Ricorsi Stabilizzazione

Ricorsi Stabilizzazione: il MIUR cede le armi contro l’ANIEF

Passata in giudicato la quarta sentenza ANIEF emessa dal Tribunale di Trani. Il MIUR si arrende a quanto ottenuto in primo grado dall’Avvocato Michele Ursini in favore di una nostra iscritta e non propone appello. Adesso la ricorrente, docente ancora precaria, potrà, grazie all’azione legale portata avanti con esperienza e professionalità dal nostro sindacato, stipulare il contratto a tempo indeterminato riconosciutole dal Giudice del Lavoro a far data dal 1° aprile 2009 per l’accertato abuso dei contratti a termine e della conclamata disparità di trattamento tra personale assunto a tempo determinato e di ruolo.

Sono già quattro le sentenze del Tribunale di Trani che il MIUR non ha appellato nei termini cedendo le armi di fronte al diritto alla stabilizzazione per illecita reiterazione di contratti a termine vantato dagli iscritti ANIEF ai sensi dell’art. 5, comma 4-bis del D.Lgs. 368/2001. Lo scorso anno la sentenza di primo grado emessa dal Giudice del Lavoro Maria Antonietta La Notte Chirone ha accolto le richieste del nostro legale, dichiarato “la nullità del termine apposto a tutti i contratti di lavoro sottoscritti inter partes sotto la vigenza del D.Lgs. 168/2001” e ha, di conseguenza, stabilito che il rapporto di lavoro tra la ricorrente e il Ministero dell’Istruzione doveva essere considerato a tempo indeterminato con decorrenza 1° aprile 2009.

Le quattro sentenze che hanno ormai acquisito l’autorità del giudicato, censurando l’operato del MIUR, riconoscono, inoltre, un’indennità onnicomprensiva in favore degli iscritti ANIEF pari a un totale di 31 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto maggiorata degli accessori di legge oltre alla conseguente “ricostruzione della carriera ai fini previdenziali, pensionistici, di anzianità e retributivi”. Le schiaccianti vittorie ANIEF sono costate al MIUR ulteriori 8.700 Euro per condanna alle spese di lite.

Ancora una volta le azioni legali promosse dall’ANIEF in tribunale si rivelano vincenti e, ancora una volta, una docente precaria potrà finalmente stipulare il contratto di lavoro a tempo indeterminato cui aveva diritto sin dal 2009. L’ANIEF, per il tramite del suo legale di fiducia Avv. Michele Ursini, provvederà immediatamente a richiedere l’esecuzione del giudicato in modo da porre fine al lungo e denigrante periodo di precariato cui il MIUR aveva illecitamente relegato la nostra iscritta.

Scorpacciata di vittorie per i ricorsi pettine

Scorpacciata di vittorie per i ricorsi pettine ANIEF

Pieno accoglimento nei tribunali del lavoro per altri 10 ricorsi pettine ANIEF patrocinati dagli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli con la collaborazione dei nostri legali sul territorio. I Giudici di Catanzaro, Caltanissetta, Verbania, Parma, Roma e Velletri stabiliscono l’immissione in ruolo dei nostri iscritti dalle graduatorie 2009/2011 in virtù del loro corretto inserimento “a pettine” e condannano il MIUR soccombente a un totale di 15.000 Euro per le spese di giudizio.

Presso il Tribunale di Catanzaro gli Avvocati Cinzia Galasso e Angela Fazio ottengono per una  iscritta ANIEF il diritto ad essere immessa in ruolo dall’1.9.2010 “con effetto costitutivo del rapporto di lavoro, ai sensi dell’art. 63 comma 2 d.lgs. 165 del 2001”. Il Giudice del Lavoro, infatti, ha constatato che “essendo state caducate le disposizioni che, in contrasto con la disciplina dettata dall’art. 1, c. 6 della legge n. 124/1999, ha impedito l’inserimento cosiddetto “a pettine” della ricorrente nella graduatoria di appartenenza, le va riconosciuta la collocazione in quella stessa graduatoria nella posizione corrispondente al punteggio di cui era in possesso”.

