Piano personalizzato di sostegno

PER L’APPLICAZIONE DELL’ART. 14 L. 328/2000 E DELLA L.162/98 PER L’ATTUAZIONE DEI PIANI PERSONALIZZATI DI SOSTEGNO ALLE PERSONE CON DISABILITA’ GRAVE

Il Progetto Individuale (previsto dall’art. 14 della L. 328/00) rappresenta la definizione organica degli interventi e servizi che dovrebbero costituire la risposta complessiva ed unitaria che la rete dei servizi – a livello assistenziale, riabilitativo, scolastico e lavorativo – deve garantire alle persone con disabilità per il raggiungimento del loro progetto di vita.

Il Progetto Individuale, nella sua definizione e realizzazione, è un processo dinamico che deve sapersi adattare alle necessità delle persone che mutano nelle diverse fasi della vita.

Deve, quindi, garantire continuità nei processi, soprattutto in occasione di quelle fasi di passaggio avvertite come particolarmente critiche e spesso di abbandono.

Una presa in carico globale richiede un approccio multidimensionale e, quindi, è necessaria un’équipe multi-professionale  che sia integrata da figure professionali specifiche, relativamente agli ambiti di vita della persona con disabilità.

Gli interventi ed i servizi previsti vengono raccolti in un Dossier Unico, curato dall’assistente sociale di riferimento, nel ruolo di case manager. Prerequisito per l’attivazione del percorso di presa in carico è l’accertamento della condizione di disabilità, attualmente disciplinato dalla Legge n. 104/1992.

Allegati

La valorizzazione della professionalità docente

La valorizzazione della professionalità docente: un terreno molto scivoloso

di Enrico Maranzana

“Saranno attuate nuove modalità di carriera e valutazione, un cursus professionale basato sul merito e non sugli scatti automatici degli stipendi. Alla base il sistema di valutazione elaborato dal precedente Governo” [M.C. Carozza] che ha allineato l’Italia “agli altri Paesi Europei sul versante della valutazione dei sistemi formativi pubblici per rispondere agli impegni assunti nel 2011 con l’Unione europea” [Miur]

Evidente l’incongruenza tra intenzionalità e strategia, dissonanza generata sia dall’estrinseca motivazione costitutiva dell’organismo sia dalle sue finalità:

1. tener sotto controllo gli indicatori di efficacia e di efficienza dell’offerte formative elaborate dalle scuole:

traguardo perseguibile se, solamente se i POF sono stati sottoposti a controllo antecedente per accertare la loro compatibilità con le finalità e con “gli obiettivi generali del processo formativo e con gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni” definiti dal Miur

Condizione non soddisfatta

2. sostenere le scuole in difficoltà:

Una scuola è in difficoltà se non consegue gli obiettivi programmati. Il superamento di tale carenza implica l’attenta ricerca e capitalizzazione degli scostamenti mete .. risultati. Il disposto ministeriale, che avversa i rapporti dialogici, prefigura un processo “d’autovalutazione da effettuarsi sulla base di un fascicolo elettronico di dati messi a disposizione dalle banche dati del sistema informativo del Ministero dell’istruzione dell’INVALSI e delle stesse istituzioni scolastiche”.

Si sterilizza l’autonomia scolastica che “si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione”

3. valutare i dirigenti scolastici:

Nella scuola la cultura dell’organizzazione è assente, ancorata al tradizionale, obsoleto modello lineare gerarchico: la legge, uniformandosi alla dottrina, ha riconosciuto la dimensione del problema educativo e ha ristrutturato il sistema decisionale. [CFR in rete “Quale formazione per il dirigente scolastico” e “Coraggio! Organizziamo le scuole”].

La valutazione della funzione dirigenziale, isolata dal sistema di regole in cui la scuola è immersa, è perdente

L’ambito in cui nasce il problema “Valorizzare la funzione del docente” è visibile in rete: “La professionalità dei docenti: un campo inesplorato”.

Concluso il Progetto: A Scuola di Polizia

Concluso il Progetto: A Scuola di Polizia – la Scuola Superiore di Polizia incontra gli studenti italiani”
2.600 studenti romani hanno assistito a lezioni sulla sicurezza e legalità
Premiate le scuole del concorso: “Io, Commissario per un giorno”

Oltre 2600 studenti romani delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, durante l’anno scolastico 2012-2013, hanno visitato la Scuola Superiore di Polizia ed hanno assistito a lezioni sulla sicurezza e sulla legalità insieme a Polizia Stradale, Polizia Postale, Polizia Scientifica, Cinofili, Servizio Antidroga e Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive.

Il progetto denominato“… a Scuola di Polizia – la Scuola Superiore di Polizia incontra gli studenti italiani”, è stato realizzato nell’ambito di un protocollo d’intesa sottoscritto dalla Scuola Superiore di Polizia e dalla Direzione Generale per lo Studente del MIUR.

