Perché (anche noi) siamo contrari alla direttiva ministeriale sui BES

Perché (anche noi) siamo contrari alla direttiva ministeriale sui BES

La nostra Associazione, i Genitori Tosti ,  ha scritto una lettera al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza in merito alla Direttiva MIUR del 27dicembre 2012, seguita dalla circolare esplicativa n. 8 del 6 marzo 2013, inerente gli alunni con bisogni educativi speciali,
chiedendone urgentemente la sospensione.
L’Associazione Genitori Tosti, formata da genitori con figli con disabilità, si batte anche per l’integrazione scolastica di tutte le persone con disabilità; è naturale che l’attenzione per questo processo assai delicato si rivolga in modo analogo a tutti gli allievi che presentano una difficoltà di apprendimento. Ricordiamo che l’inserimento scolastico rappresenta il principio della partecipazione alla vita sociale di ogni bambino, in difficoltà o meno. In questo senso riteniamo che la Direttiva del 27/12/2012 rappresenti l’ennesimo episodio di gestione poco oculata della scuola pubblica, con particolare gravità essendo coinvolta una platea di persone che sommano ad una condizione complessa un delicato momento della propria crescita.

Chiediamo:
– una precisa ed estesa motivazione normativa circa la modifica, da parte di Direttiva e Circolare (che sono atti amministrativi), degli organismi specificatamente previsti per l’integrazione scolastica di persone con disabilità – quindi normati dalla Legge 104/92: si rischia di trasformare lo strumento cardine per l’interazione tra scuola e famiglia, il Gruppo di Lavoro sull’Handicap di Istituto (GLHI) in una amalgama senza identità né capacità di intervento concreto;
– di chiarire la modalità gestionale da parte del GLI (ex GLHI) delle “risorse” tra BES con sostegno e BES senza sostegno, tenendo conto che non sembrano esserne previste altre che non siano quelle rivenienti dalla L.104/92;
– di occuparsi di quanto mai applicato, parzialmente o totalmente, delle misure previste dalla L.104/92 e dalle altre norme in materia di integrazione scolastica: ore di sostegno insufficienti ed assegnate in modo disorganico; riconoscimento di un orario di sostegno ormai spesso largamente insufficiente anche ai cosiddetti “articolo 3 comma 3”; docenti specializzati che specializzati non sono (perché vengono reperiti dalle graduatorie comuni a causa della cronaca mancanza di docenti in possesso di specializzazione); ore “coperte” dagli OSS (operatori sociosanitari) che hanno altre competenze, sicuramente non didattiche,inottemperanza vergognosamente consapevole della L.4/2004 in materia di accessibilità dei libri di testo, contro la quale l’Associazione Italiana Editori è addirittura (!) ricorsa al TAR…
E l’elenco sarebbe ancora lungo.
Onorevole Ministro Carrozza, se il figlio a scuola in queste condizioni fosse il suo, a cosa darebbe la priorità di intervento? E in che modo?

Uno sguardo dal Friuli

Dal purcit no si bute vie nuie

Uno sguardo dal Friuli

di Stefano Stefanel

 

Perché dobbiamo punire i giovani con una maturità troppo facile?” si chiede a chiusura della sua Bustina di Minerva sull’Espresso del 4 luglio Umberto Eco. Prima aveva scritto: “Il fatto è che il tema della maturità deve provare solo due cose. Una è che il candidato o la candidata sappiano scrivere in  un italiano accettabile. (…) La seconda cosa è che i candidati debbono provare di sapere articolare un pensiero, svolgere un argomento”. Antonio Valentino (su scuolaoggimagazine del 21 giugno 2013: “Se un viaggiatore finlandese in una calda giornata di giugno. A proposito di “maturità” e prima prova”) ha scritto qualche tempo fa: “Con queste tematiche si potrebbe fare, al limite, bella figura con un cittadino finlandese che capitasse in Italia in questo periodo e che, letti i testi della prova, sarebbe indotto ad esprimere ammirazione per il nostro sistema di istruzione”.

Poiché sostengo da tempo la necessità di cancellare il valore legale del titolo di studio e di cancellare gli attuali esami di fine ciclo, in quanto fanno perdere tempo e risorse ad un sistema dell’istruzione che non ne ha, al solo scopo di raggiungere, dopo accaldate fatiche, il “numero che han pensato”, come si diceva da bambini (provate – se ci riuscite – a dare 45 agli scritti e 30 agli orali ad un genialoide disadattato e divergente che hanno presentato con l’11; provate a vedere cosa succede quando qualche “sgarruppato” in terza media  prende una valutazione alta all’Invalsi condita da sei “regalati”), mi piace molto l’approccio all’argomento sia di Eco, sia di Valentino e quindi scrivo due parole.

Chi è contro questo esame di stato non ne vuole uno più facile, ma uno più sensato e utile. Come dice Valentino le tracce sono state scritte per l’Unione Europea non per gli studenti, ma gli studenti sono addestrati a fare saggi in base alle tracce date, non all’autonoma ricerca che dovrebbe condurre chiunque si accingesse a scrivere un saggio o un articolo. Inoltre le seconde prove sono la dimostrazione che le discipline tendono a selezionare al di là di ogni ragionevolezza: il compito di matematica dei Licei è una prova difficilissima, teorica ed avulsa dalla realtà alla portata solo di una parte dei liceali. L’altra parte, che soffre la matematica probabilmente dalle primarie, si barcamena o  crolla e poi in qualche modo viene aiutata. Alla fine tutti promossi e avanti così.