Presso il Tribunale Verbania l’Avv. Anna Maria Ferrara ottiene l’immissione in ruolo della docente a lei affidata dall’ANIEF con diritto alla stipula di contratto a tempo indeterminato a far data dal 1° settembre 2009. Il Giudice ha riconosciuto, così come da sempre sostenuto dall’ANIEF, che si tratta “di un diritto soggettivo pieno e perfetto, che deve essere valutato in relazione al momento in cui in capo alla ricorrente è maturato il diritto all’inserimento nella graduatoria, irrilevanti apparendo alla luce della richiamata sentenza della Corte costituzionale le deduzioni del MIUR in ordine alla necessaria tutela dell’affidamento di tutti coloro che non hanno presentato domanda di trasferimento da una graduatoria all’altra (fino ad un massimo di tre) sul presupposto che chi si aggiungeva alla loro graduatoria veniva collocato in coda, trattandosi all’evidenza di censure generiche ed esplorative”.

Identico risultato hanno ottenuto per l’ANIEF l’Avv. Giancarlo Longo con la prima sentenza “pettine” ottenuta presso il Tribunale di Caltanissetta; L’Avv. Irene Lo Bue presso il Tribunale di Parma e l’Avv. Salvatore Russo presso i Tribunali di Roma (con altre cinque sentenze di accoglimento) e di Velletri. Gli iscritti ANIEF destinatari dei pronunciamenti favorevoli potranno, non appena registrata la nomina in ruolo “retrodatata” al 2009 o al 2010, beneficiare della precedente e più favorevole normativa prevista dal CCNI e partecipare liberamente alle operazioni di mobilità territoriale anche fuori provincia. Un bel regalo di Pasqua confezionato dall’ANIEF per i propri iscritti che con fiducia si sono affidati al nostro sindacato per la tutela dei propri diritti.

Noi, i nuovi analfabeti traditi dalla tecnologia

da la Repubblica

Noi, i nuovi analfabeti traditi dalla tecnologia

La metà degli italiani non capisce un bugiardino o un foglio di istruzioni. È un Paese di illetterati di ritorno. Complice la tecnologia

