Quando il gatto non c’è i topi ballano

Quando il gatto non c’è i topi ballano
Dove stanno gli ispettori per le scuole paritarie?

di Gennaro Palmisciano

Dopo i fatti di Nola ed Agropoli si è posto alla pubblica attenzione il problema che colpisce l’altra metà del cielo dell’istruzione italiana, ovvero la presenza dei diplomifici tra le scuole paritarie.

In verità, già appena dopo l’entrata in vigore della legge n. 62/2000, sono state riscontrate anomalie, carenze e irregolarità nell’organizzazione e nel funzionamento di numerose scuole paritarie. Sono state evidenziate patologie, presenti in maniera diffusa soprattutto in istituti di istruzione secondaria di II grado dell’Italia centrale e meridionale, tutti di matrice laica (per fortuna, tra le scuole di matrice cattolica non si sono riscontrati esamifici e diplomifici).

In dettaglio:

1) corsi a “piramide rovesciata” dall’esiguo numero di alunni delle classi iniziali, vale a dire di quelle dalla I alla IV (talune costituite addirittura con tre alunni) cui ha fatto riscontro un eccessivo numero di alunni (mediamente da 70 a 100) iscritti alle V classi. In effetti l’aumento degli alunni dell’ultima classe non è stato fisiologico, né è dipeso dalla regolare progressione del percorso formativo, ma è stato determinato dall’eccessivo numero di privatisti ammessi a sostenere l’esame di idoneità all’ultimo anno. Tanto è avvenuto in deroga alle norme regolanti la materia che vietano alle scuole paritarie di accogliere all’esame di idoneità un numero di candidati esorbitante rispetto alla ricettività dei locali e alle classi funzionanti. In
sostanza attraverso gli esami di idoneità all’ultima classe è stato incrementato il numero degli alunni interni candidati all’esame di stato.

2) La particolare “disinvoltura” nella gestione delle prove e dei colloqui e l’indulgenza totale nelle valutazioni hanno consentito a soggetti con percorsi scolastici del tutto irregolari e inadeguati di raggiungere il traguardo del diploma.

3) Privi di garanzie di serietà sono risultati anche gli esami di idoneità alle classi che precedono l’ultima dei candidati esterni.
Attesa l’estrema facilità con cui tali esami, in numerose scuole, sono stati superati, grazie a criteri di valutazione eccessivamente blandi e sommari, adottati dalle commissioni interne agli istituti, e alla estrema celerità che, in violazione delle norme vigenti e degli elementari principi docimologici, hanno caratterizzato lo svolgimento delle prove
orali.

4) Gravi e censurabili si sono rivelate, altresì, le irregolarità imputabili al mancato rispetto delle disposizioni concernenti lo svolgimento degli esami integrativi degli allievi provenienti da indirizzi di studio diversi.

5) Alle irregolarità sopraccennate si è aggiunto il fatto che numerosi docenti hanno valutato, in sede di esami di idoneità o integrativi, candidati che erano stati loro studenti prima che si ritirassero dalle lezioni.

6) Spesso, all’insaputa dell’Amministrazione, sono state svolte sessioni suppletive degli esami suddetti, in palese violazione delle norme che, come è noto, prevedono che si possa tenere una sola sessione per anno.

7) Molteplici, inoltre, sono state le anomalie segnalate nello svolgimento degli esami preliminari all’esame di stato; si citano, a titolo di esempio, i calendari con tempi molto compressi, che non hanno consentito un serio esame e un’adeguata valutazione, e le nomine di docenti impegnati solo per l’occasione.

Si fa menzione, ora, di altre ricorrenti e diffuse disfunzioni e anomalie:

– il rilevante numero di assenze degli alunni (assenze favorite da una registrazione irregolare e talvolta fittizia, operata il venerdì per tutta la settimana precedente) derivante anche dal fatto che gli allievi risiedevano in località molto lontane dalle scuole da essi frequentate.
Ciò si è verificato soprattutto nei corsi serali per lavoratori, spesso veri e propri “corsi fantasma” a motivo dell’esiguo o addirittura inesistente numero di frequentanti;

– la proliferazione dei cosiddetti ottisti o saltatori, vale a dire di quei candidati (moltissimi) che, avendo riportato otto in tutte le materie dello scrutinio finale relativo alla promozione all’ultima classe, sono stati ammessi a sostenere, con un anno di anticipo, l’esame di stato;

– la costituzione di commissioni formate con soli alunni privatisti;

– la costituzione di commissioni con un numero eccessivo di candidati esterni, in deroga alla legge n. 425/97;

– l’inconsistente o addirittura mancata iscrizione di alunni disabili;

– la diffusa inidoneità dei locali, spesso non in regola con le norme di cui al d.lgs. 81/2008;

– la mancanza o inidoneità di laboratori, biblioteche, palestre, ecc.;

– l’irregolare funzionamento degli organi collegiali, spesso costituiti solo sulla carta e mai convocati; la irregolare riunione e la durata del tutto irrisoria dei consigli di classe cui spettano, come è noto, le valutazioni periodiche e finali degli alunni;

– l’assunzione di docenti non in possesso dell’abilitazione all’insegnamento, anche nei casi in cui nelle graduatorie permanenti
erano presenti e disponibili docenti abilitati;

– il mancato, puntuale rispetto delle norme contrattuali relative al rapporto di servizio del personale docente e non docente;

– la irregolare tenuta degli atti amministrativo-contabili;

– la lacunosa e confusa tenuta dei fascicoli personali degli studenti, spesso privi dei certificati di studio, recanti autocertificazioni e dichiarazioni non conformi alle disposizioni vigenti;

– la scarsa trasparenza della gestione contabile spesso caratterizzata da richieste agli alunni di somme aggiuntive rispetto a quelle dovute per le tasse di iscrizione;

– i continui avvicendamenti dei docenti in corso d’anno e il frequente utilizzo degli stessi nelle commissioni di esame di stato;

– la carente azione didattica soprattutto per quel che concerne lo svolgimento delle lezioni, le interrogazioni e le valutazioni.

Alle situazioni di criticità accennate si è aggiunta la coesistenza della legge 62/2000 con normative precedenti, talvolta non in sintonia con la stessa o addirittura confliggenti. Rimangono, infatti, scoperti diversi e importanti ambiti della gestione e permangono soluzioni “estensive” e “derogatorie” non sempre in linea con il rigore che dovrebbe caratterizzare la specifica area della parità.

Alcune delle patologie e disfunzioni sono derivate dal fatto che, in sede di prima applicazione della legge n. 62/2000, l’Amministrazione adottò – ai fini del riconoscimento della parità – il criterio dell’autocertificazione senza verifiche. Tanto in relazione alla considerazione che sarebbe stato impossibile effettuare controlli diversi da quelli cartacei sulle 9.000 scuole che, in prima applicazione, entrarono a far parte del sistema paritario. L’adozione del criterio suaccennato ebbe come conseguenza l’automatico passaggio delle scuole interessate dallo status di “legalmente riconosciute” a quello di paritarie.

Si trattò di un errore assai grave, considerato che la parità prevedeva un regime che avrebbe dovuto, in maniera sostanziale e rilevante, garantire “requisiti di qualità ed efficacia”. E ciò contestualmente al venir meno di una serie di controlli previsti nei confronti delle scuole legalmente riconosciute. In effetti, se è vero che sarebbe risultato impossibile effettuare visite ispettive sulle circa 9.000 scuole che in prima fase entrarono a far parte del sistema paritario, è altrettanto vero che tali ispezioni si sarebbero potute disporre almeno a campione.

Né è stato possibile effettuare i necessari controlli negli anni scolastici successivi al 2000/2001, allorché la competenza in materia di riconoscimento della parità fu decentrata agli Uffici scolastici regionali. Le nuove richieste di parità furono, infatti, così numerose (circa 4.000) che assorbirono totalmente l’attività del personale ispettivo a disposizione dei citati Uffici, senza, peraltro, coprire l’intero arco delle esigenze da fronteggiare. Ne è prova il fatto che, mentre in alcune regioni i nuovi riconoscimenti furono dati a seguito di verifiche puntuali e accurate, in altre, le ispezioni furono effettuate a
campione.

Ad esempio in Lombardia e in Calabria le visite ispettive interessarono la totalità delle nuove parità richieste; invece in altre regioni, con una rilevante densità di scuole paritarie, quali il Piemonte, il Veneto e l’Emilia-Romagna, si pianificò e organizzò l’azione ispettiva in una prospettiva pluriennale.

In ulteriori regioni (Lazio, Sicilia e Campania, nelle quali vi è un’alta percentuale di scuole paritarie) si è tuttavia registrata una
notevole difficoltà nella vigilanza, pur in costanza di evidenti anomalie.

D’altra parte la rilevante carenza di personale dirigenziale tecnico-ispettivo, oggi divenuta gravissima ed emergenziale, ha costretto gli Uffici ad effettuare vigilanze solo saltuarie ed azioni di consulenza alquanto limitate, nonostante le molteplici esigenze e la riconosciuta utilità dei suddetti interventi.

Le patologie in questione sono state evidenziate sin dalla relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 62/2000, presentata in data 31 marzo 2004 ai Presidenti di Camera e Senato ed hanno costituito oggetto, da parte di numerosi parlamentari, di chiarimenti e assicurazioni, cui hanno fatto seguito, in sede di replica, interventi di controllo e correttivi da parte del Ministro pro tempore.

Le patologie di cui trattasi hanno anche costituito oggetto di indagini, alcune delle quali tuttora in corso, da parte dell’Autorità Giudiziaria.

E’ doveroso osservare che il disposto sull’esame di Stato di cui al comma 7 dell’art. 22 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, relativo alla costituzione di commissioni con soli commissari interni, ha determinato un notevole proliferare delle irregolarità e delle patologie sopra descritte, essendo venuta meno la possibilità di verifiche e valutazioni di tipo esterno sulla preparazione dei candidati. Né poteva rivelarsi efficace, ai fini suddetti, il ruolo del presidente, organo sì esterno ma con sole funzioni “notarili”, considerata anche la sua preposizione a più commissioni.