L’altro giorno parlavo della prima prova con un’insegnante della scuola che dirigo che è competente, sensibile, preparata e che ha grande sensibilità e cultura letteraria. Le chiedevo come potevano essere interessati ai Malavoglia studenti che tutto sommato avrebbero avuto qualche vantaggio da sentir parlare di Magris. Ovviamente la prof. Rosanna Zoff (così si chiama, la cito perché è proprio brava) soffriva della dicotomia e mi ha detto che i Malavoglia sono la descrizione migliore dei perdenti. Le ho detto io: “E Ragazzi di vita?”. La sua risposta è stata “tutti e due”, con l’amore per la letteratura che solo i grandi insegnanti hanno. Il problema sono gli studenti che non possono a 19 anni, unici al mondo, sapere tutta la letteratura italiana che serve, e poi tutta quella latina, e poi tutta quella inglese, e poi le derivate e gli integrali, e poi la fisica, ecc. L’approdo dai programmi ai curricoli è diventato necessario, perché i tuttologi stanno scoppiando e non trovano lavoro.

Invece l’esame di stato è come il centrocampo di Prandelli contro la Spagna: pieno di gente, utile per non far giocare gli spagnoli e per pareggiare, non efficace per vincere. A me sembra che l’esame di stato per il sistema scolastico italiano sia quello che il “maiale” è stato per i friulani: animale che ha sfamato la mia gente nei tempi di carestia, perché “dal purcit non si bute vie nuie” (dal maiale non si butta via niente). Solo che una volta si mangiava poco e quindi si poteva anche mangiare solo “musetto” e polenta. Oggi invece se si esagera ci si trova con la gotta. Ha imparato a selezionare anche il friulano (che accumulerebbe tutto a casa sua, ma oggi distingue e insegna a distinguere tra un prosciutto di San Daniele e un bel salame grasso), come è possibile che non lo sappia fare il Ministero dell’Istruzione? I curricoli chiedono selezione e invece qui si accumula: si danno compiti complessi, fuori dal mondo, lasciando che le scuole continuino ad insegnare contenuti inutili al mondo del lavoro, ma anche alla cultura degli italiani.

La prova finale ha carattere formativo e deve essere difficile: concordo. Questo non vuol dire costruirla in modo astruso, irreale, punitivo. Soprattutto alla fine di un anno scolastico pesante, ossessionato dall’esame, per nulla orientativo. Qualcuno si sta rendendo conto che i compiti normalmente valutati durante l’anno 8 vengono valutati 15 all’esame? Perché il 10 no durante l’anno e il 15 sì all’esame? Perché 30 all’orale dell’esame, ma mai 10 durante l’anno? Perché Verga ma non Magris? Perché “La pioggia nel pineto” e non Calvino? Perché Foscolo e non Moravia? Perché vivere in una società culturale che parla solo di Pasolini e non avere tempo di trattarlo a scuola? Perché svilire la filosofia ai quizzetti della terza prova e non chiedere allo studente di cimentarsi con un quesito di filosofia analitica?

         In Finlandia ci sono stato, sanno tutto di noi, leggono le nostre tracce e sanno anche molto bene che non siamo pericolosi. Il FIER (Finnish Institute of Education Research) ha in mano i sistemi di istruzione di tutto il mondo. Vicino alla sua sede (Università di Jyväskylä) c’è anche l’ufficio del Ministero dell’Istruzione della Corea del Sud, che vuole sapere tutto sulla Finlandia in tempo reale. Non comprendo questo desiderio di lasciare la scuola fuori dalla realtà in virtù di un suo carattere formativo intrinseco che non si sa più bene cos’è. Esame severo, ma utile e fatto bene. Che qualifica lo studente e non fornisce alcun titolo di studio con valore legale. Dentro il mondo, non fuori.

STABILIZZAZIONE PRECARI SCUOLA

STABILIZZAZIONE PRECARI SCUOLA
VITTORIA M5S – IL SENATO APPROVA ORDINE DEL GIORNO A 5 STELLE CHE IMPEGNA IL GOVERNO A STABILIZZARE IL PERSONALE SCOLASTICO PER RISPETTARE DIRETTIVE UE

Importante vittoria parlamentare del Movimento 5 Stelle sul tema della stabilizzazione dei precari del mondo della scuola. Il Senato ha approvato un ordine del giorno, primo firmatario Fabrizio Bocchino vice presidente della
Commissione Istruzione e Cultura che “impegna il  Governo a valutare l’opportunità di definire celermente  le questioni legate alla procedura d’infrazione UE 2010/2124, concernente la stabilizzazione del personale
scolastico e ad adottarne le pi ù opportune iniziative, anche a carattere normativo”. Nell’ordine del giorno a 5 stelle approvato si ricorda  che  “la procedura d’infrazione 2010/2045, indicata nell’art. 12 dell’AS 588, è
relativa alla violazione della medesima direttiva che si contesta violata anche nella procedura d’infrazione 2010/2124” ed “entrambe le procedure d’infrazione riguardano il personale della scuola”. “Ora tocca al Governo Letta
rispettare quanto deliberato dal Senato” commenta Bocchino.

Quest’estate non cambiare, stessa piazza stesso mare

“Quest’estate non cambiare, stessa piazza stesso mare”

mercoledì 10 luglio 2013

Inidonei/Precari ATA/ITP

sit-in

al MIUR

ore 14 – 18

COBAS Comitati di Base della Scuola

viale Manzoni, 55  – 00185 Roma   tel 0670452452  –  tel/fax 0677206060

internet:  www.cobas-scuola.it        e-mail:   mail@cobas-scuola.org

Inidonei & Governo Letta

La persecuzione continua

Per i 3.500 insegnanti sollevati dall’insegnamento per gravi patologie e trasferiti nelle biblioteche scolastiche, sui laboratori didattici o impegnati come supporto al piano dell’offerta formativa, la terza estate di mobilitazione è alle porte, senza che il governo Letta abbia posto fine all’ignominiosa “deportazione” degli insegnanti malati sui posti del personale amministrativo (con un insostenibile aumento dei carichi di lavoro e una punitiva dequalificazione, che si aggiunge al peso delle malattie invalidanti).

