NEO-ASSUNTI – Al via i corsi di formazione

NEO-ASSUNTI – Al via i corsi di formazione per 20mila docenti, gran parte dei quali privati del diritto del primo gradone. Un’ingiustizia che li costringe a rimanere per troppi anni fermi al loro “magrissimo” stipendio iniziale.

 

Prenderanno il via il 6 maggio i corsi di formazione rivolti al personale docente ed educativo assunto in ruolo nell’anno scolastico 2012/13: oltre 20mila docenti saranno chiamati a svolgere, dai loro rispettivi Uffici Scolastici Territoriali, 50 ore (25 in presenza e 25 a distanza gestiti dall’Indire) per completare il loro anno di “prova”. A darne notizia è stato il Miur, ricordando anche che la formazione in ingresso costituisce un obbligo contrattuale.

 

Anief coglie l’occasione per ricordare a loro, come ai circa 60mila assunti in ruolo nell’estate del 2011 e a coloro che firmeranno il contratto a tempo indeterminato (si spera!) nella prossima estate, che il nuovo CCNL firmato il 4 agosto 2011 da tutti i sindacati (esclusa la Cgil-Flc) abolisce un gradone stipendiale a tutti i neo-immessi in ruolo con meno di 8 anni di servizio pre-ruolo: si tratta di una norma emanata per garantire l’invarianza finanziaria per la copertura dei posti vacanti e disponibili, conseguenza della solita abitudine all’italiana di penalizzare il personale precario. Come se l’Italia non facesse parte dell’Unione Europea. E come se la stessa Ue non avesse mai introdotto, 13 anni fa, una direttiva (la 1999/70/CE) che riguardo alle condizioni d’impiego mette tutti i lavoratori sullo stesso piano.

 

Così se dal 2011 chi gestisce le sorti della scuola italiana ha deciso di non limitarsi a negare i diritti dei precari, ma anche quelli dei neo-immessi in ruolo, la nostra organizzazione sindacale ha a sua volta deciso di ergersi a difensore di entrambi. I primi privati di essere assunti benché abbiano svolto più di 36 mesi di servizio; i secondi vittime di un contratto “aggiustato” che li costringe, al contrario di quello che sostengono almeno cinque articoli della Costituzione, a rimanere per troppi anni fermi al loro “magrissimo” stipendio iniziale.

 

A tal proposito, tutti i docenti interessati a ricorrere contro l’ingiustizia dell’eliminazione della prima fascia stipendiale (che sarebbe scattata dopo due anni di anzianità), quindi della mancata ricostruzione di carriera, possono chiedere informazioni scrivendo a gradoni@anief.net.

 

Ancora più paradossale è poi la situazione di oltre 5mila unità di personale Ata: la loro assunzione è stata accordata dalla scorsa estate, ma ad oggi ancora non si è proceduto nemmeno alle loro individuazioni per via della vicenda, altrettanto assurda, dei circa 3mila docenti reputati inidonei da far transitare coattivamente tra il personale Ata o in altri comparti pubblici. Anche su questa questione, Anief sta vigilando e appena ne scaturiranno le condizioni darà precise indicazioni ai danneggiati (inidonei e Ata assunti con ritardo abissale) su come procedere per tutelare la dignità personale, prima ancora che i propri diritti lavorativi.

 

Notifica schede di riscontro punteggi domande di trasferimento e passaggi

Notifica schede di riscontro punteggi domande di trasferimento e passaggi presentate dai docenti. Adempimenti di verifica da parte degli interessati.

 

I docenti che hanno presentato domanda di trasferimento o passaggi di cattedra e/o ruoli per l’a.s. 2013/14 riceveranno, in questi giorni, le schede di riscontro valutazione titoli, servizi e precedenze richieste e dichiarate nel modulo domanda.

Le modalità di ricezione della predetta scheda dovrà avvenire tramite la scuola di attuale servizio e la data di notifica fa fede ai fini di eventuale reclamo (da presentare entro i successivi 10 giorni), avverso l’errata valutazione e/o discordanze fra quanto dichiarato in domanda e quanto riscontrato dall’ATP.

Contemporaneamente, la predetta scheda, potrà essere visionata sia all’interno della propria casella di posta elettronica MIUR ……………………..istruzione.it, sia nell’archivio personale della funzione “Istanze on line”

Il sindacato SAB, tramite il segretario generale prof. Francesco Sola, invita tutti gli interessati a verificare i passaggi e gli adempimenti di cui sopra, in particolare per i docenti della scuola dell’infanzia e primaria, data la ristrettezza dei tempi stabiliti per la comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e dei posti disponibili, il cui termine ultimo è fissato per il 30 aprile 2013.

F.to Prof. Francesco Sola

Segretario Generale SAB

DOCENTI: MIUR AVVII CORSI FORMAZIONE NEL RISPETTO DIDATTICA

DOCENTI, GILDA: MIUR AVVII  CORSI FORMAZIONE NEL RISPETTO DIDATTICA

“Siamo quasi a fine anno scolastico e in molte province e regioni italiane i corsi di formazione rivolti ai docenti neo assunti a tempo determinato per il 2012-2013 non sono neppure partiti. O, se iniziati, sono ancora lontani dalle 50 ore (25 in presenza e 25 online) di attività previste”. La denuncia arriva dalla Gilda nazionale degli Insegnanti che evidenzia le storture del modello formativo applicato.
“E’ irragionevole – sottolinea Gianluigi Dotti, responsabile del Centro studi del sindacato – che gli insegnanti siano chiamati a un impegno pomeridiano cospicuo per seguire i corsi di formazione proprio a ridosso della chiusura dell’anno scolastico, con i programmi da portare a termine”.

La Gilda, quindi, lancia un appello al Miur: “Chiediamo al Ministero dell’Istruzione di avviare immediatamente i corsi nel rispetto dei tempi della didattica. Solo così si potrà evitare di danneggiare sia gli insegnanti non ancora immessi in ruolo, privandoli di una formazione adeguata, sia gli studenti che hanno diritto a una presenza e dedizione piena del corpo docente”.

All’Attenzione della dott.ssa Palermo

Oggetto: corsi di formazione neoimmessi in ruolo

Da diverse regioni ci giungono fondate preoccupazioni circa l’avvio e la temporizzazione dei corsi obbligatori di formazione per i neoimmessi in ruolo (anno di prova). Poiché manca ancora un atto di indirizzo (circolare) da parte del MIUR, si paventa che il corsi vadano a gravare sul periodo più complesso dell’anno scolastico (maggio) caratterizzato da una attività didattica e di valutazione molto onerosa per i colleghi. Si prega pertanto di provvedere con la necessaria urgenza perché gli adempimenti connessi all’espletamento dell’anno di prova per i nei immessi in ruolo siano garantiti e si concludano in tempi certi senza concentrarsi in particolare nella seconda metà di maggio.

