Immissione in ruolo per oltre 11.200 insegnanti

Immissione in ruolo per oltre 11.200 insegnanti

INCONTRO MINISTERO-SINDACATI

Un risultato concreto grazie all’accordo per il piano triennale, ora si sblocchino le assunzioni ATA

Il giorno 20 agosto 2013 si e’ tenuto un incontro tra le organizzazioni sindacali e il MIUR per l’informativa sulle immissioni in ruolo del personale docente ed educativo, per l’anno scolastico 2013/14. Per la UIL scuola ha partecipato Antonello Lacchei. I rappresentanti del MIUR hanno illustrato il decreto per l’immissione in ruolo, dal prossimo settembre, di 11.206 docenti cosi ripartiti:
– Infanzia    1.274
– Primaria   2.161
– I grado     2.919
– II grado    3.136
– Sostegno  1.648
– Educatori      68
Inoltre 62 posti sono stati assegnati alla statalizzazione delle scuole di FI, GE, e FE per un totale complessivo di 11.268 nomine
Come di consueto il decreto è accompagnato da una circolare e dalle istruzioni operative che, tra le altre indicazioni prevedono che:
• Le nomine dovranno essere effettuate entro il 31 agosto
• L’attribuzione dei posti tra i vari ordini di scuola e classi di concorso sarà effettuata in modo proporzionale alle vacanze di organico e tenendo conto dei posti “unici”, circa 1.800, con una previsione di copertura di circa il 41% dei posti disponibili e vacanti.
• Come previsto dalla normativa i posti saranno ripartiti al 50% tra le graduatorie definitive del concorso e quelle ad esaurimento. Nel caso le graduatorie del concorso non fossero approvate entro il 31 agosto, si utilizzeranno prima quelle dei concorsi precedenti e poi quelle ad esaurimento.
• I posti accantonati per i ricorsi, nel caso in cui il docente destinatario dell’accantonamento abbia ottenuto il ruolo o optato per le vigenti graduatorie, vengono sbloccati e resi disponibili per le assunzioni dalle graduatorie 2010/2011.

Di seguito le tabelle delle disponibilità.

PERSONALE ATA
Inaccettabile l’esclusione del personale Ata dalle nomine in ruolo.
La UIL ha sollecitato l’immediato completamento del piano triennale, definendo anche queste assunzioni prima dell’avvio dell’ anno scolastico, con lo sblocco dei posti dell’area amministrativa e tecnica e dando seguito alla mobilità professionale.

PIANO TRIENNALE
L’intero piano triennale per la copertura di tutti i posti disponibili e vacanti – comprese le imminenti immissioni in ruolo dal 1 settembre – ha trovato copertura economica grazie alle intese che la Uil, insieme a CISL SNALS e GILDA, ha sottoscritto con il Governo. In questo modo, nel triennio 2011 – 2014 sono stai complessivamente stabilizzati oltre 104.000 precari, 62.500 docenti e 41.300 ATA, ai quali si dovranno aggiungere i posti ATA ancora da autorizzare per il prossimo anno scolastico. Ora solleciteremo il Ministro per un provvedimento che preveda l’organico funzionale ed incarichi pluriennali per i pecari.

DIRIGENTI SCOLASTICI
Il MIUR ha comunicato di aver ricevuto dal MEF l’autorizzazione ad assumere 557 Dirigenti Scolastici ed a trattenerne in servizio altri 114
In allegato la tabella di distribuzione dei posti a livello regionale ed la nota di autorizzazione del MEF.

DECRETO TFA SOSTEGNO
A ad integrazione  della riunione odierna è stata fornita l’informativa sul decreto per l’attivazione dei corsi universitari del TFA per di specializzazione per Il sostegno, destinati al personale abilitato.
In allegato il decreto n. 706/2013 e la relativa tabella dei posti disponibili presso le università.
Sulle prove di accesso e sulle relative modalità di somministrazione si terrà, a breve, una specifica riunione.

Assunzioni in ruolo docenti: definita la ripartizione degli 11.268 posti

Assunzioni in ruolo docenti: definita la ripartizione degli 11.268 posti

Ferma protesta della FLC CGIL per il mancato rispetto del piano triennale e per il silenzio sulle assunzioni ATA.

Nell’incontro del 20 agosto 2013 al Ministero, è stata illustrata la situazione delle autorizzazioni per le immissioni in ruolo e la ripartizione del contingente per il personale docente.

Sono confermati gli 11.268 posti per docenti ed educatori mentre, per il personale ATA la richiesta riguardava 3.500 ruoli relativi all’a.s. 2013/2014, ancora non autorizzati dal MEF a causa delle norme introdotte dal Decreto Legge 95/12 (spending review), che prevedono il transito forzato nei profili ATA del personale docente inidoneo e delle classi di concorso C555 e C999. Anche per quest’anno la scuola inizia senza nessuna certezza per questi lavoratori ancora una volta discriminati nonostante il piano di assunzioni triennale preveda la stabilizzazione sui posti vacanti. Ribadiamo fermamente le nostre posizioni sulla indispensabilità delle nomine in ruolo su tutti i posti liberi lasciati dai pensionamenti, soprattutto per gli assistenti amministrativi e tecnici, anche in attesa della definizione della situazione dei docenti inidonei.

