Prelievo forzato sugli stipendi – L’Inps si adegua alla sentenza 116/13 della Corte costituzionale

Prelievo forzato sugli stipendi – L’Inps si adegua alla sentenza 116/13 della Corte costituzionale: per le pensioni più ricche in arrivo sospensione del contributo indebito e arretrati

 

Confedir chiede al Mef che per equità si applichi la decisione della Consulta anche agli altri redditi: va restituita l’aliquota del 2,69% del TFS per il biennio 2011-2012 e del 2,5% di TFR, indebitamente trattenuto per i neo-assunti a partire del 15 maggio 2000.

 

Pacifico: la parità di trattamento e un’adeguata retribuzione dei lavoratori devono prevalere, anche in presenza di interessi rilevanti di bilancio.

 

Sull’illegittimità del “contributo di perequazione” applicato dal 2011 dallo Stato su stipendi e pensioni superiori ai 90mila euro, Confedir si era espressa 40 giorni fa. Ed ora anche l’Inps si adegua, dando applicazione alla sentenza 116/13 della Corte costituzionale: attraverso il messaggio n. 11243, l’Istituto nazionale di previdenza ha chiesto alle proprie strutture di sospendere, dal mese di agosto, l’applicazione del prelievo (5% tra 90 e 150mila euro annui, 10% fino a 200mila e 15% sopra questo tetto) e di restituire quanto trattenuto nel 2013. Inoltre, presto saranno indicate anche le modalità per i rimborsi degli anni precedenti.

 

Confedir coglie l’occasione per chiedere al Ministero dell’Economia e delle Finanze di fare altrettanto con tutti i dipendenti pubblici. Restituendo l’aliquota del 2,69% del TFS per il biennio 2011-2012 (quale differenziale tra il 9,60% spettante e il 6,91% attribuito prima dell’entrata in vigore dell’art. 1, cc. 98-99 della legge n. 228/12) e del 2,5% di TFR, indebitamente trattenuto per i neo-assunti a partire del 15 maggio 2000 (ai sensi dell’art. 1, c. 2 del DPCM 20 dicembre 1999).

 

Secondo Marcello Pacifico, segretario organizzativo Confedir e presidente Anief, “per ovvi motivi di equità, infatti, la sentenza della Consulta va applicata alle aliquote illegittime applicate a tutti i redditi: si tratta semplicemente di adottare il principio di uguaglianza sostanziale dei cittadini davanti alla legge. Un concetto presente in più articoli della Costituzione. E, come ribadito dalla Consulta, anche in presenza di interessi rilevanti di bilancio non può decadere. È un principio – conclude Pacifico – su cui si regge il nostro ordinamento. Che deve necessariamente condurre ad una parità di trattamento e a un’adeguata retribuzione dei lavoratori”.

 

La Confederazione è anche cosciente che i presupposti perché ciò venga riconosciuto non vi siano. È emblematico che proprio nelle ultime ore, presso l’Aran, i rappresentanti della PA hanno confermato alle organizzazioni sindacali, a nome del Governo, di voler tirare dritto sulla linea del mantenimento del blocco dei contratti per il 2014 e di non voler riconoscere gli scatti attribuiti nel 2011. Non solo, l’amministrazione sembrerebbe anche intenzionata a “congelare” una parte dei permessi sindacali retribuiti fruiti dalle Rsu dei dirigenti.

 

Viene da chiedersi se questo irrigidimento ulteriore delle posizioni della parte pubblica derivino anche dai risultati ottenuti dall’azione sindacale della Confederazione. Che in questo modo verrebbe “punita”. In tal caso, è quasi inutile annunciare che Confedir si rivolgerà al Tribunale. Anche per l’annullamento di quest’ultima norma iniqua e antisindacale.

Invalsi: fermarsi prima di andare a sbattere

Scrima a Invalsi: fermarsi prima di andare a sbattere

La “scuola estiva di valutazione” programmata dall’Invalsi è un’iniziativa affrettata e inopportuna. Va ripensata, un piano strategico ampiamente condiviso è la vera priorità. Dichiarazione di Francesco Scrima.

Ci sembra proprio una falsa partenza quella dell’Invalsi, con quella sua “scuola estiva di valutazione” (Vcamp) di cui facciamo fatica a capire senso e soprattutto opportunità in questo momento.

Su una materia così delicata il pensiero della Cisl Scuola è da sempre molto chiaro: abbiamo ribadito solo pochi giorni fa quanto sia indispensabile, per noi, avviare il sistema nazionale e valorizzare il ruolo delle scuole nello sviluppo di una diffusa cultura della valutazione.

Con altrettanta chiarezza, diciamo oggi che l’iniziativa assunta dall’Invalsi, per come è strutturata e per i tempi in cui si propone, è improvvida e intempestiva a tal punto da risultare avventata.

