Mobilità 2013/14

Mobilità 2013/14: l’A.T. di Torino nega la mobilità interprovinciale ai figli di genitori disabili immessi in ruolo dopo il 2011. ANIEF chiede l’intervento del MIUR

Disattesa da parte dell’A.T. di Torino la nota Prot. n. AOODGPER 2218 del 27.3.2012, avente per oggetto, “CCNI sottoscritto il 29.2.2012 sulla mobilità del personale, educativo ed ATA per l’a.s. 2012/2013. Chiarimento su mobilità interprovinciale.” con la quale il MIUR ha fornito chiarimenti sulla mobilità interprovinciale dicendo sì al trasferimento in altra provincia per il docente che assiste un genitore con grave disabilità, no alla precedenza.

Appurato, quindi, che nei trasferimenti interprovinciali è riconosciuta, al personale docente ed educativo di cui all’art. 7, comma 1, punti I), III) e V del C.C.N.I. sulla mobilità, la possibilità di partecipare ai movimenti, in deroga al vincolo  quinquennale di cui alla legge n. 106/2011, secondo quanto previsto dall’art. 2, comma 2 del  citato C.C.N.I. sulla mobilità.

L’A.T. di Torino ha agito in palese violazione di quanto stabilito dall’art. 2 comma2 del CCNI dal momento che nelle operazioni di valutazione e convalida delle domande di mobilità interprovinciali del personale immesso in ruolo dopo il 2011, sottoposto a vincolo quinquennale, non ha inteso quanto previsto per la condizione di figlio che assiste il genitore disabile.

Considerato che il 5 giugno 2013 sono stati pubblicati i movimenti del personale docente per gli ordini di scuola infanzia e primaria, ai quali non hanno potuto partecipare coloro che si trovano nella condizione sopra esposta in servizio nella provincia di Torino, il Presidente regionale ANIEF Piemonte ha chiesto al Miur un intervento immediato, al fine di poter riconoscere il diritto alla mobilità del personale docente per  tutto quanto sopra descritto. Ogni decisione contraria, ovvero ogni comportamento omissivo, verranno prontamente censurati dal sindacato, con azioni collettive ed individuali innanzi a tutte le opportune sedi giudiziarie ed a carico di tutti i soggetti responsabili, per il legittimo riconoscimento dei diritti che dovessero risultare violati, nonché per il risarcimento dei danni materiali e morali che ne conseguirebbero, anche per quanto riguarda la responsabilità dirigenziale prevista dalla normativa vigente.

Per eventuali segnalazioni è possibile inviare una e-mail a segreteria@anief.net.


Il Presidente regionale ANIEF Piemonte
Giuseppe Faraci

“Il costo dell’ignoranza, l’università italiana e la sfida Europa 2020”

Miur, Presentazione del libro:
“Il costo dell’ignoranza, l’università italiana e la sfida Europa 2020”

Si terrà lunedì 10 giugno alle ore 18.30 presso il salone dei Ministri del Miur in viale Trastevere 76/a la presentazione del libro: “Il costo dell’ignoranza, l’università italiana e la sfida Europa 2020” pubblicato da AREL.

Interverranno il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini, il professore e Presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani Giuliano Amato e il professore di Scienza Politica e Vice Presidente dell’Arel Filippo Andreatta. L’incontro a cui parteciperanno anche i curatori del libro Giliberto Capano e Marco Meloni, sarà moderato da Antonio Polito.

Gli accrediti devono essere inviati a: uffstampa@istruzione.it

Ministri Carrozza e De Girolamo firmano Carta di Intenti

Domani Ministri Carrozza e De Girolamo firmano Carta di Intenti

Domani, venerdì 7 giugno, alle ore 9.00, il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza e il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo firmeranno una carta di intenti Miur-Mipaaf sull’educazione alla legalità.

L’appuntamento sarà ospitato dall’Istituto statale d’istruzione specializzata per sordi ‘A. Magarotto’ in via Nomentana 56.

Cerimonia di premiazione conclusiva del Progetto e Concorso nazionale “Articolo 9 della Costituzione”

Cerimonia di premiazione conclusiva del Progetto e Concorso nazionale “Articolo 9 della Costituzione”

Roma, 06 giugno 2013

“La lungimiranza dell’Articolo 9 è fondamentale e sorprendente. La cultura e l’istruzione devono avere un ruolo centrale nel nostro Paese”, lo ha detto il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza che oggi, insieme al Presidente della Camera Laura Boldrini e al sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, è intervenuta, presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati, alla premiazione delle classi vincitrici del Concorso e Progetto nazionale Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza attiva per la cultura, la ricerca, il paesaggio e il patrimonio storico e artistico (www.articolo9dellacostituzione.it).