Abbiamo riaffermato la nostra netta contrarietà a questo modus operandi che, di fatto, svalorizza il lavoro ATA e l’importanza dell’organizzazione a supporto della didattica.

Gli 11.268 posti per i docenti e gli educatori risultano così ripartiti:

  • 68 per gli educatori
  • 1.648 per il sostegno
  • 1.274 per la scuola dell’infanzia
  • 2.161 per la scuola primaria
  • 2.919 per la scuola secondaria di I grado
  • 3.136 per la scuola secondaria di II grado

Ulteriori 62 posti sono destinati al completamento della statizzazione di alcune scuole Firenze, Genova e Ferrara.

Ora è necessario procedere con la massima urgenza ad attivare tutte le procedure necessarie per garantire il completamento delle operazioni propedeutiche al puntuale avvio dell’anno scolastico (utilizzazioni, assegnazioni provvisorie, pubblicazione graduatorie) anche in considerazione del grave ritardo con il quel si procede a queste assunzioni.

Nel corso dell’incontro, oltre a ribadire la nostra richiesta di pieno rispetto del piano triennale e di copertura di tutti i posti vacanti sia per i docenti che per gli ATA, abbiamo sollecitato la conclusione di tutte le procedure entro il 31 agosto e la pubblicazione di indicazioni chiare sulle modalità di ripartizione dei contingenti tra le varie procedure concorsuali. A questo proposito abbiamo chiesto di conoscere il quadro completo dello stato di svolgimento dei concorsi nelle diverse regioni per consentire una valutazione più ponderata delle ricadute di questi provvedimenti sulle assunzioni dei docenti.

Il prossimo incontro di informativa, dopo le nostre sollecitazioni, è previsto per il 28 agosto. In quell’occasione il MIUR ci fornirà: un quadro aggiornato rispetto alle nomine in ruolo ATA, la situazione dei concorsi, la bozza di circolare sull’avvio dell’anno scolastico e sulle supplenze.

Assunzioni in ruolo, una risposta parziale. Ora un nuovo piano triennale

Assunzioni in ruolo, una risposta parziale. Ora un nuovo piano triennale

L’autorizzazione ad assumere 11.268 docenti e 557 dirigenti segna una tappa importante nel percorso avviato con l’intesa che ha portato al piano triennale di assunzioni varato nel 2011. Con quelle di quest’anno, grazie a quell’intesa, le nomine in ruolo di docenti sono 62.300 e quelle di personale ATA 42.500, riducendo così l’area dell’impiego precario.

Tuttavia, la mancata autorizzazione – a tutt’oggi – all’assunzione di 3.500 ATA penalizza in modo ingiustificato un’area professionale indispensabile al funzionamento della scuola.

Dare lavoro stabile a migliaia di persone è un fatto positivo, e lo è ancor più in un contesto difficile come quello che il paese sta vivendo, ma il beneficio che ne deriva riguarda in generale il sistema, che della stabilità ha bisogno per programmare e gestire al meglio la sua organizzazione del lavoro.

Ecco perché diventa ora indispensabile far di tutto perché le operazioni di nomina si concludano al più presto, mettendo le scuole in condizione di avviare regolarmente la loro attività. Troppi ingiustificabili ritardi si sono già accumulati nell’attesa di un’autorizzazione che poteva e doveva essere data prima.

Il nostro impegno continua su un preciso obiettivo, primo tra tanti: le assunzioni del personale ATA e un nuovo piano triennale, per la copertura con contratti a tempo indeterminato di tutti i posti di cui la scuola ha bisogno per funzionare.

Evidenziamo, in particolare, quelli di sostegno, per i quali non si giustifica ormai più il permanere di una quota così alta di posti attivati solo in organico di fatto (circa trentasettemila) e coperti ogni anno con supplenze. Sono posti da consolidare a tutti gli effetti, in quanto rispondenti a un fabbisogno ampiamente certificato, con caratteristiche di stabilità se non addirittura di crescita. Se ne prenda finalmente atto e si assumano le decisioni conseguenti, nell’interesse dei lavoratori ma soprattutto per riaffermare l’integrazione e l’inclusione come fattori essenziali di qualità e valore della nostra scuola.

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola

IMMISSIONI IN RUOLO: UNA GOCCIA NELL’OCEANO DEL PRECARIATO

IMMISSIONI IN RUOLO, GILDA: UNA GOCCIA NELL’OCEANO DEL PRECARIATO

“Le poco più di 11mila immissioni in ruolo stabilite dal ministro Carrozza rappresentano una goccia nell’oceano del precariato e sono del tutto inadeguate alle circa 30mila cattedre vacanti”. A dichiararlo è la Gilda degli Insegnanti commentando l’esito dell’incontro avvenuto oggi pomeriggio al Miur con i sindacati.

“Il precariato nella scuola in Italia è una piaga che va sanata definitivamente – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti -. La Comunità Europea sta pressando perché il Governo intervenga in materia. Ci sembra, invece, che il ministro dell’Istruzione abbia preso la questione un po’ sotto gamba. A questo punto per viale Trastevere – conclude Di Meglio – è sempre più vicino il rischio di una condanna da parte della Corte di Giustizia europea”.