Nessuno discute la necessità di costruire le competenze necessarie a sostenere i processi autovalutativi e valutativi che devono interessare ogni scuola: non si può tuttavia invertire l’ordine dei passaggi da compiere, il primo dei quali è definire un piano strategico condiviso in cui siano chiariti obiettivi, modalità, ruoli e risorse da mettere in campo. Un piano al quale dovrebbe fare riferimento, peraltro, anche la direttiva del ministro prevista proprio dal Regolamento come indispensabile atto di indirizzo. Dopo, e non prima, e con criteri di assoluta trasparenza, si può pensare ad azioni più specifiche, come lo può essere una selezione finalizzata a eventuali team di supporto. Né si può portare a regime una soluzione avviata in forma sperimentale prima che la stessa si sia conclusa e sia stata, a sua volta, “valutata”.

Oggi per noi – e anche questo l’abbiamo scritto pochi giorni fa – la priorità è ristabilire un clima di dialogo costruttivo con le scuole, evitando di fornire ulteriori pretesti a chi non aspetta altro che l’occasione per gettare benzina sul fuoco di inutili polemiche. L’Invalsi e il MIUR ci riflettano e adottino l’unica decisione che ci sembra oggi sensata: fermarsi, prima di andare a sbattere.

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola

Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2013-2014: precisazioni urgenti

Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2013-2014: precisazioni urgenti

Alcune indicazioni in vista dell’imminente scadenza delle domande.

Dopo aver ripetutamente sollecitato il MIUR a fornire ulteriori chiarimenti in merito alla documentazione da allegare alle domande di utilizzazione ed assegnazione provvisoria (in particolare per quelle da presentare obbligatoriamente on-line per le quali non consentito di poter allegare nulla), vista la latitanza del Ministero, vista la scadenza imminente delle domande ed onde evitare contenziosi per possibili comportamenti difformi da parte degli uffici territoriali, si forniscono alcune indicazioni:

  1. il punteggio per le domande di utilizzazione, da inserire nell’apposita casella del modulo di domanda specifico, deve essere fornito dalla scuola (o dall’ATP se trattasi di DOP, DOS o docenti di religione) e la documentazione a tal fine è stata presentata a suo tempo, sempre alla scuola (o all’ATP), per la formulazione delle graduatorie interne. Pertanto ora dovranno essere documentati, sempre alla scuola o all’ATP, eventuali titoli aggiuntivi, se acquisiti entro la data di scadenza delle domande, per la loro valutazione;
  2. per tutto ciò che riguarda la certificazione “cartacea” da presentare per avvalersi di eventuali precedenze (legge 104/92, personale coniuge di militare, ecc…) il Miur ha già chiarito (nota 7113 del 10 luglio 2013) che la stessa può essere consegnata o direttamente all’ATP di destinazione, oppure alla scuola di servizio;
  3. per le domanda di assegnazione provvisoria, nel dubbio, si suggerisce di rispettare quanto prevede il contratto (art. 7 comma 5), ovvero che alla domanda “devono essere allegati i documenti attestanti i requisiti richiesti nella tabella di valutazione per le assegnazioni provvisorie”. Quindi, visto che alle domande presentate on-line non è consentito allegare nulla,  va presentata direttamente a scuola (o all’ATP di destinazione se si tratta di diversa provincia) l’autocertificazione attestante sia il requisito per la presentazione della domanda (ad esempio il comune di residenza del familiare cui si chiede il ricongiungimento) che i titoli valutabili (numero dei figli e relativa età). Coloro che sono stati assunti nel 2011 e 2012, soggetti quindi al divieto quinquennale per domanda per altra provincia, in relazioni ai figli dovrà autocertificare anche che l’età del figlio/a è inferiore a 8 anni.

Infine, si ricorda che per le domande di utilizzazione sui licei musicali, queste vanno presentate o su moduli predisposti dall’amministrazione locale (non ci sono fac-simili nazionali) o su carta libera (e non sul modulo U2 riguardante le utilizzazioni nella scuola secondaria di secondo grado). Nella domanda stessa vanno dichiarati esplicitamente sia il possesso dei requisiti di accesso, che tutto ciò che da diritto a valutazione (secondo la tabella per la mobilità professionale). Presso le nostre sedi sono disponibili dei fac-simile di domanda.

In linea il sito dedicato alle nuove Indicazioni nazionali

In linea il sito dedicato alle nuove Indicazioni nazionali

Da alcuni giorni è stato aperto un sito istituzionale specificamente dedicato alle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione.

Il sito è www.indicazioninazionali.it ed è raggiungibile anche dal sito ufficiale del Miur cliccando sul banner “Indicazioni nazionali 2012” presente nell’area “Istruzione”.

Il nuovo servizio web si offre come luogo di informazione e di condivisione delle attività che le scuole realizzeranno a partire dal prossimo anno scolastico con il supporto, anche finanziario, dell’Amministrazione.

Già da ora è possibile scaricare la versione editabile del testo ufficiale delle Indicazioni 2012 ed avere informazioni sulla composizione del Comitato scientifico nazionale incaricato di indirizzare, sostenere e valorizzare le iniziative di formazione e di ricerca per aumentare l’efficacia dell’insegnamento di base in coerenza con le finalità e i traguardi previsti nelle Indicazioni stesse.