All’interno dell’iniziativa il concorso nazionale “Io, Commissario per un giorno” riservato a tutti gli studenti italiani, che hanno realizzato, con creatività e spirito critico, elaborati testuali e video sul tema della sicurezza e della legalità immaginando di essere commissari di Polizia per un giorno.

Le scuole vincitrici di quest’anno sono state premiate oggi da Roberto Sgalla Direttore Scuola Superiore di Polizia, dalla Direzione Generale dello Studente e da Stefano Ribaldi Direttore di Rai Scuola, nel corso di una cerimonia che ha avuto luogo presso la Scuola Superiore di Polizia presentata da Ivan Bacchi, conduttore di Rai Scuola e sono l’Istituto Comprensivo “Valerio Flacco” di Sezze di Latina, l’Istituto Comprensivo “Martin Luther King” di Roma e l’I.T.S. “Lucio Lombardo Radice” di Roma.

Il progetto, inoltre, ha suscitato l’interesse e la collaborazione anche di Rai Scuola con la quale la Scuola Superiore di Polizia ha di recente sottoscritto una collaborazione per realizzare pillole formative per il canale tematico di Rai Educational.

Conoscenza: servono certezze su finanziamenti e rinnovo dei contratti

Conoscenza: servono certezze su finanziamenti e rinnovo dei contratti
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale FLC CGIL

La FLC CGIL valuterà le intenzioni della Ministra Carrozza, alcune delle quali apprezzabili e condivisibili a partire dall’impegno sul personale precario, edilizia scolastica, stabilizzazione degli organici, Anvur e governance di enti di ricerca e università, quando le stesse si concretizzeranno in un cronogramma che tenga insieme priorità, obiettivi e risorse. Sarebbe stato opportuno partire da una lettura critica delle politiche che hanno devastato scuola, università, ricerca e AFAM con i tagli epocali e il tentativo di andare verso una privatizzazione dei saperi. Continuiamo a ritenere che occorre un radicale cambiamento di visione che coniughi qualità dei sistemi di istruzione, formazione e ricerca, diritto all’apprendimento garantito a tutti e il riconoscimento della dignità sociale del lavoro in tutti i comparti della conoscenza.

Ci sembra che siano proprio le risorse, il punto debole degli obiettivi programmatici esposti dalla Ministra Carrozza nella sua audizione alle Commissioni riunite di Camera e Senato. Serve perciò avere certezze di finanziamenti, a partire da quelli che servono per rinnovare i contratti nazionali di lavoro del personale della scuola, università, ricerca, AFAM bloccati dai precedenti governi. In tal senso è l’intero Governo che deve assumere impegni e tempi per il reperimento delle risorse.

Avvertiamo inoltre la Ministra che la FLC CGIL si opporrà a qualunque intervento su orari e carriere del personale docente che avvenga fuori dal contratto nazionale e senza risorse aggiuntive a ciò destinate. Così come non siamo disponibili a ipotesi di rilegificazione del rapporto di lavoro dei ricercatori. Non ci sembrano in questo momento  fondamentali, mentre, peraltro, da parte dello stesso Governo non s’intende rinnovare i contratti nei settori pubblici e superare la legge Brunetta che ostacola la contrattazione.

Abbiamo proposte contrattuali innovative per tutti i comparti della conoscenza e siamo disposti a discuterle ma solo nelle sedi a ciò deputate, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Chiediamo che rapidamente si apra il confronto con le organizzazioni sindacali su tutti i comparti della conoscenza in modo da concordare  le priorità nell’ambito delle linee programmatiche tracciate dalla Ministra Carrozza che hanno bisogno prima di tutto di partecipazione democratica.

Concorso a cattedra: Tar Lazio sospende nuovamente il bando

Concorso a cattedra: Tar Lazio sospende nuovamente il bando e ammette alle prove di laboratorio i candidati con 18/21 agli scritti

Con l’ordinanza cautelare n. 2255/13 e il decreto monocratico 2213/13, altri 40 ricorrenti potranno partecipare all’ultima prova laboratoriale, atteso che hanno ottenuto un punteggio complessivo dopo i tre quesiti della prova scritta superiore a 18/21. Sono più di un centinaio i ricorrenti che si sono rivolti all’avv. Tiziana Sponga dell’Anief per poter proseguite l’iter concorsuale. Se non sono ancora terminate le ultime sessioni delle prove laboratoriali, puoi ancora aderire inviando una e-mail a concorsoacattedra@anief.net.

Accordo Posizioni economiche e problematiche personale ATA

Capo di Gabinetto

Dott. Luigi Fiorentino

 

Dott. Luciano Chiappetta

Direttore Generale

Per il Personale Scolastico

 

Ministero Istruzione, Università, Ricerca

Viale Trastevere, 76 a

00153 ROMA

Roma 7 giugno 2013

 

 

OGGETTO: Accordo Posizioni economiche e problematiche personale ATA.