Distinti saluti.

Per FGU-Gilda degli Insegnanti
Delegazione
Fabrizio Reberschegg

TFA Speciale: avviati i ricorsi al Tar Lazio per l’inserimento degli esclusi

TFA Speciale: ANIEF avvia i ricorsi al Tar Lazio per l’inserimento degli esclusi

Docenti con 360 giorni o con 540 che hanno maturato il servizio (anche aspecifico) entro la prossima pubblicazione del decreto, aperto anche a chi è in possesso di diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 o di diversa abilitazione, idoneo al TFA ordinario o altro corso SSIS, di ruolo e sovrannumerario. Chiedi le istruzioni operative a tfaspeciale@anief.net entro il 12 maggio 2013.

Ancora una volta, la legge è stata disattesa e bisogna rivolgersi al Tar per ottenere equità e ragionevolezza nell’adozione dell’ennesima norma riguardante i precari della scuola. In maniera discrezionale, infatti, il Governo approva un Regolamento aggiuntivo che modifica il Decreto n. 249 del 10 settembre 2010 per l’indizione di un nuovo corso per il conseguimento dell’abilitazione attraverso una sessione riservata di esami, disattendendo quanto previsto dal Parlamento in tre leggi dello Stato, la L. 124/99 (art. 2, c. 4), L. 306/2000 (art. 1 c. 6bis), L. 143/2004 (art. 2, c. 1ter), in merito ai requisiti di accesso:

  • per gli insegnanti che abbiano prestato almeno 360 giorni di servizio prestati dal 1° settembre 1999 ed entro la data di scadenza di entrata in vigore del decreto attuativo o della presentazione delle domande (ancora non disponibile);
  • per gli insegnanti in possesso del titolo conclusivo del corso di studi dell’istituto magistrale conseguito in uno degli anni 1999, 2000, 2001 e 2002, che siano privi di abilitazione o idoneità e che abbiano prestato servizio per almeno 360 giorni nella scuola materna e nella scuola elementare dal 1° settembre 1999;

È ovvio che, alla luce della normativa richiamata, persino, il requisito dei 540 giorni di servizio previsto in maniera discrezionale dal Regolamento debba essere conseguito entro l’entrata in vigore del decreto attuativo o ancora della presentazione delle domande, e non già entro l’a.s. 2011-2012.

Né, in base ai DD.MM. 100/2004, 21/2005, 85/2005, applicativi delle leggi istitutive delle precedenti sessioni riservate, si è mai precluso l’accesso al personale docente in possesso di abilitazione diversa o di servizio aspecifico o ancora impossibilitato alla frequenza di altro corso abilitante (idoneità presso SSIS o TFA ordinario).

Inoltre, nonostante una prima apertura verso le richieste dell’Anief, nel testo finale, è scomparso ogni riferimento al riconoscimento del titolo di dottore di ricerca per l’accesso, mentre è rimasta inascoltata la previsione legislativa (d.lgs. 297/94) sull’obbligo ai corsi di riconversione professionale del personale di ruolo sovrannumerario.

Infine, rimane aperta la questione dell’inserimento in GaE, da cui sono esclusi sia i prossimi abilitati con il TFA ordinario sia quelli che si abiliteranno con il TFA speciale, questione che Anief ha già messo all’attenzione del nuovo Parlamento e che sarà oggetto di un’audizione specifica non appena saranno insediate le Commissioni parlamentari, visto il divieto attuale di nuovi inserimenti previsto dalla norma in contrasto con gli interventi derogatori degli ultimi anni (L. 169/08, L. ), ottenuti sempre grazie all’Anief (IX ciclo SSIS, SFP e III AFAM) e per la quale saranno lanciati due ricorsi specifici nei prossimi giorni.

Anief, pertanto, su ognuno di questi punti che detta l’esclusione, ha intenzione di proporre ricorso al Tar Lazio, visto che il requisito minimo dal nuovo Regolamento per accedere rimane il servizio prestato per almeno tre anni, tra l’a. s. 1999/2000 e l’a. s. 2011/2012, di cui uno nella specifica classe di concorso per la quale si chiede l’accesso al percorso formativo abilitante speciale.

Se hai maturato un servizio di 360 giorni dal 1° settembre 1999, anche non specifico, o di 540 giorni anche non specifico, entro la data di pubblicazione del decreto o di presentazione della domanda, se sei in possesso del diploma magistrale entro il 2001/2002, se hai un dottorato o un’abilitazione diversa o sei di ruolo e sovrannumerario ricorri con Anief al Tar Lazio per ottenere l’ammissione al TFA speciale. Ricorri anche se ti iscriverai al Tfa speciale e vorrai inserirti nelle GaE.

Scrivi a tfaspeciale@anief.net indicando nome, cognome, mail e cellulare entro il 12 maggio per ricevere le istruzioni operative. Per info scrivi, invece, a infotfaspeciale@anief.net o telefona alla segreteria nazionale al n. 091.6598362.

I Saggi (non troppo) e la Scuola

I Saggi (non troppo) e la Scuola

Analizzando il primo dei sei punti del documento predisposto dagli esperti del Presidente, in
cui si tratta di istruzione, vediamo ribadito il vecchio obiettivo di Lisbona, per cui si riconosce
finalmente lo stretto legame tra lo sviluppo economico e società della conoscenza e quindi
dell’aspetto istruzione in relazione alla qualità del capitale umano. Relativamente al nostro tasso
attuale di abbandono, stimato al 18%, va però detto che il trend è positivo dal momento che dai
primi anni 2000 questo si è abbassato di 5 punti percentuali, segno che, pur con l’incremento
notevole del flusso migratorio, le politiche scolastiche fin qui adottate sono state in qualche modo
efficaci.
L’aumento del tempo scuola con le modalità proposte è certamente auspicabile, tuttavia rimane
una proposta irrealizzabile nel breve termine cui fa riferimento il documento dei saggi, se non si
decide di intervenire rapidamente sui finanziamenti, sulla formazione dei docenti (es. metodologie
didattiche innovative, disagio scolastico, BES, etc…), sugli organici. Inoltre, chi opera nella scuola
sa bene che il passaggio da classi a gruppi classe, da noi sempre sostenuto, richiede una
pianificazione organizzativa, oltre che finanziaria, che necessita di una estensione temporale che
va ben oltre l’obiettivo del breve termine.
Anche le condivisibili e auspicabili iniziative proposte per la promozione del merito, contrastano in
pieno con l’obiettivo del breve termine, dato che le misure di riduzione adottate sono state appena
prese per la spending review nel biennio 2013-14.
Incomprensibile, nel contesto del documento, il punto relativo agli “investimenti in istruzione per
migliorare la salute” dato che la situazione americana citata non rispecchia affatto le nostre
condizioni e inoltre le misure di prevenzione suggerite (eliminare le merendine dai distributori) sono
ridicole rispetto alle premesse.
Sul punto relativo alla digitalizzazione, ci sembra che non si vada al di là di una generica
premessa, che peraltro la Scuola ha già fatto sua soprattutto in questo ultimo anno di ministero
Profumo.
Nell’ambito delle emergenze a breve termine, di cui il documento si sarebbe dovuto occupare,
non rientra, secondo noi, la “questione docente”. Sembra che gli estensori del documento, come i
nostri politici, pur attentissimi ai problemi del disagio giovanile, non si rendano conto di quello
attuale degli insegnanti e della loro situazione di “sofferenza professionale”, testimoniata dalle
cronache di ogni giorno. Ci saremmo aspettati un minimo di proposte per la riorganizzazione del
lavoro dei docenti sui quali, oltre alle accuse di lavorare poco, vengono scaricate sempre tutte le
nuove incombenze innovative senza alcun corrispettivo, non solo economico, ma anche e
soprattutto formativo.
In definitiva, ci sembra l’ennesimo programma stilato dall’esterno con una scarsa conoscenza degli
aspetti salienti, reali e quotidiani della scuola e delle problematiche organizzative complesse
dell’intero sistema istruzione.

