Prove Invalsi: così non va

Prove Invalsi: così non va. È necessario cambiare rotta

Presentate a Roma le prove Invalsi per l’anno scolastico in corso. La FLC CGIL chiede al Ministro Carrozza di fermare l’inutile deriva dei test e modificare radicalmente il Regolamento sul sistema nazionale di valutazione.

Ci siamo: anche quest’anno è arrivato il momento delle prove Invalsi:

  • il 7 e il 10 maggio si svolgeranno nelle classi II e V della primaria.
  • il 14 maggio nella classe I della secondaria di primo grado
  • il 16 maggio nella classe II della secondaria di secondo grado.

E, dulcis in fundo, il 17 giugno si svolgerà la prova inserita nell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo.

Recentemente l’Invalsi ha pubblicato una nota sullo svolgimento delle prove per gli allievi con bisogni educativi speciali. Come avvenuto lo scorso anno, In buona sostanza, il dirigente scolastico valuterà caso per caso e deciderà se l’allievo svolgerà la prova separatamente, in altro locale, con l’ausilio dei docenti o meno.
Non è prevista alcuna rilevazione sui livelli di inclusività e sulla capacità di integrazione dell’istituto.

Se sull’integrazione l’approccio è assai carente, su altri piani l’Invalsi si profonde invece in una sventagliata di promesse, tra le altre:

  • prevede di restituire i risultati delle prove alle scuole già all’inizio di settembre,
  • contrasterà il cosiddetto cheating (l’alterazione scorretta degli esiti delle prove da parte degli allievi e/o della scuola)
  • comincerà a restituire informazioni atte a consentire alle scuole una comparazione con il proprio passato
  • avvierà la costruzione di un archivio ragionato con le principali esperienze di utilizzo dei dati
  • fornirà alle scuole un format nel caso volessero rendere pubblici i propri risultati.

E non si ferma qui, ulteriori sviluppi sono previsti:

  • si intende lavorare a prove inseribili in un esame di stato riformato fin dal 2015 e adoperabili ai fini di orientamento e selezione nei successivi percorsi universitari (fin dal 2014)
  • si definiranno prove per la lingua inglese e le competenze scientifiche nelle scuole del primo ciclo
  • si transiterà verso l’uso del computer
  • verrà pubblicata una “banca prove” a disposizione delle scuole per compiere proprie autonome valutazioni (e chi meglio dell’invalsi stesso potrebbe fornire i materiali del teaching to test?)
  • si ripenserà la scansione temporale delle prove nel ciclo complessivo degli studi.

Avanti tutta quindi, e poco importa se restano irrisolti e confermati tutti i nodi già denunciati:

  • un atteggiamento autoritario (codificato dall’approvazione del regolamento da parte di un governo che aveva già chiuso il suo mandato)
  • un’impostazione parziale e riduttiva: tutto viene ridotto alle prove e, come se non bastasse, le prove hanno grossi limiti. Al tempo stesso, il ruolo dell’Invalsi si dilata in modo invasivo a coprire ambiti non propri, ma spettanti a chi ha ruolo politico e non tecnico, oltre a svilire progressivamente dell’immagine stessa dell’autonomia scolastica
  • nessuna risorsa al sistema scolastico per avviare reali processi di valutazione e autovalutazione
  • un silenzio sprezzante sull’aggravio di lavoro per il personale docente e di segreteria che deve essere riconosciuto economicamente
  • un’apertura sostanziale all’utilizzo “selvaggio” degli esiti delle prove in funzione di improprie e deleterie competizioni tra scuole (il cosiddetto format onnicomprensivo ci sembra una vera foglia di fico)
  • si nega che le prove servano alla valutazione degli alunni mentre si mantiene la prova d’esame per il primo ciclo (che ne altera e stravolge gli esiti) e si procede con la sua introduzione anche nel secondo ciclo.

Non è davvero questa la direzione che serve alla scuola.

Ricordiamo che:

  • sui test INVALSI giusto un anno fa veniva approvato un ordine del giorno all’art. 51 del DL 5/2012 che impegnava il Governo affinché, “ai fini di un adeguato potenziamento del sistema nazionale di valutazione delle istituzioni scolastiche, siano assicurati adeguati criteri, tra cui la previa individuazione con metodo statistico del campione su cui effettuare le rilevazioni, nonché la somministrazione delle prove mediante rilevatori esterni adeguatamente formati e la diffusione dei risultati alle istituzioni scolastiche coinvolte”.
  • contro le prove censuarie si sono dichiarate una serie di associazioni professionali, studentesche e dei genitori solo un paio di mesi fa.
  • la comunità scientifica si è ripetutamente espressa contro la validità dei test quale indicatore di misurazione della qualità del sistema di istruzione.

Perché proseguire in maniera cieca e ideologica su questa strada?