 

Le scriventi Segreterie Nazionali segnalano la situazione di forte preoccupazione del personale interessato e delle scuole per le notizie relative alle difficoltà incontrate nella certificazione della compatibilità finanziaria dell’ipotesi di  accordo sulle Posizioni economiche ATA del maggio 2011.

Il MEF, infatti, riterrebbe il suddetto accordo non conforme al quadro normativo vigente al momento della stipula, in quanto tali posizioni economiche rappresenterebbero una forma di progressione economica.

Nell’evidenziare la necessità di procedere all’attribuzione delle nuove posizioni per l’anno corrente ed alla formazione per i nuovi destinatari, ribadiscono la considerazione che tali posizioni – che non comportano passaggi d’area ma esclusivamente lo svolgimento di attività lavorative complesse – sono finanziate con risorse già previste dalla contrattazione integrativa e che, pertanto, la loro attribuzione non comporta alcun incremento della spesa.

Risulta comunque inaccettabile che si mettano in discussione, due anni dopo la stipula, gli effetti di un accordo che ha riflessi concreti sui lavoratori e sulle scuole.

Ad avviso delle scriventi Segreterie è necessario procedere alla firma definitiva dell’accordo in questione per consentire una ordinata e proficua organizzazione del lavoro nelle scuole ed anche al fine di evitare le azioni di tutela dei diritti contrattuali del personale che, essendo destinatario di posizione economica, ha già svolto le attività ed è stato escluso dalla retribuzione accessoria

Per quanto esposto queste Organizzazioni Sindacali chiedono di giungere ad una positiva conclusione della vicenda.

Auspicano inoltre che nell’ incontro dell’11 giugno prossimo venturo, trovino soluzione anche  le altre problematiche più volte rappresentate riguardanti le immissioni in ruolo, l’atto di indirizzo per il compenso del DSGA affidatario nelle scuole sottodimensionate e la revisione degli organici.

Distinti saluti

Domenico Pantaleo
Francesco Scrima
Massimo Di Menna
Marco Paolo Nigi
Rino Di Meglio

Disabilità e Cittadinanza

Disabilità e Cittadinanza

di Alfonso Amoroso

La sentenza emessa dal Tribunale amministrativo regionale del lazio del 4 giugno 2013 N. 05568/2013 REG.PROV.COLL., N. 05332/2011 REG.RIC, assume un importanza degna di essere presa in considerazione.

La storia che ha scaturito questa sentenza dimostra ancora una volta di quanto può essere grande il cuore umano e piccolo il motore celebrale delle istituzioni

Questa ragazza che chiameremo, come i suoi amici Jessica, con una grave disabilità cognitiva veniva data in affidamento ad una signora che con amore ricostruiva alla ragazza un tessuto sociale ed umano che alla stessa era mancato nell’infanzia. Infanzia difficile di questa ragazza, nata a Roma, che aveva frequentato solo le scuole e le istituzioni di questo paese, che però per questioni ottuse e non comprensibili non era cittadina italiana.

Scrivono i Giudici “La ragazza, nata a Roma da genitori bosniaci da sempre residenti in Italia, ha frequentato e frequenta le scuole italiane, comprende – pur non potendo parlare – la lingua italiana e si considera, nonostante la sua grave disabilità, una cittadina italiana.”

Ma la domanda per ottenere la cittadinanza veniva rigettata dal Ministero in quanto la stessa non aveva potuto firmare la domanda ed inoltre “in quanto la disabile non sarebbe in grado di manifestare la propria volontà di diventare cittadina italiana.”

Tradotto in burocratese non sai scrivere non sai parlare e pertanto non puoi diventare cittadino

La sentenza, anche in questo caso, in un paese, dove la magistratura è diventato l’unico difensore dei diritti dei cittadini tutti, ha fatto chiarezza e giustizia censurando il comportamento discriminatorio ed illegittimo del ministero

Ma in riferimento ai principi costituzionali ed internazionali ha sancito un obbligo da parte della P.A.  dicono i Giudici:

“Ritiene il collegio che la carenza del linguaggio verbale non può essere motivo per ritenere una persona incapace di manifestare la propria volontà né per sostenere che essa non possa in altro modo dimostrare di quanto meno comprendere la lingua italiana.

Infatti, la capacità di Jessica di comprendere la lingua italiana, pur senza sapersi esprimere, può– con le opportune cautele e gli adeguati strumenti – essere valutata, con l’ausilio di personale specializzato, ad esempio rivolgendole semplici ordini e verificando se essi vengono eseguiti, o comunque osservando le sue reazioni alle frasi che si pronunciano in lingua italiana.

