Perché i test a crocette fanno male alla scuola

Perché i test a crocette fanno male alla scuola.

 

Immaginate di venire a sapere che l’autista dell’autobus, il macchinista del treno della metropolitana o del FrecciaRossa, il pilota dell’aereo su cui state viaggiando, abbia conseguito la patente senza esami e prove pratiche di guida, ma solo con l’esame scritto fatto con una serie di test a risposta multipla e di qualche sessione su un simulatore di guida come quelli che trovate nelle sale giochi. Immaginate di venire a conoscenza del fatto che su quell’autobus, quei treni, quell’aereo non sono stati effettuati dei crash test prima di abilitarli al servizio, e che la garanzia della loro tenuta sia stata ottenuta solo con delle proiezioni computerizzate.

Immaginate di andare a protestare dai dirigenti della rete di trasporto pubblico, dall’amministratore delegato delle ferrovie, dal presidente del consiglio di amministrazione della compagnia aerea, e di sentirvi rispondere che “è così in tutta l’Europa”; che avete ragione, ma “non è il momento di farci dei nemici, bisogna invece farsi furbi”; o che la vostra contrarietà a questi criteri di selezione e misurazione dimostra che “siete difensori di privilegi anacronistici, nemici delle norme di sicurezza e nostalgici del passato”.

Affidereste il futuro vostro e dei vostri cari a questi mezzi, questi conducenti, a questo sistema di trasporto?

Eppure il futuro del paese, o almeno quella rilevante porzione di futuro che dipende dall’esistenza di una buona scuola, dall’acquisizione di una buona istruzione, dalla capacità di interagire con il mondo e con gli altri attraverso un sapere adeguato e flessibile: questo futuro, che è quello delle prossime generazioni, è nelle stesse condizioni di quei guidatori e di quei mezzi di trasporto. “Perché ce lo chiede l’Europa”, ci viene detto: come se l’Italia non fosse parte integrante di questa Europa, non avesse voce in capitolo, non partecipasse ai momenti decisionali.

 

Da alcuni anni – dal 1990, per fissare un punto d’inizio – i sistemi scolastici sono invasi da un’ansia, un’ossessione compulsiva, una coazione inderogabile alla misurazione. “Misurazione”, non “valutazione”: siamo tutti donne e uomini di scuola, e l’esattezza delle parole è importanti. Se prendo un Piano dell’Offerta Formativa, uno qualunque, trovo scritto che «Valutare non significa solo misurare i livelli raggiunti nelle singole prove orali, scritte e pratiche, ma considerare l’acquisizione di un metodo di lavoro adeguato agli obiettivi prefissati, i progressi compiuti, il livello delle capacità possedute rapportate alle operazioni cognitive richieste, la qualità delle conoscenze e delle competenze acquisite. Alla valutazione finale concorrono anche l’interesse, l’impegno, la motivazione e il coinvolgimento nel lavoro educativo». Dove non si ha la possibilità, o la volontà, o l’interesse, a considerare questi criteri c’è una mera rilevazione, al più una misurazione, non una valutazione.

 

Dicevamo: è dal 1990 che prende l’avvia quest’ansia misuratrice. Dal rapporto Istruzione e competenza in Europa dell’ERT (European Round Table of Industrialists), potente lobby industriale decisa a lanciarsi nel mercato dell’insegnamento. In questo rapporto si afferma che «l’istruzione e la formazione sono considerate come investimenti strategici vitali per il futuro successo dell’impresa», e si deplora il fatto che che «l’industria ha soltanto una modestissima influenza sui programmi didattici». Tre anni dopo, nel Libro verde sulla dimensione europea dell’educazione redatto dalla Commissione Europea si asseriva la necessità di formare delle «risorse umane per i bisogni esclusivi dell’industria» e favorire «una maggiore adattabilità di comportamento in maniera da rispondere alla domanda del mercato della manodopera» sin dalla scuola materna: gli studenti diventano «clienti» o «capitale umano», i corsi «prodotti» o «mercato del lavoro», le famiglie «utenza». Quanto agli insegnanti, un documento OCSE del 1996 li definisce «coloro che non costituiranno mai un mercato redditizio, e la cui esclusione dalla società in generale si accentuerà nella misura in cui gli altri continueranno a progredire»: in un mercato mondiale della formazione reso possibile dalle nuove tecnologie, «l’apprendimento a vita non può fondarsi sulla presenza permanente di insegnanti», ma dev’essere assicurato da «prestatori di servizi educativi».

 

Questi documenti sono, per così dire, l’inizio del processo evolutivo della scuola, di cui oggi vediamo gli esiti. Ma, com’è noto, è sempre l’anatomia dell’uomo che spiega quella della scimmia – con la trascurabile eccezione di qualche testardo creazionista –, e non il contrario. L’anatomia dell’oggi ci parla di superamento di test a scelta multipla come strumenti di valutazione: test che premiano «una forma peculiare di intelligenza analitica, apprezzato dai gestori e dalle imprese del settore finanziario che non vogliono che dipendenti pongano domande scomode o verifichino le strutture e gli assiomi esistenti: vogliono che essi servano il sistema. Questi test creano uomini e donne che sanno leggere e far di conto quanto basta per occupare posti di lavoro relativi a funzioni e servizi elementari. I test esaltano quelli che hanno i mezzi finanziari per prepararsi ad essi, premiano quelli che rispettano le regole, memorizzano le formule e mostrano deferenza all’autorità. I ribelli, gli artisti, i pensatori indipendenti, gli eccentrici e gli iconoclasti – quelli che pensano con la propria testa – sono estirpati». Queste parole sono di Chris Hedges [potete cliccare sul nome se volete leggerlo per intero], un giornalista che dopo aver raccontato la guerra in Irak, è tornato in patria per raccontare un’altrettanto drammatica guerra: quella che il governo statunitense sta conducendo contro il diritto all’istruzione. La critica di Chris Hedges, accanto a quelle condotte in Gran Bretagna, Francia, Finlandia sulle derive cui hanno condotto l’adozione dei test di valutazione come criteri didattici, ci dicono che il frame del “non possiamo essere gli unici in Europa” è, oltre che logicamente scorretto, falso: in realtà stiamo adottando la mela bacata che altri paesi cominciano a rifiutare, e che nondimeno ci viene offerta. Fare una torta per riciclare le mele che stanno andando a male può essere indice di parsimonia: offrirla agli ospiti è senz’altro segno di scarso rispetto

 

Ancora uno sguardo sull’anatomia della scuola dei test. È capitato due anni fa – lo abbiamo raccontato io e il collega Matteo Vescovi – che gli studenti abbiano dovuto rispondere a dei quiz predisposti dall’Invalsi su un racconto di Mario Rigoni Stern [cliccando su “Rigoni Stern” potete leggere l’analisi integrale]. E che quei quiz fossero errati, talora in modo grave. È grave che alla domanda sulle intenzioni dell’autore sia indicata come errata la risposta “Dichiarare apertamente la sua avversione alla guerra ed esortare i giovani ad evitarla”. È altrettanto grave che gli studenti siano stati obbligati a scegliere una tra le quattro diverse interpretazioni possibili del testo, come se le altre tre non fossero state  – e lo erano – altrettanto plausibili: come se un grande scrittore non sia tale proprio per la sua capacità di comunicare non una sola, ma più cose all’interno del proprio testo. Come se non fosse compito della scuola insegnare a comprendere che ci sono diverse prospettive, punti di vista, interpretazioni di uno stesso oggetto. Come è possibile che accada una cosa del genere? Succede così: qualche oscuro tecnocrate esterno alla scuola prepara un test di rilevazione, lo inserisce in una busta che, sigillata, viene inviata alle scuole, nelle quali il dirigente si limita a trasmettere detta busta ai “somministratori”, che si consiglia dover essere docenti esterni tanto alla classe quanto alla materia, e da questi nelle mani e nelle menti degli studenti, che appongono sotto sorveglianza le loro debite crocette; questi test sono poi restituiti ai correttori, che con l’ausilio di uno scanner (quando va bene), o a mano conteggiano le risposte e trasmettono all’INVALSI gli esiti, affinché il «gruppo di esperti» esterno alla scuola elabori una misurazione (che viene spesso disinvoltamente spacciata, o confusa, o scambiata per “valutazione”), che a sua volta viene di nuovo trasmessa alle scuole. In nessuno di questi passaggi è attiva una qualche intelligenza critica che, esaminando i testi delle prove, può esercitare un legittimo diritto di interdizione fondato sul riconoscimento del danno che queste prove causano a cose come didattica, apprendimento, formazione, pensiero critico e altre sciocchezze. Coloro che lavorano nella scuola come insegnanti o dirigenti sono invitati a dismettere le proprie vesti e le proprie intelligenze e rivestire per un giorno quelle del passacarte, del burocrate cieco, sordo e muto al servizio di una macchina ottusa: come personaggi kafkiani, sono misuratori, e dunque misurano.
E così, per obbedienza a un ordine o in ottemperanza a una direttiva, accade che il sergente Mario Rigoni Stern, scampato alla guerra, alla neve e ai lager nazisti sia impallinato dalla scuola italiana, senza che alcuna delle persone coinvolte nella gestione dei diversi segmenti del processo si sia senta responsabile dell’accaduto. Nel contempo in alcune scuole si sostituiscono gli insegnanti somministratori in sciopero, e si inquisiscono gli studenti che hanno sporcato di saliva il codice a barre del test. Si può sputare sui diritti dei lavoratori e su Mario Rigoni Stern, ma non sulla sacralità del codice a barre dei test: questo è il messaggio educativo che passa ai nostri studenti.

 

Girolamo De Michele

 

Post scriptum: in periodo di crisi e di tagli alla scuola, si sappia che i test di valutazione Invalsi sono costati, lo scorso anno, 8 milioni. E che il Direttore generale dell’Invalsi percepisce uno stipendio annuo di € 152.886,93.

 

(“Estense. com”, Quotidiano online di informazione, blog, Ferrara, 16 aprile 2013).

 

(Prima parte della relazione esposta poi in occasione della giornata di studi sul tema “Quale valutazione per quale scuola?”, organizzata a Ferrara dal Coordinamento delle scuole di Ferrara “La scuola è di tutti” e dal Centro Studi per la Scuola Pubblica di Bologna, col Patrocinio del Comune di Ferrara; 20/04/2013).