Questi sono i test di «prose literacy» predisposti dall’inchiesta All (AdultLiteracyandLife Skills), un progetto di ricerca internazionale che ha sondato le competenze degli adulti tra i 16 a i 65 anni in sette paesi: Bermuda, Canada, Italia, Norvegia, Svizzera, Usa e Messico (2003-2005). Gli esiti dei questionari nel nostro paese? Solo il 20 per cento di italiani è in grado di superare il terzo livello, ossia mostra competenze sufficientemente sicure. Per il resto, il 5 per cento della popolazione non sa rispondere alla domanda sul farmaco, ossia non supera le prove minime di competenza. Quasi la metà degli italiani si smarrisce davanti alla pianta ornamentale, mostrando una competenza alfabetica molto modesta, «al limite dell’analfabetismo», recita il rapporto All. E il 33 per cento non è capace di sistemare il sellino della bicicletta, ossia denuncia «un possesso della lingua molto limitato». E le cose non vanno meglio nell’esecuzione dei calcoli matematici e nella lettura di grafici o tabelle: anche in quest’ambito l’80 per cento degli italiani fa molta fatica. Siamo un popolo di illetterati, che però non sa di esserlo. E forse non vuole neppure saperlo. L’analfabeta del nuovo secolo mostra caratteristiche assai diverse dal più malmesso progenitore, che non sapeva leggere né scrivere. La versione più aggiornata può vantare una pur minima scolarizzazione — talvolta anche molto più che minima — che però è andata polverizzandosi nel tempo, spazzata via da crescenti difficoltà nella comprensione di un testo elementare o nella più semplice delle operazioni. Ma se un tempo l’analfabeta assoluto era disposto anche ad uccidere pur di nascondere la sua vergognosa condizione,l’illetterato contemporaneo galleggia nella totale incoscienza, includendo nel proprio status categorie sociali al di sopra di ogni sospetto, anche felicemente confortate da buoni redditi. Un’illusione di civiltà destinata tra poco a essere infranta dall’Ocse, che renderà pubblica in ottobre la grande inchiesta internazionale sull’Italia (per la prima volta inclusa la popolazione immigrata) e altri ventiquattro paesi, tra Europa e America, Asia e Australia. Le anticipazioni certo non rallegrano. L’indaginepilotapromossa da Piaac-Ocse conferma l’alto tasso di illetteralismo italiano — più o meno i recenti dati All riportati sopra — ma con un nuovo rischio rispetto al passato, ossia la minaccia che il fenomeno possa drammaticamente contagiare le nuove generazioni. Il rapporto reso ora pubblico dall’Isfol — realizzato tra aprile e giugno 2010 e con un valore ancora parziale — ci dice in sostanza che, oltre al tradizionale serbatoio di pensionati e casalinghe (attenzione: non vecchietti e vecchiette, visto che il target va dai 16 ai 65 anni), la fascia più vulnerabile è quella che include i disoccupati dai 26 ai 35 anni. Finita la scuola, le competenze tendono a diminuire, specie quando non vengono avviati nuovi processi di apprendimento legati al lavoro. E l’analfabetismo di ritorno minaccia di inghiottire le leve più giovani, proprio quelle a cui è affidato il futuro del paese. Ma chi sono gli illetterati italiani? E dove si concentrano? Lo zoccolo duro coinvolge le fasce anagraficamente più elevate, distribuito soprattutto nel Mezzogiorno e nelle isole, nei piccoli centri più che nelle grandi città. Ma le inchieste condotte da Vittoria Gallina — la studiosa che con pazienza certosina da oltre dieci anni monitorizza il popolo italiano — ci dicono che gli analfabeti di ritorno si annidano anche tra i piccoli imprenditori del Nord Italia, in Lombardia più che in Piemonte. E se la Campania è certo più in basso rispetto alla media nazionale, l’operosa Padania non si innalza più di tanto dalle cifre della vergogna italiana, che nelle zone industrializzate si concentra tra disoccupati e operai con le mansioni più basse ma non esclude i padroncini di aziende con qualche dipendente. Anche un’inchiesta del Cede di qualche anno fa disegnava il profilo dell’analfabeta benestante, con un reddito personale superiore a 40 mila euro e proprietà di famiglia oltre i 140 mila. Persone che vivono come una minaccia l’invito allo studio perché non ne avvertono la necessità. Una tendenza che viene favorita dalla tecnologia, soccorrevole nel colmare — e dunque nel nascondere — le enormi lacune degli italiani somari. Non siamo più in grado di leggere una mappa stradale o di fare un calcolo? Navigatore e calcolatrice sono lì per aiutarci. «Il benessere economico ti risolve ogni problema», sintetizza Arturo Marcello Allega, autore del documentato saggio Analfabetismo. Il punto di non ritorno (Herald Editore). «Se devo far dei conti, vado dal commercialista. Se devo evadere il fisco, mi consulto con il mio notaio. E per i documenti mi rivolgo a un’agenzia di servizi. Questo è il nuovo modello di adulto e di felicità». Che si realizza però quando il reddito lo consente. E l’illetteralismo — ci aggiornano i sondaggi ai tempi della crisi — è un impedimento gravissimo, non più tollerato da una società complessa. Il nuovo analfabetismo «funzionale » ci riporta a quel 70 per cento di analfabetismo assoluto che segnò il principio della nostra storia nazionale, miracolosamente battuto nell’arco di un secolo e mezzo. Un trionfale grafico dell’Istat disegna il crollo dai livelli altissimi del 1861 — 80 per cento per le donne, 70 per cento per gli uomini — all’attuale uno per cento. Sembra definitivamente archiviata l’immagine del contadino che firma tracciando una croce. «Ma è molto difficile che un vero analfabeta ammetta di esserlo», obietta la professoressa Gallina, propensa a contenere gli entusiasmi. «Più verosimile che tenda a nasconderlo, affidando ad altri la compilazione del questionario». La letteratura gialla è ricchissima di omicidi perpetrati da analfabeti disposti a tutto pur di celare la propria condizione. Qualche anno fa il linguista Massimo Vedovelli si prese la briga di catalogarli e nella gran parte della storie — da Ruth Rendell a Bernard Schlink — l’analfabetismo assurge a generatore di morte, non solo e non tanto individuale ma del sistema sociale. Quello di nuovo conio è invece socialmente accettato, anche perché protetto dall’inconsapevolezza. Chi è analfabeta di ritorno, in altre parole, ne è serenamente ignaro, condividendo la sua condizione con l’80 per cento della popolazione. Un’emergenza alfabetica causata anche dalla limitatezza della scolarizzazione in Italia: nel 2002, il 63 per cento con più di 15 anni aveva ancora al massimo la licenza media. È questo il dato che trasforma in patologia un fenomeno regressivo comune alla quasi totalità dei paesi avanzati. A ricordarcelo è Tullio De Mauro, lo studioso che più di tutti ha fatto della battaglia all’analfabetismo una missione civile e culturale. «Nel nostro paese», denuncia sulla rivista IlMulino,«airesiduimassiccidi mancata scolarità si sommano fenomeni di de-alfabetizzazione propri delle società ricche». La sua sintesi induce allo sconforto. «Solo una percentuale bassissima di italiani è in grado di orientarsi nella società contemporanea, nella vita della società contemporanea, non nei suoi problemi». Un grave deficit che è anche un limite nell’esercizio di cittadinanza, e dunque un temibile avversario per la democrazia, inspiegabilmente ignorato dalle nostre classi dirigenti. Quando non viene cavalcato con lucido discernimento. Naturalmente c’è anche chi sta peggio di noi, ma per trovarlo bisogna volare in Centro America. È lo Stato di Nuevo León, in Messico. Noi e loro, gli ultimi della classe.