La FLC CGIL ritiene che occorra:

  • modificare radicalmente il regolamento sulla valutazione,
  • restituire protagonismo alle scuole e ai docenti,
  • coinvolgere i decisori politici e la società tutta in un dibattito che riattualizzi le finalità della scuola declinandone l’inclusività e la qualità nella società attuale,
  • abolire le prove invalsi d’esame,
  • ripristinare una rilevazione degli apprendimenti su base campionaria.

Per fare tutto ciò la FLC CGIL ha deciso nel proprio Comitato direttivo di predisporre un appello, che verrà pubblicato nei prossimi giorni, per avviare una capillare raccolta di firme tra il personale della scuola, tra gli studenti le famiglie e la cittadinanza e di proseguire il confronto con le associazioni professionali, studentesche e dei genitori che hanno sottoscritto il documento sul Regolamento sul sistema nazionale di valutazione per definire una grande iniziativa pubblica e aperta che costituisca il preludio ad una consultazione nazionale. Su tale tema verrà chiesto con urgenza un incontro con il nuovo Ministro dell’Istruzione.

06/05/2013 – Obiettivo/Azione F3 Gestione dei progetti autorizzati: chiarimenti e indicazioni

Oggetto: PON POR FSE “Competenze per lo sviluppo” – “Realizzazione di prototipi di azioni educative in aree di grave esclusione sociale e culturale, anche attraverso la valorizzazione delle reti esistenti” . Anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014 – Piano Azione Coesione. Gestione dei progetti autorizzati: chiarimenti e indicazioni

Nota n. 5078 del 3 maggio 2013

06/05/2013 – Obiettivo/Azione H.2 Progetto Task-force e servizi integrati di accompagnamento sulle attività negoziali

Oggetto: PON FSE “Competenze per lo Sviluppo” – Obiettivo/Azione H.2 “Percorsi di formazione sulle procedure di acquisto della PA in ottemperanza alle direttive europee e comunque finalizzate a promuovere la trasparenza dell’azione amministrativa e la legalità” – Progetto Task-force e servizi integrati di accompagnamento sulle attività negoziali: avvio delle attività e definizione delle modalità di erogazione e fruizione dei servizi di accompagnamento a supporto degli istituti scolastici delle Regioni Obiettivo Convergenza.

Nota n. 5058 del 3 maggio 2013

“Quale valutazione per quale scuola?”

“Quale valutazione per quale scuola?”

Atti del Convegno nazionale, Ferrara, 20 aprile 2013

Coordinamento “La scuola è di tutti”, Ferrara

 

Girolamo De Michele (La scuola è di tutti) – Meritocrazia e valutazione: una scuola per la società del controllo?

Mauro Presini (CIP Ferrara) e Maria Maletta (La scuola è di tutti) – Valutazione e handicap

Stefania Romani – La valutazione degli apprendimenti nella secondaria di primo grado

Antonio Ferrucci (USB) e Beatrice Trentini (FLC) – Il Regolamento del sistema nazionale di valutazione delle scuole pubbliche

Irina Aguiari – Unione degli Studenti – Dalla parte degli studenti: quale valutazione?

Gianluca Gabrielli (COBAS Bologna) – La valutazione degli apprendimenti nella scuola primaria

Carlo Salmaso (CESP Padova) – La valutazione degli apprendimenti in matematica

DA DOMANI SCIOPERI CONTRO L’ INVALSI

UNICOBAS: DA DOMANI SCIOPERI CONTRO L’ INVALSI:
SCIOPERO GENERALE DELLE PRIMARIE IL 7 MAGGIO, DELLE MEDIE IL 14 E DELLE SUPERIORI IL 16

