numerosi candidati delle diverse liste; ha presentato le proprie 12 Proposte, Per scommettere su una scuola artefice del cambiamento e orgogliosa del suo mandato costituzionale; ha ascoltato le ragioni e le idee sulla Scuola di tutti i contendenti politici e ha dialogato con la consapevolezza che il momento richiedeva impegno e volontà collaborativa.

Oggi, le Camere sono state rinnovate e le scelte degli elettori sembrano aver determinato una delle situazioni più difficili dalla rinascita della democrazia, nel 1945.

E´ l´ennesima crisi che colpisce il nostro sistema, allacciandosi a quella economica, morale ed istituzionale già in atto da un bel pezzo. In sostanza ora in Parlamento tre forze politiche contrapposte tra loro e con una rappresentatività numericamente assimilabile si fronteggiano, rendendo difficile la nascita di un governo stabile.

Senza voler prendere parte per alcuno, non possiamo che restare sbigottiti di fronte alla liquefazione della forma “partito”, strumento che la Costituzione aveva individuato come indispensabile per mettere i cittadini in condizioni di poter partecipare alla vita politica e democratica, esprimendosi in tendenze politiche diverse ed opposte.

Ai partiti si sono sostituite le “liste” intitolate ad una persona, che si trascina dietro gli eletti al parlamento, verso i quali la possibilità di scelta del singolo cittadino è divenuta inesistente. Le quattro o cinque personalità si confrontano sui media, o sui social networks e divengono poi signori e padroni del cosiddetto partito, privando i cittadini di un reale rapporto con i parlamentari eletti.

Non è la prima crisi, nella storia della Repubblica, ma sicuramente è la più complessa e preoccupante, ancora di più perché nelle condizioni pericolose dell´ Italia di oggi, con la disoccupazione giovanile, con il fallimento che sta bloccando la scuola, l´ università e le aziende c´ è bisogno di un governo e di una pacata responsabile capacità di riflessione e di scelte. Per questo, abbiamo il dovere tutti di guardare avanti e, come insegnanti, quali che siano i nostri orientamenti ideologici, di portare il nostro piccolo contributo per tentare di ricostruire un futuro all´insegna della condivisione di alcuni valori principali : innanzi tutto il rispetto dei diritti fondamentali dell´uomo e del cittadino, come sono individuati nella carta costituzionale.

Bisogna compiere ogni sforzo per ricostruire e rafforzare il sistema democratico espresso dalla nostra Costituzione, un sistema che è una garanzia ma anche il pilastro di quella democrazia che ha attribuito alla Scuola una funzione fondamentale. La Scuola in cui noi crediamo è la scuola della Costituzione italiana, le cui istituzioni garantiscono- se ben servite- il rispetto dei principi che sono alla base del nostro Stato.

I cittadini, ma ancora di più gli insegnanti che sono cittadini in po´ più cittadini degli altri, dovranno essere molto attenti e partecipi in questa difficile fase della nostra storia, dovranno difendere strenuamente il principio che ci si deve associare sulla base delle idee e dei programmi e non di semplici interessi di potere, senza pensare che la campana stia suonando solo per gli altri e non per noi stessi. Se tanti cittadini si impegnassero per la rinascita della democrazia e dei partiti che ne sono la base, sorgerebbe una speranza per il nostro futuro.

Noi, come Gilda, secondo la nostra tradizione, continueremo a ragionare con tutti i parlamentari, indifferentemente dalla loro collocazione politica, allo scopo di salvaguardare e migliorare la condizione dei docenti e della scuola pubblica statale, sostenendo i valori della nostra Costituzione e le istituzioni della democrazia di cui la Scuola è parte fondamentale.

Rino Di Meglio
(da Professione docente, aprile 2013

Addio ai libri solo cartacei a scuola

da La Stampa

Addio ai libri solo cartacei a scuola

Il ministro Profumo ha firmato il decreto che prevede l’uso dei libri digitali dal 2014/15

flavia amabile

 Addio ai libri cartacei. Ancora un anno di tempo e nella scuola italiana entreranno solo libri digitali o nel formato misto. Il ministro Francesco Profumo ha firmato il decreto ministeriale in materia di adozioni dei libri di testo e stavolta sembra che si faccia sul serio: tra le principali novità è la disposizione per i professori di adottare, dall’anno scolastico 2014/2015, solo libri nella versione digitale o mista.

