DAL GOVERNO 300 MILIONI IN TRE ANNI PER EDIFICI SCOLASTICI

EDIFICI SCOLASTICI / MARCUCCI (PD): “DAL GOVERNO 300 MILIONI IN TRE ANNI PER EDIFICI SCOLASTICI”

Dichiarazione del Presidente della Commissione Istruzione a Palazzo Madama

“Il ministro Carrozza ha proposto che il finanziamento straordinario di 300 milioni di euro  complessivi (dal 2014 al 2016) nell’ambito degli investimenti immmobiliari INAIL siano prevalentemente destinati alla messa in sicurezza degli edifici scolastici nelle aree a rischio”.
Lo ha reso noto il presidente della commissione istruzione di Palazzo Madama Andrea Marcucci (PD), al termine dell’audizione del ministro con le Commissioni congiunte di Camera e Senato.
“Avevo espressamente chiesto al governo, dopo il terremoto in Toscana – ha spiegato il parlamentare –  di avviare il piano sul patrimonio edilizio scolastico, proprio dalle aree a rischio. I dati fanno paura e devono spingere il governo all’azione. Solo l’8% degli edifici nelle aree a rischio forte o rilevante è stato progettato secondo la normativa antisismica”, ha concluso Marcucci.

ANNULLARE IL DECRETO SULLA DETERMINAZIONE ORGANICI 2011-2012

SCUOLA / Serra (M5S) interroga il Ministro in Commissione

“ANNULLARE IL DECRETO SULLA DETERMINAZIONE ORGANICI 2011-2012 E RESTITUIRE I 150.000 POSTI GIA’ PREVISTI NEL TURN OVER”

“Scuola, il Governo annulli il decreto sulla determinazione degli organici 2011-2012 e restituisca i 150.000 posti già previsti per realizzare il turn-over e contestualmente avviare un tavolo di confronto – così come ventilato, insieme con il parere espresso, dalla Conferenza unificata Stato-Regioni – per una determinazione degli organici secondo diverse modalità e in un rapporto di effettiva collaborazione con le Regioni e gli Enti locali” Lo chiede il Movimento 5 Stelle Senato con una interrogazione a risposta orale in Commissione al Ministro dell’Istruzione che vede come prima firmataria Manuela Serra.
“I tagli agli organici sopravvenuti per gli anni scolastici 2009-2010 e 2010-2011 sono stati dichiarati illegittimi dal TAR e dal Consiglio di Stato” si ricorda nell’interrogazione. Nell’atto ispettivo si ricorda inoltre che “è ormai imminente l’udienza del TAR del Lazio (prevista per il 5 luglio 2013) circa il ricorso avanzato da alcuni genitori e docenti per l’annullamento dei tagli agli organici del personale docente per l’a.s. 2011-2012: tali tagli infatti sarebbero avvenuti mercé procedura illegittima e gravemente lesiva – a giudizio degli interroganti – del regolare funzionamento della scuola, e pertanto il procedimento per l’anno 2011-2012 è sub judice”.

ICT e Scuola

Corso di Formazione per il Personale Docente A.S. 2012/2013

Istituto Comprensivo Calimera (LE)

Calimera, 27 giugno 2013, ore 15.00 – 19.00

Dario Cillo, “ICT e Scuola

La fine delle Lettere una laurea fuori moda

da Repubblica.it

La fine delle Lettere una laurea fuori moda

Le facoltà umanistiche non hanno più appeal: immatricolazioni al minimo e cattedre ridotte all’osso. Non solo in Italia. Anche ad Harvard le aule si svuotano

Maria Novella De Luca

PIÙ che una fuga, un esodo di massa. Anzi di generazione. Addio facoltà umanistiche, non servite più, i giovani disertano le aule di Storia, di Filosofia, di Lettere, per non parlare di Sociologia. Accade negli Stati Uniti, in Francia, in Inghilterra, ma da noi, forse, è anche peggio. Immatricolazioni al minimo e cattedre ridotte all’osso.nella grande disaffezione italiana all’università, figlia dello sconforto e dello scoraggiamento, le facoltà umanistiche vivono la crisi più dura. In 10 anni gli studenti delle “aree umane” sono diminuiti del 26,8%, un abbandono diffuso e capillare, battuto di poco soltanto dalle materie di “area sociale”, dove l’emorragia nel 2013 è stata del 28,7%, nel 2003 gli iscritti erano 135mila, quest’anno soltanto 96mila. Cosa stiamo perdendo? Le nostre radici, il senso dell’esistere, l’identità, la storia, il ragionamento? Adesso sono le grandi università americane a dire che così non va, ad appellarsi agli studenti perché riscoprano i saperi classici.