Mozione NO BES al primo collegio docenti

Contro la Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” (i BES) e la successiva circolare del 6/3/2013 facciamo approvare mozioni No BES in ogni singola scuola.

Non permettiamo che tolgano il diritto al sostegno a migliaia di studentesse e studenti diversamente-abili. Negli ultimi collegi docenti di giugno tantissime scuole in tutta Italia hanno approvato mozioni NO BES. Anche il nuovo anno scolastico dovrà aprirsi con una chiara presa di posizione pubblica di tutti noi docenti, di sostegno e di cattedra.

Approviamo mozioni No Bes ai primi collegi docenti del 2 settembre

11.000 assunzioni non bastano

11.000 assunzioni non bastano

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

Il Ministro intende assumere solo 11.268 docenti a fronte di oltre 30.000 posti vacanti di docenti e ATA. Questo risulta dalle bozze di provvedimenti inviateci in previsione dell’incontro di informativa del 20 agosto 2013.

Non è questa la strada per dare operatività alla scuola e per rispondere alle legittime aspettative dei precari.

Questa scelta minimalista risulta ancora più inaccettabile da parte di un Governo che sbandiera il superamento della precarietà come priorità del suo agire politico.

Molto grave la mancata previsione delle assunzioni del personale ATA oggetto di una vera e propria discriminazione sociale, in particolare per gli assistenti amministrativi e tecnici.

Al Governo chiediamo un segno tangibile della volontà di procedere ad una reale politica di stabilizzazione degli organici e del personale, attraverso quegli interventi più volte annunciati e mai praticati. Come la cancellazione della norma sul passaggio forzoso dei docenti inidonei nei profili ATA che rappresenta una priorità assoluta non più procrastinabile o come la stabilizzazione dei posti dell’organico di fatto. Invece ad oggi l’unico messaggio chiaro arrivato da questo Governo al personale della scuola è rappresentato dalla proroga del blocco dei contratti e dei salari: non esattamente ciò che si attendeva questo personale vessato da anni di tagli.

È l’ora di passare dalle dichiarazioni di principio ai fatti. Ciò vuol dire investire nella scuola pubblica per attuare l’organico funzionale docente e ATA come primo passo per rimettere al centro la qualità della didattica e stabilizzare quasi 100.000 precari che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole.

Il Ministro non perda l’occasione del Decreto D’Alia sulla pubblica amministrazione per restituire fiducia al mondo della scuola e offrire un futuro migliore ai giovani e ridare qualità all’offerta formativa.

20 agosto Assunzioni Personale Docente e Educativo

Nel corso dell’incontro con le OO.SS. de 20 agosto il MIUR ha comunicato l’autorizzazione all’assunzione di 11.268 fra docenti e educatori, così ripartiti:

  • 68 educatori
  • 1.648 sostegno
  • 1.274 scuola dell’infanzia
  • 2.161 scuola primaria
  • 2.919 scuola secondaria di I grado
  • 3.136 scuola secondaria di II grado
  • 62 completamento statizzazione di alcune scuole

SCUOLA: IL MINISTERO INCONTRA I SINDACATI PER L’IMMISSIONE DI 11.200 NUOVI INSEGNANTI

Si è svolto oggi presso il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca l’incontro con le organizzazioni sindacali per l’informativa sull’immissione in ruolo di 11.200 docenti per l’anno scolastico 2013-2014.

Il Capo del Dipartimento istruzione Dr Luciano Chiappetta ha esposto i criteri di ripartizione territoriale sulle immissioni in ruolo e concordato le modalità operative. Nei prossimi giorni saranno gli uffici territoriali competenti a completare le operazioni amministrative di immissione. Il tutto avverrà in maniera da garantire l’ordinato avvio delle lezioni in tutte le scuole d’Italia.

Circolare Ministeriale

Decreto Ministeriale

Tabella analitica

Protesta degli idonei della rinnovazione del concorso a dirigente scolastico ai sensi della Legge 202/2010

Malgrado le nostre proteste elevate ai vertici dell’USR Sicilia in modo rispettoso del ruolo, dei modi e dei tempi, ad oggi, l’amministrazione non intende recedere.

La stessa, nel precedente incontro, ha richiesto un approfondimento sulla effettiva disponibilità di incarichi a dirigente scolastico determinatisi nel biennio 2010/2012, prassi alquanto strana tenuto conto che è compito dell’amministrazione dimostrarne la eventuale indisponibilità.

La rendicontazione è stata puntualmente inviata ai responsabili, Direttore Generale dell’USR Sicilia, dott.ssa Maria Luisa Altomonte e al responsabile del procedimento e dell’ufficio relativo ai Dirigenti Scolastici, Dott. Marco Anello, e ad oggi non abbiamo ottenuto alcuna risposta.

A tal uopo, intendiamo proseguire la nostra battaglia di difesa delle più elementari regole democratiche, esercitando il nostro diritto di protesta con un sit-in e incatenandoci così come annunciato per il giorno 22/08/2013 sotto la direzione generale dell’USR Sicilia, sita in Palermo via Fattori n.60, per poi proseguire questa battaglia di civiltà sotto il Ministero della Pubblica Istruzione in Roma, previsto per il giorno 26/08/2013.

