Il nodo Gordiano

Il nodo Gordiano
La miopia dei ministri della pubblica istruzione

di Enrico Maranzana

Alessandro Magno è riuscito nell’impresa grazie alla corretta ridefinizione del problema e all’assunzione d’un punto di vista funzionale alla questione posta. Una lezione che i ministri che negli ultimi vent’anni si sono avvicendati alla guida del Miur non hanno elaborato e non hanno capitalizzato.

A scuola è vietato fumare, ma anche baciarsi e portare scollature o abiti succinti

da Tecnica della Scuola

A scuola è vietato fumare, ma anche baciarsi e portare scollature o abiti succinti
di A.D.F.
A scuola è vietato fumare anche nei cortili interni e esterni perché in questo modo diminuirà drasticamente il rischio di subire il fumo passivo.
Si tratta di una forma di tutela che ogni istituzione dovrebbe garantire ai cittadini e, a maggior ragione, ciò dovrebbe essere ovvio nel luogo in cui i nostri figli trascorrono la maggior parte del loro tempo. Ma oltre al fumo a scuola è vietato baciarsi, infatti, i baci nei corridoi sono proibiti per gli studenti in diversi istituti. Lo hanno stabilito alcuni dirigenti scolastici dando mandato, attraverso apposite circolari, a tutto il personale docente e non docente di vigilare aule, cortile e passaggi interni. Si evidenzia quindi la volontà di chiarire alcuni atteggiamenti che devono essere in linea con un comportamento decoroso. In questo senso all’interno della scuola il bacio tra studenti nei corridoi non può essere considerato un fatto normale. Pertanto in alcune scuole le coppiette sorprese a scambiarsi baci sotto gli occhi di compagni e insegnanti potranno ricevere dapprima un richiamo verbale poi, qualora l’episodio dovesse verificarsi nuovamente, rischierebbero persino la sospensione. Infine, ma non ultime, sono le circolari e i regolamenti decisi dai singoli istituti che, a più riprese, hanno stabilito una lunga serie di divieti riguardanti i capi d’abbigliamento più amati dai giovani: dai pantaloni a vita bassa, alle minigonne, dai jeans strappati ai bermuda, al piercing o canottiere troppo corte e magliette “nude look”. Per quanto riguarda l’abbigliamento nelle scuole è bene ricordare che a fine Ottocento, l’Italia è stata una delle prime nazioni a seguire l’esempio francese, introducendo i grembiuli. Lo Statuto degli studenti e delle studentesse della scuola secondaria, del 24 giugno 1998, si limita a invitare al rispetto formale dell’istituto, ma non nomina grembiuli o divise.

Un settembre molto caldo a scuola

da Tecnica della Scuola

Un settembre molto caldo a scuola
di P.A.
I presupposti ci sono tutti e così studenti, precari, personale amministrativo e sindacati annunciano scioperi e proteste
Nonostante i soldi stanziati per l’edilizia scolastica, il rinvio del contratto e il blocco indigesto degli scatti di anzianità voluto dal Governo Letta in continuità coi precedenti (Berlusconi e Monti) sta provocando reazioni durissime. Oltre agli studenti, che hanno già fissato la data della protesta all’11 ottobre, una settimana dopo, il 18 ottobre, scenderanno in piazza con uno sciopero generale Cobas, Cub, Usb per tutte le categorie, ma con un’attenzione particolare al pubblico impiego, con le richieste di rinnovo dei contratti e aumento dei salari. Ma anche gli altri sindacati hanno già annunciato che non staranno con le mani in mano a causa proprio della proroga al 31 dicembre 2014 del blocco della contrattazione e degli automatismi degli stipendi, mentre si attende la soluzione di alcune emergenze da dirimere col Consiglio dei Ministri previsto per il 23 agosto.
In modo particolare le attese riguardano: il piano di assunzioni dei precari, l’organico di sostegno, il problema degli inidonei, l’affaire ‘quota 96’. Ma c’è anche la spinosa questione dei dirigenti scolastici che, nonostante il concorso, non si possono nominare. Su tutte le questioni però, i sindacati puntano tutta la loro attenzione sulle immissioni in ruolo che per la ministra Maria Chiara Carrozza dovrebbero essere 15mila, di cui 4.000 Ata e 11 mila docenti, suddivisi in: 5.500 dai vincitori di concorso e 5.500 dalle graduatorie. Ma se è così, ha fatto notare la Flc-Cgil, degli 11.500 vincitori del concorso a cattedra non tutti saranno presi e quindi “significa che gli altri resteranno senza posto ancora per anni, perchè devono scontare i tagli fatti dall’ex ministro Gelmini e gli effetti della riforma Fornero. Ed invece servirebbe una nuova definizione degli organici: quella attuale non garantisce una scuola di qualità. In molte zone, soprattutto al Sud, la situazione è drammatica, per effetto delle operazioni di dimensionamento e delle riduzioni del personale amministrativo”.