Ormai sappiamo come vengono usate dal Miur le prove Invalsi. La superficialità ed il nozionismo di origine anglo-sassone, l’inadeguatezza dei test ai programmi ed alla metodologia italiana, l’unificazione dei risultati con quelli delle scuole private (che, da sole, ci fanno perdere venti posti nelle comparazioni con l’estero), tutto ciò serve a dimostrare il presunto “sfascio” della scuola pubblica. La propaganda di qualche editorialista “laudator temporis acti”, spiana la strada al sistema de-meritocratico che volevano la Gelmini e Brunetta, per imporre valutazioni burocratiche atte ad incidere sulla busta paga dei docenti.
Con la macchina ispettiva (peraltro oggi completamente latitante) ed il “bipartizan” Indire, l’Invalsi è uno dei tre pilastri pensati per “disciplinare” la scuola e traghettarla verso il sistema retributivo “a fasce”. Per la casta burocratica (e sindacal-concertativa), non tener conto dello specifico delle scuole e dei quartieri, imporre prove identiche anche per i diversamente abili servirebbe a stabilire la ‘qualità’ dei docenti, per identificare chi pagare di meno ancora del, già imposto, più basso salario europeo e mettere alla gogna su internet.
Prove siffatte dovrebbero fornire parvenza di “oggettività” ad un’omologazione dall’alto, quando studiosi del calibro di Giorgio Israel (che ha collaborato sia con Fioroni che con la Gelmini nel Comitato tecnico-Scientifico “per l’elaborazione delle linee strategiche relative alla costruzione di un sistema nazionale di valutazione”) ne dichiarano apertamente l’inapplicabilità.
Il metodo stesso di rilevazione, copiato dagli standard formativi dismessi da USA e Canada, perché responsabili di un’omologazione in basso delle competenze degli alunni, è giudicato improprio: “Il processo di valutazione deve essere inteso come un processo culturale e non come un processo manageriale … esso è totalmente inadeguato in un sistema i cui contenuti sono culturali, non misurabili, non passibili di una definizione oggettiva affidabile alla gestione di ‘esperti’ esterni” (G. Israel). Tutto ciò deriva dalla vulgata della logica privatistica come panacea di tutti i mali, da quando venne imposta una “carta dei servizi” che definiva lo studente quale “cliente”. Per Israel non è che il residuo “di un’idea banalmente sbagliata e cioè che la scuola sia un’azienda fornitrice di beni e servizi e che studenti e famiglie siano l’utenza”.
Le prove Invalsi sono anche centralistiche. A fronte di un’incongrua regionalizzazione, che si vorrebbe utilizzare per imporre l’uso del dialetto “lumbard” e costruire avamposti della delirante “scuola nazionale padana”, i test non tengono nel minimo conto i differenti POF della scuola dell’autonomia e sono addirittura uguali da Canicattì a Bolzano!
Il carrozzone Invalsi (l’ex Cede di quel Vertecchi che scrisse i quiz per il concorsone di Berlinguer), spesso passato in termini consociativi da una mano all’altra, gode di cospicui finanziamenti, una parte dei quali erogati anche in funzione della somministrazione e della correzione delle schede. Un carico aggiuntivo gratis et amore dei che si cerca d’imporre ai docenti senza che ve ne sia traccia nel contratto nazionale e quando persino gli inventori delle prove (peraltro le più facilmente copiabili in assoluto) sostengono da anni che non solo non dovrebbero coinvolgere il team di classe, ma neppure alcun docente dell’istituto al quale sono proposte. Il metodo Invalsi nasce dall’assoluta sfiducia del “Palazzo” e di certa “Accademia” – che, visto come si colloca a livello internazionale, farebbe meglio a guardare in casa propria – nelle capacità valutative degli insegnanti italiani. Ma si contrappone con arroganza persino al sistema di rilevazione adottato da decenni dall’OCSE, mirato, invece che al nozionismo, alla verifica delle competenze, e che colloca ad esempio la scuola Primaria italiana, da trent’anni, fra il primo ed il sesto posto nel mondo. Farebbero tutti meglio a rileggersi l’art. 33 della Costituzione sulla libertà d’insegnamento, nonché le attribuzioni dei Collegi Docenti, unici ad aver titolo a decidere in materia di didattica e valutazione. Le tante delibere approvate nelle scuole contro le prove Invalsi dovrebbero venire considerate cogenti dal Ministero e dai dirigenti scolastici.
Ma la battaglia è sentita e combattuta anche dagli studenti e dalle famiglie, col netto rifiuto della vergognosa scheda sugli alunni che, se spinge a giudizi sommari e discriminatori su attitudini e personalità, attua persino una rilevazione di censo, istituendo così una sorta di inaccettabile schedatura. Non è altro che la riedizione sotto mentite spoglie del tristemente famoso portfolio di morattiana memoria (insieme al tutor, a suo tempo già rispedito al mittente dai Collegi dei Docenti), preteso dalla parte più retriva del padronato italiano. Un documento che doveva seguire l’individuo per tutta la vita, segnalandone ovviamente le eventuali, “pericolose” propensioni critiche. Oggi siamo alle valutazioni a quiz in stile televisivo che registrano prevalentemente attitudini meramente esecutive e monoprofessionalistiche. I test Invalsi sono il completamento della scuola minimalista prodotta dalla controriforma Gelmini. Valutazioni che ben si addicono, ad esempio, ad un Liceo Scientifico senza il latino, il quale, a proposito di destra e sinistra, starà facendo rigirare nella tomba persino Gentile.

Stefano d’Errico (Segretario nazionale Unicobas Scuola)

La maledizione del dottorato

La maledizione del dottorato

La ricerca e la formazione post-lauream condanna alla precarietà lavorativa sia nei percorsi accademici che in quelli scolastici

 

La maledizione della precarietà si abbatte in molteplici forme sui lavoratori della conoscenza pubblica. Che si tratti di ricercatori, dottori di ricerca o docenti della scuola pubblica non fa molta differenza. La legislazione statale li penalizza in vario modo e nei nostri territori il tutto avviene con un accanimento particolare.

