Hack: Carrozza, ha dedicato la sua vita alla ricerca. Ne sentiremo la mancanza

Hack: Carrozza, ha dedicato la sua vita alla ricerca. Ne sentiremo la mancanza

 

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza esprime “profondo cordoglio” per la scomparsa di Margherita Hack.

“Ci lascia una donna eccezionale, che ha dedicato la sua vita allo studio, alla ricerca e alla divulgazione scientifica, senza mai dimenticare l’impegno per le battaglie civili e politiche. Ne sentiremo la mancanza”.

Fuori i dirigenti e rappreserntanti sindacali dai gruppi H provinciali

Su rilievi del SAB, l’USR della Calabria conferma che, nella costituzione dei gruppi H (gruppi di lavoro per l’integrazione degli alunni in situazione di handicap), a livello provinciale, non possono farne parte dirigenti e/o rappresentanti sindacali.

 

L’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria, con nota prot. n. 9608 del 26/6/2013 di riscontro a rilievi formulati dal SAB tramite il segretario generale prof. Francesco Sola sulla costituzione illegittima del gruppo H provinciale nell’ATP di Cosenza, ha confermato che, secondo la normativa allo stato vigente, non v’è spazio per rappresentanti delle OO.SS..

Nel merito, il SAB aveva contestato la costituzione di tale gruppo con la presenza di dirigenti sindacali e/o rappresentanti sindacali inseriti negli organi statutari delle OO.SS., confederali e non, in quanto, a parere del SAB, proprio per i compiti istituzionali riconosciuti al gruppo H, nel medesimo non potevano trovare spazio rappresentanti sindacali che avevano accesso a dati sensibili o al sistema informativo riservato del MIUR.

L’USR della Calabria, con la nota citata ha evidenziato, richiamando la normativa vigente, la connotazione tecnico-professionale istituzionale del gruppo H che deve essere costituito da operatori che operano nell’ambito del sistema educativo, con competenze professionali afferenti alle scienze dell’educazione nell’eccezione più ampia con le seguenti competenze:

-Vagliare le proposte delle scuole per il sostegno didattico, tenere contatti con i servizi sul territorio, raccogliere dati, documenti e aggiornarli, redigere documenti di proposte al Direttore Scolastico regionale, promuovere e curare attività di aggiornamento, formulare proposte per progetti sperimentali e formulare proposte per istituire posti in organico per la determinazione delle risorse di sostegno ordinarie o in deroga.

Esso è composto di un Ispettore Tecnico, un Preside, un Direttore Didattico, un Docente Esperto della scuola dell’infanzia, uno della primaria e uno della media e da tre rappresentanti delle associazioni di categoria.

Alla luce di quanto sopra non v’è spazio per i rappresentanti delle OO.SS., anche se fatti passare come “esperti” designati e individuati con quali criteri ? Scelti da chi ?

F.to Prof. Francesco Sola

Segretario Generale SAB

———–

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria
Direzione Generale
Ufficio IV

Prot. n. AOODRCAL 9608 Catanzaro, 26 giugno 2013

AL SINDACATO AUTONOMO DI BASE
VIA ROMA, 100
87012 CASTROVILLARI
sindacato.sab@sabcs.191.it
e, p.c.
All’Ufficio VII
Ambito Territoriale Provinciale
COSENZA