Non sono apparsi né proficui né costruttivi gli incontri tra il Ministro Maria Chiara Carrozza e le OOSS, così come le sedute parlamentari dei giorni scorsi, dove si sarebbero dovuti approvare i disegni di legge abrogativi, oramai sottoscritti da tutte le forze politiche e che invece, ancora una volta, sono slittati per la presunta mancanza di copertura finanziaria.

Ma in realtà non sono i soldi a mancare, basti guardare l’art 58 del “Decreto del Fare”, nel quale il governo sottrae 75 milioni di euro alle cooperative impegnate  nelle pulizie delle scuole, perché la cifra va oltre quanto si spenderebbe se restassero in servizio 11.000 unità di collaboratori scolastici, ma i soldi, invece di andare alle istituzioni scolastiche, vengono destinati al Fondo funzionamento università e al Fondo ordinario per gli enti di ricerca. Dunque ciò che manca è la vera volontà politica del governo di risolvere quello che abbiamo già definito l’incredibile olocausto dei docenti malati.

In questo contesto, l’atteggiamento delle OOSS che siedono al tavolo delle trattative, appare del tutto inadeguato e anacronistico, visto che ancora oggi ripropongono come soluzione il ritorno a soluzioni nocive e oramai superate, dimenticando che in parlamento si sta discutendo su disegni di legge che prevedono l’abrogazione definitiva delle inique norme sul personale inidoneo e ITP che se applicate decreterebbero, inoltre, l’espulsione definitiva di migliaia di precari amministrativi e tecnici.

Ma i docenti inidonei non ci stanno e dichiarano un nuovo stato di agitazione, la cui prima tappa sarà un sit-in indetto per il 10 luglio prossimo presso il MIUR (con richiesta di incontro al Ministro Carrozza) secondo il seguente programma

Estate 2013

Inidonei/Precari ATA/ITP

“Quest’estate non cambiare, stessa piazza stesso mare”

Mercoledì 10 luglio 2013

Ore 14-18

Sit-in a tema presso il MIUR

12- 15 luglio

Castello di Genazzano – Gruppi di lavoro seminariale- Bilancio delle mobilitazioni e pianificazione delle nuove linee di intervento

Reclutamento D.S. a.s. 2013-2014

Reclutamento D.S. a.s. 2013-2014: Richiesta di autorizzazione ad assumere

La Direzione generale del personale della scuola ha inoltrato al Dipartimento della Funzione pubblica ed al MEF la richiesta di autorizzazione ad assumere 586 nuovi dirigenti scolastici vincitori dell’ultimo concorso ordinario. Le autorizzazioni richieste sono così distribuite: 43 in Abruzzo, 16 in Basilicata, 32 in Calabria, 36 in Campania, 11 in Friuli V.G., 64 nel Lazio, 3 in Liguria, 14 nelle Marche, 89 in Puglia, 22 in Sardegna, 181 in Campania, 6 in Toscana, 7 in Umbria e 40 nel Veneto.
Dalla tabella riassuntiva provvisoria illustrata nella riunione di oggi al Miur si evince anche che l’organico dei dirigenti delle scuole autonome normodimensionate sarà di 8.057 nell’a.s. 2013-2014. Mentre i mantenimenti in servizio richiesti sono 112. Quasi tutti giustificabili, regione per regione, dalla mancanza di dirigenti rispetto al numero delle istituzioni scolastiche sedi dirigenziali, tranne che nel Lazio, in Molise ed in Sicilia situazioni per le quali l’amministrazione non ha fornito una spiegazione plausibile.
Ad ogni modo la tabella è suscettibile di variazioni in quanto devono essere ulteriormente verificati alcuni dati forniti dagli USR.
Nel corso dell’incontro le OO.SS. hanno chiesto di distribuire i posti che rimarranno disponibili – in quanto in alcune regioni numero di vincitori di concorso è risultato inferiore rispetto ai posti messi a bando – nelle regioni in cui esistono posti disponibili e vacanti e candidati idonei. L’amministrazione si è riservata di approfondire la questione.

Registri online obbligatori da settembre ma scuole e insegnanti non sono pronti

da Repubblica.it

Registri online obbligatori da settembre ma scuole e insegnanti non sono pronti    

Lo prevede il decreto Monti dello scorso anno. Considerando come è andata con pagelle e comunicazioni alle famiglie c’è più di un dubbio sulla realizzazione. I dirigenti scolastici: “Serve un altro anno di tempo. Non è tanto questione di attezzature, quanto di formazione dei docenti”