IL MINISTRO CARROZZA HA INCONTRATO UNA DELEGAZIONE DELL’ADI

IL MINISTRO CARROZZA HA INCONTRATO UNA DELEGAZIONE DELL’ADI

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza ha incontrato ieri nella sede del Miur una delegazione dell’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani (Adi). Al centro dell’incontro i temi legati al dottorato di ricerca e al Post-Doc.

“Ho ascoltato con interesse le proposte dell’Adi e le loro richieste di maggior tutela dei giovani ricercatori, dei dottorandi con e senza borsa di studio – sottolinea il Ministro – Sono temi all’ordine del giorno dell’attività del Miur, che sono stati affrontati anche nelle linee programmatiche presentate alle Commissioni Istruzione di Camera e Senato. Ritengo il reclutamento dei giovani ricercatori una priorità strategica, per la quale ho garantito alla delegazione dell’Adi il nostro massimo impegno”.

Ricorso Scatti: nuove vittorie in tribunale

Ricorso Scatti: nuove vittorie ANIEF in tribunale, il MIUR viola il principio di non discriminazione

 

Continuano i successi in tribunale per i ricorsi ANIEF volti al riconoscimento in favore dei docenti precari della stessa progressione stipendiale prevista dal MIUR per i lavoratori a tempo indeterminato. I Tribunali di Monza e Brescia accolgono le richieste del nostro sindacato e condannano il Ministero per violazione del principio di non discriminazione sancito dalla normativa europea.

 

Il Giudice del Lavoro di Monza su ricorso patrocinato per l’ANIEF dall’Avv. Claudio Orlando in favore di due docenti precari, evidenzia che “il trattamento economico e giuridico riconosciuto alla parte ricorrente viola il principio di non discriminazione rispetto al personale di ruolo (clausola 4 Accordo Quadro allegato alla Direttiva 99/70/CE, nonché art. 6 D.L.vo 368/01), sia perché dall’art. 36 D.L.vo 165/01 non si evince l’esclusione dell’applicazione della normativa sui contratti a termine, sia perché la norma collettiva di settore per il personale assunto a termine mantiene sempre lo stesso stipendio tabellare iniziale, mentre per il personale di ruolo il trattamento economico migliora con il passaggio alla fascia di anzianità superiore”.

 

In accoglimento delle richieste dell’ANIEF, dunque, il Giudice ricorda al MIUR che “lo scopo dell’Accordo Quadro (clausola 1) non è solo di prevenire gli abusi derivanti da una successione di contratti a termine, ma anche di migliorare la qualità del lavoro a tempo determinato garantendo il rispetto del principio di non discriminazione” e che tale violazione “costituisce condotta illecita del datore di lavoro, in quanto viola sia la disposizione imperativa sulla responsabilità extracontrattuale […], sia un preciso dovere di adempimento contrattuale, trasfondendosi il divieto di discriminazione nell’ambito dei doveri scaturenti dal rapporto di lavoro”. MIUR condannato, dunque, alla piena equiparazione del trattamento retributivo e giuridico dei ricorrenti con quello dei lavoratori a tempo indeterminato e a 1.900 Euro di spese di giudizio.

 

A identiche conclusioni perviene il Tribunale di Brescia su due ricorsi patrocinati per l’ANIEF dall’Avv. Paolo Lombardi; anche in questo caso il Giudice del Lavoro riconosce il diritto dei ricorrenti alla stessa progressione stipendiale prevista per i docenti di ruolo in relazione all’anzianità di servizio maturata durante il periodo di precariato e condanna il MIUR anche a 2.000 Euro complessivi di spese di soccombenza.

 

L’esperienza pregressa e le competenze acquisite in anni di lavoro sono un bagaglio che migliora nel tempo la prestazione lavorativa del dipendente anche se il servizio è stato prestato a seguito di una successione di contratti a termine. Mantenere i docenti a tempo determinato, per tutti gli anni di precariato, al livello stipendiale iniziale è una discriminazione inaccettabile che il MIUR continua imperterrito, e nonostante le numerose condanne, a perpetrare e che l’ANIEF continuerà, con altrettanta caparbietà, a denunciare e a far condannare in tribunale.

Una medaglia d’oro e due di bronzo per la squadra italiana alle Olimpiadi Internazionali di Informatica

Una medaglia d’oro e  due di bronzo per la squadra italiana  alle Olimpiadi Internazionali di Informatica
Risultato eccellente per i giovanissimi talenti italiani dell’informatica che hanno sfidato centinaia di ragazzi di tutto il mondo nell’edizione 2013 della  competizione che si è tenuta a Brisbane, in Australia
La grande soddisfazione di MIUR e AICA che si occupano insieme delle Olimpiadi in Italia
Milano,  16 luglio 2013 –   Risultato di altissimo livello per la squadra italiana che ha difeso i nostri colori alle Olimpiadi Internazionali di Informatica 2013: abbiamo ottenuto una medaglia d’oro e due medaglie di bronzo nella competizione, che ha coinvolto 302 studenti fra i 14 ed i 20 anni provenienti da 80 paesi del mondo.  Lo hanno comunicato AICA – Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico ed il MIUR, che si occupano insieme delle Olimpiadi nel nostro paese.
Federico Glaudo, neo diplomato del liceo Scientifico  A. Righi di Roma, ha vinto la medaglia d’oro con un piazzamento di eccellenza: il nono posto assoluto nella classifica.
Matteo Almanza, del Liceo Scientifico Labriola di Roma e  Davide Pallotti, del Liceo Copernico di Bologna hanno ottenuto ciascuno una medaglia di bronzo. Mancata di un soffio, per una sola posizione, la terza medaglia di bronzo per Gabriele Farina, del Liceo Copernico di Brescia.