Il concorso, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado italiane, è stato promosso e realizzato da settembre 2012 a giugno 2013 dalla Direzione Ordinamenti Scolastici e Autonomia Scolastica del Miur, dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e dalla Direzione per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale – Centro per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio del Mibac, con la collaborazione del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.

La premiazione si è svolta all’indomani della Festa della Repubblica del 2 giugno per sottolineare il senso del Progetto e Concorso nazionale, che ha voluto formare giovani che si prendano carico, nel loro futuro, dell’immenso patrimonio culturale, artistico e paesaggistico che ci accomuna.

In questo percorso di studio e di ricerca, i ragazzi sono stati accompagnati, oltre che dai loro insegnanti, da alcuni dei maggiori esperti nazionali sui temi del patrimonio culturale e paesaggistico (tra gli altri: Giovanni Maria Flick, Gustavo Zagrebelsky, Antonio Paolucci, Francesco Sabatini, Riccardo Chieppa, Licia Vlad Borrelli). Gli studenti hanno condensato in un prodotto multimediale il frutto della loro rielaborazione e delle loro proposte, cercando di esprimere il significato da loro attribuito all’Articolo 9 della Costituzione: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione».

Una Giuria composta da rappresentanti del mondo della cultura, del giornalismo, delle istituzioni ha poi selezionato, fra tutti i materiali pervenuti, tre video vincitori e conferito 23 menzioni speciali. La stessa Giuria ha sottolineato il grande valore di tutti gli oltre 150 video prodotti dalle scuole, che hanno risposto con forte impegno e spiccata vitalità espressiva alla proposta del concorso sull’Articolo 9. Il risultato più importante sta infatti nell’ampia partecipazione e nella crescita del senso di cittadinanza e di attenzione per il patrimonio culturale dimostrati dalle scuole iscritte, dalle classi e dai singoli studenti.

I video vincitori sono visibili nei prossimi mesi in diversi musei italiani:

  • Palazzo Grimani, Venezia, Castello 4858/A, all’interno delle iniziative della Direzione Generale PABAAC del MiBAC in occasione della 55. Esposizione d’Arte della Biennale di Venezia 2013, dal 22 giugno al 24 novembre;
  • Archivio di Stato di Bari, Via Oreste Pietro 45, il 5 e 6 giugno;
  • Fondazione MAXXI-Museo Nazionale delle Arti del XX secolo, Roma, via Guido Reni 4, il 5 e 6 giugno;
  • Galleria Nazionale di Parma, piazzale della Pilotta 5, il 5 e 6 giugno;
  • Museo Nazionale Arti e Tradizioni Popolari, Roma, Piazza Marconi 8/10, il 5 e 6 giugno;
  • Museo di Palazzo Davanzati, Firenze, Via di Porta Rossa 13, il 5 e 6 giugno;
  • Museo Nazionale d’Arte Orientale, Roma, Via Merulana, 247-248, il 5 e 6 giugno;
  • Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, Piazzale di Villa Giulia, il 5, 6 e il 7 giugno;
  • Palazzo Ducale di Mantova, piazza Sordello 40, il 5 e 6 giugno.

Saranno inoltre trasmessi sul Canale Rai Scuola di Rai Educational.

Per Informazioni: www.articolo9dellacostituzione.it.

6 giugno Riforma costituzionale in CdM

Il Consiglo dei Ministri, nel corso della seduta del 6 giugno 2013, approva un Disegno di Legge di revisione dei Titoli I, II, III e V della parte Seconda della Costituzione.

Di seguito il comunicato stampa:

Il Consiglio ha approvato un disegno di legge che stabilisce una normativa accelerata per la disciplina del procedimento di revisione costituzionale.

Il Comitato

  • Il Comitato è composto da venti senatori e venti deputati nominati dai presidente delle Camere e scelti tra i membri delle commissioni permanenti per gli Affari Costituzionali rispettivamente del Senato e della Camera. Ne  faranno parte di diritto i presidenti delle predette Commissioni.
  • La nomina dei componenti del Comitato avverrà su designazione dei Gruppi parlamentari delle due Camere seguendo i seguenti criteri: a)  in base alla consistenza numerica dei Gruppi; b) in base al numero di voti conseguiti dalle liste e dalle coalizioni di liste ad essi riconducibili; c) assicurando almeno un rappresentante per ogni Gruppo e un rappresentante delle minoranze linguistiche.

Le competenze del Comitato

Il Comitato dovrà esaminare i progetti di revisione dei Titoli I, II, III e V della parte Seconda della Costituzione che riguardano le materie della forma di Stato, della forma di Governo e del bicameralismo. Saranno i presidenti di Senato e Camera ad assegnare al Comitato i disegni e le proposte di legge perché vengano esaminati in sede referente.