Ad alcune delle citate disfunzioni e criticità si è posto rimedio con interventi di carattere normativo che hanno previsto una serie di vincoli e di prescrizioni. In particolare:
– Con decreto legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito nella legge 3 febbraio 2006, n. 27, (art. 1-bis) le scuole non statali sono state ricondotte alle due tipologie di scuole paritarie riconosciute ai sensi della legge n. 62/2000 e di scuole non paritarie, con conseguente superamento delle tipologie ancora esistenti (autorizzazione, parifica, presa d’atto, riconoscimento legale, ecc.).
Lo stesso provvedimento legislativo ha previsto che, nei casi di istituzione di nuovi corsi, ad iniziare dalla prima classe, ai sensi dell’art. 1, comma 4, lett. f), della legge n. 62, “il riconoscimento è sottoposto alla condizione risolutiva del completamento del corso di studi, restando comunque salvi gli effetti conseguenti al riconoscimento adottato”. Inoltre il III comma del menzionato art. 1-bis ha stabilito: “Le scuole paritarie non possono svolgere esami di idoneità per alunni che abbiano frequentato scuole non paritarie che dipendano dallo stesso gestore o da altro con cui il gestore abbia, comunque, comunanza di interessi. Il gestore o il legale rappresentante e il coordinatore delle attività educative e didattiche della scuola paritaria devono dichiarare la inesistenza di tale situazione per ciascun candidato ai predetti esami. La dichiarazione è inserita nel fascicolo personale del candidato stesso. La mancanza o falsità delle predette dichiarazioni comporta la nullità degli esami sostenuti e dei
titoli rilasciati, fatte salve le conseguenti responsabilità civili e penali”.
– Con legge 11 gennaio 2007, n. 1, è stata prevista:
• la costituzione delle commissioni di esame con non più di 6 commissari per ciascuna commissione, dei quali il 50% interni e il restante 50% più il presidente, esterno;
• per ogni due classi la nomina di un presidente unico e di commissari comuni alle classi stesse, in numero pari a quello dei commissari interni per ciascuna classe e, comunque, non superiore a tre;
• la possibilità che nella sessione dello stesso anno, con abbreviazione di un anno per merito, sostengano gli esami di stato gli
alunni che nello scrutinio finale abbiano riportato non meno di 8/10 in ciascuna disciplina con una valutazione non inferiore a 7/10 in ciascuna disciplina al termine del primo anno e non siano incorsi in ripetenze, ferme restando le specifiche disposizioni concernenti la valutazione dell’insegnamento di educazione fisica.

Purtroppo gli interventi correttivi apportati dall’Amministrazione scolastica spesso sono stati vanificati da pronunce cautelari del TAR e del Consiglio di Stato: tale è il caso, ad esempio, di commissioni di esame comprendenti un numero eccessivo di candidati esterni o di soli candidati esterni. Gli esami presso il famigerato istituto Pacioli di Nola si sono svolti per effetto  di un provvedimento del Tar Lazio.

Da quanto rilevato in ambito nazionale in ordine alla costituzione e al funzionamento delle scuole paritarie, emerge la necessità di adottare interventi e correttivi atti a connotare il sistema in termini di legalità, efficacia, efficienza e trasparenza. Tanto in coerenza con le misure migliorative sin qui adottate, che costituiscono soltanto una tappa in direzione del superamento delle anomalie tuttora esistenti, della messa a regime della pubblica funzione della scuola paritaria e della piena
attuazione del principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione e dai Trattati dell’Unione Europea.

Nell’ottica suddetta e sulla base di quanto segnalato e proposto anche dai responsabili degli Uffici scolastici regionali e locali, occorre:
– avviare un processo costante di monitoraggio dei livelli di qualità;
– stabilire più efficaci e funzionali forme e modalità di coordinamento tra l’Amministrazione centrale e gli Uffici scolastici, individuando referenti per tutti quegli adempimenti strettamente legati al territorio (l’anagrafe, le rilevazioni integrative, l’istruttoria delle domande per la concessione dei contributi, ecc.);
– potenziare i servizi di consulenza a sostegno delle scuole paritarie;
– incrementare la rete dei collegamenti con e tra le scuole, per una migliore partecipazione al sistema pubblico;
– mettere a sistema la rete informatica per realizzare comunicazioni amministrative, didattiche e di funzionamento;
– promuovere azioni finalizzate alla formazione del personale, dell’Amministrazione centrale e periferica, operante nell’ambito della parità;
– garantire uniformità di applicazione delle normative per tutto il territorio nazionale.

In questa prospettiva si è proceduto alla rilevazione anagrafica delle istituzioni scolastiche e dei relativi aggregati. Ora si rende opportuno programmare un servizio di documentazione anche con riferimento alla valutazione facente carico all’INVALSI. Dovranno, poi, essere attivate apposite iniziative e misure di verifica e controllo con specifico riguardo all’andamento didattico – organizzativo degli istituti paritari e allo svolgimento degli esami di idoneità e degli esami di stato.

Tali iniziative e misure dovranno trovare attuazione attraverso rigorosi piani annuali di visite ispettive, nonché mediante puntuali e accurati riscontri da effettuare attraverso l’utilizzo di indicatori quantitativi e qualitativi (check list, di cui si allega un esempio). Ovviamente, per i casi in cui si riscontra la mancanza dei requisiti previsti dalle norme vigenti, si deve procedere alla revoca del riconoscimento giuridico della parità.

Uno dei problemi che affligge la scuola paritaria è la presenza, pur marginale, di aree di deriva istituzionale che stravolgono il ruolo della scuola come istituzione rivolta alla formazione dei giovani traducendola in agenzia per il conseguimento di titoli di studio. Le misure messe in atto fino ad oggi hanno consentito solo in parte di superare la situazione. E’ necessario rivedere le norme sugli esami di idoneità ed adottare una serie di misure che, nel rispetto della libertà di scelta degli studenti, rendano il servizio funzionale, trasparente e coerente con le nuove norme relative alla valutazione. E’ indispensabile un pieno coinvolgimento delle istituzioni paritarie e delle loro associazioni di categoria per l’impegno alla serietà degli studi, al rispetto delle norme in vigore e alla correttezza sostanziale, non solo formale, del corrente funzionamento delle istituzioni scolastiche e per collaborare alla stesura di norme che puntino ad eliminare ogni tipo di patologia.

Indubbiamente il raggiungimento dei risultati attesi si lega soprattutto al potenziamento numerico del corpo ispettivo che, per ragioni anagrafiche e per effetto dei collocamenti a riposo non compensati dalla nomina in ruolo dei 57 idonei del pur espletato concorso a 145 dirigenti tecnici, ha subito riduzioni tanto consistenti da non poter più assolvere, in maniera soddisfacente, ai propri compiti istituzionali, tra i quali assumono priorità il sostegno e il controllo delle scuole paritarie.

Appendice

In Italia ciascuna regione ha una propria circolare, che disciplina la concessione e il mantenimento della parità scolastica, fissando parametri leggermente differenti. In Inghilterra le visite ispettive sono effettuate secondo check list, approvate per legge. In tal modo si possono confrontare gli esiti delle ispezioni e garantire un’omogeneità degli interventi. Considerando la normativa nazionale, una check list dovrebbe avere a mente:

  • Decreto ministeriale di riconoscimento paritario
  • certificazioni attestanti la denominazione e la natura giuridica dell’Ente gestore e il nome della figura fisica o del rappresentante legale; eventuale nulla osta dell’autorità ecclesiastica o delibera dell’ente locale
  • dichiarazione sostitutiva di atto notorio del Gestore o del Legale Rappresentante attestante nascita (almeno 30 anni di età), residenza, cittadinanza (comunitaria), godimento dei diritti civili e politici, assenza di carichi penali del medesimo oppure eventuali carichi penali pendenti o condanne passate in giudicato.
  • comunicazione del codice fiscale del gestore oppure copia del certificato di attribuzione del codice fiscale;
  • dichiarazione sostitutiva di atto notorio firmata dal gestore o dal legale rappresentante attestante l’appartenenza o meno alla categoria dei soggetti giuridici senza fini di lucro di cui all’art. 3 del Decreto Ministeriale 21 maggio 2007;
  • comunicazione di nominativo, dati anagrafici e possesso cittadinanza (italiana o comunitaria) del legale rappresentante;
  • fotocopia del documento di riconoscimento del Gestore o del Legale Rappresentante;
  • dichiarazione del gestore o del rappresentante legale relativa al titolo di disponibilità dei locali (titolo di proprietà, contratto d’affitto o altro)
  • pianta planimetrica riguardante tutti i locali scolastici redatta da un tecnico abilitato e iscritto all’albo professionale e corredata dai dati (ubicazione, superficie netta, altezza media, volume netto e destinazione di ciascun ambiente, specificamente numerato, specificazione dei servizi presenti, numero massimo di allievi accoglibili per aula, come rilevabile dal certificato di abitabilità e igienico sanitario)
  • certificato di agibilità scolastica rilasciato dal Comune (certificato di agibilità dell’edificio per uso scolastico rilasciato dalla competente autorità comunale in cui sia esplicitamente indicato, se e con quali eventuali limitazioni, i locali nel loro complesso e nella loro specifica destinazione di ciascuno ambiente siano utilizzati per uso scuola). Nel caso in cui il certificato sia rilasciato per uso diverso da quello scolastico o in assenza di tale certificato, dovrà essere presentata apposita relazione o perizia tecnica redatta, sottoscritta ed asseverata con giuramento da un tecnico abilitato ed iscritto all’albo professionale attestante l’idoneità statica dei locali con l’indicazione dei criteri e delle modalità seguite, nella quale sia esplicitamente indicato se e con quali limitazioni, i locali, nel loro complesso e nella specifica destinazione di ciascuno ambiente, siano utilizzati per uso scuola, unitamente ad idonea documentazione comprovante l’avvenuta richiesta inoltrata al Comune del certificato medesimo (per gli edifici costruiti/ristrutturati a partire dall’anno 2002, vale la perizia asseverata firmata dal progettista/direttore dei lavori, come indicato nel D.P.R. n. 308/2001, art. 25). Tali relazioni dovranno inoltre illustrare la disposizione e l’utilizzo degli spazi esterni e dei locali della scuola, il numero massimo di persone accoglibili in ciascun locale e la destinazione d’uso di ciascun locale.
  • certificato di idoneità igienico – sanitaria rilasciato dall’ASL  (nel quale sia indicato se e con quali eventuali limitazioni, i locali nel loro complesso e nella loro specifica destinazione di ciascuno ambiente, siano utilizzabili strettamente per uso scolastico).
  • certificato di prevenzione incendi o nulla osta provvisorio, ove previsti o dichiarazione di esenzione (Documentazione relativa all’adeguamento dell’edificio alle norme antincendio. Nel caso di esonero dall’obbligo della presentazione del prescritto certificato, ai sensi della vigente normativa, il gestore dovrà presentare apposita dichiarazione sostitutiva di atto notorio redatta nelle forme di legge, da rinnovare annualmente).
  • certificati relativi alla messa a norma degli impianti secondo il d.lgs 81/2008 e altre disposizioni vigenti in materia di sicurezza, con particolare riguardo a impianti elettrici, impianti di messa a terra e ascensore (se presente) e di protezione delle scariche atmosferiche, impianti termici con le relative dichiarazioni di conformità degli stessi alla regola d’arte e comunicazioni/denunce all’ASL, all’ISPELS o all’ARPA;  libretto di impianto centrale di riscaldamento ad acqua calda e libretto centrale di manutenzione dell’impianto; documento sulla valutazione dei rischi aggiornato; nomina del RSPP e relativa comunicazione all’ASL  territoriale competente; designazione dei lavoratori incaricati agli adempimenti sulla prevenzione degli incendi e alla gestione delle emergenze (responsabili antincendio e primo soccorso), il documento/piano di gestione della sicurezza, Piano di evacuazione (che deve essere esposto in tutti i locali della scuola); il registro di controllo antincendio (Registro della sicurezza) ecc. Attestati di partecipazione ai corsi di formazione obbligatoria sulla sicurezza (Antincendio, Primo soccorso, addetti alle cucine e alimentazione)
  • bilancio della scuola
  • Copia del Progetto Educativo ed estremi della delibera di adozione del Piano dell’Offerta Formativa della scuola (Per gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado è necessario allegare: calendario scolastico e quadro orario settimanale e annuale delle discipline);
  • Elenco del personale docente riportante i dati anagrafici, titolo di studio e abilitazione (specificando dove e quando sono stati rilasciati), ore di insegnamento e tipo di contratto di lavoro in atto.
  •  nomina del coordinatore didattico, con indicazione della data e del luogo di nascita, della cittadinanza (comunitaria), del titolo di studio e dichiarazione sostitutiva di atto notorio, firmata dal Gestore o dal Rappresentante Legale, di averne accertato l’idoneità all’esercizio della funzione assegnata;
  • fotocopia del documento di riconoscimento del coordinatore didattico;
  • indicazione del personale tecnico, amministrativo e ausiliario e dichiarazione sostitutiva di atto notorio firmata dal Gestore o del Legale Rappresentante che ne attesti l’idoneità in ordine allo svolgimento delle funzioni richieste e al mantenimento delle necessarie condizioni di qualità del servizio scolastico;
  • elenchi degli alunni iscritti suddivisi per classe e sezione riportanti i dati anagrafici
  • fascicoli personali dei docenti (dati anagrafici, titolo di studio, abilitazione, ecc.)
  • contratti di lavoro del personale docente e non docente
  • registri delle iscrizioni degli alunni; registri delle assenze degli alunni
  • registro personale dei docenti
  • registro degli infortuni dei lavoratori dipendenti
  • registro inventario
  • registro di protocollo
  • regolamento d’istituto
  • registri dei verbali degli organi collegiali funzionanti all’interno della scuola
  • autorizzazione sanitaria ad effettuare l’attività di preparazione e somministrazione di alimenti e bevande (per le scuole dell’infanzia).