Organico funzionale e di rete, miraggi nel deserto dell’autonomia

da Tecnica della Scuola

Organico funzionale e di rete, miraggi nel deserto dell’autonomia
di Lucio Ficara
Nel deserto dell’autonomia scolastica, dove ormai da anni vengono sottratte alle scuole, sia da governi politici che tecnici e con un preciso intento politico-trasversale, risorse umane e finanziarie, sembrava intravedersi un miraggio, capace di aprire uno spiraglio di speranza per consolidare e sviluppare l’autonomia delle istituzioni scolastiche
Il miraggio di cui stiamo parlando aveva le sembianze del decreto legge n. 5/2012 convertito nella legge n. 35/2012, pubblicata nel supplemento ordinario n. 69 della Gazzetta ufficiale del 6 aprile 2012. In questa legge dello Stato, all’art.50 si scrive della necessità di potenziare l’autonomia gestionale secondo criteri di flessibilità e di valorizzare la responsabilità e la professionalità del personale della scuola. Sembrava intravedersi all’orizzonte, quasi da fare invidia alla Fata Morgana, la concreta possibilità, per ciascuna istituzione scolastica, di un organico dell’autonomia, funzionale all’ordinaria attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica e ausiliaria, alle esigenze di sviluppo delle eccellenze, di recupero, di integrazione e sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico, anche ai fini di una estensione del tempo scuola. Si materializzava anche un’altra possibilità, quella di poter definire un organico di rete in grado di generare delle vere e proprie reti territoriali tra istituzioni scolastiche diverse, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie; nonché per l’integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali, la formazione permanente, la prevenzione dell’abbandono e il contrasto dell’insuccesso scolastico e formativo e dei fenomeni di bullismo, specialmente per le aree di massima corrispondenza tra povertà e dispersione scolastica. Ma si sa, i miraggi fanno vedere cose che nella realtà non esistono, sono soltanto degli effetti ottici che si verificano quando i raggi di luce sono fortemente incurvati dal passaggio attraverso strati d’aria a temperature diverse.  È questo tipo di fenomeno che ci ha indotto a vedere quanto è scritto nell’art. 50 della legge n. 35/2012? Si trattava forse di un miraggio nel deserto arido dell’autonomia scolastica? Sembrerebbe proprio così, infatti il ministro Carrozza non ha attuato nessun organico funzionale e reti territoriali tra istituzioni scolastiche.  Piuttosto il ministro dell’istruzione ha consentito, con un silenzio assordante, il blocco degli scatti d’anzianità per il 2013 e il 2014. Altro che valorizzazione della responsabilità e professionalità del personale della scuola e rilancio dell’autonomia scolastica. Intanto il terreno desertificato dell’autonomia scolastica sta evidenziando crepe sempre più vistose e profonde, e nemmeno i miraggi basteranno a credere che qualcosa stia veramente cambiando. Rimaniamo in attesa, sperando che una buona politica dia concretezza alle leggi scritte e non tiri a campare sulle spalle di chi stremato e vessato, crede di aver vissuto un’illusione ottica ed è stato vittima di un incredibile, ma meraviglioso, miraggio.