 

 

Criteri reclutamento del personale valorizzino merito

Scuola, Mascolo (Ugl):
“Criteri reclutamento del personale valorizzino merito”

“Le procedure di reclutamento del personale docente, ancora una volta, prevedono test a risposta multipla: i criteri adottati dal Miur e inerenti i Tfa speciali, introdotti in modo unilaterale dal dicastero di viale Trastevere, sono rigidi e al tempo stesso non valorizzano il merito, non prendendo in considerazione la formazione globale del personale della scuola. In questo modo la professionalità passa in secondo piano”.
Lo ha detto il segretario nazionale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo, durante un corso di formazione per dirigenti sindacali e rsu a Potenza.
“Riteniamo dunque indispensabile, al fine di assicurare all’istruzione pubblica un servizio di qualità in continua crescita – ha proseguito – l’adozione di metodi di valutazione che, invece di andare a vantaggio di chi ‘impara la lezione a memoria’, tengano conto in modo più complessivo dell’attitudine dei candidati alla professione di docente”.

Ricorsi Pettine inattaccabili

Ricorsi Pettine ANIEF inattaccabili: MIUR travolto in tribunale

 

La continua e precisa azione dell’ANIEF nella risoluzione del contenzioso “pettine” e il costante e magistrale impegno degli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli nella gestione e nella cooperazione con la rete dei nostri legali sul territorio, convincono i giudici di tutta Italia con argomentazioni univocamente ritenute esaustive, condivisibili e inattaccabili a conferma dell’assoluto diritto dei ricorrenti ANIEF all’immissione in ruolo dalle graduatorie 2009/2011 e della fondatezza delle ragioni sostenute dal nostro sindacato contro le “code della vergogna”.

 

Presso il Tribunale di Verona, l’Avv. Maria Maniscalco ottiene la condanna del MIUR al riconoscimento del diritto all’immissione in ruolo dalle graduatorie del 2009 per una iscritta ANIEF a lei affidata con piena conferma che l’azione dei nostri legali ha ottenuto nei tribunali di tutta Italia un successo ormai univoco. Il Giudice, infatti, conviene che “sulla questione oggetto del presente giudizio esistono numerose pronunce di merito, tutte, per quanto è dato di sapere, favorevoli alla tesi attorea” e dichiara che le argomentazioni esposte dall’ANIEF e riportate nelle ormai numerose sentenze di merito già ottenute “appaiono esaustive e del tutto convincenti e condivisibili”. Spese di lite a carico del MIUR, ovviamente soccombente, quantificate in 3.000 Euro oltre accessori.

 

Il Tribunale di Napoli, accogliendo il ricorso patrocinato sul territorio dall’Avv. Michele Speranza, riconosce che il diritto della nostra iscritta all’immissione in ruolo in virtù del corretto inserimento “a pettine” nelle graduatorie 2009/2011 è “diritto soggettivo perfetto” che rende la situazione giuridica vantata dalla ricorrente “inattaccabile dalla eventuale diversa e separata pronuncia favorevole resa nei confronti di altro docente facente parte della graduatoria permanente”. Di conseguenza il Giudice, dichiarando tra l’altro “l’inconferenza della richiesta formulata dal Ministero di integrazione del contraddittorio nei confronti di tutti i docenti inseriti nella suddetta graduatoria”, lo condanna all’immissione in ruolo della ricorrente e al pagamento di 3.650 Euro di spese di giudizio.

 

Anche il Giudice del Lavoro dell’Aquila, con la prima sentenza definitiva ottenuta dall’ANIEF grazie all’ottimo e sempre preciso intervento dell’Avv. Rodrigo Verticelli presso questo tribunale, conferma quanto da sempre e con forza sostenuto dall’ANIEF: “nella fattispecie, si fa questione di diritti soggettivi e, di conseguenza, assume rilevanza nel presente giudizio unicamente il momento lesivo di tali diritti (corrispondente all’inserimento della ricorrente “in coda” anziché “a pettine) e non possono perciò essere presi in considerazione profili ulteriori e di per sé riguardanti, per così dire, la “ricostruzione” di una nuova (e, per di più, del tutto virtuale) graduatoria”. MIUR, anche questa volta, condannato al pagamento di 1.800 Euro di spese processuali.

 

L’ANIEF travolge il MIUR, ottenendo il pieno accoglimento dei propri ricorsi, anche presso il Tribunale di Lanciano, con il patrocinio dell’Avv. Manuela Pirolozzi; presso il Tribunale Tolmezzo, con il patrocinio dell’Avv. Fortunato Niro, presso il Tribunale di Piacenza con due sentenze ottenute dall’Avv. Irene Lo Bue. A conti fatti, l’ultima settimana di contenzioso contro l’ANIEF è costata al MIUR, che continua ad opporsi a un diritto ormai univocamente riconosciuto, circa 20.000 Euro per spese di soccombenza.

 

L’ANIEF ha da sempre sostenuto che il merito e la Costituzione non potevano essere, neanche per un biennio, relegati “in coda” dal Ministero dell’istruzione. I Giudici amministrativi e la Corte Costituzionale ci avevano già dato ragione; solo il MIUR, con pervicace ostinazione, ha continuato a elucubrare vane e fantasiose teorie a sostegno del proprio operato. Ora i nostri legali, contro cui il Ministero continua a soccombe in giudizio, stanno ottenendo quotidiani e soddisfacenti successi nei tribunali del lavoro di tutta Italia forti delle solide e inattaccabili ragioni sostenute dal nostro sindacato.

Convegno Biblioteche scolastiche

Convegno Biblioteche scolastiche
Bari, 23 aprile 2013

E’ dedicato alle biblioteche scolastiche il convegno che si terrà a Bari, al Liceo ginnasio statale Orazio Flacco, il prossimo 23 aprile, giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, proclamata dall’UNESCO. Con il suo patrocinio, l’Associazione Italiana Biblioteche – Regione Puglia, il Coordinamento nazionale bibliotecari scolastici, l’Associazione Italiana Editori, con la collaborazione del Liceo Flacco e delle reti di biblioteche scolastiche pugliesi promuovono un’occasione di incontro e conoscenza allo scopo di confrontare esperienze internazionali, con particolare riguardo al Piano strategico sulla lettura e allo specifico sostegno alle biblioteche scolastiche, varato dal Portogallo, e riflettere sulle buone pratiche attuate nelle nostre scuole da Torino, a Bella (Pz) ad Altamura.

Il convegno si rivolge a docenti, dirigenti scolastici, bibliotecari, operatori culturali e a quanti si impegnano, a vario titolo, per alimentare la passione per la lettura, a cominciare dai più piccoli, e auspicano che finalmente in ogni nostra scuola uno spazio dedicato alla lettura e alla ricerca di informazioni, ricco di testi bibliografici e multimediali, agisca da volano per l’innalzamento degli indici di lettura, considerati unanimemente fattore di crescita e sviluppo del Paese. Numerosi e qualificati i relatori invitati: Anna Cantatore, Waldemaro Morgese, Giulia Masiello, Giovanni Peresson, Luisa Marquardt, Antonio d’Itollo, Loredana Perla, Barbara De Serio, Giuseppe Fiori. Ospite d’onore è Ana Bela Pereira Martins del Ministero dell’Educazione del Portogallo. Porgeranno il saluto: Lucrezia Stellacci , Capo Dipartimento del MIUR,  Angela Barbanente, Vice presidente della Regione Puglia, Fabio Losito, Assessore alle politiche educative e giovanili del Comune di Bari.

Completano il programma una mostra di illustrazioni per l’infanzia, a cura dell’atelier Mago Girò, ed una mostra-mercato del libro per ragazzi. In chiusura il monologo di Michele Santeramo “Nobili e porci libri” ispirato alla figura del barone Gennaro De Gemmis,  agronomo e bibliofilo, donatore del nucleo fondante della Biblioteca provinciale che ha sede nel complesso di Santa Teresa dei maschi.

Presentazione convegno

Ripartire dalla cultura è l’appello che viene accoratamente lanciato ai decisori politici da più parti e da un sempre più ampio numero di cittadini che confidano nella possibilità di rimettere in moto il nostro Paese, in evidente declino, non solo economico. Una delle ruote motrici di questa possibilità è individuata dall’AIB, dall’AIE e dal CONBS, promotori del convegno, nella biblioteca scolastica, anello debole di una catena che va riscoperta e rilanciata se vogliamo il miglioramento degli indici di lettura, delle competenze linguistiche degli studenti nonché la prevenzione dell’analfabetismo funzionale. Intendiamo così celebrare la giornata mondiale UNESCO sul libro e il diritto d’autore auspicando che, finalmente, in ogni nostra Scuola la biblioteca sia una presenza qualificata e qualificante, in grado di svolgere un ruolo originale ed essenziale nel quadro di una strategia welfaristica a lungo termine per lo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese. Auspichiamo, altresì, che siano garantiti bibliotecari scolastici competenti, adeguati ai profondi cambiamenti sociali, economici, tecnologici, educativi, a sostegno di una istruzione di qualità. Il convegno Una, cento, mille biblioteche nelle scuole è strutturato in tre sezioni, oltre ai saluti istituzionali non formali e problematici: una sezione di relazioni, compresa quella di Ana Bela Martins che illustrerà il piano di promozione della lettura e delle biblioteche scolastiche lanciato in Portogallo; una relativa alle buone pratiche realizzate nelle nostre scuole, e per finire una pièce teatrale sulla vita di un grande bibliofilo: il Barone De Gemmis. Qualificanti sono anche le iniziative contestuali al convegno: una mostra di illustrazioni per l’infanzia e una mostra-mercato del libro per ragazzi con spazio-lettura; si è voluto in questo caso selezionare proposte originali e di grande valenza qualitativa al fine di offrire ai partecipanti materiali didattici di sicura utilità.

Calabria, chiarito il mistero delle prove scomparse

da Tecnica della Scuola

Calabria, chiarito il mistero delle prove scomparse
di A.D.F.
Dopo le notizie diffuse dal nostro sito, l’Usr Calabria, in data 15 aprile 2013 ci ha inviato una nota per chiarire le dinamiche delle procedure riguardanti il concorso a cattedra Ambito disciplinare 4.
Nella nota si legge testualmente: “In merito alle notizie di stampa, comparse negli ultimi giorni, su presunte anomalie inerenti i concorsi a cattedre, l’Ufficio scolastico regionale ha ritenuto opportuno convocare i presidenti della commissione del concorso in questione – Ambito disciplinare 4 (43/A – Italiano, storia ed educazione civica, geografia nella scuola media e 50/A Materie letterarie negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado) ed, in particolare, il presidente coordinatore dirigente scolastico Maria Luigia Giovinazzi ed il presidente della commissione giudicatrice dirigente scolastico Alfonso Zampogna”.
I predetti presidenti hanno dichiarato:
Per mero errore del candidato, gli elaborati di italiano sono stati inseriti in una delle tre buste (quella media) date in dotazione, anziché quella grande. Si è quindi proceduto ad estrarre soltanto i rispettivi elaborati contenuti all’interno di esse, senza peraltro procedere a verifica di qualsivoglia dato anagrafico identificativo, rimasto secretato all’interno della “busta” sigillata. Tali “buste”, contenenti i dati anagrafici, sono state reinserite all’interno della “busta” di riferimento in modo da rendere inaccessibile il contenuto delle stesse”.
Ne consegue, che le prove di italiano esistevano e sono comunque rimaste sempre nel plico di riferimento, intendendo per plico di riferimento l’insieme delle tre buste (ovvero grande, media e piccola) e che le procedure attivate dalla Commissione sono ineccepibili nella loro regolarità.
A questo punto il giallo delle buste vuote calabresi svanisce, come dovrebbero svanire i dichiarati esposti presentati da alcuni docenti alla competente Procura della Repubblica.