Disabilità a scuola: l’inclusione secondo il piano dell’Osservatorio nazionale

da Il Redattore Sociale
10 luglio 2013

Disabilità a scuola: l’inclusione secondo il piano dell’Osservatorio nazionale

Nel Programma d’azione, analisi, obiettivi e azioni per contrastare la dispersione scolastica degli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali e garantire agli adulti l’accesso ai percorsi di formazione permanente e professionale

ROMA – Sostenere i percorsi di inclusione scolastica degli alunni con Bisogni educativi speciali e la formazione continua: sono questi i principali obiettivi indicati dall’Osservatorio nazionale nel Programma d’azione sulla disabilità, precisamente nella quinta linea d’intervento, dedicata a “Processi formativi ed inclusione scolastica”. A fronte di una legislazione avanzata in materia di integrazione scolastica, infatti, si registra tuttavia ancora, in Italia, un elevato tasso di abbandono scolastico da parte degli alunni con disabilità, che l’Osservatorio si propone di contrastare. Le azioni proposte riguardano due grandi ambiti: il percorso formativo scolastico e l’istruzione per gli adulti.
Istruzione scolastica. Introdurre nella legislazione corrente il concetto di “accomodamento ragionevole” (Accordo di Programma), già previsto nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità; ottimizzare i percorsi di formazione obbligatoria iniziale e in servizio prevista per gli insegnanti, sia curricolari che di sostegno, “sulle strategie educative appropriate a favorire l’apprendimento per gli alunni con disabilità e necessità educative speciali”; garantire la continuità didattica, cioè la permanenza dello stesso docente di sostegno accanto all’alunno per tutto il ciclo scolastico: sono alcune delle azioni suggerite dall’Osservatorio al governo. Si chiede poi di rendere accessibili gli istituti scolastici attraverso il progressivo abbattimento delle barriere architettoniche.
Istruzione per gli adulti. L’accesso ai percorsi di “educazione integrata permanente” e professionali da parte di adulti con disabilità sono attualmente soggetti alla “discrezionalità regionale”, mancando sia standard nazionali sia meccanismi di monitoraggio. Occorre quindi “garantire un sostegno quantitativamente e qualitativamente adeguato alle necessità educative individuali degli adulti con disabilità nei Ctp (Centri territoriali permanenti), nei corsi serali nei centri di formazione professionale, nei tirocini lavorativi e nei servizi socio-sanitari”.ì, definendo a livello nazionale gli standard relativi a tali percorsi. L’accesso alla formazione permanente dovrebbe essere inserito, secondo l’Osservatorio, tra i livelli essenziali di assistenza.
Altre questioni “calde”. Il programma non contiene alcun riferimento diretto ai “numeri dell’inclusione scolastica”: quanti siano cioè gli alunni con disabilità, quanti i docenti di sostegno e, in particolare, quale sia il rapporto numerico tra gli uni e gli altri. Così come non si fa alcun accenno alla questione del numero delle ore di sostegno assegnate, ridotte negli ultimi anni a causa dei tagli economici, né al problema delle certificazioni e del loro aggiornamento, che sta destando preoccupazione tra gli insegnanti e le famiglie. Tutte questioni che l’Osservatorio non ha mancato di sollevare in diverse occasioni e che molto probabilmente saranno discusse nel gruppo di lavoro dedicato, durante la Conferenza nazionale di Bologna. (cl)

Lavoro e disabilità

da Il Redattore Sociale
10 luglio 2013

Lavoro e disabilità: la “fotografia” e le proposte dell’Osservatorio

“Scopertura” dei posti riservati, nessun dato sui disoccupati disabili e legislazione inadeguata: l’analisi della situazione nel Programma di azione di cui si occuperà la Conferenza di Bologna. Tra le idee, un nuovo “livello essenziale di servizio”

ROMA – E’ di oggi la sentenza della Corte europea che condanna l’Italia per non aver adottato tutte le misure necessarie per garantire un adeguato inserimento professionale dei disabili nel mondo del lavoro e la invita a porre rimedio a questa situazione al più presto. Della questione si occupa ampiamente il Programma di azione per la disabilità, approvato dall’Osservatorio nazionale, che sarà oggetto dell’ormai imminente Conferenza di Bologna, in programma per il 12 e 13 luglio. Pur non contenendo alcun riferimento esplicito alla procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea, l’Osservatorio apre il secondo capitolo del documento (“Lavoro e occupazione”) proprio con la rilevazione dell’inadeguatezza del sistema di inclusione lavorativa delle persone con disabilità nel nostro Paese.

Criticità e obiettivi. Non si conosce il numero dei disoccupati con disabilità, ma si sa che i posti di lavoro a questi riservati restano in parte (21%) inoccupati. E’ questa una delle principali incongruenze nell’applicazione della legge (n. 68/99) che norma l’inserimento lavorativo delle persone disabili. I principali dati sul fenomeno sono contenuti nella VI Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge (anno 2011)Obiettivo principale è quindi “aggiornare la legislazione in vigore e renderla più efficace nell’offrire occasioni di lavoro, in particolare attraverso un miglior funzionamento del collocamento mirato di cui alla legge 68/99”. C’è poi l’esigenza di migliorare il sistema di raccolta dei dati, attraverso l’integrazione delle fonti amministrative e statistiche e la rilevazione sistematica e periodica dei dati sulla situazione occupazionale delle persone con disabilità, comprese quelle con disabilità intellettiva.

Azioni legislative. “Rifinanziare il fondo nazionale per la legge 68/99, oggi sostanzialmente azzerato”, prevedere nuove “competenze per il collocamento mirato in modo da seguire i lavoratori con disabilità durante tutto il percorso lavorativo”, elaborare una “legislazione  ad hoc” per il lavoratori colpiti da “malattie ingravescenti/croniche progressive”, prevedere modalità come il part-time e il telelavoro per le persone con disabilità: sono alcune delle proposte di carattere legislativo contenute nel Programma

Politiche del lavoro. “Ridefinire i criteri di distribuzione regionale dei fondi disponibili per la legge 68/99”; creare in ogni provincia “équipe competenti nel sostenere in forma tecnica l’inclusione lavorativa di lavoratori con disabilità”, definendo questi come “livelli essenziali di servizio”; favorire l’occupazione delle donne con disabilità (attualmente rappresentano solo un terzo dei lavoratori disabili), anche attraverso un sistema di incentivi; sostenere le cooperative di tipo B e le forme di autoimpiego; e, ancora, istituire un “centro nazionale di informazione, consulenza e sostegno, in cui vengano raccolte le buone pratiche di inclusione lavorativa”, da porre alle dipendenze dell’Osservatorio stesso: sono alcune delle azioni previste dal Programma per migliorare le condizioni occupazionali delle persone con disabilità. Infine, si propone di “inserire l’Inail nella rete del collocamento mirato territoriale” e di prevedere,all’interno di ogni azienda di grandi dimensioni, una “unità tecnica” dedicata ai lavoratori con disabilità, dal momento che occorre “seguire il lavoratore non solo nelle fasi di avviamento al lavoro, ma in tutte le fasi del percorso lavorativo, raccordando la legge 68/99 con quella della legislazione non discriminatoria”. Infine, un ruolo fondamentale deve essere svolto dalle associazioni, “adeguatamente professionalizzate, nel campo dell’intermediazione e del tutoraggio al lavoro”. (cl)

 

Sono oltre 22 mila in Italia i disabili avviati al lavoro nel 2011

I giudici ritengono che l’Italia non abbia recepito correttamente la direttiva sulla parità di trattamento. Nel 2011 in calo le assunzioni, sono oltre 19.600. Gli iscritti alle liste speciali poco più di 644 mila

Roma – Italia bocciata dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea. La condanna riguarda le norme sul lavoro per i disabili. In particolare i giudici ritengono che l’Italia non ha adottato tutte le misure necessarie per imporre ai datori di lavoro l’adozione di provvedimenti pratici ed efficaci a favore dell’inserimento lavorativo dei disabili. La Corte europea accusa l’Italia di essere venuta meno agli obblighi comunitari per aver recepito  in maneria non adeguata quanto previsto dalla direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione.