Una volta completato l’esame della proposta di legge, il Comitato trasmetterà ai Presidenti delle Camere i progetti di legge costituzionale, corredati di relazioni illustrative e di eventuali relazioni di minoranza. Per la votazione dei testi nelle assemblee si osserveranno le norme dei rispettivi regolamenti.

La tempistica

I lavori parlamentari sulle riforme costituzionali sono organizzati in un periodo massimo di 18 mesi: l’approvazione da parte del Parlamento del presente disegno di legge può essere prevista per fine ottobre 2013, quando la Commissione degli esperti avrà già terminato di lavorare e fornito le proprie conclusioni al governo. Il comitato parlamentare lavorerà fino alla fine di febbraio 2014. Per la fine di maggio è possibile prevedere la prima lettura di una Camera; per gli inizi di settembre la prima lettura dell’altra Camera. Per la fine di ottobre 2014 la seconda deliberazione e l’approvazione finale della riforma, salvo l’eventuale svolgimento del referendum confermativo che il governo ritiene comunque opportuno che venga svolto.

Il Referendum

La legge o e leggi costituzionali approvate saranno sottoposte a referendum solo se, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne faranno richiesta un quinto dei membri di una Camera o 500 mila elettori o Cinque consigli regionali, anche qualora siano state approvate nella seconda votazione a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera.

Concorsone, ma in quanti passano all’orale?

da tuttoscuola.com

Concorsone, ma in quanti passano all’orale?

Molto a rilento, nell’ambito del “concorso a posti e cattedre, per titoli ed esami, finalizzati al reclutamento del personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado”, pubblicato lo scorso settembre, stanno uscendo i risultati, per alcune Regioni e per alcune classi di concorso, degli ammessi, dopo la prova scritta, a quella orale.

Al riguardo, consigliamo ai candidati che in questi giorni attendono il responso delle loro prove, di vedere pressoché quotidianamente il sito dell’Ufficio Scolastico Regionale di riferimento (in realtà dovrebbero ricevere l’esito della prova per email, ma ci sono già molte segnalazioni di email non pervenute).

Le uscite dei risultati sono oggetto di ampi scambi di opinioni nei forum più frequentati dagli aspiranti professori, e uno dei dati che emerge più chiaramente, anche se allo stato embrionale, è l’enorme disparità di chi passa alla prova orale, tra regione e regione.

Al riguardo, Mario Pittoni, capogruppo uscente della Lega Nord in commissione Istruzione al Senato, commenta: “Se in Friuli-Venezia Giulia al concorso a cattedra viene bocciato il 90% (ambito letterario) dei partecipanti alla prova scritta e in Lombardia solo 142 iscritti su 2.700 superano la prova scritta per la scuola dell’infanzia, al contrario dell’Abruzzo (stessa prova) dove è stato ammesso il 40% dei candidati (come in Campania per inglese), mi pare evidente che è della massima urgenza aggiornare i meccanismi di reclutamento”.

Pittoni trae da questi (primissimi e ancora embrionali) dati, motivo per ripromuovere la proposta leghista di riforma del reclutamento degli insegnanti: “Il nuovo reclutamento prevede che la posizione in graduatoria, e quindi l’accesso alle cattedre, dipenda dalla somma del punteggio base (derivante principalmente da una valutazione approfondita effettuata a parità di condizioni con gli altri iscritti a un albo regionale, scelto liberamente e senza obbligo di residenza) con i punti del concorso, che sarà su direttive nazionali, uguali per tutti, ma gestito a livello regionale”.

Aldilà di quella che è la battaglia politica, del tutto legittima, della Lega, il problema delle diversità delle percentuali di superamento della prova scritta dà a nostro avviso luogo a due considerazioni importanti.

La prima va a pescare nel torbido: molti aspiranti docenti temono che, laddove i passaggi all’orale siano plebiscitari, le commissioni di valutazione, costituite da docenti che insegnano nelle stesse regioni scelte dai candidati (e magari da questi conosciuti), avranno una maggiore arbitrarietà nel favorire questo o quell’aspirante prof.

La seconda va oltre l’esito conclusivo del concorso. Sebbene il bando del concorso dica il contrario, tra gli aspiranti docenti è diffusa la convinzione che si potrebbe avere una dilazione del prossimo concorso (sulla base degli esempi dei concorsi precedenti) e dunque una proroga delle graduatorie di chi ha avuto un punteggio sufficiente ma non tale da conseguire subito la cattedra. In questo caso, un numero più ampio di candidati che supereranno le prove, anche senza vincere il

È guerra aperta ai “bonus maturità” “Ingiustizie e disparità fra studenti”

da LaStampa.it

È guerra aperta ai “bonus maturità” “Ingiustizie e disparità fra studenti”