Nel dl lavoro interventi anche sull’istruzione: stage pagati per universitari e tirocini a scuola

da Repubblica.it

Nel dl lavoro interventi anche sull’istruzione: stage pagati per universitari e tirocini a scuola    

Le misure che riguardano giovani e studenti approvate oggi dal governo. Uno studio: disponibili 150mila posti di lavoro che i giovani non vogliono, come panettieri, baristi e falegnami. I sindacati: “Per finanziare interventi si tolgono fondi agli insegnanti, inaccettabile”

di SALVO INTRAVAIA

LA LOTTA alla disoccupazione giovanile passa anche per la scuola e l’università. È questo il concetto espresso dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che “esprime soddisfazione per i provvedimenti che riguardano scuola e università varati stamattina dal Consiglio dei ministri all’interno del decreto legge Lavoro“. La disoccupazione giovanile, giunta a quota al 40,5 per cento in Italia nel 2013, si combatte attraverso una più stretta collaborazione tra mondo dell’istruzione, che deve formare i giovani, e mondo imprenditoriale che deve occuparli.
Il ministro sottolinea “l’importanza di una logica che includa anche la scuola e l’università nel contrasto alla disoccupazione giovanile e l’ottimo lavoro di raccordo tra i diversi ministeri che hanno contribuito al decreto”. Ma i sindacati della scuola non sono affatto d’accordo: protestano perché, per coprire alcuni interventi, il governo avrebbe sottratto ancora fondi al personale scolastico. Sul fronte dell’università è previsto “un piano da 10,6 milioni di euro per cofinanziare tirocini curriculari degli studenti universitari presso soggetti pubblici e privati”.
Gli studenti universitari potranno partecipare a stage della durata minima di 3 mesi che prevedono un rimborso spese mensile che potrà raggiungere i 400 euro: 200 a carico dello Stato e altrettanti a carico dell’azienda che offre il tirocinio. Due le misure previste in ambito scolastico: l’incremento, fino al 25 per cento, della flessibilità oraria degli istituti professionali e un piano triennale di interventi per tirocini extracurriculari delle quarte classi delle scuole secondarie di secondo grado. Attualmente, la flessibilità oraria prevista dalla riforma Gelmini arriva fino al 20 per cento.
Un incremento ulteriore dovrebbe favorire il raccordo tra la realtà formativa nazionale e quella regionale che organizza i percorsi di istruzione e formazione professionale “rispondendo in modo puntuale alle esigenze formative dei giovani e consentendo un più facile accesso al mercato del lavoro”, mentre è in fase di elaborazione un piano triennale di interventi per tirocini extracurriculari indirizzati agli studenti delle quarte classi del superiore, con particolare, con priorità per quelli degli istituti tecnici e degli istituti professionali presso imprese, altre strutture produttive di beni e servizi o enti pubblici.
L’idea del governo è quella di colmare il gap tra il fabbisogno di lavoratori specializzati per imprese artigiane e aziende e la formazione scolastica che sforna sempre più liceali e sempre meno tecnici e diplomati ai professionali. Secondo la Fondazione studi Consulenti del lavoro in Italia, nonostante la crisi sono disponibili 150mila posti di lavoro che nessuno vuole: come panettieri, falegnami e sarti. Buone prospettive di lavoro nel campo dell’installazione di infissi e nella ristorazione, come baristi e camerieri. Ma Cisl e Uil scuola denunciano la sottrazione di quasi 8 milioni di euro alla Valorizzazione e alla sviluppo professionale della carriera del personale della scuola, che, secondo le prime indiscrezioni, “verrebbero tolti alla retribuzione degli insegnanti per finanziare interventi previsti dal decreto”, spiega Massimo Di Menna della Uil.
“Tutto ciò  –  tuona Francesco Scrima, della Cisl, scuola  –  è inaccettabile. Se la notizia sarà confermata, ci troveremmo davanti all’ennesimo scippo ai danni degli insegnanti, di cui il governo continua a tessere le lodi solo a parole. Le poche risorse che ci sono nella scuola vanno incrementate, non tagliate: i percorsi di istruzione e formazione professionale non possono essere finanziati a danno delle retribuzioni degli insegnanti”. Ma dal Pd approvano l’operato dell’Esecutivo. “Nonostante le difficoltà economiche, il governo sta cercando di ‘riaccendere’ nei giovani il motore del ‘desiderio’, affinché possano davvero credere che questo Paese, con il loro contributo, può farcela”, commenta Francesca Puglisi, capogruppo in commissione Istruzione a Palazzo Madama.