Oggetto: Rilievi costituzione dei Gruppi di lavoro per l’integrazione degli alunni in situazione di handicap, di seguito denominati Gruppi H, c/o ATP di Cosenza
In riscontro alla nota prot. n. 3/6 sg del 3 giugno 2013 di codesta O.S. si fa presente quanto segue:
– la legge 5 febbraio 1992, n. 104 all’art.15, c. 1 istituisce i Gruppi di Lavoro Interistituzionali
presso l’Ufficio Scolastico Provinciale, i cui membri devono essere nominati dal Provveditore agli Studi.
– Con Decreto Ministeriale del 26 giugno 1992, n.216, il Ministero della Pubblica Istruzione
definisce i criteri per la costituzione dei Gruppi di Lavoro Provinciali Interistituzionali e nell’art. 1 del
citato DM al c.1: “i componenti dei gruppi provinciali di lavoro interistituzionali per l’integrazione
scolastica degli alunni handicappati debbono essere esperti in campo pedagogico – didattico, o in quello
giuridico ed amministrativo – organizzativo relativamente al funzionamento dei servizi territoriali
scolastici, extrascolastici e sociosanitari, con particolare riferimento alle problematico dell’integrazione
scolastica degli alunni in situazione di handicap.”
Le innovazioni introdotte con il decreto legislativo n. 35/1993 (che hanno modificato in modo
sostanziale le modalità di selezione del personale direttivo e docente utilizzato in specifiche attività
presso gli Uffici Scolastici Provinciali) rendono necessaria una parziale revisione ed una messa a punto
delle indicazioni come sopra fornite e ciò al fine di assicurare una maggiore funzionalità e flessibilità
all’azione dei G.L.I.P. in funzione dell’integrazione degli alunni in situazione di handicap.
Va preliminarmente evidenziata l’introduzione, nel nuovo decreto, di un preciso richiamo alla
permanenza nella struttura costitutiva, del quadro di riferimento operativo e delle competenze dei
“Gruppi di lavoro provinciali” di cui alle Circolari ministeriali n. 277 dell’8.8.1975 e n. 216 del 3.8.1977,
meglio noti con la denominazione di “Gruppi H”.
Tali Gruppi, a differenza dei G.L.I.P., non hanno un carattere interistituzionale – rappresentativo,
ma una connotazione tecnico-professionale istituzionale.
Essi, infatti, sono costituiti da operatori che operano nell’ambito del sistema educativo, con
competenze professionali afferenti alle scienze dell’educazione nella accezione più ampia.
Si compongono da: un Ispettore tecnico; un Preside; un Direttore Didattico; un docente esperto
della scuola dell’infanzia; un docente esperto della scuola elementare; un docente esperto della scuola
media; tre rappresentanti delle associazioni di categoria.
Ai “Gruppi H” rimangono, pertanto, le competenze di carattere istituzionale
◊ Vagliare le proposte delle scuole per il sostegno didattico
◊ Tenere contatti con i servizi sul territorio
◊ Raccogliere dati, documenti e aggiornarli
◊ Redigere documenti di proposte al Direttore scolastico regionale
◊ Esprimere pareri al Direttore scolastico regionale
◊ Promuovere e curare attività di aggiornamento
◊ Formulare proposte per progetti sperimentali
◊ Formulare proposte per progetti sperimentali
◊ Formulare proposte per istituire posti in organico per la determinazione delle risorse di
sostegno ordinarie o in deroga.
Inoltre, il Dpr 275/99, che ha disciplinato l’organizzazione e il funzionamento delle scuole
autonome, riconosce autonomia didattica (art.4), autonomia organizzativa (art.5), autonomia di ricerca e
di sviluppo (art. 6), possibilità di promozione di reti di scuole (art.7) e di integrazione della quota locale
del curricolo obbligatorio (art. 8, comma 2), di arricchimento dell’offerta formativa con il curricolo
opzionale (art.9), nonché funzioni amministrative riguardanti la gestione dei beni e delle risorse, la
carriera scolastica ed il rapporto con gli alunni, lo stato giuridico ed economico del personale (art. 14),
con esclusione di quelli riguardanti la formazione delle graduatorie permanenti, il reclutamento, la
mobilità esterna alle istituzioni scolastiche e l’utilizzazione del personale eccedente l’organico funzionale
d’istituto (art. 15).
Da quanto sopra ne deriva che secondo la normativa allo stato vigente non v’è spazio per
rappresentanti delle OO.SS..

IL DIRIGENTE VICARIO
F.to Giuseppe Mirarchi
Firma autografa sostituita a mezzo stampa ex art.3, c.2 D.Lgs n.39/93

Scuola. A settembre un docente su sei non sarà al suo posto

da Il Sole 24 Ore

Scuola. A settembre un docente su sei non sarà al suo posto

A settembre, secondo l’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori), un docente su sei non sarà al suo posto.

Le 5.000 assunzioni promesse per il personale Ata non sono state attivate e attualmente si sono ridotte a 3000. Stessi tagli per i docenti. Il ministro Profumo aveva bandito il concorso per 22 mila posti, di cui la metà da assumere all’inizio del nuovo anno scolastico, mentre ora si parla di 12 mila immissioni di ruolo, quindi di 6 mila vincitori del concorso pubblico. “Il ministro Carrozza aveva dichiarato di voler autorizzare 33 mila immissioni di ruolo per arrivare a un organico complessivo di 100 mila docenti di sostegno di ruolo, ma questa notizia è stata smentita dai fatti di oggi”. Con queste parole il presidente dell’Anief Marcello Pacifico ha espresso la delusione dei precari. “Attualmente è in corso di discussione alla Corte di Giustizia Europea una causa sollevata dal tribunale del lavoro di Napoli. La sentenza arriverà a dicembre e allora sapremo se i precari in Italia hanno diritto a essere stabilizzati, secondo la normativa dell’Unione Europea”. Cinzia Caserio

Prova orale, oltre allo studio ci vuole il look giusto

da LaStampa.it

Prova orale, oltre allo studio ci vuole il look giusto

roma

I colloqui orali dell’esame di Maturità sono iniziati e molti studenti aspettano con ansia e tensione il loro turno. Ecco come il sito specializzato Skuola.net consiglia di prepararsi, gestire l’ansia e anche gestire il proprio look.

 

– DURATA DEL COLLOQUIO: Durante l’orale, di solito, si utilizzano i primi 15-20 minuti circa per lasciare al maturando il tempo di presentare la sua tesina o percorso. In seguito altri 15-20 minuti sono dedicati alle domande della commissione e infine 10 – 15 minuti sono utilizzati per la verifica e commento delle prove scritte. In tutto, un colloquio orale dura all’incirca 40 – 50 minuti.

 

– IL LOOK GIUSTO: è importante puntare alla semplicita’ e alla compostezza: colori chiari, tessuti leggeri, no alle scollature e a pantaloncini o gonne corte. Per il make up femminile si consigliano i toni pastelli e, in generale, la moderazione e la sobrietà: si sta andando pur sempre a sostenere un esame di Stato.