Oltre 22.023 i disabili avviati al lavoro in Italia nel 2011. Dopo la grave flessione registrata nel biennio 2006-2008 (-34 per cento), nel corso del 2010-2011 i lavoratori disabili sono cresciuti del 18,5 per cento rispetto al 2008-2009. Gli iscritti alle liste provinciali speciali del lavoro sono poco più di 644 mila, di cui quasi 65.800 nuovi iscritti (erano 83 mila nel 2010). (Isfol, Relazione sullo stato di attuazione delle norme per il collocamento obbligatorio e mirato delle persone disabili  relativo al biennio 2010-2011).

Donna quasi la metà dei disabili iscritti al collocamento. Le donne  rappresentano il 48 per cento del totale degli iscritti, e raggiungono la quota di 308.142 (erano oltre 359 mila nel 2010). Dall’esame delle iscrizioni per tipologia di invalidità si osserva che sia per il biennio 2010-2011 che nel biennio precedente, prevalgono gli invalidi civili nell’ambito del numero di beneficiari che accedono agli elenchi unici. Essi ammontano a 70.138 nel 2011 (erano 75.988 nel 2010), seguono sempre per il 2011 gli invalidi del lavoro 1.778, gli invalidi per servizio 384, i non vedenti 282, i sordi 703.

Gli immigrati con disabilità. Nel 2011 risultano iscritti agli elenchi provinciali 11.600 immigrati. Un terzo di questi sono donne. Ne erano 7.073 nel 2008. La dislocazione territoriale delle iscrizioni nelle liste provinciali degli immigrati riguarda soprattutto le aree del nord ovest e del nord est dove ci sono mercati del lavoro più ricettivi. Gli avviati al lavoro nel biennio 2010-2011 ammontano a 693. Come per gli iscritti anche in questo caso un terzo degli avviati riguarda le donne.

Settore pubblico e privato. Se si prendono in considerazione i posti disponibili nei settori del pubblico e del privato si ha la seguente situazione: al 31 dicembre 2008 erano 78.200 i posti scoperti, di cui 64.866 nel settore privato e 13.334 nella pubblica amministrazione. Quasi 80 mila posti scoperti, che nel corso del 2009 sono stati occupati solamente per un quarto, con i 20.830 avviamenti al lavoro. Il maggior numero di avviamenti è avvenuto attraverso lo strumento della convenzione (49%) e gli avviamenti nominativi rappresentano il 41,9%, vanificando la quota dell’avvio numerico previsto dalla legge. (Indagine Isfol Plus 2008)
In calo le assunzioni, sono oltre 19.600 nel 2011. Le assunzioni registrate nel biennio risultano complessivamente a 20.793 nel 2010 e 19.605 nel 2011. In entrambe le annualità la prevalenza in termini assoluti dei rapporti di lavoro a tempo determinato è netta nelle ripartizioni settentrionali, mentre al centro e nel sud continuano a prevalere gli avviamenti a tempo indeterminato. Per la prima volta, nel 2009 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato scendono sotto il 50% e si attestano al 47,5%. Erano il 54,6% nel 2008. Aumentano d’altro canto i contratti a  tempo determinato (erano il 41,6% nel 2008, salgono fino al 48,5% nel 2009).

 

Disabilità e lavoro: la situazione in Italia

Sono 22.023 le persone con disabilità avviate al lavoro registrate a fine biennio 2010-2011, secondo il report curato dall’Isfol, della “Sesta Relazione sullo stato di attuazione delle norme per il collocamento obbligatorio e mirato delle persone disabili (Legge 68/99)” relativo agli anni 2010-2011.
In generale, i disabili avviati al lavoro nel corso del 2010-2011 mostrano una ripresa del 18,5% rispetto al biennio 2008-2009; rispetto alla grave flessione registrata nel biennio 2006-2008 che si attestava al 34%: gli avviati al lavoro erano 31.535 nel 2007 e solo 22.023 nel 2011.

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Contemporaneamente, nel solo anno 2011 ci sono stati 65.795 nuovi iscritti alle liste speciali del collocamento obbligatorio e 83 mila nel 2010. Numeri che portano il totale dei disabili iscritti alle liste provinciali speciali del lavoro a quota 644.029 (dato riferito al 2011; nel 2010 erano 743.623).
Le donne nel 2011 rappresentano il 48% del totale degli iscritti, e raggiungono la quota di 308.142 (erano oltre 359 mila nel 2010).

Dall’esame delle iscrizioni per tipologia di invalidità si osserva che sia per il biennio 2010-2011 che nel biennio precedente, prevalgono gli invalidi civili nell’ambito del numero di beneficiari che accedono agli elenchi unici. Essi ammontano a 70.138 nel 2011 (erano 75.988 nel 2010), seguono sempre per il 2011 gli invalidi del lavoro 1.778, gli invalidi per servizio 384, i non vedenti 282, i sordi 703.

Gli immigrati con disabilità. Nel 2011 risultano iscritti agli elenchi provinciali 11.600 immigrati. Un terzo di questi sono donne. Ne erano 7.073 nel 2008. La dislocazione territoriale delle iscrizioni nelle liste provinciali degli immigrati riguarda soprattutto le aree del nord ovest e del nord est dove ci sono mercati del lavoro più ricettivi. Gli avviati al lavoro nel biennio 2010-2011 ammontano a 693. Come per gli iscritti anche in questo caso un terzo degli avviati riguarda le donne.

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Settore pubblico e privato.
(I dati che seguono si riferiscono all’indagine Isfol Plus 2008) – Se si prendono in considerazione  i posti disponibili nei settori del pubblico e del privato si ha la seguente situazione: al 31 dicembre 2008 erano 78.200 i posti scoperti, di cui 64.866 nel settore privato e 13.334 nella pubblica amministrazione. Quasi 80 mila posti scoperti, che nel corso del 2009 sono stati occupati solamente per un quarto, con i 20.830 avviamenti al lavoro. Il maggior numero di avviamenti è avvenuto attraverso lo strumento della convenzione (49%) e gli avviamenti nominativi rappresentano il 41,9%, vanificando la quota dell’avvio numerico previsto dalla legge.

Le assunzioni registrate nel biennio risultano complessivamente a 20.793 nel 2010 e 19.605 nel 2011. In entrambe le annualità la prevalenza in termini assoluti dei rapporti di lavoro a tempo determinato è netta nelle ripartizioni settentrionali, mentre al centro e nel sud continuano a prevalere gli avviamenti a tempo indeterminato. Per la prima volta, nel 2009 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato scendono sotto il 50% e si attestano al 47,5%. Erano il 54,6% nel 2008. Aumentano d’altro canto i contratti a  tempo determinato (erano il 41,6% nel 2008, salgono fino al 48,5% nel 2009).


GLOSSARIO
Per collocamento mirato dei disabili si intende tutta quella serie di strumenti (tecnici e non) che permettono un’adeguata valutazione della capacità lavorativa delle persone con disabilità. Comprende l’analisi dei posti di lavoro, le forme di sostegno da attivare, siano esse di eliminazione di barriere architettoniche che di relazione. Hanno diritto al collocamente mirato tutti i disabili con percentuale di invalidità uguale o superiore al 46%. I servizi offerti sono:

  • adempimenti amministrativi (ad esempio iscrizioni, rilascio di certificati, ecc.)
  • sportello informativo sulla legge 68/1999
  • consulenza e orientamento agli iscritti e alle aziende per facilitare l’incontro tra le diverse esigenze
  • l’inserimento mirato per favorire l’incontro domanda/offerta.  

Il collocamento obbligatorio. La legge n. 68/1999 stabilisce che tutti i datori di lavoro che collochino più di 15 dipendenti siano obbligati a riservare una quota delle proprie assunzioni a soggetti disabili, con percentuale di invalidità uguale o superiore al 46%. Questa “quota di riserva” deve essere comunicata annualmente ai servizi per l’impiego ai fini del collocamento mirato.

L’effetto dei pesanti tagli passa quasi inosservato

da Tecnica della Scuola

L’effetto dei pesanti tagli passa quasi inosservato
di Lucio Ficara
Esuberi e soprannumerari raggiungono 7056 unità, un dramma legato ai tagli degli organici dei docenti, e dopo la pubblicazione dei movimenti, tirando le somme si comprendere quali siano gli effetti, dovuti principalmente a due fattori: il riordino di Gelmini e la riforma Fornero
Si calcola che solo nelle scuole secondarie di secondo grado ci sono oltre settemila esuberi, per la precisione si tratta di 7056 docenti che, dopo la mobilità per l’anno scolastico 2013-2014, non avranno più una cattedra di titolarità e andranno potenzialmente a fare parte della Dotazione organica provinciale.  Da un’interessante elaborazione fatta dalla Flc Cgil si ricava che nella scuola secondaria di secondo grado ci sono 6919 posti curriculari vacanti per un numero di esuberi pari 6991, mentre a fronte di 481 posti disponibili sul sostegno ci sono 65 esuberi. Visto il gran numero di personale in esubero sarebbe opportuno utilizzare prioritariamente questa forza lavoro, nelle proprie scuole per il potenziamento, l’ampliamento del tempo scuola e della qualità dell’offerta formativa.  Questo significherebbe dare un segnale serio e convinto per chi come lo stesso ministro , Maria Chiara Carrozza, si dichiara favorevole al superamento del passaggio da organico di diritto a organico di fatto, sperimentando l’organico funzionale. La cosa incredibile è che questi grandi numeri di esuberi , consolidati anche per il prossimo anno scolastico, passano inosservati, quasi ci dovessimo abituare alla prassi di sostenere un sistema che vede migliaia e migliaia di docenti senza cattedra, sistemati su altre classi di concorso o sul sostegno. In questi casi andrebbe garantita la piena applicazione della norma che prevede la possibilità di collocamento a riposo con i requisiti pre-riforma Fornero, per coloro che appartengono a classi di concorso in esubero.  Comunque al netto di questi ingenti esuberi, rimangono disponibili 15mila cattedre, quota che può consentire le immissioni in ruolo già annunciate dallo stesso ministro dell’Istruzione.