Entrambi i sit-in avranno inizio a partire dalle ore 09,00.

F.to

Gli idonei della rinnovazione del concorso a dirigente scolastico ai sensi della Legge 202/2010

Scuola, in arrivo nuovi corsi di specializzazione sul sostegno ai disabili

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, in arrivo nuovi corsi di specializzazione sul sostegno ai disabili

Il ministro Carrozza ha firmato il decreto che porterà alla specializzazione di 6.398 nuovi insegnanti di sostegno. “Passo importante per colmare un grave buco”, commenta il Ciis. Dopo il Tfa, dunque, prosegue il progetto di riforma del percorso di formazione per i docenti. E per domani annunciata l’informativa per l’immissione in ruolo per il prossimo anno scolastico

di Lorenzo Vendemiale

Dopo il Tirocinio Formativo Attivo, la specializzazione sul sostegno. Il Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha firmato il decreto ministeriale 706/13 con cui autorizza l’attivazione di corsi per la creazione di 6.398 nuovi insegnanti di sostegno didattico agli alunni con disabilità.

Prosegue, dunque, il progetto del Ministero di ridisegnare il percorso di formazione per i docenti italiani. In passato, le specializzazioni al sostegno per la scuola primaria e dell’infanzia venivano assegnate da corsi aggiuntivi alla laurea quadriennale della facoltà di Scienze della Formazione (che andranno adesso a esaurimento, fino ad essere dismessi); mentre per la scuola secondaria si era fermi ai corsi delle vecchie Ssis (le Scuole di Specializzazione all’Insegnamento Secondario), chiuse nel 2009. Da allora, un ‘buco‘ di quasi quattro anni, come successo del resto anche per le abilitazioni all’insegnamento, ripartite nel 2012 con l’istituzione del Tfa. Ad inizio agosto il ministro Carrozza aveva annunciato la prossima attivazione di un secondo ciclo di Tirocinio da 29mila posti. Adesso un ulteriore tassello si aggiunge al nuovo percorso.

“E’ un passo molto importante – commenta Evelina Chiocca, membro del Coordinamento Italiano Insegnanti Sostegno (Ciis) -, c’era un vuoto da colmare e finalmente il Ministero ha fornito una risposta. La scuola italiana ha bisogno di personale specializzato“. Il Ciis, però, sottolinea anche come il provvedimento non esaurisca completamente la questione: “Secondo noi la disabilità dovrebbe far parte della formazione di base di tutti gli insegnanti. Se vogliamo realizzare una vera integrazione è necessario che, oltre al lavoro svolto dai docenti specializzati, tutto il personale sia in grado di far compiere un percorso collettivo ad una classe che ha al suo interno una persona disabile”.

I nuovi corsi, comunque, rappresentano una svolta significativa. Saranno – come detto – a numero chiuso e riservati ai soli laureati in possesso di titolo di abilitazione già conseguito. Per l’accesso sono previste tre prove preselettive: un test preliminare, uno scritto e un orale, ai cui punteggi si andrà ad affiancare una graduatoria per titoli (fino a un massimo di 10 punti). Gli oltre 6mila posti messi a bando sono ripartiti in 1.285 per la scuola dell’infanzia, 1.826 per la scuola primaria, 1.753 per la scuola secondaria di primo grado e 1.534 per la scuola secondaria di secondo grado. Le prove saranno bandite nei prossimi mesi dalle singole università, con ripartizione territoriale non completamente omogenea: spicca, ad esempio, l’assenza assoluta della Basilicata, della Valle d’Aosta per la scuola d’infanzia e primaria, di Liguria e Trentino Alto-Adige per la scuola secondaria di secondo grado; e, ancora, i 250 posti riservati alla Calabria per la scuola primaria, a fronte dei soli 20 del Piemonte.

Facile ipotizzare che il corso possa interessare da vicino gli abilitati dal primo Tfa, rimasti esclusi dal concorsone e anche dalla graduatorie per cattedre e supplenze: in caso di superamento delle prove d’accesso, la specializzazione sul sostegno rappresenterebbe quantomeno una valvola di sfogo per gli oltre 11mila nuovi docenti appena creati. Anche perché nella graduatoria per titoli dell’ultimo concorso la specializzazione veniva valutata 1,50 punti.

I nuovi insegnanti di sostegno, comunque, si specializzeranno ovviamente solo nel 2014, e pertanto non saranno reclutabili a settembre. Adesso sul tavolo del ministero resta la questione più scottante: la formazione degli organici per l’anno scolastico 2013/2014, a poche settimane dall’inizio della scuola. Proprio oggi Carrozza ha annunciato che “domani verrà data l’informativa per l’immissione in ruolo dei docenti”.