Registro elettronico: scuole in difficoltà

da Tecnica della Scuola

Registro elettronico: scuole in difficoltà
di R.P.
Pagelle e registri elettronici sono obbligatori per legge, ma manca ancora il “Piano per la dematerializzazione” previsto dal DL 95/2012 Le scuole stanno spendendo somme importanti per attrezzarsi; se il Miur fornisse un proprio software si potrebbe configurare anche l’ipotesi di danno erariale.
La questione del registro elettronico sta mettendo in difficoltà molte scuole, soprattutto quelle del primo ciclo. In molte scuole superiori la novità è stata introdotta già negli anni passati, ma adesso sta scattando l’obbligo per tutti. Anche se, a dire il vero, la questione andrebbe approfondita proprio sotto l’aspetto normativo. In effetti è vero che l’art. 7 (commi 29 e 31) del DL 95/2012 parla di pagelle e registri on line obbligatori a partire dal 2012/2013, ma è anche vero che il comma 27 stabiliva che il Miur avrebbe dovuto adottare entro la fine dell’anno un “Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative” Piano che probabilmente avrebbe dovuto fornire alle scuole anche il software necessario per gestire pagelle e registri. E così molte scuole si stanno rivolgendo al libero mercato con conseguente aggravio di spesa per i già magri bilanci scolastici (oltretutto se il Miur – come è probabile – dovesse fornire il software per dirigenti scolastici e dsga si sarebbe anche il rischio di incorrere in una ipotesi di danno erariale). Senza considerare poi gli aspetti pedagogici. Per esempio di registri elettronici anche nella primaria potrebbero in qualche modo “costringere” i docenti di primaria ad utilizzare i voti anche in corso d’anno in modo da consentire una gestione pressoché automatizzata della pagella a fine quadrimestre. Una innovazione tecnica apparentemente “neutra” potrebbe insomma provocare cambiamenti significativi nella pratica didattica quotidiana.
Tutta da verificare è poi la problematica relativa alla sicurezza dei dati e al rispetto delle norme sulla privacy. Non è da escludere che nei prossimi mesi il Miur intervenga sulla materia con un apposito provvedimento; anche per questo la Flc-Cgil già da tempo sta suggerendo alle scuole di procedere con molta cautela e senza fretta.