Scuola dell’obbligo. Come funziona in Europa?

da Tecnica della Scuola

Scuola dell’obbligo. Come funziona in Europa?
In Inghilterra l’obbligo va dai 5 ai 16 anni come pure in Francia e in Spagna. In germani ognuno dei 16 Länder stabilisce il percorso. Un interessante articolo della Stampa sul funzionamento della scuola dell’obbligo nelle tre nazioni europee
Il governo britannico ha pubblicato il nuovo programma per la scuola dell’obbligo che (Scozia esclusa) va dai 5 ai 16 anni . Nelle intenzioni di Downing Street il regolamento modernizzerà le lezioni per avvicinarsi al livello delle scuole di Hong Kong e Singapore e della Finlandia, considerate le migliori al mondo. Com’è strutturata la scuola dell’obbligo britannica? Alla nostra scuola elementare corrispondono i Key Stage 1 e 2, dove si studiano inglese, matematica, scienze, informatica, storia, geografia, musica, arte, religione. I Key Stage 3 e 4 corrispondono alle nostre medie più i primi due anni delle superiori. In questa fase si studia in aggiunta una lingua straniera più altre materie, alcune delle quali facoltative. In che cosa consistono i cambiamenti del nuovo programma britannico? Lo scopo è avvicinare di più la scuola al mondo produttivo con un’impronta scientifica. A 5 anni non si imparerà più a scrivere al pc ma si apprenderà il linguaggio base per creare un’applicazione. Saranno introdotte le frazioni fin dalla 1ª elementare. L’insegnamento della matematica e delle scienze (si studieranno da subito l’evoluzione e i mutamenti climatici) avrà maggior peso. Gli allievi dovranno imparare la cronologia della storia britannica. I ragazzi tra gli 11 e i 14 anni studieranno la opere di Shakespeare. Il nuovo programma dovrebbe entrare in vigore nel settembre 2014. Ma molti pensano che il governo abbia calcolato i tempi con troppo ottimismo. Come funziona invece la scuola media in Francia? Il sistema è simile a quello italiano, con la differenza che la scuola media (Collège) dura quattro anni e non tre. I ragazzi promossi alle elementari entrano a 11-12 anni ed escono a 14-15, frequentando quattro classi, dalla Sixième alla Troisième (in ordine decrescente, quindi la sesta è la prima media, la terza la «quarta media»), divise in due cicli di 2 anni: il Cycle d’observation e il Cycle d’orientation. La scelta della scuola superiore (Lycée) avviene di solito dopo il primo ciclo, quindi intorno ai 13-14 anni. La media si conclude con l’ottenimento di un Diploma nazionale. Frequentare la scuola è obbligatorio e gratuito per tutti dai 6 ai 16 anni. Quali sono le particolarità del sistema francese? La principale è la sua estrema selettività. I posti nei licei migliori sono ambiti perché danno accesso alle università o alle migliori Grands écoles. Per entrarci bisogna avere ottimi voti fin dalle medie. La selettività si riflette anche nelle bocciature. In Francia la percentuale di studenti che hanno ripetuto almeno un anno nel loro ciclo di studi è del 38%, secondo l’Ocse la più alta in tutti i Paesi occidentali.
Com’è la situazione in Germania? Nella maggior parte dei casi i ragazzi sono suddivisi in differenti tipi di superiori all’età di 10 anni. Si entra a scuola a sei e il ciclo delle elementari dura 4 anni (sei a Berlino e nel Brandeburgo). Alla primaria segue la secondaria di primo grado, articolata in quattro forme, che variano da regione a regione: nel sistema federale tedesco la scuola rientra tra le competenze dei 16 Länder. Al termine delle elementari gli insegnanti consigliano il tipo di superiore più adatto. In alcuni Länder la raccomandazione è vincolante, in altri i genitori possono decidere il tipo di superiore per i loro figli. In diversi Länder i primi due anni delle superiori sono strutturati come uno speciale biennio comune di orientamento o di prova, per rinviare fino alla fine della 6ª (12 anni compiuti) la scelta definitiva del tipo di superiore. Quali opzioni hanno qui i ragazzi dopo le elementari?
Si può scegliere tra il Gymnasium (il liceo), che dura 8 o 9 anni e prepara agli studi universitari, la Hauptschule, che è simile agli istituti professionali e varia da 5 a 6 anni, terminati i quali si può iniziare la formazione professionale nel quadro del «sistema duale», la Realschule, che dura fino a sei anni e ricorda gli istituti tecnici e la Gesamtschule, che fornisce un insegnamento comune a tutti i ragazzi. È possibile trasferirsi da un tipo di superiore a un altro, ma il passaggio da una Realschule a un Gymnasium è più raro del percorso inverso. La precoce ripartizione dei ragazzi in diverse forme di superiori e le barriere tra loro è spesso al centro di critiche. Cosa succede in Spagna dopo le elementari? Il sistema scolastico è diviso in 4 fasi: Infantil, da 0 a 6 anni (volontario e gratuito); Educación Primaria (le nostre elementari, da 6 a 12 anni, obbligatoria e gratuita); Educación Secundaria Obligatoria (da 12 a 16 anni, obbligatoria e gratuita); Bachillerato (il nostro liceo, da 16 a 18 anni, volontario e gratuito) o Formación Profesiónal (nostri istituti professionali, due anni). Alla fine delle elementari gli alunni hanno una sola opzione, la Eso. Il governo popolare sta però varando una nuova legge, che entrerà in vigore nel 2014-2015, con cui si accorcia di un anno la Eso e si allunga, sempre di uno, Bachillerato e Fp.
Bisogna sostenere degli esami per passare dalla Ep alla Eso? Non ci sono barriere, ma la riforma prevede, al 3º anno della Ep, un esame di matematica e lingua e alla fine un’altro su tutte le materie. E si accederà alla Eso solo superandolo o con l’ok del corpo insegnante.

La Gilda critica sul sistema di valutazione

da Tecnica della Scuola

La Gilda critica sul sistema di valutazione
di P.A.
Il nuovo Governo agisce in continuità col vecchio. Il testo pubblicato in G.U non presenta obiettivi e finalità sanzionatorie né un sistema di premialità: FGU-Gilda rimane quindi critica rispetto alle scelte politiche in tema di valutazione
In particolare, per la parte tecnica, la Gilda in un comunicato si dice preoccupata per il meccanismo che rischia di diventare un ulteriore aggravio di lavoro burocratico per chi insegna (compilare tante carte per giustificare il processo), togliendo tempo e spazio all´attività professionale principale degli insegnanti: cioè insegnare, appunto. E preoccupa alla FGU-Gilda degli Insegnanti il ruolo affidato all´Invalsi, le cui prerogative sono ampliate notevolmente. L´art. 3 del regolamento affidata infatti all´Invalsi i poteri di proporre i protocolli di valutazione e i programmi delle visite alle istituzioni scolastiche da parte dei costituendi “nuclei di valutazione”, di definire gli indicatori di efficacia e di efficienza per identificare le scuole in crisi e gli indicatori per la valutazione dei dirigenti e di redigere un rapporto periodico sul sistema scolastico e formativo. Inoltre, anche l´autovalutazione delle scuole dovrà seguire il quadro di riferimento predisposto dall´Invalsi (art. 6). In questo modo, valutazione esterna ed interna si uniformano, annullando ogni possibilità di confronto dialogico tra la situazioni e invadendo l´ambito della libertà d´insegnamento. Diversa e più articolata la funzione dell´ Indire che interviene a supporto dei piani di miglioramento, adottati autonomamente dalle singole scuole (art.4). La Gilda FGU rileva ancora con inquietudine che all´ Invalsi (Organo tecnico) sono stati affidati poteri inappellabili. Questa scelta non appare utile ad un effettivo miglioramento dell´ offerta formativa (es. mancano tutti gli indicatori di efficacia e efficienza, mancano i parametri sui quali si valutano le scuole), ma può preludere ad un irrigidimento e ad una conformistico adeguamento a criteri e modelli definiti da un organismo tecnico e non politico. Conseguenza che, nella Scuola di Stato come concepita dalla nostra Costituzione, potrebbe risultare assai grave.

Il sistema informatico del ministro dell’economia è in tilt

da Tecnica della Scuola

Il sistema informatico del ministro dell’economia è in tilt
Rischiano di slittare i pagamenti delle supplenze, per gli esami e dal fondo di istituto: il ministero dell’economia in panne
La Flc-Cgil fa sapere che è bloccato dai primi di luglio il sistema SPT che consente alle scuole di inserire i dati di supplenze, esami, fis in base ai quali il ministero dell’economia effettua i pagamenti. Stanno per scadere i termini oltre i quali non sarà più possibile aggiornare gli stipendi di luglio e tutto slitterà di un mese per cui chi ha lavorato nella scuola rischia di non sapere quando riceverà il dovuto mentre le segreterie sono in panne sia per il blocco del sistema e sia per l’accumulo di lavoro. Intanto sono pure iniziati i turni di ferie e quindi il si prevede caos