Ci sono assurde differenze nei punteggi fra scuole e fra città:  si rischia di penalizzare il merito e gli istituti scolastici che lo scorso anno hanno avuto i risultati migliori. Verso una modifica ministeriale

È guerra sul `bonus maturità´ ,   i punti in più per gli studenti con performance brillanti, spendibili per l’ammissione ai corsi di laurea a numero programmato. Sono scesi in campo gli studenti, le famiglie, poi gli insegnanti, i presidi, e pure  i rettori delle università. Già l’altro ieri Luigi Frati aveva invitato a una pausa di riflessione per evitare che una innovazione «importante e positiva» venga travolta dai ricorsi giudiziari. E ieri  sulla stessa lunghezza d’onda si è messo il il presidente della Crui, Marco Mancini. Anche sulla scia di queste forti prese di posizione, a Viale Trastevere «si lavora per una soluzione che arrivi in tempi strettissimi».

«Si congeli il provvedimento in vista di una revisione» ha suggerito Mancini. «Occorre probabilmente una fase di riflessione in più prima di dare piena attuazione a quella parte del provvedimento (l’art. 9) che – ha spiegato – si occupa del punteggio correlato alla maturità e distribuito in maniera differente da scuola a scuola, fermo restando che lo spirito meritocratico nei confronti della carriera scolastica è assolutamente condivisibile. La cosa più opportuna da fare – ha aggiunto il Presidente dei rettori – sarebbe un intervento normativo che bloccasse, come già avvenne in passato, l’applicazione immediata del provvedimento con riferimento ai dieci punti della maturità e consentisse di rivederne la complessa disciplina dei punteggi nelle scuole e altri elementi caratterizzanti»’.

Si eviterebbero, secondo i rettori, parecchi disagi. L’anticipazione a luglio dei test d’ingresso per le facoltà a numero chiuso, decisa dall’ex ministro Profumo e accolta anch’essa da abbondanti polemiche, tra l’altro, «sta obiettivamente comportando non pochi problemi, vista – ha sottolineato Mancini – la sovrapposizione fra test universitari ed esami di maturità, e questo specialmente nel caso di Architettura, come non hanno mancato di rilevare alcuni rettori».

Il decreto ministeriale dello scorso 24 aprile (art. 10 l. b) stabilisce che i punti, da 4 a 10, verranno «attribuiti esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto almeno pari a 80/100, rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola nell’anno scolastico 2011/12». In altri termini il bonus non corrisponderà direttamente al voto effettivamente ottenuto, ma sarà rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dai candidati nell’anno precedente e saranno pure calcolati scuola per scuola, provocando così inevitabilmente differenze sia tra città sia tra istituti della stessa città. Parecchi presidi hanno segnalato il rischio di penalizzare il merito e gli istituti scolastici che lo scorso anno hanno avuto i risultati migliori.

Venerdì scorso sono state pubblicate le tabelle, pensate nel 2007 dall’allora ministro Giuseppe Fioroni, che spiegano come convertire il voto di maturità in punti bonus e sono scattate subito le polemiche. Il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, è già intervenuta sulla questione ammettendo che la normativa in materia ha bisogno di essere semplificata, pur rispettandone i principi: «ho ereditato il provvedimento e sto cercando di capire. Sto ricevendo tantissimi appelli e lettere di giovani su questo tema, la cui normativa deve essere semplificata, altrimenti ci esponiamo a discussioni».

«In sostanza, questi – spiega Skuola.net – sono una grandezza in base alla quale, per conseguire il massimo punteggio al test di ingresso, sarà necessario che il voto di Maturità sia uguale o superiore al 95mo percentile. Il che significa che solo il 5% degli studenti della stessa scuola, lo scorso anno, ha preso un voto superiore, mentre il 95% ha conseguito un voto più basso. Insomma, i punteggi cambiano da scuola a scuola in base ai voti ottenuti lo scorso anno scolastico. Il meccanismo non è di semplice interpretazione. E tra l’altro – prosegue il portale studentesco – analizzando la tabella di Universitaly emergono alcune disparità: ci sono scuole in cui per prendere il massimo dei punti basta arrivare a 80/100 alla Maturità, perché 80 corrisponde al 95mo percentile. Ce ne sono altre in cui non basta nemmeno il 100 e anzi serve il 100 e lode, perché il 95 percentile è pari a 101, ovvero al 100 e lode».

Il ministro Carrozza si è resa conto che il meccanismo così come è stato formulato rischia di creare pasticci. «La normativa in materia ha bisogno di essere semplificata, pur rispettandone i principi» ha constatato e ha messo subito i tecnici di viale Trastevere al lavoro. Entro la fine della settimana dovrebbe arrivare una soluzione. L’ipotesi più accreditata è che si proceda a una modifica del decreto del 24 aprile allo scopo di rendere meno complicato e più equo il meccanismo consentendone l’applicazione da quest’anno, senza ulteriori ritardi.