Registro online obbligatorio da settembre, ma tantissime scuole ancora arrancano. Il decreto Monti dello scorso anno, “per la razionalizzazione della spesa pubblica”, prevedeva per le scuole la rivoluzione della cosiddetta “dematerializzazione”: iscrizioni da effettuare con modalità online; pagella in formato elettronico, disponibile per le famiglie sul web o tramite posta elettronica; registri online e invio delle comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico. Un provvedimento che sarebbe dovuto entrare in vigore già nel 2012/2013, ma che per le evidenti difficoltà di piena applicazione in ambito nazionale è stato trasformato in semplice periodo di “transizione” per l’anno appena trascorso.
Da settembre, invece, la totalità delle scuole italiane dovrebbero essere attrezzate di tutto punto per realizzare la rivoluzione digitale. Ma la realtà scolastica nazionale evidenzia una certa distanza tra la legge scritta e la realtà. Per realizzare la novità del registro online, tutte le classi italiane – circa 365mila – dovrebbero avere un computer sulla cattedra per l’avvio dell’anno scolastico. L’insegnante, in questa maniera, potrebbe caricare voti e assenze direttamente al computer durante la lezione come ha fatto finora con i tradizionali registri cartacei: quello di classe e quello personale. Ma “le difficoltà ci sono”, ammette Gregorio Iannaccone, presidente dell’Andis (l’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici).
“Sarebbe opportuno dare un altro anno di tempo alle scuole – continua Iannaccone – per prorogare la sperimentazione. Dovremmo chiederlo tutti: sindacati e associazioni, in nome del buon senso”. Per il presidente dell’Andis, tuttavia, non sarebbe una questione di tecnologie multimediali. “Non credo si tratti di una questione di attrezzature. Con i fondi europei soltanto chi non ha voluto attrezzarsi non l’ha fatto. Credo si tratti piuttosto di una questione di analfabetismo informatico degli insegnanti che andrebbero formati adeguatamente. Le scuole, anche se non hanno un computer per classe, sono attrezzate e i docenti dopo la lezione possono caricare i dati in sala dei professori o in altri luoghi”.
La soluzione che si prospetta quindi per settembre è all’italiana: un computer itinerante per raccogliere le assenze in più classi e un aggravio di lavoro per i docenti che dovranno caricare i voti al computer in un secondo momento. Così, le scuole non compreranno più i registri cartacei e risparmieranno una voce di spesa. Ma i docenti dovranno “prendere appunti” in classe col rischio di dimenticare voti e altre annotazioni importanti. Il decreto Monti prevedeva anche un piano di “dematerializzazione” che al momento è rimasto sulla carta. E le scuole si sono dovute arrangiare come potevano. Il ministero “è consapevole delle difficoltà legate alla piena attuazione delle novità in questione e si sta lavorando in tutti i modi per superarle”.
L’unica novità partita è quella delle iscrizioni online. Per il resto – pagelle, registri e comunicazioni alle famiglie –  la situazione è a macchia di leopardo lungo lo stivale: scuole super attrezzate e altre ancora “all’età della pietra”. Lo scorso ottobre il ministero ha assicurato un finanziamento aggiuntivo per realizzare la rivoluzione digitale di 4.500 euro ad istituto. Un programma per la gestione dei registri online costa attorno a mille euro e con la rimanente parte è stato possibile comprare 6-7 computer. Basteranno per proiettare la nostra scuola nel futuro?

Il contributo scolastico diventa quasi “obbligatorio”

da LaStampa.it

Il contributo scolastico diventa quasi “obbligatorio”

 ANSA roma

Le scuole  non si fermano  neanche d’estate e lo fanno chiedendo alle famiglie di pagare il contributo scolastico, che in realtà è volontario, con cifre che si aggirano sui 100 euro ed oltre.

A denunciarlo è  il portale specializzato Skuola.net, dove continuano ad arrivare segnalazioni e che da tempo porta avanti una battaglia informativa su questa problematica e raccoglie centinaia di segnalazioni ogni anno da parte delle famiglie.

Ma chi è chiamato a pagare il contributo in questo periodo estivo? Stando alle richieste di chiarimento giunte alla redazione del portale in queste ultime due settimane, si tratta degli studenti che inizieranno a settembre le scuole superiori, che possono completare la procedura di iscrizione solamente al conseguimento effettivo della promozione all’esame di terza media. Così quando i genitori si recano a scuola per espletare questa formalità, si vedono presentare un conto in alcuni casi salato. Alcuni esempi? Al Russell Newton di Scandicci (Firenze) una famiglia si è trovata di fronte a un bollettino postale di 140 euro, mentre all’Istituto Giorgi di Verona ne servono addirittura 185.

Tutto ciò  nonostante il Ministero dell’Istruzione abbia più volte condannato questa pratica, come confermano le dichiarazioni del Capo Dipartimento Lucrezia Stellacci rilasciate a Skuola.net nel marzo scorso: «La scuola non può pretendere il pagamento del contributo, che è essenzialmente volontario e noi l’abbiamo già detto. L’abbiamo ricordato in una circolare dell’anno scorso, del marzo 2012 e l’abbiamo ribadito ultimamente nella circolare 593 del 7 marzo 2013».

Stellacci invitava i dirigenti «a essere molto chiari con studenti e famiglie» perché «l’imposizione di questi contributi obbligatori mina il rapporto di fiducia con le famiglie e scredita l’immagine dell’amministrazione scolastica e della scuola».

La mancanza di chiarezza comporta anche un secondo effetto collaterale: la famiglie non vengono a conoscenza del fatto che, essendo il contributo volontario, è detraibile nella misura del 19% a patto che nella causale del versamento sia riportata la dicitura per «erogazione liberale» per una delle seguenti motivazioni: «per l’innovazione tecnologica», «per l’ampliamento dell’offerta formativa» o «per l’edilizia scolastica».