Flash book mob per 800 classi il 23

da LaStampa.it

iniziativa de “Le città invisibili” in veneto

Flash book mob per 800 classi il 23

In concomitanza con la giornata mondiale del libro, al mattino insegnanti, studenti e bibliotecari riempiranno le piazze con i testi preferiti. Ciascuno leggerà un brano amato per 3 minuti, poi un applauso

Sarà un tripudio di letture il “flash book mob”,  che il 23 aprile coinvolgerà bambini e ragazzi di 800 classi in 41 Comuni del Veneto per promuovere l’importanza della lettura. Firma il progetto  “Città Invisibili” , la più grande rete culturale di comuni e scuole del Veneto dedicata a bambini e ragazzi. Il 23 aprile, in concomitanza con la giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, patrocinata dall’Unesco, al mattino alle 9,15  tutti i bambini, i ragazzi, gli insegnanti, i bibliotecari, ma anche genitori, nonni, zii e amici e quanti vorranno partecipare, sono chiamati a uscire per strada e riempire la piazza più vicina portando ciascuno con sé il proprio libro preferito e leggendo per tre minuti uno stralcio della storia prescelta.

Dopo un segnale convenuto (un fischio, uno squillo) e tenendo il libro ben visibile in mano, tutti assieme diranno ad alta voce: “I libri sono come la mente: funzionano solo se li apri”. Dopo tre minuti,  lo stesso segnale  decreterà la fine del flash book mob assieme ad un grande applauso.

Chi  filmerà il flash book mob, anche semplicemente con un telefonino, potrà inviare il  video della durata massima di 30 secondi all’indirizzo comunicazione@cittainvisibili.org  . I video comporranno un unico videoracconto promozionale dell’iniziativa.

Dopo il flash book mob (di cui si può vedere qui un tutorial) , la giornata del 23 aprile proseguirà con l’iniziativa “A scuola senza zaino” che consentirà ai ragazzi di portare in classe i propri libri preferiti e organizzare momenti di lettura per incontrare i diversi generi letterari (fantasy, gialli, fantascienza, fumetti, romanzi rosa, graphicnovel) con recensioni, presentazioni di booktrailer, gruppi di lettura, mostre del libro, laboratori di video lettura, atelier creativi.

Spettacolare sarà anche la mostra espositiva degli ABC della mia città. Nell’ambito del progetto della Rete Scuole d’Eccellenza ogni classe o scuola  esporrà gli abbecedari realizzati.  Le lettere dell’alfabeto diventano un pretesto per raccontare la propria città in modo diverso e innovativo. L’obiettivo è di sollecitare insegnanti, bambini e ragazzi a narrare in modo nuovo, divergente, con immagini e parole, la città in cui vivono. L’abbecedario racconta quindi una realtà diversa a seconda dello sguardo dei bambini e dei ragazzi. Alcuni lo faranno attraverso semplici elementi della natura, o disegnando i visi delle persone, altri attraverso le emozioni che suscita loro la città. La mostra sarà anche l’occasione per rendere visibile alla cittadinanza il prezioso lavoro di insegnanti, bambini e ragazzi che si sono dedicati a raccontare la propria città.

Il più ampio progetto culturale “Città invisibili” , promosso dalla Regione Veneto, è curato da Marni Holly & Partners in collaborazione con la Provincia di Padova, Associazione Città Murate del Veneto; DBC – Dipartimento dei Beni Culturali Università degli Studi di Padova; Museo Diocesano di Padova; Italia Nostra; Fondazione Musei Civici Venezia; MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca USRV – Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto; ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani MIUR; Carthusia Edizioni e Fabbrica delle favole. Per informazioni www.cittainvisibili.org

Torna “Un Campione per Amico”

da LaStampa.it

Torna “Un Campione per Amico”

Panatta, Lucchetta, Chechi e Graziani fanno educazione fisica con i bambini delle scuole elementari e medie
roma

Torna anche quest’anno “Un Campione per Amico”, l’evento sportivo itinerante che porta nelle piazze italiane migliaia di bambini per giocare e divertirsi con quattro grandi campioni dello sport.

«Con l’entusiasmo di sempre io  e i miei compagni di avventura, Andrea Lucchetta, Jury Chechi e Francesco Graziani, atleti che hanno fatto la storia dello sport italiano,  – ha commentato Adriano Panatta – porteremo nelle piazze i bambini delle scuole elementari e medie inferiori per renderli protagonisti di una divertente lezione di educazione fisica all’aria aperta».

«Li alleneremo uno ad uno personalmente per far vivere loro una giornata indimenticabile all’interno di un villaggio sportivo allestito nelle piazze più belle d’Italia. Cercheremo di trasmettere tutti quei valori che lo sport sa veicolare quali la dedizione, la correttezza, la fiducia in sé e il rispetto degli altri. Virtù fondamentali anche nella vita. Sarà nostro compito infondere loro anche l’ottimismo che l’attività dinamica sa dare, ricevendo in cambio dai ragazzi una visione pura delle cose e quella voglia senza fine di ricominciare da zero per costruirsi il proprio futuro».

