Archivi categoria: Governo e Parlamento

Governi italiani

XVII Legislatura (dal 15 marzo 2013)

  • Governo Letta (dal 28 aprile 2013)

XVI Legislatura (dal 29 aprile 2008 al 14 marzo 2013) elezioni politiche 13 e 14 aprile 2008

  • Governo Monti (dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013)
  • Governo Berlusconi IV (dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011)

XV Legislatura (28 aprile 2006 – 6 febbraio 2008) elezioni politiche 9 e 10 aprile 2006

  • Governo Prodi II (dal 17 maggio 2006 al 6 maggio 2008)

XIV Legislatura (30 maggio 2001 – 27 aprile 2006) elezioni politiche il 13 maggio 2001

  • Governo Berlusconi III (dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006)
  • Governo Berlusconi II (dall’11 giugno 2001 al 23 aprile 2005)

XIII Legislatura (9 maggio 1996 – 9 marzo 2001) elezioni politiche il 21 aprile 1996

  • Governo Amato II
  • Governo D’Alema II
  • Governo D’Alema
  • Governo Prodi

XII Legislatura (15 aprile 1994 – 16 febbraio 1996) elezioni politiche il 27 marzo 1994

  • Governo Dini
  • Governo Berlusconi

XI Legislatura (23 aprile 1992 – 16 gennaio 1994) elezioni politiche il 4 aprile 1992

  • Governo Ciampi
  • Governo Amato

X Legislatura (2 luglio 1987 – 2 febbraio 1992) elezioni politiche il 14 giugno 1987

  • Governo Andreotti VII
  • Governo Andreotti VI
  • Governo De Mita
  • Governo Goria

IX Legislatura (12 luglio 1983 – 28 aprile 1987) elezioni politiche il 26 giugno 1983

  • Governo Fanfani VI
  • Governo Craxi II
  • Governo Craxi

VIII Legislatura (20 giugno 1979 – 4 maggio 1983) elezioni politiche il 3 giugno 1979

  • Governo Fanfani V
  • Governo Spadolini II
  • Governo Spadolini
  • Governo Forlani
  • Governo Cossiga II
  • Governo Cossiga

VII Legislatura (5 luglio 1976 – 2 aprile 1979) elezioni politiche il 20-21 giugno 1976

  • Governo Andreotti V
  • Governo Andreotti IV
  • Governo Andreotti III

VI Legislatura (25 maggio 1972 – 1 maggio 1976) elezioni politiche il 7-8 maggio 1972

  • Governo Moro V
  • Governo Moro IV
  • Governo Rumor V
  • Governo Rumor IV
  • Governo Andreotti II

V Legislatura (5 giugno 1968 – 28 febbraio 1972) elezioni politiche il 19 maggio 1968

  • Governo Andreotti
  • Governo Colombo
  • Governo Rumor III
  • Governo Rumor II
  • Governo Rumor
  • Governo Leone II

IV Legislatura (16 maggio 1963 – 11 marzo 1968) elezioni politiche il 28 aprile 1963

  • Governo Moro III
  • Governo Moro II
  • Governo Moro I
  • Governo Leone

III Legislatura (12 giugno 1958 – 18 febbraio 1963) elezioni politiche il 25 maggio 1958

  • Governo Fanfani IV
  • Governo Fanfani III
  • Governo Tambroni
  • Governo Segni II
  • Governo Fanfani II

II Legislatura (25 giugno 1953 – 14 marzo 1958) elezioni politiche il 7 giugno 1953

  • Governo Zoli
  • Governo Segni
  • Governo Scelba
  • Governo Fanfani
  • Governo Pella
  • Governo De Gasperi VIII

I Legislatura (8 maggio 1948 – 4 aprile 1953) elezioni politiche il 18 aprile 1948

  • Governo De Gasperi VII
  • Governo De Gasperi VI
  • Governo De Gasperi V

Ordinamento provvisorio (25 luglio 1943 – 23 maggio 1948)
Assemblea costituente (25 giugno 1946 – 31 gennaio 1948)
Proclamazione della Repubblica: 2 giugno 1946

  • Governo De Gasperi IV
  • Governo De Gasperi III
  • Governo De Gasperi II (primo governo della Repubblica)
  • Governo De Gasperi
  • Governo Parri
  • Governo Bonomi II
  • Governo Bonomi
  • Governo Badoglio II
  • Governo Badoglio

18 aprile CdM approva DPR “otto per mille”

Il 18 aprile il Consiglio dei Ministri approva definitivamente il decreto del Presidente della Repubblica concernente “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, in materia di criteri e procedure per l’utilizzazione della quota dell’otto per mille dell’IRPEF devoluta alla diretta gestione statale”

QUOTA 8X1000 IRPEF

Su proposta del Presidente del Consiglio è stato approvato in via definitiva, dopo aver acquisito i pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti, un regolamento sui criteri e le procedure per l’utilizzazione della quota dell’8×1000 dell’IRPEF devoluta alla diretta gestione statale, destinata agli interventi straordinari per fame nel mondo, per calamità naturali, per assistenza ai rifugiati e per conservazione di beni culturali (confronta comunicato stampa n. 67 del 31 gennaio 2013)

Le modifiche proposte intendono migliorare la disciplina dell’erogazione del contributo dell’8×1000 adeguandola ai principi di certezza e trasparenza di distribuzione delle risorse e ai principi di razionalizzazione e contenimento della spesa.