 

Accade infatti che, per un’interpretazione originale delle norme sulla valutazione dei titoli dei docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, ai docenti che hanno svolto (anche in passato, quando quest’orientamento non c’era) il triennio di dottorato di ricerca presso l’università, vengano sottratti punteggi determinanti nelle graduatorie. Molti dei docenti che hanno conseguito il titolo di dottore di ricerca negli scorsi anni, utilizzando le norme dell’ordinamento scolastico (ispirate dai principi costituzionali che valorizzano l’alta formazione), hanno fruito del congedo dal servizio che permetteva di svolgere il dottorato presso l’Università e, pur non prestando effettivo servizio a scuola, di ottenere la relativa valutazione. Per i docenti pugliesi era tutto pacifico fino al 2011, quando il cambio di registro per l’USR Puglia, provoca un terremoto tra dottori e dottorandi che lavorano nella scuola con chiamate dalle graduatorie ad esaurimento: gli uffici dell’Amministrazione scolastica passano in rassegna i loro punteggi e a quanti abbiano fruito del congedo per dottorato di ricerca decurtano il punteggio spettante per il periodo di congedo, pacificamente riconosciuto fino ad allora. Alcuni dei docenti arrivati alle soglie del ruolo hanno perso e perderanno il prossimo anno il proprio contratto precario, mentre altri, nel frattempo divenuti di ruolo, stanno già perdendo il ruolo e rischiano addirittura il posto di lavoro.

 

Il ricatto per i docenti precari dei nostri territori è quindi doppio: oltre a dover vivere la propria precarietà, devono rinunciare all’alta formazione accademica (anche quando abbiano i titoli per accedervi), che li qualificherebbe maggiormente e garantirebbe docenti più preparati anche alle nostre scuole, se non vogliono rischiare di perdere quello straccio di contratto precario che hanno conquistato.

 

Per la FLC CGIL si tratta di un’ulteriore ragione di critica all’impianto della riforma Gelmini dell’Università che precarizza i percorsi formativi e le prospettive occupazionali dei lavoratori della conoscenza pubblica, dottorandi e ricercatori, ma anche docenti della scuola pubblica. Siamo già impegnati con le nostre strutture legali a contestare in tribunale i provvedimenti dell’Amministrazione scolastica a danno dei docenti coinvolti.

Nei prossimi giorni, inoltre, insieme alle altre realtà che organizzano il mondo dell’alta formazione accademica cercheremo di definire altri strumenti e iniziative per tutelare i lavoratori e modificare le norme della riforma Gelmini.

 

La nuova ECDL

AICA, l’Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico, è lieta di presentare la nuova ECDL:  una svolta radicale per la patente europea del computer, che da quindici anni è strumento essenziale per essere cittadini, lavoratori, studenti nello scenario digitale.

Identità digitali, collaborazione online, mobilità e app, servizi in cloud: nulla è come prima, in un mondo che richiede competenze flessibili e personalizzate per ognuno di noi.
Per questo ECDL si rinnova nei contenuti e si avvia a diventare un percorso formativo destinato a durare tutta la vita: basato su una certificazione riconosciuta in 150 paesi del mondo, e parte integrante del Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze di recente istituzione.

Conferenza stampa
Lunedì 13 maggio 2013 – ore 10.30
Palazzo FAST, Piazzale Rodolfo Morandi 2, Milano
Programma

10.30 – 11.00
Arrivo, registrazione, welcome coffee

11 .00
Daniela Rovina, Resp. Comunicazione e Relazioni Esterne AICA –  ECDL, quindici anni di successi per un modello che si rinnova

11.10
Claudio Demartini, Full Professor Politecnico di Torino –  Scenari, paesaggi digitali e nuove competenze

11.25
Roberto Pettenello, Fondo Banche e Assicurazioni –  Libretto formativo e Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze

11.35
Giulio Occhini, Direttore AICA –  Nuova ECDL. Nasce una nuova competenza. La tua.

11.45
Bruno Lamborghini, Presidente AICA – La nuova ECDL per il lavoro e per tutta la vita

Slow Fish

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria, partecipa alla sesta edizione di Slow Fish, che si svolgerà presso il Porto Antico di Genova dal 9 al 12 maggio 2013.
La ragione della presenza del MIUR a tale manifestazione è duplice: da un lato ha lo scopo di favorire un’educazione volta ad uno sfruttamento sostenibile delle risorse del pianeta, dall’altro vuole promuovere un orientamento professionale in ambito agroalimentare ed enogastronomico in particolare nei settori lavorativi legati al mare, alla tutela del demanio marittimo a alla valorizzazione di nuove attività come il turismo marittimo e pescaturismo.
Durante i giorni della rassegna, presso lo spazio espositivo del MIUR, saranno presenti studenti e docenti di alcuni istituti alberghieri e agrari liguri e piemontesi che cureranno la degustazione di alcune ricette regionali e forniranno informazioni circa i diversi percorsi di orientamento .
Per maggiori informazioni sulle attività che si svolgeranno consultare il programma allegato.

