Diritti negati: da chi?
Nessuno ha avuto l’onestà intellettuale di ricercare i motivi dell’accaduto, né dei comportamenti degli attori coinvolti: per esempio, che il plesso aveva un’unica classe prima, che quella classe era già di cinque unità sopra le norme di sicurezza (in provincia di Torino, dove la magistratura ha sanzionato implacabilmente per molto meno!), che comprendeva un altro disabile grave, che inserirvi un’altra bambina ed un altro insegnante di sostegno avrebbe portato la situazione a livelli inaccettabili, non solo per la sicurezza ma per la stessa agibilità didattica.
Nessuno si è preso la briga di ricercare se il Dirigente avesse la possibilità di sdoppiare la classe o se il Comune quella di ricavare nel plesso un’aula più grande: eppure sia l’uno che l’altro si erano immediatamente dati da fare in tal senso.
L’incidente sembra, fortunatamente, in via di soluzione, grazie all’impegno ed al senso di responsabilità di molti. Intorno al Dirigente si sono stretti solo i colleghi e gli amministratori locali dei comuni vicini, per fortuna numerosi. Facciamo volentieri nostra la loro richiesta di dare pubblicità al documento di solidarietà che hanno sottoscritto e che trovate in allegato.
Quel che vorremmo aggiungere è solo una considerazione: fino a quando si potrà continuare ad addossare sulle scuole e su chi le dirige ogni tipo di responsabilità, negando loro nel contempo i mezzi per farvi fronte?
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Documento sottoscritto da 108 persone (16 amministratori – tra cui 3 sindaci, 4 vicesindaci, il
vicepresidente e un assessore di Comunità Montana – 39 Professori di scuola secondaria di
primo e di secondo grado; 5 assistenti amministrativi; 6 collaboratori scolastici 36 insegnanti
di scuola primaria , 6 insegnanti scuola dell’infanzia e 1 consiglio di istituto.
Siamo un gruppo di amministratori, docenti e operatori della scuola della Valle di Susa e scriviamo
in merito a un episodio verificatosi in una scuola del nostro territorio che è immediatamente assurto
agli onori della cronaca.
Il fatto è il seguente: i genitori di una bambina ipovedente di nome Marta avevano chiesto di
iscrivere la propria figlia presso la scuola secondaria di primo grado del comune di Borgone e la
Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo di cui tale plesso fa parte non aveva acconsentito a
iscrivere la ragazzina. Per quale motivo? Perché la futura classe prima di cui Marta avrebbe dovuto
fare parte constava già di 23 iscritti di cui uno disabile e che quindi avrebbe necessitato della
presenza di un insegnante di sostegno, motivo per cui nell’aula – la cui capienza massima è di 20
ragazzi – avrebbero dovuto soggiornare 23 ragazzi e 2 docenti (la responsabile della sicurezza
scolastica è la Dirigente Scolastica) Nel caso in cui si fosse accettata anche l’iscrizione di Marta, i
ragazzi sarebbero passati a essere 24 e i docenti 3 (poiché Marta ha anche lei diritto a un docente di
sostegno). La Dirigente si è attivata immediatamente per chiedere presso il Comune l’ampliamento
di un’aula e presso l’Ufficio Scolastico per chiedere di valutare la possibilità di sdoppiare la futura
classe prima.
I giornali e i telegiornali si sono scatenati. Ovvio: il caso di una bimba disabile rifiutata da una
scuola appare particolarmente crudele. Quasi tutti i giornali hanno più o meno esplicitamente
lasciato intuire che la colpa fosse della Dirigente Scolastica, molti hanno sottolineato come il
ministro Profumo si sia immediatamente adoperato per risolvere la situazione e abbia anche parlato
personalmente con i genitori di Marta per rassicurarli e per fare gli auguri di buon anno scolastico
alla ragazzina…., quanta “umanità” rispetto alla “spietata” Dirigente Scolastica!!!