All’inizio ad essere coinvolte saranno le classi prima e quarta della scuola primaria, la classe prima della scuola secondaria di I grado, la prima e la terza classe della secondaria di II grado.

Nel decreto sono previsti anche risparmi le famiglie. I prezzi di copertina dei libri, definiti per l’anno scolastico 2013/2014, restano confermati anche per il 2014/2015, si riducono i tetti di spesa entro cui il Collegio dei docenti deve mantenere il costo complessivo dei testi adottati. La riduzione, rispetto ai limiti stabiliti per l’anno scolastico 2013/2014, è del 20%. Ma nel caso in cui l’intera dotazione libraria sia composta esclusivamente da libri in versione digitale la sforbiciata è più consistente, con una riduzione che arriva fino al 30%. I nuovi tetti si applicano per le adozioni dei libri della prima classe della scuola secondaria di I grado e della prima e della terza classe della secondaria di II grado. Per le rimanenti classi restano validi i limiti già definiti per le adozioni relative all’anno scolastico 2013/2014. I risparmi ottenuti potranno essere utilizzati dalle scuole per dotare gli studenti dei supporti tecnologici necessari (tablet, PC/portatili) ad utilizzare al meglio i contenuti digitali per la didattica e l’apprendimento.

La consultazione dei testi digitali sarà resa possibile attraverso una piattaforma che il Ministero metterà a diposizione degli istituti scolastici e degli editori, affinché i docenti possano consultare e scaricare on line la demo illustrativa dei libri di testo in versione mista e digitale, ai fini della loro successiva adozione. In ogni caso, al fine di assicurare la gradualità del processo di innovazione, anche a tutela dei diritti patrimoniali dell’autore e dell’editore, solo per le prima e terza classe della secondaria di II grado il Collegio dei docenti potrà eventualmente confermare le adozioni dei testi già in uso. Una deroga valida però solo per i due anni successivi all’introduzione dei libri digitali, cioè gli anni scolastici 2014/2015 e 2015/2016.

Tfa speciali, prove non selettive a giugno e punteggio in graduatoria dimezzato

da Tecnica della Scuola

Tfa speciali, prove non selettive a giugno e punteggio in graduatoria dimezzato
di Alessandro Giuliani
Lo ha detto il capo dipartimento, Lucrezia Stellacci, attraverso un’intervista a Vita: la differenza di punteggio rispetto ai Tfa normali, voluta per non danneggiare i precari più giovani. Anche il punteggio per le supplenze annuali varrà 6 punti. Ma formalmente il decreto, ora all’esame del Consiglio di Stato, è ancora modificabile. Come la quota di partecipanti: 75mila sono una stima ancora tutta da verificare, per i sindacati saranno di più.
Prove di accesso, non selettive, con ogni probabilità a giugno. E valenza del punteggio, ai fini dell’incremento delle graduatorie d’istituto, pari solo alla metà del Tfa normale. Sono queste le due novità principali che il capo dipartimento del Miur, Lucrezia Stellacci, ha annunciato attraverso un’intervista a Vita, rivolgendosi in tal modo a decine di migliaia di candidati con almeno tre supplenze annuali ed interessati ai corsi abilitanti. La Stellacci parla del “ terzo decreto, quello che cambia le tabelle di valutazione per i titoli, dobbiamo attendere il parere del Consiglio di Stato”. Sui tempi di svolgimento delle verifiche, l’alto dirigente del Ministero spiega che “ci vorranno 30-40 giorni per la pubblicazione in Gazzetta, nel frattempo noi procediamo con una ricognizione puntuale, immagino che a giugno potremmo fare le prove nazionali”. Che serviranno quindi solo a “spalmare” nel triennio i tanti interessati all’operazione.
Dopo aver messo in dubbio la quantità di docenti precari potenzialmente coinvolti nei corsi, fornita peraltro dallo stesso Miur (75mila), perché manca ancora “una ricognizione puntuale”, solo “una stima, i sindacati dicono cifre più alte”, la Stellacci ha confermato che non vi è alcuna intenzione di selezionare tutti coloro che accederanno ai corsi abilitanti speciali: “tutti quelli che faranno domanda e hanno i requisiti avranno un posto, su tre anni”, taglia corto il capo dipartimento. Specificando, più avanti nell’intervista, che la differenza tra Tfa normale e speciale è solo nel “numero chiuso, perché abbiamo riconosciuto che queste persone, che per anni hanno mandato avanti la scuola facendo supplenze, hanno il diritto ad abilitarsi”.
Stellacci ha anche confermato che quello avviato in questi giorni rimane “uno strumento transitorio, che avrà al massimo tre edizioni e che si chiuderà nel 2014-2015”. Per poi concludere facendo luce sul punteggio dimezzata che potranno inserire nelle graduatorie d’istituto coloro che termineranno positivamente i Tfa speciali. “ La preoccupazione di chi sta frequentando il TFA ordinario – dice il dirigente Miur – era che, riconoscendo il medesimo punteggio alle due abilitazioni, chi già ha tanti anni di supplenza all’attivo passasse nelle graduatorie di seconda fascia con un distacco molto ampio rispetto ai giovani. Le due categorie, che oggi stanno nelle graduatorie di terza fascia, infatti si competono la collocazione nelle graduatorie di seconda fascia, quelle da cui si attinge per le supplenze annuali. Noi abbiamo voluto ridurre un po’ la distanza”. Stellacci spiega anche che “l’abilitazione conseguita con il TFA ordinario” varrà “12 punti, quella conseguita con il TFA speciale 6 punti. Abbiamo anche ridotto il punteggio per le supplenze, ora è di 6 punti all’anno”. Tutto fatto? Solo questione di tempo? Non proprio. La dirigente ricorda che il decreto sulla modifica dei punteggi da attribuire è ora all’esame del Consiglio di Stato. Quindi, conclude l’ex direttore dell’Usr Puglia, ancora ‘sub iudice’.