Maturità a 18 anni Profumo ritira il decreto

da LaStampa.it

Maturità a 18 anni Profumo ritira il decreto

roma

«Ora è ufficiale: fonti sicure interne al ministero dell’Istruzione danno per tramontata l’intenzione del ministro Profumo, espressa alcuni giorni fa tra lo stupore generale, di avviare un percorso di studi ridotto che avrebbe portato ad anticipare gli esami di maturità a 18 anni al posto degli attuali 19. Salta, così, il piano immediato di sperimentazione del progetto, attraverso cui già dal prossimo anno scolastico una decina di istituti pilota avrebbero eliminato un anno di scuola d’infanzia o cancellato il quinto anno di corso della scuola primaria oppure ristretto a una sola annualità l’attuale biennio iniziale della scuola superiore». Lo sottolinea l’Associazione Nazionale Insegnanti e  Formatori (Anief) in una nota.

L’Anief ha sin dal primo momento respinto con forza tutte e tre le ipotesi. «Prima di tutto – spiega – perché questi percorsi formativi improvvisati ci avrebbero allontanano, anziché avvicinarci, ai modelli di studio in vigore nella gran parte dei Paesi più avanzati dell’area Ocse. In secondo luogo perché ci avrebbero propinato l’ennesima riforma tagli-posti, mascherata da una improbabile proposta didattico-pedagogica: il vero obiettivo della riduzione del percorso scolastico rimane infatti quello di cancellare almeno 50mila posti di lavoro, dopo i 200mila già dileguati nel nulla, per le solite esigenze di cassa, negli ultimi sei anni».

«Il giovane sindacato ha poi sempre sostenuto che un ministro dimissionario, appartenente ad un Governo tecnico privo di consenso elettorale, deve limitarsi all’ordinaria amministrazione – continua – E non di certo avventurarsi in sperimentazioni da cui dipende il futuro formativo di milioni di giovani studenti».

«I nostri giovani – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief – non hanno bisogno di percorsi di studio ridotti, ma di una maggiore alfabetizzazione e specializzazione. Non si comprende il motivo per cui il Miur presta attenzione a queste iniziative a dir poco discutibili, mentre si continuano ad ignorare le vere emergenze dell’istruzione e formazione in Italia. Come l’abbandono universitario del 25% e quello della scuola dell’obbligo, in alcune aree del Paese ancora maggiore. Per quale motivo non si pensa ad introdurre, proprio per superare l’alto numero di giovani che lasciano gli studi precocemente, di introdurre un serio apprendistato, come avviene in Germania dove oltre un milione e mezzo di alunni praticano con successo l’alternanza scuola-lavoro?».

«Sarebbe poi utile capire – continua il presidente Anief – come mai si continua a non introdurre l’organico funzionale negli istituti, con la gestione delle risorse umane finalmente delegata ad ogni singola scuola autonoma. Come sarebbe stato molto utile avviare un albo di”orientatori”, composto da formatori esperti cui i tanti studenti disorientati della scuola medio-superiore e dell’università si potrebbero rivolgere. Sono tutte iniziative – conclude Pacifico – che chiederemo al nuovo Ministro. Dopo esserci preso il giusto merito di avere fermato l’assurdo progetto di riduzione di un anno del tempo scuola».