Cgil: col blocco del contratto gli statali perdono 4.100 euro

da Tecnica della Scuola

Cgil: col blocco del contratto gli statali perdono 4.100 euro
di P.A.
Dal 2010 al 2014 gli statali hanno perso complessivamente 4.100 euro a causa del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali. A rischio 150mila precari
In modo particolare i precari della p.a. a tempo determinato e i co.co.co, dice Cgil, nonostante “coprono lavori stabili senza i quali le amministrazioni pubbliche non andrebbero avanti” non hanno diritti. “Lavoratori precari per servizi duraturi e questa è la peculiarità del sistema pubblico rispetto a quello privato”. Di qui la necessità, dice ancora Cgil “di mantenere il rapporto di lavoro anche oltre la scadenza ma nello stesso tempo occorre, come fece Prodi nel 2006-2007, individuare percorsi rispettosi dei principi costituzionali che però rendano duraturo questo rapporto di lavoro”. Fino a oggi, continua Cgil, “abbiamo avuto gli stessi servizi pubblici con minor numero di persone e con molti rapporti di lavoro precari che alla loro scadenza determinano la chiusura dei servizi. Questo è inaccettabile e deve finire. Altrimenti si determinerà un doppio problema sociale, per i cittadini e per questi lavoratori”. Occorre “con la massima urgenza costruire un percorso che riapra le assunzioni a tempo indeterminato con scelte mirate e che riveda lo sblocco dei contratti di lavoro a tempo determinato nonchè la chiusura di quell’obbrobrio giuridico rappresentato dai vincitori di concorso che non possono essere assunti. Ci saremmo aspettati che, con la stessa solerzia con cui il governo si è fatto carico del provvedimento del blocco dei contratti varato da Berlusconi nel 2011, avesse affrontato anche il tema dei precari che resta comunque, insieme al rinnovo dei contratti, l’obiettivo politico dell’autunno”. 
 Cgil spiega inoltre che “nel 2010, con un’inflazione al 2,1%, si sono persi 50 euro al mese, nel 2011 con i prezzi al consumo al 3,2%, si sono persi 74 euro al mese e nel 2012 (inflazione al 2,2%) 52 euro. Quindi tra il 2010 e il 2012 si sono persi circa 3.000 euro”. “Fino al 2013, se confermata l’inflazione al 2%, si perderebbero altri 600 euro (circa 50 euro al mese) per un totale di 3.600 euro. Nel 2014 (con i prezzi al consumo intorno all’1,6%), con la proroga del blocco degli stipendi, ipotizziamo altri 500 euro (35 euro al mese) e potremmo arrivare a 4.100 euro medie lorde”. Ma Cgil dice pure che 150 mila precari della P.A. sono a rischio per causa dei contratti in scadenza a fine 2013. E infatti Cgil ha spiegato come, per la maggior parte dei casi, si tratti di lavoratori che si occupano di servizi essenziali. 
”Se non verranno rinnovati gli incarichi scoppierà un doppio problema sociale per il loro futuro, ma anche per i cittadini” Se infatti, sottolinea Cgil, non dovessero essere varati provvedimenti ad hoc, chi ha il contratto in scadenza il 31 dicembre e ha superato i tre anni con proroga, dovrà andare a casa, lasciando scoperti servizi stabili della Pubblica amministrazione.
 Per Cgil allora il governo deve intervenire “con la stessa solerzia con cui ha prorogato il blocco dei contratti e degli scatti di stipendio”.
 Nel settore pubblico i contratti a tempo determinato considerati a partire dal 2011 sono 86.467. Esposti all’identico rischio anche i co.co.co.(42.409) e, seppur in misura minore, i lavoratori interinali (9.346) e per addetti a lavori socialmente utili (17.998).

Decreto sulla violenza di genere in vigore dal 17 agosto

da Tecnica della Scuola

Decreto sulla violenza di genere in vigore dal 17 agosto.
di Reginaldo Palermo
Coinvolta anche la scuola. L’articolo 5 del provvedimento prevede la predisposizione di un Piano straordinario che dovrà contenere anche azioni in campo scolastico. Previste anche eventuali modifiche ai libri di testo.
Entra in vigore oggi 17 agosto il decreto-legge n. 93 “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province”, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 16 agosto. L’articolo 5 (“Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”) riguarda anche il mondo della scuola. Il Piano, infatti, dovrà essere elaborato e predisposto dal Ministero per le pari opportunità, avvalendosi anche del contributo delle amministrazioni interessate e perseguirà, tra l’altro, la finalità di “promuovere l’educazione alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere nell’ambito dei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, al fine di sensibilizzare, informare, formare gli studenti e prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo”. Non solo, ma si tratterà anche di “garantire la formazione di tutte le professionalità che entrano in contatto con la violenza di genere e lo stalking” (e quindi anche il personale scolastico potrà essere coinvolto da tali iniziative). Ovviamente (ma non è neppure il caso di soffermarvisi più di tanto) l’obiettivo dovrà essere raggiunto ad invarianza di spesa e utilizzando le risorse già disponibili. Per quanto riguarda la tempistica, il decreto non stabilisce nessuna scadenza ma prevede che il Piano debba acquisire il parere della Conferenza Stato-Regioni. Quindi è probabile che – concretamente – le prime indicazioni operative possano arrivare alle scuole fra un anno almeno. Quanto ai libri di testo eventuali novità potranno essere inserite nei volumi (cartacei e digitali) in adozione per il 2015/2016 tenuto conto che le case editrici predispongono i testi nell’autunno precedente le adozioni. Senza considerare che per ora si tratta di un decreto che deve ancora essere convertito in legge (il Parlamento avrà tempo per questo fino alla metà di ottobre).

Attivati 6.398 posti di specializzazione sul sostegno per il 2013/2014

da Tecnica della Scuola

Attivati 6.398 posti di specializzazione sul sostegno per il 2013/2014
Ma, secondo Flc-Cgil, il numero dei posti sarebbe inferiore al fabbisogno.
Il Ministro ha firmato il 9 agosto il Decreto Ministeriale 706/13, con il quale si autorizza l’attivazione dei corsi di sostegno didattico agli alunni con disabilità per complessivi 6.398 posti.
Nel decreto è definita la ripartizione per i vari ordini di scuola e tra gli atenei: 1.285 per la scuola dell’infanzia, 1.826 per la scuola primaria, 1.753 per la scuola secondaria di primo grado, 1.534 per la scuola secondaria di secondo grado. Il numero dei posti autorizzati risulta inferiore al fabbisogno calcolato dal MIUR (anche per il 2012/13, non essendo stati attivati), adeguandosi alla limitata offerta formativa delle Università. Le modalità di iscrizione ai corsi saranno definite dai singoli Atenei