I tagli di organico finanzieranno gli IFTS

da Tecnica della Scuola

I tagli di organico finanzieranno gli IFTS
di R.P.
Come già annunciato CislScuola che fa sapere che secondo indiscrezioni provenienti dal “palazzo” nel decreto sul lavoro ci sarebbe una norma che tagli i fondi per la valorizzazione della professionalità docente. Intanto dal Senato arriva il via libera al blocco della contrattazione.
Come era facilmente prevedibile, le notizie dal fronte dei provvedimenti legislativi che interessano direttamente o indirettamente la scuola non sono per nulla positive. Chi si illudeva che sarebbe bastato un Governo con qualche ministro di centro-sinistra per garantire una inversione di rotta dovrà farsi una ragione del fatto che recuperare nuove risorse per la scuola non è una operazione facile. L’ultima notizia riguarda il decreto legge sul lavoro. La denuncia arriva dalla CislScuola che sostiene che per finanziare i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore si attingerà al fondo per la valorizzazione e lo sviluppo professionale del personale docente (in pratica si tratta dei fondi derivanti da tagli legati all’applicazione del Piano programmatico del 2008). Ma la cosa non è strana perché fin dall’inizio il ministro dell’Economia Saccomanni aveva detto che ciascun ministero sarebbe stato libero di fare tutto ciò che voleva ma con proprie risorse e non con fondi aggiuntivi. Nella stessa direzione va il parere definitivo emesso nella giornata del 25 giugno dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato in materia di regolamento sul blocco della contrattazione: il documento approvato in Commissione dà via libera la Governo pur con qualche modesta osservazione. Ma è molto probabile che il peggio debba ancora arrivare perché se ci dovesse essere una manovra correttiva anche la scuola dovrà fare la sua parte. E, a questo punto, l’unico spazio significativo di manovra resterà quello dei comandi (già ridotti all’osso) e degli esoneri dal servizio per i collaboratori dei dirigenti scolastici (già lo scorso anno nella legge sulla spending review erano state inizialmente previste misure restrittive che poi all’ultimo momento erano state cancellate). Anche per questo la proposta di legge sui docenti inidonei potrebbe subire una secca battuta d’arresto.

Occupazione, per potenziare i tirocini il Governo taglia i fondi per i docenti

da Tecnica della Scuola

Occupazione, per potenziare i tirocini il Governo taglia i fondi per i docenti
di Alessandro Giuliani
La denuncia arriva dai sindacati, dopo aver preso visione dell’art. 5, comma 5, del dl sul lavoro: l’alternanza scuola lavoro verrà migliorata utilizzando 7,6 milioni di euro destinati alla ‘valorizzazione e alla sviluppo professionale della carriera del personale’. Di Menna (Uil): se le cose stanno così, contrasto inevitabile. Scrima (Cisl): non è questo il nuovo corso che ci aspettavamo.
Sembra trasformarsi in un inaspettato boomerang il piano di tirocini extracurricolari per gli istituti tecnici e professionali, incluso nel decreto occupazione, annunciato dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi tenuta il 26 giugno. “Andrà ad incidere sul quarto anno di scuola secondaria superiore e include la possibilità di svolgere tirocini fuori dalla scuola sempre in collaborazione con le imprese”, ha spiegato con una certa soddisfazione il responsabile del Miur.
Viene da chiedersi se qualcuno dello staff ministeriale abbia detto alla Carrozza che nella bozza del decreto legge sul lavoro, in particolare nell’art. 5 (disposizioni in materia di istruzione e formazione), comma 5, è riportato che per il reperimento delle risorse a sostegno del progetto vengono indicati dei fondi inizialmente destinati al personale scolastico: ‘agli oneri derivanti dall’attuazione del comma 1 (del medesimo articolo) si provvede mediante riduzione del fondo di cui all’articolo 64, comma 9, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, con modificazioni , dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, per euro 7,6 milioni a decorrere dall’anno 2014’.
Cosa significhi lo hanno presto spiegato i leader dei sindacati. Prima ci ha pensato il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna: “dopo i proclami, le misure concrete prendono altre strade. 7,6 milioni di euro destinati alla ‘valorizzazione e alla sviluppo professionale della carriera del personale della scuola’, verrebbero tolti – afferma il sindacalista – alla retribuzione degli insegnanti per finanziare interventi previsti dal decreto. La legge di riferimento – a voler entrare nelle conseguenze concrete del comma in questione – spiega Di Menna – è quella che destina i fondi per la professionalità dei docenti. Ci troveremmo quindi, di fronte a una decisione che,ancora una volta, riduce le risorse agli insegnanti mentre se ne loda la centralità. Il Ministro Carrozza – conclude il segretario generale della Uil Scuola – è chiamato a chiarire questo aspetto che se venisse confermato porterebbe inevitabilmente a un contrasto forte tra il mondo della scuola e il Governo. Contrasto del quale il Paese non ha assolutamente bisogno”.
Qualche minuto e arriva anche la bacchettata del segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima. Che dice: “Giù le mani dalla scuola. (…) Tutto ciò è inaccettabile”. A parere del sindacalista “se la notizia sarà confermata, ci troveremmo davanti all’ennesimo scippo ai danni degli insegnanti, di cui il Governo continua a tessere le lodi solo a parole”. “Le poche risorse che ci sono nella scuola vanno incrementate, non tagliate. Che il Governo torni sui propri passi – esorta il sindacalista – e cancelli subito il prelievo. I percorsi di istruzione e formazione professionale non possono essere finanziati a danno delle retribuzioni degli insegnanti. Sicuramente non è questo il nuovo corso che ci aspettavamo”.
Anche gli studenti si dicono preoccupati. Ma non per lo stesso genere di problema. Virgilio Falco, portavoce nazionale di StudiCentro, chiede “attenzione per fare in modo che questo decreto non aumenti un’altra emergenza nazionale, quella dell’abbandono scolastico”. Secondo Falco, “infatti, gli incentivi approvati oggi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato potrebbero spingere i diciottenni che quest’anno, a seguito di una precedente bocciatura, non ottengono il diploma ad abbandonare il percorso di studi perchè rispondenti al criterio di non aver compiuto 18 anni ma essere ‘privi di un diploma di scuola media superiore o professionale’. Auspichiamo vivamente che il governo possa prestare attenzione a questa situazione che riguarda molte decine di migliaia di studenti italiani, facendo in modo che – conclude Falco – un sacrosanto incentivo a ridurre la disoccupazione giovanile non diventi un involontario strumento che acuisca il triste fenomeno dell’abbandono dei banchi di scuola”.