Più arduo è invece certamente il procedimento di accertamento della volontà della disabile di diventare cittadina italiana alla luce delle sue limitazioni espressive e cognitive. Anche in questo caso, tuttavia, prima di giungere alla conclusione della impossibilità per la disabile di manifestare una tale volontà, l’amministrazione avrebbe dovuto valutare in concreto, all’esito di un accertamento approfondito e condotto con l’ausilio di personale specializzato, se una tale impossibilità effettivamente sussista, pur non essendo stata la disabile privata giuridicamente della capacità di agire. Nell’ambito di tali accertamenti potranno, eventualmente, essere presi in esame anche elementi indiziari, quali la permanenza in Italia, la comprensione della lingua e della cultura italiana, lo stile di vita, ecc.

Non risulta, invece, che tale istruttoria sia stata effettuata in quanto l’amministrazione – come si è detto – si è limitata al dato della impossibilità della disabile di sottoscrivere l’istanza e di esprimersi nella lingua italiana.

Letta questa sentenza non posso altro che aggiungere benvenuta tra noi Jessica e grazie per averci dato questa lezione di vita

La Carrozza rilancia scuola e università: “Recupero degli edifici e piano assunzioni”

da Repubblica.it

La Carrozza rilancia scuola e università: “Recupero degli edifici e piano assunzioni”

Intervento del ministro dell’istruzione di fronte alle commissioni Cultura di Camera e Senato: un lungo discorso programmatico apprezzato dai sindacati. Tra le priorità: più autonomia alle scuole, la lotta alla dispersione scolastica e più fondi agli atenei

di SALVO INTRAVAIA

ROMA – Scuola, università e ricerca di nuovo in primo piano. È questo il senso del discorso appena concluso del ministro dell’Istruzione, Maria Chiara  Carrozza, nel corso di un’audizione congiunta nelle commissioni Cultura  di Camera e Senato. Un intervento che ha ricevuto parole di apprezzamento da sindacati e dal Pd.
Per la scuola il ministro intende rilanciare il patrimonio edilizio scolastico italiano attraverso una maggiore attenzione alla manutenzione ordinaria e straordinaria e, nei casi di edifici irrecuperabili, a nuove costruzioni. Lo scopo è consentire lo svolgimento delle attività scolastiche in luoghi sicuri.
Ma con quali soldi? “Stiamo per avviare un approfondimento con importanti istituzioni finanziarie internazionali (la Banca Europea per gli Investimenti e la Banca di Sviluppo del Consiglio di Europa) per verificare la possibilità di un intervento straordinario di queste due istituzioni”. Per il ministro è anche “necessario dare sviluppo e sostegno all’autonomia delle scuole”.
Sul versante del personale scolastico è previsto un nuovo piano triennale di assunzioni, ma anche una valutazione “che non deve essere visto come una volontà di ‘dare la pagella’ ai professori o ai dirigenti scolastici, ma come necessità da parte della scuola stessa di verificare gli esiti rispetto ad obiettivi definiti congiuntamente”. E nuove risorse per incrementare gli stipendi e per il nuovo contratto, scaduto dal 2009.
Occorre inoltre intervenire, secondo il ministro, sull’enorme dispersione scolastica che ancora affligge il sistema scolastico nazionale attraverso “l’aumento del tempo scuola e potenziamento della scuola dell’infanzia e delle sezioni primavera” e il potenziamento “dell’istruzione tecnico-professionale, raccordando i sistemi di istruzione, formazione e lavoro”.
Fronte universitario: priorità è rimpinguare il Fondo di finanziamento ordinario degli atenei, che è stato decurtato in pochi anni del 15 per cento, con 300 milioni e “implementare strumenti, regole e incentivi che stimolino le università all’autofinanziamento”.
Serve inoltre “sostenere il percorso di internazionalizzazione delle università”, lanciare una “vera autonomia responsabile” e un “Piano straordinario nazionale reclutamento ricercatori”. Mentre sul fronte studentesco vanno incrementati gli investimenti per le residenze universitarie e i fondi per il diritto allo studio universitario.
Il rilancio della Ricerca scientifica passa invece attraverso nuove risorse e attraverso “la creazione di un sistema nazionale della ricerca” e per farlo occorrono “un’incisiva semplificazione normativa e procedurale, il potenziamento e l’ammodernamento dei sistemi tecnologici e la trasparenza dell’azione amministrativa”.

Iniziano le vacanze estive

da LaStampa.it

Iniziano le vacanze estive

In Emilia Romagna dal 6 giugno, gli ultimi a finire l’anno scolastico saranno gli studenti di Bolzano

roma

Lezioni agli  sgoccioli per molto studenti, complici anche i ballottaggi per le elezioni dei sindaci (si vota il 9 e il 10), l’ultima campanella suonerà venerdì.