Alle Olimpiadi Internazionali di Informatica le medaglie sono vinte per fasce di punteggio, per questo ne vengono assegnate  più di una per ogni livello.

“ Avere un oro ed entrare nella top ten significa essere in compagnia di giovani provenienti da nazioni che storicamente investono molto più dell’Italia sulla formazione scientifica e sulle discipline matematiche. Accompagnare poi questo risultato eccezionale con due medaglie di bronzo è un segnale chiaro del valore del talento individuale di questi ragazzi, che sono stati scelti in più fasi di selezione fra migliaia di altri ragazzi che hanno partecipato alle fasi scolastiche, regionali e nazionali delle Olimpiadi di Informatica; ed è anche conferma del valore dell’impegno formativo importante offerto loro dalla squadra di Allenatori e Tutor olimpici che ha permesso loro di arrivare a questi livelli” afferma orgoglioso Giulio Occhini, il Direttore di AICA.
“ Il risultato di quest’anno ci galvanizza e ci spinge a impegnarci ancora di più per fare in modo che il nostro paese capisca la necessità di investire sul futuro di tutti i nostri ragazzi, offrendo loro una formazione digitale allineata con la realtà in cui oggi viviamo e lavoriamo così da aprire loro grandi opportunità: come dimostra l’esempio di tanti giovani ex-olimpici che oggi sono ricercatori, docenti, manager di importanti realtà del settore”.

Gli fa eco Carmela Palumbo, direttore generale per gli ordinamenti scolastici del MIUR.
«I risultati di Federico Glaudo, Matteo Almanza e Davide Pallotti ci fanno gioire e ci rendono veramente orgogliosi.  Questi ragazzi sono degli assoluti talenti, ma crediamo che il loro splendido risultato olimpico sia stato reso possibile da una sempre migliore organizzazione delle fasi nazionali e delle attività di sensibilizzazione delle scuole.
Nel prossimo anno scolastico sarà avviata un’azione di formazione dei docenti così da permettere l’allargamento della base di partecipazione alle olimpiadi da parte delle scuole. L’obiettivo è quello di accreditare l’apprendimento dell’informatica fra i nostri giovani come ormai avviene in tutti i Paesi più avanzati»

Dopo l’edizione 2013, il medagliere italiano alle Olimpiadi Internazionali di Informatica – competizione cui l’Italia partecipa da dodici anni, si fa ancora più ricco: in tutto sono state vinte 36 medaglie – due ori, 12 argenti e 23 bronzi.
L’appuntamento per le prossime Olimpiadi Internazionali di Informatica è per luglio 2014 a Taipei, in Taiwan.

“BASTA CON LA CONSUETUDINE DELLE SCUOLE DI CHIEDERE CONTRIBUTI SPACCIATI COME “OBBLIGATORI” QUANDO SONO ‘VOLONTARI'”

SCUOLA “BASTA CON LA CONSUETUDINE DELLE SCUOLE DI  CHIEDERE CONTRIBUTI SPACCIATI COME “OBBLIGATORI”  QUANDO SONO ‘VOLONTARI'”
Il Movimento 5 Stelle chiede un intervento del Ministro Carrozza con una interrogazione in Commissione: “Fermare il fenomeno e stanziare più fondi per gli istituti”. Primo firmatario Fabrizio Bocchino

“Il Ministro dell’Istruzione è a conoscenza della consuetudine di gran parte delle scuole secondarie di secondo grado di richiedere un contributo scolastico definito “obbligatorio”, benché in realtà “volontario” ?”.  “E’ a conoscenza che tale contributo sia di diversa entità tra istituto ed istituto e se , quindi non ritenga che ciò possa costituire un elemento discriminante tra Istituti della stessa Regione o anche tra scuole di Regioni diverse?”. Lo chiede il Movimento 5 Stelle in una interrogazione al Ministro dell’ Istruzione Maria Chiara Carrozza con un atto sottoscritto da dieci parlamentari al Senato con primo firmatario Fabrizio Bocchino. “E’ necessario intervenire con urgenza e determinazione, anche con atti sanzionatori, per porre fine a tale prassi, ponendo in essere seri e attenti controlli volti ad arginare il fenomeno che, nonostante tutti i richiami posti in essere, risulta ancora evidente a tutt’oggi nei moduli d’iscrizione on-line di molti Istituti scolastici” spiegano Bocchino e gli altri parlamentari a 5 Stelle nell’interrogazione.
Il Movimento 5 Stelle chiede poi alla Carrozza “un intervento dal punto di vista normativo, per regolamentare in maniera differente la richiesta del contributo, ad esempio posticipandolo rispetto al momento dell’iscrizione, affinché sia maggiormente chiaro alle famiglie il carattere di volontarietà dello stesso e la non subordinariet à del contributo all’iscrizione stessa”.
“Pur nella consapevolezza che quanto sopra esposto possa portare a una riduzione delle entrate degli istituti collegate al contributo volontario – spiega Bocchino e gli altri parlamentari al Senato- è importante  conoscere l’ammontare complessivo del contributo oggetto della presente interrogazione riscosso da tutti gli istituti di ogni ordine e grado nel concluso anno scolastico”. “Provvedendo ad un monitoraggio dei flussi di cassa collegati  a questo il Ministero dovrebbe intervenire tempestivamente con l’allocazione di nuove risorse qualora se ne ravvisasse un decremento del fondo” concludono i parlamentari del Movimento 5 Stelle.