“Spostamento” e Trasferimento di iscrizione”

da Tecnica della Scuola

“Spostamento” e Trasferimento di iscrizione”
di L.L.
Chiarimenti del Miur sull’utilizzo delle due funzioni nell’ambito della terza fase delle iscrizioni
Facendo seguito alla precedente nota del 20 marzo 2013, il Miur ha fornito delle precisazioni riguardo all’utilizzo delle  nuove funzioni al SIDI di “Spostamento” e “Trasferimento di iscrizione”.
La funzione di Spostamento (presente in “Gestione iscrizioni” nell’anno scolastico 2013/2014 e quindi visibile solo per le scuole statali) deve essere utilizzata per effettuare lo spostamento di gruppi di alunni da un codice meccanografico ad un altro quando questi codici sono nuovi nell’anno scolastico 2013/2014 (a seguito di dimensionamento) o appartengono alla stessa istituzione scolastica principale (e quindi l’operazione non necessita di nulla osta da parte della scuola di partenza in quanto la segreteria amministrativa è la stessa).
Invece, la funzione Trasferimento d’iscrizione consente, invece, ad una nuova scuola di destinazione di assumere una domanda di iscrizione precedentemente presentata ad altra scuola che è chiamata a rilasciare il nulla osta al trasferimento. Una volta ottenuto il nulla osta la nuova scuola di destinazione potrà eseguire l’operazione.

Profumo: risorse scarse, ma regole più certe e trasparenti

da tuttoscuola.com

Profumo: risorse scarse, ma regole più certe e trasparenti

Quello che in pochi mesi ho cercato di fare, pur in assenza di risorse, è definire le regole. Uno dei miei obiettivi è stato fissare regole più trasparenti, con rispetto dei tempi, più semplici e che consentano al sistema italiano di avviarsi verso un modello più europeo”.

Questa la risposta data dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ai giornalisti che oggi a Sassari gli chiedevano se ci fosse sperequazione tra isole e penisola per i criteri di valutazione e la ricerca.

Certamente se avessimo avuto le risorse sarebbe stato più semplice – ha spiegato il ministro – ma credo che bisogna avere il coraggio nei momenti di difficoltà di costruire il futuro. E’ quello che ho cercato di fare. Abbiamo un’ottantina di atenei: non ce ne sono di serie A o serie B, ma non sono tutti uguali. Non e’ quindi corretto che tutti abbiano la stessa offerta formativa. L’obiettivo è che ciascuno trovi nell’autonomia responsabile il proprio modello e che sia corrispondente alla domanda dei territori”.

In pratica: visto che le risorse sono scarse, non si devono dare alle università che si collocano al di sotto di un certo standard quantitativo e qualitativo.

Anche in materia di diritto allo studio Profumo ha sottolineato che si rendono necessarie regole nazionali. “In molti casi abbiamo pensato di avere autoregolamentazione, ma non funziona quando ci sono poche risorse. Stiamo lavorando a un decreto in cui ci siano più responsabilità dello Stato e delle Regioni e avere un fondo unico che consenta di avere più borse di studio di valore più elevato e trasparenza nel tempo e nell’assegnazione. Ogni volta che facciamo un contratto con gli studenti dobbiamo essere trasparenti e certi che venga rispettato. Purtroppo oggi questo non avviene“.

La Flc Cgil dà i numeri dei tagli nell’istruzione negli ultimi 5 anni

da tuttoscuola.com

La Flc Cgil dà i numeri dei tagli nell’istruzione negli ultimi 5 anni

La Flc  Cgil dà i numeri, e presenta una propria elaborazione, su dati Miur, che mette in evidenza “gli effetti delle politiche regressive degli ultimi 5 anni“.

Sinteticamente, dichiara in una nota il segretario generale Mimmo Pantaleo, “possiamo rilevare che a fronte della riduzione complessiva di 81.614 docenti abbiamo avuto un aumento di oltre 90.000 alunni in più, che avrebbe dovuto determinare un incremento di circa 9.000 docenti in più“. E ancora: “Con oltre 90.000 alunni in più si sarebbero dovute creare non meno di 4.500 classi in più (con media di 20 alunni per classe), invece ne sono state tagliate oltre 9.000. La conseguenza e’ evidente: le cosiddette classi pollaio sempre più numerose, spesso anche oltre il tetto massimo previsto per norma“.

Riflette Pantaleo: “Si taglia ovunque, – 28.032 posti nella primaria – 22.616 nella secondaria di primo grado – 31.464 nella secondaria di secondo grado, eccetto la scuola dell’infanzia dove le sezioni registrano un piccolo aumento +518“. E non va meglio per il personale tecnico amministrativo: “-17,5 % dei posti in cinque anni 43.878 posti in meno: ciò significa meno sicurezza, meno servizi, meno laboratori“. Infine le stesse istituzioni scolastiche “sono state consistentemente ridotte di quasi il 20%, cioè scomparse quasi 2000 scuole“.

Per questo la Flc Cgil “chiede alla politica tutta che si faccia carico delle emergenze della scuola italiana e chiede che si avvii un piano di investimenti che consenta di invertire questo drammatico trend. Nel sud occorre garantire l’estensione del tempo pieno e della scuola dell’infanzia, l’innalzamento qualitativo dell’offerta formativa, un piano di edilizia scolastica e una decisa azione per contrastare l’evasione dell’obbligo scolastico“. E annuncia il proseguiremo nei prossimi giorni della “campagna per la qualità della scuola pubblica statale dimostrando ciò che si può mettere immediatamente in campo nel breve e medio periodo e dando così continuità alle iniziative dei giorni scorsi dall’appello per la scuola dell’infanzia al presidio del personale precario“.

Il documento dei saggi sull’istruzione piace a Profumo, Pd e studenti

da tuttoscuola.com

Il documento dei saggi sull’istruzione piace a Profumo, Pd e studenti

La parte sull’istruzione (Il documento dei ‘saggi’ sulla scuola) del documento dei Saggi istituiti dal Presidente Giorgio Napolitano è in questi giorni oggetto di un generale apprezzamento.

A quello del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, che apprezza del documento la “grandissima attenzione alla scuola, all’università e alla ricerca. È un segnale importante che ci sia tanta attenzione a quello che è lo strumento per far ripartire il Paese”., si aggiunge il favore della responsabile Scuola del Partito Democratico Francesca Puglisi, che sul proprio blog titola eloquentemente “Ottimo il lavoro dei saggi sull’istruzione!

La Puglisi in particolare auspica che il contributo in materia di istruzione offerto dal gruppo di lavoro istituito dal Presidente Giorgio Napolitano “sia la vera traccia di lavoro del prossimo Governo” e “il programma in cui tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento si possano riconoscere. Perché la scuola e’ la più grande istituzione democratica del Paese e merita di non essere il terreno dello scontro politico, ma il terreno di lavoro comune per ricostruire il futuro dell’Italia”.

Le indicazioni dei Saggi sembrano trovare corrispondenze con la scuola desiderata dagli studenti, se, come spiega il sito Skuola.net, alcuni degli interventi proposti nella Relazione del Gruppo di lavoro in materia economico-sociale ed europea, “sorprendentemente”, coincidono con la lista di priorità espresse al sito da oltre 2.000 studenti che hanno partecipando alla ricerca online “La scuola del futuro”.

In particolare, spiegano dal sito dedicato al mondo studentesco, i saggi individuano sostanzialmente cinque aree di intervento: digitalizzazione e connessione alla rete, alternanza scuola-lavoro, provvedimenti per la riduzione dell’abbandono scolastico, potenziamento fondi per il diritto allo studio,  promozione di sani stili di vita a scuola. Questa “playlist” ha delle straordinarie somiglianze con la lista dei desideri espressa da circa 2.000 studenti di medie e superiori che hanno partecipato alla ricerca promossa da Skuola.net.

“Dis-education for free?”

“Dis-education for free?” Il 23 aprile a Milano il lancio all’Università Bocconi del nuovo concorso AIE per gli studenti universitari in occasione del Maggio dei Libri.
A dare il via al concorso sarà l’attore e scrittore Alessandro Bergonzoni

E’ il tempo dell’Università senza libri? E’ il momento della formazione su slide e dispense? Questa la provocazione sottesa al lancio della terza edizione del concorso è-book dell’Associazione Italiana Editori (AIE) dedicato agli studenti universitari, che sarà presentato a Milano martedì, 23 aprile, alle 11.30 nel corso dell’appuntamento Dis-education for free? Università, cultura, libri al tempo di Fac-è-book in programma nell’Aula Maggiore dell’Università Bocconi (via Sarfatti, 25 – Milano).
Un’iniziativa per festeggiare l’inizio del Maggio dei Libri e la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore (23 aprile) proprio con i ragazzi delle università. Alla base, una riflessione seria: è il tempo per la cultura e lo studio universitario mordi e fuggi? A prospettare, con la consueta ironia, questa “formazione ai tempi di Facebook”  sarà l’attore e scrittore Alessandro Bergonzoni, che darà il via al concorso voluto da AIE con il coinvolgimento e in collaborazione con  tutto il mondo universitario: Conferenza dei Rettori – CRUI, Consiglio universitario Nazionale – CUN, Agenzia di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca – ANVUR, Associazione italiana dei Comunicatori d’Università – AICUN. Per la prima volta gli studenti universitari italiani potranno vincere un contributo di duemila euro alla retta di un anno dell’università (in base a quella 2012/2013) o duemila euro in libri.
Il programma dell’iniziativa – Ad aprire l’incontro saranno i saluti del presidente di AIE Marco Polillo e del Pro-Rettore alla ricerca dell’Università Bocconi Tito Boeri. Seguiranno gli interventi di Fausto Colombo dell’Università Cattolica e di Paola Dubini dell’Università Bocconi sul tema “Cultura senza libri, Università senza professori”. Seguirà la presentazione della terza edizione del concorso AIE, a cura della presidente del gruppo accademico professionale di AIE Mirka Daniela Giacoletto Papas. L’appuntamento si chiuderà con l’intervento di Alessandro Bergonzoni sul tema “Dis-education for free?”.