Non per tutti, però, si tradurrà in una immediata vacanza: 580.000 alunni di terza media e circa mezzo milione di studenti del quinto anno delle superiori dovranno tenere i libri aperti prepararsi all’esame di stato che chiude il loro ciclo di studi.

Chi non sarà impegnato con licenza di terza media o Maturità potrà, invece, appendere lo zaino al chiodo.

I primi a “far cartella” saranno gli studenti dell’Emilia Romagna per i quali l’ultimo giorno di scuola è domani, 6 giugno. Sabato, 8 giugno, suonerà l’ultima campanella per la maggioranza dei ragazzi frequentanti le scuole di Abruzzo, Campania, Friuli, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. Martedì 11 giugno termineranno le lezioni in Basilicata, Molise e provincia di Trento, il giorno successivo, mercoledì 12, toccherà a Calabria, Lazio, Liguria, Piemonte, Sicilia e Valle d’Aosta. A concludere per ultimi gli studenti della provincia di Bolzano, per i quali l’ultima campanella suonerà venerdì 14 giugno.

Scuola, nuovo piano triennale di assunzioni per 44mila precari

da Il Sole 24 Ore

Scuola, nuovo piano triennale di assunzioni per 44mila precari

di Claudio Tucci 

Interventi di sistema, con priorità per edilizia scolastica e sviluppo e sostegno dell’autonomia delle scuole. Interventi specifici, come valorizzazione dei docenti; e garantire apprendimenti di qualità per gli studenti. E «segnali d’attenzione immediati per i precari»: con un nuovo piano triennale di assunzione in ruolo per il 2014-2017, «periodo per il quale è previsto un turn-over complessivo di 44mila unità».

Il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha illustrato dinnanzi alle commissioni Istruzione e Cultura di Senato e Camera le linee programmatiche su scuola, università e ricerca. L’annunciato piano di nuove assunzioni per i precari si svolgerà «garantendo il giusto equilibrio tra assorbimento del personale precario e concorso pubblico».
Le priorità

Parlando di scuola, il ministro ha ribadito la necessità di arrivare a un canale unico di finanziamento per l’edilizia soolastica, sottolineando anche la necessità di un meccanismo «che consenta agli enti locali di poter spendere, derogando, per queste spese, ai vincoli di finanza pubblica». Carrozza ha poi detto di ritenere «improcrastinabile» un intervento di ripristino dei 300 milioni di euro a valere sul Ffo (Fondo di finanziamento ordinario) delle Università statali a partire dal 2013; e ha parlato di «priorità strategica» la necessità di prevedere «da subito un Piano straordinario nazionale reclutamento ricercatori», con bando nazionale, «che di fatto si configura come l’estensione a una nuova categoria (i candidati attivi in Italia) del Programma per giovani ricercatori Rita Levi Montalcini», attualmente riservato a studiosi attivi all’estero.
Sostegno finanziario all’autonomia scolastica

Parlando ancora di scuola, se arrivare all’organico funzionale viene indicato come obiettivo di «medio periodo», il ministro ha detto di voler dare maggior sostegno finanziario all’autonomia scolastica. Dal 2007, infatti, le scuole dispongono di un budget per il loro funzionamento ordinario molto ridotto, in media di 8 euro per alunno. Dal 2004 il fondo ordinario è andato diminuendo fino ad azzerarsi del tutto nel 2009, per poi aumentare lentamente e stabilizzarsi alla quota poco più che simbolica di 8 euro per alunno. L’intenzione di Carrozza è quella di «proporre di portare gradualmente nel corso del prossimo triennio la quota ad alunno da 8 a 20-25 euro utilizzando a questo scopo anche le economie derivanti dai nuovi appalti per il servizio di pulizia delle scuole»
Deroga riforma Fornero

Il ministro ha anche indicato due ulteriori punti su cui «poter lavorare»: la revisione delle norme che prevedono l’inquadramento dei docenti inidonei nei profili di assistente amministrativo e tecnico; e una «normativa integrativa» della riforma pensionistica che consenta una deroga, in considerazione della specialità del comparto scuola, al fine di permettere al personale scolastico che avesse maturato i requisiti previgenti nell’anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione nell’anno scolastico successivo secondo la precedente normativa.

Istruzione, 44 mila posti

da ItaliaOggi

Istruzione, 44 mila posti 

Un turn-over di 44 mila dipendenti scolastici in tre anni, per assorbire le masse di personale precario che prestano servizio a tempo determinato nella scuola. Un piano straordinario di reclutamento dei ricercatori. Ripristinare i 300 milioni di euro di Fondo di finanziamento ordinario delle università statali. Liberare gli enti locali dai vincoli di finanza pubblica per il miglioramento dell’edilizia scolastica. Questi gli obiettivi che ieri, il ministro della pubblica istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha dichiarato di voler raggiungere, durante l’audizione alla Commissione istruzione di Camera e Senato.