Marco Rossi Doria sul rapporto Ocse: determinati a seguire le azioni intraprese

da Tecnica della Scuola

Marco Rossi Doria sul rapporto Ocse: determinati a seguire le azioni intraprese
I dati dell’ultimo rapporto OCSE Education at a glance evidenziano criticità del nostro sistema di istruzione di medio e lungo periodo oramai note da tempo. Esse saranno affrontate, così come la ministra ha proposte nel suo programma. Lo sostiene il sottosegretario all’istruzione, Marco Rossi Doria, in un comunicato
“L’OCSE sottolinea utilmente l’importanza di proseguire con decisione nel contrasto alla dispersione scolastica – dichiara Marco Rossi-Doria – e tale sollecitazione non fa che rafforzare la nostra determinazione a realizzare il piano di lavoro annunciato dal Ministro alle Camere, lavorando alla prosecuzione delle azioni intraprese nelle Regioni Obiettivo Convergenza con il Piano Azione Coesione e ad una loro estensione nel resto d’Italia. Dai dati emerge poi – prosegue Rossi Doria – un basso livello di investimenti nel settore negli ultimi dieci anni. Un fenomeno che ha duramente colpito in particolare il settore dell’Università, sul quale l’OCSE giustamente segnala un allarme di funzionamento dell’intero sistema. Ciononostante, per quanto riguarda la scuola italiana, l’OCSE sottolinea anche la sua grande forza nel continuare ad assicurare un servizio di qualità malgrado il congelamento della spesa in istruzione negli ultimi quindici anni e il conseguente invecchiamento del suo corpo docente. Un risultato possibile grazie al lavoro e all’impegno quotidiano dei nostri insegnanti. Il nostro auspicio – conclude Rossi Doria – è che si possa aprire al più presto, compatibilmente con il progressivo miglioramento dei nostri conti pubblici, una vera stagione di riparazione ed innovazione in cui nuove risorse possano essere destinate alla valorizzazione della professione dei docenti, all’edilizia scolastica, al diritto allo studio e al sostegno del successo formativo”. Passi incoraggianti in questo senso sono stati fatti nel Consiglio dei Ministri del 15 giugno, che ha disposto un finanziamento per l’edilizia scolastica pari a 300 milioni di euro, lo sblocco del turn over del 50% per università ed enti di ricerca e le borse di mobilità per gli studenti meritevoli