Formazione iniziale: stabilito il contingente dei tutor delle attività di tirocinio

da Tecnica della Scuola

Formazione iniziale: stabilito il contingente dei tutor delle attività di tirocinio
di L.L.
Fissato in 771 unità il contingente di personale in esonero totale per il solo anno scolastico 2012-2013
Finalmente è stato pubblicato il decreto interministeriale n. 210 del 26 marzo 2013 concernente la definizione del contingente del personale della scuola da collocare in esonero parziale o totale e la loro ripartizione tra le facoltà universitarie per svolgere la funzione di tutor delle attività di tirocinio.
Tale contingente è determinato, per il solo anno scolastico 2012-2013, nella misura di 771 unità complessive di esonero totale.
La ripartizione dei posti tra i Corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, nonché i posti nei corsi di tirocinio formativo attivo per l’abilitazione nella scuola secondaria di primo e secondo grado, viene effettuata secondo le tabelle A e B allegate al decreto.
Il personale docente che intende chiedere l’utilizzazione per l’attività di tutor, dovrà attenersi a quanto già previsto dal decreto ministeriale 8 novembre 2011. Concluse le procedure di valutazione comparativa, da
effettuarsi sulla base dei criteri generali citati in premessa, le Università comunicheranno le conseguenti
graduatorie e l’elenco dei tutor impiegati agli Ambiti territoriali ed agli Uffici scolastici regionali
interessati, anche al fine della modifica del relativo contratto individuale di lavoro.
Gli incarichi di tutor coordinatore e di tutor organizzatore comportano, per l’anno scolastico 2012-2013, l’esonero totale o parziale dall’insegnamento.