La rivoluzione INVALSI per cancellare i copioni. Domande diverse in aula

da La Stampa

La rivoluzione INVALSI per cancellare i copioni. Domande diverse in aula

Flc-Cgil ha chiesto al ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, di rivedere il regolamento sul sistema di valutazione «troppo centrato sul test Invalsi» perché «diciamo da tempo, ma non siamo certo i soli, che le prove Invalsi sono inefficaci –

FLAVIA AMABILE
ROMA

Tempi duri per chi copia agli Invalsi. Da quest’anno i fascicoli per gli alunni sono in 5 versioni diverse, con domande in diversa sequenza. Chi li distribuirà dovrà consegnare ai vicini di banco versioni diverse dei fascicoli. Sarà facile individuarle perché sulla copertina ci sarà scritto il numero di ogni versione. Non solo le domande saranno poste in ordine diverso, e quindi quella che è la domanda numero due di una studentessa o di uno studente potrà essere la numero 23 di un altro. Ma anche le risposte multiple avranno una diversa successione. In questo modo nessuno potrà dire alla vicina o al vicino la risposta giusta né qualcuno in difficoltà potrà sperare di cavarsela sbirciando sul foglio dei compagni. I somministratori dovranno c@munque dopo la distribuzione dei fascicoli, controllare che effettivamente chi è vicino di banco abbia versioni diverse, altrimenti dovrà effettuare degli spostamenti dei posti. E la risposta dell’Invalsi alle polemiche nate dopo i test dello scorso anno al secondo anno di superiori. Era capitato di tutto: messaggi via Twitter e via Facebook scritti dagli studenti durante i test persino con foto inviate sui social network. Il giro di vite riguarda tutti i test Invalsi, sia quelli di italiano che quelli di matematica, per tutti gli ordini di scuole in cui si svolgono le prove, dalla seconda elementare alle superiori. Nel manuale del somministratone diffuso dall’Invalsi a chi farà svolgere le prove, l’Invalsi chiede di scrivere sulla lavagna l’ora di inizio e di fine della prova e, poi, di girare «costantemente » tra i banchi «per assicurarsi che gli alunni lavorino in completa autonomia, con impegno e senza fermarsi». D’altra parte, secondo un sondaggio del sito Skuola.net nelle ore immediatamente successive ai test dello scorso anno il 40,5% degli studenti delle superiori aveva copiato. E i122% ha svelato che i loro professori hanno preso nota del codice degli alunni per mettere il voto: enorme irregolarità. Intanto proseguono le polemiche da parte dei sindacati, che non hanno mai accettato le prove. I Cobas hanno proclamato sciopero durante i giorni dei test e a Flc-Cgil ha chiesto al ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, di rivedere il regolamento sul sistema di valutazione «troppo centrato sul test Invalsi» perché «diciamo da tempo, ma non siamo certo i soli, che le prove Invalsi sono inefficaci – spiega il segretario generale Mimmo Pantaleo – sbagliato partire da prove che testano l’apprendimento dell’italiano e della matematica per costruire un sistema di valutazione che è cosa complessa ». Anche la Flc-Cgil continuerà «ad appoggiare le iniziative promosse nelle scuole e nei territori».

Sottosegretari. Il pesante fardello di Marco Rossi Doria

da TuttoscuolaNews

Sottosegretari. Il pesante fardello di Marco Rossi Doria

Dei tre sottosegretari che affiancheranno Maria Chiara Carrozza, ricercatrice universitaria, rettore e ingegnere, esattamente come il suo predecessore Profumo, l’unico che viene dalla scuola e ne conosce bene i problemi, per averli vissuti in prima persona ed essersene occupato come sottosegretario nel precedente governo è Marco Rossi Doria.

Anche gli altri due sottosegretari (Gianluca Galletti, bolognese, designato dall’Udc, e Gabriele Toccafondi, fiorentino, indicato dal Pdl, entrambi deputati nella scorsa legislatura non rieletti in questa) si sono occupati di scuola, con particolare riguardo, nel caso di Toccafondi, alla problematica della parità e del finanziamento delle scuole paritarie.

Diverso è il caso di Marco Rossi Doria. Nominato sottosegretario per la prima volta nel governo tecnico presieduto da Mario Monti con la qualifica, a sua volta, di ‘tecnico’, è stato confermato nell’incarico anche nel governo politico a guida di Enrico Letta, ma con la qualifica – questa volta – di ‘politico’, in quota Pd.

Che Rossi Doria possieda una notevole sensibilità politica, d’altra parte, lo ha dimostrato anche da sottosegretario di Francesco Profumo, quando in più di una occasione si è trovato a correggere sul piano politico alcune prese di posizione tecniche – o per meglio dire tecnocratiche – del suo ministro. Si ricorda in particolare, a questo proposito, la sua reinterpretazione con presa di distanza dalla sortita effettuata dal ministro Profumo sull’innalzamento per via legislativa dell’orario di servizio degli insegnanti di scuola secondaria da 18 a 24 ore.