In Gazzetta Ufficiale il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici

da Tecnica della Scuola

In Gazzetta Ufficiale il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici
di L.L.
Limiti ai regali e comunicazioni per lo svolgimento di incarichi di collaborazione tra i contenuti del D.p.r. n. 62/2013 in vigore dal 19 giungo prossimo
Approvato l’8 marzo scorso dal Consiglio dei Ministri, è finalmente stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.p.r. 16 aprile 2013, n. 62, recante Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Il provvedimento, che entrerà in vigore il prossimo 19 giugno, regola in sostanza i doveri minimi di diligenza, lealtà,imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare.
Tra gli aspetti più “curiosi” segnaliamo l’art. 4 che riguarda “Regali, compensi e altre utilità”: i dipendenti della p.a. non dovranno chiedere e accettare, per sé e per altri, regali o altre utilità salvo quelli d’uso di modico valore. Per modico valore si intende, in via orientativa, 150 euro, anche sotto forma di sconto.
Inoltre, il dipendente non può accettare incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all’ufficio di appartenenza.
Ma le disposizioni non si limitano a questo: l’art. 5 regola la partecipazione ad associazioni e organizzazioni. Il dipendente deve infatti comunicare tempestivamente al responsabile dell’ufficio di appartenenza la propria adesione o appartenenza ad associazioni od organizzazioni, a prescindere dal loro carattere riservato o meno, i cui ambiti di interessi possano interferire con lo svolgimento dell’attività dell’ufficio. La norma non si applica all’adesione a partiti politici o a sindacati.
E sempre nell’ambito delle comunicazioni, il dipendente, all’atto dell’assegnazione all’ufficio, deve informare per iscritto il dirigente dell’ufficio di tutti i rapporti, diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in
qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni, precisando:
a) se in prima persona, o suoi parenti o affini entro il secondo grado, il coniuge o il convivente abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione;
b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attività o decisioni inerenti all’ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate.

Esami di Stato: iniziato il conto alla rovescia

da Tecnica della Scuola

Esami di Stato: iniziato il conto alla rovescia
di A.C.
Ultimi giorni di scuola per più di 8 milioni di studenti, ma niente stop allo studio per tutti coloro che si accingono a sostenere gli esami conclusivi dei percorsi di istruzione secondaria inferiore e superiore.
La maturità è il tema che, come ogni anno di questi tempi, fa da protagonista in tutti gli spazi dedicati alla scuola. Gli esami di Stato quest’anno cominceranno il 19 giugno, con la prova di italiano. La particolarità è che dovranno concludersi entro il 18 luglio su disposizione del Miur, per non pregiudicare il diritto degli studenti a partecipare ai test d’ingresso all’Università, per alcune Facoltà quest’anno anticipati all’estate.  A far parlare di più studenti e curiosi è il consueto “tototema”: ipotesi e scommesse sugli autori e gli argomenti che verranno scelti per la prova di italiano. Ungaretti, Quasimodo, Pirandello e Svevo i favoriti di quest’anno per l’analisi del testo; la crisi e lo sviluppo ecosostenibile per il saggio di ambito socio economico; Internet e i suoi 30 anni di vita per l’ambito tecnologico.  Naturalmente sono solo supposizioni, che per la maggior parte dei casi non trovano riscontri nella realtà, ma che inevitabilmente influenzano la preparazione degli studenti italiani. Preparazione che negli anni è molto cambiata, soprattutto nelle modalità. Oggi poco meno della metà degli studenti dichiara di utilizzare in maniera consistente la tecnologia durante le ore di studio, il 43% abbastanza.  E’ il web, infatti, a registrare il polso della situazione e il crescere della tensione con l’avvicinarsi della data di inizio. Pullulano siti, blog, applicazioni con consigli e materiali da scaricare: tesine già pronte, temi svolti, video guida allo studio e all’esposizione di alcuni argomenti. I forum sono affollatissimi.  L’Anp, preoccupata da questa tendenza al saccheggio della preparazione e fatica altrui, ha inviato alla neoministra Maria Chiara Carrozza una lettera affinché si prodighi perché si prendano tutte le precauzioni possibili per garantire la regolarità degli esami di Stato e si riesca ad evitare l’utilizzo delle più moderne tecnologie almeno durante le prove. Purché si ottenga il risultato l’Anp auspica il coinvolgimento della Polizia postale e l’utilizzo di apparecchiature elettroniche atte a rilevare la presenza di cellulari accesi. Soluzioni però troppo onerose per la scuola italiana, le cui casse sono vuote da tempo, per cui bisognerà limitarsi a puntare sulla sorveglianza degli insegnanti.  D’altra parte ad essere cambiate sono anche le procedure di organizzazione delle prove d’esame. Anche quest’anno, infatti, le scuole riceveranno il plico con i testi da somministrare agli studenti, per via telematica. Modalità che aveva suscitato molte polemiche lo scorso anno, perché considerata meno sicura per la protezione dei testi delle prove sino alla mattina dello svolgimento.