Profumo: il mio mandato è finito. E con gli auguri di Pasqua arriva pure il commiato

da Tecnica della Scuola

Profumo: il mio mandato è finito. E con gli auguri di Pasqua arriva pure il commiato
di Alessandro Giuliani
Messaggio sul sito del Miur da parte del ministro dell’Istruzione: nel rivolgersi a colleghi professori, ricercatori e personale scolastico, dell’università e del ministero, nonché alle famiglie e “soprattutto agli studenti”, il responsabile del Miur esprime gratitudine. Poi elogia il ruolo delle aule e dei laboratori, auspica che la stagione dei tagli sia al capolinea e consigliadi guardare all’Europa.
“In fin dei conti io sono, e resto, un professore, un ricercatore, un padre. Buone feste a tutti voi”. È con queste parole che il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha voluto inviare un messaggio scritto di auguri in occasione delle feste pasquali, ‘postato’ sul sito del Miur rivolto a tutti coloro che sono impegnati nel comparto scolastico, dell’Università e della Ricerca: nel rivolgersi a colleghi professori, ricercatori e personale scolastico, dell’università e del ministero, nonché alle famiglie e “soprattutto agli studenti”, le parole di Profumo hanno assunto però anche il sapore del commiato. “A conclusione di questa esperienza di governo – scrive il Ministro uscente – voglio esprimere a tutti voi la mia sincera gratitudine, perché attraverso il contatto continuo che abbiamo avuto ho imparato tanto. Questo anno e mezzo di lavoro insieme, infatti, ha rappresentato per me un’occasione di grandissimo arricchimento, personale oltre che professionale”.
Dopo aver elogiato i tanti “Professionisti che, nel dedicarsi al proprio lavoro, ogni giorno mettono al servizio della collettività non soltanto le proprie competenze, ma la propria dedizione”, Profumo si è soffermato sull’importante delle “aule e dei laboratori”, perchè “restano i templi pagani, dove coltivare e tramandare la nostra profonda e ammirata cultura”.
“Proprio per questo – continua – sono persuaso del ruolo centrale della formazione e della ricerca, che la politica deve tornare a valorizzare archiviando una lunga stagione di tagli, a favore di un rilancio nel segno della competitività, delle regole e di un uso più mirato ed efficiente delle risorse. In questo ci viene incontro l’Europa, a cui dobbiamo sempre più a fare riferimento, e dove dobbiamo imparare ad essere più competitivi nel guadagnarci le molte risorse a disposizione, una buona parte delle quali proviene dalle nostre tasche, attraverso le tasse”.
Profumo traccia, quindi, un resoconto dei provvedimenti portati a termine negli ultimi 18 mesi a capo del Miur, anche nell’ultima fase di ordinaria amministrazione del governo, durante la quale l’impegno “non è venuto meno”, perché bisognava “chiudere tutti i processi che avevo avviato e portato a conclusione”, l’ultimo dei quali rappresentato dal decreto per dare il via libera ai libri digitali, sui banchi a partire dall’a.s. 2014/2015.