“Quota 96” e le attese delle sentenze

da Tecnica della Scuola

“Quota 96” e le attese delle sentenze
di Pasquale Almirante
Non c’è pace per il personale della scuola di “Quota 96” che, in attesa di uno sblocco politico (se si formerà il Governo e se il Pd manterrà quanto ha promesso) della ingiustizia subita, si sono affidati ai giudici.
Le ultime novità che pervengono dal fronte agguerrito, ma sempre più scoraggiato, dei circa 3500 lavoratori della scuola:”Quota96”, penalizzati dalla riforma sulle pensioni di Fornero che non ha riconosciuto la specificità della scuola, che gode di una sola finestra di uscita, riguardano le sentenze della Corte dei conti. L’ultima in ordine di tempo risale a qualche giorno addietro e nella quale viene disposto “che per il giudizio in oggetto, la richiesta di “sospensiva” per le “pensioni civili”, è fissata l’udienza, in composizione monocratica (…) in funzione di Giudice Unico per il giorno: 02/04/2013 alle ore 09:00”. Nessuna data fatidica dunque e niente risoluzione definitiva del caso, la questione è diversa. Di che si tratta? Nella fattispecie è uno dei ricorsi collettivi presentati presso la Corte dei Conti del Lazio per ottenere di presentare, in via cautelare, la domanda di pensionamento al 1 settembre di quest’anno ma con cui il giudice ha disposto la fissazione della data di discussione del ricorso, ma sempre per la sola fase cautelare e se pur con riserva. In altre parole il 2 aprile potremmo solamente sapere se verrà concesso ai ricorrenti, e in via cautelare, di presentare o meno la domanda di pensionamento. L’intenzione tuttavia del personale “Quota 96”, su consiglio del legale, è quella di sfruttare questa udienza al fine di poter ottenere una tempestiva udienza di discussione nel merito del ricorso, in modo da ottenere una prima pronuncia prima della fine dell’anno scolastico. La vera “madre di tutte le battaglie”, per sganciare definitivamente questi colleghi dalle grinfie di una Legge sbagliata, ingiusta, autoritaria e raffazzonata, si combatterà nelle aule della Corte Costituzionale presso la quale è stato registrato il procedimento. Ricorrere alla Corte Costituzionale diciamo che è una “ulteriore verifica della correttezza di quanto chiede il Comitato “Q96” dal momento che la tesi proposta in fase giurisdizionale è diversa dal profilo della incostituzionalità in quanto il personale coinvolto ritiene che vi siano già le norme di riferimento per poter procedere con l’accoglimento del ricorso.”

Scuola, firmato Decreto in materia di adozioni dei testi scolastici

da Tecnica della Scuola

Scuola, firmato Decreto in materia di adozioni dei testi scolastici
Dall’anno scolastico 2014/2015 solo libri digitali o misti. Un tablet per ogni studente e zaini più leggeri. Bloccati i prezzi di copertina e ridotti i tetti di spesa.
Libri cartacei addio. Ancora un anno di tempo e nella scuola italiana entreranno solo libri digitali o nel formato misto. E’ stato firmato dal ministro Francesco Profumo il decreto ministeriale in materia di adozioni dei libri di testo. Tra le principali novità, la disposizione per i Collegi dei docenti di adottare, dall’anno scolastico 2014/2015, solo libri nella versione digitale o mista. Inizialmente, l’innovazione riguarderà le classi prima e quarta della scuola primaria, la classe prima della scuola secondaria di I grado, la prima e la terza classe della secondaria di II grado.
Novità in arrivo anche per i costi sostenuti dalle famiglie. Se i prezzi di copertina dei libri, definiti per l’anno scolastico 2013/2014, restano confermati anche per il 2014/2015, si riducono i tetti di spesa entro cui il Collegio dei docenti deve mantenere il costo complessivo dei testi adottati. La riduzione, rispetto ai limiti stabiliti per l’anno scolastico 2013/2014, è del 20%. Ma nel caso in cui l’intera dotazione libraria sia composta esclusivamente da libri in versione digitale la sforbiciata è più consistente, con una riduzione che arriva fino al 30%. I nuovi tetti si applicano per le adozioni dei libri della prima classe della scuola secondaria di I grado e della prima e della terza classe della secondaria di II grado. Per le rimanenti classi, restano validi i limiti già definiti per le adozioni relative all’anno scolastico 2013/2014. I risparmi ottenuti potranno essere utilizzati dalle scuole per dotare gli studenti dei supporti tecnologici necessari (tablet, PC/portatili) ad utilizzare al meglio i contenuti digitali per la didattica e l’apprendimento.
La consultazione dei testi digitali sarà resa possibile attraverso una piattaforma che il Ministero metterà a disposizione degli istituti scolastici e degli editori, affinché i docenti possano consultare e scaricare on line la demo illustrativa dei libri di testo in versione mista e digitale, ai fini della loro successiva adozione. In ogni caso, al fine di assicurare la gradualità del processo di innovazione, anche a tutela dei diritti patrimoniali dell’autore e dell’editore, solo per le prima e terza classe della secondaria di II grado il Collegio dei docenti potrà eventualmente confermare le adozioni dei testi già in uso. Una deroga valida però solo per i due anni successivi all’introduzione dei libri digitali, cioè gli anni scolastici 2014/2015 e 2015/2016.
Con la firma del Decreto la scuola raggiunge un’ulteriore tappa verso la realizzazione degli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale italiana. Grazie a questi provvedimenti gli studenti avranno la possibilità di utilizzare anche a scuola, e per obiettivi didattici, strumenti che già utilizzano diffusamente a casa, migliorando il livello delle competenze digitali dell’intera popolazione italiana. Senza dimenticare i benefici che potranno derivare da zaini alleggeriti dal peso spesso eccessivo dei libri di testo in formato cartaceo.