«L’obiettivo è infatti avvicinare i bambini ad un’attività fisica regolare perché siamo convinti che essa rappresenti un fattore indispensabile per lo sviluppo e la crescita di ciascun ragazzo. Perché in fondo, lo sappiamo tutti, lo sport fa bene non solo al fisico ma anche alla mente».

«La nuova edizione mantiene viva una forte connotazione sociale, proponendosi come luogo d’integrazione in cui lo sport armonizza, unisce e fa sognare tutti i bambini. Oltre agli studenti delle scuole elementari e medie inferiori, infatti, avremo il piacere di invitare ad ogni tappa della manifestazione ragazzi disabili appartenenti ad Onlus del territorio selezionati grazie alla preziosa collaborazione del Comitato Italiano Paralimpico che ha voluto patrocinare l’iniziativa».

Il successo di “Un Campione per Amico” è nei numeri. 13 edizioni in archivio, 130 tappe già percorse, migliaia di ragazzi coinvolti, uno staff di 50 persone, ma soprattutto oltre 270 mila studenti già scesi in campo.

Le tappe dell’edizione 2013 saranno: Roma (16 aprile), Siracusa (19 aprile), La Spezia (3 maggio), Lucca (10 maggio), Monza (14 maggio), Reggio Emilia (16 maggio), Mantova (21 maggio), Brescia (23 maggio), L’Aquila (28 maggio), Treviso (30 maggio).

Concorso a cattedra, indicazioni Miur: il primo colloquio sarà un monologo

da Tecnica della Scuola

Concorso a cattedra, indicazioni Miur: il primo colloquio sarà un monologo
di Alessandro Giuliani
Attraverso una nota ufficiale, viale Trastevere spiega che la prima prova – sulla lezione simulata dai contenuti indicati solo 24 ore prima – durerà tra 25 e 35 minuti. E il candidato non potrà essere interrotto. La seconda rimessa alle scelte della commissione. Appello ai commissari: serrate i tempi, lavorando anche tutto il giorno, per “sfornare” la lista degli idonei prima delle prossime immissioni in ruolo.
Mentre le commissioni stanno definendo gli esiti delle prove scritte, al Miur hanno già predisposto le modalità con cui si svolgeranno – nel corso dell’estate – le due verifiche orali. Attraverso un documento, a quanto ci risulta pubblicato per il momento solo dalla Gilda degli insegnanti di Cuneo, viale Trastevere ha predisposto una serie di indicazioni che spazzeranno via tanti dubbi. Sia a commissari e presidenti, sia alle diverse migliaia di candidati che supereranno gli scritti.
Il Miur ha anche detto che si tratta di “indicazioni utili a garantire l’uniformità dell’attività delle commissioni di esame durante lo svolgimento delle prove orali”. Queste si comporranno: “a) in una lezione simulata, della durata di 30 minuti, su una traccia estratta dal candidato 24 ore prima della data programmata per la sua prova orale. A tal fine la commissione predispone un numero di tracce pari a tre volte il numero dei candidati. Le tracce estratte sono escluse dai successivi sorteggi; b) in un colloquio immediatamente successivo, della durata massima di 30 minuti, nel corso del quale sono approfonditi i contenuti, le scelte didattiche e metodologiche della lezione di cui alla lettera a)”.
Nella nota ministeriale si specifica, inoltre, che l’orale riguardante gli aspiranti ad insegnare “nella scuola primaria comprende anche l’accertamento della conoscenza della lingua inglese. Per tale prova è richiesta la conoscenza della lingua inglese al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue”.
Il Miur torna ad auspicare che le operazioni si concludano entro la fine dell’anno scolastico, indicando la necessità di accelerare le operazioni di correzione lavorando tutto il giorno: in particolare che “la prova orale si concluda in tempo utile all’immissione in ruolo dei vincitori del concorso (1° settembre 2013), è necessario che le SS.LL., – riferendosi ai componenti delle commissioni – dopo la conclusione delle attività didattiche, definiscano il relativo calendario prevedendo la possibilità che le commissioni di esame operino anche in orario antimeridiano. Tale possibilità rimane, ovviamente, preclusa per le commissioni i cui componenti siano impegnati anche nei concomitanti esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione”. E poi, “dati i tempi ristretti si invitano le SS.LL. a rendere possibile la suddetta estrazione nella giornata di domenica per consentire lo svolgimento degli esami anche di lunedì”.
Su questo punto si era espresso nelle stesse ore l’Usb Scuola della Sicilia, commentando una richiesta analoga, però da adottare subito, proveniente dal direttore generale dell’Usr siciliano, ritenendo paradossale che si chieda oggi “di “agevolare con ogni possibile intervento”, persino con la modifica dell’orario di servizio (negli ultimi due mesi di scuola !!!) dei docenti-commissari, in barba ad attività, recuperi e verifiche di fine anno o addirittura attività di preparazione agli esami conclusivi del ciclo di studi”.
Dopo aver specificato quali sono le modalità che regolano l’accesso agli orali di classe di concorso riunite in ambiti disciplinari, trattandosi di casi specifici invitiamo i diretti interessati a consultare la nota, vale la pena soffermarsi sulla durata delle prove. “Per la lezione simulata – spiegano da viale Trastevere – i 30 minuti previsti hanno il significato di un vincolo temporale intrinseco alla modalità di svolgimento della lezione simulata. Non sono dunque né un tempo massimo, né un tempo minimo ma un tempo da rispettare (…). Realisticamente le commissioni potrebbero decidere che venga considerato rispettato il vincolo temporale quando il candidato svolge e completa la lezione simulata in un tempo compreso tra 25 e 35 minuti.
Per il colloquio successivo, invece, il candidato ha un vincolo massimo di 30 minuti e quindi l’intero colloquio potrebbe svolgersi anche in un tempo inferiore.
Per quanto riguarda la lezione simulata, da svolgere nel corso della prima prova orale, il Miur sottolinea che “si parla di ‘discipline di insegnamento’ e non di ‘programmi d’esame’. Ciò vuol dire che l’intera prova orale, lezione simulata e colloquio successivo”, verterà “sugli argomenti previsti per i diversi gradi di istruzione e per le diverse discipline di insegnamento”.
Si coglie l’occasione per specificare che le tracce saranno “predisposte dalla commissione in un numero pari al triplo del numero dei candidati” e “formulate in modo tale che il candidato possa dimostrare le seguenti competenze: a) padronanza delle discipline di insegnamento; b) capacità di comunicazione; c) capacità di progettazione didattica anche con riferimento alle Tic e agli alunni con bisogni educativi speciali. Sembra quindi opportuno – continua il Miur – che, anche nella formulazione delle tracce, risulti chiaramente che la lezione simulata non serve per esporre un argomento ‘come se ci si rivolgesse a degli studenti’, la qualcosa risulterebbe anche artificiosa, ma per consentire al candidato di dimostrare di essere in grado di progettare un’attività didattica reale, esplicitandone gli elementi essenziali: il tema prescelto; l’ordine o l’indirizzo scolastico; l’età degli alunni; la durata della proposta; gli strumenti e i materiali previsti anche con riferimento a tecnologie avanzate e alla presenza eventuale di alunni con bisogni educativi speciali”.
C’è poi da rilevare la sottolineatura sul fatto che “nei trenta minuti della lezione simulata il candidato non” dovrà essere “interrotto dalla commissione, né da altri, al fine di consentirgli di esprimere al meglio le sue capacità e anche per evitare contestazioni sull’effettivo tempo a disposizione”.
Per quanto riguarda, infine, l’impostazione e la conduzione del colloquio successivo alla lezione simulata, il Ministero specifica che sarà “rimesso alle scelte e alla discrezionalità della commissione. La finalità del colloquio è comunque quella di analizzare ed approfondire i contenuti e le scelte metodologiche relativi alla lezione simulata. Si potrà trattare di approfondimenti di carattere disciplinare che consentano di mettere in risalto l’ampiezza e la profondità delle conoscenze del candidato, oppure di sollecitare il candidato a giustificare e ad arricchire le scelte didattiche illustrate” nel corso della lezione simulata, “facendo anche riferimento alle modalità di documentazione e di verifica”.