Ocse: la metà degli italiani legge ma non capisce. Analfabetismo funzionale

da Tecnica della Scuola

Ocse: la metà degli italiani legge ma non capisce. Analfabetismo funzionale
La maggior parte degli italiani a stento riesce a comprendere la posologia di un farmaco: il 5% non capisce quanto scritto sul bugiardino. La metà poi, non è in grado di discernere le informazioni su un foglio di istruzioni
Per non parlare di come montare il sellino di una bici: il 33% di fronte a una pagina contenente più informazioni non è in grado di individuare la soluzione del problema. E’ il nuovo alfabetismo che avanza e che a differenza di quello classico di chi non sapeva né leggere né scrivere, si è fatto più subdolo: è quello di chi sa leggere, ma non comprende. A misurare il nuovo fenomeno è un’indagine dell’Ocse, denominata All, Adult Literacy and Life Skills). I test di prose literacy, così vengono chiamati, sono stati somministrati a persone di età compresa tra i 16 e i 65 anni, in sette paesi del mondo : Bermuda, Canada, Italia, Norvegia, Svizzera, Usa e Messico. Peggio di noi soltanto i messicani del Nuevo Leòn. Il rapporto è ancora parziale, ma i primi dati non sono certo rassicuranti. Scientificamente si chiama analfabetismo funzionale e designa l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. I test sono organizzati per livelli. Il primo step, superato il quale si dimostra di avere una competenza alfabetica “al limite dell’alfabetismo” è quello che prevede di decifrare l’etichetta di un farmaco sulla quale è riportato il numero di giorni di assunzione del medicinale. Il 5% degli italiani non è in grado di comprenderlo. Il secondo livello richiede di seguire le istruzioni per curare una pianta ornamentale. Il breve testo, contenente due informazioni diverse è comprensibile solo per la metà della popolazione. Il terzo livello richiede di montare un sellino, il 33% ha una capacità di linguaggio troppo limitata per riuscire a farlo. Ma chi sono gli analfabeti del nuovo millennio? Simonetta Fiori, sul quotidiano la Repubblica, riassume così le caratteristiche degli illetterati: oltre al tradizionale serbatoio di pensionati e casalinghe (attenzione: non vecchietti e vecchiette, visto che il target va dai 16 ai 65 anni), la fascia più vulnerabile è quella che include i disoccupati dai 26 ai 35 anni. Finita la scuola, le competenze tendono a diminuire, specie quando non vengono avviati nuovi processi di apprendimento legati al lavoro. E l’analfabetismo di ritorno minaccia di inghiottire le leve più giovani, proprio quelle a cui è affidato il futuro del paese. Geograficamente sono così distribuiti: Lo zoccolo duro coinvolge le fasce anagraficamente più elevate, distribuito soprattutto nel Mezzogiorno e nelle isole, nei piccoli centri più che nelle grandi città. Ma le inchieste condotte da Vittoria Gallina — la studiosa che con pazienza certosina da oltre dieci anni monitorizza il popolo italiano — ci dicono che gli analfabeti di ritorno si annidano anche tra i piccoli imprenditori del Nord Italia, in Lombardia più che in Piemonte. Repubblica sottolinea poi come la migliore nemica degli analfabeti sia la tecnologia, utile a colmare le lacune dei più ignoranti. “Non siamo più in grado di leggere una mappa stradale o di fare un calcolo? Navigatore e calcolatrice sono lì per aiutarci […] Se devo far dei conti, vado dal commercialista. Se devo evadere il fisco, mi consulto con il mio notaio. E per i documenti mi rivolgo a un’agenzia di servizi. Questo è il nuovo modello di adulto e di felicità”.Insomma l’illetteralismo del nuovo millennio va a braccetto con la tecnologia e con il benessere economico. Basta avere abbastanza soldi e la soluzione del problema è acquistabile, anche online. Ma questo significa aggirare e non arginare il fenomeno

A.A.A davvero molti valutatori cercasi (dall’Invalsi)

da tuttoscuola.com

A.A.A davvero molti valutatori cercasi (dall’Invalsi)

Oggi parliamo di Invalsi, ma non con un riferimento diretto alla valutazione del sistema scolastico, bensì perché l’Istituto in questi giorni è particolarmente attivo nella ricerca di profili professionali.

Vediamoli insieme:

– il bando con cui si ricercano il maggior numero di professionisti è quello relativo alla selezione e alla formazione di 400 unità di personale da impiegare in alcuni progetti sperimentali che prevedono, tra l’altro, dei momenti di valutazione esterna delle scuole o di osservazione in classe (Vales e Valutazione e Miglioramento). La scadenza per porre la domanda, inizialmente prevista per il 25 marzo, è stata posticipata al 12 aprile 2013. Questo il link alla scheda e al Bando.

– Scade invece il 7 aprile il Bando con cui l’Invalsi seleziona 5 profili di osservatori esterni per lo svolgimento di funzioni connesse alle attività di somministrazione delle prove del Servizio Nazionale di Valutazione (area prove), del progetto PON Sistema Informativo Integrato e valutazione degli apprendimenti (azione Misurazione dei progressi negli apprendimenti e creazione e sperimentazione di modelli per l’individuazione di comportamenti anomali sugli esiti degli apprendiemnti) e del progetto PON Valutazione.M@tabel+. Anche qui i link alla scheda e al Bando.