Concorso a Ds in Lombardia: con la conclusione dell’udienza si aprono i commenti

da Tecnica della Scuola

Concorso a Ds in Lombardia: con la conclusione dell’udienza si aprono i commenti
di Aldo Domenico Ficara
Ieri 4 giugno 2013 dopo le ore 16 si è conclusa la tanto attesa udienza presso il Consiglio di Stato riguardante le buste del concorso per dirigenti scolastici svolto in Lombardia. Dopo qualche ora dalla conclusione dell’udienza nei siti web della Disal e dell’Anp sono pubblicati i commenti a caldo sull’argomento ricorso
Il comunicato della Disal recita dice: “Si è conclusa poco fa la l’udienza del Consiglio di Stato a Roma per la questione delle Dirigenze scolastiche in Lombardia. Tutte le componenti della causa erano presenti. L’avvocato Zenga, in rappresentanza di alcuni concorrenti al concorso, ha chiesto al Consiglio di Stato una rapida pubblicazione della sentenza così da risolvere il problema della scuola lombarda. Come associazione confidiamo che la sentenza venga pubblicata al più presto per evitare che ulteriori prolungamenti producano un esito negativo per i tempi non più sufficienti per dare alle scuole nuovi presidi titolari. In assenza di giusta soluzione, i dirigenti di Disal valuteranno iniziative a difesa del bene delle scuole e della dignità della propria professione, poiché fin dall’inizio Disal ha ritenuto un grave danno, alla scuola in genere, a ciascuna delle Istituzioni scolastiche implicate ed alla professione dirigente la mancanza di un Capo di Istituto stabile e quindi in condizione di potersi dedicare alle esigenze della comunità scolastica“.
E il comunicato dell’Anp: “Si è conclusa attorno alle 16.00 di oggi l’attesa udienza alla VI Commissione del Consiglio di Stato per discutere il merito relativo al ricorso dell’amministrazione contro la sentenza del Tar Lombardia che aveva annullato la correzione delle prove scritte per una presunta trasparenza delle buste contenenti i nominativi dei candidati. Sono state sentite le parti. Presenti per l’amministrazione l’avvocato dello Stato, avv. Federico Basilica e, per gli idonei del concorso, l’avv. Pierpaolo Pugliano. Il presidente Severini ha dato la parola all’avv. Basilica che ha richiamato i due pareri tecnici forniti per l’amministrazione dal Poligrafico dello Stato e su incarico del presidente della VI sez. Giorgio Severini dal prof. Teodoro Valente, Università La Sapienza. Secondo entrambi tali pareri il valore medio di opacità delle buste non era inferiore al 96%, più che sufficiente a mantenere la riservatezza dei dati anagrafici contenuti nelle buste sol che si pensi che basta il 90% di opacità per garantire il segreto postale. Inoltre, l’avv. Pugliano ha aggiunto che la parte resistente non ha fornito i nominativi di chi avrebbe tratto vantaggio o svantaggio dalla situazione, basando le proprie argomentazioni unicamente sul fatto che con determinati espedienti le buste potrebbero lasciare intravedere i nominativi dei candidati. Ma se così fosse successo e se ci fossero le prove che questo è successo di ciò dovrebbe occuparsi il tribunale penale a seguito di una denuncia che non è stata presentata. Gli avvocati di parte resistente in risposta hanno sostenuto che effettivamente solo utilizzando determinati artifici (svuotare l’aria contenuta nelle buste o in particolari condizioni di luce) sarebbe stato possibile per alcuni soggetti interpretare e leggere il contenuto delle buste medesime. Ovviamente bisognerà attendere la sentenza con fiducia“. Visti i complessi risvolti tecnici e le argomentazioni che l’insieme del contendere presenta, poco o nulla si può anticipare sull’esito finale del ricorso. Rimaniamo in attesa