 

– COME SCONFIGGERE L’ANSIA: Avere un po’ di agitazione e’ normale, ma il consiglio è quello di ridimensionare l’idea del colloquio orale. Infatti, nessuno degli insegnanti in commissione avrà il desiderio di mettere in difficoltà gli studenti. Un trucco è quello di parlare di ciò che si conosce senza concentrarsi eccessivamente sul contesto. In questo modo ci si accorgerà che la prova sarà meno spaventosa di quanto in molti ora non credano. Se la paura di bloccarsi, soprattutto all’inizio dell’esposizione, è forte, un consiglio è quello di mettersi davanti agli occhi una copia del percorso aiutandosi con quella, sempre che non si sia deciso di preparare una presentazione in PowerPoint del proprio lavoro finale.

 

– COME INIZIARE IL DISCORSO SULLA TESINA: Per essere sicuri del discorso di presentazione della tesina o percorso, occorre prepararlo in anticipo prevedendo il punto in cui inserire un argomento o un altro.BE’ importante pianificare e ripetere prima tutto il discorso, in modo da sapere da quale argomento iniziare per poi legare tutti gli altri a catena.

 

– LA PAROLA D’ORDINE DEVE PERÒ ESSERE FLESSIBILITÀ. Infatti, c’è sempre la possibilità che un membro della commissione possa interrompere lo studente che deve essere in grado di saper tornare all’argomento o passare a quello successivo. In più, se non si sa in che modo legare alcuni argomenti ad altri in un discorso fluido, bisogna assolutamente evitare di fermarsi passando improvvisamente ad un nuovo discorso. Al contrario, occorre ritornare al tema principale della tesina introducendo la nuova materia. Per rendere tutto più semplice si può preparare una presentazione in PowerPoint oppure tenere sotto gli occhi una copia del percorso.

 

– I COMMISSARI POSSONO FARE DOMANDE ANCHE SULLE PROVE SCRITTE: L’ultima parte del colloquio orale e’ dedicata proprio alla discussione delle prove scritte, e la commissione chiederà chiarimenti, soprattutto se ha riscontrato errori o ambiguità in alcune parti.

 

– IL PUNTEGGIO DELL’ORALE: Il massimo è di 30 punti, mentre la sufficienza equivale a 22 punti. In ogni caso, un’insufficienza all’orale non vuol dire bocciatura: il punteggio finale dell’esame di Maturità si compone del voto della prova orale sommato a quello complessivo delle prove scritte e dei crediti scolastici.

Quel bonus-lavoro ai non diplomati (previsto dall’Ue)

da Corriere della sera

Quel bonus-lavoro ai non diplomati (previsto dall’Ue)

I tagli dei contributi alle imprese

ROMA — Ma alla fine superare la maturità o prendersi un diploma di un istituto tecnico potrebbe diventare un handicap per trovare un lavoro nell’Italia al tempo della crisi? Sembra un paradosso, c’è stata anche qualche strumentalizzazione. Ma un fondo di verità nel paradosso c’è. Il bonus, sotto forma di taglio dei contributi, per le aziende che assumono giovani fra i 18 e i 29 anni fissa tre condizioni. Il giovane assunto deve essere disoccupato da almeno sei mesi, oppure vivere con almeno un familiare a carico, oppure non avere un diploma di scuola superiore. Oppure: basta una di queste tre condizioni per avere diritto al bonus. Il che vuole dire che il meccanismo scatta anche per un ragazzo che ha preso la Maturità, la laurea e magari anche un master, ma è disoccupato oppure ha dei familiari a carico. Preso da solo, però, il diploma di scuola superiore può essere uno svantaggio. Qual è il motivo di questa scelta. C’è una ragione politica, perché il governo ha preferito concentrare sgli sforzi sulle persone che hanno più difficoltà a trovare lavoro. E chi ha un titolo di studio in meno ha ancora più problemi degli altri. Ma il vero motivo è che non c’era altra scelta. La gran parte dei soldi che il governo ha messo nel pacchetto lavoro approvato mercoledì viene in realtà dai fondi europei. Ed è proprio Bruxelles a fissare gli obiettivi per i quali possono essere usati. Quei tre requisiti — vale la pena di ripeterlo, ne basta uno solo — sono previsti proprio dall’Unione europea per i programmi di coesione e inclusione sociale che finanzia. Anzi, quei soldi erano già impegnati in altri progetti e solo dopo una lunga e faticosa trattativa l’Italia è riuscita a riprogrammarli, cioè a dirottarli verso gli incentivi contro la disoccupazione giovanile. Per lo stesso motivo il bonus è rivolto soprattutto al Mezzogiorno. I fondi europei che il governo italiano ha preso per il pacchetto erano vincolati a quattro Regioni: Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. E solo dopo un’altra trattativa, pure questa lunga anche se un po’ meno faticosa, è riuscita a spalmarli su altre quattro Regioni del Sud: Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise. Restringendo così il campo sul quale spalmare le poche risorse nazionali che è riuscito a trovare. Oltre al titolo di studio, c’è poi un’altra apparente asimmetria nel pacchetto del governo. Perché concentrarsi sui giovani, anzi su quelli fino a 29 anni, quando anche nella fascia sopra i 30 la disoccupazione è un problema per non parlare di chi il lavoro lo perde dopo i 50 e rischia seriamente di non trovarlo più? Anche qui c’è una scelta politica che spiega direttamente il ministro del Lavoro Enrico Giovannini: «Avere un giovane fuori dal mercato del lavoro per cinque anni crea un danno per la collettività maggiore rispetto a quello generato da un cinquantenne nella stessa condizione». Ma pure stavolta la spiegazione vera sta nella provenienza dei soldi, fondi europei e quindi da utilizzare per i giovani o da non utilizzare affatto. Per bilanciare il pacchetto, però, il governo ha inserito nel decreto un altro incentivo. Le aziende che assumono un disoccupato incasseranno la metà del sussidio di disoccupazione residuo. Per capire: se al momento dell’assunzione il disoccupato ha diritto ancora a dieci mesi di sussidio l’azienda che lo assume ne incasserà cinque. Stavolta i fondi europei non c’entrano. Anzi, non è stato necessario stanziare nemmeno soldi «italiani» perché ci si limita a cambiare destinatario (dal disoccupato all’impresa che lo assume) di soldi che già ci sono perché il fondo è alimentato dai contributi di tutti i lavoratori. Per questo il secondo bonus è per tutti: anziani o giovani, residenti al Sud o al Nord. E anche laureati, studenti freschi di maturità o solo con la terza media. Lorenzo Salvia lsalvia@corriere.it