Dirigenti, terremoto giustizia

da ItaliaOggi

Dirigenti, terremoto giustizia

Il nuovo anno a rischio continuità, ricorso di massa alle reggenze. Oggi vertice al ministero

di Alessandra Ricciardi

In Lombardia, ricorrezione degli scritti e nuovi orali, 355 posti. L’Abruzzo ha visto annullare la graduatoria definitiva, 68 nomine pronte. Calabria, scritti sospesi, 108 posti. In Campania sono in attesa di sapere se ci saranno gli orali: a gara 224 incarichi. La Toscana ha 112 neodirigenti nominati, ma la sentenza di merito è prevista per novembre e chissà come finirà.

Il Molise ne conta solo 16 di nomine da fare, ma pure qui il concorso è stato annullato. Il Lazio con i suoi 215 nuovi presidi potrebbe invece farcela, ma le code giudiziarie potrebbero anche rivelare sorprese. A conti fatti, oltre il 40% degli incarichi a preside, messi a concorso nel 2011 attraverso procedure regionali, oggi è in bilico sotto la spada di Damocle della giustizia amministrativa.

Vizi formali e meno, buste troppo trasparenti in cui sono stati inseriti gli elaborati, presidenti di commissioni che non erano presenti ai lavori, incompatibilità manifeste… Consiglio di stato e Tar hanno evidenziato nella selezione di 2.386 dirigenti errori e superficialità dell’amministrazione scolastica che danneggiano anche quanti hanno superato con impegno e buona fede le prove.

Quando infatti si annullano prove o graduatorie, non c’è più certezza per nessuno. Gli oltre 400 candidati lombardi che hanno superato gli scritti, da ricorreggere dopo la sentenza del Consiglio di stato, chiedono ora a gran voce al ministro dell’istruzione, MariaChiara Carrozza, un decreto che faccia salve le loro posizioni. Quello che è certo è che la continuità è a rischio e che all’inizio del nuovo anno, mancando i dirigenti titolari, ci sarà un ricorso di massa alle reggenze, con presidi a mezzo servizio su più sedi. Oggi ci sarà al ministero dell’istruzione un vertice con i sindacati per fare chiarezza su quanto avvenuto, mentre chi rischia di dover rifare un concorso vinto prepara a sua volte il ricorso per danni. «Si è creata una spirale di cui non si vede la fine e che solleva pesanti interrogativi sulla stessa credibilità delle procedure di reclutamento», dice Francesco Scrima segretario della Cisl scuola. «Servono nuove procedure, gestite a livello nazionale che garantiscano imparzialità e trasparenza», invoca Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil. Intanto dalle parti di Pdl e Lega ritorna il tamtam delle assunzioni dirette.

Valutazione, i presidi dicono no

da ItaliaOggi

Valutazione, i presidi dicono no

L’accusa: il sistema è incoerente con quello contrattuale

di Mario D’Adamo

Nel corso dell’incontro svoltosi la settimana scorsa al ministero con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali sono continuate a piovere critiche sul decreto che introduce il sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione. Pubblicato in Gazzetta ufficiale il 4 luglio scorso e fortemente voluto dal precedente ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, che nel marzo scorso lo aveva presentato al governo per l’approvazione, il decreto, in particolare, interseca i propri contenuti con quelli contrattuali sulla valutazione dei dirigenti scolastici.