«Il consiglio che diamo è sempre il medesimo – spiega Daniele Grassucci, responsabile relazioni esterne del portale – se la famiglia ha le disponibilità economiche, consigliamo di pagare perché contribuisce al miglioramento del servizio di cui disporrà il figlio o la figlia. Ma se ci sono difficoltà, scrivere una lettera al dirigente scolastico dichiarandosi disponibili a pagare solamente la parte strettamente obbligatoria del contributo, ovvero quella per i rimborsi di spese come l’assicurazione R/C o il libretto delle giustificazioni, che invece le famiglie sono tenute a rifondere alla scuola».

Tfa speciali, ancora tanti punti contesi

da Tecnica della Scuola

Tfa speciali, ancora tanti punti contesi
di A.G.
Secondo i sindacati permangono diverse questioni aperte, oltre a quella della validità del 2012/13 tra i requisiti d’accesso: dal numero massimo di assenze consentite, al momento solo il 10%, alla necessità di chiedere le 150 ore di permesso studio, dalla possibilità di scegliere la regione a quella di valutare i servizi prestati nello stesso anno in insegnamenti diversi. Cambia la denominazione dei corsi: d’ora in poi si chiameranno “Percorsi Speciali Abilitanti”.
Se l’approdo in Gazzetta Ufficiale del decreto dirigenziale sull’attivazione dei Tfa speciali è solo questione di ore, lo stesso non si può dire su alcune problematiche sullo stesso tema ancora tutte da risolvere. Oltre alla validità dell’anno in corso tra quelli utili al raggiungimento delle tre annualità minime per accedere ai corsi, al momento non prevista, i sindacati hanno fatto presente una serie di punti su cui il Miur sarà ora chiamato a lavorare.
La Gilda degli insegnanti, ad esempio, ha “chiesto di consentire un massimo di assenze giustificate del 20% (ora sono al 10%), che potranno essere recuperate tramite attività on-line”. Inoltre, “non essendo previsto alcun esonero dal servizio”, sempre il sindacato autonomo ha “chiesto di riaprire i termini per la presentazione delle domande del diritto allo studio (150 ore) o comunque di agevolare la frequenza ai corsi”. E, infine, sempre la Gilda ha detto ai dirigenti dell’amministrazione che è il caso “di dare libertà di scelta della regione nella quale presentare la domanda” (al momento viene assegnata d’ufficio quella dove si presta servizio).
La Uil Scuola, dal canto suo, ha fatto sapere che sino all’ultimo si adopererà per “il riconoscimento dell’anno scolastico in corso ai fini dell’accesso ai corsi. Su questo aspetto – spiega il sindacato Confederale – il Miur ritiene che si possa intervenire solo successivamente, in sede legislativa, apportando le necessarie integrazione al regolamento. Il Miur ritiene che, se saranno rispettati i tempi di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, le domande dovrebbero essere presentate a cavallo dei mesi di luglio e agosto e i corsi potrebbero partire già dal mese di novembre prossimo”. La Uil ha chiesto, inoltre, sempre “ai rappresentanti del ministero di mettere in atto tutte le procedure necessarie nei tempi più brevi possibili per garantire l’attivazione dei corsi nei tempi più brevi possibili”.
Dopo aver preso atto con soddisfazione che nella bozza finale del decreto sui Tfa speciali è prevista “l’attivazione per tutti gli insegnamenti (inclusi gli ITP e Strumento musicale) e l’eliminazione della prova preselettiva paventata dal Ministro Profumo”, la Flc-Cgil ha confermato che “dal momento della pubblicazione di questo provvedimento decorreranno i 30 giorni per presentare al domanda via web attraverso le istanze on-line”.
Il sindacato guidato da Pantaleo ha detto che però “restano aperte le questioni relative all’inserimento dell’anno in corso ai fini della partecipazione, della possibilità di organizzare i corsi per un triennio (essendo saltato l’a.a. 2012/13) e la possibilità di valutare anche servizi prestati nello stesso anno scolastico in più insegnamenti diversi”.
Il sindacato di via Leopoldo Serra, inoltre, “ritene che per parlare di formazione iniziale e reclutamento ci voglia la materia prima: i posti per le stabilizzazioni. È necessario perciò che ora che si apra al più presto col Ministero l’interlocuzione sul sistema di reclutamento e sul piano di stabilizzazioni per dare adeguata risposta alle legittime aspettative sia di coloro che sono già nelle graduatorie (ad esaurimento e concorsuali) sia di coloro che hanno affrontato e affronteranno i percorsi di abilitazione ordinari e speciali”.
Un’ultima annotazione: d’ora in poi sarà anacronistico chiamare questi corsi Tfa. All’interno del decreto in via di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale vengono infatti definiti Psa, che sta per Percorsi Speciali Abilitanti.

Registro elettronico obbligatorio da settembre

da Tecnica della Scuola

Registro elettronico obbligatorio da settembre
di P.A.
Dal prossimo anno scolastico, stando al decreto varato dal governo Monti e sollecitato da Profumo per dematerializzare anche la scuola, dovrebbe andare in cattedra il registro elettronico: ma docenti e scuole sono pronti?
Slittato di un anno, nel prossimo, 2013/2014, tutte le scuole dovrebbero dotarsi di registro elettronico dove segnare ciò che oggi viene ancora segnato e trascritto, con abilità di amanuense, sul vecchio registro di classe e su quello personale: ma riusciranno le circa 365mila classi italiane a mettere in linea una tale fila di computer? E non solo, riusciranno tutti gli oltre 700mila docenti a smanettare e capire l’anima più intima di questi marchingegni della tecnologia più raffinata? Dove, come e da chi saranno custoditi questi tesori tanto appetibili ai bulli e ai cercatori di tesori multimediali L’Andis, l’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici, propone di fare slittare di un altro anno ancora queste adozioni: “Non credo si tratti di una questione di attrezzature – ha aggiunto – con i fondi europei soltanto chi non ha voluto attrezzarsi non l’ha fatto. Credo si tratti piuttosto di una questione di analfabetismo informatico degli insegnanti che andrebbero formati adeguatamente. Le scuole, anche se non hanno un computer per classe, sono attrezzate e i docenti dopo la lezione possono caricare i dati in sala dei professori o in altri luoghi”, dice il presidente. Soluzione salomonica ma pericolosa visto che un computer itinerante per raccogliere le assenze in più classi comporta un aggravio di lavoro per i docenti, che dovranno caricare i voti al computer in un secondo momento, a parte il fatto che prendere appunti volanti in classe e poi registrarli in un secondo momento comporterebbe maggiori rischi di trascrizione o dimenticanze