Carrozza-sindacati, amici o nemici?

da Tecnica della Scuola

Carrozza-sindacati, amici o nemici?
di A.G.
Lunedì 1° luglio il Ministro incontrerà le organizzazioni sindacali per ribadire loro quanto già espresso al Parlamento con la presentazione delle linee programmatiche. La Uil ha già pronto un piano-proposta da presentargli. I punti salienti: riequilibrio nel rapporto spesa per istruzione/spesa pubblica; stabilità di organici e personale; sburocratizzare il sistema e sostenere l’autonomia scolastica.
Si prevede ricca di incontri la prima settimana di luglio del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Oltre all’incontro sui Tfa, in particolare quelli “speciali”, di cui abbiamo dato notizia in un altro articolo, nell’agenda del responsabile del Miur è previsto un secondo confronto coi sindacati: si svolgerà due giorni prima, lunedì 1° luglio, e riguarderà argomenti più strategici che particolari. Ma probabilmente già decisivi, poiché in base alle priorità che scaturiranno da questo incontro, il Ministro dovrà prendere delle decisioni non facili. Come quella di destinare i pochi fondi disponibili ad un problema piuttosto che ad un altro. Su questo il ministro ha già espresso le sue preferenze: oltre che alla messa a norma degli istituti, intende infatti puntare sulla lotta alla dispersione scolastica, in particolare in età di obbligo formativo, e da alcuni giorni anche sulla professionalizzazione degli studenti che frequentano il biennio finale delle superiori.
I sindacati si rendono conto dell’importanza della riunione. E già dicono che nell’occasione indicheranno “al ministro gli interventi concreti che è necessario prendere immediatamente”.
Secondo il sindacato guidato da Massimo Di Menna, sono tre le linee di intervento su cui il Miur dovrebbe puntare: puntare su maggiori “risorse”, attraverso “un piano di investimenti” in grado di determinare “un riequilibrio nel rapporto spesa per istruzione/spesa pubblica per riportarlo agli standard dei Paesi europei più sviluppati”; lavorare per arrivare ad una “stabilità” degli organici e del personale; operare al meglio per “sburocratizzare” il sistema e dare “sostegno all’autonomia scolastica”.
La Uil Scuola poi aggiunge: “su questi e sugli altri aspetti presentati dal Ministro in sede Parlamentare c’è piena disponibilità sindacale a un confronto di merito, in particolare per le parti che attengono al rapporto di lavoro. Ciò in quanto il riconoscimento de l valore del lavoro che si svolge nelle scuole è essenziale per modernizzare e dare centralità al sistema di istruzione, come leva strategica per lo sviluppo e la coesione sociale. Indicheremo al ministro gli interventi concreti che è necessario prendere immediatamente”, conclude il sindacato Confederale.