Abuso di accorpamento delle classi, non è un problema di soldi

da Tecnica della Scuola

Abuso di accorpamento delle classi, non è un problema di soldi
di A.G.
A questa conclusione si è arrivati dopo aver approfondito la normativa e consultato diversi addetti ai lavori, tra cui alcuni dirigenti scolastici: paradossalmente si è scoperto che la “fusione” di due o più classi viene praticata per le difficoltà che persistono nel reperire i supplenti. Quindi, a prevalere è ancora una volta la burocrazia. Chi volesse consultare il focus su questa prassi, irregolare e illegittima, ma anche tanti altri articoli su argomenti di attualità, come i Tfa speciali e le prove Invalsi, può consultare il nostro quindicinale cartaceo, disponibile anche su internet.
Continua a far discutere il ricorso sistematico delle scuole alla modalità di accorpamento di due classi o allo smistamento degli alunni in diverse altre a causa dell’assenza del loro docente. In molti istituti quella che doveva essere una necessità da adottare in extremis, in rari casi,  è diventata infatti una spiacevole prassi. Confermata da tanti lettori, docenti e Ata, di questa testata giornalistica.
Sul numero 17 della versione cartacea, disponibile anche on line, è stato pubblicato un focus su questo “stratagemma” adottato per sopperire alla mancanza di supplenti argomento. Che con la carenza di fondi sembra sia diventato sempre più di attualità. Partendo dall’assunto che l’accorpamento delle classi “è irregolare e anche illegittimo”, sono stati sviscerati tutti i motivi per cui oggi si è arrivati a praticarlo. Approfondendo la materia e consultando diversi addetti ai lavori, tra cui alcuni dirigenti scolastici, paradossalmente si è scoperto che spesso non è un problema di fondi. Ma le classi rimangono “scoperte” soprattutto per le difficoltà pratiche nel reperire i supplenti. E ancora una volta a vincere è la burocrazia.
Nello stesso numero del giornale sono state pubblicate le ultime novità sui Tfa speciali, in particolare un articolato commento sulle Faq chiarificatrici su diversi punti oscuri, pubblicate di recente dal ministero dell’Istruzione. È presente anche un commento tecnico sul documento dei “saggi” (sezione relativa alla scuola) individuati dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per superare l’attuale situazione di stallo politico. Vengono poi affrontate le novità che porteranno nel 2015 le prove Invalsi ad essere introdotte anche nelle classi terminali delle scuole superiori (oltre che il programma di scioperi dei Cobas a partire dal 7 maggio, in corrispondenza delle verifiche Invalsi oggi già esistenti).
Tra i tanti articoli presenti, segnaliamo, infine, quelli riguardanti la formazione delle commissioni di esame all’estero e le pessime risultanze su cultura, istruzione e abbandoni scolastici in Italia rilevate da Eurostat.

Al taglio delle gite la rete degli Ostelli (Aig) risponde col taglio del 50% dei costi