Obbligo scolastico fino a 18 anni, forse ora i tempi sono maturi

da Tecnica della Scuola

Obbligo scolastico fino a 18 anni, forse ora i tempi sono maturi
di A.G.
Presentata una proposta di legge dall’insegnante e senatore del Pd Roberto Ruta. Nasce da un appello promosso nel 2009 dal professor Franco Labella, quando l’idea fu sottoscritta da migliaia di docenti, oltre che da diverse personalità di rilievo. Tra cui Stefano Rodotà, Alessandro Pace, Moni Ovadia. Ma il Governo Berlusconi non la prese in considerazione.
Allargare lo studio delle discipline economiche e giuridiche a tutti i bienni superiori e innalzare l’obbligo scolastico fino alla maggiore età: la doppia richiesta è contenuta in una proposta di legge presentata il 9 luglio al Senato dal senatore del Pd Roberto Ruta, che è anche insegnante, e sottoscritta da alcuni senatori dello stesso Partito democratico.
L’idea di portare a Palazzo Madama il ddl nasce da un appello promosso nel 2009 dal professor Franco Labella: in quell’occasione fu sottoscritto da migliaia di docenti della scuola e universitari, oltre che da diverse personalità di rilievo. Tra cui Stefano Rodotà, Alessandro Pace, Moni Ovadia. Ma in quell’occasione la proposta rimase inascoltata, sia dall’allora ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, sia dalla maggioranza politica di centro-destra. Ora, con un Governo dalle rappresentanze trasversali, il Partito democratico ci riprova.
“Bisogna dare agli studenti strumenti di conoscenze e di competenze idonee ad aumentare la capacità critica – ha spiegato il senatore democratico, primo firmatario del ddl – per consentirgli di avere una migliore comprensione della realtà sociale e politica odierna e metterli in condizioni di partecipare in maniera responsabile alla vita dello Stato. Il ddl riprende a pieno quella proposta – conclude Ruta – perché eliminare dal piano di studi il diritto e l’economia mi sembra una scelta del tutto non europea, soprattutto se consideriamo che lo studio di discipline giuridiche ed economiche è una costante nei piani di studio delle scuole superiori degli altri paesi dell’Ue”.
Quante possibilità vi sono che la proposta possa tramutarsi in una legge dello Stato. Come al solito, dipende dalla volontà politica. Che dovrà essere particolarmente forte. La scuola superiore italiana, infatti, è stata riformata da poco tempo: basti pensare che con l’avvio dell’a.s. 2013/14 entrerà in vigore al quarto. Con il quinto anno che conterrà anche programmi e orari del vecchio ordinamento. È difficile, quindi, che possa essere rivista facilmente. A meno che non si decida di introdurre la materia all’interno di un’altra. Come è accaduto per lo studio della Costituzione italiana.
Anche per quanto riguarda la proroga dell’obbligo scolastico fino ai 18 anni degli studenti le speranze non sono tante: anche se il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha messo tra le priorità del suo mandato quella di combattere la dispersione scolastica, un provvedimento di questo genere comporterebbe, infatti, un impegno economico non così trascurabile. E in tempi di “magra” come quello che stiamo vivendo può diventare una richiesta davvero improbabile. Ma non più impossibile.

Apprendistato professionalizzante: la regolamentazione transitoria fino al 31 dicembre 2015

da Il Sole 24 Ore

Apprendistato professionalizzante: la regolamentazione transitoria fino al 31 dicembre 2015
In considerazione della grave crisi occupazionale che coinvolge in particolare i soggetti giovani, sono state dettate disposizioni transitorie che riguardano l’apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere sino al 31.12.2015 (art. 2, D.L. 28.6.2013, n. 76).
La norma prevede che, entro il 30 settembre 2013 la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano adotta linee guida volte a disciplinare il contratto di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere per assunzioni effettuate entro il 31 dicembre 2015 dalle microimprese, piccole e medie imprese, anche in vista di una disciplina maggiormente uniforme sull’intero territorio nazionale dell’offerta formativa pubblica di cui all’articolo 4 D.Lgs. 14.9.2011, n. 167. Nell’ambito delle linee guida di cui al precedente periodo, possono in particolare essere adottate le seguenti disposizioni derogatorie del D.Lgs. 14.9.2011, n. 167: a) il piano formativo individuale di cui all’articolo 2, comma 1, lettera a), è obbligatorio esclusivamente in relazione alla formazione per l’acquisizione delle competenze tecnico-professionali e specialistiche; b) la registrazione della formazione e della qualifica professionale a fini contrattuali eventualmente acquisita è effettuata in un documento avente i contenuti minimi del modello di libretto formativo del cittadino; c) in caso di imprese multi localizzate, la formazione avviene nel rispetto della disciplina della regione ove l’impresa ha la propria sede legale. In caso di mancata regolamentazione, entro il 30 settembre 2013 da parte della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, per tutte le assunzioni con contratto di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere, effettuate dal 28.6.2013 e fino al 31 dicembre 2015, trovano diretta applicazione le previsioni di cui alle lettere a), b) e c) di cui sopra. Resta ferma la possibilità di una diversa disciplina in seguito all’adozione delle linee guida o in seguito all’adozione di disposizioni di specie da parte delle singole regioni (art. 2, co. 1 – 3, D.L. 28.6.2013, n. 76).

Lecce: 100 e lode con standing ovation

da tuttoscuola.com

Lecce: 100 e lode con standing ovation

Mai visto un 100 e lode così”.I commissari che hanno seguito gli esami di maturità nell’istituto ‘Galilei – Costa’ di Lecce hanno voluto comunicare di persona, tra applausi e commozione, in una cerimonia pubblica il loro compiacimento per il risultato ‘eccezionale’ di uno studente altrettanto eccezionale.

E così, a conclusione degli scrutini e a risultati già pubblicati, hanno riconvocato a scuola Vincenzo Rubano, studente salentino non vedente che già in passato si era fatto notare per le sue qualità: al terzo anno aveva condotto con successo una battaglia personale contro le inaccessibilità ai non vendenti di siti web e di alcuni software creando ed implementando il sito di denuncia ‘Ti tengo d’occhio’. Al quarto anno ha poi concepito il sistema ‘V4B – Video4Blind’ per rendere ‘visibili’ ai ciechi i video su Youtube, e appena due mesi fa è stato invitato a partecipare al DrupalCon di Portland negli Usa dove ha ricevuto una proposta di una borsa di studio di sei mesi in America.

Vincenzo ha continuato a stupire anche agli esami di maturità e la commissione ha voluto comunicargli di persona il risultato raggiunto: 100 e lode con plauso.

Agli scritti (italiano, informatica e terza prova) Vincenzo ha ottenuto 45/45, ma è all’esame orale che ha letteralmente sbalordito tanto che a conclusione della prova la commissione presieduta dal professore Maurizio Scardia si è alzata in piedi e commossa ha iniziato ad applaudire seguita da coloro che assistevano all’esame: i compagni di Vincenzo, parenti, altri docenti e personale della scuola. Unica un po’ interdetta, che non ha ben compreso cosa stesse accadendo è stata Marisol, il cane guida di Vincenzo.

Idonei al concorsone, ma non vincitori di concorso. Che fare?

da tuttoscuola.com

Idonei al concorsone, ma non vincitori di concorso. Che fare?

L’Anief propone la strada del ricorso

L’Anief ha diffuso una nota in cui invita una nuova categoria a  partecipare alla propria attività di ricorsi per vedere riconosciuti  diritti: gli idonei (ma non vincitori) del concorso per docenti del 2012, per molte classi di concorso e regioni ancora in corso. Le azioni che  l’organizzazione sindacale vorrebbe promuovere sono “per la creazione  di una graduatoria di merito cui attingere per il 50% delle immissioni  in ruolo nei prossimi tre anni e per la possibilità di optare per il  punteggio ottenuto al concorso precedente se più favorevole”.

Il battagliero sindacato guidato da Marco Giordano ricorda  puntigliosamente i propri ricorsi presentati in occasione di questa  prova selettiva concorsuale, che sono stati davvero tanti, “contro  le esclusioni di intere categorie di candidati, la soglia di 35/50 alle  preselezioni, l’obbligo della prova di inglese alla primaria e la  valutazione separata della prova di laboratorio”.

L’idea che chi risulti idoneo a un concorso docenti come questo (che –  non fosse anche per il solo utilizzo delle prove preselettive e per i  dati numerici sulle scremature avvenute – ha avuto un grado di  difficoltà non paragonabile agli altri concorsi e selezioni precedenti per  l’accesso all’insegnamento) possa avere un percorso preferenziale per la  cattedra, può avere anche un suo fondamento deontologico (prima ancora  che giuridico). Specie se si raffronta la situazione di questi con chi ottiene la cattedra, concorsi e selezioni non avendone mai  superati (e la recente storia dei  Percorsi Abilitanti Speciali, o Tfa speciali, mostra come questa modalità di accesso all’insegnamento sia dura a morire).

Tuttavia, la pratica di intraprendere questo tipo di ricorso da parte  di un’associazione che ha combattuto pervicacemente a fianco di chi  questo concorso non lo voleva nemmeno, e per l’allentamento di alcuni  criteri selettivi del concorso e – con successo – per l’istituzione dei  Percorsi Abilitanti Speciali già menzionati, lascia trasparire qualche  debolezza, se non sul lato dell’idea e della fondatezza giuridica, su  quello della coerenza.

Il Pd chiede la compensazione di crediti e debiti delle scuole con l’Erario

da tuttoscuola.com

Il Pd chiede la compensazione di crediti e debiti delle scuole con l’Erario

Le deputate del Pd della VII Commissione Grazia Rocchi, Maria Coscia e Mara Carocci hanno presentato un’interrogazione urgente al Miure al Ministero dell’Economia e delle Finanze per chiedere come intendano intervenire per evitare che le già scarse finanze delle istituzioni scolastiche destinate al funzionamento ordinario vengano appesantite di oneri connessi a sanzioni e more.

E’ impensabile infatti, afferma una delle interroganti, Grazia Rocchi, che le istituzioni scolastiche che vantano residui attivi per circa 580 milioni di euro nei confronti del Miur e che spesso sono state costrette ad utilizzare fondi propri per fronteggiare i pagamenti, siano costrette a pagare sanzioni per non essere riuscite a pagare in tutto o in parte i contributi.

E’ necessario – prosegue Mara Carocci – che si risolva in tempi rapidi questa incresciosa situazione che sta mettendo in ulteriore difficoltà economica le scuole, facendo ricadere sui Dsga e sui dirigenti scolastici la responsabilità di un omesso o ritardato pagamento degli oneri contributivi la cui causa è prevalentemente riconducibile ai forti ritardi di liquidazione delle risorse spettanti  del Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca”.

Auspichiamo – conclude la capogruppo  Pd in VII commissione – che si raggiunga rapidamente un accordo che non penalizzi ulteriormente le istituzioni scolastiche messe in ginocchio da ripetuti tagli ai loro bilanci”.

Dal 22/7 tavolo Ministero-sindacati ex Lsu e pulizie

da tuttoscuola.com

Dal 22/7 tavolo Ministero-sindacati ex Lsu e pulizie

Il 22 luglio prossimo partirà un tavolo politico di confronto con le rappresentanze sindacali dei lavoratori ex Lsu e dei cosiddetti appalti storici per le pulizie nelle scuole: lo ha garantito il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi-Doria, nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali. Ne dà notizia una nota del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Durante l’incontro le organizzazioni sindacali hanno chiesto un progetto che assicuri la continuità occupazionale e reddituale del personale attualmente impiegato dalle ditte titolari di contratti di servizi con le istituzioni scolastiche ed educative, alla necessità urgente di garantire la cassa integrazione guadagni in deroga, alla possibilità di prorogare l’avvio dei nuovi contratti conseguenti alla gara Consip per garantire il passaggio dei lavoratori alle nuove imprese. Necessità, sottolinea la nota, che si presentano “a seguito dei risparmi e delle razionalizzazioni all’interno del comparto scuola stabilite precedentemente al 2011“.