Tfa speciali presto in Gazzetta. Ma i “nodi” non sono tutti sciolti

da Tecnica della Scuola

Tfa speciali presto in Gazzetta. Ma i “nodi” non sono tutti sciolti
di A.G.
Il testo “licenziato” dalla Corte dei Conti non conterrebbe sostanziali novità rispetto all’originario. Tecnicamente il ministro Carrozza può ancora introdurre modifiche al DM 249/2010: in ballo rimangono la prova nazionale per suddividere i candidati su tre anni (improbabile) e la possibilità di far valere l’anno scolastico in corso tra i requisiti (chiesta a furor di popolo e più probabile che trovi spazio in extremis).
Trovano conferma da diverse “fonti” le anticipazioni fornite dalla Flc-Cgil, riportate dalla nostra testata giornalistica, a proposito dell’avvenuta registrazione da parte della Corte dei Conti dei Tfa speciali, i corsi abilitanti cui sarebbero interessati almeno 75 mila precari “storici” o di vecchia data.
La notizia è confermata dal fatto che viene data anche per imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle modifiche al DM 249/2010, sulla selezione e formazione delle giovane leve di docenti.
L’attenzione passa, quindi, tutta sui contenuti dell’atteso regolamento. Su cui potrebbero anche pervenire modifiche dell’ultimo momento. In base a quanto risulta alla Tecnica della Scuola, il testo “licenziato” dalla Corte dei Conti non conterrebbe, infatti, sostanziali novità rispetto a quello che era uscito dalle commissioni parlamentari di competenza e poi da un editing finale compiuto dagli alti dirigenti del dicastero di viale Trastevere.
Non avrebbe trovato accoglimento, ad esempio, la prova nazionale non selettiva, ideata dall’ex ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, per introdurre una modalità meritocratica nella “spalmatura” su tre anni dei partecipanti ai Tfa speciali. Come non sarebbe stata introdotta l’estensione all’anno scolastico ormai terminato tra le annualità utili ad arrivare ad almeno tre lunghe supplenze (di cui una sulla materia per la quale si chiede l’abilitazione): in questo caso, se si desse il via liberare anche alle annuali, il numero dei partecipanti ai corsi potrebbe arrivare a 100mila unità.
Su questi due argomenti vale la pena riportare il pensiero di Mario Pittoni, capogruppo Lega Nord della commissione Istruzione del Senato, nella XVI Legislatura, oggi consigliere per il Carroccio a Udine, che al Miur ha sicuramente conoscenze ad alti livelli: a proposito del “test iniziale di accertamento delle competenze, tale proposta – spiega il leghista – non figura nel documento (era una semplice ipotesi dell’ex ministro Profumo), in quanto riferita alla fase attuativa del provvedimento (praticabile solo dopo la pubblicazione), totalmente in carico al nuovo Ministro Carrozza, che avrà quindi l’onere della decisione definitiva”.
Sull’inclusione dell’ultimo anno scolastico, il 2012/2013, nell’intervallo temporale considerato per la maturazione del diritto di accesso ai Tfa speciali (a partire dal 1999/2000), Pittoni ritiene che, alla luce del “ritardo accumulato per il varo del provvedimento” per il ministro Carrozza non vi sia altra scelta: “prendere in considerazione un intervento ad hoc che consenta l’inclusione degli interessati”. Un auspicio che hanno espresso anche molti altri politici, ma anche diversi esponenti del mondo sindacale e associazionale.
Stavolta, comunque, per sapere come andranno le cose non bisognerà attendere troppo tempo: i sindacati sono stati convocati per mercoledì 3 luglio al ministero dell’Istruzione, dove potrebbero essere già rivelati tutti gli attuali dubbi organizzativi.

Graduatorie ad esaurimento, al via le operazioni d´integrazione

da Tecnica della Scuola

Graduatorie ad esaurimento, al via le operazioni d´integrazione
di P.A.
il 17 luglio 2013 scade lo scioglimento delle riserve; dichiarazione titolo di sostegno; dichiarazione titoli di riserva; rivalutazione titoli esteri. Il Miur ha trasmesso, con la nota 6604/13, il decreto ministeriale 572 del 27 giugno con il quale si fissano i termini e le procedure per le operazioni di integrazione delle graduatorie ad esaurimento e per le operazioni annuali.
E´ stato trasmesso con nota 6604 del 27 giugno il Decreto ministeriale 572 di pari data con il quale, con effetto dall´a.s. 2013/14 e in attesa dell´aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento previsto per il triennio 2014/17, sono disposte le consuete operazioni annuali di: – scioglimento della riserva da parte degli aspiranti già inclusi con riserva perché in attesa di conseguire il titolo abilitante, che conseguono l´ abilitazione entro la data di scadenza della domanda; – acquisizione titoli specializzazione per il sostegno nei riguardi di aspiranti già inclusi in graduatoria, che conseguono il titolo di specializzazione entro la data di presentazione della domanda; – presentazione dei titoli di riserva per usufruire dei benefici di cui alla Legge 12 marzo 1999, n. 68 e successive modificazioni ed integrazioni, in applicazione del comma 2 quater dell´art. 14 della Legge 24 febbraio 2012 n. 14. Il predetto Decreto contiene inoltre 2 importanti novità: 1) Sanatoria del contenzioso giunto anche in sede europea dinanzi alla Commissione Europea concernente il pieno riconoscimento dei titoli abilitanti conseguiti all´estero in uno dei paesi U.E. A tal fine, i docenti già inseriti a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento in quanto abilitati in altri Stati dell´Unione Europea e che hanno ottenuto formale riconoscimento del titolo con decreto ministeriale, possono ottenere la rivalutazione del titolo medesimo analogamente alle abilitazioni che in Italia comportano l´attribuzione di un punteggio complessivo di 30 punti (SSIS, COBASLID, diplomi biennali di II livello dei docenti di educazione musicale, scienze della formazione primaria), purché tali titoli siano stati conseguiti con percorsi formativi corrispondenti per durata e frequenza a quelli italiani. 2) Scioglimento della riserva da parte dei docenti di cui all´art. 15 comma 17 del D.M. 10 settembre 2010 n. 249, iscritti in soprannumero ai percorsi di TFA al fine di completare il percorso intrapreso presso le soppresse Scuole di Specializzazione per l´insegnamento secondario (SSIS) e che conseguono l´abilitazione anche successivamente al termine di presentazione della domanda, in ragione del ritardo con cui sono stati attivati alcuni corsi di Tirocinio Formativo Attivo. A tal riguardo, si precisa che possono sciogliere la riserva soltanto i docenti che erano iscritti, nell´anno accademico 2007/08, alle Scuole di Specializzazione all´insegnamento secondario e che erano inseriti con riserva nelle graduatorie ad esaurimento alla data di pubblicazione definitiva delle medesime, in applicazione dell´art. 5 bis della legge 169/2008 e del D.M. 8 aprile 2009 n. 42, concernente l´integrazione e l´aggiornamento delle graduatorie per il biennio 2009/2011. Non è inoltre consentito sciogliere la riserva ai docenti che fossero risultati idonei e in posizione utile nelle graduatorie per accedere al secondo biennio di specializzazione o ad uno o più semestri aggiuntivi al fine di conseguire una seconda abilitazione. Le domande vanno presentate esclusivamente mediante modalità telematica nell´apposita sezione “Istanze on line” del sito internet del Ministero, nel periodo compreso tra il 28 giugno 2013 e il 17 luglio 2013 (entro le ore 14,00).