da Tecnica della Scuola

Al taglio delle gite la rete degli Ostelli (Aig) risponde col taglio del 50% dei costi
L’A.I.G. al Salone dello Studente di Firenze presenta ai giovani la rete e l’organizzazione fornite dall’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù, e soprattutto la trasformazione degli Ostelli, da tradizionali luoghi di accoglienza, in vere e proprie “residenze culturali”
“Ciò, con la convinzione – spiega il Presidente di A.I.G. Anita Baldi – che il rapporto tra Scuola e Ostelli debba necessariamente rafforzarsi, fino a diventare binomio inscindibile, per non perdere una grande occasione, tanto più in questi tempi di difficoltà, di rimettere in moto il Paese e costruire rapidamente sviluppo, lavoro ed avanzamento civile, sociale ed economico. Oggi, che per la crisi si arrivano a tagliare le gite scolastiche, la rete degli Ostelli, con le sue economie alla portata di tutti, la presenza capillare sul territorio con oltre 100 strutture in tutte le regioni d’Italia e in tante città d’arte, può costituire davvero una grande alternativa e, direi, una concreta opportunità per rilanciare e programmare stabilmente non uno, ma magari più viaggi annuali d’istruzione; non le ‘vacanze’, ma la cosiddetta ‘scuola fuori dalla scuola’: cioè il viaggio di conoscenza, di apprendimento, di incontro oltre i confini cittadini e le strette mura del proprio istituto scolastico.” Neanche uno studente su tre, informa la Coldiretti, pare parteciperà alle gite scolastiche di primavera. La diseconomia colpisce, dunque, anche il turismo scolastico, con una riduzione delle partenze, e, quando si parte, la scelta di mete vicine, e in generale con minor tempo di permanenza. Le stime calcolano un calo del 20% rispetto all’anno passato. Sempre la Coldiretti, chiarisce che sono gli stessi genitori a chiedere di eliminare le gite, per contenere le spese ed evitare discriminazioni tra i ragazzi che non possono più permettersi di partecipare. Situazione grave, inaudita, per non dire paradossale, dinanzi alla quale l’A.I.G. non sta a guardare, lanciando una sostanziale e significativa proposta: ridurre del 50% agli studenti e loro accompagnatori, il costo della vacanza in Ostello! (che è già, va detto, è tradizionalmente sempre estremamente economica). Il Presidente Anita Baldi, chiarisce il perché di questa iniziativa, richiamandosi al pensiero e alle parole del fondatore degli Ostelli italiani (nel 1945), il leggendario Aldo Franco Pessina: ”Crediamo che la Scuola debba uscire dal perimetro delle aule ed entrare nel campo della vita, cioè che ogni singolo docente ed ogni singolo studente possa, se voglia, allargare la cerchia dei propri incontri oltre i limiti delle mura d’istituto di paese e città; crediamo che attraverso gli Ostelli, la Scuola può raggiungere la vita, e la vita compenetrare la Scuola”. Valore educativo. Pluralità di mete disponibili. Vocazione ambientale e formativa. Attività culturali… Gli Ostelli, in questi anni si sono evoluti, e oggi rappresentano una grande risorsa per i giovani italiani e stranieri, ma anche per le famiglie, per il turismo sociale e soprattutto, come si diceva, per quello scolastico… Un’occasione da mettere a frutto per contrastare ora e subito il comprensibile e motivato ridimensionamento di attività extrascolastica, e garantire così le attività formative, aggiuntive, ma anche “sostanziali” come sono (o come possono essere) le gite intelligenti. Il Presidente dell’Associazione dei Presidi italiani, Giorgio Rembado, fa notare che ogni Istituto decide sulle gite secondo il dispositivo ministeriale e la circolare che stabilisce espressamente che: “l’intera gestione delle visite guidate e dei viaggi d’istruzione o connessi ad attività sportive in Italia e all’estero rientra nella completa autonomia decisionale e nella responsabilità degli organi di autogoverno delle Istituzioni scolastiche. Non deve, quindi, essere richiesta alcuna autorizzazione ai Provveditori agli studi né al Ministero per l’effettuazione delle iniziative in questione”. La scuola determina, pertanto, autonomamente, il periodo più opportuno di realizzazione dell’iniziativa, in modo che sia compatibile con l’attività didattica, nonché il numero di allievi partecipanti, le destinazioni e la durata. Insomma, nonostante la sconfortante situazione contingente, ci sarebbe la “libertà” di agire, e con ciò di contrastare e non arretrare davanti alla crisi, non creare discriminazioni, non rinunciare a nulla. Semmai di cogliere il momento per “formarsi di più”, viaggiando in libertà per l’Italia degli Ostelli, promuovendo spirito e corpo di alunni e docenti (in diversi Ostelli esistono attrezzature e spazi per lo sport e l’attività fisica) favorendo la loro piena integrazione scolastica e sociale.

Scatti di anzianità: confermato il pagamento a maggio

da Tecnica della Scuola

Scatti di anzianità: confermato il pagamento a maggio
La liquidazione di eventuali arretrati avverrà con un’emissione speciale del 17 aprile
La Flc-Cgil fa sapere che con avviso del 16 aprile il sistema informativo del MEF comunica il pagamento degli Scatti di anzianità con la rata di maggio 2013. Secondo la comunicazione di NoiPA è prevista anche la liquidazione di eventuali arretrati con l’emissione urgente del 17 aprile, anche se a questo proposito pervengono segnalazioni del loro mancato pagamento.
Permane invece il blocco per tutti coloro che maturano gli scatti di anzianità nel corso dell’anno 2012, a partire dal 31 gennaio 2012. Infatti, chi matura gli scatti entro il 30 gennaio 2012 ha comunque diritto alla liquidazione dal 1^ del mese. Restano escluse dal pagamento alcune posizioni particolari su cui il MEF ha già chiesto chiarimenti al MIUR. In questa prima fase di applicazione del CCNL le casistiche oggetto di esclusione dall’elaborazione sono: • personale immesso in ruolo con decorrenza economica dal 1° gennaio 2012 in poi; • personale immesso in ruolo con decorrenza economica dal 1° gennaio 2011 in poi, con la sola eccezione dei casi degli immessi in ruolo dal 1° settembre 2011 la cui classe successiva matura dal 1° settembre 2022; • personale per il quale risulta in banca dati la maturazione della classe o dello scatto dal 2 gennaio 2011 al 1° gennaio 2013, compresa l’attribuzione dell’assegno 790 – DIFF. FASCIA 3 CCNL SCUOLA 4/8/2011; • altri casi particolari, quali una parte del personale con più contratti a tempo determinato (KTxx o KSxx) nel periodo di applicazione o posizioni stipendiali con progressioni di carriera anomale o senza scadenza della successiva maturazione.
Per queste situazioni sono previsti successivi interventi. Ma si supera anche, dice la Flc-Cgil, il blocco della ricostruzione della carriera per i neo immessi in ruolo, ingiustamente fermata dal MEF, con la scusa del blocco degli scatti di anzianità (operata dalla legge Tremonti 78/2010). Per a Flc-Cgil è altrettanto importante che arrivi pure a conclusione il pagamento di tanti supplenti che devono ancora ricevere lo stipendio a causa anche del perdurare dello slittamento dei tempi per le corresponsioni mensili sul sistema informativo e dell’insufficiente finanziamento

SNV2013: controllo dei materiali ricevuti

da Tecnica della Scuola

SNV2013: controllo dei materiali ricevuti
di Lara La Gatta
In vista delle somministrazioni di maggio, le scuole stanno ricevendo in questi giorni i plichi necessari per le prove, che dovranno controllare secondo precise modalità.
In questi giorni le scuole stanno iniziando a ricevere i plichi contenenti i materiali che serviranno per lo svolgimento delle prossime prove del Servizio Nazionale di Valutazione.
Le somministrazioni, ricordiamo, si svolgeranno nel mese di maggio.
Nel dettaglio: – 7.05.2013: Prova preliminare di lettura per le classi II e prova di Italiano per le classi II e V primaria – 10.05.2013: Prova di matematica per le classi II e V primaria e Questionario studente per la classe V primaria – 14.05.2013: Prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente per le classi I della scuola secondaria di primo grado – 16.05.2013: Prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente per le classi II della scuola secondaria di secondo grado.
Una volta ricevuti i materiali, ciascuna istituzione scolastica dovrà provvedere al relativo controllo, senza aprire i plichi e secondo le modalità indicate dall’INVALSI con apposito manuale disponibile da qualche giorno sul sito dell’istituto. In particolare, ogni scuola dovrà verificare la corrispondenza tra il materiale inviato e quello necessario per la somministrazione.
Questa operazione di controllo dovrà svolgersi entro il 24 aprile prossimo ed entro la medesima scadenza dovrà essere effettuata la comunicazione all’INVALSI su apposito modulo on-line di eventuale materiale mancante. Qualsiasi comunicazione effettuata secondo modalità differenti o oltre i termini di tempo indicati non sarà presa in considerazione.