Caro Letta, c’è un altro meeting da conoscere: quello dei precari

da Il Fatto Quotidiano

Caro Letta, c’è un altro meeting da conoscere: quello dei precari

di Alex Corlazzoli

Enrico Letta va al meeting di Comunione e Liberazione per conoscere un’Italia ben lontana da quella reale. A Rimini, Letta ha parlato di giovani a dei ragazzi che, grazie alla loro appartenenza al movimento di don Luigi Giussani e Roberto Formigoni, hanno un posto di lavoro assicurato in una delle tante imprese e società della Compagnia delle Opere, il braccio “armato” e/o economico di Cl: oltre 34mila imprese e più di mille organizzazioni no profit aderenti che gestiscono un giro d’affari di circa 70 miliardi l’anno. Il sistema coinvolge oltre 500.000 persone tra addetti alle imprese e operatori del settore.

Il premier Letta a Rimini ha conosciuto quest’Italia non quella dei precari, dei disoccupati, delle periferie di Napoli, di Palermo o di Milano. Non ha parlato ai giovani che ormai sono fuggiti dall’Italia. “Non lasceremo soli i giovani. Lavoreremo e faremo di tutto perché riescano ad avere opportunità che altri giovani in altre parti d’Europa hanno oggi. Grazie all’Europa e a un’Italia migliore daremo ai giovani questa opportunità”, ha pronunciato il premier al popolo di Rimini.

E intanto in Svezia nei giorni scorsi al patronato Inca Cgil mi hanno raccontato che ogni settimana ricevono quattro chiamate da giovani italiani che partono con pochi soldi in tasca con il miraggio di trovare un posto di lavoro nel Paese dove il tasso di occupazione è tra i più bassi d’Europa.

Il premier Letta forse non sa che ormai i miei alunni a scuola parlano di futuro pensando di abbandonare l’Italia. Chiara, 24 anni e una laurea in economia aziendale all’Università di Bologna, a settembre verrà assunta con un contratto a tempo indeterminato alla Camera di Commercio in Messico. Forse anche il nostro premier avrebbe bisogno di mettersi un giorno in taxi per capire l”umore degli italiani su questi mesi di Governo. O forse basterebbe che una mattina prendesse un autobus a Roma.

Ma se proprio non vuole fare un bagno di folla, perché nei prossimi giorni, oltre a mostrarsi al meeting di Cl strappando facili applausi, non sceglie di andare in uno degli uffici scolastici provinciali dove migliaia di precari, che non conoscono il loro destino, che non sanno nemmeno quando saranno convocati, dovranno ritrovarsi all’annuale meeting del docente precario. Capisco che si tratta di un’altra platea, di un luogo meno comodo, di un’Italia diversa da quella di Formigoni e Vittadini.

Anzi mi permetto di invitare Enrico Letta a Cremona, dove ci sarò anch’io insieme a quei giovani che arriveranno anche stavolta da Palermo, da Napoli, da Bari, con in mano una cartina e la valigia senza neanche sapere dove andranno a finire. Donne che ogni anno abbandonano i loro figli per trovare un posto di lavoro al Nord. Giovani che vengono licenziati ogni anno al 30 giugno, con Tfr pagati dopo sei mesi e ferie fino ad oggi non pagate. Uomini e donne che in tasca non hanno una tessera e nemmeno la fede ad un movimento ma solo la Costituzione italiana.

Questa è l’Italia, caro Premier. Finché non ci sarà un capo del Governo in grado di ascoltarla, l’emorragia dell’astensionismo continuerà e i Letta di turno avranno vita breve.

Ma ci faccia una cortesia: non parli più ai giovani, ai miei ex alunni. Offende chi ogni giorno insegna loro come amare ancora questo Paese.

Carrozza, oggi comunicheremo l’assunzione di 11.268 docenti

da LaStampa.it

Carrozza, oggi comunicheremo l’assunzione di 11.268 docenti

ANSA

Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza

 I ministro dell’Istruzione : “La situazione per l’inizio dell’anno è sotto controllo”
roma

«Oggi comunicheremo l’assunzione di 11.268 docenti, ieri abbiamo comunicato le immissioni in ruolo dei dirigenti scolastici. Stiamo lavorando e preparando anche le informative per tutti i direttori scolastici regionali che quindi provvederanno a fare le immissioni in ruolo». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza intervenendo a Radiouno Rai. «La situazione è sotto controllo», ha aggiunto.

 

«Il punto fondamentale è semplificare le regole e renderle meno attaccabili, fare procedimenti più equi e meno attaccabili da un punto di vista della legge. Il secondo è che bisogna anche accettare gli esiti dei concorsi, imparare questo. Bisogna fare un salto di qualità». Ha poi sottolineato il ministro dell’Istruzione rispondendo a una domanda sulla class action promossa dal Codacons sul tema delle immissioni in ruolo.

 

«Purtroppo – ha precisato il ministro – noi siamo abituati al ministero dell’Istruzione a ogni provvedimento ad avere sempre dei ricorsi e questa è la cosa che vorrei cambiare di più. Parlando proprio di rapporto tra politica e pubblica amministrazione e cittadini c’è qualcosa che non va, che si interrompe».

 

«Qualunque provvedimento è soggetto a ricorso, ci sono poi gli allungamenti dei tempi e poi hai l’accusa che non hai rispettato i tempi perché magari ci sono stati i ricorsi, gli annullamenti e le sospensive», ha aggiunto.