Avviso 16 aprile 2013

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per l’Istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni

E’ in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il Decreto Interministeriale del 7 febbraio 2013, con il quale vengono riorganizzati i percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore – IFTS – di cui al Capo III del D.P.C.M. 25 gennaio 2008, allo scopo di corrispondere alla richiesta di competenze tecnico-professionali provenienti dal mondo del lavoro pubblico e privato, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese ed ai settori interessati da innovazioni tecnologiche e dalla internazionalizzazione dei mercati.
I percorsi sono programmati dalle Regioni, hanno una durata di due semestri per complessive 800/1000 ore e sono finalizzati al conseguimento di un certificato di “specializzazione tecnica superiore”; tale qualificazione è referenziata al livello EQF n. 4.
Il primo ciclo delle attività formative si avvierà, in fase di prima applicazione, con l’anno formativo 2013/2014 e sarà oggetto di attività di monitoraggio e valutazione, ai fini della definitiva messa a regime dei percorsi di IFTS.

Decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62

Decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62
(GU n.129 del 4-6-2013)

Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. (13G00104)

 

                   IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 

  Visto l'articolo 87, quinto comma, della Costituzione; 
  Visto l'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400; 
  Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante  "Norme
generali  sull'ordinamento   del   lavoro   alle   dipendenze   delle
amministrazioni pubbliche"; 
  Visto, in particolare, l'articolo 54 del decreto legislativo n. 165
del 2001, come sostituito dall'articolo 1, comma 44,  della  legge  6
novembre 2012, n. 190, che  prevede  l'emanazione  di  un  Codice  di
comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni al  fine
di assicurare la qualita' dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di
corruzione, il  rispetto  dei  doveri  costituzionali  di  diligenza,
lealta', imparzialita' e servizio esclusivo alla cura  dell'interesse
pubblico; 
  Visto il decreto del Ministro per la funzione pubblica 28  novembre
2000, recante "Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche
amministrazioni", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.  84  del  10
aprile 2001; 
  Vista l'intesa intervenuta in sede di Conferenza unificata  di  cui
all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,  nella
seduta del 7 febbraio 2013; 
  Udito il parere del Consiglio  di  Stato,  espresso  dalla  Sezione
consultiva per gli atti normativi nell'Adunanza del 21 febbraio 2013; 
  Ritenuto di non poter accogliere le seguenti osservazioni contenute
nel citato parere del Consiglio di Stato con le quali si  chiede:  di
estendere, all'articolo 2, l'ambito soggettivo  di  applicazione  del
presente Codice a tutti i pubblici dipendenti, in considerazione  del
fatto che l'articolo 54 del decreto legislativo n. 165 del 2001, come
modificato dall'articolo 1, comma 44, della legge n.  190  del  2012,
trova applicazione soltanto ai pubblici dipendenti il cui rapporto di
lavoro e' regolato contrattualmente; di prevedere, all'articolo 5, la
valutazione,  da  parte  dell'amministrazione,  della  compatibilita'
dell'adesione o dell'appartenenza del dipendente ad associazioni o ad
organizzazioni, in quanto,  assolto  l'obbligo  di  comunicazione  da
parte del dipendente, l'amministrazione non  appare  legittimata,  in
via preventiva e generale, a  sindacare  la  scelta  associativa;  di
estendere l'obbligo di informazione di cui all'articolo 6,  comma  1,
ai rapporti di collaborazione non retribuiti, in  considerazione  del
fatto che la finalita' della norma e' quella di far emergere  solo  i
rapporti intrattenuti dal dipendente con soggetti esterni che abbiano
risvolti di carattere economico; di eliminare, all'articolo 15, comma
2, il passaggio, agli uffici di disciplina, anche delle funzioni  dei
comitati o uffici etici, in quanto uffici  non  piu'  previsti  dalla
vigente normativa; 
  Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri,  adottata  nella
riunione dell'8 marzo 2013; 
  Sulla proposta del Ministro per la pubblica  amministrazione  e  la
semplificazione; 

                              E m a n a 
                      il seguente regolamento: 

                               Art. 1 

                 Disposizioni di carattere generale 

  1. Il presente  codice  di  comportamento,  di  seguito  denominato
"Codice", definisce, ai fini dell'articolo 54 del decreto legislativo
30 marzo 2001,  n.  165,  i  doveri  minimi  di  diligenza,  lealta',
imparzialita' e buona condotta che i pubblici dipendenti sono  tenuti
ad osservare. 
  2. Le previsioni del presente Codice sono integrate  e  specificate
dai codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni ai
sensi dell'articolo 54, comma 5, del citato  decreto  legislativo  n.
165 del 2001.
                               Art. 2 

                       Ambito di applicazione 

  1. Il presente codice si  applica  ai  dipendenti  delle  pubbliche
amministrazioni  di  cui  all'articolo  1,  comma  2,   del   decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165,  il  cui  rapporto  di  lavoro  e'
disciplinato in base all'articolo  2,  commi  2  e  3,  del  medesimo
decreto. 
  2. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 54,  comma  4,  del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,  le  norme  contenute  nel
presente  codice  costituiscono  principi  di  comportamento  per  le
restanti categorie di personale di  cui  all'articolo  3  del  citato
decreto n. 165 del 2001, in quanto compatibili  con  le  disposizioni
dei rispettivi ordinamenti. 
  3. Le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del
decreto  legislativo  n.  165  del   2001   estendono,   per   quanto
compatibili, gli obblighi di condotta previsti dal presente codice  a
tutti i  collaboratori  o  consulenti,  con  qualsiasi  tipologia  di
contratto o incarico e a qualsiasi titolo, ai titolari di organi e di
incarichi negli uffici  di  diretta  collaborazione  delle  autorita'
politiche, nonche' nei confronti dei collaboratori a qualsiasi titolo
di imprese fornitrici di beni o servizi e  che  realizzano  opere  in
favore dell'amministrazione. A tale fine, negli atti  di  incarico  o
nei contratti di acquisizioni delle collaborazioni, delle  consulenze
o dei servizi, le amministrazioni inseriscono apposite disposizioni o
clausole  di  risoluzione  o  decadenza  del  rapporto  in  caso   di
violazione degli obblighi derivanti dal presente codice. 
  4. Le disposizioni del presente codice si applicano alle regioni  a
statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano  nel
rispetto delle attribuzioni derivanti dagli statuti speciali e  delle
relative  norme  di  attuazione,  in  materia  di  organizzazione   e
contrattazione collettiva del proprio personale, di quello  dei  loro
enti  funzionali  e  di  quello  degli  enti  locali  del  rispettivo
territorio.
                               Art. 3 

                          Principi generali 

  1. Il dipendente osserva la Costituzione, servendo la  Nazione  con
disciplina ed onore e conformando la propria condotta ai principi  di
buon  andamento  e  imparzialita'  dell'azione   amministrativa.   Il
dipendente  svolge  i  propri  compiti  nel  rispetto  della   legge,
perseguendo l'interesse pubblico senza abusare della posizione o  dei
poteri di cui e' titolare. 
  2. Il  dipendente  rispetta  altresi'  i  principi  di  integrita',
correttezza, buona fede, proporzionalita', obiettivita', trasparenza,
equita' e ragionevolezza e agisce  in  posizione  di  indipendenza  e
imparzialita', astenendosi in caso di conflitto di interessi. 
  3. Il dipendente non usa a fini  privati  le  informazioni  di  cui
dispone per ragioni di ufficio, evita situazioni e comportamenti  che
possano ostacolare il corretto adempimento dei compiti o nuocere agli
interessi o all'immagine della pubblica amministrazione.  Prerogative
e poteri pubblici sono esercitati  unicamente  per  le  finalita'  di
interesse generale per le quali sono stati conferiti. 
  4. Il dipendente esercita  i  propri  compiti  orientando  l'azione
amministrativa alla massima economicita', efficienza ed efficacia. La
gestione  di  risorse  pubbliche  ai  fini  dello  svolgimento  delle
attivita' amministrative deve seguire una logica di contenimento  dei
costi, che non pregiudichi la qualita' dei risultati. 
  5. Nei rapporti con i destinatari  dell'azione  amministrativa,  il
dipendente assicura la piena parita'  di  trattamento  a  parita'  di
condizioni, astenendosi, altresi', da azioni arbitrarie  che  abbiano
effetti negativi sui destinatari  dell'azione  amministrativa  o  che
comportino discriminazioni basate  su  sesso,  nazionalita',  origine
etnica,  caratteristiche  genetiche,  lingua,  religione   o   credo,
convinzioni personali  o  politiche,  appartenenza  a  una  minoranza
nazionale, disabilita',  condizioni  sociali  o  di  salute,  eta'  e
orientamento sessuale o su altri diversi fattori. 
  6.   Il   dipendente   dimostra   la   massima   disponibilita'   e
collaborazione nei rapporti con le altre  pubbliche  amministrazioni,
assicurando lo scambio e la trasmissione  delle  informazioni  e  dei
dati  in  qualsiasi  forma  anche  telematica,  nel  rispetto   della
normativa vigente.
                               Art. 4 

                  Regali, compensi e altre utilita' 