Rossi-Doria ha comunicato la piena disponibilità del ministro Maria Chiara Carrozza a istituire un tavolo, a partire dal 22 luglio, finalizzato ad affrontare le questioni poste. Inoltre il Ministero si è impegnato ad attuare ogni iniziativa utile con i Ministeri competenti per assicurare l’erogazione della cassa integrazione guadagni in deroga (in base all’accordo del 14 giugno 2011 e seguenti), e a ricordare nelle sedi opportune l’esigenza di continuità nel sostegno al reddito per i lavoratori appartenenti ai cosiddetti appalti storici.

Una prima informativa in merito verrà fatta dal Miur alle organizzazioni sindacali il 17 luglio. Il Ministero infine verificherà con Consip la fattibilità giuridica della riprogrammazione temporale dell’avvio dei nuovi contratti attuativi. “Si tratta di un passaggio importante – ha dichiarato Rossi-Doria – perché si è passati da un confronto tecnico ad un tavolo politico, che avrà il compito di affrontare l’insieme delle questioni per vagliare una situazione molto complessa, per altro ereditata. Ringrazio le rappresentanze sindacali per la disponibilità a questo confronto di merito“.

Rassegna Stampa 10 luglio 2013

IN  PRIMO  PIANO

 
   
il Sole 24 Ore  del  10-07-2013  
SE IL RILANCIO COMINCIA DALLA CURA BEI (A.Quadrio curzio) [solo_testo] pag. 1  
L’Unita’  del  10-07-2013  
SCUOLA L’ITALIA BOCCIATA IN EUROPA (N.Cacace) [solo_testo] pag. 16  
Corriere della Sera  del  10-07-2013  
IL PAESE CHE PREFERISCE I FRIGORIFERI AI LIBRI (G.Stella) [solo_testo] pag. 1  
la Repubblica  del  10-07-2013  
LA SCIENZA A MODO MIO (M.Bucchi) [solo_testo] pag. 47  
   

MINISTERO

 
   
La Repubblica – Cronaca di Roma  del  10-07-2013  
MATURITA’, I PRIMI RISULTATI: PIU’ PROMOSSI, MA SPARISCONO I 100 CON LODE (E.Castellucci) [solo_testo] pag. 1  
la Stampa  del  10-07-2013  
UNA MATURITA’ SEVERA RARISSIMI I CENTO E LODE (M.Martinengo) [solo_testo] pag. 42  
il Resto del Carlino – Cronaca di Bologna  del  10-07-2013  
LA LODE BACIA ANCHE IL PIER CRESCENZI (F.Gieri) [solo_testo] pag. 7  
il Resto del Carlino – Cronaca di Bologna  del  10-07-2013  
L’INVIATA DEL MINISTERO NELLE SCUOLE: “CHE MENTI BRILLANTI, FARANNO STRADA” (F.g.) [solo_testo] pag. 7  
Il Tirreno – Ed. Grosseto  del  10-07-2013  
SUL SITO DEL TIRRENO I TRASFERIMENTI DEI PROF [solo_testo] pag. 2  
la Repubblica – ed. Torino  del  10-07-2013  
INSEGNANTI DI SOSTEGNO E TAGLI IN COMUNE LA TENSIONE E’ ALTA (D.lon.) [solo_testo] pag. 2  
il Messaggero – Cronaca di Roma  del  10-07-2013  
SCOTCH SULLA BOCCA DEGLI ALUNNI CONDANNATA UN’INSEGNANTE (A.Pierucci) [solo_testo] pag. 42  
il Mattino  del  10-07-2013  
SCUOLA, NIENTE ASSISTENZA ALL’INVALIDA: E’ MAGGIORENNE (P.Capuano) [solo_testo] pag. 50  
Il Secolo Piu’ (Il Secolo XIX)  del  10-07-2013  
QUI ASSUMONO 4 MILA GIOVANI (M.Portaluri) [solo_testo] pag. 8/9  
Corriere della Sera – ed. Roma  del  10-07-2013  
“PORTE APERTE” ALLA SAPIENZA [solo_testo] pag. 10  
Corriere della Sera  del  10-07-2013
IL DOPPIO RUOLO DI MONTI E I MALUMORI IN BOCCONI (M.Giannattasio) [solo_testo] pag. 8
la Stampa  del  10-07-2013
UN MESE IN GIRO PER IL MONDO PER PROVARE TUTTI GLI IMPIEGHI E TROVARE QUELLO DEI SOGNI (B.Minello) [solo_testo] pag. 11
Il Secolo XIX  del  10-07-2013
UNIVERSITA’, IL RETTORE ELUDE IL PROBLEMA (F.Berruti) [solo_testo] pag. 17
Giorno/Resto/Nazione  del  10-07-2013  
Int. a R.Muti: “CULTURA, CAMBIAMO MUSICA” IL J’ACCUSE DI RICCARDO MUTI (E.Gatta) [solo_testo] pag. 27  
Corriere della Sera  del  10-07-2013  
L’EMOZIONE DI PASSEGGIARE NEL VUOTO (T.Avoledo) [solo_testo] pag. 1  
TST Tutto Scienze e Tecnologie(La Stampa)  del  10-07-2013  
A PASSEGGIO A 28 MILA ALL’ORA LA PRIMA VOLTA DI UN ITALIANO (A.Lo campo) [solo_testo] pag. 3  
Il Secolo XIX  del  10-07-2013  
Int. a P.Nespoli: “BISOGNA EVITARE LE MICRO-METEORITI” (F.Margiocco) [solo_testo] pag. 8  
Corriere della Sera  del  10-07-2013  
LA VITA FACILE CON UN CLIC BUON COMPLEANNO APP (B.Severgnini) [solo_testo] pag. 1  
il Messaggero  del  10-07-2013  
INTERNET, QUESTA SCONOSCIUTA (A.Pascale) [solo_testo] pag. 1  
L’Unita’  del  10-07-2013  
INFINITI UNIVERSI PARALLELI (C.Pulcinelli) [solo_testo] pag. 18  
il Messaggero  del  10-07-2013  
“L’UNIVERSO NON E’ SOLO” (M.Di forti) [solo_testo] pag. 25  
il Messaggero  del  10-07-2013  
“ECCO IL TEST PER L’ALZHEIMER” (C.Massi) [solo_testo] pag. 21  
il Messaggero  del  10-07-2013  
ALLA RICERCA DELL’ELISIR DI LUNGA VITA (F.Pierantozzi) [solo_testo] pag. 22  
   

PUBBLICA  AMMINISTRAZIONE  E  SOCIETA’

 
   
il Sole 24 Ore  del  10-07-2013  
Int. a J.Barroso: “PIU’ SPAZIO PER GLI INVESTIMENTI” (B.Romano) [solo_testo] pag. 9  
Corriere della Sera  del  10-07-2013  
CONTRATTI PIU’ FELSSIBILI E RISORSE SULLE TASSE LA MAGGIORANZA CI PROVA (V.Santarpia) [solo_testo] pag. 7  
il Sole 24 Ore  del  10-07-2013  
FOCUS – TIROCINI CON LE VECCHIE REGOLE FINO AL 31 DICEMBRE 2015 (N.Bianchi/B.Massara) [solo_testo] pag. 2  
il Sole 24 Ore  del  10-07-2013  
FOCUS – MENO VINCOLI PER LE AZIENDE SULLA FORMAIZONE DEI GIOVANI (A.Zambelli) [solo_testo] pag. 6  
il Sole 24 Ore  del  10-07-2013  
FOCUS – PER CHI ASSUME UN BONUS PARI A UN TERZO DELLO STIPENDIO (A.Cannioto/G.Maccarone) [solo_testo] pag. 4  
Corriere della Sera  del  10-07-2013  
EMERGENZA ACQUA “SUBITO UN PIANO” (A.Jacchia) [solo_testo] pag. 27  
il Messaggero  del  10-07-2013  
PIANO DA 730 MILIONI PER INFANZIA E ANZIANI [solo_testo] pag. 12  
il Sole 24 Ore  del  10-07-2013  
LA CORTE DEI CONTI SALVA LE SOCIETA’ STRUMENTALI DELLA PA (G.Trovati) [solo_testo] pag. 17  
Libero Quotidiano  del  10-07-2013  
DA “ATTIZIO” A “ESCUTERE” COME TRADURRE IL BUROCRATESE (C.Langone) [solo_testo] pag. 31  
Corriere della Sera  del  10-07-2013  
“GOVERNI E AMMINISTRAZIONI DIVENTINO FACILI COME UN VIDEOGIOCO” (A.Rociola) [solo_testo] pag. 25  
Il Fatto Quotidiano  del  10-07-2013  
Int. a L.Boldrini: “LAVORO, MIGRANTI, IUS SOLI IO STO DALLA PARTE DELLA CARTA” (M.Gerina) [solo_testo] pag. 6  
L’Unita’  del  10-07-2013  
Int. a R.Prodi: “E’ STATO UN MONITO FORTE AI GOVERNANTI” (F.Fantozzi) [solo_testo] pag. 5  
la Repubblica  del  10-07-2013  
IL CRIMINE DELL’INDIFFERENZA (B.Spinelli) [solo_testo] pag. 1  
   
   
 A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

 

 
     

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 160

Gazzetta Ufficiale
Serie Generale

Sommario

DECRETI PRESIDENZIALI

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10 aprile 2013


Approvazione del Piano di gestione del bacino idrografico del
distretto idrografico dell’Appennino meridionale. (13A05780)

 

 

Pag. 1

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


DECRETO 5 luglio 2013


Emissione di buoni ordinari del Tesoro a 160 giorni (2ª tranche).
(13A06011)

 

 

Pag. 6

 

 

 


DECRETO 5 luglio 2013


Emissione di buoni ordinari del Tesoro a 367 giorni. (13A06010)

 

 

Pag. 9

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 25 febbraio 2013


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Cabrio Olivo WG». (13A05774)

 

 

Pag. 12

 

 

 


DECRETO 25 febbraio 2013


Modifica dei decreti relativi all’immissione in commercio dei
prodotti fitosanitari «Picus 200 SL» e «Couraze 200 SL». (13A05775)

 

 

Pag. 15

 

 

 


DECRETO 25 febbraio 2013


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Curzate R WG Bianco». (13A05776)

 

 

Pag. 18

 

 

 


DECRETO 25 febbraio 2013


Modifica del decreto relativo all’immissione in commercio del
prodotto fitosanitario «Warrant 200 SL». (13A05777)

 

 

Pag. 21

 

 

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

 