Assegnazione docenti e Ata ai plessi: i sindacati cedono

da Tecnica della Scuola

Assegnazione docenti e Ata ai plessi: i sindacati cedono
di R.P.
Nel CCNI su utilizzazioni e assegnazioni provvisorie non ci saranno più gli articoli relativi alla assegnazione aI plessi del personale docente e Ata. Dopo due anni i sindacati accettano di fatto l’applicazione delle norme del “decreto Brunetta”
Ci sono voluti almeno un paio di anni, ma alla fine i sindacati sono stati costretti a cedere. Così almeno riferiscono le cronache. La questione riguarda il contratto integrativo su utilizzazioni e assegnazioni provvisorie in cui le organizzazioni sindacali avevano tentato di far introdurre alcune norme relative all’assegnazione del personale ai plessi e alle sedi. Per due anni il Ministero della Funzione Pubblica aveva rifiutato di dare il via libera al contratto. Diverse le soluzioni adottate nel 2011 e nel 2012. Il primo anno il CCNI non era stato firmato in via definitiva e il Ministero aveva adottato un atto unilaterale. Nell’agosto del 2012, invece, i due articoli “incriminati” (e cioè il 4 e il 14 dedicati rispettivamente alla mobilità annuale del personale docenti nell’ambito della stessa istituzione scolastica e all’assegnazione del personale Ata alle sedi e ai plessi) erano stati cancellati nella versione definitiva. Adesso i sindacati e l’Amministrazione hanno concordato di eliminare del tutto tali disposizioni dall’ipotesi di contratto. Questa decisione dovrebbe semplificare l’iter di approvazione del contratto. Quanto meno non dovrebbero più esserci rilievi da parte della Funzione Pubblica e quindi i tempi per la firma definitiva dovrebbe ritornare quelli normali. A questo punto si può forse affermare che i sindacati hanno deciso di prendere atto che le norme contenute nel “decreto Brunetta” in materia di contrattazione sono legittime e non possono non essere applicate.

Dal 2014-2015 solo libri digitali o misti Ridotti fino al 30% i tetti di spesa

da tuttoscuola.com

Dal 2014-2015 solo libri digitali o misti  Ridotti fino al 30% i tetti di spesa

Il  ministro Francesco Profumo ha firmato il decreto ministeriale in materia di adozioni dei libri di testo. Ne dà notizia un articolato comunicato del Miur, che dà conto delle novità. Ancora un anno di tempo e nella scuola italiana entreranno solo libri digitali o nel formato misto. I Collegi dei docenti potranno adottare, dall’anno scolastico 2014/2015, solo libri nella versione digitale o mista. Inizialmente l’innovazione riguarderà le classi prima e quarta della scuola primaria, la classe prima della scuola secondaria di I grado, la prima e la terza classe della secondaria di II grado.

Novità in arrivo anche per i costi sostenuti dalle famiglie. Se i prezzi di copertina dei libri, definiti per l’anno scolastico 2013/2014, restano confermati anche per il 2014/2015, si riducono i tetti di spesa entro cui il Collegio dei docenti deve mantenere il costo complessivo dei testi adottati. La riduzione, rispetto ai limiti stabiliti per l’anno scolastico 2013/2014, è del 20%. Ma nel caso in cui l’intera dotazione libraria sia composta esclusivamente da libri in versione digitale la sforbiciata è più consistente, con una riduzione che arriva fino al 30%.

I nuovi tetti si applicano per le adozioni dei libri della prima classe della scuola secondaria di I grado e della prima e della terza classe della secondaria di II grado. Per le rimanenti classi restano validi i limiti già definiti per le adozioni relative all’anno scolastico 2013/2014. I risparmi ottenuti potranno essere utilizzati dalle scuole per dotare gli studenti dei supporti tecnologici necessari (tablet, PC/portatili) ad utilizzare al meglio i contenuti digitali per la didattica e l’apprendimento.