  1. Il dipendente non chiede, ne' sollecita, per se'  o  per  altri,
regali o altre utilita'. 
  2. Il dipendente non accetta, per se' o per altri, regali  o  altre
utilita',  salvo   quelli   d'uso   di   modico   valore   effettuati
occasionalmente nell'ambito delle normali  relazioni  di  cortesia  e
nell'ambito  delle  consuetudini  internazionali.   In   ogni   caso,
indipendentemente dalla circostanza che il fatto  costituisca  reato,
il dipendente non chiede,  per  se'  o  per  altri,  regali  o  altre
utilita', neanche di modico valore  a  titolo  di  corrispettivo  per
compiere o per aver compiuto un atto del proprio ufficio da  soggetti
che  possano  trarre  benefici  da  decisioni  o  attivita'  inerenti
all'ufficio, ne' da soggetti nei cui confronti e' o  sta  per  essere
chiamato a svolgere o  a  esercitare  attivita'  o  potesta'  proprie
dell'ufficio ricoperto. 
  3. Il dipendente non accetta, per se' o per altri,  da  un  proprio
subordinato, direttamente o indirettamente, regali o altre  utilita',
salvo quelli  d'uso  di  modico  valore.  Il  dipendente  non  offre,
direttamente o indirettamente, regali o altre utilita' a  un  proprio
sovraordinato, salvo quelli d'uso di modico valore. 
  4. I regali e le altre utilita' comunque ricevuti  fuori  dai  casi
consentiti dal presente articolo, a cura dello stesso dipendente  cui
siano   pervenuti,   sono   immediatamente   messi   a   disposizione
dell'Amministrazione per la restituzione o per essere devoluti a fini
istituzionali. 
  5. Ai fini del presente articolo, per regali o  altre  utilita'  di
modico valore si intendono quelle di valore  non  superiore,  in  via
orientativa, a 150 euro, anche sotto forma di  sconto.  I  codici  di
comportamento  adottati   dalle   singole   amministrazioni   possono
prevedere  limiti  inferiori,   anche   fino   all'esclusione   della
possibilita'  di  riceverli,  in   relazione   alle   caratteristiche
dell'ente e alla tipologia delle mansioni. 
  6.  Il  dipendente  non  accetta  incarichi  di  collaborazione  da
soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente,
un  interesse  economico  significativo  in  decisioni  o   attivita'
inerenti all'ufficio di appartenenza. 
  7.  Al  fine  di  preservare   il   prestigio   e   l'imparzialita'
dell'amministrazione,  il  responsabile  dell'ufficio  vigila   sulla
corretta applicazione del presente articolo.
                               Art. 5 

           Partecipazione ad associazioni e organizzazioni 

  1.  Nel  rispetto  della  disciplina   vigente   del   diritto   di
associazione, il dipendente comunica tempestivamente al  responsabile
dell'ufficio di appartenenza la propria adesione  o  appartenenza  ad
associazioni od organizzazioni,  a  prescindere  dal  loro  carattere
riservato o meno, i cui ambiti di interessi possano  interferire  con
lo svolgimento dell'attivita' dell'ufficio. Il presente comma non  si
applica all'adesione a partiti politici o a sindacati. 
  2. Il pubblico dipendente non costringe altri dipendenti ad aderire
ad associazioni od organizzazioni,  ne'  esercita  pressioni  a  tale
fine, promettendo vantaggi o prospettando svantaggi di carriera.
                               Art. 6 

              Comunicazione degli interessi finanziari 
                       e conflitti d'interesse 

  1. Fermi restando gli obblighi di trasparenza previsti da  leggi  o
regolamenti, il dipendente, all'atto  dell'assegnazione  all'ufficio,
informa per iscritto il dirigente dell'ufficio di tutti  i  rapporti,
diretti o  indiretti,  di  collaborazione  con  soggetti  privati  in
qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia  o  abbia  avuto  negli
ultimi tre anni, precisando: 
    a) se in prima persona, o suoi parenti o affini entro il  secondo
grado, il coniuge o il convivente abbiano ancora rapporti  finanziari
con  il  soggetto  con  cui  ha  avuto   i   predetti   rapporti   di
collaborazione; 
    b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con  soggetti
che abbiano interessi in attivita' o decisioni inerenti  all'ufficio,
limitatamente alle pratiche a lui affidate. 
  2. Il dipendente si  astiene  dal  prendere  decisioni  o  svolgere
attivita' inerenti alle sue  mansioni  in  situazioni  di  conflitto,
anche potenziale, di interessi con interessi personali, del  coniuge,
di conviventi, di parenti, di  affini  entro  il  secondo  grado.  Il
conflitto puo' riguardare interessi di qualsiasi  natura,  anche  non
patrimoniali, come quelli derivanti dall'intento di voler assecondare
pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.
                               Art. 7 

                        Obbligo di astensione 

  1.  Il  dipendente  si  astiene  dal  partecipare  all'adozione  di
decisioni o ad attivita' che possano  coinvolgere  interessi  propri,
ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge  o
di conviventi, oppure di persone  con  le  quali  abbia  rapporti  di
frequentazione abituale, ovvero, di soggetti  od  organizzazioni  con
cui egli o il coniuge abbia  causa  pendente  o  grave  inimicizia  o
rapporti di credito o debito significativi,  ovvero  di  soggetti  od
organizzazioni di cui sia tutore,  curatore,  procuratore  o  agente,
ovvero  di  enti,  associazioni  anche  non  riconosciute,  comitati,
societa' o  stabilimenti  di  cui  sia  amministratore  o  gerente  o
dirigente. Il dipendente  si  astiene  in  ogni  altro  caso  in  cui
esistano gravi ragioni  di  convenienza.  Sull'astensione  decide  il
responsabile dell'ufficio di appartenenza.
                               Art. 8 

                    Prevenzione della corruzione 

  1. Il dipendente rispetta le  misure  necessarie  alla  prevenzione
degli illeciti nell'amministrazione. In  particolare,  il  dipendente
rispetta le prescrizioni contenute nel piano per la prevenzione della
corruzione,  presta  la  sua  collaborazione  al  responsabile  della
prevenzione della corruzione e, fermo restando l'obbligo di  denuncia
all'autorita' giudiziaria, segnala al  proprio  superiore  gerarchico
eventuali situazioni di  illecito  nell'amministrazione  di  cui  sia
venuto a conoscenza.
                               Art. 9 

                    Trasparenza e tracciabilita' 

  1.  Il  dipendente  assicura  l'adempimento   degli   obblighi   di
trasparenza previsti in capo alle pubbliche  amministrazioni  secondo
le   disposizioni   normative   vigenti,   prestando    la    massima
collaborazione nell'elaborazione, reperimento e trasmissione dei dati
sottoposti all'obbligo di pubblicazione sul sito istituzionale. 
  2.  La  tracciabilita'  dei  processi  decisionali   adottati   dai
dipendenti deve essere, in tutti  i  casi,  garantita  attraverso  un
adeguato supporto  documentale,  che  consenta  in  ogni  momento  la
replicabilita'.
                               Art. 10 

                 Comportamento nei rapporti privati 

  1. Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative  con
pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, il  dipendente
non   sfrutta,   ne'    menziona    la    posizione    che    ricopre
nell'amministrazione per ottenere utilita' che non gli spettino e non
assume nessun altro  comportamento  che  possa  nuocere  all'immagine
dell'amministrazione.
                               Art. 11 

                      Comportamento in servizio 

  1.  Fermo  restando  il  rispetto  dei  termini  del   procedimento
amministrativo, il dipendente, salvo giustificato motivo, non ritarda
ne' adotta comportamenti tali da far ricadere su altri dipendenti  il
compimento  di  attivita'  o  l'adozione  di  decisioni  di   propria
spettanza. 
  2. Il dipendente utilizza i  permessi  di  astensione  dal  lavoro,
comunque denominati, nel rispetto  delle  condizioni  previste  dalla
legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi. 
  3. Il dipendente utilizza il materiale o  le  attrezzature  di  cui
dispone per ragioni di ufficio e i servizi  telematici  e  telefonici
dell'ufficio nel rispetto dei vincoli posti dall'amministrazione.  Il
dipendente utilizza i mezzi di trasporto dell'amministrazione  a  sua
disposizione soltanto  per  lo  svolgimento  dei  compiti  d'ufficio,
astenendosi dal trasportare terzi, se non per motivi d'ufficio.
                               Art. 12 

                      Rapporti con il pubblico 

  1. Il dipendente in rapporto con  il  pubblico  si  fa  riconoscere
attraverso l'esposizione in modo visibile del badge od altro supporto
identificativo  messo  a  disposizione  dall'amministrazione,   salvo
diverse disposizioni  di  servizio,  anche  in  considerazione  della
sicurezza dei dipendenti, opera con spirito di servizio, correttezza,
cortesia e disponibilita' e, nel rispondere  alla  corrispondenza,  a
chiamate telefoniche e ai messaggi di posta elettronica, opera  nella
maniera  piu'  completa  e  accurata  possibile.  Qualora   non   sia
competente  per  posizione  rivestita  o   per   materia,   indirizza
l'interessato al funzionario  o  ufficio  competente  della  medesima
amministrazione. Il dipendente, fatte  salve  le  norme  sul  segreto
d'ufficio, fornisce le spiegazioni che gli siano richieste in  ordine
al comportamento proprio e di altri dipendenti dell'ufficio dei quali
ha la  responsabilita'  od  il  coordinamento.  Nelle  operazioni  da
svolgersi e nella trattazione delle pratiche il dipendente  rispetta,
salvo diverse esigenze di servizio  o  diverso  ordine  di  priorita'
stabilito dall'amministrazione, l'ordine cronologico  e  non  rifiuta
prestazioni a cui sia tenuto con motivazioni generiche. Il dipendente
rispetta gli appuntamenti con i cittadini e risponde senza ritardo ai
loro reclami. 
  2.  Salvo  il  diritto  di  esprimere  valutazioni   e   diffondere
informazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene
da    dichiarazioni     pubbliche     offensive     nei     confronti
dell'amministrazione. 
  3.  Il  dipendente  che  svolge  la  sua  attivita'  lavorativa  in
un'amministrazione che fornisce servizi al pubblico cura il  rispetto
degli   standard    di    qualita'    e    di    quantita'    fissati
dall'amministrazione anche  nelle  apposite  carte  dei  servizi.  Il
dipendente opera al fine di assicurare la continuita'  del  servizio,
di consentire agli utenti la scelta tra  i  diversi  erogatori  e  di
fornire loro informazioni sulle modalita' di prestazione del servizio
e sui livelli di qualita'. 
  4. Il  dipendente  non  assume  impegni  ne'  anticipa  l'esito  di
decisioni o azioni proprie o altrui inerenti all'ufficio, al di fuori
dei casi consentiti. Fornisce informazioni e notizie relative ad atti
od operazioni amministrative, in  corso  o  conclusi,  nelle  ipotesi
previste dalle disposizioni di legge e regolamentari  in  materia  di
accesso, informando sempre  gli  interessati  della  possibilita'  di
avvalersi anche  dell'Ufficio  per  le  relazioni  con  il  pubblico.
Rilascia copie ed  estratti  di  atti  o  documenti  secondo  la  sua
competenza, con le modalita' stabilite  dalle  norme  in  materia  di
accesso e dai regolamenti della propria amministrazione. 
  5. Il dipendente osserva il segreto d'ufficio  e  la  normativa  in
materia di tutela e trattamento dei dati  personali  e,  qualora  sia
richiesto oralmente di  fornire  informazioni,  atti,  documenti  non
accessibili tutelati dal segreto d'ufficio o  dalle  disposizioni  in
materia di dati personali, informa  il  richiedente  dei  motivi  che
ostano all'accoglimento della richiesta. Qualora non sia competente a
provvedere  in  merito  alla  richiesta  cura,   sulla   base   delle
disposizioni interne,  che  la  stessa  venga  inoltrata  all'ufficio
competente della medesima amministrazione.
                               Art. 13 