DECRETO 5 luglio 2013


Regime onerato sui collegamenti aerei da e per gli scali di
Pantelleria e Lampedusa. (13A06007)

 

 

Pag. 24

 

 

 


DECRETO 5 luglio 2013


Cessazione del regime onerato imposto sulla rotta Bolzano-Roma
Fiumicino con il decreto 24 giugno 2009. (13A06008)

 

 

Pag. 25

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 14 giugno 2013


Conferma dell’incarico al Consorzio di Tutela oliva da mensa DOP La
Bella della Daunia, in Cerignola, a svolgere le funzioni di cui
all’articolo 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526 per
la DOP «La Bella della Daunia». (13A05772)

 

 

Pag. 25

 

 

 


DECRETO 21 giugno 2013


Conferma dell’incarico al Consorzio di tutela del Culatello di
Zibello DOP, in Zibello, a svolgere le funzioni di cui all’articolo
14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526 per la DOP
«Culatello di Zibello». (13A05769)

 

 

Pag. 27

 

 

 


DECRETO 21 giugno 2013


Autorizzazione al laboratorio «Biochim S.a.s. di D’Errico Angelo &
C.», in Vieste, al rilascio dei certificati di analisi nel settore
oleicolo. (13A05771)

 

 

Pag. 28

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 5 giugno 2013


Annullamento del decreto 8 maggio 2013 nella parte relativa allo
scioglimento della «Balletto dell’Esperia – Societa’ cooperativa», in
Fossano. (13A05667)

 

 

Pag. 29

 

 

 


DECRETO 5 giugno 2013


Annullamento del decreto 30 gennaio 2013 nella parte relativa allo
scioglimento della «Pirozzo – Societa’ cooperativa a responsabilita’
limitata ed a mutualita’ prevalente», in Rosarno. (13A05668)

 

 

Pag. 29

 

 

 


DECRETO 5 giugno 2013


Annullamento del decreto 22 dicembre 2004 nella parte relativa allo
scioglimento della «Rinascimento ’82 – S.c.r.l.», in Palomonte.
(13A05673)

 

 

Pag. 30

 

 

 


DECRETO 5 giugno 2013


Annullamento del decreto 8 maggio 2013 nella parte relativa allo
scioglimento della «Ne.Ma. societa’ cooperativa», in Ascoli Piceno.
(13A05675)

 

 

Pag. 30

 

 

 


DECRETO 6 giugno 2013


Annullamento del decreto 30 gennaio 2013 nella parte relativa allo
scioglimento della «Coop Magnum societa’ cooperativa a r.l.», in
Dugenta. (13A05674)

 

 

Pag. 31

 

 

 


DECRETO 10 giugno 2013


Annullamento del decreto 13 marzo 2013 nella parte relativa allo
scioglimento della «Prima Tevere 75 – Societa’ cooperativa», in
Pontecorvo. (13A05670)

 

 

Pag. 32

 

 

 


DECRETO 10 giugno 2013


Annullamento del decreto 12 luglio 2012 nella parte relativa allo
scioglimento della «Giumart – Societa’ cooperativa a r.l.», in Roma.
(13A05671)

 

 

Pag. 32

 

 

 


DECRETO 10 giugno 2013


Annullamento del decreto 12 luglio 2012 nella parte relativa allo
scioglimento della «IRIS 2006 Societa’ cooperativa edilizia a
responsabilita’ limitata», in Roma. (13A05672)

 

 

Pag. 33

 

 

 


DECRETO 11 giugno 2013


Revoca degli amministratori e dei sindaci della «Cooperativa Edil
Mediterraneo», in Marigliano, posta in gestione commissariale con
nomina del commissario governativo. (13A05871)

 

 

Pag. 33

 

 

 


DECRETO 11 giugno 2013


Revoca degli amministratori e dei sindaci della «Roma Est cooperativa
artigiana di garanzia societa’ cooperativa a responsabilita’
limitata», in Roma, posta in gestione commissariale con nomina del
commissario governativo. (13A05872)

 

 

Pag. 34

 

 

 


DECRETO 12 giugno 2013


Annullamento del decreto 13 marzo 2013 nella parte relativa allo
scioglimento della «Scuola Aurelia – Societa’ cooperativa edilizia a
responsabilita’ limitata», in Roma. (13A05669)

 

 

Pag. 35

 

 

 


DECRETO 13 giugno 2013


Scioglimento della «Edil Coop societa’ cooperativa a responsabilita’
limitata», in Roma e nomina del commissario liquidatore. (13A05978)

 

 

Pag. 35

 

 

 


DECRETO 13 giugno 2013


Scioglimento della «I Panificatori associati societa’ cooperativa»,
in Cittaducale e nomina del commissario liquidatore. (13A05979)

 

 

Pag. 36

 

 

 


DECRETO 14 giugno 2013


Liquidazione coatta amministrativa della «Piero e Gianni –
Cooperativa sociale», in Torino e nomina del commissario liquidatore.
(13A05867)

 

 

Pag. 36

 

 

 


DECRETO 14 giugno 2013


Liquidazione coatta amministrativa della «La Tartaruga 78 societa’
cooperativa edilizia», in Torino e nomina del commissario
liquidatore. (13A05868)

 

 

Pag. 37

 

 

 


DECRETO 17 giugno 2013


Revoca degli amministratori e dei sindaci della «Sant’Eufemia
societa’ cooperativa sociale», in Lamezia Terme, posta in gestione
commissariale con nomina del commissario governativo. (13A05869)

 

 

Pag. 38

 

 

 


DECRETO 17 giugno 2013


Revoca degli amministratori e dei sindaci della «Cooperativa Romea»,
in Milano, posta in gestione commissariale con nomina del commissario
governativo. (13A05870)

 

 

Pag. 39

 

 

 


DECRETO 18 giugno 2013


Revoca del decreto 30 gennaio 2013, nella parte relativa allo
scioglimento della «Agrisan piccola societa’ cooperativa a r.l.», in
Acri. (13A05982)

 

 

Pag. 39

 

 

 


DECRETO 18 giugno 2013


Revoca del decreto 13 marzo 2013, nella parte relativa allo
scioglimento della «Nuovo Millennio – Piccola Soc. Coop.va a r.l.»,
in Rieti. (13A05983)

 

 

Pag. 40

 

 

 


DECRETO 20 giugno 2013


Annullamento del decreto 14 giugno 2011, nella parte relativa allo
scioglimento della «Societa’ Cooperativa Socio Sanitaria Omega a
responsabilita’ limitata», in Roma. (13A05981)

 

 

Pag. 40

 

 

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

 


DECRETO 15 aprile 2013


Ripartizione delle risorse di cui all’ordinanza del Capo del
Dipartimento della protezione civile 20 febbraio 2013, n. 52, emanata
in attuazione dell’articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009 n.
39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77,
per l’annualita’ 2012. (13A05802)

 

 

Pag. 41

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

CONSIGLIO DI PRESIDENZA DELLA GIUSTIZIA TRIBUTARIA

 


DELIBERA 18 giugno 2013


Modifiche ed integrazioni del Regolamento interno. (Delibera n.
1514/2013). (13A05779)

 

 

Pag. 48

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


COMUNICATO


Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
madicinale per uso umano «Ceftriaxone Dotopharma». (13A05974)

 

 

Pag. 49

 

 

 


COMUNICATO


Diniego del rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio,
secondo procedura nazionale, del medicinale per uso umano «Lupidon».
(13A05975)

 

 

Pag. 49

 

 

 


COMUNICATO


Comunicato di rettifica relativo all’avviso di importazione parallela
del medicinale per uso umano «Maxalt». (13A05976)

 

 

Pag. 50

 

 

 


COMUNICATO


Diniego del rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio,
secondo procedura nazionale, del medicinale per uso umano «Flurizic».
(13A05977)

 

 

Pag. 50

 

 

CASSA DEPOSITI E PRESTITI S.P.A.

 


COMUNICATO


Avviso relativo all’emissione di tredici nuove serie di buoni
fruttiferi postali (13A05980)

 

 

Pag. 50

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 


COMUNICATO


Soppressione della Parrocchia di S. Giovanni Battista a Fogliano, in
Siena (13A05859)

 

 

Pag. 50

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Parrocchia di S. Maria dei Campi, in Castiglione
d’Orcia (13A05860)

 

 

Pag. 50

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Parrocchia di S. Cristina, in Castellina in
Chianti (13A05861)

 

 

Pag. 50

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Parrocchia dei Santi Ippolito e Silvestro, in San
Gimignano (13A05862)

 

 

Pag. 51

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Parrocchia dei Santi Giacomo e Cristoforo, in
Monteroni d’Arbia (13A05863)

 

 

Pag. 51

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Parrocchia di S. Tommaso, in Casole d’Elsa
(13A05864)

 

 

Pag. 51

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Parrocchia di S. Maria a Torre a Castello, in
Asciano (13A05865)

 

 

Pag. 51

 

 

 


COMUNICATO


Nomina del commissario straordinario di liquidazione cui affidare la
gestione del dissesto del comune di Camporeale. (13A05866)

 

 

Pag. 51

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


COMUNICATO


Comunicato di rettifica relativo all’estratto 7 maggio 2013, di
autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso
veterinario «Eprizero» 5 mg/ml. (13A05778)

 

 

Pag. 51

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


COMUNICATO


Domanda di modifica della denominazione registrata «MELOCOTON DE
CALANDA» (13A05766)

 

 

Pag. 51

 

 

 


COMUNICATO


Domanda di registrazione della denominazione «LIERS VLAAIKE»
(13A05767)

 

 

Pag. 51

 

 

 


COMUNICATO


Proposta di modifica del disciplinare di produzione della
denominazione di origine protetta «Robiola di Roccaverano».
(13A05770)

 

 

Pag. 52

 

 

 


COMUNICATO


Domanda di registrazione della denominazione «SALINĀTĀ RUDZU
RUPJMAIZE» (13A05773)

 

 

Pag. 54

 

 

RETTIFICHE

 


ERRATA-CORRIGE


Comunicato relativo al decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri 26 giugno 2013, recante: «Proroga di termini di interesse
del Ministero per i beni e le attivita’ culturali». (Decreto
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 150 del 28
giugno 2013). (13A06009)

 

 

Pag. 54

 

 

SUPPLEMENTI ORDINARI

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 17 aprile 2013


Revisione della lista dei farmaci, delle sostanze biologicamente o
farmacologicamente attive e delle pratiche mediche, il cui impiego e’
considerato doping, ai sensi della legge 14 dicembre 2000, n. 376.
(13A05816)

 

(Suppl. Ordinario n. 56)