– Seguono poi una serie di posizioni con contratto a tempo determinato: in particolare, si tratta di sei (6) unità di personale con profilo professionale di Ricercatore livello III; tre (3) unità di personale con profilo professionale di Tecnologo livello III; quindici (15) unità di personale con profilo professionale di Collaboratore Tecnico Enti di Ricerca – VI livello professionale; tre (3) unità di personale con profilo professionale di Collaboratore Amministrativo – VII livello professionale; una (1) unità di personale con profilo professionale di Operatore Tecnico – VIII livello professionale. Essendo tutti questi bandistati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie Speciale – Concorsi ed esami n. 18 del 5-03-2013, la scadenza per la presentazione delle domande, a 30 giorni dalla pubblicazione, è il 4 aprile 2013. Questo il link diretto alla scheda contenente i riferimenti a tutti i bandi.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 76

 

 

Gazzetta Ufficiale

Sommario

LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 marzo 2013, n. 27


Regolamento recante applicazione dell’articolo VII della Convenzione
fra i paesi aderenti al Trattato del Nord Atlantico sullo «status»
delle loro Forze armate. (13G00074)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 1

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 11 marzo 2013


Ri-registrazione di prodotti fitosanitari, a base di propizamide,
sulla base del dossier GF-1158 di All. III alla luce dei principi
uniformi per la valutazione e l’autorizzazione dei prodotti
fitosanitari. (13A02712)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 2

 

 

 


DECRETO 12 marzo 2013


Revoca su rinuncia del prodotto fitosanitario Equation Contact.
(13A02713)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 6

 

 

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 


DECRETO 28 febbraio 2013


Revisione delle tariffe minime per lavori di facchinaggio nella
provincia di Teramo, per il biennio 2013-2014. (13A02661)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 7

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 17 gennaio 2013


Arresto definitivo delle imbarcazioni da pesca della regione Friuli
Venezia Giulia. (13A02573)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 7

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 18 febbraio 2013


Sostituzione del commissario liquidatore del Consorzio agrario
provinciale di Ferrara. (13A02708)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 15

 

 

 


DECRETO 6 marzo 2013


Sostituzione del commissario liquidatore della «Sole Splendente
Societa’ Cooperativa Sociale», in Villa San Giovanni. (13A02710)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 16

 

 

 


DECRETO 6 marzo 2013


Sostituzione del commissario liquidatore della «San Pietro societa’
cooperativa», in Corigliano Calabro. (13A02711)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 16

 

 

 


DECRETO 8 marzo 2013


Sostituzione del commissario liquidatore della «COCEAL – Consorzio
fra cooperative edili e di abitazione di Latina – Societa’
cooperativa a responsabilita’ limitata in liquidazione», in Latina.
(13A02709)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 17

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA DELLE ENTRATE

 


DETERMINA 19 marzo 2013


Accertamento del periodo di mancato funzionamento dei servizi
catastali dell’ufficio provinciale di Massa Carrara. (Determina n.
15). (13A02812)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 18

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

CASSA DEPOSITI E PRESTITI S.P.A.

 


COMUNICATO


Avviso relativo all’emissione di una nuova serie di buoni fruttiferi
postali (13A02791)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 18

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


COMUNICATO


Registrazione mediante procedura centralizzata, attribuzione numero
identificativo nazionale, disposizioni in merito alla
commercializzazione e relativo impiego del medicinale per uso
veterinario «Zulvac 1 Bovis». (13A02792)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 18

 

 

 


COMUNICATO


Registrazione mediante procedura centralizzata, attribuzione numero
identificativo nazionale, disposizioni in merito alla
commercializzazione e relativo impiego del medicinale per uso
veterinario «Zulvac 1 ovis». (13A02793)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 19

 

 

 


COMUNICATO


Registrazione mediante procedura centralizzata, attribuzione numero
identificativo nazionale e regime di dispensazione del medicinale per
uso veterinario «Contacera». (13A02794)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 20

 

 

 


COMUNICATO


Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso
veterinario ad azione immunologica «Unistrain» PRRS liofilizzato e
solvente per sospensione iniettabile per suini. (13A02795)


(GU n.76 del 30-3-2013

)

 

Pag. 20

 

 

SUPPLEMENTI STRAORDINARI

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


DECRETO 28 marzo 2013


Approvazione di modifiche agli studi di settore relativi al periodo
di imposta 2012. (13A02895)


(GU n.76 del 30-3-2013

– Suppl. Straordinario

n. 3
)