Senza nulla togliere ai nuovi sottosegretari, ci si chiede come mai non sia stata confermata Elena Ugolini, che bene ha operato, specie sul fronte dell’istruzione tecnica superiore, e non solo, e che ben conosceva tutti i dossier sui quali ha agito il governo Monti. Ora all’interno dell’attuale squadra ministeriale, con un ministro come Maria Chiara Carrozza probabilmente più impegnata sul versante dell’università e della ricerca, e con gli altri due sottosegretari in rodaggio, spetterà soprattutto a Rossi Doria di occuparsi dei molti problemi che riguardano la scuola, a partire dalla lotta alla dispersione (che peraltro è la principale emergenza scolastica segnalata anche del documento dei ‘saggi’) per finire con il non facile rapporto con la burocrazia ministeriale e con i sindacati. Serviranno coraggio e sagacia politica. Auguri.

Per quest’anno agli esami nessuno sconto agli alunni con BES

da TuttoscuolaNews

Per quest’anno agli esami nessuno sconto agli alunni con BES

“Eventuali disposizioni in merito allo svolgimento degli esami di Stato o delle rilevazioni annuali degli apprendimenti verranno fornite successivamente”: recitava in questo modo la circolare n. 8 del 6 marzo scorso a proposito dei BES (Bisogni Educativi Speciali) che interessano lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.

C’era, quindi, una certa attesa per sapere se e come la ‘rivoluzione’ dei BES, arrivata sulla scuola a meno di tre mesi dalla fine dell’anno scolastico, avrebbe trovato attuazione immediata, soprattutto in sede di valutazione finale.

Per quanto riguarda le scuole, in molti casi, almeno per quest’anno, sarebbe stato difficile prendere in carico compiutamente gli alunni con BES, perché ciò comporta, dopo la segnalazione dei ‘casi’ da parte dei docenti, una delibera dei consigli di classe per l’adozione di una personalizzazione della didattica, assunta sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche, motivate opportunamente e verbalizzate. I BES, insomma, li devono ‘certificare’ collegialmente gli insegnanti.

Tutto faceva pensare, quindi, che per quest’anno ci si limitasse a ‘scaldare i motori’ e a rinviare al prossimo anno, in una condizione di ponderata consapevolezza, l’attuazione compiuta della direttiva ministeriale sui BES e della relativa circolare applicativa.

Come si sarebbe comportato il ministero?

Per quanto riguarda gli esami del I ciclo, a tutt’oggi non sono state emanate disposizioni integrative della circolare n. 49 dell’anno scorso (a carattere permanente) che regola gli esami di licenza. E tutto fa pensare, quindi, che per il momento gli alunni con BES affronteranno quest’anno le prove d’esame di terza media senza particolari specificità.

È stata emanata dieci giorni fa anche l’Ordinanza n. 13/2013 sugli esami di Stato: non si parla di BES. Si può ritenere, quindi, che, per quanto riguarda gli esami, ogni disposizione sugli alunni con Bisogni Educativi Speciali viene rinviata all’anno prossimo.

Potrebbe essere l’occasione per mettere mano al Regolamento sulla valutazione (dpr 122/2009) che ha certamente bisogno di qualche revisione.

Graduatorie esaurimento, per il Tar del Lazio non andavano esclusi i 31mila prof di ruolo