E crea incertezze interpretative e resistenze. Alle sollecitazioni della dirigente preposta agli ordinamenti scolastici, Carmela Palumbo, che segnalava come l’unica area dirigenziale non ancora sottoposta a valutazione è quella dei dirigenti scolastici, le organizzazioni sindacali hanno obiettato che, a distanza di sette anni dalla sottoscrizione del contratto che la prevedeva, non ha ancora trovato applicazione la normativa sulla verifica dei risultati e la valutazione dei dirigenti scolastici, soprattutto perché il ministero non ha provveduto alle parti di sua competenza, l’attivazione dei nuclei di valutazione e la determinazione dei criteri ai quali si dovrebbero attenere. Pensare ora di introdurre un altro sistema di valutazione, oltre tutto meno garantistico di quello contrattuale, è incoerente e irrazionale, in relazione anche a diverse altre critiche al decreto. Dei tre organismi, infatti, ai quali è affidata la valutazione, Invalsi, Indire e corpo ispettivo, Invalsi e Indire devono essere riformati e quanto agli ispettori se ne dovrebbe rivedere il profilo, per tacere del fatto che, se pur sarebbe necessario un organico ben più consistente di quello attuale di 330 unità, in ogni caso esso presenta così numerosi buchi da non poter essere colmati nemmeno con l’immissione in ruolo dei cinquantanove neovincitori di un concorso durato oltre cinque anni, che andranno ad aggiungersi alle poche decine di colleghi in servizio neppure in tutte le regioni. E se per completare l’organico sarà indetto un altro concorso, c’è il rischio che passi un altro lustro. Pensare realisticamente di avviare una valutazione del sistema scolastico con questi mezzi è come tentare di svuotare il mare con un secchiello forato. E pensare di farlo nei confronti dei dirigenti scolastici rischia di aprire anche un contenzioso giuridico – sindacale infinito. La valutazione negativa di un dirigente scolastico ha effetti sull’incarico affidato, che potrebbe essere modificato fino a far intervenire il recesso, e su una quota parte della retribuzione, quella di risultato, che potrebbe non essere attribuita. Il sistema di valutazione, introdotto con il decreto, prevede infatti che i risultati della valutazione operata nelle scuole sottoposte ad esame siano forniti ai direttori generali degli uffici scolastici regionali, ai sensi dell’art. 25 del decreto legislativo n. 165 del 2001. E quest’ultima disposizione prevede che i dirigenti scolastici rispondano della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Per rispondere dei risultati del servizio, però, occorre vi sia un nesso di causalità con la loro azione e per l’accertamento di questo nesso il contratto dell’11 aprile 2006 aveva giustamente previsto una serie di procedure e garanzia e tutela del preside sottoposto a verifica. Se queste mancano o non sono rispettate o vengono trascurate, come sembra fare il decreto, non si va da nessuna parte o, meglio, si va dal giudice del lavoro, giacché in materia di diritti retributivi e di svolgimento delle mansioni affidate il contratto di lavoro continua a prevalere sul decreto.

L’esternalizzazione è fallita

da ItaliaOggi

L’esternalizzazione è fallita

E gli lsu protestano per tutelare il posto di lavoro

di Franco Bastianini  

Dovranno stringere ancora di più la cinghia gli oltre undicimila ex lavoratori socialmente utili che, inquadrati nelle imprese di pulizia, sono da anni utilizzati in diversi istituti scolastici come addetti alle pulizie.

Il rischio che corrono, se dovessero trovare applicazione le disposizioni contenute nell’art. 58, comma 5, del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, è infatti quello di una riduzione delle ore lavorative e conseguente riduzioni stipendiali; in alcuni casi anche il licenziamento.

Il predetto comma 5 dispone, infatti, che a decorrere dall’anno scolastico 2013/2014, le istituzioni scolastiche statali acquistano, ai sensi dell’art. 1, comma 449, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, i servizi esternalizzati per le funzioni corrispondenti a quelle assicurate dai collaboratori scolastici(pulizia delle scuole) loro occorrenti nel limite della spesa che si sosterrebbe per coprire i posti di collaboratore scolastico accantonati ai sensi dell’art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n.119. A decorrere dal medesimo anno scolastico, dispone sempre il comma 5, il numero dei posti accantonati(il 25 per cento dei posti in organico di diritto) non è inferiore a quello dell’anno scolastico 2012/2013. In relazione a quanto previsto dal presente comma, le risorse destinate alle convenzioni per i servizi esternalizzati sono ridotti di 25 milioni di euro per l’anno 2014 e di 49,8 milioni a decorrere dal 2015.

Se l’ammontare delle riduzioni delle risorse da destinare alle convenzioni non saranno, in sede di conversione in legge del decreto legge, ridotte drasticamente, se non addirittura annullate, come hanno chiesto – in occasione della manifestazione svoltasi a Roma lo scorso 8 luglio dinanzi al dicastero dell’istruzione in viale Trastevere – sia i rappresentanti sindacali dei lavoratori che le imprese di pulizia e le società di servizi ausiliari, non solo non si potranno evitare le conseguenze negative indicate in premessa, ma ne risentirebbero anche le scuole che utilizzano seppure in misura residuale le squadre di pulizia.

Quelle scuole si vedrebbero infatti costrette, per garantire la pulizia dei locali, ad aumentare i carichi di lavoro dei collaboratori scolastici ad esse assegnati.

La proposta di riduzione delle risorse da destinare alle convenzioni non può non essere letta come l’ennesima conferma del fallimento del tentativo di esternalizzare totalmente i servizi di pulizia delle istituzioni scolastiche.

Milano. «Tagli» alle ore di sostegno a scuola

da Corriere della sera

Milano. «Tagli» alle ore di sostegno a scuola

L’associazione Ledha e 16 famiglie di studenti disabili hanno vinto il ricorso davanti alla prima sezione civile del Tribunale

Il Tribunale di Milano ha condannato il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) per discriminazione ai danni di studenti con disabilità, «per aver previsto una dotazione di insegnanti di sostegno inferiore a quella necessaria». Lo comunica l’associazione Ledha, che parla di «vittoria per le famiglie di 16 ragazzi con disabilità che, nel corso dell’anno scolastico 2012-2013, si erano visti assegnare un numero di ore di sostegno inferiore alle loro esigenze». La sentenza è stata emessa dal giudice della Prima sezione civile del Tribunale di Milano accertando la condotta discriminatoria del Miur «per aver previsto una dotazione di organico di insegnanti di sostegno inferiore a quella necessaria per soddisfare le necessità rappresentate dagli organismi scolastici e nei Piani educativi dei minori».