Dal 1° luglio la denuncia dell’infortunio si fa on-line

da Tecnica della Scuola

Dal 1° luglio la denuncia dell’infortunio si fa on-line
di L.L.
Non sarà più necessario per il datore di lavoro l’invio contestuale del certificato medico del dipendente infortunato
A decorrere dal 1° luglio 2013 la denuncia/comunicazione di infortunio deve essere trasmessa all’Inail esclusivamente in via telematica.
La funzione, che per il momento era disponibile solo per gli infortuni occorsi ai lavoratori dell’industria, dell’artigianato e dei servizi e delle Pubbliche Amministrazioni titolari di specifico rapporto assicurativo con l’Istituto, da tale data sarà anche disponibile per i dipendenti della Pubblica Amministrazione alle quali si applica la “gestione per conto” e, pertanto, non intestatarie di alcuna Posizione assicurativa territoriale (Pat) e agli studenti delle scuole pubbliche.
La procedura sarà dunque più snella, perché il datore di lavoro è sollevato dall’onere dell’invio contestuale del certificato medico.
Tutte le indicazioni sono riportate sul sito dell’Inail alla seguente pagina: http://www.inail.it/internet/default/INAILincasodi/Infortuniosullavoro/index.html

Bonus maturità, Carrozza difende il decreto: Mitiga criticità nella norma

da tuttoscuola.com

Bonus maturità, Carrozza difende il decreto: Mitiga criticità nella norma

Sull’accesso ai corsi universitari a numero programmato il recente decreto del governo è intervenuto “sulle modalità di attribuzione del cosiddetto bonus maturità per mitigare le criticità che sono state riscontrate nell’applicazione della norma“. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, nell’odierno question time alla Camera.

L’inquilino di viale Trastevere ha confermato di non concordare “con l’attuale meccanismo di valorizzazione del percorso scolastico“.      La nuova norma prevede, ha sottolineato il ministro, “una valutazione del percorso scolastico dello studente con l’attribuzione del suddetto bonus ai candidati che abbiano ottenuto un voto all’esame di Stato pari almeno a 80/100 e non inferiore all’ottantesimo percentile della distribuzione dei voti della propria commissione d’esame. Posticipando a settembre le prove è stato inoltre possibile considerare ai fini della valutazione i voti dell’esame di stato dell’anno scolastico 2012-2013“.

Secondo Carrozza: “Nell’ottica di garantire un sistema di accesso ai corsi a numero programmato che sia equilibrato e sia in grado di valorizzare le potenzialità dei candidati è stata istituita un’apposita commissione, composta da personalità accademiche e della scuola, che alla luce della prima esperienza applicativa del cosiddetto bonus maturità formuli proposte operative entro il 30 settembre 2013“.

Infine, “sempre nell’ottica di migliorare il sistema di accesso ai corsi a numero programmato – ha concluso il ministro – si intende prevedere che le prove di ingresso siano svolte nel mese di aprile: ciò consentirebbe di allineare la tempistica con quella delle università straniere e di evitare sovrapposizioni con l’esame di Stato“.

Nel Dl occupazione misure per favorire l’alternanza scuola-lavoro

da tuttoscuola.com

Nel Dl occupazione misure per favorire l’alternanza scuola-lavoro

Favorire “l’alternanza scuola-lavoro” e fare sì che “sempre più studenti  debbano avere esperienze di lavoro, stage o tirocini, prima del  diploma, sia per quanto riguarda gli istituti professionali sia  l’università”. Sono i principi che hanno ispirato le misure del decreto  occupazione relative a scuola e istruzione, secondo quanto riferito –  nella conferenza stampa successiva alla riunione del governo – dal  ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza.

Tra le misure adottate,  Carrozza si sofferma sui 10 milioni di euro stanziati per tirocini  degli studenti universitari presso chi produce beni e servizi, di cui  circa 200 euro dovrebbero andare a ogni studente ogni mese, per un  periodo minimo di 3 mesi – per una platea potenziale di 10mila studenti.
Il ministro dell’Istruzione accenna anche ad altri due  provvedimenti: uno consente maggiore flessibilità agli istituti tecnici e  professionali, che possono aumentare il loro orario fino al 25 per  cento per includere tirocini extrascolastici, l’ultimo è relativo a  tirocini che vanno a incidere sul quarto anno degli istituti superiori  professionali, sempre nell’ottica della collaborazione tra scuola e  imprese.