Piano per l’inclusività: ogni USR potrà fissare la scadenza

da Tecnica della Scuola

Piano per l’inclusività: ogni USR potrà fissare la scadenza
di R.P.
Con una nota del 27 giugno il Miur fornisce alcuni chiarimenti sulla controversa questione del Piano annuale per l’inclusione. Verrà anche creata una banca dati nazionale delle migliori pratiche
E’ arrivata in tempi rapidissimi la nota ministeriale i chiarimento sulla questione dei BES e del Piano annuale per l’inclusività. In pratica 24 ore dopo l’incontro con i sindacati il Ministero ha diramato una nota con cui si precisa il PAI (nuova sigla con la quale le scuole dovranno fare i conti) è parte integrante del POF e “non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola per tutti e per ciascuno”. Il Ministero sottolinea anche che il “il PAI non va interpretato come un “piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali”, ad integrazione del POF (in questo caso più che di un “piano per l’inclusione” si tratterebbe di un “piano per gli inclusi”)”. Il PAI, insomma, non è quindi un “documento” per chi ha bisogni educativi speciali, ma “è lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, è lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, le linee guida per un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie”. Il Miur annuncia anche che verrà creata una banca dati nazionale con le migliori pratiche e quindi invita tutti gli USR a trasmettere i materiali più significativi prodotti a livello locale. Per quanto riguarda invece i tempi per l’elaborazione e l’adozione del Piano viene lasciata libertà di azione e quindi ciascun Ufficio regionale potrà definire il proprio scadenzario tenendo conto delle esigenze del territorio.

Dichiarazioni a mezzo stampa: cambiano le regole per docenti e Ata

da Tecnica della Scuola

Dichiarazioni a mezzo stampa: cambiano le regole per docenti e Ata
di Lucio Ficara
Il nuovo codice di comportamento dei pubblici dipendenti consente di denunciare anche mediante interventi sugli organi di informazione la violazione di diritti sindacali.

A volte capita che un dipendente pubblico subisca, o pensi di subire, un torto dall’Amministrazione per cui lavora e conseguentemente si difenda , legittimamente, esprimendo, sempre nei limiti della correttezza e del dovuto senso civico, delle valutazione nel merito della questione e anche diffondendo la notizia ai sindacati e alla stampa.  Nella scuola, dove il contenzioso è all’ordine del giorno, questo capita spesso .  Talora queste valutazioni critiche vengono maldigerite dall’apparato (dirigenti scolastici, uffici regionali e così via); in alcuni casi ci sono stati anche strascichi con azioni discplnari. Va detto, invece, che qualsiasi valutazione critica e circostanziata non solo è un arricchimento per il buon funzionamento dell’Amministrazione, ma è persino pienamente legittima.  Infatti nel regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165 vigente dal 4 giugno 2013, all’art.12 comma 2 è scritto: “salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione”.  Cosa vuol dire questo? Che per esempio un insegnante pur astenendosi da dichiarazioni pubbliche, verbali o per mezzo stampa, offensive nei confronti dell’Amministrazione e diffamatorie nei confronti del proprio dirigente scolastico, può, anzi dovrebbe, diffondere informazioni, denunciando anche attraverso articoli nei giornali, il torto e l’abuso subito, a tutela dei diritti sindacali, propri e di tutto il personale scolastico.  Ovviamente prima di arrivare a queste conclusioni , che dovrebbero rappresentare un’extrema ratio, si cerca di comprendere i motivi che hanno generato il danno e il deciso diniego al diritto presunto.  In tal caso, si ricorda che il regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, obbliga il dirigente scolastico a motivare immediatamente per iscritto il diniego alla richiesta del dipendente.  Se tali motivazioni non dovessero essere date o non fossero convincenti, è legittimo (e ripetiamo addirittura doveroso), ricorrere alla diffusione di tali circostanze, anche a mezzo stampa, con il fine di avere un riconoscimento del torto subito.  D’altronde in diverse occasioni, la giurisprudenza ha stabilito con chiarissime sentenze, che la violazione da parte del Ds, dei diritti esplicitamente stabiliti da norme legali o contrattuali, è considerata condotta antisindacale e se essa non dovesse cessare immediatamente, nemmeno dopo la sentenza del giudice del lavoro, allora potrebbe essere punita anche con la pubblicazione della sentenza sulla stampa. Quanto detto è previsto dal codice penale e precisamente all’art.36.  Quindi per la difesa e la tutela dei diritti sindacali del personale scolastico, è legittimo dare delle valutazioni di merito e questo può essere fatto, con tutto il buon senso necessario, anche attraverso l’informazione pubblica, senza il rischio di incorrere in sanzioni di alcun genere.