              Disposizioni particolari per i dirigenti 

  1. Ferma  restando  l'applicazione  delle  altre  disposizioni  del
Codice, le norme del presente articolo si applicano ai dirigenti, ivi
compresi i titolari di incarico ai sensi dell'articolo 19,  comma  6,
del decreto legislativo n. 165  del  2001  e  dell'articolo  110  del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ai soggetti che  svolgono
funzioni equiparate ai dirigenti operanti  negli  uffici  di  diretta
collaborazione  delle  autorita'  politiche,  nonche'  ai  funzionari
responsabili  di  posizione  organizzativa  negli   enti   privi   di
dirigenza. 
  2. Il dirigente svolge con diligenza le funzioni ad esso  spettanti
in  base  all'atto  di  conferimento  dell'incarico,   persegue   gli
obiettivi assegnati e adotta un comportamento organizzativo  adeguato
per l'assolvimento dell'incarico. 
  3. Il dirigente,  prima  di  assumere  le  sue  funzioni,  comunica
all'amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi
finanziari che  possano  porlo  in  conflitto  di  interessi  con  la
funzione pubblica che svolge e dichiara se ha parenti e affini  entro
il secondo grado,  coniuge  o  convivente  che  esercitano  attivita'
politiche, professionali o economiche  che  li  pongano  in  contatti
frequenti con l'ufficio che dovra' dirigere  o  che  siano  coinvolti
nelle decisioni o nelle attivita' inerenti all'ufficio. Il  dirigente
fornisce le informazioni sulla propria situazione patrimoniale  e  le
dichiarazioni annuali dei redditi soggetti  all'imposta  sui  redditi
delle persone fisiche previste dalla legge. 
  4. Il dirigente assume atteggiamenti leali e trasparenti  e  adotta
un comportamento esemplare e imparziale nei rapporti con i  colleghi,
i  collaboratori  e  i  destinatari  dell'azione  amministrativa.  Il
dirigente cura, altresi', che le risorse  assegnate  al  suo  ufficio
siano utilizzate per finalita'  esclusivamente  istituzionali  e,  in
nessun caso, per esigenze personali. 
  5. Il dirigente cura, compatibilmente con le  risorse  disponibili,
il  benessere  organizzativo  nella  struttura  a  cui  e'  preposto,
favorendo l'instaurarsi di  rapporti  cordiali  e  rispettosi  tra  i
collaboratori, assume iniziative finalizzate alla circolazione  delle
informazioni, alla  formazione  e  all'aggiornamento  del  personale,
all'inclusione e alla valorizzazione delle differenze di  genere,  di
eta' e di condizioni personali. 
  6. Il dirigente assegna l'istruttoria delle pratiche sulla base  di
un'equa ripartizione  del  carico  di  lavoro,  tenendo  conto  delle
capacita', delle attitudini e della professionalita' del personale  a
sua disposizione. Il dirigente affida  gli  incarichi  aggiuntivi  in
base alla professionalita' e, per quanto possibile,  secondo  criteri
di rotazione. 
  7. Il dirigente svolge la valutazione del personale assegnato  alla
struttura  cui  e'  preposto  con  imparzialita'  e  rispettando   le
indicazioni ed i tempi prescritti. 
  8.  Il  dirigente  intraprende  con  tempestivita'  le   iniziative
necessarie ove venga a conoscenza di un illecito, attiva e  conclude,
se  competente,  il   procedimento   disciplinare,   ovvero   segnala
tempestivamente l'illecito all'autorita' disciplinare, prestando  ove
richiesta  la  propria  collaborazione  e   provvede   ad   inoltrare
tempestiva denuncia all'autorita' giudiziaria penale  o  segnalazione
alla corte dei conti per le rispettive competenze. Nel  caso  in  cui
riceva segnalazione di un illecito da parte di un dipendente,  adotta
ogni cautela di legge affinche' sia tutelato il segnalante e non  sia
indebitamente   rilevata   la   sua   identita'   nel    procedimento
disciplinare, ai sensi dell'articolo 54-bis del  decreto  legislativo
n. 165 del 2001. 
  9. Il dirigente, nei  limiti  delle  sue  possibilita',  evita  che
notizie  non   rispondenti   al   vero   quanto   all'organizzazione,
all'attivita' e ai dipendenti pubblici possano diffondersi. Favorisce
la diffusione della conoscenza di buone prassi e buoni esempi al fine
di rafforzare il senso di fiducia nei confronti dell'amministrazione.
                               Art. 14 

                  Contratti ed altri atti negoziali 

  1. Nella conclusione di accordi e negozi e  nella  stipulazione  di
contratti per  conto  dell'amministrazione,  nonche'  nella  fase  di
esecuzione degli stessi, il dipendente non ricorre  a  mediazione  di
terzi, ne' corrisponde o promette ad  alcuno  utilita'  a  titolo  di
intermediazione, ne' per facilitare o aver facilitato la  conclusione
o l'esecuzione del contratto. Il presente comma  non  si  applica  ai
casi in cui l'amministrazione abbia deciso di ricorrere all'attivita'
di intermediazione professionale. 
  2. Il dipendente  non  conclude,  per  conto  dell'amministrazione,
contratti  di   appalto,   fornitura,   servizio,   finanziamento   o
assicurazione con imprese con le quali abbia  stipulato  contratti  a
titolo privato o ricevuto altre utilita' nel biennio  precedente,  ad
eccezione di quelli conclusi ai sensi dell'articolo 1342  del  codice
civile. Nel caso  in  cui  l'amministrazione  concluda  contratti  di
appalto, fornitura,  servizio,  finanziamento  o  assicurazione,  con
imprese con le quali il dipendente abbia concluso contratti a  titolo
privato o ricevuto altre utilita' nel biennio precedente,  questi  si
astiene  dal  partecipare  all'adozione  delle  decisioni   ed   alle
attivita' relative all'esecuzione del  contratto,  redigendo  verbale
scritto di tale astensione da conservare agli atti dell'ufficio. 
  3. Il dipendente che  conclude  accordi  o  negozi  ovvero  stipula
contratti a titolo privato, ad eccezione di quelli conclusi ai  sensi
dell'articolo  1342  del  codice  civile,  con  persone   fisiche   o
giuridiche  private  con  le  quali  abbia  concluso,   nel   biennio
precedente, contratti di appalto, fornitura, servizio,  finanziamento
ed assicurazione, per  conto  dell'amministrazione,  ne  informa  per
iscritto il dirigente dell'ufficio. 
  4. Se nelle situazioni di cui ai commi 2 e 3 si trova il dirigente,
questi informa per iscritto il dirigente apicale  responsabile  della
gestione del personale. 
  5. Il dipendente  che  riceva,  da  persone  fisiche  o  giuridiche
partecipanti  a   procedure   negoziali   nelle   quali   sia   parte
l'amministrazione,   rimostranze   orali   o   scritte   sull'operato
dell'ufficio  o  su  quello  dei  propri  collaboratori,  ne  informa
immediatamente,  di  regola  per  iscritto,  il   proprio   superiore
gerarchico o funzionale.
                               Art. 15 

            Vigilanza, monitoraggio e attivita' formative 

  1. Ai sensi dell'articolo 54, comma 6, del decreto  legislativo  30
marzo 2001, n. 165, vigilano sull'applicazione del presente Codice  e
dei codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni, i
dirigenti  responsabili  di  ciascuna  struttura,  le  strutture   di
controllo interno e gli uffici etici e di disciplina. 
  2. Ai fini dell'attivita' di vigilanza e monitoraggio prevista  dal
presente  articolo,  le  amministrazioni  si  avvalgono  dell'ufficio
procedimenti disciplinari istituito ai  sensi  dell'articolo  55-bis,
comma 4,  del  decreto  legislativo  n.  165  del  2001  che  svolge,
altresi', le funzioni dei comitati o uffici etici eventualmente  gia'
istituiti. 
  3. Le attivita' svolte ai sensi del presente articolo  dall'ufficio
procedimenti disciplinari si  conformano  alle  eventuali  previsioni
contenute nei piani di prevenzione della  corruzione  adottati  dalle
amministrazioni ai sensi dell'articolo 1,  comma  2,  della  legge  6
novembre 2012, n. 190.  L'ufficio  procedimenti  disciplinari,  oltre
alle funzioni disciplinari di cui all'articolo 55-bis e seguenti  del
decreto legislativo n. 165 del 2001, cura l'aggiornamento del  codice
di comportamento dell'amministrazione, l'esame delle segnalazioni  di
violazione dei codici di comportamento, la  raccolta  delle  condotte
illecite accertate e  sanzionate,  assicurando  le  garanzie  di  cui
all'articolo 54-bis del decreto  legislativo  n.  165  del  2001.  Il
responsabile della prevenzione della corruzione  cura  la  diffusione
della conoscenza dei codici di comportamento nell'amministrazione, il
monitoraggio annuale sulla loro attuazione,  ai  sensi  dell'articolo
54,  comma  7,  del  decreto  legislativo  n.  165   del   2001,   la
pubblicazione  sul   sito   istituzionale   e   della   comunicazione
all'Autorita' nazionale anticorruzione, di cui all'articolo 1,  comma
2,  della  legge  6  novembre  2012,  n.  190,  dei   risultati   del
monitoraggio. Ai fini dello svolgimento delle attivita' previste  dal
presente  articolo,  l'ufficio  procedimenti  disciplinari  opera  in
raccordo con il responsabile della prevenzione di cui all'articolo 1,
comma 7, della legge n. 190 del 2012. 
  4. Ai  fini  dell'attivazione  del  procedimento  disciplinare  per
violazione  dei  codici  di  comportamento,  l'ufficio   procedimenti
disciplinari puo'  chiedere  all'Autorita'  nazionale  anticorruzione
parere facoltativo secondo quanto stabilito dall'articolo 1, comma 2,
lettera d), della legge n. 190 del 2012. 
  5.  Al  personale  delle  pubbliche  amministrazioni  sono  rivolte
attivita' formative in  materia  di  trasparenza  e  integrita',  che
consentano ai dipendenti  di  conseguire  una  piena  conoscenza  dei
contenuti del  codice  di  comportamento,  nonche'  un  aggiornamento
annuale e sistematico sulle misure e sulle  disposizioni  applicabili
in tali ambiti. 
  6. Le Regioni e gli enti  locali,  definiscono,  nell'ambito  della
propria  autonomia  organizzativa,  le  linee  guida  necessarie  per
l'attuazione dei principi di cui al presente articolo. 
  7. Dall'attuazione delle disposizioni  del  presente  articolo  non
devono derivare  nuovi  o  maggiori  oneri  a  carico  della  finanza
pubblica. Le amministrazioni  provvedono  agli  adempimenti  previsti
nell'ambito  delle  risorse   umane,   finanziarie,   e   strumentali
disponibili a legislazione vigente.
                               Art. 16 