Ata, 500 posti in più sui diversi profili

da Tecnica della Scuola

Ata, 500 posti in più sui diversi profili
La Flc-Cgil fa sapere che con l’incontro del 4 giugno 2013, il MIUR ha terminato l’informativa sugli organici del personale ATA. I risultati: incremento dei posti in organico di diritto e revisione delle “vecchie” tabelle, mentre si prospetta la soluzione sulle immissioni in ruolo
Il Ministero ha comunicato, dice il sindacato, l’incremento di 500 posti distribuiti sui vari profili, impegnandosi ad incrementare i posti ancora qualcosa sull’organico di fatto. Nella circolare sull’organico di diritto sono state recepite alcune delle richieste da parte sindacale. Ad esempio le chiarificazioni sugli accantonamenti per la terziarizzazione dei servizi. Esse dovranno essere calcolate in maniera precisa e con riferimento all’organico di scuola. L’Amministrazione si è anche impegnata a calendarizzare, una volta chiusa la partita sull’organico di diritto, una serie di incontri con le parti sociali, per rivedere il regolamento sulle tabelle e sui parametri di definizione degli organici. Questa revisione andrà in vigore dall’anno prossimo. Il MIUR ha comunicato inoltre ai sindacati che sta facendo la rilevazione sulla nuova terziarizzazione dei servizi di pulizia

Bonus maturità, in alcune scuole il massimo è irraggiunbile

da tuttoscuola.com

Bonus maturità, in alcune scuole il massimo è irraggiunbile

Però il valore di uno stesso voto non è uguale tra scuola e scuola

In una scuola su cinque un maturando non potrà ottenere il massimo bonus maturità, anche se si diplomerà con il massimo dei voti. Un paradosso, se si pensa che in altri istituti, circa il 5%, basterà arrivare alla soglia minima di sbarramento, cioè 80/100, per portarsi a casa i 10 punti bonus utili a superare i test di ingresso di Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Professioni Sanitarie. Lo ha scoperto Skuola.net analizzando i dati relativi alle 6572 scuole per cui è disponibile la tabella di conversione tra il voto di Maturità e il bonus per i test di ingresso ai corsi ad accesso programmato, presente sul sito ministeriale Universitaly.

Il decreto Profumo è chiaro da questo punto di vista: 10 punti di bonus solo se il voto di Maturità è superiore all’80 e se corrisponde o supera il 95mo percentile. Tuttavia qualora a intervalli percentili diversi corrisponda lo stesso voto di maturità, al candidato viene attribuito il punteggio medio dei rispettivi intervalli percentili. Il che vuol dire che se il voto corrispondente al 90mo e al 95mo percentile coincidono, il candidato può aspirare al massimo a 9 punti (o anche meno se lo stesso voto coincide anche con l’85 e l’80mo percentile), come si evince dalla spiegazione visibile sempre sul sito Universitaly. Le scuole in cui si verifica questa uguaglianza di voti verso l’alto sono il 18,3%, cioè circa una su cinque.

Cosa accade poi nel resto delle scuole (5373 istituti scolastici per la precisione)? . Nel 5% degli istituti il voto corrispondente al 95° percentile è minore o uguale a 80, il che vuol dire che qui basta raggiungere la quota sbarramento di 80/100 per conseguire 10 punti bonus. Mentre ci sono scuole in cui gli studenti lo scorso anno sono stati particolarmente bravi, per cui solo chi conseguirà il 100 con lode sarà in grado di portarsi a casa i 10 punti bonus: sono circa l’1,5% del totale. Ma non se la passano meglio neanche i maturandi degli istituti, circa il 19%, in cui il 95° percentile è associato ai 100/100: anche loro dovranno arrivare al massimo alla Maturità per aspirare ai 10 punti bonus nei test di ammissione. Tuttavia nella maggior parte delle scuole (il 37,5%) sarà possibile prendere il massimo bonus maturità con un voto finale compreso tra 90 e 95.

Da Skuola.net, che ha elaborato la simulazione, commentano che “non sembra corretto che uno studente che consegue il massimo dei voti alla Maturità e il massimo punteggio ai test, possa al massimo aspirare a 99 piuttosto che a 100 (ai test di ingresso alle facoltà a numero chiuso, NdR) per via dei risultati conseguiti dai suoi colleghi l’anno precedente”.

D’altra parte, questo meccanismo premiale (e di penalizzazione) nasce da un’esigenza tutto sommato condivisibile, cioè quella di dare un maggior valore in termini di punteggio ai diplomati con ottimi voti in una scuola caratterizzata da insegnanti severi (in termini di assegnazione dei voti), piuttosto che a quelli che hanno avuto docenti docimologicamente più prodighi.

In ogni caso, le intenzioni del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca, Maria Chiara Carrozza, sembrano essere andare verso una riformulazione del decreto voluto dal suo predecessore, e quindi non resta che attendere, per capire quali saranno i diplomati più “valorizzati” per l’accesso alle facoltà a numero chiuso.

Concorso DS Lombardia: imminente la sentenza del Consiglio di Stato

da tuttoscuola.com

Concorso DS Lombardia: imminente la sentenza del Consiglio di Stato

L’ANP, Associazione dei dirigenti scolastici, ha riportato sul proprio sito (www.anp.it) i termini della seduta del Consiglio di Stato con cui è stato discusso il ricorso contro la sentenza del TAR Lombardia che aveva annullato il concorso per dirigenti scolastici a causa di una presunta trasparenza delle buste con i nominativi dei candidati.