 

«Il mio tentativo è quello di fare un miglior dimensionamento dell’organico, che poi serve realmente alla scuola. Il problema vero è di quanti insegnanti abbiamo bisogno, come li distribuiamo sul territorio nazionale – ha detto – Ci sono regioni che hanno avuto un incremento demografico: faccio un esempio in Emilia Romagna, che ha avuto un aumento della popolazione giovanile dovuto all’immigrazione, ci sono regioni che invece hanno avuto un decremento. Bisogna riuscire ad avere un sistema più equo e anche più basato sui dati per distribuire gli insegnanti. Dovremmo arrivare a regime a una riforma complessiva di questo sistema».

L’anno scolastico 2013-2014 ripartirà tra le proteste

da LaStampa.it

L’anno scolastico 2013-2014 ripartirà tra le proteste

 Insoddisfatti professori, precari e studenti
roma

L’anno scolastico 2013-2014 ripartirà tra mobilitazioni, scioperi, proteste. Sono infatti sul piede di guerra tanto i sindacati dei professori e del personale amministrativo delle scuole, quanto i precari e gli studenti.

 

Le risorse stanziate dal governo per l’edilizia scolastica non sono bastate a placare gli animi di un mondo che da anni si sente penalizzato. Il rinvio del contratto degli insegnanti e il blocco degli scatti di anzianità deciso dal governo ad agosto ha provocato reazioni dure tra i sindacati che annunciano “tensioni” e “un autunno caldissimo”.

 

Prima a fissare una data per la protesta è stata la Rete degli studenti medi: «L’11 ottobre saremo in tutte le piazze d’Italia – afferma Daniele Lanni, portavoce nazionale – per spiegare che gli studenti hanno bisogno di risposte concrete e immediate. Le nostre scuole necessitano di investimenti e di una riforma strutturale».

 

Le richieste sono: legge quadro nazionale per il diritto allo studio, riforma della struttura dei cicli della scuola, più investimenti per l’edilizia scolastica. A distanza di una settimana, il 18 ottobre, si terrà lo sciopero generale proclamato da Cobas, Cub, Usb per tutte le categorie, ma con un’attenzione particolare al pubblico impiego, con le richieste di rinnovo dei contratti e aumento dei salari.

 

Ma gli altri sindacati non intendono certo stare a guardare: la proroga al 31 dicembre 2014 del blocco della contrattazione e degli automatismi degli stipendi ha rafforzato la delusione per la mancanza di misure per la scuola nel decreto del Fare. L’attesa per la soluzione di alcune emergenze è affidata ora a un decreto legge che potrebbe essere portato al Consiglio dei Ministri previsto per il 23 agosto.

 

I nodi sono numerosi: piano di assunzioni, organico di sostegno, inidonei, “quota 96”. «Sono tutti temi rinviati a non si sa quale data – afferma il segretario generale di Cisl Scuola Francesco Scrima – ma che devono essere risolti entro agosto o mettono a rischio l’inizio dell’anno scolastico. Siamo quasi fuori tempo limite. Se non arriveranno gli interventi attesi il personale della scuola reagirà». Con il decreto, riferisce Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, «si cerca di prendere dei provvedimenti tampone per l’utilizzo dei docenti inidonei, i cosiddetti Quota ’96 e i dirigenti scolastici, che mancano in alcune regioni, ma quello che maggiormente serve alla scuola è la definizione degli organici».

 

Il problema più spinoso resta infatti quello delle immissioni in ruolo: il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha annunciato che i posti saranno 15mila, di cui 4.000 Ata e 11 mila docenti (5.500 presi dai vincitori di concorso e 5.500 dalle graduatorie). «Ma i vincitori di concorso sono 11.500 – sostiene Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc Cgil – significa che gli altri resteranno senza posto ancora per anni, perché devono scontare i tagli fatti dall’ex ministro Gelmini e gli effetti della riforma Fornero». «Ed invece – fa notare Pantaleo – servirebbe una nuova definizione degli organici: quella attuale non garantisce una scuola di qualità. In molte zone, soprattutto al Sud, la situazione è drammatica, per effetto delle operazioni di dimensionamento e delle riduzioni del personale amministrativo».

 

Altro tema “caldo” è quello dei docenti inidonei: «Si rischia che persone affette da gravi patologie siano costrette a svolgere mansioni da assistenti tecnici e amministrativi, con un’ulteriore mortificazione della loro dignità – dichiara Pantaleo – ma la conseguenza è anche che salterebbe la possibilità di stabilizzare 3.300-3.400 lavoratri precari».

 

Ulteriore problema è quello relativo agli insegnanti di sostegno che vanno avanti con supplenze annuali: «Sono 27mila e in maggioranza precari: anche il ministro – osserva Pantaleo – ritiene giusto stabilizzarli». E ancora, il nodo dei professori che rientrano nella cosiddetta “Quota 96” (cioè 60 anni di età e 36 di contribuzione) rimasti «impigliati» nei meccanismi della riforma Fornero, che non ha considerato la peculiarità dell’anno scolastico che non coincide con quello solare. Infine, il «macigno» dei precari: «Chiediamo che si apra immediatamente il piano di stabilizzazione di 180mila inseriti nelle graduatorie a esaurimento e di smetterla con la `fabbrica delle illusioni´ dei tirocinii formativi», afferma Pantaleo. Il coordinamento precari scuola di Roma ha già invitato tutti gli altri coordinamenti «ad organizzare città per città assemblee» a fine agosto per contrastare «l’esiguo contingente messo in atto dal Ministero a partire dalla parola d’ordine del ritiro dei tagli della Gelmini e della riforma Fornero».