Certificazione delle competenze: una soluzione autarchica che non regge più

da tuttoscuola.com

Certificazione delle competenze: una soluzione autarchica che non regge più

Non sappiamo se e quante istituzioni scolastiche del primo ciclo abbiano certificato le competenze degli alunni in uscita dalla scuola primaria e dalla scuola secondaria di 1° grado.

Se l’hanno fatto, si sono dovuti arrangiare con modelli autarchici, provvisori e sperimentali, in attesa che la materia trovi, finalmente e dopo tredici anni, un’opportuna regolamentazione.

Il regolamento dell’autonomia scolastica aveva previsto (articolo 10, comma 3, del Dpr 8 marzo 1999, n. 275) la definizione di appositi modelli di certificazione da parte del Ministero a valere per tutte le scuole. Ma per anni si era atteso inutilmente quel decreto ministeriale.

Nel 2007 il ministro Fioroni aveva obbligato le scuole a sperimentare la certificazione delle competenze, adottando un proprio modello ispirato ad una ipotesi ministeriale. E le scuole avevano cominciato a sperimentare nell’attesa di un modello nazionale che non arrivava mai.

Normalmente le sperimentazioni dovrebbero avere un inizio e una fine; i risultati dovrebbero essere raccolti e andare a sintesi. Invece…

Nel 2008, a complicare quello strano obbligo di sperimentare, arrivava la legge 169 che all’art. 4 disponeva la certificazione delle competenze sotto forma di voto in decimi e ne imponeva l’obbligo per la scuola primaria e per la secondaria di I grado.

L’anno dopo, il regolamento sulla valutazione, all’art. 8, (ri)annunciava il varo di un decreto ministeriale contenente finalmente il modello nazionale di certificazione delle competenze. Niente.

In attesa di quel decreto (sono passati altri quattro anni), le scuole hanno continuato a sperimentare.

A quanto ci risulta, l’anno scorso una commissione ministeriale aveva elaborato una interessante proposta di modello che aveva anche bypassato coraggiosamente le forche caudine della certificazione espressa con voto in decimi; ma, in attesa che venissero emanate le Indicazioni nazionali per il 1° ciclo, il tutto era stato messo in stand-by.

A Indicazioni varate, era logico attendersi, finalmente, il decreto ministeriale con il modello unico di certificazione delle competenze. Niente.

Se ne parlerà, forse, l’anno prossimo.

Ammesso che tutta questa prudenza nell’emanare il decreto dei modelli nazionali abbia senso, perché mai le scuole dovrebbero continuare a produrre un modello di certificazione per mero adempimento (?) amministrativo?

OCSE sulla scuola italiana: considerazioni del sottosegretario Rossi Doria

da tuttoscuola.com

OCSE sulla scuola italiana: considerazioni del sottosegretario Rossi Doria

I dati non esaltanti emersi dal rapporto OCSE per la nostra scuola sono già stati commentati con preoccupazione da vari esponenti politici che, una volta tanto, hanno evitato di attribuirne la responsabilità al Governo di turno o a quello precedente.

Una valutazione equilibrata e, tutto sommato, moderatamente ottimista, nonostante tutto, viene espressa dal sottosegretario all’istruzione, Marco Rossi Doria.

“I dati dell’ultimo dettagliato rapporto OCSE Education at a glance evidenziano criticità del nostro sistema di istruzione di medio e lungo periodo oramai note da tempo. Proprio per questo esse sono non solo citate ma anche affrontate con una strategia di medio periodo già dalle recenti audizioni alle Camere del Ministro Maria Chiara Carrozza, nelle quali sono state delineate le linee programmatiche della sua azione”.

“L’OCSE sottolinea utilmente l’importanza di proseguire con decisione nel contrasto alla dispersione scolastica – dichiara il Sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi-Doria – e tale sollecitazione non fa che rafforzare la nostra determinazione a realizzare il piano di lavoro annunciato dal Ministro alle Camere, lavorando alla prosecuzione delle azioni intraprese nelle Regioni Obiettivo Convergenza con il Piano Azione Coesione e ad una loro estensione nel resto d’Italia. Dai dati emerge poi – prosegue Rossi Doria – un basso livello di investimenti nel settore negli ultimi dieci anni.