da Tecnica della Scuola

Graduatorie esaurimento, per il Tar del Lazio non andavano esclusi i 31mila prof di ruolo
di Alessandro Giuliani
La sezione terza bis rigetta la parte delle Legge 167/09 che nell’estate del 2010 ha cancellato dalle liste di attesa i docenti di ruolo. Tra i motivi spicca la disparità di trattamento: quelli di religione non sono mai stati tolti, come i dipendenti di altri comparti. Esulta l’Anief, promotrice del ricorso: quella norma è illegittima, non si può annullare il superamento di una prova concorsuale. Risultato finale: se la Consulta la penserà allo stesso modo, dopo cinque anni si tornerà quasi al record di 300mila iscritti nelle GaE.
Non sembra esserci proprio pace per le graduatorie ad esaurimento. Dopo la “blindatura” imposta dal Miur nell’ultimo quinquennio, sembrava che dovessero finalmente essere destinate allo sfoltimento progressivo. Ma diversi fattori – tra cui la riforma delle pensioni, che ha prodotto un ulteriore rallentamento del turno over – hanno vanificato questo processo. Il risultato è che ad oggi sono oltre 250mila i docenti precari che vi rimangono inseriti. Sempre con l’ambizione di essere convocati almeno per una supplenza annuale. E, nella migliore delle ipotesi, per l’immissione in ruolo.
Ora, nella prima domenica di maggio, veniamo a conoscenza di una notizia che rischia di portare il numero di iscritti nelle circa cento liste di attesa provinciali ad una quota addirittura vicina al record, toccato nel 2007, di 300mila iscritti. A fornirla è l’Anief, che a distanza di quasi tre anni dall’impugnazione della Legge 167/2009, che nell’estate del 2010 ha dato il là alla cancellazione di oltre 30mila docenti già assunti a tempo indeterminato (tranne quelli di Religione), ha raccolto i frutti del suo ricorso: la sezione terza bis del Tar del Lazio, con l’ordinanza di remissione n. 3309 pubblicata il 2 aprile 2013, ha infatti accolto i due appelli presentati nel 2010 dallo stesso sindacato, attraverso gli avvocati Ganci e Miceli, e sollevato alla Consulta questione pregiudiziale per violazione di cinque articoli della Costituzione (3, 4, 35, 51 e 97). Ponendo quindi fortissimi dubbi sulla cancellazione dalle graduatorie ad esaurimento, avvenuta il 1° settembre 2010, di circa 31mila docenti già di ruolo.
La sentenza del Tar, che arriva dopo la n. 41/11 che aveva già cancellato il c. 4 ter, art. 1 della Legge 167/09 voluto dal ministro Gelmini, mette ora a forte rischio il c. 4 quinquies della stessa legge di conversione n. 167 del 24 novembre 2009: per il tribunale amministrativo la norma che ha posto le premesse per l’eliminazione delle graduatorie ad esaurimento di decine di migliaia di docenti, “appare il frutto più di scelte politiche contrastanti con principio meritocratico di inclusione nelle graduatorie, che non piuttosto rivolte a eliminare discriminazioni o a promuovere il lavoro di docente su tutto il territorio nazionale”.
L’Anief, da canto suo, ha sempre ritenuto “quella norma illegittima, perchè la sua attuazione non avrebbe risolto il problema del precariato: il passaggio da un ruolo all’altro tramite scorrimento delle graduatorie, infatti, non fa perdere alcun posto di lavoro perché libera un posto e ne assegna un altro. Avrebbe invece reso nullo, di fatto, il superamento di una prova concorsuale e il relativo titolo abilitante, ovvero annullato un titolo legittimamente acquisito”.”.
Il Miur, invece, incurante delle memorie presentate dal sindacato nelle audizioni presso le Commissioni referenti durante l’esame del decreto legge n. 134 del 25 settembre 2009, dal 1° settembre 2010 ha disposto il depennamento automatico di quei 31mila prof già di ruolo dalle graduatorie. Benché in possesso di abilitazioni per altre classi di concorso o ordini di scuola.
Per il Tar Lazio, invece, l’art. 1, c. 4 quinquies della L. 167/09 violerebbe una serie di articoli della Costituzione. Tra i vari, spicca il non rispetto dell’art. 3, comma 1, riassunto, sempre dall’Anief nella “disparità di trattamento tra gli stessi insegnanti (i docenti di religione non sono cancellati dalle Gae come non sono cancellati dalle graduatorie di merito i docenti assunti dalle GaE) e tra cittadini dello Stato (i dipendenti pubblici in ruolo presso altri comparti non sono cancellati dalle GaE)”.
Per Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir alla Scuola, siamo di fronte “all’ennesima conferma di come la cultura giuridica guida la nostra azione sindacale. L’ordinanza conferma la denuncia che fin dall’inizio abbiamo espresso nei confronti di un intervento legislativo disorganico, pasticciato e illogico, attuato contro gli interessi del Paese e in tutta fretta soltanto per ostacolare le sentenze della magistratura che vedevano l’amministrazione soccombente”.
Ora, prima che si esprima definitivamente la Consulta, l’Anief invita tutto il personale docente di ruolo cancellato d’ufficio dal 1° settembre 2010 dalle graduatorie ad esaurimento e che può dimostrare ad avere avuto o avere ancora diritto, per scorrimento, ad un incarico a tempo indeterminato o ordine di scuola, ad instaurare il contenzioso presso il giudice del lavoro.

Avviso 6 maggio 2013

Consultazione pubblica CUN

Si comunica che dal 23 aprile u.s. e fino al 23 luglio p.v. sul sito del CUN e in vista dell’Istituzione dell’Anagrafe nazionale delle pubblicazioni scientifiche da parte del MIUR, è attiva la procedura finalizzata alla consultazione pubblica sui criteri di scientificità delle pubblicazioni e degli altri prodotti di ricerca. Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti indirizzi: www.cun.it oppure direttamente http://consultazionepubblica.miur.it/index.php/survey/index/sid/297393/lang/it

Avviso 6 maggio 2013

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA MUSICALE E COREUTICA  E  LA  RICERCA
DIREZIONE GENERALE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA RICERCA

Si comunica che, nell’ambito delle procedure per il rinnovo del Programma esecutivo di Cooperazione Scientifica e Tecnologica tra Italia e Algeria  2014-2016,  è stato pubblicato sul sito del Ministero degli Affari Esteri il  bando per la raccolta di progetti congiunti di ricerca.