D.L. Lavoro: disposizioni in materia di istruzione e formazione

da Tecnica della Scuola

D.L. Lavoro: disposizioni in materia di istruzione e formazione
di L.L.
Sono previsti interventi in favore degli studenti del I biennio e del I anno del II biennio degli istituti professionali
Tra i vari interventi rivolti ai giovani, il cd decreto lavoro (Decreto Legge n. 76 del 28 giugno 2013) contiene all’art. 6 alcune disposizioni in materia di istruzione e formazione. L’articolo prevede interventi per favorire il raccordo tra i percorsi di istruzione e formazione professionale regionali e quelli degli istituti professionali statali, con l’obiettivo di prevedere percorsi di istruzione e formazione professionale maggiormente rispondenti alle esigenze delle imprese.  In sostanza, secondo la norma in commento, viene estesa al primo biennio e al primo anno del secondo biennio degli istituti professionali la possibilità di utilizzare fino al 25% dell’orario annuale delle lezioni per sviluppare argomenti connessi alle specifiche necessità di settori del mercato del lavoro.  I beneficiari sono dunque gli studenti del I biennio e del I anno del II biennio degli istituti professionali. Ovviamente “l’utilizzazione degli spazi di flessibilità deve avvenire nei limiti degli assetti ordinamentali e delle consistenze di organico previsti, senza determinare esuberi di personale e ulteriori oneri per la finanza pubblica”.

Tfa speciali, subito le domande via internet. I corsi forse a novembre

da Tecnica della Scuola

Tfa speciali, subito le domande via internet. I corsi forse a novembre
di Alessandro Giuliani
I 75 mila docenti precari interessati avranno 30 giorni di tempo per candidarsi, attraverso il portale “Istanze on line”: servono tre supplenze annuali, di cui almeno una nella materia richiesta. Il countdown partirà dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, dove approderà venerdì 5 o martedì 9 luglio. Non c’è traccia dei 70 test voluti dall’ex ministro Profumo per “graduare” l’alto numero di partecipanti: la ripartizione su tre anni si farà in base all’anzianità di servizio. Fumata nera anche per l’a.s. 2012/13: non è contemplato nelle modifiche al DM 249/2010. Ma il Miur lascia aperta una speranza… Tutti gli approfondimenti sui Tfa riservati, ma anche sull’aggiornamento annuale delle GaE, sulle assunzioni di 15mila precari, sul rischio di una seconda spending review sulla scuola e su tante altre notizie utili a chi opera nel settore, possono essere fruiti sul n. 22 della Tecnica della Scuola.
Via libera al decreto di approvazione dei Tfa speciali: come preannunciato, in anteprima, dalla Tecnica della Scuola, il testo con le modifiche al vigente sistema di reclutamento verrà stampato in Gazzetta Ufficiale venerdì 5 luglio, al massimo martedì 9 luglio. La comunicazione è stata fornita ai sindacati nel corso dell’incontro tenuto al Miur il 3 luglio. Una volta approdato in Gazzetta, i circa 75 mila docenti precari interessati ad acquisire l’abilitazione avranno 30 giorni di tempo per produrre la domanda di accesso ai corsi: lo faranno attraverso il sistema on line “Polis”, che si avvale del portale “Istanze on line”.
Se non vi saranno altri intoppi, i corsi potrebbero partire in autunno. Probabilmente nel mese di novembre. Ma non tutti i candidati potranno parteciparvi: sicuramente l’accesso ai corsi sarà possibile per tutti coloro che fanno parte di classi di concorso con pochi aspiranti. Mentre per quelle più numerose (come la A051 o la A047) l’accesso ai corsi sarà “graduato” in base all’anzianità di servizio: coloro che hanno accumulato meno anni, frequenteranno una seconda tornata di corsi. E se necessario se predisporrà anche una terza annualità di corsi.
Tramonta definitivamente, quindi, la discussa prova nazionale, composta dai 70 test a risposta multipla in formato digitale, un’idea dall’ex ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, per “spalmare” su tre anni i 75 mila docenti precari interessati all’abilitazione.
L’accesso ai Tfa speciali rimane riservato a docenti precari non abilitati o già abilitati, compresi gli insegnanti tecnico-pratici, che abbiano svolto almeno tre supplenze annuali da non meno di 180 giorni ciascuna o dal 1° febbraio di ogni anno (valgono anche quelle svolte nelle scuole paritarie o nei centri professionali, a partire dall’a.s. 2008/09, per garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione) nel periodo che va dal 1999/2000 al 2011/12. È fondamentale che le supplenze siano state tutte svolte con il titolo di studio prescritto, almeno una effettuata nella disciplina per la quale si chiede di abilitarsi (vale anche il sostegno, ma il servizio può essere imputato solo alla classe di concorso nella cui graduatoria il docente è inserito e attraverso cui ha ottenuto l’incarico).
Niente da fare, dunque, per l’inclusione dell’anno scolastico 2012/13, tanto richiesta a livello sindacale e politico: l’integrazione non è compatibile con le modifiche al DM 249/2010 che approderanno nelle prossime ore in Gazzetta. In queste, infatti, non essendo previsti ritardi così importanti per l’avvio dei corsi, era stato esplicitamente indicato come termine ultimo di validità di supplenze l’anno scolastico 2011/12. E modificare questo “paletto”, come aveva preannunciato a questa testata il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, può essere tecnicamente difficoltoso.
L’amministrazione non hanno però escluso che in extremis l’anno in corso possa essere accettato. Anche perché, hanno sottolineato i sindacalisti presenti, questa soluzione esporrebbe il Miur a una miriade di ricorsi.