La consultazione dei testi digitali sarà resa possibile attraverso una piattaforma che il Ministero metterà a diposizione degli istituti scolastici e degli editori, affinché i docenti possano consultare e scaricare on line la demo illustrativa dei libri di testo in versione mista e digitale, ai fini della loro successiva adozione. In ogni caso, al fine di assicurare la gradualità del processo di innovazione, anche a tutela dei diritti patrimoniali dell’autore e dell’editore, solo per le prima e terza classe della secondaria di II grado il Collegio dei docenti potrà eventualmente confermare le adozioni dei testi già in uso. Una deroga valida però solo per i due anni successivi all’introduzione dei libri digitali, cioè gli anni scolastici 2014/2015 e 2015/2016.

Con la firma del DM la scuola raggiunge un’ulteriore tappa verso la realizzazione degli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale italiana. Grazie a questi provvedimenti gli studenti avranno la possibilità di utilizzare anche a scuola, e per obiettivi didattici, strumenti che già utilizzano diffusamente a casa, migliorando il livello delle competenze digitali dell’intera popolazione italiana. Senza dimenticare i benefici che potranno derivare da zaini alleggeriti dal peso, spesso eccessivo, dei libri di testo in formato cartaceo.

Gli studenti chiedono a Bersani investimenti in scuola e università

da tuttoscuola.com

Gli studenti chiedono a Bersani investimenti in scuola e università

Investire nell’Istruzione, nella Scuola e nell’Università come possibilità di crescita per tutto il Paese. E’ la richiesta espressa a Pierluigi Bersani attraverso le parole del Portavoce Nazionale della Rete e del membro del Cnsu Gianluca Scuccimarra, nell’ambito delle consultazioni tra il Presidente del Consiglio incaricato e le associazioni studentesche e giovanili.

Al Presidente incaricato Bersani – riporta Daniele Lanni, portavoce nazionale della rete degli studenti Medi – abbiamo portato la voce delle piazze piene di quest’autunno, che chiedono un cambiamento reale. La scuola ha perso negli ultimi anni il suo ruolo di centro culturale, c’e’ bisogno di un cambio di marcia sostanziale, in totale discontinuità con il Ministero della Gelmini, ma anche con quello di Profumo”.

Cambio di marcia – ha spiegato Lanni – per noi significa un piano straordinario per l’edilizia scolastica, che deve essere il primo segnale, significa rendere la scuola un luogo aperto a tutti, inclusivo, che non lasci indietro nessuno, partendo dalla legge quadro nazionale sul diritto allo studio, significa emanare immediatamente una legge che contrasti l’utilizzo del numero chiuso  alle scuole superiori. Ci auspichiamo che il prossimo ministero si chiami Ministero della ‘Pubblica’ Istruzione, proprio a sottolineare la natura pubblica dell’istruzione, e che questo sia una chiara dichiarazione d’intenti”.

Abbiamo chiesto un investimento concreto sul diritto allo studio universitario con un piano straordinario di 500 milioni di euro e la bocciatura completa del Decreto Profumo – ha aggiunto Scuccimarra – Abbiamo posto come priorità assoluta la garanzia del diritto  all’accesso all’istruzione superiore su tutto il territorio nazionale  a partire dal ripensamento del sistema di accesso programmato e l’abolizione del numero chiuso, nonché un intervento immediato sulla tassazione universitaria per ripristinare il tetto del 20% abrogato dal ministro Profumo e per uniformare il costo dell’istruzione universitaria in tutta Italia”.

TFA speciali: c’è o non c’è la selezione?

da tuttoscuola.com

TFA speciali: c’è o non c’è la selezione?

Si parla di accesso, anziché di ammissione, lasciando intendere che non vi sarà selezione ed esclusione di candidati. Invece…

Parliamo del decreto che istituisce i TFA speciali e che all’articolo 3 dispone: “Prova di valutazione delle competenze d’ingresso”. Per accedere al Tirocinio non selettivo, è prevista una prova a risposta multipla, costituita da 70 quesiti che possono dar luogo a un punteggio da 0 a 35 punti.

Ma – qui la prima sorpresa – con meno di 43 risposte il punteggio è pari a zero (sotto la soglia di 43 risposte esatte, la prova è valutata 0 punti); per il resto il punteggio è attribuito in proporzione alle risposte esatte.

Tenete a mente questa categoria di candidati che con 42 risposte esatte si prende comunque zero.