             Responsabilita' conseguente alla violazione 
                        dei doveri del codice 

  1. La  violazione  degli  obblighi  previsti  dal  presente  Codice
integra comportamenti contrari ai doveri d'ufficio. Ferme restando le
ipotesi  in  cui  la  violazione  delle  disposizioni  contenute  nel
presente Codice, nonche' dei doveri e  degli  obblighi  previsti  dal
piano  di  prevenzione  della   corruzione,   da'   luogo   anche   a
responsabilita'  penale,  civile,  amministrativa  o  contabile   del
pubblico dipendente, essa e' fonte  di  responsabilita'  disciplinare
accertata all'esito del procedimento disciplinare, nel  rispetto  dei
principi di gradualita' e proporzionalita' delle sanzioni. 
  2. Ai fini della  determinazione  del  tipo  e  dell'entita'  della
sanzione disciplinare concretamente  applicabile,  la  violazione  e'
valutata  in  ogni  singolo  caso  con  riguardo  alla  gravita'  del
comportamento eall'entita' del pregiudizio, anche morale,  derivatone
al decoro o al prestigio  dell'amministrazione  di  appartenenza.  Le
sanzioni  applicabili  sono  quelle   previste   dalla   legge,   dai
regolamenti e dai contratti collettivi, incluse  quelle  espulsiveche
possono essere applicate esclusivamente  nei  casi,  da  valutare  in
relazione alla gravita', di violazione delle disposizioni di cui agli
articoli 4, qualora concorrano la non modicita' del valore del regalo
o delle altre utilita' e l'immediata correlazione  di  questi  ultimi
con il compimento di un atto o di un'attivita'  tipici  dell'ufficio,
5, comma 2, 14, comma 2, primo periodo, valutata ai sensi  del  primo
periodo. La  disposizione  di  cui  al  secondo  periodo  si  applica
altresi' nei casi di recidiva negli illeciti di cui agli articoli  4,
comma 6, 6, comma 2, esclusi i conflitti meramente potenziali, e  13,
comma 9, primo periodo.  I  contratti  collettivi  possono  prevedere
ulteriori criteri di individuazione  delle  sanzioni  applicabili  in
relazione alle tipologie di violazione del presente codice. 
  3. Resta ferma la comminazione del  licenziamento  senza  preavviso
per i casi gia' previsti dalla legge, dai regolamenti e dai contratti
collettivi. 
  4. Restano fermi gli ulteriori obblighi e le conseguenti ipotesi di
responsabilita' disciplinare  dei  pubblici  dipendenti  previsti  da
norme di legge, di regolamento o dai contratti collettivi.
                               Art. 17 

                  Disposizioni finali e abrogazioni 

  1. Le amministrazioni danno la piu' ampia  diffusione  al  presente
decreto, pubblicandolo sul  proprio  sito  internet  istituzionale  e
nella rete intranet, nonche' trasmettendolo tramite e-mail a tutti  i
propri  dipendenti  e  ai  titolari  di  contratti  di  consulenza  o
collaborazione a qualsiasi titolo, anche professionale,  ai  titolari
di organi e di incarichi negli uffici di diretta  collaborazione  dei
vertici politici dell'amministrazione,  nonche'  ai  collaboratori  a
qualsiasi titolo,  anche  professionale,  di  imprese  fornitrici  di
servizi   in    favore    dell'amministrazione.    L'amministrazione,
contestualmente alla sottoscrizione del contratto  di  lavoro  o,  in
mancanza, all'atto  di  conferimento  dell'incarico,  consegna  e  fa
sottoscrivere ai nuovi assunti,  con  rapporti  comunque  denominati,
copia del codice di comportamento. 
  2. Le amministrazioni danno la piu' ampia diffusione ai  codici  di
comportamento da ciascuna definiti ai sensi dell'articolo  54,  comma
5, del citato decreto legislativo n. 165 del 2001 secondo le medesime
modalita' previste dal comma 1 del presente articolo. 
  3. Il decreto del Ministro per la  funzione  pubblica  in  data  28
novembre 2000 recante "Codice di comportamento dei  dipendenti  delle
pubbliche amministrazioni", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 84
del 10 aprile 2001, e' abrogato. 
  Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella  Raccolta  ufficiale  degli  atti  normativi  della  Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare. 
    Dato a Roma addi', 16 aprile 2013 

                             NAPOLITANO 

                                Monti, Presidente del  Consiglio  dei
                                Ministri 

                                Patroni  Griffi,  Ministro   per   la
                                pubblica   amministrazione    e    la
                                semplificazione

Rassegna Stampa 16 aprile 2013

IN PRIMO PIANO

 
   
   
Italia Oggi  del  16-04-2013  
INSEGNANTI INIDONEI, UN DECRETO SCOMPARSO (F.Bastianini) [solo_testo] pag. 35  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
SPERIMENTAZIONE INVALSI AL VIA (E.Micucci) [solo_testo] pag. 38  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
NUOVE PROVE? PER I MIGLIORI [solo_testo] pag. 38  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
SCUOLE DI VETRO, TUTTE LE INFORMAZIONI SONO PUBBLICHE (M.D’adamo) [solo_testo] pag. 37  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
IOSTUDIO, LA CARTA DI CREDITO DEGLI STUDENTI [solo_testo] pag. 38  
Corriere di Bologna (Corriere della Sera)  del  14-04-2013  
NASCE IL LICEO LUCIO DALLA ED E’ UNA FESTA DI EMOZIONI [solo_testo] pag. 11  
   

MINISTRO

 
   
il Tempo  del  14-04-2013  
IL PROGRAMMA DEI SAGGI NON PIACE AI PM (L.Frasca) [solo_testo] pag. 6  
La Repubblica – Cronaca di Roma  del  16-04-2013  
CALENDARIO [solo_testo] pag. 10  
   

MINISTERO

 
   
Corriere della Sera  del  15-04-2013  
IL VIMINALE STUDIA LA DATA DEL VOTO: IN LUGLIO POSSIBILE NEI PRIMI 20 GIORNI (F.Sarzanini) [solo_testo] pag. 3  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
AL FERRARIS LA LEZIONE DI LEONARDO FA SCUOLA CON ELENA (G.Bardi) [solo_testo] pag. 38  
la Repubblica – ed. Bologna  del  14-04-2013  
NEL LICEO INTITOLATO A DALLA I RAGAZZI CANTANO CARUSO [solo_testo] pag. 1  
Il Corriere Mercantile  del  16-04-2013  
PUPAZZONI, UN DIRETTORE PER DUE REGIONI (M.reb.) [solo_testo] pag. 8  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
I SAGGI: NIENTE CLASSI MA GRUPPI (A.Ricciardi) [solo_testo] pag. 35  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
TFA SPECIALI, ECCO I NUOVI PALETTI (A.Di geronimo) [solo_testo] pag. 36  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
SANZIONI SI’, RIABILITAZIONI NO (A.Di geronimo) [solo_testo] pag. 37  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
ESAMI, PER IL PROF DI SOSTEGNO UN PERCORSO AD OSTACOLI [solo_testo] pag. 36  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
SOSTEGNO, COME NON SBAGLIARE L’ORGANICO [solo_testo] pag. 36  
Italia Oggi  del  16-04-2013  
INFORTUNI, PRESIDE NON MULTABIrE (M.D’adamo) [solo_testo] pag. 39  
il Mattino  del  15-04-2013  
I PRESIDI CAMPANI SENZA INDENNITA’: SCOPPIA LA RIVOLTA (E.Romanazzi) [solo_testo] pag. 42  
la Nazione  del  16-04-2013  
CALENDARIO SCOLASTICO TUTTI CONTRO L’ASSESSORE PER L’11 SETTEMBRE [solo_testo] pag. 19  
il Manifesto  del  16-04-2013  
PIU’ CLASSI POLLAIO E SI TAGLIANO 81.614 DOCENTI (Ro.ci.) [solo_testo] pag. 6  
la Repubblica – ed. Genova  del  16-04-2013  
SCUOLA: PIU’ STUDENTI, MENO DOCENTI (G.Filetto) [solo_testo] pag. 6  
il Manifesto  del  16-04-2013  
UN REFERENDUM DIVIDE BOLOGNA (M.d.c.) [solo_testo] pag. 6  
Avvenire – Ed. Milano/Lombardia  del  16-04-2013  
CONTINUA LA BATTAGLIA PER LA SAN GIUSTO (C.Arena) [solo_testo] pag. 2  
il Giornale – ed. Milano  del  16-04-2013  
“NO ALLE ECCELLENZE” LA SCUOLA MODELLO NON PIACE AL COMUNE (S.Coppetti) [solo_testo] pag. 6  
La Padania  del  16-04-2013  
CECCHETTI: SU SCUOLA SAN GIUSTO DI MILANO INTERVENGA REGIONE (V.Aprea) [solo_testo] pag. 12  
La Provincia – Ed. Lecco  del  16-04-2013  
TABLET ALLE PRIMARIE I LIBRI NEL CASSETTO MA CHI PAGHERA’? [solo_testo] pag. 20  
Corriere della Sera – ed. Roma  del  16-04-2013  
FACOLTA’ IN INGLESE? STUDENTI IN CALO (F.Fiorentino) [solo_testo] pag. 1  
il Messaggero – Cronaca di Roma  del  16-04-2013  
CON LE PROVE PER MEDICINA IN INGLESE PARTITI I TEST D’INGRESSO ALLE UNIVERSITA’ (L.De cicco) [solo_testo] pag. 34  
il Giorno – ed. Lodi-Pavia  del  16-04-2013  
DUEMILA STUDENTI PER CENTO POSTI PROTESTA CONTRO IL NUMERO CHIUSO (M.Marziani) [solo_testo] pag. 9  
Avvenire  del  16-04-2013
GUARDA AI PELLEGRINI ANCHE UN CORSO DI LAUREA (R.Gobbo) [solo_testo] pag. 19
Avvenire  del  16-04-2013
SCUOLE, SERVIZI ALLA PERSONA, IMPRESE E LAVORO: LA CREATIVITA’ DELLA FAMIGLIA PER IL BENE DELLA SOCI (P.Ferrario) [solo_testo] pag. 12
la Stampa  del  16-04-2013
PULITZER LANCIA IL GIORNALISTA MULTIMEDIALE (P.Mastrolilli) [solo_testo] pag. 30
il Tempo  del  16-04-2013  
CARO TELESCOPIO (A.Angeli) [solo_testo] pag. 33  
la Repubblica  del  16-04-2013  
ESTASI MATEMATICA (P.Odifreddi) [solo_testo] pag. 55  
la Stampa  del  16-04-2013  
Int. a R.Kahn: INTERNET DANNEGGIA CHI NON CE L’HA (A.Masera) [solo_testo] pag. 30/31  
la Stampa  del  16-04-2013  
I SOVIETICI PRIMI SU MARTE ORA LA NASA HA LE PROVE (M.Molinari) [solo_testo] pag. 21  
Corriere della Sera  del  16-04-2013  
SENTENZA SUI BREVETTI DEI GENI LA SCIENZA CORRE PIU’ DELLA LEGGE (A.Bazzi) [solo_testo] pag. 39  
   