Il personale. Il progetto del Ministero, prevede che nel triennio 2014-2017 il personale scolastico sarà soggetto ad un tur-over che coinvolgerà 44 mila unità. Questo, attraverso un iter che dovrà essere improntato alla creazione ed al mantenimento di un equilibrio tra l’assorbimento del personale precario e le assunzioni a mezzo di concorso pubblico. Il tutto, sfruttando l’incidenza dell’ultima riforma del sistema pensionistico sulle cessazioni dal servizio.

Buone notizie per Quota 96

da Tecnica della Scuola

Buone notizie per Quota 96
Riceviamo dal prof. Giuseppe Grasso, tra i promotori del comitato “Quota 96”, un commento ragionato sulle attese dei docenti impigliati nella rete della riforma Fornero. Tallonata la politica, la promessa rimane quella della quiescenza prima della fine dell’anno scolastico
Abbiamo già dato avuto modo di dire, una quindicina di giorni fa, che il 22 maggio scorso si è tenuta a Roma una tavola rotonda promossa dal Comitato Civico «Quota 96» a tutela dei circa 3.500 professionisti della scuola (insegnanti e Ata) che hanno maturato il requisito pensionistico nell’anno scolastico 2011/2012. Non si dimenticherà che si tratta di lavoratori rimasti impigliati nella riforma Fornero a causa di un «errore tecnico» che non ha tenuto conto, come avrebbe dovuto, dei ritmi dell’anno scolastico ma di quelli dell’anno solare e li ha costretti a rimanere in servizio pur se in possesso di un diritto acquisito. Proprio ieri il sottosegretario al Lavoro, il deputato del Pd Carlo Dell’Arringa, rispondendo a due interpellanze urgenti sul tema sollevate da Elena Centemero (Pdl) e da Annalisa Pannarale (Sel), ha sconfessato decenni di normativa adducendo che «l’eventuale slittamento» del diritto a pensione al 31 agosto 2012 sarebbe risultato «difficilmente armonizzabile con il generale sistema pensionistico» poiché avrebbe introdotto, per questo comparto, una «deroga ai requisiti previsti per la generalità dei lavoratori assicurati». Il neo-sottosegretario forse ignora, dall’alto dei suoi 72 anni, che il Comparto Scuola ha da sempre tempistiche sue e ordinamenti propri concepiti per il corretto funzionamento didattico, che esso gode, da sempre, di una speciale decorrenza per il collocamento a riposo: il 1 settembre (e non il 31 dicembre) di ogni anno scolastico. Un fatto certo non irrilevante di cui ha tenuto conto il giudice del lavoro di Siena, nel suo provvedimento dello scorso luglio, quando ha ribadito a chiare lettere questa peculiarità statuita da leggi dello stato tuttora in vigore. I giuristi insegnano che una norma generale non può prevalere su una norma speciale – in base al principio Lex specialis derogat generali – e che una legge generale, destinata a una generalità indifferenziata di casi, viene sempre derogata da una legge speciale che tiene conto di situazioni particolari, meritevoli di una disciplina ad hoc. Se così non facesse, la legge generale sarebbe viziata da irragionevolezza e illogicità e quindi incostituzionale. È singolare che il Comparto Scuola, che è sempre stato oggetto di una disciplina speciale in materia previdenziale, venga fatto rientrare nella disciplina generale dalla riforma Fornero senza che nulla sia stato modificato rispetto al passato. Se una legge, come quella che regola il pensionamento del settore scolastico, ha attribuito a un soggetto un diritto soggettivo, un diritto che è entrato a far parte del suo patrimonio giuridico, una legge successiva non glielo può togliere perché si tratterebbe di una situazione sostanzialmente equiparabile ad un esproprio. Buone notizie sono giunte invece, sempre ieri, dalla ministra Carrozza nell’audizione plenaria tenuta in parlamento per illustrare le linee programmatiche su scuola, università e ricerca. Fra le aperture avanzate in materia d’istruzione la neo- titolare del dicastero di viale Trastevere ha annunciato, oltre alla volontà di una «revisione delle norme che prevedono l’inquadramento dei docenti inidonei nei profili di assistente amministrativo e tecnico», quella di salvaguardare questo mini-popolo di educatori dalle cesoie della legge Fornero. La ministra si è detta disposta a prevedere una «normativa integrativa della riforma pensionistica» tale da consentire una «deroga», in linea con la specificità del Comparto Scuola, in grado di «permettere al personale scolastico che avesse maturato i requisiti previgenti nell’anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione nell’anno scolastico successivo secondo la precedente normativa». L’apertura non ci sembra per niente trascurabile, soprattutto se si tiene conto della proposta di legge ad hoc presentata alla Camera da Manuela Ghizzoni, proposta che dovrebbe essere calendarizzata alla Commissione Lavoro per una sperabile approvazione, come si legge nel sito della deputata democratica, già dalla prossima settimana.
Intanto il Comitato Cicivo «Quota 96» non smette di tallonare il variegato mondo della politica per rivendicare una circolare esplicativa che possa sanare in tempi brevi l’ormai annosa vicenda. Una risposta chiara e risolutiva del governo (o del parlamento) che andasse a sanare l’ingiustizia perpetrata dal governo Monti potrebbe non solo mettere la parola «fine» a una storia estenuante fatta di continui e sordi dinieghi governativi ma potrebbe restituire un clima più sereno ad una base sempre più disillusa e umiliata nei propri diritti inalienabili.  Giuseppe Grasso