Tutti, comunque, accedono al tirocinio al termine del quale, previo superamento di esami intermedi e di esame finale si può conseguire l’abilitazione. Abilitazione che si consegue con un risultato complessivo finale non inferiore a 60/100.

Concorrono a determinare questo punteggio tre elementi: esame finale (max 15 punti), media ponderata degli esami intermedi (da 30 a 50) e prova di accesso (max 35 punti).

Chi nella prova di accesso ha conseguito 0 punti, deve ottenere il massimo o quasi per conseguire l’abilitazione con il minimo di 60/100. E, senza il 60 il percorso speciale abilitante non è ripetibile.

Dire che la prova di accesso non è selettiva sembra, a questo punto, una tesi un po’ azzardata.

Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate nei percorsi di tirocinio con zero punti di accesso in tasca.

Coldiretti, +29% le iscrizioni agli istituti agrari

da tuttoscuola.com

Coldiretti, +29% le iscrizioni agli istituti agrari

La campagna torna prepotentemente a crescere nell’interesse delle giovani generazioni. Coldiretti, sulla base di un’analisi dei dati relativi alle iscrizioni al primo anno delle scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie, segnala l’aumento record del 29% delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e del 13% negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare ed agroindustria.

”Si tratta di una netta inversione di tendenza rispetto al passato quando la vita in campagna era considerata spesso sinonimo di arretratezza e ritardo culturale nei confronti di quella in città ” sottolinea Coldiretti, che cita i dati di un’analisi condotta con Swg dalla quale emerge che la metà dei giovani tra i 18 ed i 34 anni preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (23%) o anche lavorare in una multinazionale (19%).

Venute meno le garanzie del posto fisso che caratterizzavano queste occupazioni sono emerse – conclude la Coldiretti – tutte le criticità di lavori che in molti considerano ripetitivi e poco gratificanti rispetto al lavoro in campagna

L’educazione alla cittadinanza in Europa

da tuttoscuola.com

L’educazione alla cittadinanza in Europa

Nel 2013, anno europeo dei cittadini, non poteva mancare una pubblicazione europea dedicata alla cittadinanza; la rete Eurydice ha infatti predisposto un rapporto dedicato a tale tematica.

Ne dà notizia l’Unità italiana di Eurydice che ha pubblicato la traduzione italiana di tale rapporto nell’ultimo numero della serie ‘I Quaderni di Eurydice’ per contribuire alla diffusione delle politiche e delle pratiche educative europee nell’area dell’educazione alla cittadinanza.

I cinque capitoli della pubblicazione trattano la presenza dell’educazione alla cittadinanza nei curricoli europei, la partecipazione alla governance della scuola da parte di studenti e genitori, il coinvolgimento degli studenti nella vita civica, la valutazione dell’offerta di educazione alla cittadinanza e dei risultati degli studenti, la preparazione e il supporto offerto a insegnanti e capi di istituto in tale disciplina.

Gli allegati presentano iniziative nazionali sviluppate per incoraggiare la partecipazione degli studenti ad attività correlate all’educazione alla cittadinanza.

Per consultare e/o scaricare il Quaderno n.28, clicca qui (4.99 MB).

Vacanze di Pasqua al via

da tuttoscuola.com

Vacanze di Pasqua al via

Al via le vacanze di Pasqua. I primi a cominciarle, secondo i calendari scolastici regionali, sono stati ieri gli studenti dell’Umbria. Li seguono oggi mercoledì 27 gli alunni della Provincia di Trento. Per tutti gli altri la pausa pasquale inizia domani 28.

Le scuole restano chiuse nella maggior parte dei casi fino a martedì della prossima settimana, 2 aprile. Un giorno in più per i ragazzi abruzzesi e i loro compagni della provincia di Trento uno in meno per  gli studenti della Liguria e della Campania, che torneranno in classe già da martedì 2 aprile.

Dove trascorreranno le vacanze gli studenti? I siti che si occupano di turismo segnalano che le famiglie che hanno scelto l’estero preferiscono mete europee rispetto a soluzioni più lontane, “con preferenza per Barcellona che sale di due posizioni e sorpassa Parigi e Londra”, fa sapere Trivago, mentre per quanto riguarda il territorio italiano, oltre a Roma, Venezia, Milano e Firenze si segnala una buona richiesta anche per Catania.