 

«I problemi accumulati possono sfociare in tensioni nelle scuole – avverte Pantaleo – e noi siamo pronti a grandi iniziative di mobilitazione per chiedere al governo segnali di inversione»; «Il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità aggrava la vita di lavoratori che sono ormai vicini a situazioni di povertà. La questione salariale è drammatica e non accetteremo di sederci a un tavolo per discutere solo della parte normativa del contratto, come vorrebbe il ministro D’Alia». Della stessa opinione Scrima: «Non ci possiamo sedere a un tavolo di rinnovo dei contratti su quello che dice il datore di lavoro, cioè solo sulla parte normativa: il contratto si fa in due». «Pronta alla lotta» anche la federazione Gilda: «È evidente che il governo sta cercando lo scontro – sostiene il coordinatore Rino di Meglio – e noi non resteremo in silenzio». «Il blocco dei contratti è inaccettabile – avverte Di Menna – ma se il governo ragiona può trovare una soluzione: devono saper che gli insegnanti sono arrabbiati; sarà un loro problema far fronte a un milione di persone in protesta. Auspico quindi che siano ragionevoli e capaci di evitare lo scontro. Noi siamo pronti a partire subito con assemblee aperte, mobilitazioni e poi eventualmente a proclamare lo sciopero».

ConnectEd, il piano hi tech di Obama per rivoluzionare la scuola

da LaStampa.it

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Internet ad alta velocità al 99% degli studenti in cinque anni
New York

Un piano ambizioso per espandere l’accesso a una connessione internet ad alta velocità nelle scuole, che permetta ai ragazzi di usare i notebook e agli insegnanti di personalizzare le lezioni. Si chiama ConnectEd, ed è finito sul tavolo del presidente degli Stati Uniti, proposto dal suo staff. Un piano che è piaciuto molto a Barack Obama, che per attuarlo non avrà nemmeno bisogno dell’approvazione del Congresso. A parlarne è il Washington Post.

Secondo i funzionari della Casa Bianca, il progetto – poco conosciuto dal pubblico – potrebbe diventare uno dei più grandi risultati del secondo mandato presidenziale di Obama. C’è solo un problema: il piano costerà miliardi di dollari. E il presidente intende finanziarlo tassando gli utenti della telefonia mobile. Una mossa che avrà bisogno dell’approvazione della Federal Communications Commission (Fcc), l’agenzia indipendente responsabile per le telecomunicazioni.

 

L’idea di far ricadere sui consumatori il costo di ConnectEd, naturalmente, non piace ai repubblicani, anche se è difficile che possano influenzare in modo decisivo la commissione, composta da cinque membri: due democratici, un repubblicano e due nominati da Obama. La commissione ha preso in esame il progetto, ma per una sua decisione potrebbe essere necessario circa un anno.

 

ConnectEd, che ha l’obiettivo di fornire una connessione internet ad alta velocità al 99% degli studenti entro cinque anni, è l’esempio di come Obama stia cercando di agire aggirando l’opposizione repubblicana, che blocca il Congresso. La proposta, che potrebbe rivoluzionare il sistema scolastico, è arrivata alla Casa Bianca dopo le elezioni del 2012, ideata dal segretario all’Educazione, Arne Duncan, e da Julius Genachowski, ex compagno di università di Obama e all’epoca alla guida della Federal Communications Commission.

 

Una proposta che si fonda sulla possibilità della Fcc di tassare i consumatori per finanziare specifici progetti, come quello per garantire un servizio telefonico ai più poveri. Il programma, conosciuto come il «fondo di servizio universale», ha ricevuto il sostegno bipartisan del Congresso, ma anche le critiche di alcuni conservatori.

 

Nel caso di ConnectEd, i funzionari della Casa Bianca temono che Obama possa essere accusato di voler aumentare le tasse su tutti gli americani che usano un telefono o una connessione internet, ridando voce alle critiche dei repubblicani. Il piano per le scuole dovrebbe costare tra i 4 e i 6 miliardi di dollari; per questo, l’amministrazione crede che potrebbe bastare una tassa di 12 dollari su ogni utente telefonico per tre anni.

(TMNews)

Scuola, caos nomine. Carrozza: «Chiariremo»

da l’Unità

Scuola, caos nomine. Carrozza: «Chiariremo»

Oggi il ministero dell’Istruzione darà «un’informativa sull’immissione in ruolo dei docenti».