Programma della Carrozza, i sindacati apprezzano ma chiedono risorse

da Tecnica della Scuola

Programma della Carrozza, i sindacati apprezzano ma chiedono risorse
di Alessandro Giuliani
Di Menna (Uil): progetto ambizioso, ora niente colpi di mano sul contratto. Scrima (Cisl): discorso credibile, preludio al confronto sui grandi temi innovazione, qualità, merito. Pantaleo (Flc-Cgil): condividiamo l’impegno su precari, edilizia, organici, mancano certezze sui finanziamenti. Pacifico (Anief): le assunzioni da fare sono 130mila, non 44mila, e il mutamento della carriera può passare solo se si sbloccano gli scatti e si adegua lo stipendio all’area Ocde.
Ha destato interesse e diverse reazioni la lunga esternazione del ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, tenuta il 6 giugno nel corso dell’audizione in commissioni Istruzioni e Cultura in occasione della presentazione delle linee programmatiche del suo dicastero. Carrozza ha affrontato argomenti a tutto campo: turn over, precariato, progressioni di carriera, edilizia, l’immancabile edilizia scolastica ed anche qualche accenno alla semplificazione normativa.
Alcune delle esternazioni della Carrozza, bisogna dirlo, hanno sorpreso in positivo. Come l’entità delle assunzioni, che seppure in numero sempre ridotto rappresentano un passaggio indispensabile verso la stabilizzazione dei precari e il proseguimento del turn over fisiologico.
Alcune aperture non sono sfuggite ai sindacati. Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, parla di “un progetto ambizioso”, ma chiede anche di “non partire col piede sbagliato bloccando contratto e retribuzioni”.
Anche per Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, quello di Carrozza è “un discorso credibile, su cui si può aprire senz’altro una proficua stagione di confronto attivo coinvolgimento sui grandi temi dell’innovazione, della qualità, del merito”. Come, sempre per il leader della Cisl, sono “molto importanti i segnali dati sul versante del contrasto alla precarietà, con la proposta di un nuovo piano triennale di assunzioni, l’obiettivo di un organico funzionale e la proposta di consolidamento dei posti di sostegno in organico di diritto, così come l’impegno a ricercare soluzioni al problema dei docenti inidonei e dei pensionamenti negati”.
Scrima si dice soddisfatto, inoltre, per l’intenzione di avviare un “‘tempo scuola’ più ricco” e di valorizzare il “ruolo da assegnare al sistema di valutazione, strumento indispensabile per la crescita di qualità ed efficacia del sistema”, sempre a patto che rimanga “fuori da ossessioni premial-punitive”.
Decisamente più moderato è il giudizio di Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, che ha trovato alcuni passaggi dell’audizione “apprezzabili e condivisibili a partire dall’impegno sul personale precario, edilizia scolastica, stabilizzazione degli organici, Anvur e governance di enti di ricerca e università, quando le stesse si concretizzeranno in un cronogramma che tenga insieme priorità, obiettivi e risorse”. Pantaleo ritiene, tuttavia, che Carrozza sarebbe dovuta partire da una “lettura critica delle politiche che hanno devastato scuola, università, ricerca e afam con i tagli epocali e il tentativo di andare verso una privatizzazione dei saperi”. Il sindacalista Flc-Cgil individua, inoltre, nelle “risorse il punto debole degli obiettivi programmatici esposti dalla Ministra: (…). Serve perciò avere certezze di finanziamenti, a partire da quelli che servono per rinnovare i contratti nazionali di lavoro del personale della scuola, università, ricerca, Afam bloccati dai precedenti governi”. Anche perché Pantaleo annuncia che il sindacato “si opporrà a qualunque intervento su orari e carriere del personale docente che avvenga fuori dal contratto nazionale e senza risorse aggiuntive a ciò destinate”.
L’audizione della Carrozza è stata commentata con parziale apprezzamento dal presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, secondo cui “l’annuncio fatto oggi in Parlamento va apprezzato, però il numero di immissioni in ruolo che andrebbero attuate entro il 2017 sono 130mila e non 44mila. Via libera dal sindacato anche al progetto di revisione della carriera degli insegnanti, a patto che sblocchi gli scatti e adegui lo stipendio a quelli dell’area Ocde” e “alla realizzazione di nuovi testi unici per superare l’attuale giungla normativa attualmente esistente”.