Fondi Europei 2014-2020: bozza dell’Accordo di partenariato

da Tecnica della Scuola

Fondi Europei 2014-2020: bozza dell’Accordo di partenariato
Reso noto dal Ministero per la coesione territoriale il testo della prima bozza di alcune parti dell’Accordo di partenariato per l’avvio delle procedure di definizione delle strategie di impiego dei fondi comunitari per il settennio 2014-2020. Flc Cgil: si tratta di un passaggio fondamentale per stabilire le strategie di impiego dei fondi.
La struttura dell’Accordo di partenariato (è disponibile una versione in corso d’opera – 9 aprile 2013 – di alcune sezioni) è stata definita per tutti i Paesi dall’Unione europea dalla Commissione europea in un apposito documento denominato “Linee guida sui contenuti dell’Accordo di partenariato” di cui è disponibile la seconda versione (in inglese) del 26 febbraio 2013.
La bozza di Accordo presentata riguarda specificatamente la parte relativa alla “descrizione e motivazione delle scelte di investimento, evidenziando per ciascun obiettivo tematico i risultati attesi, le azioni conseguenti e il relativo fondo di finanziamento” (Sezione 1.3) e quella relativa alla “applicazione dei principi orizzontali (partenariato, parità di genere e non discriminazione)” (Sezione 1.5).
Da un report della Flc Cgil riportiamo quanto descritto dalla Federazione lavoratori della conoscenza a proposito del Contratto di perteniarato, dei suoi contenuti e percorsi di confronto:
 
I) Cos’è il contratto di partenariato
L’utilizzo dei Fondi comunitari per la coesione 2014-2020 e del relativo cofinanziamento nazionale avverrà sulla base di un “Accordo di partenariato” e di Programmi operativi da concordare con la Commissione Europea.
In base all’ultima versione della Proposta di Regolamento sui Fondi comunitari del Quadro Strategico Comune (QSC) resa nota nell’ottobre 2012, per contratto di partenariato si intende: “il documento preparato da uno Stato membro con la partecipazione dei partner in base al sistema della governance a più livelli, che definisce la strategia e le priorità dello Stato membro nonché le modalità di impiego efficace ed efficiente dei Fondi del QSC per perseguire la strategia dell’Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e approvato dalla Commissione in seguito a valutazione e dialogo con lo Stato membro” (art. 2).
II) Composizione del partenariato
Ogni Stato membro organizza il partenariato con:
“(a) le autorità regionali, locali, cittadine e le altre autorità pubbliche competenti;
(b) le parti economiche e sociali;
(c) gli organismi che rappresentano la società civile, compresi i partner ambientali, le organizzazioni non governative e gli organismi di promozione della parità e della non discriminazione.” (art. 5 comma 1)
Inoltre “gli Stati membri associano i partner alle attività di preparazione dei contratti di partenariato e delle relazioni sullo stato di attuazione, nonché alle attività di preparazione, attuazione, sorveglianza e valutazione dei programmi. I partner partecipano ai comitati di sorveglianza dei programmi.” (art. 5 comma 2)
III) Contenuti del contratto di partenariato
Il contratto di partenariato stabilisce:
le modalità per garantire l’allineamento con la strategia dell’Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, tra cui:
un’analisi delle disparita e delle esigenze di sviluppo con riguardo agli obiettivi tematici definiti dall’Unione Europea stessa1
un’analisi sintetica delle valutazioni ex ante dei programmi che giustifichi la scelta degli obiettivi tematici e la dotazione indicativa dei Fondi del QSC
per ciascun obiettivo tematico, una sintesi dei risultati principali attesi per ciascun Fondo del QSC
l’elenco dei programmi nell’ambito di ciascun Fondo (FESR, FSE, ecc.).
un approccio integrato allo sviluppo territoriale sostenuto dai Fondi del QSC, che stabilisca i meccanismi a livello nazionale e regionale che garantiscono il coordinamento tra i Fondi del QSC e gli altri strumenti di finanziamento dell’Unione e nazionali e con la Banca europea per gli investimenti (BEI);
un approccio integrato per rispondere ai bisogni specifici delle aree geografiche particolarmente colpite dalla povertà o dei gruppi di destinatari a più alto rischio di discriminazione o esclusione, con particolare riguardo per le comunità emarginate, compresa, se del caso, la dotazione finanziaria indicativa per i pertinenti Fondi del QSC;
le modalità per garantire un’esecuzione efficace, tra cui:
una tabella consolidata delle tappe fondamentali e degli obiettivi stabiliti nei programmi per il quadro di riferimento dei risultati, insieme con la metodologia e il meccanismo volti a garantire la coerenza tra tutti i programmi e i Fondi del QSC
una sintesi della valutazione dell’adempimento delle condizionalità ex ante stabilite e delle azioni da intraprendere a livello nazionale e regionale, con il relativo calendario di attuazione, qualora le condizionalità ante non siano soddisfatte
le informazioni necessarie per la verifica ex ante della conformità alle norme in materia di addizionalità.
IV) Adozione del contratto di partenariato
La Proposta di Contratto di partenariato 2014-2020, una volta elaborata, sarà portata in Conferenza Unificata per l’intesa e, successivamente, all’approvazione del CIPE, per i profili di competenza e la formalizzazione del mandato all’interlocuzione formale con la Commissione europea.
Occorre ricordare che in base all’art. 15 della Proposta di Regolamento sui Fondi comunitari del Quadro Strategico Comune (QSC), la Commissione formula osservazioni entro tre mesi dalla data di presentazione del contratto di partenariato. Lo Stato membro è tenuto a fornire tutte le informazioni supplementari necessarie e, se del caso, a rivedere il contratto di partenariato. La Commissione approva il contratto di partenariato entro sei mesi dalla sua presentazione da parte dello Stato membro, a condizione che le eventuali osservazioni da essa formulate siano state adeguatamente recepite. Il contratto di partenariato non entra in vigore prima del 1° gennaio 2014.
V) Percorso per la definizione del contratto di partenariato
Il Ministro per la Coesione Territoriale, d’intesa con i Ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha reso noto il 27 dicembre 2012 il documento di apertura del confronto pubblico denominato “Metodi ed obiettivi per un uso efficace dei foni comunitari 2014-2020”. Tutti i soggetti interessati a fornire contributi potevano farli pervenire entro il 15 febbraio 2013 all’indirizzo: dps.programmazione2014-2020@tesoro.it.
Contemporaneamente si sono avviati e conclusi
i lavori dei tavoli di confronto partenariale sulle quattro missioni (Lavoro, competitività dei sistemi produttivi e innovazione; Valorizzazione, gestione e tutela dell’ambiente; Qualità della vita ed inclusione sociale; Istruzione, formazione e competenze) individuate dal documento di apertura “Metodi ed obiettivi”. A questi tavoli hanno partecipato i sindacati confederali
i lavori relativi al confronto tecnico-istituzionale con le Amministrazioni e le parti interessate volto a orientare la redazione dei documenti di programmazione.
Il documento “Metodi ed obiettivi” prevedeva all’avvio dei tavoli l’individuazione delle modalità (stabile o legata a predeterminate fasi dell’attività) di coinvolgimento del partenariato economico e sociale rilevante per le tematiche seguite dai tavoli stessi.
VI) Il ruolo della FLC CGIL
Praticamente tutte le aree tematiche definite dalla UE impattano direttamente o indirettamente con le competenze della FLC CGIL. Le medesime aree, inoltre,  fanno riferimento a numerose “condizionalità ex ante” che, come è noto, sono di competenza delle politiche ordinarie degli Stati membri dell’UE. A tal proposito occorre ricordare che la citata Proposta di Regolamento sui Fondi comunitari del Quadro Strategico Comune prevede che: “Se le condizionalità ex ante non sono soddisfatte alla data di trasmissione del contratto di partenariato, gli Stati membri includono nel contratto di partenariato una sintesi delle azioni da intraprendere a livello nazionale e regionale e il relativo calendario di attuazione per garantire l’adempimento di tali condizionalità entro due anni dall’adozione del contratto di partenariato oppure, se precedente, entro il 31 dicembre 2016” (art. 17 comma 3).
Per queste ragioni la FLC CGIL presenterà pubblicamente e nei vari tavoli di confronto,  specifiche proposte con l’obiettivo di contribuire ad arricchire e, se possibile, a ri-orientare la versione finale dell’Accordo di partenariato.
Gli 11 obiettivi tematici individuati dalla UE sono i seguenti
Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione,
Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione,
Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura,
Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio,
Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e la gestione dei rischi,
Tutelare l’ambiente e l’uso efficiente delle risorse,
Promuovere sistemi di trasporto sostenibili e eliminare le strozzature delle principali infrastrutture di rete,
Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori,
Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà,
Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente,
Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente.
 