12mila nuovi docenti in ruolo a settembre, ma chi vince il concorso… …quando lo vince davvero?

da tuttoscuola.com

12mila nuovi docenti in ruolo a settembre, ma chi vince il concorso… …quando lo vince davvero?

Giovedì 28 giugno si è tenuta a Palazzo Madama l’audizione del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, sulle linee programmatiche del suo dicastero alle Commissioni riunite di Camera e Senato. L’argomento principale è stato quello dell’avvio dell’anno scolastico 2013-2014, con le necessaria copertura delle cattedre vacanti tramite immissioni in ruolo e supplenze.

Il ministro, come peraltro avviene tutti gli anni di questi tempi da parte dell’inquilino di viale Trastevere, ha rassicurato sul “regolare avvio dell’anno scolastico 2013-2014“. A garanzia di ciò, ha spiegato che l’informatizzazione dei processi consentirà alle scuole di chiamare i supplenti che dovessero essere necessari, “appena iniziano le lezioni“.

Sul capitolo immissioni in ruolo, il ministro ha precisato che ci saranno anche i vincitori dell’ultimo concorso a cattedra: “Sono in via di espletamento le fasi conclusive del concorso a cattedre per personale docente della scuola. La stragrande maggioranza delle Commissioni terminerà le operazioni in tempo utile per l’immissione in ruolo già dall’anno scolastico 2013/2014”.

E’, inoltre, in corso, con il Dipartimento della funzione pubblica e con il Ministero dell’economia e delle finanze – ha proseguito il Ministro – la procedura autorizzatoria per le immissioni in ruolo tanto per i dirigenti scolastici che per il personale docente, educativo ed Ata. Più precisamente, la richiesta per le nuove nomine dei dirigenti scolastici riguarda la seconda tranche di assunzioni relative al concorso ordinario 2011“.

Carrozza ha reso pubblica anche la quota orientativa di suddivisione del prossimo contingente di assunzioni a tempo indeterminato: “Il turn over accertato, per cui si è proceduto alla richiesta di immissione in ruolo, è attestato intorno alle 15.000 unità, di cui circa 12.000 docenti e 3.000 personale Ata“.

Questi ultimi numeri confermano che, per almeno la metà dei vincitori dell’ultimo concorso (ricordiamo che i posti messi a concorso sono 11.542), occorrerà attendere l’anno scolastico 2014-2015 per l’immissione in ruolo, se non quello addirittura successivo.

Ciò considerato, emerge più di un dubbio sull’opportunità di indire a breve nuovi concorsi (per le classi di concorso e le regioni in cui i posti già sono stati messi a concorso in questa tornata), nonché sulla giustizia e la meritocrazia di un sistema che per il 50% continuerà ad attingere dalle graduatorie ad esaurimento composte da persone che – pur abilitate – magari sono state bocciate nelle varie prove di questo concorso, e non tra le persone che in questo concorso (assai più selettivo del precedente) hanno superato tutte le prove, anche senza vincerlo.

Lunedì 1° luglio incontro tra sindacati e ministro Carrozza

da tuttoscuola.com

Lunedì 1° luglio incontro tra sindacati e ministro Carrozza

Lunedì 1° luglio si terrà una riunione tra i sindacati della scuola e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Né dà notizia oggi un comunicato della Uil Scuola, che fossa come obiettivo l’indicazione al ministro degli “interventi concreti che è necessario prendere immediatamente”

Secondo la  Uil Scuola, sarebbero tre le linee di intervento prioritarie: “Risorse – piano di investimenti attraverso un riequilibrio nel rapporto spesa per istruzione/spesa pubblica per riportarlo agli standard dei Paesi europei più sviluppati. Stabilità degli organici e del personale. Sburocratizzazione e sostegno all’autonomia scolastica”.

Su questi e sugli altri aspetti presentati dal Ministro in sede Parlamentare – continua il sindacato – c’è piena disponibilità sindacale a un confronto di merito, in particolare per le parti che attengono al rapporto di lavoro. Ciò in quanto il riconoscimento del valore del lavoro che si svolge nelle scuole è essenziale per modernizzare e dare centralità al sistema di istruzione, come leva strategica per lo sviluppo e la coesione sociale”.