Si è conclusa attorno alle 16.00 di ieri – riferisce Anp – l’attesa udienza alla VI Commissione del Consiglio di Stato per discutere il merito relativo al ricorso dell’amministrazione contro la sentenza del Tar Lombardia che aveva annullato la correzione delle prove scritte per una presunta trasparenza delle buste contenenti i nominativi dei candidati. Sono state sentite le parti. Presenti per l’amministrazione l’avvocato dello Stato, avv. Federico Basilica e, per gli idonei del concorso, l’avv. Pierpaolo Pugliano.

Il presidente Severini ha dato la parola all’avv. Basilica che ha richiamato i due pareri tecnici forniti per l’amministrazione dal Poligrafico dello Stato e su incarico del presidente della VI sez. Giorgio Severini dal prof. Teodoro Valente, Università La Sapienza. Secondo entrambi tali pareri il valore medio di opacità delle buste non era inferiore al 96%, più che sufficiente a mantenere la riservatezza dei dati anagrafici contenuti nelle buste sol che si pensi che basta il 90% di opacità per garantire il segreto postale. Inoltre, l’avv. Pugliano ha aggiunto che la parte resistente non ha fornito i nominativi di chi avrebbe tratto vantaggio o svantaggio dalla situazione, basando le proprie argomentazioni unicamente sul fatto che con determinati espedienti le buste potrebbero lasciare intravedere i nominativi dei candidati. Ma se così fosse successo e se ci fossero le prove che questo è successo di ciò dovrebbe occuparsi il tribunale penale a seguito di una denuncia che non è stata presentata.

Gli avvocati di parte resistente in risposta hanno ammesso che effettivamente solo utilizzando determinati artifici (svuotare l’aria contenuta nelle buste o in particolari condizioni di luce) sarebbe stato possibile per alcuni soggetti interpretare e leggere il contenuto delle buste medesime.

Ovviamente bisognerà attendere la sentenza con fiducia.

Requisiti pensione: deciderà la Corte Costituzionale

da tuttoscuola.com

Azione legale promossa dalla Cisl scuola

Requisiti pensione: deciderà la Corte Costituzionale

La Cisl scuola del Lazio rende noto che la Corte Costituzionale ha fissato l’udienza per la discussione della causa promossa dalla stessa Cisl Scuola con l’obiettivo di far dichiarare l’illegittimità e l’incostituzionalità dei nuovi requisiti pensionistici introdotti anche per la scuola dalla legge Fornero.

L’avviso di Udienza Pubblica, che è fissato per il 19 novembre prossimo, segue l’ordinanza di remissione alla Corte Costituzionale del 17 agosto 2012 del Tribunale di Siena, a cui si era rivolta un’insegnante di scuola dell’infanzia, in possesso al 31 agosto 2012 dei requisiti per l’accesso alla pensione, che si era vista respingere la domanda di cessazione perché la legge Fornero aveva posto al 31 gennaio 2011, anziché al termine dell’anno scolastico 2011/2012, la data ultima a cui fare riferimento per calcolare il possesso dei requisiti con le modalità precedenti la riforma (quota 96 ovvero 40 anni di anzianità) e conservare così il diritto al pensionamento.

A nostro giudizio, scrive il sindacato,  “il personale della scuola, legato al vincolo del pensionamento solo dal primo settembre, risultava discriminato e penalizzato. Da qui l’azione di ricorso alla Corte Costituzionale, essendo nel frattempo risultati senza esito tutti i tentativi di ottenere una soluzione del problema per via legislativa”.

Tra le tante azioni legali intraprese in casi simili, questa è la prima che giunge alla Corte Costituzionale.

Deroga al patto di stabilità per l’edilizia scolastica?

da tuttoscuola.com

Deroga al patto di stabilità per l’edilizia scolastica?

Richieste dell’Anci nell’incontro con il ministro Carrozza

“Edilizia scolastica fuori dal patto di stabilità e necessità di avere finanziamenti costanti da parte del ministero. Sono le priorità che abbiamo portato all’attenzione del Ministro, la quale si è dimostrata attenta e disponibile a definire insieme il percorso più adeguato per far fronte alla difficile situazione che stanno vivendo le amministrazioni locali”.

Così Daniela Ruffino, sindaco di Giaveno e delegata Anci all’istruzione a commento dell’incontro di ieri sera tra l’Anci e il Ministro per l’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. “La messa in sicurezza degli edifici scolastici vecchi e nuovi e la continuità di finanziamenti – afferma Ruffino – sono fondamentali per noi sindaci, perché dobbiamo poter garantire ai nostri ragazzi adeguate strutture nelle quali formarsi nella massima sicurezza”.