Calabria: forse una svolta nei rapporti USR-Sindacati

da Tecnica della Scuola

Calabria: forse una svolta nei rapporti USR-Sindacati
di Lucio Ficara
Le relazioni sindacali erano state interrotte qualche giorno fa per protestare contro la decisione del direttore regionale di istituire un Comitato per il coordinamento del sistema di valutazione. Ma, dopo un incontro al Miur, il provvedimento potrebbe essere ritirato.
La rottura dei normali rapporti sindacali tra le segreterie regionali calabresi di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, GILDA Unams , SNALS Confsal, ANP e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria sta tutta nella decisione unilaterale del direttore dell’USR, Francesco Mercurio, di istituire un comitato per il Coordinamento funzionale del Sistema Nazionale di Valutazione attraverso un decreto che non sarebbe stato reso noto agli stessi sindacati. Si tratta della goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno di tante azioni poco trasparenti e di domande scomode che non hanno mai trovato risposta. Tra le domande c’è anche quella sull’esatto ammontare dei soldi spesi in questi anni per i numerosi convegni e manifestazioni di gala con ospiti di onore, tra cui il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti e l’assessore alla cultura Mario Caligiuri, mentre si procedeva ad ingenti tagli e a pesanti dimensionamenti scolastici. Un’altra domanda che non ha ancora ricevuto risposta riguarda le frequenti assenze dalla sede di servizio del direttore regionale, nonostante i gravi problemi che affliggono la scuola calabrese. In buona sostanza per i sindacati scuola calabresi, il direttore Francesco Mercurio sarebbe interessato più ai rapporti con il Governo regionale calabrese e assai meno alla gestione reale della scuola, che soffre della mancanza di strutture adeguate e di carenza di personale. Per esempio si lamenta, da parte dei sindacati, che gli ATP provinciali operino, proprio per la disattenzione dei vertici dell’USR, senza una apparente cabina di regia regionale con la conseguenza che spesso applicano procedure ed interpretazione di norme in modo contrastante, a scapito dell’uniformità dell’azione dell’amministrazione. Per cui la questione del decreto “criptico” per istituire un comitato per il Coordinamento funzionale del Sistema Nazionale di Valutazione rappresenta il caos nel caos già esistente. L’azione dei sindacati calabresi non si è limitata soltanto ad una semplice interruzione dei rapporti sindacali, ma è proseguita con un incontro alla presenza delle relative segreterie nazionali con i vertici del Miur. Stando ad alcune indiscrezioni sembra che il direttore Mercurio potrebbe sospenedere l’esecuzione della procedura di insediamente del comitato. D’altronde lo stesso direttore regionale ha già convocato per il 18 luglio tutti i sindacati, proprio nel tentativo di riprendere il dialogo.
Forse potrebbe arrivare la quiete dopo la tempesta.

Tempistica per la disponibilità delle funzioni per la rilevazione degli oneri delle scuole

da Tecnica della Scuola

Tempistica per la disponibilità delle funzioni per la rilevazione degli oneri delle scuole
di L.L.
Riguardano indennità di lavoro notturno, festivo, notturno/festivo, indennità di bilinguismo e trilinguismo, indennità di direzione al sostituzione Dsga, compensi Esami di Stato e fabbisogni/eccedenze pagamenti supplenze
Con tre distinte note il Miur ha comunicato le tempistiche per la rilevazione su Sidi degli oneri riguardanti: indennità di lavoro notturno, festivo, notturno/festivo, indennità di bilinguismo e trilinguismo, indennità di direzione al sostituzione Dsga; • compensi Esami di Stato • fabbisogni/eccedenze pagamenti supplenze
La Nota prot.n. 4371 del 2 luglio 2013 informa che dal 15 al 22 luglio 2013 sono disponibili le funzioni per la rilevazione delle esigenze di finanziamento per l’indennità di lavoro notturno, festivo, notturno/festivo, indennità di bilinguismo e trilinguismo, indennità di direzione al sostituzione Dsga. Per quest’ultima, il Miur fa presente che per accordo sindacale sarà data priorità ai casi di Dsga assenre per tutto l’anno o casi di titolare assente per l’intero anno con diritto alla conservazione del posto e sostituito da altro soggetto. Per gli Usr e relativi ambiti territoriali le funzioni sono disponibili fino al 24 luglio.
La Nota prot.n. 4372 del 2 luglio 2013 riguarda invece la “Rilevazione oneri compensi Esami di Stato” per l’anno scolastico 2012/2013. Anche per questa rilevazione le funzioni sono disponibili dal 15 al 22 luglio 2013, al fine di definire l’effettiva spesa per le commissioni operanti presso le scuole statali e paritarie. Il pagamento dei compensi dovrà avvenire tramite Cedolino unico.
Infine, la Nota prot.n. 4373 del 2 luglio 2013 informa che, relativamente alla “Rilevazione SIDi – fabbisogni/eccedenze pagamenti supplenze A.F. 2012”, la funzione sarà riaperta e nuovamente disponibile dal 4 al 9 luglio 2013.