Carrozza: Troppo alto l’insuccesso scolastico per gli alunni stranieri

da tuttoscuola.com

Carrozza: Troppo alto l’insuccesso scolastico per gli alunni stranieri

Nell’audizione a Palazzo Madama del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, alle Commissioni riunite di Camera e Senato, l’inquilino di viale Trastevere ha toccato il tema della dispersione scolastica e dell’integrazione tra studenti italiani e stranieri, auspicando “una politica di lungo respiro”: “Invece di operare con misure straordinarie occorre porre l’alunno al centro del sistema. Oggi sono quasi 200 mila gli alunni stranieri nelle scuole di secondo grado, con tassi troppo elevati di insuccesso“.

Il ministro ha anche elogiato la maggiore capacità di assorbimento di alunni stranieri da parte della scuola italiana: “Siamo anche proficuamente passati, in un decennio dall’accogliere 50 mila all’includere 800 mila bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana“. Sul totale degli alunni stranieri, il 45% sono nati in Italia e parlano la lingua italiana mentre il 5% sono arrivati da poco e non parlano l’italiano. Sempre a proposito di allievi stranieri, per il ministro Carrozza, “serve uno specifico investimento per la formazione dei docenti“.

Carrozza ha anche parlato di un progetto per il quale “alunni e studenti di seconda generazione fanno da tutor a quelli di prima generazione“. “Serve – ha aggiunto – un lavoro di revisione delle Linee guida per gli studenti stranieri che risalgono al 2006. Cercheremo di distinguere tra i diversi bisogni, soprattutto di coloro che sono appena arrivati in Italia“.

Infine il ministro ha toccato il tema dell’università e del blocco del turn over al 20%, dal precedente vincolo del 50%, grazie al decreto legge “del fare”. D’altra parte il ministro ha taciuto sul rovescio della medaglia, che le risorse per queste nuove assunzioni saranno prese sempre dal settore dell’istruzione e dell’università (nei giorni scorsi sono circolate molte indiscrezioni sulla bozza del testo non tutte univoche).

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 151

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 151 del 29-6-2013

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


DECRETO 21 giugno 2013


Riapertura delle operazioni di sottoscrizione dei buoni del Tesoro
poliennali 1,70%, indicizzati all’inflazione europea, con godimento
31 gennaio 2013 e scadenza 15 settembre 2018, settima e ottava
tranche. (13A05572)

 

 

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DECRETO 21 giugno 2013


Riapertura delle operazioni di sottoscrizione dei buoni del Tesoro
poliennali 3,10%, indicizzati all’inflazione europea, con godimento
15 marzo 2011 e scadenza 15 settembre 2026, decima e undicesima
tranche. (13A05573)

 

 

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MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 12 giugno 2013


Ripristino della validita’ del decreto di riconoscimento dell’acqua
minerale «Sorgente del Cacciatore», in Nocera Umbra. (13A05549)

 

 

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DECRETO 12 giugno 2013


Indicazioni per le etichette dell’acqua minerale «Angelica», in
Nocera Umbra. (13A05550)

 

 

Pag. 4

 

 

 


DECRETO 12 giugno 2013


Indicazioni per le etichette dell’acqua minerale «Fonte Tullia», in
Sellano. (13A05551)

 

 

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DECRETO 13 giugno 2013


Riconoscimento dell’acqua di sorgente «Venere», in Villasor, al fine
dell’imbottigliamento e della vendita. (13A05548)

 

 

Pag. 5

 

 

 


DECRETO 17 giugno 2013


Revoca, su rinuncia, di alcuni prodotti fitosanitari a base di
Chlorothalonil. (13A05547)

 

 

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DECRETO 25 giugno 2013


Proroga della sospensione cautelativa dell’autorizzazione all’impiego
di sementi trattate con prodotti fitosanitari contenenti la sostanza
attiva fipronil, di cui al decreto 25 gennaio 2013. (13A05610)

 

 

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DECRETO 25 giugno 2013


Revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio e all’impiego
di prodotti fitosanitari, contenenti le sostanze attive clothianidin,
thiamethoxam e imidacloprid, per il trattamento delle sementi e del
terreno, ai sensi del regolamento di esecuzione (UE) n. 485/2013
della Commissione del 24 maggio 2013 e che vieta l’uso e la vendita
di sementi conciate con prodotti fitosanitari contenenti tali
sostanze attive. (13A05611)

 

 

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DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 10 giugno 2013


Riclassificazione del medicinale per uso umano «PecFent» (fentanil),
ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n.
537. (Determina n. 552/2013). (13A05463)

 

 

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DETERMINA 10 giugno 2013


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Clopidogrel Mylan»,
ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n.
537. (Determina n. 548/2013). (13A05464)

 

 

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DETERMINA 10 giugno 2013


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Osteum», ai sensi
dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 551/2013). (13A05465)

 

 

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DETERMINA 10 giugno 2013


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Fenofibrato Doc
Generici», ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24
dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 549/2013). (13A05466)

 

 

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ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

MINISTERO DELLA DIFESA

 


COMUNICATO


Concessione di una medaglia d’argento al merito di Marina (13A05546)

 

 

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MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


COMUNICATO


Autorizzazione al rilascio di certificazione CE sulle macchine
secondo la direttiva 2006/42/CE e la direttiva 2000/14/CE
all’Organismo «ECO – European Certifying Organization S.p.A.», in
Faenza. (13A05545)

 

 

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