Le novità principali riguardano:

– l’estensione degli interventi di assistenza ai rifugiati anche nei confronti di coloro a cui è riconosciuta protezione internazionale o umanitaria. Un quarto delle risorse provenienti dall’otto per mille dell’IRPEF a gestione statale è riservato a tale categoria.

– l’equa distribuzione territoriale divisa per cinque aree geografiche;

– la possibilità di derogare, in caso di necessità e urgenza, all’equa ripartizione, concentrandole invece su un singolo intervento. In questi casi il Governo deve inviare al Parlamento una relazione per indicare le nuove modalità di ripartizione.

17 aprile Commissione speciale su DPR “otto per mille”

Il 17 aprile la Commissione speciale esprime parere favorevole con condizioni sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, in materia di criteri e procedure per l’utilizzazione della quota dell’otto per mille dell’IRPEF devoluta alla diretta gestione statale”

«La Commissione speciale per l’esame di disegni di legge di conversione di decreti-legge e di altri provvedimenti urgenti presentati dal Governo,

            esaminato lo schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, in materia di criteri e procedure per l’utilizzazione della quota dell’otto per mille dell’IRPEF devoluta alla diretta gestione statale” (atto n. 2);

            considerato che la nuova disciplina appare rafforzare la trasparenza della procedura per la ripartizione della quota statale dell’otto per mille;

rilevata l’opportunità di:

            riformulare in maniera conforme alla prassi vigente le clausole di neutralità finanziaria di cui all’articolo 4, comma 1, capoverso Art. 5, comma 2, e di cui all’articolo 7, comma 1, capoverso Art. 8, comma 5;

            prevedere, nel caso in cui si deroghi al criterio della ripartizione in parti uguali per le quattro tipologie di intervento previste, che il Governo trasmetta al Parlamento una relazione nella quale dia conto delle ragioni per le quali ha derogato ai criteri di cui all’articolo 1, comma 2, capoverso 2-bis, commi 1 e 5;

            prevedere altresì l’obbligo per il Governo di predisporre una relazione alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle modalità di reintegrazione delle risorse medesime e alle conseguenti iniziative nel caso di approvazione di provvedimenti legislativi di sua iniziativa che dispongano la riduzione o la diversa destinazione della quota statale dell’otto per mille;

            all’articolo 4, comma 1, capoverso Art. 5, comma 4, prevedere che la presidenza del Consiglio dei ministri definisca lo schema del decreto concernente il piano di ripartizione delle risorse in coerenza con le valutazioni delle suddette Commissioni;

            prevedere la soppressione del termine di cui al comma 2 del nuovo articolo 7, fissato in trenta giorni per l’espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti, oltre il quale decorre il termine ulteriore di 15 giorni per l’adozione del decreto di destinazione dei fondi, nonostante la norma di legge che prevede l’espressione dei pareri parlamentari (articolo 3, comma 19 della legge n. 664 del 1996) non fìssi alcun termine in proposito, nel rispetto dei Regolamenti delle Camere;

            specificare a decorrere da quale esercizio finanziario si applicheranno le disposizioni previste dallo schema di regolamento e disciplinare la fase transitoria del passaggio dal vigente al nuovo meccanismo di ripartizione della quota statale relativa all’otto per mille;

esprime parere favorevole con le seguenti condizioni:

            all’articolo 1, comma 2, capoverso Art. 2-bis, sopprimere il comma 2;

            all’articolo 1, comma 2, capoverso Art. 2-bis, dopo il comma 5 aggiungere il seguente:

“5-bis. Ove sia stata disposta, con un provvedimento legislativo di iniziativa governativa, la riduzione o la diversa destinazione delle risorse di cui al comma 1, il Governo riferisce alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle modalità di reintegrazione delle risorse medesime e alle conseguenti iniziative.”;

            all’articolo 1, comma 2, capoverso Art. 2-bis, al comma 6, aggiungere in fine il seguente periodo: “Nell’apposita sezione dedicata all’8 per mille del sito istituzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri sono resi disponibili, anche in formato elaborabile, i dati relativi alle richieste di ammissione al riparto delle risorse, agli interventi ammessi al suddetto riparto, le relazioni delle Commissioni tecniche che hanno proceduto alla valutazione delle singole iniziative, gli atti relativi alla successiva fase di erogazione dei fondi con esplicita indicazione dei termini di pagamento, nonché i risparmi realizzati e che possono essere conservati dai beneficiari;

            all’articolo 2, comma 1, capoverso Art. 3, comma 1, sostituire il secondo periodo con il seguente: “sono in ogni caso esclusi i soggetti aventi finalità di lucro”;

            all’articolo 2, comma 1, capoverso Art. 3, comma 2, sostituire la lettera a), con la seguente: “a) essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento delle imposte, delle tasse e delle assicurazioni sociali, nonché, nei casi previsti dalla legge, all’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro”;

            all’articolo 4, comma 1, capoverso Art. 5, comma 2, sostituire l’ultimo periodo con i seguenti: “La partecipazione alle Commissioni di cui al presente comma non dà luogo alla corresponsione di compensi, emolumenti, indennità o rimborsi spese. Dal funzionamento delle medesime Commissioni non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”;

            all’articolo 4, comma 1, capoverso Art. 5, comma 4, dopo le parole: “e definisce” aggiungere le seguenti: “, in coerenza con le valutazioni delle suddette Commissioni,”;

            all’articolo 6, capoverso “Art. 7”, sostituire il comma 2 con il seguente: “2. Il presidente del Consiglio, acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, espresso nel termine previsto dai Regolamenti delle Camere, adotta il decreto di destinazione dei fondi entro 15 giorni.”.

            all’articolo 7, comma 1, capoverso Art. 8, comma 5, sostituire l’ultimo periodo con i seguenti: “La partecipazione alle Commissioni di cui al presente comma non dà luogo alla corresponsione di compensi, emolumenti, indennità o rimborsi spese. Dal funzionamento delle medesime Commissioni non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”;

            all’articolo 11, sostituire il comma 1 con il seguente:

“1. Il presente regolamento si applica a decorrere dal 1o gennaio 2014″;

10 aprile CdM approva DEF 2013

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 10 aprile 2013, approva il Documento di economia e finanza 2013.

Di seguito l’estratto del comunicato stampa:

Il graduale miglioramento della situazione sui mercati finanziari registratosi nell’area dell’euro nel 2012 non si è ancora pienamente trasmesso all’economia reale ritardando la ripresa economica. In Italia la recessione, iniziata nella seconda metà del 2011, si è protratta per tutto il 2012. Nella media dell’anno il PIL si è ridotto del 2,4 per cento in termini reali, confermando le stime diffuse a settembre nella Nota di aggiornamento del DEF.

TAVOLA I.1 : INDICATORI DI FINANZA PUBBLICA (in percentuale del PIL)

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

NUOVO TENDENZIALE A LEGISLAZIONE VIGENTE

Indebitamento netto

-3,8

-3,0

-2,9

-1,8

-2,5

-2,1

-1,8

Variazione indebitamento netto cumulato 2015-2017

0,9

1,2

1,4

QUADRO PROGRAMMATICO AGGIORNATO
Indebitamento netto

-3,8

-3,0

-2,9

-1,8

-1,5

-0,9

-0,4

Saldo primario

1,2

2,5

2,4

3,8

4,3

5,1

5,7

Interessi

5,0

5,5

5,3

5,6

5,8

6,0

6,1

Indebitamento netto strutturale (1)

-3,5

-1,2

0,0

0,4

0,0

0,0

0,0

Variazione strutturale

-0,2

-2,3

-1,1

0,0

0,0

0,0

0,0

Debito Pubblico  (lordo sostegni) (2)

120,8

127,0

130,4

129,0

125,5

121,4

117,3

Debito Pubblico (netto sostegni) (2)

120,0

124,3

126,9

125,2

121,8

117,8

113,8

MEMO: Relazione al Parlamento (marzo 2013)
Indebitamento netto tendenziale (3)

-3,8

-3,0

-2,9

-1,8

MEMO: NOTA AGGIORNAMENTO AL DEF 2012  (Settembre .2012)
Indebitamento netto

-3,9

-2,6

-1,8

-1,5

-1,3

Saldo primario

1,0

2,9

3,8

4,4

4,8

Interessi

4,9

5,5

5,6

5,9

6,1

Indebitamento netto strutturale (1)

-3,6

-0,9

0,0

-0,2

-0,4

Variazione strutturale

0,0

-2,8

-0,9

0,3

0,2

Debito Pubblico  (lordo sostegni) (4)

120,7

126,4

126,1

123,1

119,9

Debito Pubblico (netto sostegni) (4)

119,9

123,3

122,3

119,3

116,1

PIL nominale (val. assoluti  x 1000) (5)

1578,5

1565,9

1573,2

1624,0

1677,7

1731,3

1785,9

1) Strutturale: al netto delle una tantum e della componente ciclica.