Addio carriera legata all’anzianità, arriva il “cursus professionale”?

da Tecnica della Scuola

Addio carriera legata all’anzianità, arriva il “cursus professionale”?
di A.G.
Il progetto è stato annunciato dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, durante la presentazione delle linee programmatiche del suo dicastero alle commissioni Istruzioni e Cultura: serve un nuovo riconoscimento ai docenti meritevoli. Presto l’avvio del confronto coi sindacati. Che anche su questo punto si presenteranno spaccati.  Il testo dell’audizione
Dopo gli annunci, condotti per un paio di mesi, il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, entra nel dettaglio di cosa intende per “incentivi” agli insegnanti. Durante la presentazione delle linee programmatiche del suo dicastero davanti alle commissioni Istruzioni e Cultura di Camera e Senato, il nuovo responsabile del Miur ha annunciato la volontà di introdurre una nuova “carriera per gli insegnanti, avviando un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato a una progressione di carriera svincolata dalla mera anzianità di servizio”.
Per raggiungere questo obiettivo, il ministro Carrozza, ritiene che è necessario dare “il giusto riconoscimento ai docenti meritevoli costruendo un vero e proprio ‘cursus professionale'”.
L’occasione per realizzare il progetto sulla valutazione del personale scolastico, in particolare quello docente, ma anche gli Ata, sarà quindi l’avvio della contrattazione per la stipula del nuovo contratto. Una parte dei sindacati più rappresentativi, ma non la Flc-Cgil, si sono già espresse favorevolmente verso un confronto che mandi in soffitta la distribuzione a “pioggia” degli aumenti, per fare spazio ad una somministrazione legata a prestazioni effettive. Rimane da capire quali saranno le variabili da valutare per far determinare gli aumenti stipendiali. E non sarà facile.

Settimana corta: le scuole dicono no

da Tecnica della Scuola

Settimana corta: le scuole dicono no
di L.F.
Secondo il preside del classico Berchet di Milano, il tentativo di imporre settimana corta sarebbe una “molestia didattica”. E’ paradossale che il Ministro voglia aprire le scuole anche al pomeriggio mentre le province dichiarano di essere in difficoltà ad aprire 6 mattine alla settimana.
Da un’intervista rilasciata al Sole24 ore, dal preside Innocente Pessina dello storico liceo classico Berchet di Milano, sulla stravagante proposta fatta dalla provincia di Milano, in accordo con la Regione Lombardia e l’Ufficio scolastico regionale, di chiudere le scuole il sabato adottando la settimana corta, apprendiamo che l’opinione degli insegnati di quella scuola è negativa.  Si tratta, secondo il dirigente scolastico del Berchet e secondo gli stessi docenti, di una vera e propria molestia didattica a danno soprattutto dei ragazzi.  Nell’intervista rilasciata alla giornalista Catia Caramelli del noto quotidiano economico, il preside del Berchet specifica che, nel caso del liceo classico che attualmente dirige, concentrare in una sola giornata sette ore di materie tutte impegnative, per consentire la chiusura della scuola il sabato è impensabile, è quasi una molestia didattica, un accanimento.  Inoltre aggiunge il preside Pessina, “gli studenti che non abitano vicinissimo alla scuola, farebbero rientro a casa verso le 16 e 30 e peraltro senza aver mangiato”.  Questi sono i motivi per cui molte scuole respingono al mittente l’insana proposta di fare attuare a tutte le scuole della provincia di Milano la settimana corta. Tra le altre cose c’è da dire che chiudere le scuole il sabato, per motivi puramente economici, in quanto il riscaldamento costa e la provincia non riesce a garantire per sei giorni la settimana questo servizio, è in pieno contrasto con quanto affermato dal ministro Maria Chiara Carrozza, che auspica scuole aperte anche il pomeriggio.  Delle due l’una o le risorse finanziarie mancano a tal punto da non riuscire a mantenere aperte le scuole, nemmeno la mattina del sabato, oppure come rassicura il ministro dell’istruzione, che qualche giorno fa ha minacciato le dimissioni se non ci fossero stati investimenti sulla scuola, i soldi per tenere aperte le scuole, garantendo servizi di qualità, ci sono.  Comunque è importante ricordare, con buona pace dell’Amministrazione provinciale di Milano, che nessun obbligo può essere imposto dall’alto su questioni che afferiscono la didattica, ma questo tocca esclusivamente alle singole delibere dei Collegi dei docenti.  Una volta tanto il buon senso di chi gestisce valori importanti come la didattica è preminente rispetto a chi dovrebbe amministrare la cosa pubblica nel bene della collettività.