Un fenomeno che ha duramente colpito in particolare il settore dell’Università, sul quale l’OCSE giustamente segnala un allarme di funzionamento dell’intero sistema. Ciononostante, per quanto riguarda la scuola italiana, l’OCSE sottolinea anche la sua grande forza nel continuare ad assicurare un servizio di qualità malgrado il congelamento della spesa in istruzione negli ultimi quindici anni e il conseguente invecchiamento del suo corpo docente. Un risultato possibile grazie al lavoro e all’impegno quotidiano dei nostri insegnanti.

Il nostro auspicio – conclude Rossi Doria – è che si possa aprire al più presto, compatibilmente con il progressivo miglioramento dei nostri conti pubblici, una vera stagione di riparazione ed innovazione in cui nuove risorse possano essere destinate alla valorizzazione della professione dei docenti, all’edilizia scolastica, al diritto allo studio e al sostegno del successo formativo”.

Passi incoraggianti in questo senso sono stati fatti nel Consiglio dei Ministri del 15 giugno, che ha disposto un finanziamento per l’edilizia scolastica pari a 300 milioni di euro, lo sblocco del turn over del 50% per università ed enti di ricerca e le borse di mobilità per gli studenti meritevoli.

Decreto sul lavoro: doppia vittoria

Decreto sul lavoro: doppia vittoria FISH

 

Il Consiglio dei Ministri ha dunque approvato il decreto legge recante interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, e della coesione sociale.

Nell’articolo 9 la FISH raccoglie una doppia soddisfazione alle battaglie di cui è stata prima protagonista. La prima riguarda la controversia con l’INPS per la corretta applicazione dei limiti reddituali sulle pensioni degli invalidi civili. Con Circolare 149/2012, l’INPS aveva stabilito che dal 2013 il reddito da considerare era quello dell’interessato e dell’eventuale coniuge, decisione assunta dall’Istituto sulla base di Sentenze di Cassazione.

L’efficacia della sentenza era stata sospesa provvisoriamente solo dopo l’intervento del Ministero del Lavoro. La FISH ha chiesto ripetutamente in questi mesi l’intervento del Legislatore. L’onorevole Margherita Miotto ha presentato una proposta di legge alla Camera, ma la discussione doveva ancora iniziare.

Il Governo ha anticipato le Camere, inserendo del decreto di legge l’interpretazione autentica richiesta dalla FISH: il reddito da considerare è solo quello dell’interessato e non quello del coniuge.

Ma c’è una seconda vittoria, più silenziosa. In queste settimane qualcuno si chiedeva come mai non fosse stato ancora emanato il decreto di riparto del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per il 2013 il cui rifinanziamento era costato tanto impegno nel corso della discussione della Legge di Stabilità.

L’inghippo lo si trova nella Legge 213/2012 (Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012). Il secondo articolo prevede che i trasferimenti dallo Stato alle Regioni venga ridotto se queste ultime non rispettano alcuni principi relativi ai “costi della politica” e non solo. La stessa norma (articolo 2, comma 1) stabilisce che a questo taglio dei trasferimenti fanno eccezione solo i fondi relativi ai trasporti pubblici e al servizio sanitario. Null’altro. Quindi la norma tecnicamente incide anche sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali non incluso nelle eccezioni!

Opportunamente il decreto legge appena approvato include nelle eccezioni le risorse per le politiche sociali e per le non autosufficienze. Ora finalmente i decreti di riparto e l’assegnazione alle Regioni possono essere effettuati.

Ci auguriamo che su questi due commi vi sia l’unanimità da parte delle Camere – commenta Pietro Barbieri, presidente della FISH – Se davvero vi è interesse per l’inclusione delle persone con disabilità i Parlamentari possono dedicare le loro energie a emendare il decreto legge per favorirne ulteriormente l’accesso al lavoro. Ottimo in questo ambito l’opportuno rifinanziamento approvato del fondo specifico per la Legge 68/1999.”

Ma anche un’altra buona notizia arriva dal Consiglio dei Ministri che ha approvato il Piano d’azione redatto dall’Osservatorio nazionale sulla disabilità (al quale partecipa attivamente anche la FISH). Il Piano impegna le Istituzioni nell’applicazione concreta della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.