Nessuno si è degnato di far notare al tanto sensibile ministro Profumo che i dirigenti scolastici, i
docenti, i collaboratori scolastici, così come in altri ambiti i medici, gli infermieri, gli assistenti
sociali e tanti altri onesti lavoratori, per finire con gli amministratori (responsabili tra le altre cose
dell’edilizia scolastica e del sostegno economico della scuola per progetti particolari, compresi
quelli di sostegno all’handicap) si trovano a dover operare in situazioni sempre più difficili a causa
dei tagli che gli ultimi governi, compreso quello di cui Profumo fa parte, hanno imposto alla scuola
pubblica, alla sanità, alle spese sociali e alle amministrazioni.
Lo stesso ministro Profumo ha tagliato 200 milioni di euro alla scuola pubblica con la finanziaria
2011, taglio che si andava a sommare a quelli precedenti del governo Prodi che ammontavano a più
di 3 miliardi di euro in tre anni e a quelli del governo Berlusconi che ammontavano a più di 8
miliardi di euro nei tre anni successivi. Il governo di cui il tanto disponibile Profumo fa parte ha
inoltre operato tramite l’altrettanto sensibile ministro Fornero un taglio alla spesa sociale che si è
ridotta nel 2011 a 500 milioni di euro con la prospettiva di ridursi ulteriormente a 270 milioni di
euro entro il 2013, tagliando tra le altre cose i fondi per i malati di Sla (ai tempi del governo Prodi i
fondi per la spesa sociale ammontavano a 2,5 miliardi di euro).
Vale forse la pena ricordare che lo stesso governo di cui l’illustrissimo ministro Profumo fa parte
confermava nel frattempo – solo per fare un esempio – i finanziamenti per l’acquisto dei
cacciabombardieri F35 (spesa prevista: 15 miliardi di euro).
In questa situazione ci pare profondamente ingiusto e disonesto intellettualmente far ricadere la
colpa dell’accaduto sulla Dirigente Scolastica nostra concittadina, la cui unica colpa è forse quella di
aver cercato di rispettare una serie di leggi, essendo posta oggettivamente nell’impossibilità di
rispettarle tutte contemporaneamente; leggi peraltro che tendono sempre a scaricare verso il basso le
responsabilità e la cui logica sottintesa è nella sostanza spesso semplicemente quella del risparmio
economico. E’ sacrosanto dire che l’iscrizione di un alunno disabile non può mai essere rifiutata e
siamo ovviamente tutti d’accordo, solo un Paese incivile potrebbe permettere che avvenisse una
cosa simile; perché però una tale legge non sia priva di fondamento bisognerebbe concedere i fondi
alle amministrazioni locali per effettuare interventi sugli edifici scolastici, fondi alla scuola per i
docenti di sostegno in numero adeguato, per pagare i docenti per un’eventuale classe aggiuntiva e
per i collaboratori scolastici in numero sufficiente (perché ai più forse sfugge ma – solo per fare un
piccolo esempio -chi porta il/la ragazzino/a disabile in bagno se non c’è un collaboratore? Se ci va
l’insegnante, chi guarda gli altri alunni minorenni nel frattempo? E si potrebbero fare decine e
decine di altri esempi); bisognerebbe inoltre concedere i fondi alla spesa sociale per gli educatori e
gli operatori socio-sanitari, ecc.
Esprimiamo quindi la nostra solidarietà alla Dirigente Scolastica e preghiamo il Governo di
assumersi seriamente le proprie responsabilità, rifinanziando la scuola pubblica e i servizi
assistenziali e preghiamo i mass media di operare con maggior spirito critico andando a sviscerare
le cause prime degli eventi, anche se ci rendiamo conto che è molto più facile prendersela con una
Dirigente Scolastica che non con un Governo.
Auguriamo infine alla piccola-grande Marta di potersi iscrivere nel luogo da lei maggiormente
desiderato, come è suo diritto, e che la scuola che la accoglierà possa garantire appieno lo “star
bene” e la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti nella relazione educativa.