 

ORE RIDOTTE – Oggetto del ricorso (presentato da Ledha e da 16 famiglie) i provvedimenti adottati dal Miur tra l’aprile 2010 e il luglio 2012 con cui si è determinata una riduzione del numero di insegnanti di sostegno a fronte di un incremento del numero di studenti con disabilità. A seguito di questi tagli, molti ragazzi con disabilità non hanno potuto usufruire del monte ore di sostegno necessario. L.T. iscritta in terza superiore, ad esempio, per l’anno scolastico 2012-2013 avrebbe avuto bisogno di almeno 18 ore di sostegno settimanali «al fine di garantire un intervento significativo ed efficace, volto al miglioramento dell’apprendimento dell’alunna». Ma ha potuto usufruire solo di sei ore di sostegno alla settimana. Il giudice ha ordinato che per il prossimo anno scolastico l’Amministrazione fornisca tutte le ore che verranno indicate nel Piano educativo individualizzato per gli alunni che hanno promosso l’azione.

PROBLEMA COSTI – Soddisfatto il presidente di Ledha, Franco Bomprezzi «per il contenuto di questa sentenza che si inserisce splendidamente nel filone giurisprudenziale del rispetto del principio di non discriminazione, contenuto nella Convenzione Onu e reso esigibile grazie alla legge 67/2006». «Leggendo le motivazioni addotte a difesa, da parte delle istituzioni scolastiche e del Ministero, non posso non rilevare con preoccupazione il continuo riferimento alla necessità di contenere i costi e la convinzione di poter agire in un quadro normativo di grande discrezionalità – sottolinea Franco Bomprezzi -. Ecco perché ancora una volta si deve chiedere alla magistratura di intervenire per ristabilire la qualità del diritto all’inclusione scolastica».

Disabili, a Milano il Tribunale condanna il Miur per i tagli della Gelmini: condotta discriminatoria

da Tecnica della Scuola

Disabili, a Milano il Tribunale condanna il Miur per i tagli della Gelmini: condotta discriminatoria
di A.G.
Accolto il ricorso presentato da 16 famiglie e dall’associazione Ledha: tra 2010 e 2012 “si è determinata una riduzione del numero di insegnanti di sostegno a fronte di un incremento di studenti con disabilità”. Il Ministero ritenuto colpevole pure dell’inadeguatezza delle ore di sostegno. Due gli effetti: l’amministrazione non dovrà più cadere in certi errori e del prossimo a.s. dovrà garantire tutte le ore indicate nel Pei.
Ancora una sconfitta da parte del ministero dell’Istruzione per condotta “discriminatoria” nei confronti di alunni disabili: stavolta la condanna è arrivata dal Tribunale di Milano per i danni procurati a 16 studenti con disabilità, a supporto dei quali è stata prevista “una dotazione di organico di insegnanti di sostegno inferiore a quella necessaria” nell’anno scolastico 2012-2013.
Oggetto del ricorso, presentato dalle 16 famiglie dei ragazzi disabili e dall’associazione Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), i provvedimenti adottati dal Miur, tra l’aprile 2010 e il luglio 2012, quindi principalmente a seguito dei tagli derivanti dalla famigerata Legge 133 del 2008, con Silvio Berlusconi premier e Maria Stella Gelmini ministro dell’Istruzione, “si è determinata una riduzione del numero di insegnanti di sostegno a fronte di un incremento del numero di studenti con disabilità”.
A seguito di questi “tagli”, chiarisce l’associazione presieduta da Franco Bomprezzi, molti ragazzi con disabilità “non hanno potuto usufruire del monte ore di sostegno necessario”.
Il Tribunale, secondo Gaetano De Luca, avvocato del servizio legale Ledha, “ha riconosciuto una condotta discriminatoria non solo nel taglio delle ore di sostegno rispetto agli anni passati, ma anche nella sostanziale inadeguatezza del numero di ore rispetto a quelle ritenute necessarie”.
Il giudice delle prima sezione civile, spiega l’avvocato Livio Neri che ha seguito la causa, “oltre a sanzionare il comportamento del ministero, per evitare possibili ripetizioni delle condotte discriminatorie accertate, ha ordinato che per il prossimo anno scolastico l’Amministrazione fornisca tutte le ore che verranno indicate nel Piano educativo individualizzato per gli alunni che hanno promosso l’azione”. Le ore perse, invece, non si recupereranno più.