PUBBLICA  AMMINISTRAZIONE  E  SOCIETA’

 
   
Corriere della Sera  del  16-04-2013  
QUIRINALE, PROVE DI CONVERGENZA “SI’ A UN NOME DI UNITA’ NAZIONALE” (M.Galluzzo) [solo_testo] pag. 12/13  
il Sole 24 Ore  del  16-04-2013  
ESTERI, ISTITUZIONI, ECONOMIA: LE “DOTI” CHE SERVONO AL COLLE (D.Pesole) [solo_testo] pag. 12  
il Messaggero  del  16-04-2013  
DEBITI PA, I MINISTERI HANNO 15 GIORNI PER INVIAREGLI ELENCHI (B.c.) [solo_testo] pag. 9  
Il Fatto Quotidiano  del  16-04-2013  
CAMERA E SENATO, 159 INUTILI ASSUNZIONI OBBLIGATORIE (M.Palombi) [solo_testo] pag. 9  
la Stampa  del  16-04-2013  
FORNERO: CASSA, SERVE UN MILIARDO (R.Masci) [solo_testo] pag. 10  
la Stampa  del  16-04-2013  
PER GARANTIRE SOSTEGNO AL LAVORO BASTEREBBERO 200 MILIONI AL MESE (R.Giovannini) [solo_testo] pag. 10  
il Sole 24 Ore  del  16-04-2013  
LE INTUIZIONI DI PIETRO BARILLA (P.Bricco) [solo_testo] pag. 18  
il Sole 24 Ore  del  16-04-2013  
A SUO NOME 10 BORSE DI STUDIO [solo_testo] pag. 18  
il Mattino  del  16-04-2013  
FUTURO ASSICURATO PER I PROFESSIONISTI HI-TECH (E.Buongiorno) [solo_testo] pag. 17  
   
A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

 

 

Messaggio MEF 16 aprile 2013, Prot. N. 86006

Ministero degli Affari Esteri
DIREZIONE GENERALE PER LA PROMOZIONE DEL SISTEMA PAESE – UFFICIO V

Oggetto: dirigenti scolastici all’estero. Restituzioni e mantenimenti.

D’intesa con la DGIT, si comunica alle Rappresentanze in indirizzo, con preghiera di cortese notifica al personale Dirigente Scolastico in servizio presso le Scuole statali e gli Uffici consolari, quanto segue.

RESTITUZIONE AI RUOLI METROPOLITANI PER COMPLETAMENTO DEL SERVIZIO ALL’ESTERO, A DOMANDA E/O PER COLLOCAMENTO A RIPOSO.

A completamento di quanto indicato con messaggio n. 71228 del 27 marzo u.s. relativo a docenti e personale amministrativo, si comunica che i Dirigenti scolastici di cui all’All.1 cessano dal servizio all’estero e sono restituiti ai ruoli metropolitani a decorrere dal 1° settembre 2013 e, nel caso dell’emisfero australe, dal 1° marzo 2014. I Dirigenti interessati sono pertanto invitati a prendere contatto con il proprio Ufficio scolastico regionale.
Coloro che hanno presentato domanda di collocamento a riposo, sulla base delle indicazioni operative contenute nei messaggi dello scrivente Ufficio n. 0011387 del 16/01/2013 e n. 0025421 del 31/01/2013 o che intendano rientrare a domanda, sono invitati a darne comunicazione a questo Ministero, D.G.S.P. – Uff. V, per gli adempimenti di competenza entro il 26 aprile p.v.

CONFERMA DELL’INCARICO PRESSO LA STESSA SEDE E/O MUTAMENTO DI INCARICO PER ESIGENZE DI SERVIZIO.

I Dirigenti scolastici, al termine del proprio incarico all’estero stabilito nei rispettivi decreti di assegnazione (All.2), potranno presentare formale richiesta di mantenimento in servizio all’estero, per il tramite del proprio Ufficio consolare, a questa Direzione, Ufficio V, e, per conoscenza, alla D.G.I.T. Ufficio II.
Le richieste dovranno essere corredate dal parere del titolare dell’Ambasciata o Consolato di riferimento, con indicazione delle specifiche iniziative ed attività la cui realizzazione motivi la permanenza del dirigente scolastico oltre il termine dell’attuale mandato.
Come negli anni scorsi, i mantenimenti in servizio potranno essere attribuiti per un periodo non superiore a due anni, fatti salvi i pareri dei competenti Uffici scolastici regionali e l’accertamento del diritto al trattamento pensionistico da parte degli uffici competenti, con possibilità di successiva, ulteriore proroga fino al completamento del novennio.
Si fa presente che la richiesta di mantenimento in servizio all’estero non esclude, tuttavia, un mutamento di incarico e destinazione ad altra Sede da parte dell’Amministrazione, per esigenze di servizio dettate dalla definizione del contingente per l’anno scolastico 2013/14.
La documentazione di cui sopra dovrà pervenire a questa D.G.S.P. – Ufficio V e, per conoscenza, alla D.G.I.T. Ufficio II entro il 26 aprile p.v. via fax al n. 0039 06 36916706 o via email a carloandrea.vicard@esteri.it. L’originale sarà inviato al MAE a mezzo posta elettronica certificata (dgsp.05@cert.esteri.it) o via corriere.
Si informa, altresì, che un mutamento di incarico, subordinato sempre alla definizione del contingente, potrebbe rendersi necessario anche per altri Dirigenti in servizio all’estero, il cui nominativo non è compreso nell’All. 2 e quindi non in scadenza di mandato.

Il Dirigente Responsabile

Allegato 1 – Restituzioni
Allegato 2 – Mantenimenti

Nota 16 aprile 2013, AOODGOS Prot.n.1969

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

Al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia
SEDE
Ai Dirigenti Scolastici delle scuole primarie statali e paritarie
Regione Lombardia
LORO SEDI
E p.c
Al Capo Dipartimento per l’Istruzione
SEDE
Al Gabinetto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Via del Collegio Romano, 27
00186 ROMA

OGGETTO: L’Italia per te – Lombardia’. Iniziativa sperimentale di Educazione al patrimonio culturale per scuole primarie. Trasmissione on line di pubblicazione in formato digitale.

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, d’intesa con questo Ministero, ha realizzato  L Italia per te – Lombardia, un testo sperimentale in formato digitale e disponibile on line per l’educazione al patrimonio culturale statale e la cittadinanza attiva, rivolto agli alunni delle classi quarta e quinta della scuola primaria. Il testo presenta una serie di percorsi didattici tra i luoghi della cultura appartenenti al territorio di residenza degli studenti.

In questo modo il territorio diventa il primo bacino di informazioni e una concreta risorsa di conoscenza e di esperienza diretta.

Gli argomenti affrontati sono da considerare degli esempi significativi per un primo, essenziale e sia pur personale repertorio di tipologie di beni della Lombardia. Questa prima pubblicazione, che proseguirà con altre regioni, avvia dunque un complesso e articolato viaggio della conoscenza che includerà tutto il territorio nazionale.

I docenti, per i quali  L Italia per te – Lombardia può rappresentare un modo originale ed efficace di agire sulla formazione degli studenti, avranno a disposizione una selezione di testimonianze culturali ed artistiche del territorio, presentate in forma agile e flessibile per favorire scelte didattiche autonome, accompagnate da spunti di lavoro finalizzati a stimolare una precoce sensibilità verso i temi della tutela e della salvaguardia dei beni culturali appartenenti allo Stato.

Nel testo sono contenuti molti aggiornamenti educativi che possono contribuire alla prima formazione dei processi di conoscenza della storia, del paesaggio, dei prodotti del pensiero creativo dell’uomo a partire dalla visione dei fenomeni regionali più interessanti, su cui costruire contesti di apprendimento.

Alcuni rinvii ragionati a categorie di beni, o a fenomeni artistici analoghi a quelli presenti sul territorio lombardo, sono inseriti nei singoli capitoli con lo scopo di stimolare i giovani lettori ad ’esplorare’ la cultura artistica al di fuori della propria regione.

Non mancano alcuni dati i dati di informazione selezionati tra i principali beni civici, diocesani e privati, unitamente ai riferimenti al patrimonio mondiale ed alle notizie di servizio sui siti web del MiBAC dove poter reperire contenuti scientifici di approfondimento.

In questo modo sarà possibile ampliare il lavoro didattico e ricostruire, autonomamente, una visione d’insieme del patrimonio culturale italiano anche sottoforma di produzione di contenuti digitali integrati.

Il link predisposto per il download della pubblicazione è: www.beniculturali.gov.it/italiaperte

Nel testo i docenti troveranno anche le  Istruzioni per l uso di  L Italia per te e un file in formato word contenente una scheda, redatta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per recensire l’iniziativa che gli interessati potranno, eventualmente, compilare.

L’indirizzo di posta elettronica attivato per inviare la scheda di recensione compilata è: italiaperte@beniculturali.it , specificando nell oggetto: INVIO SCHEDA DI RECENSIONE.

Allo stesso indirizzo, specificando nell oggetto: RICHIESTA INFORMAZIONI PATRIMONIO CULTURALE, seguito dalla dicitura del luogo richiesto, si potranno richiedere informazioni più dettagliate e ogni aggiornamento sulle attività didattiche dei luoghi della cultura lombardi.

Il Direttore Generale
Carmela Palumbo