La presentazione delle domande deve avvenire entro il  2 luglio  2013 secondo le modalità  indicate nel Bando allegato alla presente comunicazione.

Per ulteriori informazioni consultare anche il sito MAE alla pagina:
http://www.esteri.it/MAE/IT/Politica_Estera/CooperScientificaTecnologica/AvvisiIncaricoBandi.htm

Bando Italia-Algeria

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 104

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 104 del 6-5-2013

Sommario

LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

 


DECRETO 8 febbraio 2013, n. 45


Regolamento recante modalita’ di accreditamento delle sedi e dei
corsi di dottorato e criteri per la istituzione dei corsi di
dottorato da parte degli enti accreditati. (13G00087)

 

 

Pag. 1

 

 

DECRETI PRESIDENZIALI

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 30 aprile 2013


Delega di funzioni al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri Pres. Filippo PATRONI GRIFFI. (13A03999)

 

 

Pag. 17

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 22 aprile 2013


Revoca del decreto 19 marzo 2013, recante: «Modifica delle
autorizzazione dei presidi medico chirurgici insetticidi presentati
sotto forma di liquidi concentrati, classificati come “irritante”,
“tossico”, “nocivo” e “corrosivo” ed attualmente considerati come
d’uso domestico o d’uso domestico e professionale». (13A03903)

 

 

Pag. 18

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 19 aprile 2013


Conferma dell’incarico al Consorzio Tutela Aceto Balsamico
Tradizionale di Reggio Emilia a svolgere le funzioni di cui
all’articolo 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526, per
la DOP «Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia». (13A03893)

 

 

Pag. 19

 

 

 


DECRETO 19 aprile 2013


Riconoscimento del Sannio Consorzio Tutela Vini e conferimento
dell’incarico a svolgere le funzioni di tutela, promozione,
valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli
interessi relativi alla DOCG Aglianico del Taburno e alle DOC
Falanghina del Sannio e Sannio. (13A03904)

 

 

Pag. 20

 

 

 


DECRETO 22 aprile 2013


Riconoscimento del Consorzio per la tutela dei Vini del Montello e
dei Colli Asolani e conferimento dell’incarico a svolgere le funzioni
di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e
cura generale degli interessi relativi alla DOCG «Colli Asolani –
Prosecco» o «Asolo – Prosecco» e alla DOC «Montello – Colli Asolani».
(13A03905)

 

 

Pag. 22

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 9 aprile 2013


Liquidazione coatta amministrativa della «La Doriana-Societa’
cooperativa», in Cassano allo Ionio e nomina del commissario
liquidatore. (13A03933)

 

 

Pag. 24

 

 

 


DECRETO 16 aprile 2013


Revoca del decreto 30 gennaio 2013, nella parte relativa allo
scioglimento della «Orchidea Soc. Coop. a r. l.», in Marina di
Gioiosa Ionica. (13A03932)

 

 

Pag. 24

 

 

 


DECRETO 19 aprile 2013


Proroga dell’autorizzazione all’organismo E.M.Q.-DIN S.r.l., in
Corato per lo svolgimento delle attivita’ di verifica periodica e
straordinaria in attuazione della direttiva 95/16/CE in materia di
ascensori. (13A03906)

 

 

Pag. 25

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 5 aprile 2013


Classificazione ai sensi dell’articolo 12, comma 5, legge 8 novembre
2012, n. 189, di medicinali per uso umano – nuove confezioni di
farmaci precedentemente autorizzati con procedura centralizzata.
(Determina n. 368). (13A03890)

 

 

Pag. 26

 

 

 


DETERMINA 5 aprile 2013


Classificazione ai sensi dell’articolo 12, comma 5, legge 8 novembre
2012, n. 189, di medicinali per uso umano – generici/equivalenti di
nuova approvazione con procedura centralizzata. (Determina n. 367).
(13A03891)

 

 

Pag. 29

 

 

 


DETERMINA 5 aprile 2013


Classificazione ai sensi dell’articolo 12, comma 5, legge 8 novembre
2012, n. 189, di medicinali per uso umano approvati con procedura
centralizzata. (Determina n. 369). (13A03892)

 

 

Pag. 30

 

 

 


DETERMINA 15 aprile 2013


Regime di rimborsabilita’ e prezzo di vendita del medicinale Vyndaqel
(tafamidis) – autorizzata con procedura centralizzata europea dalla
Commissione europea. (Determina n. 402/2013). (13A03902)

 

 

Pag. 32

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

 


COMUNICATO


Comunicato relativo all’estratto della determinazione V & A/340 del 5
marzo 2013, di trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione
all’immissione in commercio del medicinale per uso umano «Miconal
Ecobi». (13A03889)

 

 

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MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


COMUNICATO


Rinnovo dell’ abilitazione all’effettuazione di verifiche periodiche
e straordinarie di impianti di messa a terra di impianti elettrici,
dell’organismo EMQ-DIN S.r.l., in Corato. (13A03907)

 

 

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