“Non vogliamo rifare il concorso a Ds”

da Tecnica della Scuola

“Non vogliamo rifare il concorso a Ds”
di Pasquale Almirante
Bussano alla porta del ministero dell’Istruzione a Roma i 355 candidati (ex) idonei della Lombardia che il Consiglio di Stato ha fatto tornare al punto di partenza. Flc-Cgil chiede un incontro urgente al Miur
Non ci stanno i 404 vincitori del concorso a dirigente scolastico in Lombardia che, dopo il ricorso, vedono rimessa in discussione la loro possibile nomina; e così a Roma davanti al Miur manifestano il loro disappunto.  Il compito scritto, come è noto, deve essere reimbustato e riesaminato, mentre in Lombardia l’anno scolastico probabilmente partirà con 355 scuole senza preside (alle quali sono da aggiungere almeno altre 150 dove i dirigenti sono nel frattempo andati in pensione). Ma cosa chiedono i 404 dirigenti in pectore al Miur? La loro proposta è quella che venga fatto un decreto ad hoc per dare un “incarico di presidenza” a chi era risultato idoneo.  Dice la portavoce del gruppo: “Non metto neanche in conto che qualcuno di noi possa non passare, ma chiederemo i danni all’amministrazione pubblica per avere acquistato buste non idonee”.  Danni materiali e morali dunque per il torto subito incolpevolmente, con rischista di una discreta soma che tiene conto del mancato incarico dal primo settembre scorso alla pensione.  Nella settimana il legale quantificherà. “Ma chiederemo anche che uno dei ricorrenti venga sollevato dall’incarico di provveditore e dirigente dell’ufficio scolastico – prosegue la portavoce- perché la sua posizione è in palese conflitto di interessi: è rappresentante della pubblica amministrazione contro la quale allo stesso tempo ricorre”. A breve dunque saranno ricorretti tutti gli scritti. Prima dovranno essere reimbustati davanti agli ispettori da Roma e la possibilità così come stabilito dal Consiglio di Stato di assistere da parte di chi ha vinto.  E intanto la Flc-Cgil chiede un incontro urgente al MIUR, perché gli errori dell’Amministrazione stanno compromettendo l’assunzione dei dirigenti necessari alle scuole e la funzionalità del sistema di istruzione.  Ma la Flc chiede pure alla ministra Carrozza, se vuole assicurare un regolare inizio del prossimo anno scolastico, di fare una riflessione su quello che è accaduto: in tutte le regioni ci sono stati ricorsi, dalle fasi precedenti allo svolgimento delle prove preselettive fino agli orali, e sentenze di diverso grado (TAR e Consiglio di Stato) che hanno rallentato, bloccato e perfino annullato alcuni concorsi regionali per dirigenti scolastici.  In tutti questi casi i docenti che hanno partecipato al concorso sono assolutamente incolpevoli e vittime di errori nella gestione delle procedure concorsuali, dei quali unici responsabili sono gli Uffici Scolastici Regionali.  Per questo Flc “ritiene indispensabile che si rivedano le procedure di reclutamento, nel rispetto dei principi costituzionali, primo fra tutti l’assunzione per concorso dei dirigenti come di tutti i dipendenti pubblici, assicurando, attraverso una gestione nazionale, imparzialità, trasparenza e uguaglianza di condizioni per i concorrenti. Per affrontare tutte le problematiche e contribuire alla ricerca delle possibili soluzioni abbiamo chiesto al MIUR di convocare urgentemente le Organizzazioni Sindacali.”

Concorso a Ds in Lombardia: la rabbia di chi vede rimesso in discussione il frutto delle proprie fatiche

da Tecnica della Scuola

Concorso a Ds in Lombardia: la rabbia di chi vede rimesso in discussione il frutto delle proprie fatiche
di Aldo Domenico Ficara
In una nota Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, riferendosi all’ultima sentenza del Consiglio di Stato riguardante il concorso per dirigenti scolastici svolto in Lombardia, dice: “è pienamente giustificata, oggi, la rabbia di chi vede rimesso in discussione il frutto delle proprie fatiche, e ancor più il senso di un lavoro che sta svolgendo da mesi, sul quale non è in grado di darsi prospettive certe“.
Su queste posizioni i 405 idonei inseriti nell’agosto del 2012 nelle graduatorie di merito, cercano di reagire per recuperare quello che il CdS ha cancellato.  La prima reazione è quella sul lato della comunicazione con l’apertura del blog “Dirigenti scolastici per una giustizia giusta – Comitato idonei 405 sostieni la causa e iscriviti. Aiutaci a promuovere l’iniziativa dell’Associazione IUS”. In questo blog è stato pubblicato un post molto significato su quello che potrebbe essere il prossimo futuro del concorso a Ds in Lombardia.  Nel post si dice: “Non può non preoccupare quanto sta avvenendo in questi giorni sul reclutamento dei dirigenti scolastici. Prove annullate in Abruzzo, scritti da ricorreggere in Lombardia, sono solo gli ultimi due episodi di una tornata concorsuale quanto mai tormentata. Inevitabile, e indiscutibile, che si cerchi la tutela dei propri diritti quando li si ritiene lesi: resta tuttavia difficile rimanere indifferenti al fatto che sia ormai la giustizia amministrativa, in tante occasioni, ad avere l’ultima parola sul reclutamento del personale”.  Cominciano le prime mosse post sentenza (mal digerita) del Consiglio di Stato, vedremo come andrà a finire questa vicenda indiscutibilmente complessa.