2) Al lordo ovvero al netto della quota di pertinenza dell’Italia dei prestiti EFSF diretti alla Grecia e del programma ESM. Per gli anni 2011  2012 l’ammontare di tali prestiti agli Stati membri dell’UEM (bilaterali o attraverso EFSF) è pari rispettivamente a  13.118 e 36.932 miliardi. Le stime per gli anno 2013-2017 includono i proventi da privatizzazioni per un ammontare pari a circa 1 punto percentuale di PIL all’anno.

3) Include gli effetti sull’indebitamento netto, derivanti dall’attuazione dell’accelerazione dei pagamenti dei debiti pregressi  delle P.A., valutati dell’ordine dello 0,5 per cento del PIL.

4) Al lordo ovvero al netto della quota di pertinenza dell’Italia dei prestiti EFSF diretti alla Grecia (non comprende gli aiuti previsti per la ricapitalizzazione del settore bancario spagnolo) e del programma ESM per gli anni dal 2010 al 2015.

5) Le stime del PIL nel breve periodo scontano solo parzialmente l’impatto delle riforme strutturali.

L’azione del Governo è stata finalizzata al mantenimento della stabilità finanziaria e nel contempo al rilancio dell’economia attraverso importanti riforme strutturali. Nonostante il contesto congiunturale sfavorevole, l’azione di riequilibrio dei conti pubblici è stata portata avanti con determinazione in vista del raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali nel 2013, mentre in termini nominali l’indebitamento netto del 2012 è risultato sostanzialmente in linea con le raccomandazioni ricevute in sede europea al 3,0 per cento del PIL.

L’azione di riequilibrio è stata accompagnata dall’approvazione di modifiche al quadro normativo nazionale che hanno dapprima introdotto e successivamente reso operativo il principio del pareggio di bilancio in Costituzione. Questo ha fatto seguito alla riforma della governance a livello europeo e all’impegno preso dal Governo italiano già nel marzo del 2011 nell’ambito del Patto Euro Plus e ai più stringenti requisiti di bilancio introdotti nel Six Pack nel novembre del 2011. Le modifiche introdotte pongono le basi per il conseguimento di un equilibrio di bilancio duraturo nel tempo.

L’attuale fase congiunturale, ancora sfavorevole, richiede che il conseguito risanamento di bilancio e il rispetto della stabilità finanziaria siano accompagnati da azioni di sostegno e rilancio della crescita e dell’occupazione.

Il Consiglio europeo del 14 marzo 2013, facendo seguito agli orientamenti dei Consigli europei di giugno e dicembre 2012, ha riconosciuto la necessità di un risanamento di bilancio differenziato, che permetta di utilizzare gli spazi di flessibilità controllata per azioni a favore della crescita e dell’occupazione

Il Governo italiano, in linea con tale orientamento, ha recentemente adottato un provvedimento d’urgenza in grado di immettere liquidità nel sistema economico mediante lo sblocco dei pagamenti dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione verso i propri fornitori. Tale misura sarebbe in grado di accelerare la ripresa della domanda già a partire dalla seconda metà dell’anno in corso. Il provvedimento, articolato nel biennio 2013-2014, si caratterizza per la sua connotazione di straordinarietà e non comporta un allontanamento dal percorso di risanamento finanziario cui il Governo rimane fermamente impegnato. Tenuto conto della necessità di mantenere il deficit di bilancio stabilmente al di sotto del 3,0 per cento del PIL anche per gli anni successivi all’abrogazione della procedura dei deficit eccessivi e con un margine giudicato sufficiente, il Governo ha valutato che lo spazio fiscale utilizzabile per l’operazione di accelerazione dei pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione sia di circa lo 0,5 per cento del PIL.

La minore crescita delle entrate tributarie a partire dal 2015 rispetto agli anni precedenti risente del venir meno del regime dell’IMU “sperimentale” e dei coefficienti catastali maggiorati. Qualora la fase sperimentale dell’IMU non dovesse essere confermata, futuri Governi dovranno provvedere alla sostituzione dell’eventuale minor gettito con interventi compensativi (Cfr variazione indebitamento netto cumulato in Tav. I.1).

In base all’andamento programmatico previsto, l’avanzo primario in termini nominali aumenterebbe progressivamente, raggiungendo il 5,7 per cento nel 2017, mentre il rapporto debito/PIL inizierebbe a ridursi velocemente già a partire dal 2014.

tasso_crescita_consiglio76_20130410

Tasso di crescita potenziale e impatto delle riforme strutturali (valori percentuali)

Fonte: Elaborazioni MEF con i modelli ITEM, IGEM e Funzione di Produzione.

Documento di economia e finanza 2013: Presentazione