Oggi il ministero dell’Istruzione darà «un’informativa sull’immissione in ruolo dei docenti». Lo ha annunciato, in una intervista a Rainews24, il ministro dell’Istruzione Maria Grazia Carrozza rispondendo così alle polemiche sollevate dai sindacati circa l’immissione in ruolo dei docenti per il prossimo anno scolastico. Carrozza ha aggiunto: «I sindacati e i docenti fanno il loro lavoro e li capisco. In un certo senso sono dalla loro parte. La scuola non deve essere un portafoglio da cui attingere per coprire altre voci della spesa pubblica». A sollevare dubbi e polemiche sul regolare avvio dell’anno scolastico erano stati, nei giorni scorsi, i sindacati che denunciavano i ritardi nelle nomine in quelle regioni in cui la scuola riprenderà tra il 10 e il 12 settembre. «La norma impone ai provveditorati di effettuare tutte le nomine del personale entro il 31 agosto aveva spiegato Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil ma non abbiamo ancora avuto notizia di immissioni in ruolo. E la situazione rischia di essere ancora più grave per i supplenti, che mancheranno a migliaia». Una situazione caotica che si era verificata già lo scorso anno quando l’11 settembre rimanevano ancora scoperte 24mila cattedre: il 32% per cento delle supplenze assegnate. «Quest’anno ci saranno più classi scoperte dello scorso anno, più precari senza contratto e più caos negli uffici scolastici periferici costretti a fare le operazioni in tempi strettissimi», concludeva Pantaleo.

L’integrazione non va al liceo

da ItaliaOggi

L’integrazione non va al liceo

L’accusa del Cnel: manca una politica per la scuola. La Kyenge: confronto con il Miur

Emanuela Micucci

Canalizzati nelle scuole tecniche e professionali e privi di una vera politica di integrazione scolastica, gli studenti stranieri vedono scendere in due anni il loro l’inserimento sociale. Lo rivela il IX Rapporto Cnel sugli «Indici di integrazione degli immigrati in Italia», che misura sia il grado di attrattività dei territori sulla popolazione straniera sia il loro potenziale di integrazione (www.cnel.it).

Tra i 18 indicatori considerati uno misura l’istruzione liceale degli studenti stranieri, «non prendendone in considerazione gli esiti scolastici – spiega il curatore del rapporto, Luca Di Sciullo, ma la quota di iscritti a un liceo nell’anno scolastico 2011/12. L’ipotesi è che si sia una correlazione diretta di questa percentuale con l’indice di inserimento sociale». Aumenta rispetto al 2009 la canalizzazione, già molto forte, degli studenti stranieri verso gli istituti tecnici e professionali, anche per chi consegue risultati eccellenti alle medie. Dei 164.524 alunni immigrati iscritti alle superiori solo il 19,3% frequenta un liceo: 31.731 ragazzi che, nel Mezzogiorno, rappresentano il 29,2% degli stranieri delle superiori nelle Isole e il 26,3% di quelli al Sud, area che supera di poco la percentuale del Centro (23,6%). Quest’ultima è quella che ne accoglie di più: 9.951. Seguita dal Nord Ovest con 9.134 liceali stranieri e il Nord Est con 7.045, valori però pari rispettivamente al 16,1% e al 15,6% degli immigrati qui iscritti alle superiori.

Tutti gli altri ragazzi stranieri, 132.793, in Italia si iscrivono a percorsi tecnico-professionali. «Più è alta la percentuale di liceali stranieri – prosegue Lo Sciullo -, più sono gli studenti immigrati che proseguono un percorso formativo superiore orientato all’università e, quindi, affrancato dall’esigenza di trovare immediatamente lavoro per sostenere economicamente la famiglia. E più si può presupporre un inserimento sociale avanzato. Più la loro formazione culturale è elevata e più potrebbero concorrere per posti di lavoro qualificati, contribuendo alla mobilità sociale degli immigrati». Nelle prime 9 posizioni della graduatoria sull’istruzione liceale è rappresentato quasi tutto il Meridione con 7 delle totali 8 regioni. Unica eccezione la Basilicata al 16° posto. In testa alla graduatoria il 32,3% della Sardegna. Un blocco compatto in cui si inseriscono Trentino, 2° (30,4%), e Lazio, 3° (30,1%). L’equivalente, tra le province, è rappresentato da Isernia con il record del 46,1%, Sassari (36,3%), Palermo e Vibo Valentia.

All’altro capo delle rispettive graduatorie, con valori molto più ridotti anche rispetto alla media nazionale, Verbania, 103° con solo il 7,5%; Modena, 102° con l’8,4%; Reggio Emilia, 101° con l’8,6%. E l’Emilia Romagna al 20° posto con appena il 13,0% di liceali, la Lombardia 19° con 13,9% e il Veneto al 18° con 14,6%. Tre regioni, come il Nord, che tradizionalmente offrono occupazione e con una radicata una cultura del lavoro che incoraggia a inserirsi presto nel mondo produttivo. Due fattori che, quindi, in ogni territorio condizionano la scelta o meno del liceo. «Non stupisce che in queste aree – conclude Lo Sciullo – anche i figli degli immigrati si orientino verso scuole che preparano al lavoro». La scuola non realizza nessuna politica di integrazione, è l’accusa di Giorgio Alessandrini, presidente Onc-Cnel, «ci sono buone circolari ministeriali, ma non c’è un euro per la mediazione culturale, la formazione dei docenti». E il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge annuncia: «Ho già avviato un confronto con il ministero dell’istruzione».