Verso le operazioni conclusive dell’esame, tra punteggi integrazioni e lode

da Tecnica della Scuola

Verso le operazioni conclusive dell’esame, tra punteggi integrazioni e lode
di Giovanni Sicali
Una buona metà dei candidati agli esami di stato ha già finito gli impegni con il colloquio e tra una decina di giorni anche le commissioni firmeranno tutti gli atti. Ecco in breve le operazioni e gli adempimenti
In applicazione dell’art. 21 c.1 della O.M.13/2013 (Voto finale, certificazione, adempimenti conclusivi), “Ciascuna classe-commissione d’esame si riunisce, per le operazioni intese alla valutazione finale e alla elaborazione dei relativi atti, subito dopo la conclusione di tutti i colloqui, compresi quelli dei candidati che hanno sostenuto le prove scritte nella sessione suppletiva.” I 14 commi dell’art. 21 vanno seguiti passo passo e con pignoleria per evitare che si incorra in errori formali e/o materiali che implichino necessità di ulteriori e “scoccianti” riconvocazioni delle commissioni inadempienti. Nella riunione finale occorre: • assegnare il punteggio ad ogni candidato facendo attenzione alla somma dei punteggi parziali del credito triennale, delle prove di esame; • attribuire ai candidati l’integrazione-bonus fino a 5 punti, nel rispetto dell’O.M. e dei criteri stabiliti dalla commissione; • assegnare se possibile la lode così come stabilito nell’articolato comma 5; • compilare i certificati per ogni candidi dato; • redigere ove sia possibile, e provvedere a consegnare i diplomi ai candidati che hanno superato l’esame; • qualora lo ritengano opportuno, trasmettere al competente USR (da parte dei presidenti) un’apposita relazione contenente osservazioni sullo svolgimento delle prove e sui livelli di apprendimento degli studenti, nonché proposte migliorative dell’esame di Stato. Si ricorda che per l’integrazione detta “bonus”, fino a 5 punti, del voto finale di maturità, i candidati devono avere almeno 15 punti di credito e conseguire almeno 70 punti nelle tre prove scritto-grafiche più il colloquio. L’assegnazione da 1 a 5 punti di incremento spetta in modo autonomo ad ogni commissione secondo dei criteri e griglie da stabilire possibilmente all’unanimità. Per quanto riguarda la Lode, i commissari durante lo scrutinio finale devono rispettare i “paletti” obbligatori (per tutta l’Italia) dell’art. 3 del DM. 99/2009. La lode può essere attribuita solo ai candidati che: a) abbiano conseguito, all’unanimità del CdC, il credito scolastico massimo complessivo di 25/25 punti (con media annuale di voti uguale o superiore a otto decimi, anche nel comportamento e senza fruire di integrazioni; b) abbiano raggiunto, all’unanimità della Commissione, il massimo punteggio in tutte le prove degli esami (75/75) e sempre all’unanimità avere attribuita la lode con i criteri stabiliti precedentemente approvato dalla Commissione. Tra qualche giorno sapremo la statistica nazionale sia dei centisti sia dei “laudati”. Ma è facile prevedere che anche quest’anno i candidati che raggiungeranno la lode saranno ancor meno degli altri anni. Dal 1969 al 1999 col precedente esame di maturità “sperimentale” (30 anni di inutile esperimento!) tutto si riduceva a due prove scritte e due materie orali. Benvenuta quindi legge di riforma dell’esame di Stato del 1997. L’ex ministro Moratti ha decretato un aggiustamento che ha riguardato aspetti marginali ed economici del corso di studi superiori. Per quanto riguarda la lode stabilì: “A coloro che conseguono il punteggio massimo di 100 punti senza fruire della integrazione può essere attribuita la lode dalla commissione”. (Legge 11/01/07 n1 art. 1, capoverso art. 3, comma 6). Ma è stata la Gelmini che col D.M. 99/2009 ha deliberato i nuovi criteri per l’attribuzione della lode così come riportato dall’art. 21 c. 5 dell’O.M.13/2013. Dopo 15 anni di questo nuovo esame di maturità, sarebbe ormai tempo di parlarne e tirare le somme

L’otto per mille per l’edilizia scolastica nel decreto del fare

da tuttoscuola.com

L’otto per mille per l’edilizia scolastica nel decreto del fare

Ho sostenuto una Proposta di legge presentata a prima firma Mattiello e Antezza che mira a destinare una quota dell’otto per mille del gettito Irpef agli interventi di valorizzazione e ammodernamento del patrimonio immobiliare scolastico”. Lo scrive in una nota Franca Biondelli, deputata del Pd, che aggiunge: “Con il giudizio positivo espresso dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, si è data la possibilità, ai primi firmatari, di trasformare questa Proposta di Legge in un emendamento che verrà inserito nel così definito ‘Decreto del Fare’”.

Premesso che la qualità degli edifici scolastici costituisce un indicatore importante dell’interesse istituzionale per l’istruzione e la cultura di un paese, la parlamentare entra nel merito: “Voglio ricordare gli episodi de L’Aquila, della Puglia, del Molise e, nel nostro Piemonte, di Rivoli, per mettere in evidenza il caro prezzo che l’Italia ha già pagato a causa della mancanza di decisioni. Episodi- conclude- che hanno richiamato alla necessità di un intervento urgente e una costante maggiore attenzione”.