In allegato al report, la Flc Cgil riporta anche un documento su “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020”.

A Savona per risparmiare si studia la settimana corta… E l’Anief critica

da tuttoscuola.com

A Savona per risparmiare si studia la settimana corta… E l’Anief critica

La scarsità di fondi per le scuole “sta raggiungendo livelli record. Al punto che le province, da cui dipende la gestione degli istituti superiori, stanno cominciando a mettere le mani avanti in vista del prossimo anno scolastico. Come a Savona, dove, per risparmiare sulle bollette elettriche e del gasolio da riscaldamento, i responsabili della giunta provinciale hanno scritto ai dirigenti scolastici del loro territorio chiedendo esplicitamente di predisporre le condizioni per introdurre la settimana corta”. La denuncia arriva dall’Anief.

A parte il fatto che questo genere di decisioni, l’allargamento o la riduzione del piano di lezioni settimanali, sono di competenza degli organi collegiali, è evidente – afferma Marcello Pacifico, presidente Anief – che le mutazioni scolastiche degli ultimi tempi stanno sempre più spesso condannando gli studenti a usufruire di una formazione a mezzo servizio. Oggi si chiede di ridurre la settimana scolastica da 6  a 5 giorni, il passo successivo, già peraltro tentato dal ministro Profumo, sarà quello di anticipare la maturità a 18 anni, cancellando addirittura di un anno il tempo scuola”.

L’Anief parla di “chiaro progetto di smantellamento del settore” citando, a questo proposito, il taglio di un terzo del Fondo d’istituto, il tentativo del Governo di ricondurre a 24 ore l’insegnamento settimanale, le classi-pollaio,la chiusura di quasi 2mila istituti. E ricorda i dati Eurostat secondo cui per quanto riguarda la spesa pubblica per cultura, l’Italia si colloca in fondo alla classifica europea, con appena l’1,1% di investimenti rispetto al Pil, a fronte di una media Ue pari al doppio. Scarso anche l’investimento a favore dell’istruzione, per la quale in Italia si spende solo l’8,5% del Pil: se confrontato con la media Ue del 10,9%, non ci collochiamo all’ultimo posto solo per la presenza della Grecia.

E noi che facciamo? Anziché cambiare rotta, continuiamo su questa strada”, sostiene il presidente dell’Anief. Che poi aggiunge: “la richiesta formulata dalla Provincia di Savona, di accorpare le ore di lezione indistintamente in tutte le scuole non può trovarci d’accordo. Perché non si può chiedere a un ragazzo che studia in un istituto tecnico o in un liceo di rimanere sui banchi per 7-8 ore, magari affrontando nella stessa giornata materie complesse come matematica, latino e greco. È una soluzione didatticamente inaccettabile”.

Anci: 21 istituti superiori di studi musicali a rischio di chiusura

da tuttoscuola.com

Anci: 21 istituti superiori di studi musicali a rischio di chiusura

Il presidente Graziano Delrio chiede un incontro con il ministro Profumo

“Gli istituti superiori di studi musicali sono a rischio chiusura”: l’allarme arriva dall’Anci, e il presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani, Graziano Delrio ha inviato al ministro dell`Istruzione, Francesco Profumo una lettera chiedendo “un incontro urgente per avviare un percorso di riordino condiviso per i 21 istituti superiori di studi musicali”.

Dopo aver sottolineato che “l`Anci ha più volte sollecitato i competenti organi istituzionali chiedendo un intervento, sia dal punto di vista finanziario che normativo, onde evitare che tali Istituti rischino il commissariamento o addirittura la chiusura”, Delrio ricorda che tali Istituti “a seguito della l. n. 508/99, sono stati equiparati in tutto ai Conservatori tranne che per la provenienza dei finanziamenti che continuano ad essere assicurati esclusivamente dagli Enti locali senza nessun intervento da parte dello Stato”.

“Una situazione che – aggiunge Delrio – sta diventando ogni giorno più insostenibile per i Comuni e che inevitabilmente avrà pesanti ripercussioni non solo sull`istituzione in sé e sull’Ente locale, ma anche sui circa 700 docenti, 10mila studenti nonché sulle famiglie”.

Da qui la richiesta di un incontro urgente per manifestare “lo stato di forte preoccupazione per una situazione che si trascina ormai da molti anni senza che sia stata individuata alcuna soluzione positiva, ribadendo al contempo la necessità di un intervento finanziario immediato, quale contributo agli oneri che sostengono i Comuni, senza il quale, si paventa la possibilità di dissesto, per alcuni dei nostri istituti musicali che sono comunque parte integrante del sistema dell`Alta Formazione musicale”.